Scomparsa del padre, «da 40 anni ne studio i danni»
- Ultimissime
- 17 Gen 2019
Lo psicoanalista francese Jean-Pierre Winter si occupa da anni delle conseguenze nei minori della scomparsa del padre. Il suo nuovo libro si chiama “L’avenir du père”, ed è fortemente contrario alle adozioni omosessuali.
Sei delle sette sparatorie più letali nelle scuole statunitensi tra il 2005 e il 2015 sono state compiute da giovani cresciuti in case in cui il padre non c’era.
Secondo Real Women of Canada, a provenire da nuclei famigliari privi della figura paterna sono l’85% dei giovani in carcere, il 63% dei giovani suicidi, il 71% delle adolescenti incinte e il 90% dei fuggitivi o degli adolescenti senzatetto (The Curse of Fatherlessness).
Un grande esperto di Medio Oriente, Gilles Kepel, ha parlato con numerosi giovani terroristi jihadisti incarcerati, trovando un unico punto in comune: l’assenza del padre.
E’ di questo che si occupa Jean-Pierre Winter, affermato psicoanalista francese, esperto di psicopatologia del bambino e fondatore e attuale presidente del Mouvement du coût freudien.
I danni dovuti alla scomparsa del padre.
Winter intervenne, come tanti suoi colleghi, in occasione del dibattito francese sulla legalizzazione del matrimonio egualitario, opponendosi alla dissociazione della parola “genitori” da quella di “padre” e “madre”. Il suo pensiero è stato ribadito nella sua ultima opera, intitolata L’avenir du père (Il futuro del padre), con il quale ha sottolineato l’importanza insostituibile della figura paterna e le conseguenze della sua progressiva scomparsa. Proponiamo qui alcuni estratti.
«Come specialista nell’infanzia», ha scritto Winter, «ho affrontato per 40 anni il danno causato dalla progressiva scomparsa della figura paterna. Servono alcuni anni per rendersi conto della manifestazione di questi danni, specialmente nell’adolescenza, perché è l’età in cui ritorna tutto ciò che è stato metabolizzato male nella prima infanzia e produce sintomi».
Lo psicoanalista si riferisce ad alcuni studi che indicano come i bambini “senza padre” stanno crescendo bene esattamente come gli altri, «ma questi studi non indicano mai l’età dei bambini studiati», ha avvertito. «In un bambino può sembrare che tutto vada bene fino all’età di 5-6 anni, anche fino a 12-13 anni, ma improvvisamente c’è uno sconvolgimento. Perché? Perché lasciando l’infanzia alle spalle affiorano elementi della loro vita precedente che sono stati repressi, censurati o inibiti. Così, questo bambino “che stava bene” inizia a non andare più bene, anzi va peggio degli altri bambini di età simile».
I problemi del crescere in famiglie omogenitoriali
Come tanti altri suoi colleghi, anche Jean-Pierre Winter ha sottolineato che «non è uguale a zero essere nati da due persone diverse per natura, un uomo e una donna, anche se hanno molto in comune, nascere seguendo una legge della natura che non possiamo respingere, relazionarsi dall’inizio con un corpo e una voce di uomo ed un corpo e una voce di donna. I loro modi di toccarci, di prenderci, di nutrirci, di sorridere non sono la stessa cosa. Fin dall’inizio affronteremo questa differenza di ruoli e di sessi e saremo in grado di gestirla. Ad esempio, sapremo dalle sensazioni del corpo che esiste un altro tipo di relazione, diversa dalla relazione di controllo e dominio, che è la relazione originale con la madre».
Le Famiglie Arcobaleno solitamente replicano che i bambini cresciuti con due donne si relazionano comunque con i nonni, gli amici o gli zii.
Ma «relazionarsi con l’altro sesso in modo occasionale ed esterno», ha replicato lo psicoanalista francese, «non ha affatto gli stessi benefici dell’essere sempre in contatto con le loro differenze. Per gli psicoanalisti, le ripercussioni delle adozioni a persone dello stesso sesso sono misurate in più di una generazione. Vorrei che le conseguenze siano misurate prima di dare loro, per legge, un posto equivalente a quello delle famiglie naturali. Forse sarebbe il momento di ricordare il principio di precauzione».
La scomparsa del padre nell’adozione a due donne.
Una legge che sancisce la legittimità di un’adozione a due donne, «agisce anche direttamente a livello simbolico, non sopprime un essere, ma un luogo».
