I vangeli sono quattro fonti indipendenti?
- Ultimissime
- 23 Mar 2022
Gli evangelisti si sono copiati l’un l’altro? I vangeli sono fonti indipendenti oppure abbiamo soltanto un’unica fonte (il vangelo di Marco) sulla vita di Gesù? La risposta non può non considerare le fonti pre-evangeliche, dalle quali ogni evangelista attinse in maniera indipendente. Ecco cosa dicono gli studiosi.
In passato abbiamo tradotto in italiano un articolo del biblista americano Michael R. Licona nel quale vengono spiegati i criteri usati dagli storici per valutare l’attendibilità dei brani evangelici (e di qualunque altro testo dell’antichità).
Uno di questi criteri è la “molteplice attestazione”.
Se un brano viene riportato da più fonti indipendenti tra loro, infatti, vi sono maggiori probabilità (all’unisono con altri criteri di valutazione) di ritenerlo storicamente accurato.
E allora, che dire dei quattro Vangeli?
Un’obiezione comune è che i vangeli non siano fonti indipendenti, ma i loro autori -gli evangelisti Luca, Matteo e Giovanni- avrebbero copiato dal testo più antico, quello di Marco.
Al massimo, viene detto, vi sarebbe una fonte sola, cronologicamente la prima. Quella di Marco, per l’appunto.
William Lane Craig, docente di Filosofia presso la Talbot School of Theology (Biola University) e la Houston Baptist University, ha recentemente fornito una valida risposta sui vangeli come fonti indipendenti tra loro. Prenderemo spunto da essa.
Vangeli sono indipendenti? Le fonti pre-evangeliche.
Certamente vi è una sovrapposizione tra i quattro vangeli, non solo raccontano spesso lo stesso episodio ma utilizzano uguali parole.
Il punto non è che si siano copiati ma che ognuno degli evangelisti si è servito di una fonte precedente, a volte condivisa con un altro evangelista ed altre volte utilizzata in esclusiva.
Matteo e Luca hanno attinto da una fonte comune che gli storici hanno chiamato “Q”, contenente quasi esclusivamente detti di Gesù. Matteo, ha utilizzato in esclusiva anche la fonte “M”, mentre Luca ha attinto da una terza fonte, chiamata “L” (almeno per una cinquantina di pericopi).
Numerosi storici hanno fatto notare che nella fonte “L” non è presente la distruzione del Tempio di Gerusalemme per cui si ipotizza che la sua datazione sia antecedente al 70 d.C.
Anche Giovanni presenta brani inediti rispetto agli altri, ed è accertato che anche lui abbia utilizzato una fonte propria. Potrebbe essere il cosiddetto “vangelo dei segni“, ma il dibattito è più che mai aperto.
Infine, non è affatto certo comunque che ogni evangelista conoscesse l’opera dei precedenti: «E’ una tesi che crea più problemi di quanti ne risolva», ha commentato l’eminente biblista americano J.P. Meier1J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol. 2, Queriniana 2003, p. 276.
L’indipendenza dei vangeli e qualche esempio.
A breve pubblicheremo un dossier sulle prove storiche della resurrezione, per il momento vediamo come le fonti pre-evangeliche emergono nei brani sulla sepoltura di Gesù e sul ritrovamento della tomba vuota.
Il vangelo di Marco descrive gli ultimi giorni di Gesù attraverso una chiara successione cronologica: arresto, processo, condanna a morte, crocifissione, sepolcro vuoto e resurrezione, concludendo con il ritrovamento del sepolcro vuoto da parte di alcune donne che partecipavano alla cerchia dei discepoli.
Gli storici sanno che, al contrario, il resto del suo vangelo raramente segue un ordine cronologico e l’autore presenta dei brani non collegati tra loro, uniti come perline su una corda. Eppure, quando si tratta dell’ultima settimana di Gesù l’approccio di Marco cambia, improvvisamente.
Per questo si ritiene che Marco abbia attinto ad una storia della Passione a lui precedente, presente in una fonte estremamente antica in quanto il suo vangelo è datato, al più tardi, al 70 d.C. (soltanto 40 anni dopo i fatti raccontati).
Su questo consigliamo l’autorevole e citatissimo studio di Joel Marcus, docente di Nuovo Testamento e Cristianesimo delle origini alla Duke Divinity School.
Se invece consideriamo il vangelo di Matteo,, nel brano relativo al sepolcro vuoto viene inclusa la storia della guardia appostata sulla tomba di Gesù, episodio non raccontato da Marco.
Si tratta di una creazione di Matteo? No, affatto. Gli studiosi osservano che il brano è intriso di un vocabolario estraneo al solito modo di raccontare dell’autore, il che indica che l’autore sta attingendo ad una tradizione a lui precedente. Probabilmente proprio la cosiddetta Fonte “M”.
Se passiamo al brano di Luca, relativo alla tomba vuota, si legge della visita di Pietro e di un altro discepolo al sepolcro per verificare quanto riportato loro dalle donne. Un episodio assente sia in Marco che in Matteo, menzionato invece da Giovanni.
Per quanto riguarda il vangelo di Giovanni, anch’esso è considerato indipendente dai tre sinottici e vi è consenso sul fatto che abbia utilizzato una narrazione della Passione di Gesù risalente ad una tradizione più antica di tutti.
