Radicali mangiasoldi: dimezzati i fondi pubblici per la radio
- Ultimissime
- 10 Dic 2018
Finanziamento Radio Radicale. Il governo taglia 5 milioni di euro destinati annualmente all’emittente del Partito Radicale, la cui rendicontazione del denaro intascato è sempre stata poco chiara e per nulla trasparente.
Nonostante il 2,6%% dei loro consensi ottenuti nell’ultima tornata elettorale, il Partito Radicale riceve 10 milioni di euro l’anno di finanziamento pubblico da parte dei cittadini italiani. O, meglio, riceveva.
Finalmente l’attuale governo gialloverde ha deciso un netto taglio di ben 5 milioni nei confronti della radio del partito, Radio Radicale.
Marco Cappato e Maurizio Turco hanno sempre giustificato questo ingente finanziamento statale con il servizio pubblico che offrirebbero trasmettendo la diretta del Parlamento, un servizio superfluo in quanto già ottimamente svolto da Radio Rai Gr Parlamento. Senza considerare che in dieci anni, la radio dei radicali ha perso il 40% del propri ascoltatori.
Gli epigoni di Pannella e Bonino non perdono occasione per denunciare il “Vaticano rapace”, il finanziamento alle scuole paritarie e la presunta aleatoria rendicontazione che la Chiesa cattolica emetterebbe riguardo l’8×1000. Mentre non è mai stato per nulla chiaro come Radio Radicale impieghi i danari pubblici e i cittadini non sono mai stati dettagliatamente informati su come vengano spesi i loro soldi.
Il consiglio di redazione dell’emittente ha diffuso un comunicato in cui si annuncia che il taglio potrebbe significare la chiusura della radio tra venti giorni (lo ha ripetuto Rita Bernardini), eppure basterebbe imparare a camminare con le proprie gambe, come fa gran parte delle stazioni radiofoniche, senza gravare sulle spalle dello Stato propagandando oltretutto una concezione della vita e dei valori che confligge con il tessuto popolare più profondo.
La redazione
5 commenti a Radicali mangiasoldi: dimezzati i fondi pubblici per la radio
Era ora.
“Comma 55
(Finanziamento a Radio Radicale)
Il comma 55 autorizza il Ministero dello sviluppo economico a prorogare di ulteriori 6 mesi il regime
convenzionale con il centro di Produzione spa per la trasmissione sul canale Radio Radicale delle sedute
parlamentari. A tal fine è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per il 2019.” 5 milioni non sono proprio bruscolini. E’ una somma enorme e per un servizio inutile. Sarebbe ora di eliminarla del tutto.
Stanno tagliando i fondi all’intera editoria .Stando all’emendamento pentastellato, in tre anni si arriverà all’azzeramento dei fondi per l’editoria e rischieranno la chiusura quotidiani come Avvenire (5,9 milioni di euro di finanziamento pubblico), Libero Quotidiano (3,7 milioni), Italia Oggi (4,8 milioni di euro), il Manifesto (3 milioni), Il Foglio (800 mila euro) nonché le testate delle minoranze linguistiche.Pure Radio Maria non prenderà più un cent,siete d’accordo?
Spero che la prossima sforbiciata sia per i finanziamenti al cinema. Chissà quante carriere spezzate! 😆
Quei giornali se li filano in pochi e, se chiudono, li rimpiangeranno in pochissimi.
Se lo stato toglie i finanziamenti a tutte le radio, il budget annuale di Radio Maria si riduce, forse, di un 10-15%.