L’amuleto ebraico che cita YHWH, parliamo con l’archeologo Stripling

L’importante scoperta in Samaria di un amuleto ebraico presso l’altare del condottiero biblico Giosuè, ritenuto la più antica scritta ebraica mai rivenuta, ne abbiamo parlato con l’archeologo Scott Stripling, uno dei responsabili del ritrovamento.

 
 
 

Due lunedì fa abbiamo dato in anteprima una notizia molto importante per gli studiosi biblici e gli appassionati di storia della Bibbia.

Un amuleto rinvenuto sul monte Ebal, in Samaria, avrebbe fatto luce sul primo periodo dell’insediamento ebraico in Israele confermando come l’antico popolo parlasse e scrivesse la lingua ebraica già 3.200 anni fa.

Il reperto è stato infatti datato al 1400 a.C., confermando così l’età antica della Bibbia: in molti sostengono, infatti, che i profeti biblici non avrebbero potuto comporre l’Antico Testamento in quel periodo in quanto gli israeliti non sarebbero stati alfabetizzati al loro ingresso nella terra di Israele, dopo la fuga dall’Egitto.

Inoltre, nel testo ritrovato sulla tavoletta, è contenuto il nome di Dio, “YHWH“, diventando quindi il più antico reperto storico che ne parla.

Il brano ritrovato sull’amuleto esprime alcuni versetti (le cosiddette “maledizioni”) presenti nel libro biblico del Deuteronomio.

L’annuncio è stato fatto giovedì 24/03 a Houston (Texas) da alcuni ricercatori.

 

UCCR è riuscito ad intervistare uno dei responsabili della scoperta, l’archeologo Scott Stripling, direttore degli scavi per l’Associates for Biblical Research in Israele, nonché vicepresidente della Near East Archaeological Society.

 

L’amuleto ebraico, la nostra intervista allo scopritore.

 

DOMANDA – Prof. Stripling, può dirci in poche parole perché ritiene si tratti di una scoperta così importante?

RISPOSTA – Certo, si tratta per l’appunto di una scoperta molto rilevante in quanto la scritta presente su questa tavoletta è antecedente a qualsiasi altra scrittura ebraica precedentemente nota. Essa stabilisce che Mosè avrebbe potuto scrivere il Deuteronomio già nel 1400 a.C., circa.

 

DOMANDA – Nel comunicato che ha diffuso si cita anche un collegamento tra questo amuleto e l’altare biblico di Giosuè, trovato dall’archeologo Adam Zertal nel 1980. Ci spiega la relazione?

RISPOSTA – Nel Libro di Giosuè (8,30) si legge che Giosuè, per l’appunto, costruì un altare sul monte Ebal all’interno di una cerimonia di rinnovamento del patto tra Dio e gli israeliti, ed esso prevedeva la proclamazione di maledizioni (o conseguenze negative). Il professor Adam Zertal ha portato alla luce questo altare (2×2 metri), coperto da un successivo altare rettangolare. La mia squadra ha recuperato questo amuleto proprio setacciando la terra dello scavo, accumulatasi dal 1982 al 1989.

 

DOMANDA – Da alcune parti si afferma che questa scoperta potrebbe addirittura anticipare la datazione dell’Antico Testamento, è un’interpretazione corretta?

RISPOSTA – No, lo stile di scrittura rintracciato sull’amuleto semplicemente si sincronizza con la scrittura del Pentateuco nella tarda età del bronzo.

 

DOMANDA – Ci è sembrato inusuale apprendere tale scoperta da una conferenza giornalistica piuttosto che dalla pubblicazione di uno studio peer-review. Come mai questa scelta?

RISPOSTA – Posso dirle che al momento è in corso un articolo sottoposto a revisione paritaria. Speriamo che possa essere pubblicato entro la fine dell’estate.

 

DOMANDA – Devo però farle notare che sono già arrivate delle critiche a tutto questo, in particolare dal filologo Christopher Rollston. Egli lamenta il fatto che non avreste portato nessuna prova alla conferenza e non sarebbe disponibile alcuna immagine della tavoletta di piombo.

RISPOSTA – Forniremo le scansioni originali su cui abbiamo lavorato nel prossimo articolo accademico. In due occasioni ho offerto al prof. Rollston l’opportunità di collaborare con me ma non ha mai risposto alle mie email. Se l’avesse fatto, avrebbe visto le scansioni.

 

DOMANDA – Bene, ma Rollston pur sperando di sbagliarsi, dubita addirittura che vi sia scritto il nome di YHWH…

RISPOSTA – Come farebbe a saperlo?

 

DOMANDA – Proveremo a chiederglielo, al momento è convinto che le affermazioni fatte durante la conferenza stampa saranno vigorosamente contestate.

RISPOSTA – Ho dichiarato la stessa cosa in conferenza stampa. Gli studiosi non potranno non affermare che questa è una scrittura proto-alfabetica. Tuttavia, probabilmente avranno letture alternative poiché la direzione di lettura del testo non è standardizzata in questo antico periodo. Accoglierò con favore tale interazione accademica.

 

DOMANDA – Rollston conclude dicendo che «il miglior predittore del futuro è il passato, e nel passato, più e più volte, affermazioni clamorose si riducono in cenere alla fine di un’analisi seria, filologica ed epigrafica»..

RISPOSTA – Questa affermazione finale è la sua opinione, non si basa su alcun dato di fatto.

 
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Leggi le nostre altre interviste del venerdì.

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2 commenti a L’amuleto ebraico che cita YHWH, parliamo con l’archeologo Stripling

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  1. Rick ha detto

    Sempre molto interessanti questi articoli di archeologia biblica. Grazie

  2. Sisco ha detto

    Comunque, anche se pubblicati su riviste specializzate, non è detto che gli articoli scientifici abbiano sempre una validità…!?!

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