Babe Ruth, il miglior giocatore di baseball ha preferito la fede alla gloria del mondo
- Ultimissime
- 07 Dic 2018
Babe Ruth, baseball e fede. La storia della leggendaria stella del baseball, il cui record è ancora imbattuto. Sedotto dai piaceri del mondo ha poi scelto la croce cristiana ed è morto in letizia.
Il miglior giocatore di baseball di tutti i tempi è tuttora George Herman “Babe” Ruth, nato nel 1895 a Baltimora, morto a New York nel 1948. Il suo record di colpi vincenti non è ancora stato battuto da alcun giocatore. Ha giocato nei Boston Red Sox e nei mitici New York Yankees ed il suo mito è vivo come sempre.
Una vita altalenante fra le glorie della fama e la fede cattolica che, fra vicende alterne, lo accompagnava fin da ragazzo. La sua vita, però, iniziò col… lancio sbagliato: a soli sette anni finì in una casa di correzione. I genitori gestivano un locale non particolarmente ben frequentato e, a dire dello stesso Babe, proprio là imparò il lato peggiore della vita. La casa di correzione era gestita da religiosi che non nutrivano particolari speranze per il suo futuro, ma una persona che contava su di lui c’era ed era suo fratello Matthias, devoto cattolico e fiducioso nella sua rinascita. Lo stesso giovane atleta parlava del fratello come del “miglior uomo che io abbia mai incontrato nella vita”. Nel periodo vissuto nel riformatorio ricevette i Sacramenti e visse la fede in maniera molto profonda.
Una volta uscito e messe in luce le sue eclatanti qualità di giocatore di baseball, tuttavia, la sua fede scolorì. Babe iniziò a giocare nei campionati delle varie serie nazionali ed a scalare rapidamente tutti i gradini del successo, fino a diventare un mito inarrivabile. La gloria sportiva lo portò lontano dalla vita precedente e proprio in quel periodo si allontanò completamente dalla Chiesa. Egli stesso raccontava di come i piaceri del mondo lo avessero travolto, abbacinato… ma descriveva anche il “suo altare”, una grande finestra che dava sulla città di New York, che era il luogo dove si inginocchiava a pregare.
Si ritirò dalle scene e tutto pareva annunciare una vecchiaia illuminata dai fasti della gloria mondana. Ma la diagnosi di un cancro cambiò i programmi e la leggendaria stella del baseball racconta in una lettera di come Cristo e Sua Madre entrarono nuovamente nella sua vita, con tutta la Loro forza amorevole e rinnovatrice. «Per la prima volta», raccontava, «mi resi conto che la morte mi era vicina e chiamai un Sacerdote per confessarmi di tutta la mia intera vita». Il Sacerdote lo confessò e gli diede appuntamento per il giorno dopo per somministrargli la Santissima Eucaristia, dispensandolo però dal digiuno. Tuttavia, Babe Ruth digiunò ugualmente e stette sveglio tutta la notte. Una notte luminosa, evidentemente, che descriveva piena di calma e di serenità nonostante la malattia devastante, «poiché avevo consegnato la preoccupazione e le mie paure a Dio, che mi guardava con la Sua immensa misericordia».
La sua conversione definitiva avvenne quella notte, in cui l’attesa del Signore nella Santissima Eucaristia e dell’incontro definitivo con Lui non permisero di dormire a quell’uomo che aveva conosciuto tutte le seduzioni del mondo, i suoi piaceri ma che aveva ritrovato Dio nella sofferenza, in quella sofferenza che mai avrebbe immaginato lo avrebbe ricondotto dal Padre. Durante uno dei lunghi periodi passati in ospedale, Babe ricevette la lettera di un bambino di dodici anni, che gli inviava il più bel regalo che avrebbe mai ricevuto nella sua vita: la Medaglia Miracolosa. La lettera diceva: “Caro Babe, tutta la mia classe prega per te, preghiamo tutti per te. Ti invio una medaglia, indossala e tienila sempre con te. Mike Quinlan”. L’uomo indossò la Medaglia e rispose a Mike, ringraziandolo ed assicurandogli che avrebbe portato con sé quel regalo prezioso fin nella tomba. Cosa che infatti fece.
Della sua malattia e del suo ritorno al Padre, il celebre giocatore parlò ampiamente in un epistolario, quasi completamente sconosciuto ai suoi fans.
5 commenti a Babe Ruth, il miglior giocatore di baseball ha preferito la fede alla gloria del mondo
A battere il record di home run di Babe Ruth ci andò vicinissimo un bracchetto di nome Snoopy, il quale ne aveva già battuti 713, uno solo di meno rispetto al leggendario campione. Purtroppo nel corso dell’ultima partita della stagione, giocatasi il 20 agosto 1973, il pitcher della sua squadra, un certo Charlie Brown, si fece beccare fuori dalla seconda mentre lui si trovava al piatto decretando così la fine della partita.
https://pbs.twimg.com/media/DqJoYDrUcAAr98N.jpg
Sicché Hank Aaron riuscì prima di lui a superare Babe Ruth. Hank terminò la sua carriera con un record di 755 home run, recentemente superato da Barry Bonds (762).
Non sapevo eri appassionato di baseball, Gianluca. Bello sport, poco praticato in Italia però.
Più appassionato di fumetti che di baseball 🙂
Anche perché a vedere per intero una partita di baseball che dura dalle tre alle quattro ore è roba che si rischia l’orchite. Credevo fosse lo sport più noioso del mondo finché il pakistano sotto casa non mi ha introdotto al cricket 😀
Stai parlando di quello Snoopy, asso dell’aviazione, che ha combattuto contro il Barone Rosso?
https://www.youtube.com/watch?v=oG1Tu_mB7jc
Stai parlando di quello Snoopy, asso dell’aviazione, che ha combattuto contro il Barone Rosso?
Ça va sans dire.
Schultz è patrimonio dell’umanità.