Siria, i giovani universitari cattolici: «siamo 300, siamo il futuro»

cristiani siriaI cristiani in Siria ci sono. Domenica scorsa gli universitari erano riuniti per l’Eucarestia nella Cattedrale di Homs, si sono presentati in 300. La fondazione vaticana Aiuto alla Chiesa che soffre finanzia i loro studi.

 

Nel 2012 l’antica città siriana di Homs è stata lo scenario di un’offensiva senza precedenti tra le forze governative e l’Esercito siriano libero. I quartieri cittadini furono rasi al suolo dai bombardamenti e le vie erano piene di civili morti. L’intervento delle Nazioni Unite nell’aprile 2012 pose fine al conflitto.

 

In 300 i giovani cattolici alla Messa nella Cattedrale di Homs.

«La situazione in Siria oggi sta gradualmente migliorando», ha spiegato Khalil Al Tawil. «Vita e trasporti si stanno normalizzando, anche se abbiamo ancora molti problemi economici». Khalil è uno dei giovani universitari cattolici di Homs, riunitisi domenica scorsa nella Cattedrale melchita cattolica di Nostra Signora della Pace. Erano in 300, ragazzi e ragazze uniti per celebrare insieme l’Eucaristia. Un miracolo, si potrebbe dire.

Tutti hanno potuto continuare i loro studi grazie al sostegno della Chiesa, attraverso l’aiuto della fondazione di diritto pontificio, con sede in Vaticano, chiamata Aiuto alla Chiesa che Soffre. I giovani siriani lo sanno e hanno colto l’occasione di un’intervista per esprimere gratitudine: «Ho ricevuto una borsa di studio per acquistare materiale e anche per un corso di francese. Continuo a ricevere assistenza per pagare il trasporto all’università», ha spiegato Khalil. Lo ha confermato un’altra giovane, Sandra Satmeh: «La Chiesa è responsabile per le spese dell’autobus, è un aiuto per le nostre famiglie perché abbiamo a malapena qualcosa per mangiare o per pagare l’affitto».

 

La fondazione vaticana finanzia gli studi dei cristiani in Siria.

La Cattedrale di Homs porta ancora i segni dei bombardamenti ma i lavori di riparazione sono in corso, sui muri si vedono i fori dei proiettili sparati dagli jihadisti, specialmente contro le immagini di Gesù, di Maria e degli apostoli. Ma i cattolici sono tornati a celebrare la messa, pieni di speranza, concreta e non illusoria. E sono proprio questi 300 giovani a rappresentarla più di altro, il loro desiderio di studiare per contribuire alla rinascita della Siria. Lo ha spiegato la giovane studentessa di Ingegneria civile, Anaghem Tannous, presente anche lei nella cattedrale: «Ciò che mi ha aiutato in questi anni a mantenere la speranza e la felicità è stata la possibilità di continuare i miei studi. Voglio migliorare le mie conoscenze e aiutare le persone qui nel mio paese».

Questo è il motivo per cui la Chiesa è impegnata nel finanziare l’educazione in modo prioritario, perché è il miglior investimento per il futuro. Ma c’è un secondo motivo: soltanto coloro che portano avanti studi universitari sono esenti dall’obbligo di entrare nell’esercito dopo i 18 anni di età. Lo ha raccontato Wissam Salloum, uno studente cattolico di 21 anni, iscritto ad Ingegneria informatica: «Il prossimo anno mi laureo, ma voglio continuare a studiare per evitare di andare in guerra. Voglio stare in Siria e voglio che presto ci sia pace, pace per tutti».

 

Una comunità unita tra sport e amicizia, anche con i compagni musulmani.

La Cattedrale di Nostra Signora della Pace è anche un luogo in cui questi giovani si incontrano e condividono l’amicizia e la vita in generale, oltre a celebrare la fede. Dopo la Messa, infatti, hanno improvvisato una sfida nel campetto di basket e poi un pranzo assieme. Spesso invitano i loro amici musulmani, la maggioranza degli studenti dell’università: «E’ raro che nella mia classe ci sia un compagno cristiano», spiega Wissam. «Così, nascono amicizie tra noi e i musulmani che ci apprezzano e rispettano l’atteggiamento pacifico dei cristiani, non vogliamo scontri e ci vedono con speranza di fronte a tante difficoltà». «Ringraziamo anche Papa Francesco», continua Wissan, «non lo conosco di persona, ma so che ha parlato diverse volte della Siria, ci ha fatto conoscere al mondo e sembra una persona umile».

 

Si possono aiutare i cristiani della Siria attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre, tutte le indicazioni si trovano qui.

La redazione

0 commenti a Siria, i giovani universitari cattolici: «siamo 300, siamo il futuro»