«Tutti quelli che avrebbero potuto occupare quel luogo sono squalificati in anticipo, resi superflui e, con loro, tutti coloro che hanno occupato questo posto nel passato. In altre parole, il padre è morto prematuramente».
Ed invece, «l’ambivalenza del padre nei confronti del figlio e del figlio nei confronti del padre è fondamentale perché possono capirsi e confrontarsi». Al contrario, il padre diventa “facoltativo”, «estendendo la non necessità del padre all’intera società. Così un bambino insoddisfatto potrebbe dire a suo padre: “Scusa, ma non abbiamo bisogno di te, qui sei solo tollerato”».
La differenza tra sessi, non è un costrutto sociale.
C’è poi un altro problema che sta prendendo progressivamente piede, ovvero la tesi artificiale secondo cui la differenza tra i sessi non sarebbe altro che un costrutto sociale e personale.
C’è un fondo di verità, ha scritto Jean-Pierre Winter, «nelle differenze tra uomini e donne vi sono effettivamente fattori che risalgono a costruzioni storiche, geografiche, ecc. Ma lo stesso si potrebbe dire della morte: in ogni percezione della morte, c’è una parte dell’immaginario personale e un’altra parte delle situazioni sociali. Gestiamo diversamente il soggetto morte in base al luogo e al tempo, ma, nonostante ciò, la morte è ancora la morte, qualcosa di reale. La stessa cosa accade con la differenza dei sessi, è un dato di fatto come la differenza tra la vita e la morte. Un uomo e una donna possono essere simili tra loro, ma ciò non significa che siano intercambiabili».
La redazione
42 commenti a Scomparsa del padre, «da 40 anni ne studio i danni»
“Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. (G.K. Chesterton)
lorenzo
Magnifica citazione!
Gia’, il principio di precauzione. Interessante. Grazie per questo riferimento.
Nell’attuale clima politico-sociale, che e’ cosi’ “surriscaldato”, discutere di questi argomenti sta diventando impossibile. Se non fosse che si discute di bambini, non di cose…
A me pare pura propaganda cattolica: la famiglia come cellula della società, il padre e il figlio nella stessa relazione che c’è nel vangelo, il ripudio di altre forme di accoppiamento, la figura del padre come esempio nella vita. Dimenticando completamente quanto problematica sia la nostra origine…
A me la sua pare una propaganda del nulla, se lei crede che sia meglio si accomodi
Beh, hanno già fatto progressi. Forse è un lapsus calami, ma il solo fatto che parlino di famiglie arcobaleno implica il riconoscimento che di famiglie, per l’appunto, si tratta.
Gianluca C
Usano il termine per farsi capire, che con voi non è mai facile. 😉
No, no: in quel caso avrebbero scritto qualcosa come Le c.d. “famiglie arcobaleno” o roba del genere.
E’ come minimo un lapsus calami
Gianluca C.
Ora correggono, tranquillo…
“Le famiglie arcobaleno, che famiglie non sono…” 🙂
Urca che argomentoni Gianluca, potevi far carriera come detective!
Intanto le famiglie cattoliche (e cristiane) sono le uniche che ancora tengono: http://usatoday30.usatoday.com/news/religion/2011-03-14-divorce-christians_N.htm
Però, Sig. Gianluca C. non è entrato nel merito dell’articolo: secondo lei l’assenza del padre causa danni ai figli?
Personalmente tendo a dare credito a tutte le associazioni di psicologi e psichiatri che unanimemente riconoscono non sussistere differenze per i figli tra coppie omo- ed etero-genitoriali. Non so, ma mi sembra più verosimile rispetto a dare credito al complotto delle lobby gay, di Soros, della massoneria ecc.
Dove l’articolo parla di complotti?
underwater
Lascia perdere, è una provocazione.
Chi si riferisce all’articolo? Mi è stata posta una domanda ed io educatamente rispondo. Il complottismo è di chi scredita l’attendibilità delle associazioni e degli ordini professionali di psicologi e psichiatri, che pressoché unanimemente concordano sul punto, perché essi sarebbero in mano alle lobby gay, a Soros, alla massoneria e via dicendo.
Qui c’è gente che pensa che l’APA sia un covo di sodomiti, vedi tu
Gianluca C.
