«Gli atleti trans sempre avvantaggiati», parlano i medici
- Ultimissime
- 26 Feb 2022
Gli atleti trans negli sport femminili. Il caso Lia Thomas, nuotatore che sta battendo ogni record da quando ha iniziato a sfidare le donne. Il medico sportivo (trans), Joanna Harper, ammette a sorpresa che il vantaggio permane indipendentemente dalle terapie ormonali a cui si sottopongono per somigliare alle donne.
La partecipazione degli atleti tans agli sport femminili è al centro dell’attenzione dei media internazionali.
Tutto nasce dal primo transgender alle Olimpiadi Laurel Hubbard ma, soprattutto, dai record infranti di Will Thomas (in arte Lia Thomas), nuotatore transgender dell’Università di Pennsylvania.
Lia Thomas, atleti trans e la rabbia delle femministe
«Will Thomas ha trovato il modo di battere ogni record», si legge su RadFem Italia, portale delle femministe italiane.
«Chiamarsi Lia e sbaragliare le avversarie, passando dal 462° posto nello stile libero maschile al primo in quello femminile. Un’ingiustizia grottesca al centro di un furioso dibattito».
Dopo aver gareggiato per tre anni nella squadra maschile con scarsi risultati, infatti, Lia Thomas ha iniziato a gareggiare contro le donne stabilendo ben tre record: 200, 500 e 1.650 yard.
A seguito di questi casi, la lega mondiale di Rugby si è subito espressa contro la partecipazione dei trans al rugby femminile ed un certo numero di Stati americani ha introdotto leggi per vietare loro di danneggiare lo sport.
Gli ultimi ad essersi mossi sono stati l’Indiana, tramite un ddl che sta per essere approvato anche al Senato ed il South Dakota, la cui governatrice Kristi L. Noem ha firmato il divieto all’inizio di febbraio.
Gli Atleti trans e il mondo scientifico e sportivo.
Il Macdonald-Laurier Institute ha pubblicato un report sugli atleti trans, firmato dalla biologa evoluzionista Emma Hilton, della Manchester University.
Ecco la conclusione dello studio scientifico:
«Anche con trattamenti, terapie e interventi chirurgici moderni, gli esseri umani non possono cambiare tutte le immutabili caratteristiche fisiche riconducibili al sesso biologico. La categorizzazione dello sport in competizioni maschili e femminili è giustificata dall’ampia e profonda evidenza fisiologica sui vantaggi che i maschi detengono, e che non vengono eliminati dal trattamento ormonale o da tecnologie mediche. Non c’è nessun intervento medico né alcun argomento filosofico che possa rendere giusto per le donne trans competere negli sport femminili».
Oltre al mondo femminista ed a quello scientifico, la partecipazione dei maschi trans negli sport femminili (i casi contrari sono rarissimi) è stata attaccata da media specialisti e generalisti, da Swimming World Magazine (che ha parlato di “effetto doping” e della necessità di proteggere lo sport femminile).
Il New York Post ha invece prodotto titoli del genere: Le atlete trans stanno ingiustamente distruggendo gli sport femminili, è ora di svegliarsi da questa follia! (26 gennaio 2022), ma anche: La disuguaglianza creata dalla nuotatrice transgender Lia Thomas è l’antitesi del fair play (24 dicembre 2021).
Il nuotatore Lia Thomas ha ricevuto l’approvazione dell’Università della Pennsylvania e del NCAA, il circuito universitario USA, secondo i quali gli uomini che hanno iniziato da un anno la riduzione del livello di testosterone e si auto-dichiarano donne possono gareggiare negli sport femminili.
La decisione ha portato alle dimissioni un’importante membro della Federazione Nuoto USA, Cynthia Millen, la quale ha dichiarato che «nello sport, i corpi sono in gara contro i corpi, non le identità contro le identità. Lia Thomas sta distruggendo il nuoto femminile».
Anche la condivisione dello spogliatoio con Lia Thomas è diventata un punto controverso per alcune sue compagne di squadra, a disagio nel cambiarsi davanti ad un uomo.
Ma le proteste non hanno vinto il politicamente corretto: «Più nuotatrici hanno sollevato il problema, più volte», ha raccontata un’atleta al DailyMail.
