Cherofobia, temere la felicità perché poi torna il non senso della vita
- Ultimissime
- 18 Dic 2018
Cherofobia significa paura della felicità, è il titolo del brano cantato da Martina Attili a X Factor. Si teme che la felicità duri troppo poco, c’è il desiderio di compimento ma la realtà tradisce le aspettative. Ne parlano anche Sartre, Claude Levi-Strauss e Bertrand Russell. Ma non è un disturbo, è la più autentica posizione umana senza il cristianesimo.
E’ da pochi anni che in ambito medico si parla di “cherofobia”, “paura ad essere felici”: i primi studi risalgono quasi tutti al 2013. In Italia se ne sta parlando più che all’estero grazie ad una giovane artista, Martina Attili (15 anni), autrice di un brano cantato sul palco di X Factor (video più sotto).
La cherofobia non si tratta di una vera e propria patologia ma un disagio che colpisce in particolar modo i Millennials, cioè la generazione nata tra i primi anni ottanta e la fine degli anni novanta. Non bisogna farsi ingannare dalla parola, non si tratta della paura ad essere felici ma di non esserlo. O meglio, si teme che la felicità duri troppo poco.
«Non riesco a vivere senza qualcosa che mi opprime, che mi indichi la fine», canta Martina Attili in Cherofobia. «Ed il mio cuore è come un fiore, crede ancora nel bene. Non sa che i petali cadranno tutti insieme». Lo definiscono un disturbo ma in realtà è la lucida consapevolezza che dovrebbero avere tutti. Non è Martina ad essere “strana”, sono tutti gli altri ad essere distratti.
I grandi pensatori sono tali perché richiamano l’uomo dalla sua distrazione, lo distolgono dalla routine. Ne citiamo tre, come esempio. «Siamo una parentesi tra due nulla», scriveva Jean Paul Sartre. Le creazioni dello spirito umano, continuava Claude Levi-Strauss, non hanno senso perché «si confonderanno nel disordine quando l’essere sarà scomparso». L’uomo, «la sua origine, la sua crescita, le sue speranze e paure, i suoi amori e ciò in cui crede», affermava il matematico Bertrand Russell, «non sono altro che il risultato di una collocazione accidentale di atomi. Tutte le opere della storia, tutta l’inspirazione, tutta la luminosità del genio umano sono destinate all’estinzione nella vasta morte del sistema solare. L’intero tempio delle conquiste dell’uomo deve inevitabilmente essere sepolto tra i detriti di un universo ridotto in macerie. Solo sull’impalcatura di queste verità, solo sulle salde fondamenta di un’inesorabile disperazione, l’abitazione dell’anima potrà essere costruita in sicurezza» (B. Russell, A Free Man’s Worship, Mosher 1923).
Levi-Strauss vedrà nel “noi”, nello stringersi gli uni agli altri, l’unica possibilità di consolazione per non soccombere tra «questa apparenza ed il nulla». Russell, invece, lo leggiamo: è sulla disperazione che si può fare forza, in una stoica resistenza. Sono soluzioni fragili ed illusorie, ma vanno rispettate. Ce ne fossero ancora di pensatori di questo calibro! La vera posizione umana: quella di un’attesa, di un bisogno di compimento che non trova soluzione nella realtà. Lo scriveva qualche mese fa l’anarchico Massimo Fini: «Quel che ci manca non ha limiti, non si può essere “felici mai”». Quell’originale desiderio di essere felici, che le cose abbiano un senso è quel che emerge dalle riflessioni di Sartre, Levi-Strauss e Rusell. Perché, dopo quei rari momenti di serenità ecco che torna il grande incubo del non senso: tutto ha una data di scadenza. E, con le debite proporzioni, è anche quello che la giovane Martina dice nel suo brano: «non riesco a vivere senza qualcosa che mi opprime, che mi indichi la fine».