“Lo psicoanalista francese Jean-Pierre Winter si occupa da anni delle conseguenze della sua assenza per i bambini…”
L’unanimità del consenso scientifico sussiste tra le associazioni e gli ordini professionali, non tra i singoli psicologi o psichiatri. Statisticamente è impossibile pensare che tra i singoli non vi sia qualcuno che la pensa in modo diverso rispetto al parere condiviso della comunità scientifica. Ci sono medici, anche con curriculum di tutto rispetto, che pensano che l’AIDS in realtà non esista o che il cancro si possa curare con l’aspirina. Appena UCCR trova uno di questi “pensatori minoritari” zac, vi ci avvinghiate come polipi. Che ti devo dire? Tu continua a credere allo psicanalista francese, io credo di più alla comunità scientifica
Gianluca C.
L’unanimità?
Non credo ci sia…
https://www.uccronline.it/2012/07/01/gruppo-di-scienziati-conferma-lo-studio-sui-disturbi-dei-figli-di-genitori-gay/
https://www.uccronline.it/2017/01/13/oxford-affonda-lomogenitorialita-padre-indispensabile-quanto-la-madre/
https://www.uccronline.it/2017/01/13/oxford-affonda-lomogenitorialita-padre-indispensabile-quanto-la-madre/
Potrei prenderne altri, ma è per darti l’idea.
Interessante come poi quelli con opinioni opposte alle tue diventino pari a quelli che credono che l’AIDS non esiste…
Ma citare una fonte che non sia UCCR no, eh?
Comunque se ne è già parlato. Il più recente metastudio sull’omogenitorialità (2017) ha rilevato che, sui 77 studi accademici in materia effettuati dal 1980 ad oggi, 73 studi hanno rilevato che i figli di coppie omosessuali non si sviluppano in maniera diversa dai bambini cresciuti in famiglie eterosessuali. Settantatre contro quattro.
https://whatweknow.inequality.cornell.edu/about/selection-methodology/
Ma a prescindere dagli studi, ti ripeto, a me basta che il consenso vi sia tra la stragrande maggioranza delle associazioni ed ordini professionali. In Italia, negli USA, in Europa, nel mondo
Gianluca C.
https://www.tempi.it/adozioni-coppie-gay-non-sono-tutti-sogni-doro/
https://www.tempi.it/uno-studio-sui-figli-dei-gay-mette-in-crisi-lamerica-della-dellindifferenza-sessuale/
http://www.ilgiornale.it/news/pi-vicini-depressione-i-figli-delle-coppie-omosessuali-1453751.html
Allora tutto questo come lo spieghi?
Non serve nemmeno che tiri fuori le parole di qualche psichiatra o pediatra, basta farsi un giro qui.
Semplice: gli articoli che hai citato si riferiscono proprio a due dei quattro studi contrari all’omogenitorialità (di cui uno condotto da un prete) contro i settantatre studi favorevoli.
Chiediti piuttosto il perché tempi.it faccia articoli solo sugli studi contrari, che si contano sulla punta delle dita di una mano monca
Tutti gli studi favorevoli sono stati smentiti da Loren Marks, anche perché falsati in quanto svolti da Charlotte Patterson, psicologa attivista lesbica che guarda caso è a capo della commissione scientifica dell’APA.
https://www.uccronline.it/2013/01/16/adozione-agli-omosessuali-gli-studi-scientifici-dicono-di-no/
Peccato che le tue fonti, caro Gianluca, siano pura fuffa. Infatti l’unico studio che citi a favore delle adozioni gay, non parla di adozioni gay ma degli effetti della transizione di genere dei trans. Nemmeno sei capace di mentire, probabilmente perché nemmeno conosci l’inglese. 😀
Fino a ieri il consenso delle associazioni ed ordini professionali diceva che i gay erano patologici e malati, quindi tu eri pienamente d’accordo con loro avendo già constatato la tua anima omofoba (io invece mai stato d’accordo sul fatto che i gay fossero malati). Poi, per alzata di mano durante una riunione dell’APA -messa sotto pressione dalla lobby gay statunitense- si votò contro la patologia dell’omosessualità. Così, poco a poco tutti si adeguarono senza che mai vi fossero state scoperte o novità dal punto di vista scientifico. Lo stesso avviene per le adozioni gay, tutti gli studi a favore sono viziati da campioni minuscoli, pre-selezionati e svolti da attivisti Lgbt, come Charlotte Patterson, che è responsabile scientifico dell’ American Psychological Association e condiziona totalmente la visione dell’APA e quindi di riflesso di tutte le altre associazioni mediche.