«E’ decisamente imbarazzante perché Lia ha ancora parti del corpo maschili ed è ancora attratta dalle donne. Ma in pratica ci è stato detto che dobbiamo girarci e accettarlo, oppure non possiamo usare il nostro spogliatoio». Solo due o tre atlete supportano Thomas, la maggior parte ha paura di parlare e la scuola vieta agli studenti di parlare con i media.
Il medico: «Trans avvantaggiati anche dopo operazione».
Su casi del genere, sempre più frequenti, è intervenuto anche il medico sportivo, Joanna Harper, lui stesso transessuale, consulente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
Harper ha riconosciuto con onestà che «non c’è assolutamente alcun dubbio nella mia mente sul fatto che le donne trans manterranno vantaggi di forza rispetto alle donne cis, anche dopo la terapia ormonale», dove per “donne cis” intende cisgender (secondo la teoria gender questo termine identifica le persone nate biologicamente donne).
«Non è solo forza, ci sono anche gli sport di elevazione», ha proseguito il medico sportivo. «Le donne trans perderanno forza con la transizione farmacologica ma non perderanno affatto in elevazione. Negli sport come il basket e la pallavolo quel vantaggio non sarà mitigato: mentre il vantaggio di forza verrà mitigato quello in elevazione non verrà cancellato».
Per quanto riguarda le donne trans, invece, Harper ha affermato: «Sono incline a pensare che abbiano meno probabilità di avere successo negli sport maschili rispetto ai trans negli sport femminili».
I vantaggi sono stati evidenziati anche per quanto riguarda la velocità. Uno studio recente sul British Journal of Sports Medicine, dopo aver esaminato il personale militare statunitense, ha concluso che le donne trans che avevano intrapreso la terapia di transizione da oltre 2 anni correvano ancora il 12% più velocemente delle donne. Quelle vere.
31 commenti a «Gli atleti trans sempre avvantaggiati», parlano i medici
In effetti la Hubbard alle Olimpiadi il record l’ha battuto, è arrivata ultima con zero kg sollevati e le avversarie mute e sbaragliate 😀
Ci sono anche gli uomini scarsi che non sanno sfruttare il vantaggio genetico. Ma questo non autorizza a rendere le donne in svantaggio fin dal principio, nonostante ti possa far piacere. Si chiama doping!
Ah guarda sono d’accordo, infatti non capisco come UCCR abbia citato “i record battuti dal sollevatore di pesi neozelandese Laurel Hubbard” quando sono record negativi, il miglior endorsement che si possa dare alla causa dei trans nello sport 😀
Perfetto, se sei d’accordo che non bisogna umiliare le donne facendole competere contro i trans di che parliamo?
Cara amica, nel caso di specie ad essere stata umiliata è stata Laurel Hubbard 😀
Anche fosse, e quindi? In che modo contraddice quello che lui stesso sostiene e quanto sta avvenendo negli sport femminili in cui i trans battono ogni record?
Anche tu faresti risultati ridicoli nelle categorie femminili (non hai una mens sana non puoi avere un corpore sano 🙂 ), ma che c’entra?
Silenzio per carità non dire che non esiste un solo record in nessuna disciplina sportiva detenuto da un’atleta trans e che la donna vera Katy Ledecky ha un personale sulle 1650 yard di nuoto di 56 secondi più basso di Lia Thomas, se no UCCR comincia a pensare che di sport è meglio che ne parlino i blog sportivi 😀
Se ne sai così tanto da poter contraddire un medico ne deduco che sia un medico pure tu. Certo, mi dispiace per i tuoi poveri pazienti dato che quello che li dovrebbe curare invece di monitorarli se ne sta 24 ore su 24 ad aspettare che esca un nuovo articolo su un sito che odia solo per poter commentare con provocazioni e sentirsi importante.
Esattamente. Mwro è qui per sentirsi popolare sul sito prendendo in giro i lettori credenti. Quindi consiglio a tutti di ignorarlo, perché magari se ne andrà. Ma se fa obiezioni buone e vere come l’anticlericale Massimo Lupi nell’articolo sulla fossa comune in Canada, gli rispondo.
Giusto, qualcuno più bravo di me proporrà obiezioni più buone e più vere rispetto al fatto che la più forte atleta trans di sempre è arrivata al massimo al 20° posto nella classifica WTA di tennis 😀
Ma lascialo commentare tranquillamente Carlo, è così simpatico!