Tra i primi a sostenerlo vi fu P. Gardner Smith nel 1938, posizione poi elaborata nel dettaglio da C.H. Dodd ed accettata da Raymond Brown, Rudolf Schnackenburg ed Ernst Haenchen. «Oggi è probabilmente l’opinione dominante», ha commentato J.P. Meier2J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol. 1, Queriniana 2008, p. 50.
B.D. Ehrman, autorevole studioso di Nuovo Testamento presso l’Università del North Carolina, ha aggiunto:
«Alcune delle fonti precedenti al vangelo di Giovanni provengono dai primi anni del movimento cristiano, come si deduce dal fatto che tradiscono le loro radici negli ambienti palestinesi di lingua aramaica. Questo le colloca nei primi giorni del movimenti, alcuni decenni prima della stesura del vangelo di Marco»3B.D. Ehrman, Did Jesus Exist?, HarperCollins Publishers 2012, p. 265.
Oltre a confermare che i vangeli sono quattro fonti indipendenti, le differenze tra loro (a volte vere contraddizioni!), seppur su dettagli secondari e non sulla trama generale, smentiscono anche che si tratti di una storia inventata.
«Un inganno calcolato», ha scritto infatti il celebre E.P. Sanders, celebre docente di Nuovo Testamento alla Duke University, «avrebbe dovuto produrre una grande unanimità»4E.P. Sanders, The Historical Figure of Jesus, Penguin Books, 1993, p. 279-280.
Le lettere di Paolo anticipano il contenuto dei vangeli.
Infine, vanno considerate le lettere paoline.
In 1 Corinzi 15, 3-5, San Paolo cita un’antica formula cristiana che riassume punto per punto i principali eventi dell’ultima parte della vita di Gesù.
Tale formula pre-paolina, come abbiamo mostrato in maniera approfondita nel 2018, è stata datata da numerosi ed autorevoli studiosi a massimo tre anni dopo la crocifissione di Gesù.
In questa formula ci si riferisce chiaramente alla sepoltura e alla resurrezione dai morti di Gesù, eventi che nessun ebreo del I° secolo avrebbe potuto capire se il corpo di Gesù non giaceva più nella tomba.
Quindi Paolo conferma ed anticipa, in maniera indipendente il contenuto dei Vangeli.
Eccoci dunque alla conclusione di questo rapido excursus.
Lasciamo la parola al filosofo William Lane Craig:
«Gli storici solitamente sono appagati quando possono contare su due fonti indipendenti per lo stesso evento. Se fosse ciò che avessimo per gli eventi della Passione di Gesù, ciò sarebbe sufficiente per convincere la maggior parte degli studiosi della loro autenticità. Ma, in realtà, possiamo contare su almeno sei fonti indipendenti».
Ed esse sono, riassumendo: la fonte pre-paolina, la fonte pre-giovannea, la fonte L, la fonte M e l’antica fonte pre-marciana (oltre agli Atti degli Apostoli).
La redazione
6 commenti a I vangeli sono quattro fonti indipendenti?
Articolo ineccepibile. Adriano Virgili ha tratto queste conclusioni.
Articolo molto interessante. Grazie
I vangeli sono autentici e lo dimostrano le recenti scoperte archeologiche che ne confermano la storia che raccontano. Vorrei inoltre che la redazione possa fare un articolo sui recenti miracoli eucaristici di Buenos Aires, Tixtla, Legnica e Sokolka che sono ufficialmente stati riconosciuti veri dalla scienza esaminati dal prof Franco Serafini di cui consiglio leggere il libro Un cardiologo visita Gesù
Carlo ho risposto su questo anche a Carmine in un altro thread…attenzione a dire “sono stati confermati veri dalla scienza”.
Non è una frase corretta, la “scienza” in sé non esiste, non è un soggetto autonomo e gli scienziati non sono d’accordo praticamente su nulla (a parte ovviamente i macro argomenti come l’evoluzione biologica, l’espansione dell’universo, il Big Bang, il sistema copernicano ecc.). Sul resto al massimo si può dire che qualcosa è ritenuto accertato da una parte della comunità scientifica.
Sui miracoli che citi…il fatto che siano “confermati” da qualche studioso (la scienza non conferma i miracoli, la scienza si ferma prima e al massimo afferma che quel fenomeno non è spiegabile scientificamente) non equivale a dire che “sono stati confermati dalla scienza”.
Se ricordo bene del miracolo eucaristici di Buenos Aires qualcosa avevo letto su Uccr di recente, prova a cercarlo o chiedilo alla redazione perché un articolo dovrebbero averlo già scritto.
Del miracolo eucaristico di Buenos Aires e di Lanciano li conosco ma quelli che ti dicevo erano quelli di Tixtla in Messico nel 2006 e i due casi polacchi di Sokolka e Legnica del 2008 e 2013. Questi casi in particolare è stato studiato con le migliori tecniche di studio nelle università da imminenti forensi che effettivamente l’ostia consacrata era diventata tessuto muscolare cardiaco di una persona sofferente che ha delle somiglianze con Lanciano e di Buenos Aires. In tutti i miracoli eucaristici c’è la forte componente del gruppo sanguigno AB. I gruppi sanguigni sono stati scoperti solo di recente agli inizi del 1900 e il gruppo sanguigno AB è il più raro di sempre. Ora mi domando se il miracolo eucaristico di Lanciano e la Sindone sono falsi come ha fatto un falsario del medioevo ha mettere il gruppo sanguigno AB che all’epoca non era ancora stato scoperto nella Sindone e al miracolo di Lanciano?
Sei serio?