” Lo stesso avviene per le adozioni gay, tutti gli studi a favore sono viziati da campioni minuscoli, pre-selezionati e svolti da attivisti Lgbt, come Charlotte Patterson, che è responsabile scientifico dell’ American Psychological Association e condiziona totalmente la visione dell’APA e quindi di riflesso di tutte le altre associazioni mediche.”…. e poi Giancarlo dice che saremmo noi a credere che l’Apa sia un covo di sodomiti 😀 . Non siamo noi che lo crediamo è dall’Apa stessa che arrivano forti segnali che ci fanno pensare che lo sia.
Rettifico il mio precedente post, mi riferivo a Gianluca C. non Giancarlo. Chiedo scusa per l’errore.
Cioè, sei meglio del varietà, veramente.
Loren Marks dice che gli studi favorevoli sono tutti sbagliati, quindi Loren Marks ha automaticamente ragione e tutti gli altri dicono cazzate.
Una ricercatrice dell’APA è lesbica e quindi di parte, quindi tutta l’APA è di parte, quindi tutta la comunità scientifica è di parte.
Questo tipo di umorismo credevo fosse scomparso dai tempi di Macario, mi sbagliavo, evidentemente.
Tutti gli altri non esistono, esiste la lesbica Charlotte Patterson che è a capo delle ricerche sugli studi sulle adozioni gay per l’APA ed è già stata condannata da un tribunale per aver scritto più volte il falso (se ne parla anche qui: https://www.uccronline.it/2015/12/02/ritirato-uno-studio-pro-lgbt-avevano-falsificato-i-dati/).
Purtroppo la posizione politica dell’APA, la quale si è affidata ad una militante lesbica truffatrice per i suoi studi pro-Lgtb, condiziona anche tutte le altre associazioni mediche sull’argomento. Sono posizioni viziate dall’ideologia, mentre è pieno di studi scientifici contrari alle adozioni gay i cui ricercatori non hanno nessun conflitto di interesse.
Faccio notare che il nostro giullare Gianluca poco fa si scandalizzava per un prete che è autore di uno studio, urlando al conflitto di interesse. Una volta che è venuto a sapere che la lesbica Patterson guida la posizione dell’APA si è arrampicato sugli specchi tentando di minimizzare. Questa è la gentaglia con cui abbiamo a che fare, disposta a fare esperimenti terribili sui bambini (ovvero rendendoli appositamente orfani di un padre o di una madre) in base a menzogne che spacciano senza pietà. Siete vergognosi.
Dunque questa Patterson è riuscita a plagiare l’intero consesso scientifico mondiale. A questa Soros le spiccia casa
Mah, a me pare che vi sia un consenso scientifico unanime nel sottolineare l’importanza e le peculiarità del ruolo del padre nella crescita dei figli da un lato, e l’importanza e le peculiarità del ruolo della madre dall’altro. Da giovane padre che si interessa di questi argomenti davvero constato che c’è una letteratura sconfinata volta a sensibilizzare i padria svolgere la loro importantissima funzione, stigmatizzandoli spesso per la loro assenza. Non parliamo poi dell’importanza delle madri, non solo per la crescita psicologica ma anche per quella fisica (penso per esempio a quanto l’allattamento al seno sia oggi sponsorizzato e consogliato in ambito medico). Poi, chissà perché, quando si passa parlare di coppie lgbt con figli, tutto questo sparisce o quasi, ed il ruolo rispetticamente del padre e della madre diventa irrilevante o comunque sostituibile, se non a volte anche dannoso. Boh, per uno che ragiona a compartimenti stagni tutto questo può andar bene. A me non interessano i complottismi, quali siano i finanziatori od i promotori di certi studi; mi interessa invece guardare alla realtà con un minimo di spirito critico, seguendo la logica, e qui di logico ci trovo gran poco. Ma forse sono strano io.
“Chi si riferisce all’articolo?”
Quindi per l’ennesima volta viaggi fuori tema, deviando l’attenzione su particolari per te più comodi.
LOL ma scusa, mi hanno fatto una domanda, mica mi hanno chiesto cosa ne pensavo dell’articolo. Al limite può essere la domanda ad essere fuori tema, non trovi?
Sono gli ex presidente dell’APA a dubitare dell’attuale guida dell’associazione che si è anche schierata politicamente:
https://www.uccronline.it/2013/05/03/nozze-gay-lapa-senza-credibilita-smentita-dagli-studi/
D’altra parte la psicologia non è una scienza esatta (anche, non è ritenuta nemmeno una scienza perché non utilizza il metodo galileiano).
Infatti: lo è.
Gianluca, resto basito…
Da quando la bontà di una teoria scientifica si basa sul consenso? Non funziona come la democrazia che si mette ai voti.
