Centinaia di ucraini salvati dai sacerdoti italiani

Gara di solidarietà tra le parrocchie italiane, una bella testimonianza della “Chiesa in uscita” proposta da Papa Francesco. Ecco alcuni dei tanti preti-eroi raccontati dai media in questi giorni.

 
 
 

Recentemente abbiamo documentato il soccorso umanitario messo in campo dalla Chiesa a favore del popolo ucraino fin dalle prime ore della guerra.

Un aiuto di eguale portata è quello che la comunità cattolica sta dando nell’accoglienza dei profughi ucraini in Italia.

Citiamo solo alcune delle vicende arrivate sui media, tralasciando le innumerevoli iniziative messe in campo dalle diocesi italiane che ognuno può personalmente cercare sul web.

 

Don Gino coinvolge la comunità: 46 profughi salvi!

Degna di nota è ad esempio l’iniziativa di don Gino Samarelli, parroco di Molfetta (Puglia), il quale, grazie alle donazioni ed alla disponibilità dei suoi parrocchiani, è partito con un pullman pieno di cibo e medicinali alla volta dell’Ucraina, unendosi ad altri sacerdoti già presenti nel paese. Il 12 marzo è rientrato in Italia mettendo in salvo 46 profughi.

Il tutto è stato possibile anche grazie al vescovo ed al sindaco, attivatisi «tramite la Caritas diocesana e l’associazione Ser del Pronto intervento sociale» per sostenere l’iniziativa, all’insegna della sana collaborazione tra Chiesa e autorità secolari di cui parla il Concilio Vaticano II (Gaudium et spes, 76).

Nel viaggio, Don Gino è stato accompagnato da autisti, un meccanico, un medico ed un infermiere, questi ultimi messi a disposizione dal servizio socio-sanitario del Comune. Insomma, all’iniziativa di un parroco è seguita la risposta corale di un’intera comunità!

 

Don Giuseppe, ribattezzato il “tassista di Dio”.

Un caso analogo è quello di don Giuseppe Tedesco che, da Busto Arsizio (Lombardia) si è recato alla frontiera ucraino-polacca «per portare in salvo dieci profughi ucraini, tra cui otto bambini e ragazzi dai 9 ai 15 anni e una giovane madre con la figlioletta nata lo scorso 9 febbraio».

Questa impresa è valsa a don Giuseppe l’appellativo di “tassista di Dio” e “prete-ero”, ma lui commenta: «Non penso di aver fatto nulla di eccezionale. Come avrei potuto lasciarli là?».

 

A Roma i parrocchiani cedono le camere a famiglie ucraine.

Un terzo caso esemplare è quello degli ucraini ospitati dai parrocchiani di San Bonaventura a Torre Spaccata (Roma), i quali, «hanno messo a disposizione le loro case, qualcuno ha persino ceduto la propria camera alle profughe per dormire in salotto» come riferisce don Stefano Cascio. Su indicazione della Diocesi, il sacerdote sta eseguendo una mappatura delle disponibilità.

Toccante è poi la storia della dodicenne Karina e di sua madre Natalia, ospitate da don Andrea Lonardo, parroco di San Tommaso Moro.

La giovane amava suonare l’ukulele, che però ha dovuto lasciare in patria, da cui è fuggita in fretta e furia portando con sé solo lo stretto indisponibile, se non addirittura meno. I parrocchiani le hanno comprato un nuovo strumento, mentre dal primo giorno i ragazzi dell’oratorio portano la merenda a madre e figlia.

 

 

Sulle ragioni che hanno ispirato tutti questi slanci di carità, sono eloquenti le parole di don Gino Samarelli: «Ai perché legati al cuore non ci sono risposte. Ci sono cose che si fanno col cuore e basta. Ed è stato bellissimo vedere la grande solidarietà dei cittadini che non hanno fatto mancare un aiuto economico e ogni altro sostegno».

Papa Francesco aveva parlato della sua visione della Chiesa «come un ospedale da campo dopo una battaglia» e della necessità di una Chiesa “in uscita”, fin verso le periferie umane.

Non si può non ringraziare tutti questi sacerdoti e questo laicato dal cuore grande, in questi giorni stanno vivendo e testimoniando queste parole agli occhi del mondo.

 
 

Aggiornamento
Gli amici di InfoCatolica ci segnalano che dall’inizio della guerra, tra tutte le 150 congregazioni religiose operanti in Polonia e Ucraina, sono state già aiutate circa 18.000 persone.

 

 

Marco Visalli

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3 commenti a Centinaia di ucraini salvati dai sacerdoti italiani

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  1. j.b. ha detto

    Grazie! Bellissimo!

  2. Rick ha detto

    Davvero tante grazie, in questo momento così buio per l’umanità

  3. Carlo Alberto Galanti ha detto

    Viva i sacerdoti italiani coraggiosi e sempre pronti ad aiutare i bisognosi.

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