Scoperto l’anello di Ponzio Pilato, un’altra prova della storicità del prefetto dei Vangeli

L’anello di Ponzio Pilato e i Vangeli. L’importante scoperta è stata realizzata nel sito archeologico di Herodion, vicino a Gerusalemme, diversi anni fa. Ma oggi è stata decifrata la scritta su un anello di bronzo. Un’altra conferma dell’esistenza storica di quel noto personaggio dei Vangeli.

 

Il nome “Pilato” è stato decifrato su un anello di bronzo ritrovato cinquant’anni fa in scavi effettuati nel complesso archeologico dell’Herodion, vicino Betlemme in Cisgiordania. La notizia è stata data dal giornale israeliano Haaretz e si tratta della seconda scoperta archeologica legata al prefetto romano. Dopo un’opportuna pulizia, le immagini fotografiche hanno rilevato l’effigie di un un vaso di vino sovrastata da una scritta in greco, che è stata appunto tradotto con il nome Pilato. L’oggetto, quasi sicuramente un sigillo, è di fattura semplice e ciò induce a pensare che il funzionario romano lo portasse tutti i giorni e non soltanto in eventi speciali.

Il collegamento con quel personaggio, così centrale nella fine della vita terrena di Gesù, è stato immediato. «Quel nome era raro nell’Israele di quei tempi. Non conosco nessun altro Pilato di quel periodo e l’anello mostra che era una persona di rango e benestante», ha affermato il prof. Danny Schwartz, responsabile della scoperta. Il sito archeologico in cui è stata effettuata la scoperta è lo stesso in cui nel 2015 è stato trovato il palazzo di Erode, dove avvenne anche il processo di Gesù guidato da Ponzio Pilato.

Pilato condannò Gesù di Nazareth alla morte in croce e la sua esistenza storica è dimostrata senza alcun ragionevole dubbio dalla convergenza di numerose testimonianze indipendenti. «La testimonianza convergente dei quattro vangeli, degli Atti degli Apostoli, di Flavio Giuseppe, di Filone, di Tacito e dell’iscrizione di Cesarea Marittima», ha infatti scritto il biblista J.P. Meier, «rendono almeno moralmente, se non scientificamente, certo che Ponzio Pilato fosse il governatore romano della Giudea negli anni 28-30 d.C.» (Un ebreo Marginale, vol 1, Queriniana 2006, p. 158).

Meier cita giustamente anche l’iscrizione di Cesarea Marittima, ovvero una sensazione scoperta del 1961 in cui per la prima volta è comparso il nome di Ponzio Pilato, abbinato al titolo di Praefectus Iudaeae. In quell’occasione si accertò che lo storico romano Tacito commise un errore in quanto definì Pilato come “procuratore” mentre i Vangeli si riferiscono a lui come il termine greco di heghemon, che era la designazione generica per gli incaricati imperiali e quindi valeva allo stesso modo sia per procuratore che per prefetto. Più storicamente attendibili gli evangelisti di Tacito?

Se dunque l’esistenza storica di Ponzio Pilato non è più messa in discussione da nessuno, diversi studiosi contestano la storicità del ritratto che di lui emerge nei Vangeli, ovvero desideroso di rilasciare Gesù ma infine acquiescente nei riguardi delle richieste dell’élite più influente di Gerusalemme, cioè i sommi sacerdoti. Molti suppongono che gli evangelisti abbiano deformato la storia per interessi apologetici, cioè per presentare i primi cristiani “dalla parte di Roma”. Ma due eminenti studiosi come Craig A. Evans e NT Wright hanno respinto tale accusa mostrando in modo convincente che «se consideriamo il contesto politico e sociale della Palestina al tempo di Pilato, non dovrebbe affatto sorprenderci che quest’ultimo fosse riluttante a mettere a morte un profeta popolare proveniente dalla Galilea e i cui seguaci erano presenti in gran numero a Gerusalemme. Inchiodare Gesù ad una croce avrebbe potuto a tutti gli effetti aizzare una sommossa: cosa che Pilato sperava di evitare. Se Gesù non aveva fini militari, allora era poco più di uno scocciatore. Una sferzata e un po’ di prigione sarebbero stati sufficienti. Eppure no: i capi dei sacerdoti lo volevano morto. Pilato si sentì costretto a far loro il favore, ma solo dopo che fosse stato posto in chiaro che la decisione di ucciderlo non sarebbe stata sua» (Gli ultimi giorni di Gesù, San Paolo 2010, p. 33).

“Poco più di uno scocciatore”, pensava Pilato a proposito di Gesù. Talmente “scocciatore” che il nome di quel remoto prefetto romano è impresso in modo indelebile nella storia umana e oggi, oltre 2000 anni dopo, la notizia del ritrovamento di un anello con il suo nome è diventata d’interesse per milioni di persone in pochissimo tempo. Tutto grazie a quello “scocciatore”, che ha sconvolto l’esistenza dell’umanità anche in seguito a quella terribile decisione di Ponzio Pilato.