Non ne becca una neanche se lo pagassi in bitcoin! 😀
Ssst non far presente che la Harper oltre ad aver citato i vantaggi che avrebbero le atlete trans ha citato anche gli svantaggi se no si inizia a credere che lo sport preferito di UCCR sia raccogliere ciliegie 😀
Immagino proprio quali svantaggi possa avere un maschio genetico che sfida le donne. E comunque sono atleti trans, amputarsi chirurgicamente non fa di un uomo una donna. Inizia a rispettare le donne per favore! 😉
Bravo! L’articolista che ha tradotto swimmer con nuotatrice dovrebbe vergognarsi 😀
Si, bravo! L’articolista ha tradotto il significato esatto che l’articolo che ha citato voleva trasmettere (basta leggere il contenuto).
Quindi tu sei solo una donna che non si è ancora amputata, giusto? 😀
Hey UCCR è apprezzabile il vostro sforzo di usare il deadnaming però ve ne è sfuggito uno nell’articolo, correggete 😀
Hey Mwro, è ora di svegliarti! Ancora una volta UCCR sta citando il titolo di un articolo altrui, non sono parole loro.
Apprezzo il tuo feticismo nello studiare ogni dettaglio di questo sito ma se non trovi errori non c’è bisogno di inventarseli e le faccine che metti non riescono a mascherare la tua frustrazione per questo 🙂
Un po’ di rispetto per l’articolista poffarbacco, si è tanto impegnato a non lasciarsi sfuggire nemmeno un deadnaming, il lapsus calami rivelatore dell’inconscio gli è scappato solo in sede di traduzione 😀
Ah eccoti scoperto….usare “deadnaming” significa rifarsi a neologismi nati a tavolino dalla lobby Lgbt…ora capisco il tuo interesse per trans, omo e difesa del pedofilo Terry Bean (più fidanzato condannato).
Ovviamente a tavolino avete inventato nuove parole ed anche la follia del sesso separato dal genere…ma poi vincete un Nobel per la creatività a fine secolo? 😀
Se si vuole usare il deadnaming bisogna saperlo usare bene, se no si fa la figura dei poser, un revisore di bozze s’impone 😀
Anche oggi inciampi, caro Mwro. Uccr sta citando letteralmente i titoli dei giornali non sono farsi scritte dal revisore di bozze. Sveglia amico, non ne becchi una 🙂
Zitto per carità non dire che l’articolista ha tradotto le parole inglesi “Athletes” e “Swimmer” che sono neutre con i corrispettivi italiani di genere femminile se no qualcuno sospetta che inconsciamente ha aderito all’identità di genere 😀
No, per carità, non dirmi che l’articolista ha tradotto esattamente il significato dell’articolo che ha citato come si evince dal contenuto 😀
Dai, dai che non ci riesci manco stavolta!
Tu come tradurresti swimmer se lo swimmer è un uomo 😀
A mio sapere Swimmer non ha connotazione sessuale e l’articolo citato parla sempre di Lia Thomas come una donna, corretto dunque lasciare il significato voluto dal giornale.
L’articolo in inglese parla di Lia come un uomo tant’è che è inç$£&%!o come un picchio che possa prendere parte a competizioni femminili 😀
A questo punto mi sa che la traduzione al femminile non sia stata inconscia ma voluta e deliberata 😀
Wow terribile, vero? 😀
Bene, e adesso? Il tuo contributo è stato sottolineare che l’articolista ha usato il femminile traducendo un titolo fatto da altri mentre non lo hai mai tradotto al femminile quando il testo è suo.
Mannaggia ma sei un genio tu! C’è da tremare quando commenti 🙂
Terribile per l’anonimo articolista che tutt’a un tratto s’è reso conto che inconsciamente ha abbracciato l’identità di genere 😀
Impossibile mi sa, sarebbe come abbracciare un fantasma. L’identità di genere non esiste 🙂
Rispetta il tormento interiore dell’estensore dell’articolo, non può nemmeno correggerlo che suonerebbe come un’ammissione di colpa 🙁
Immagino come si starà tormentando per quanto scrivi da due settimane 😀
Secondo me starà invece pensando al feticismo di Mwro di vivere su questo sito sperando di trovare qualche caccolina fuori posto, senza tra l’altro mai trovarla 🙂