Pensa te che al tempo di Capirlo, tutti gli scienziati, anche cellenti come Brahe, pensavo che il sole girasse attorno alla Terra. Avanzavano studi e prove tutti plausibili. Avevano ragione perché erano tanti? Direi di no…
O il famoso razzismo scientifico di cui si discuteva ieri, era giusto perché largamente appoggiato?
Per di più, guarda caso, il consenso si focalizza sempre su temi di ampio rilievo politico: razzismo, riscaldamento globale, gender, vaccini. Chi osa dissentire è eretico, conservatore, etc.
La scienza “non è democratica” nel senso che nell’ambito scientifico nessun imbecille ha diritto di dire la sua, diversamente dalla politica.
Atteso che sia io che tu, sulla questione dell’omogenitorialità e dei suoi effetti per i figli, siamo due imbecilli, dacché presumo che nemmeno tu sia uno psicologo o uno psichiatra con formazione specifica sull’argomento, entrambi non possiamo avere “un’opinione propria” in materia, così come non possiamo avere “un’opinione propria” sull’eziopatogenesi dell’AIDS o del cancro, per riprendere gli esempi fatti prima. O sui vaccini.
Chi lo fa, oltre ad essere un imbecille, è un imbecille presuntuoso. E a volte anche pericoloso e autolesionista.
Di fronte al riconoscimento della nostra insipienza la scelta che a me appare più logica è affidarsi al parere della comunità scientifica. Che nell’ambito delle scienze non esatte non è automaticamente quello “giusto” e “vero” ma è sicuramente più “verosimile” del mio e del tuo, tanto più quando detto parere sia nell’ambito della comunità scientifica largamente, per non dire quasi unanimemente, condiviso.
Se tu scegli di affidarti al parere del Catechismo della Chiesa Cattolica, liberissimo di farlo. Però non cercare di darla a bere come qualcosa di diverso da una scelta confessionale.
Intanto, dovrebbe avrebbe sede questa comunità scientifica? Mi dai l’indirizzo cui posso rivolgermi?
E ti ripeto, facciamo un passo indietro nel tempo, anni ’30. Ho qualche dubbio sulla veridicità e applicabilità delle leggi razziali, mi rivolgo a questa fantomatica comunità scientifica. Germania, Inghilterra, USA, Francia, Italia, Australia, Giappone, etc., tutti gli scienziati più o meno concordi: le razze umane esistono e ce ne sono di superiori e di inferiori. Quindi leggi che osservano questa “verosomiglianza” scientifica non possono che essere giuste, perché comunque basate sulla scienza.
Ora prova a fare un bel salto avanti di 70 anni. Cosa dirà la scienza su aborto, adozioni gay, eutanasia? Sei sicuro che non ci sarà il giudizio impietoso, come quello attuale sul razzismo scientifico o sull’eugenetica?
La mia non è una scelta confessionale più della tua: io alla chiesa, tu alla fantomatica comunità scientifica. Però non essere esperto specifico del settore non mi impedisce certo di usare la ragione e la logica (che non sono proprietà né della Chiesa né della tua comunità). Non mi impedisce di applicare un vecchio esercizio che ormai sembra del tutto dimenticato: “Adaequatio rei et intellectus”.
Tra 70 anni né io né te possiamo sapere cosa dirà la scienza in proposito, visto che la scienza a differenza della Chiesa non crede di avere la verità in tasca ma si evolve anche riconoscendo i propri errori.
E’ possibile, se è per questo, che per allora si giunga alla conclusione che i figli di coppie omogenitoriali crescano meglio dei figli di coppie etero. Che ne sai?
In ogni caso, trovo il tuo ragionamento inconferente. Non rinunciamo a curarci e a usufruire dell’attuale scienza medica sol perché è possibile che magari tra 70 anni le cure che seguiamo si riveleranno sbagliate.
Quanto alla pretesa di usare la propria “ragione e logica” in campi in cui non se ne sa nulla, è appunto il modus procedendi tipico dell'”imbecille presuntuoso” di cui accennavo dianzi. Specie quando la propria “ragione e logica” porta a conclusioni differenti rispetto a quelle condivise dalla comunità scientifica (che non avrà un indirizzo postale, ma che esiste, in concreto, ed è fatta di università, associazioni, ordini professionali: nulla di fantomatico) e non viene il minimo dubbio che a sbagliare sia il tenutario della ragione & logica e non la comunità scientifica medesima. Magari perché nelle mani della lobby lesbocomunista.
