La Florida espelle il gender dalle scuole: firmata la legge

Il ddl soprannominato “Don’t Say Gay” è stato trasformato in legge dal governatore della Florida. Garantirà ai genitori maggiori diritti nell’istruzione dei figli, proibendo le controverse tematiche dell’ideologia gender nelle scuole.


 

Anche la Florida festeggia per aver espulso dalle scuole l’ideologia gender, contenuta anche nel ddl Zan italiano.

Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha infatti firmato ieri pomeriggio un disegno di legge che vieta le discussioni sulla controversa gender identity nelle scuole materne e fino alla terza elementare.

Dopo aver superato il voto di Camera e Senato, da oggi infatti la legge proibisce la propaganda dei gender studies dalle scuole della Florida.

La nuova legislazione prevede anche che i genitori abbiano il diritto di rivedere eventuali questionari proposti dalle scuole prima che vengano somministrati ai loro figli.

«Questo disegno di legge dice ai genitori che il diritto di crescere i propri figli non si esaurisce quando entrano in classe», ha dichiarato il senatore Danny Burgess. «Ci deve essere un limite di età per alcune discussioni. Non è un concetto nuovo, né radicale».

 

Florida, la legge no-gender chiamata: “Don’t Say Gay”

La comunità LGBTQ+ da mesi sta combattendo contro questa legge sostenendo falsamente che il ddl vieterebbe di “dire gay” (Don’t Say Gay).

Pura disinformazione, ovviamente.

«Il cosiddetto disegno di legge soprannominato “Don’t Say Gay” non fa nulla del genere», scrive il padre di un alunno della Florida.

«Non impedisce a nessuno di dire “gay”, la maggior parte del disegno di legge riguarda i diritti dei genitori di sapere cosa sta succedendo al proprio figlio», ha proseguito.

«Si tratta di una legge ragionevole», sostiene il genitore, «proibisce di insegnare ai bambini dai 5 ai 9 anni questioni riguardanti “l’orientamento sessuale o l’identità gender“. Questo divieto tra l’altro vale solo per i più piccoli, i miei figli vanno in terza elementare e non voglio che la scuola si occupi di insegnare loro tematiche sessuali controverse».

Quando un giornalista gli ha chiesto del cosiddetto disegno di legge “Don’t say gay”, lo stesso DeSantis lo ha sfidato ad indicargli dove all’interno del disegno di legge si sarebbe vietato qualcosa del genere.

Dopo la scena muta del reporter, il governatore della Florida lo ha accusato di «aver spacciato false narrazioni», spiegando che questo tipo di disinformazione è esattamente il motivo per cui le persone non si fidano più dei media.

Ovviamente contro DeSantis si è schierato tutto l’establishment progressista, a partire dal presidente Joe Biden seguito a ruota dalle prevedibili banderuole di Hollywood.

Il ddl è nato dopo le vigorose proteste di centinaia di genitori, i cui figli -dai 10 ai 13 anni- venivano indottrinati all’ideologia gender, all’uso dei bagni no-gender, all’inesistenza del sesso biologico e alla predominanza dell’autoidentificazione di genere. Il tutto incoraggiando gli studenti a nascondere ai genitori questa particolare didattica.

 

In Italia plauso de La Stampa alla legge no gender

Anche in Italia è arrivata l’onda della disinformazione contro il disegno di legge, ripresa all’unisono dalle principali fonti d’informazione.

Sorprendentemente però, su La Stampa la femminista arcobaleno Caterina Soffici si è dimostrata più che favorevole.

Dopo aver anche lei creduto che la legge avrebbe impedito di “dire gay” (poi ci si chiede perché nessuno compra più i quotidiani), la Soffici ha riflettuto un attimo, scrivendo:

«La deprecabile legge “Don’t say gay” pone anche questioni che sono, a parer mio, condivisibili, per lo meno nella parte in cui vieta il dibattito sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale nelle scuole elementari e permette di far causa ai presidi che violano le norme. Questa non pare né censura, né discriminazione ma piuttosto buon senso. Che si parli ai bambini di identità sessuale pare perlomeno prematuro».

 

Un’altra buona notizia è che pochi giorni fa il Senato dello stato della Georgia ha presentato un disegno di legge sul modello della Florida, garantendo più diritti dei genitori nell’istruzione dei loro figli e proteggendo questi ultimi dalla propaganda gender.

La redazione

4 commenti a La Florida espelle il gender dalle scuole: firmata la legge

  • Il Frojho ha detto:

    dite che «Non impedisce a nessuno di dire “gay”

    ma prima avete scritto:

    Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha firmato ieri pomeriggio un disegno di legge che vieta le discussioni sulla controversa “identità di genere”

    quindi confermate che è stata vietata la discussione , ma poi l’identità di genere è una realta , che significa controversa!?

    I genitori che ne sanno di educazione sessuale? Se veramente vogliono essere attenti alla corretta crescita dei loro figli devono attenersi all’informazione medico-scientifica, non a quello che gli passa per la testa.

    Sono forse genitori indottrinati dalla religione?

    • Panthom ha detto:

      Vietare di educare i bambini dell’identità di genere non significa negare alle persone omosessuali di affermare pubblicamente che sono gay.

      Ma davvero vuoi abbassarti a questo ridicolo gioco confondendo appositamente il significato dei termini?

      L’identità di genere non esiste, pochi giorni fa uno psicologo evoluzionista su questo sito lo ha chiaramente spiegato dando un resoconto aggiornato della letteratura scientifica in merito:
      https://www.uccronline.it/2022/03/18/il-sesso-e-binario-psicologo-evoluzionista-smonta-i-gender-studies/

      Cerca di studiare e rispetta il diritto dei genitori di educare i figli come credono (scommetto che non sei genitore, vero?).

    • Jack ha detto:

      E’ il progresso, caro Frojho.
      E’ finita la pacchia dell’indottrinamento arcobaleno.
      Mettetevi l’anima in pace 🙂

      Ovviamente scherzo, sono scioccamente provocatorio perché tu/voi lo avreste seriamente scritto a parti inverse.

      Lunga vita al governatore DeSantis! La Casa Bianca è lì che lo aspetta!

    • Katy ha detto:

      Ma ce la fate a scrivere un semplice: “non sono d’accordo per questo e per questo”? Così da confrontarsi pacificamente su posizioni diverse. Siete sempre in odio e in guerra, meno male che siete quelli inclusivi e tolleranti.