Myanmar, la persecuzione non impedisce tredici nuovi sacerdoti
- Ultimissime
- 31 Mar 2022
Dopo il colpo di stato militare del 2021, il popolo birmano e la Chiesa sono vittime di persecuzione, quest’ultima difende infatti la democrazia. Ma in Myanmar fioccano le vocazioni: in meno di un anno 19 nuovi sacerdoti si uniranno alle coraggiose suore che si inginocchiano davanti ai militari chiedendo la pace.
Sono la speranza del popolo Birmano.
Dopo il golpe militare del 2021, che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi e ha preso il controllo del Paese, anche le chiese cattoliche del Myanmar sono state attaccate e i fedeli vittime di persecuzione.
Eppure, nonostante questo, pochi giorni fa sono stati ordinati tredici nuovi sacerdoti cattoliciun grande segno di speranza per la minoranza cristiana nel Paese asiatico.
L’ordinazione si è svolta nella cattedrale di St. Mary di Yangon, presieduta dal card. Maung Bo.
«La Chiesa in Myanmar è ferita e sfollata. I sacerdoti sono la speranza del popolo», ha detto il cardinale. «Essi sono il rifugio dei fratelli e delle sorelle che soffrono, speranza in mezzo a lacrime e sangue».
Le suore birmane inginocchiate davanti ai militari.
La comunità cattolica in Myanmar conta più di 1.000 sacerdoti, circa 2.000 religiose e centinaia di catechisti che prestano servizio nelle 16 diocesi del Paese.
La notizia della tragica situazione birmana è arrivata in tutto il mondo grazie all’immagine potente di suor Ann Nu Thawng, la religiosa cattolica saveriana inginocchiatasi di fronte agli agenti per salvare i giovani durante le manifestazioni pacifiche pro democrazia.
Molto meno diffusa una seconda foto, nella quale un’altra religiosa, suor Rose, ha scelto di umiliarsi di fronte ad altri militari, l’8 marzo 2021.
Alcuni dei soldati, pronti ad attaccare la popolazione che manifestava per la democrazia, sono stati probabilmente commossi da questo gesto e si sono inginocchiati a loro volta.
Myanmar, la persecuzione dei cristiani pro-democrazia.
Dopo il colpo di Stato molti sacerdoti sono stati arrestati e migliaia di cristiani in Myanmar sono stati vittime di persecuzione e costretti a fuggire dalle loro case.
Papa Francesco ha più volte pregato per la Birmania, chiedendo ai cristiani di essere testimoni del Vangelo anche a rischio della vita.
Il card. Bo ha affermato per questo che «il Myanmar sta percorrendo la sua Via crucis. I sacerdoti stanno davanti all’altare ed offrono generosamente la loro vita per la Chiesa e per la Nazione».
L’ultimo ad essere attaccato dalle autorità è stato il convento di suore nella cittadina di Doungankha. L’attacco è avvenuto appena tre giorni dopo che l’esercito ha bombardato la chiesa di Nostra Signora di Fatima, situata nel villaggio di Saun Du La.
I 13 sacerdoti ordinati nei giorni scorsi vanno ad aggiungersi, così, ai 6 nuovi sacerdoti che hanno ricevuto l’ordinazione nell’estate scorsa.
La storia conferma, puntualmente, che il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani.
La redazione
1 commenti a Myanmar, la persecuzione non impedisce tredici nuovi sacerdoti
Una bellissima storia. Grazie di avercela raccontata.