Questa sarebbe l’unica autentica posizione dell’uomo senza il cristianesimo, cioè senza che quel giorno quell’Uomo di Nazareth non avesse preteso di essere via, verità e vita, vincendo sulla morte e dando un orizzonte di senso eterno. Una vita nuova, colma di speranza. Per nulla illusoria poiché originata da un incontro fisico, quello con la comunità cristiana, che introduce la presenza del Mistero nell’esistenza. «Noi cristiani», ha ricordato qualche giorno fa Papa Francesco, «siamo chiamati a custodire e diffondere la gioia dell’attesa: attendiamo Dio che ci ama infinitamente e al tempo stesso siamo attesi da Lui. Vista così, la vita diventa un grande fidanzamento. Non siamo lasciati a noi stessi, non siamo soli. Siamo visitati, già ora».
Qui sotto il brano Cherofobia cantato da Martina Attili
La redazione
26 commenti a Cherofobia, temere la felicità perché poi torna il non senso della vita
Mai sentita.. semmai paura dle futuro, ma ovviamente la causa è di una politica dominatata dal capitalismo che oggi con i governi di estrema destra che si stanno diffondendo ovunuque diventerà estremamente più aggressivo, privo di quel minimo di freni che governi di centro-sinistra possono garantire.
Cercare un collegamento per fare propaganda al cristianesimo per spacciare una felicità surrogata non è solo stupido, ma una delle naturali conseguenze di questo quadro politico, anzi ne diventa perfino una causa:
il cristianeismo esorta le persone a sperare in una felicità post-mortem distogliendola dal creare, qui e ora, un mondo giusto ed equo, una felicità in vitam!
Non solo: il cristianesimo, ovviamente per giustificare la sua propaganda, induce le persone a credere che qui e ora non è possibile fare niente e ad accettare ogni forma di soppruso e di schaivismo come diceva paolo, il creatore e ideologo del cristianesimo:
!? Ma che roba è? La retorica del vuoto assoluto.
Ma certo che si, chi altro ci sarebbe, dove?
Questa è proprio la più grossa baggianata che un cristiano possa scrivere: ma come.. ci fa nascere già colpevoli senza aver fatto nulla, fa nascere bambini malati e deformi in ogni modo, fa tremare la Terra causando terremoti terribili e lasciando orfani migliaia di bambini.. e ci amarebbe “infinitamnete”??
pensa se ci odiava…
Caro Fabio Pandesini, se ti prendessi la briga di studiare ciò che vuoi criticare scoprirete che la morte cosī come la differenza non le ha create Dio, inoltre devi cominciare a riflettere sul concetto di libertà, che cosa è la libertà?
uff, scrivendo dal cellulare l’autocorrettore mi cambia le parole:
“differenza” -> “sofferenza”
Inoltre spiegami perché quando le cose vanno bene te ne freghi di Dio e quando vanno male lo chiami in causa.
Per concludere, se veramente sei interessato a capire leggiti le vite dei santi, come S. Francesco, S. Giovanni della Croce, Santa Caterina da Siena o altri.
Non ci può essere nessuna vera felicità in questo mondo, se l’unica prospettiva nel lungo periodo è di diventare cibo per vermi insieme alle persone amate.
“L’infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai.”
“L’uomo è il suo stomaco: nutri il suo ventre e sarà felice” (Karl Marx)
Peccato che la Svezia sia il Paese più ricco d’Europa, ma anche quello col più alto tasso di suicidi.
“L’uomo è i suoi genitali: permettigli di soddisfare i suoi piaceri e sarà felice” (Sigmund Freud)
Peccato che sempre Freud considerava san Francesco (casto e povero) come il modello di persona riuscita dal punto di vista psichiatrico.
“Il vero uomo è quello di razza ariana: elimina il diverso e avrai la felicità sulla terra”
Parola di Adolf Hitler, di sangue … ebreo e morto suicida.
“Vuoi la felicità sulla terra: le tre elle, cioè Liberarismo in politica, liberismo in economia e libertinaggio in morale” (Marchese De Sade). E’ sotto gli occhi di tutti l’effetto della legge della giungla.
Morale: le ideologie insegnano a delirare, SOLO LA CHIESA CATTOLICA A RAGIONARE, perché si basa sulla realtà d’un uomo-Dio e d’una donna “Dei Para”.
Il protestante Lutero, colui che ha rimpiazzato Dio con la sua testa, ha detto che siamo giustificati solo mediante la fede.