La differenza tra dati scientifici misurabili, come i progressi medici, e i dati su osservazioni di comportamenti (es. Comportamento scolastico di figli di coppie etero e gay direi che abbastanza lampante e non serve essere grandi esperti della materia per capirla. Basta una buona formazione scientifica che ritengo di avere (facendo per altro ricerca scientifica in altri campi).
Poi il problema di qualunque ricerca è non avere bias. Il primo e più evidente è quello legato alla realtà delle cose: ad esempio un essere umano può nascere solo da l’unione di una gamete maschile e femminile, dopo 9 mesi di gestazione (e per inciso ci sono tonnellate di studi che dicono che la donna non è una semplice incubatrice o quanto faccia bene – da un punto di vista medico, quindi misurabile – l’allattamento al seno per almeno i primi 6 mesi).
Altra nota dolente è l’uso che si fa di questi studi. Dimostrare ad esempio che i figli di coppie omosessuali e etero hanno stesse prestazioni scolastiche non implica che tutto il resto vada bene. Da indicazioni solo sul rendimento scolastico che può essere influenzato da miriadi di altri fattori, si possono trarre indicazioni solo su quello. Senza contare altri studi, che ti sono stati mostrati, che dicono il contrario. In sostanza l’errore principale e utilizzare questi studi per definire un’agenda politica.
Ora si può far abdicare la propria ragione ai risultati di certe scuole di ricerca (come fai tu), o continuare a analizzare i fatti con senso critico.
Permettimi, questo non c’entra nulla con la religione, perché potrei citare dozzine di intellettuali atei che non approvano tali scelte politiche.
È piuttosto una forma mentis: ti ripeto, tu accusi gli altri di fideismo, ma sei il primo ad applicarlo. Ed il fatto che tu ti affidi a mutevoli tendenze di alcuni scienziati (peraltro, per tua ammissione senza aver nessun criterio per valutare la qualità scientifica di un lavoro) non è certo un punto di merito, ma di demerito.
Infatti, scopo della scienza è indagare la verità, non definirla: la verità è indipendente dal fatto che qualcuno la abbia scoperta. Per stabilire certe verità non serve arrampicarsi sugli specchi o intervistare genitori gay per farsi raccontare quanto i loro figli sono felici.
Non cercare di intorbidire le acque. Qui non siamo in presenza di meri risultati di certe scuole di ricerca o a mutevoli tendenze di alcuni scienziati ma del parere pressoché unanime di tutte le associazioni ed ordini professionali.
Chi è più facile che possa indagare, scoprire e stabilire la verità? Tu, o la ricerca congiunta della comunità scientifica? Qualche domandina io me la farei.
Quando si parla di certe cose, molti sorgono a chiedere: “che male c’è?”. Spesso con l’avvallo appunto di certi studi scientifici.
Mai però nessuno si domanda invece: “che bene c’è?”. Pochi sembrano porsi il problema di quale sia il vantaggio per questi bambini comprati a catalogo, selezionati in provetta, coltivati in uteri alieni. Insomma, l’importanza sembra solo il bene di adulti, ricchi e egoisti.
Non e’ scienza “decidere” su patologie (presunte o meno) psicologiche per alzata di mano.
E comunque non è dimostrato ne dimostrabile con sicurezza (almeno per adesso) che le coppie di omosessuali che si comprano i figli non creino in media un peggioramento nella crescita dei figli che si sono procurati.
Il problema va visto a “priori”: nessun bambino deve essere, per procedura legalizzata, privato del diritto di avere un padre e una madre condivisi dalla biologia e nello sviluppo famigliare. Poi, nella vita, tutto può succedere (ad esempio una madre che si scopre lesbica quando il figlio è nato…) ma un conto è che “possa” accadere e un conto è che sia ricercata/attuata la/una situazione “distante” dalla condizione migliore per il figlio.
Quanto alla cosiddetta “scienza” in ambito spicologico e sociologico: sto ancora aspettando un articolo “scientifico” che analizzi le conseguenze del “fare” figli (come vogliono le cosiddette coppie arcobaleno) partendo però dalle necessità dei figli stessi, non dalla più o meno contestualizzata capacità della coppia di poter garantire un (presunto) equilibrato sviluppo ai bambini. C’è a dir la verità anche qualche “ricerca” suffragata da elaborazioni statistiche… ma o il campione è ridicolo o è ridicola l’estrazione dello stesso campione (talvolta il ricercatore appartiene “robustamente” all’ambiente gay-friendly… figurarsi quanto oggettiva possa essere la ricerca).