La redazione

31 commenti a Scoperto l’anello di Ponzio Pilato, un’altra prova della storicità del prefetto dei Vangeli

  • lorenzo ha detto:

    @Mister R.
    Visto che questo articolo tratta della storicità di un personaggio evangelico, ti rispondo qui sulla data della nascita di Gesù anche perché mi sono accorto che, erroneamente, ho scritto che ritenevo che Erode fosse morto nell’1 a.C..
    Io ritengo che Erode sia morto tra il 15 e il 20 marzo dell’1 d.C., qualche mese dopo l’eclisse di luna del 29 dicembre dell’1 a.C. ed un paio di settimane prima della Pasqua del 28 marzo dell’1 d.C.;
    non saprei definire con esattezza il giorno preciso della nascita di Gesù ma ritengo che sia nato tra gli ultimi giorni del dicembre del 2 a.C. ed i primi giorni del gennaio dell’1 a.C., quando i pastori pernottavano all’aperto a motivo della nascita degli agnelli che avrebbero dovuto essere sacrificati nella Pasqua del 7 aprile dell’1 a.C..

    • salvatore ha detto:

      Sul mese e l’anno di nascita di Gesù Cristo ci sono varie teorie: c’è chi dice che sia nato tra il 6 ed il 7 a.C. e chi sostiene che sia nato fra l’11 ed il 12 a.C. (ragion per cui avrebbe iniziato la sua vita pubblica a 46 anni e sarebbe morto a 48). Per quanto ne so io, esisterebbero varie prove a sostegno dell’una e dell’altra tesi.Io, per il momento, sono più propenso a credere nella seconda (“non hai ancora cinquant’anni e dici di aver conosciuto Abramo?”).

    • Mister R. ha detto:

      lorenzo

      Molto interessante, grazie.

  • salvatore ha detto:

    Per chi è disposto (sottolineo “disposto”) a credere all’esistenza storica di Cristo la notizia soprariportata non andrà che ad arricchire il bagaglio di prove a conferma e sostegno della propria fede; chi, invece, non “vorrà” credere troverà sicuramente delle ragioni per invalidarla. Dio ci lascia piena libertà: la fede non deve essere frutto soltanto di intelligenza, ma anche di amore.

    • Mister R. ha detto:

      Salvatore

      L’esistenza storica di Gesù è un fatto certo, nessuno storico credente o meno la mette in dubbio.

      • Sophie ha detto:

        Io ho avuto a che fare con una ragazza giovane che nella sua ottusaggine ha avuto il coraggio di dirmi che non Gesù è mai esistito.

        • Mister R. ha detto:

          Sophie

          Figli miei, penso spesso che la maggior parte dei cristiani che si dannano, si dannano a causa della loro ignoranza. (Giovanni Maria Vianney)

        • Onorios ha detto:

          Si dice ottusità , analfabeta. E ti confermo che fior di storici (che non conosci) manifestano a tutt’oggi seri dubbi sulla realtà dell’esistenza storica del tuo profeta. Siete revisionisti sui campi di concentramento e sulle complicità della vostra chiesa, e avete problemi ad accettare che ci sia anche chi dubita del vostro Gesù bambino ?

          • Brunello ha detto:

            E chi sarebbero questi storici? Odifreddi, che non è uno storico ci ha provato a negare la storicità di Gesù ma è stato ripreso da Papa Benedetto che gli ha anche indicato quali libri leggere

            • Onorios ha detto:

              Ratzinger e’ meglio se “riprende” la testimonianza che deve rendere in quel tribunale USA in merito alle coperture date ai suoi amici pedofili. Quanto alla non- storicità’ di Gesu’, e’ di fatto un’opinione condivisa da parecchi professionisti. il fatto che tu non ne sia al corrente, non mi toglierà’ il sonno. credi pure alle tue stronzate, tranquillo.

              • Brunello ha detto:

                Il fatto che tu non sappia nulla dell’argomento non mi toglierà il sonno, del resto sei in buona compagnia, Odifreddi fece una figuraccia memorabile

      • salvatore ha detto:

        Infatti, Mauro Biglino non è uno storico.

  • Cristiano ha detto:

    Di conferme dell’esistenza di Ponzio Pilato non credo che ce ne sia bisogno, né il nostro reperto può andare in questa direzione (sarebbe un’evidente petizione di principio). Lasciando da parte altri aspetti, non meno significativi, l’immagine del vaso mi fa pensare più al sigillo di un mercante che a un magistrato romano.

    • lorenzo ha detto:

      Il sigillo di un mercante con impresso, in lettere greche, il nome Pilato mi sembra alquanto strano: sono più propenso a ritenerlo, al limite, appartenuto a qualche funzionario incaricato dallo stesso Pilato a sovraintendere o al controllo del commercio e movimentazione dei vini o alla loro fornitura per la tavola del procuratore.

  • Nehemia ha detto:

    vi pare vero che un governatore romano feroce (che si dice che masacrava I samaritani ) stava davanti alla folla offrendo opzioni da scegliere o che ascoltava tanto i sacerdotti giudei ?

    • underwater ha detto:

      Si, se era un uomo di Seiano (prefetto del pretorio decapitato da Tiberio il 1 gennaio 30 d.C.) e i sommi sacerdoti, messi li non per lignaggio, ma da Tiberio, ti dicono “se lo liberi non sei amico di Cesare”.