Giuliano Guzzo sfata gli stereotipi anticattolici
- Ultimissime
- 01 Mar 2022
La nostra recensione di “Grazie a Dio” (Lindau 2022), del giovane sociologo Giuliano Guzzo. Un prezioso e ben documentato manuale per difendere la verità cattolica da leggende e miti, contribuendo a trasformare la fede da “liquida” a “forte”. Da leggere e consultare costantemente.
Prima di iniziare a leggere un saggio bisognerebbe recarsi alla fine per verificarne la bibliografia. E’ il primo criterio di credibilità.
Ebbene, Grazie a Dio (Lindau 2022) vanta ben 83 pagine di citazioni (di alto livello). Test superato.
L’autore è Giuliano Guzzo, 38 anni, sociologo formatosi tra i banchi della laicissima facoltà dell’Università di Trento e per molto tempo collaboratore anche di UCCR.
E’ il suo primo lavoro “importante” in ambito sociologico e lo stile ricalca indubbiamente quello del grande maestro (non cattolico) Rodney Stark, eminente sociologo delle religioni della Baylor University (non a caso pubblicato dalla stessa casa editrice che ha tradotto i best-seller di Stark in italiano).
Giuliano Guzzo e il pregiudizio delle scienze sociali.
L’esigenza di un libro del genere è dichiarata dallo stesso Guzzo quando osserva che esiste «una notevole, quasi unilaterale politicizzazione delle scienze sociali» e «fra gli stessi sociologi della religione, il pregiudizio antireligioso abbonda».
E’ pur vero che «da tempo, più sociologi hanno iniziato ad assumere un atteggiamento meno ostile verso la fede», seppur i loro lavori «sono poco conosciuti fuori della cerchia accademica».
L’obbiettivo è chiaro, portare anche in Italia «un’indagine che andasse, pur sospinta da solide evidenze, a contraddire molti stereotipi sulla religione sposati da mostri sacri della sociologia, un testo che spesso e volentieri mette sotto esame il cristianesimo e gli effetti che comporta la fede in esso».
Nel dipanarsi dei capitoli vengono così sfatate menzogne e leggende nere che gravano proprio sulla Chiesa cattolica, oltre che sulla religione in generale.
Giuliano Guzzo e la secolarizzazione: una tesi da abbandonare?
Si inizia con il tema della secolarizzazione, ben evidente in Europa (oltre a Canada e Australia) anche se decisamente modesta rispetto agli annunci della morte del cristianesimo promossi dai grandi media negli anni ’60 (anzi, il credo religioso continua ancora ad essere protagonista in molti casi).
Diventa però una tesi falsa se si allarga lo sguardo al mondo in generale che appare, scrive Guzzo, all’«opposto di com’era stato immaginato decenni fa: più religioso che mai», ed anche «i cattolici danno prova di una buona tenuta».
Dati, statistiche e numeri aggiornati non mancano nel libro.
D’altra parte, scrive Giuliano Guzzo citando l’Università di Yale, «il dibattito sulla secolarizzazione è stato condizionato da quanti “desiderano che la religione scompaia definitivamente”».
Senza contare che gran parte dei “non religiosi” (nones) di cui si occupano gli studi non sono affatto atei, ma vanno considerati «a metà tra il sacro e il secolare. Per lo più, sono giovani che ne hanno sentite troppe sulle grandi religioni per dichiararsene legati. Di certo non si tratta di non credenti; anche perché, esaminando modelli generazionali si è visto che molti sono poi tornati a frequentare la chiesa».
Una sottocategoria del tema della secolarizzazione è il presunto legame tra essa e l’avanzare del progresso.
Anche in questo caso Giuliano Guzzo dimostra egregiamente che, al contrario, «non sussiste alcun legame tra il progresso di una nazione o di una comunità, economico o scientifico che sia, e il suo laicizzarsi. Oltre al fatto che i dati testimoniano importanti conversioni alla fede da parte di scettici ed atei, risulta falso che il cristianesimo sarà superato dall’islam. Anche nel 2015, infatti, resterà la religione più diffusa al mondo.
Cristianesimo, civiltà e scienza.
Nel terzo capitolo il sociologo Giuliano Guzzo esplora tutte le ragioni per cui «il cristianesimo è stato così determinante nella nascita e nello sviluppo della civiltà occidentale, la più evoluta sotto il profilo tecnologico e non solo».
Nel quarto, invece, si parla del perché «il conflitto tra la scienza e la religione, in particolare cristiana, sia senz’altro buono per certa pubblicistica ma non rispondente alla realtà storica».
Trovano quindi spazio tutte le conquiste scientifiche nate in ambito cristiano, i cui principali protagonisti confessarono tutti grande devozione, così come viene trattato storicamente il conflitto tra la Chiesa e Galileo e l’accoglienza della teoria di Darwin, fino al riavvicinamento di scienza e fede nell’età moderna e contemporanea dopo un lungo periodo di scientismo ideologico.
Non manca da parte di Guzzo l’abbattimento del mito weberiano secondo il quale l’economia moderna sarebbe nata in seguito alla Riforma.
Molto interessante il capitolo dedicato alle guerre di religione, nel quale sempre appoggiandosi a celebri studiosi, si conclude che «meno del 7% delle guerre» nella storia dell’umanità «sono classificabili come “di religione”; percentuale che, se si escludono i conflitti intrapresi dal mondo islamico, scende ad appena il 3%».
La frequenza religiosa e la salute della famiglia.