Per un cattolico, la fede senza le opere è morta.
La storia dimostra, infatti, che se non ci fosse stata e non ci fosse ancora l’opera di carità della Chiesa Cattolica Apostolica Romana (con tutti i suoi difetti, sicuramente, essendo composta da uomini), la civiltà occidentale si sarebbe semplicemente estinta.
Ai comunisti, in particolare, interessa dei poveri solamente nella misura in cui sono invidiosi di chi non lo è e guai a smentirli con i fatti, se no manifestano la loro vera natura di fascisti, cioè di arrroganti e prepotenti.
Infine, le argomentazioni “contro Dio” sono semplicemente ridicole e anzi rafforzano; anche a livello razionale, la posizione dei credenti, dato che, proprio perché è Dio sfugge dai nostri schemi e ci lascia liberi. Per quanto riguarda, in particolare,le persone handicappate, mia moglie ci lavora quotidianamente e le puo’ assicurare che, nonostante le oggettive difficoltà, manifestano spesso una gioia di vivere ben superiore a quella dei cosiddetti normali.
Infine, un vecchio professore di fisica sedicente ateo, cominciava i corsi cosi’:
“Ragazzi! Ficcatevi bene in testa che la fisica la sanno solo tre persone: io, Dio e Einstein. Dio non esiste e Einstein è morto.”
Questa frase mette ben in evidenza la vera natura dell’ateo incallito.
Come dice il famoso psichiatra Tonino Cantelmi, se la malattia del secolo scorso è stata la depressione, quella di questo è il narcisismo.
Il tono sprezzante del suo intervento, di chi s’illude d’avere la verità in tasca ne è purtroppo una conferma.
Perché critichi un cristianesimo che è solo nella tua testa?
Il cristianesimo, ed in particolare il cattolicesimo, insegna che la felicità dell’altra vita è la semplice prosecuzione della felicità di questa vita: la felicità di cui però parlo io, da quello che scrivi, mi sembra che tu non l’abbia nemmeno mai assaporata…
lorenzo
Pare di no:
Non mi pare che tutto questo sia compatibilie con l’idea di felicità..
Be sull’ultimo insegnamento diciamo che la chiesa non l’ha proprio seguito alla lettera..
La chiesa insegna a soffrire gioiosamente perche induce a credere che la felicità, la giustizia, la pace, ecc.. tutto arriverà dopo essere belli che defunti.
E poi,dico io, nel frattempo si induce pure ad evitare critiche, condanne e accuse diciamo cosi.. “scomode”, nevvè?
La tua risposta non fa altro che confermare come tu non abbia la più pallida idea di cosa sia la vera felicità perché mi sembra, correggimi se sbaglio, che la tua idea della felicita sia legata al filo doppio col piacere, mentre la felicità cui alludo io viene dalla pace che si vive intimamente e che non viene annullata nemmeno da situazioni effettivamente dolorose: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.”
“Il cristianeismo esorta le persone a sperare in una felicità post-mortem distogliendola dal creare, qui e ora, un mondo giusto ed equo, una felicità in vitam!”
Non è vero. Il tuo futuro solo ora lo puoi costruire, la tua vita è l’unica chance che hai per fare qualcosa di buono per gli altri. La felicità te la puoi costruire già in questo mondo e godertela nell’ altro in paradiso nonostante le avversità affrontate. Le persone più tristi che io abbia incontrato in vita mia sono gli atei, non godono ora e non godono di là. Perennemente arrabbiati e vittime dell’ ideologia più alla moda perché totalmente incapaci di ascoltare la voce della proroga coscienza. Dovresti specchiarti ai nostri Santi, i quali non se ne sono stati con le mani in tasca senza far nulla.
Propria*
Fabio Padesini
Congratulazioni, hai dimostrato una totale ignoranza riguardo all’argomento, ora vattene.
Assolutamente si: terremoti, malattie, tumori non sono stati creati dall’uomo nè sono frutto del libero arbitrio ma solo di come funziona la Natura, che appunto secondo te è creata dal tuo dio (ha un nome usatelo, altrimenti non si capisce quando parlate della vostra divinità).
Ma è il contrario! Siete voi che quando le cose vanno bene lo chiamate in causa e quando vanno male lo ignorate: davanti a migliaia di morti dopo un terribile terremoto, se c’è un superstite e tutti a ringraziare dio per il miracolo!
Ma tu dove l’hai letta la storia dei santi, sui fumetti in parrocchia?
Caterina ha avuto un vita terribile, morta anoressica a soli 33 anni. Quando il padre confessore tentava di metterle dello zucchero nell’acqua ormai vomitava anche quella ma lei diceva di provare di voler mangiare ma che dio non le dava la forza per farlo perchè non pregava abbastanza.
Da giovane si frustava con catene di ferro (oltre a indossare il cilicio ovviamente) perchè pensava che la morte della sorella, Bonaventura, a cui le era intensamente legata, fosse una punizione divina, la sorella era morta per colpa sua perche aveva ceduto a pettinarsi a truccarsi per cercare marito e quindi aveva con l’intenzione rotto il voto di castità (dirà poi lei, preso a 5 anni quando le era apparso cristo vestito da papa a cui si era promessa sposa!)
Per non parlare degli incubi che faceva che magari sui fumetti che hai letto tu in parrocchia vengono chiamate visioni” e le patologie mantelai magari sono chiamte “misticismo”.
Da questa deformazione dei fatti nasce poi tutto il resto: il fideismo, la devozione, le donazioni (ovvero i soldi) ecc.
Caterina era a tutti gli effetti malata di mente, sconvolta dall’orrore di un epoca devastata dalla religione e da guerra peste e fame: lei infatti ènata il 1347. L’anno della MORTE NERA.
Quindi come vedi ne so MOLTO piu di te sui santi che l’hai letti sui fumetti in parrocchia, dove magari Caterina te l’hanno chamata mistica, perche cosi fa piu effetto.
E però è esattamente quello che succede come puoi facilmente constatare scoperchiando una tomba qualunque.
Se questo non lo accetti allora sei semplicemente immaturo, incapace di uscire dall’eta dell’infanzia, come hai affermato tu, forse per una volta sei stato sincero (ma secondo me ti sei già pentito).
L’incapacità di accettare la vita per come è vi porta a scegliere la porta larga e facile dell’illusione, un mondo dei balocchi che come quello di collodi porta solo disgrazie (l’extiliabilis supertitio): morte, odio, razzismo, omofobia e altra morte e altro odio in un circolo vizioso.
APPUNTO! Quindi accetta la Verità, accetta lo stato dei fatti e diventa un uomo maturo e adulto, ed esci dallo stato infantile.
Car Fabio, ripeto che basta che ti studi un po’ di Bibbia per capire che la morte e la sofferenza non le ha create Dio, la morte, ad esempio, è stata causata da quella ribellione che in “cattolicese” si chiama “peccato originale”. Se to non ti informi poi non puoi criticare in maniera costruttiva.
Rinnovo i suggerimenti che ti ho già dato, stai sparando cavolate perché stai criticando qualcosa che non conosci.
Le critiche che fai possono andare bene forse per una fede deista simil massonica o forse per l’Ilsam ma non per il cattolicesimo.
Eh ma non è possibile il peccato originale:
1. perché le colpe dei padri non devono ricadere sui figli
2. perché le anime vengono da Dio e se sono corrotte all’origine allora sarebbe corrotto lo stesso dio essendo la fonte
3. perché … bè l’uomo deriva dalla scimmia, hai presente l’homo Habilis, Cromagnon ecc… quindi l’Homo Sapiens non è apparso dal nulla con gli effetti speciali..
insomma sembra proprio che io ne sappia molto più di te, oltre ad avere le preghiera pare che hai pure il cervello corto..
Fabio Padesini
1. Gli ebrei dissero l’esatto opposto quando fu l’ora di condannare Gesù
2. Le anime sono pure in origine, poi in caso si corrompono si propria scelta, esattamente come quando una persona inizia a fumare pur sapendo che razza di danni arreca il fumo.
3. Mai sentito parlare del Big Bang, scoperto da un gesuita e criticato da voi materialisti proprio perché identico al FIAT LUX del Genesi?