Dopo essersi occupato dei principali motivi per cui molti giovani abbandonano e rimangono distanti dalla Chiesa, Giuliano Guzzo consulta le principali ricerche sociologiche (in Italia ottime le indagini di Franco Garelli, per il quale «la “narrazione” della secolarizzazione risulterebbe più cupa del fenomeno stesso») ed evince che solo il 3,5% dei ragazzi sarebbe pienamente “non credente”.
Il sociologo passa quindi ad analizzare la salute della famiglia e del matrimonio, valutandone gli aspetti maggiormente benefici per tutta la società. Lo stesso benessere psico-fisico ed alti tassi di felicità emergono anche in coloro che frequentano maggiormente i servizi liturgici.
Conclusione sul nuovo libro di Giuliano Guzzo
In conclusione, Grazie a Dio è un prezioso manuale, ricco di informazioni e corrette interpretazioni su moltissime tematiche trattate costantemente anche dal nostro sito web.
Può senz’altro contribuire a trasformare la “fede liquida” in una “fede forte”, esortando ad «abbandonare ogni sudditanza culturale» verso «l’agenda politica secolare progressista».
Così, conclude Giuliano Guzzo, si può incoraggiare «in primo luogo il clero, e i credenti, rispetto al fatto che non hanno nulla da temere in un Occidente di cui sono la componente altruista, empatica, progredita, fiduciosa e vitale».
La redazione
15 commenti a Giuliano Guzzo sfata gli stereotipi anticattolici
Giuliano Guzzo che abbatte Max Weber, oh yeah 😀
Mmm no, non è Guzzo contro Weber, ma Guzzo citerà immagino gli innumerevoli studiosi che da quarant’anni ha confutato le tesi di Weber.
Ad esempio mi viene in mente Fernand Braudel, uno dei massimi storici del XX secolo…leggi “La dinamica del capitalismo”.
Mwro che abbatte Fernand Braudel, oh yeah 😀
Per come scrivi Guzzo sembra aver saccheggiato gli studi degli altri, non è carino 😀
Capisco che per chi non ha mai aperto un libro possa sembrare un “saccheggio” ma è prassi abituale nel mondo accademico citare i lavori altrui, soprattutto se si tratta di un giovane sociologo rispetto ad un mostro sacro come Braudel.
Dai che anche a sto giro riuscirai a farla fuori dal vaso 😀
Eh se Guzzo facesse parte del mondo accademico sì, nel mondo non accademico un libro con 83 pagine di citazioni è un Bignami degli studi altrui 😀
Lo state massacrando poverino 🙁
E’ un peccato che tu sia così superficiale, si potrebbero fare tante discussioni interessante e invece ti fissi sempre su piccolezze che ti fanno rendere ridicolo.
Ho perso due minuti del mio tempo prezioso per verificare la bibliografia citata da Fernand Braudel e arriva a 71 pagine, solo 12 in meno di Guzzo. Quindi ora accusi Braudel di copiare i suoi colleghi (ma un po meno di Guzzo)? Vediamo fino a quando la tua dignità vuol farti spingere. 🙂
Braudel è un accademico, o meglio era, non è un “collega” di Guzzo 😀
Il quale forse non sarà contento se scrivi che il libro non è farina del suo sacco ma un insieme di citazioni di innumerevoli studiosi 🙁
Ciò che li rende colleghi credo sia il fatto che siano entrambi sociologi, ovviamente con le dovute differenze. Tu non sei manco quello, pensa come sei messo 🙂
Se avessi minime nozioni del mondo accademico sapresti che è un vanto poter sfoggiare un’ampia bibliografia e solo un idiota riterrebbe che ciò equivale a non essere “farina del suo sacco” (mi pare che lo stesso articolo elogi Guzzo per la bibliografia a cui ha attinto).
Anche oggi un buco nell’acqua, insomma 😀
Lo stai proprio distruggendo al povero Guzzo, ora lo stai tacciando di vantarsi dello sfoggio bibliografico 🙁
Giuliano ti difendo io dai tuoi invidiosi detrattori 😀
Va bene, la butti in caciara come al solito pensando di fare il simpatico o innervosire qualcuno 😀
Sei abbastanza intelligente per capire da solo cosa stai dimostrando, vero?
P.S. Caro Jack, sarebbe anche una cosa carina che tu smettessi d’insultare gli interlocutori 😀
Non ti ho mai insultato, nemmeno quando hai sostenuto che gli abusi sessuali all’età di 12 anni non sono pedofilia solo perché di questo è stato condannato il finanziatore Lgbt Terry Bean (e il fidanzato).
Ognuno difende le sue assurdità, spero solo che continuando a risponderti io non diventi complici delle tue evidenti difficoltà. 😀
Se non ritieni “amico dei pedofili” un insulto hai una soglia piuttosto alta di ciò che voglia dire questa parola 😀
Un filino più grave è quando dai del pedofilo non a un nick ma a una persona in carne ed ossa, assolta da ogni accusa peraltro 🙁
Mai detto che sei amico dei pedofili, semplicemente che li difendi quando ti fa comodo (vedi il lgbt Terry Bean) 🙂
Non mi pare che il fidanzato di Bean sia stato assolto, anzi è stato condannato nonostante tu eviti di ricordarlo (ma siamo fuori tema).
Perché lasciar invece credere che la Chiesa favorisca la pedofilia è un comportamento migliore? Cmq è sempre il problema della doppia morale che spesso colpisce chi critica la Chiesa…