Studia invece di parlare.
Fabio Padesini
https://www.uccronline.it/2018/07/19/il-prete-lemaitre-padre-del-big-bang-cambio-la-mente-di-albert-einstein/
Ora mi raccomando, usa le crociate e Galileo Galilei 😉
Fabio Padesini
Cambiando argomento…
Non trovi strano che in un universo sbucato dal caso, senza alcuno scopo, spunti su un pianeta sperduto un essere che possiede una finalità?
Dal punto di vista evolutivo il dipingere, lo scrivere e tante altre caratteristiche dell’uomo sono inutili se non dannose, eppure esistono e sono radicate nel suo animo…
Fabio Padesini
https://www.uccronline.it/2016/03/18/le-calamita-naturali-e-lesistenza-di-dio-la-risposta-del-cristianesimo/
Forza Fabio, ammetti la verità: il comunismo, come tutte le ideologie che promettevano il paradiso in terra, è miseramente fallito. I cambiamenti sociali li deve comunque fare la politica, non è compito della religione. Comunque il mio vescovo invita a dubitare dei cattolici infelici. Sena Dio la vita sarebbe una mostruosità, alcuni atei che conosco dicono di essere felici ma sinceramente non so come fanno…
Concordo con te, Brunello.
Le ideologie terrene, con il loro mito dell'”uomo nuovo” non sono altro che espressioni infernali dell’autonomia
umana da Dio.
Gli estremismi (destra e sinistra) non provocano altro che dittature, e milioni di morti.
Brunello
Infatti alcuni si suicidano, oppure si riducono come il caro Fabio Pendesini, meglio noto come Shiva 101…
Comunque la domanda me la pongo anch’io senza trovare risposta.
…ma sinceramente non so come fanno…
Hai presente quegli animali vissuti in cattività e che nel momento di essere messi nella natura non sanno come fare?…
Devi resettare il sistema artificiale e ricominciare. Sei tu quello artefatto.
E poi salta fuori ancora questa fissazione sulla morte: dove sono tutti quei disperati terrorizzati dalla morte? Sono solo nella vostra testa.
Vi hanno fatto credere troppe cose.
Klaud
Invece di uscire i soliti discorsi degli atei usano senza capire il vero perché della domanda, spiegaci come fai? 🙂
Klaud
Nessuno pensa alla morte perché è meglio non pensarci.
Domani cade un meteorite, la razza umana si estingue e tutto ciò che ha costruito sparisce nel nulla senza lasciare traccia, non ti pare un qualcosa di terrificante al solo pensiero?
Stesso discorso per la coscienza umana.
“Ma allora è un modo per illudersi…”
No, è semplicemente riflettere sul significato della nostra esistenza, l’uomo ha avuto sempre una finalità, un qualcosa che lo spronava a seppellire i morti invece di lasciarli mangiare dagli avvoltoi, ma da dove viene e perché è una costante in ogni uomo?
In un universo nato senza fine ultimo, questa nostra caratteristica da dove sbuca?
“L’evoluzione..”
L’evoluzione si svolge in un universo senza fine ultimo, pertanto oltre al creare come un macchinario cieco organismi sempre nuovi non vedo come potrebbe portare, anche in un organismo intelligente, il finalismo che da sempre contraddistingue l’uomo.
Il finalismo umano è all’interno della nostra vita. È per questo che non si costruiscono più le piramidi. 😆 Un finalismo escatologico glielo dài tu.
”…un qualcosa che lo spronava a seppellire i morti invece di lasciarli mangiare dagli avvoltoi…”
Ci sono popoli che ancora oggi i loro morti se li mangiano, e latri che li tagliuzzano e li abbandonano vicino ai fiumi per agevolare i predatori. E quindi?
Klaud
Il finalismo è una nostra caratteristica, ma da dove è spuntata visto che ho posto come assioma che questo universo sia sprovvisto di un fine ultimo?
I popoli che tu citi mangiano i morti per farli continuare a vivere in loro, al massimo lasciano i cadaveri dei nemici in pasto ai coccodrilli. E quindi?