«No a missione verso gli ebrei»: Ratzinger corregge don Tullio Rotondo

Benedetto XVI e la conversione degli ebrei. Ratzinger interviene per precisare l’errore commesso da un teologo tedesco nel riportare il suo pensiero ma, così facendo, smentisce anche don Tullio Rotondo, un prete-blogger, collaboratore de La Nuova Bussola Quotidiana e una celebrità nel mondo antipapista.

 

«La “Nostra Aetate” non ha mai detto che non dobbiamo fare una missione verso gli ebrei, né mai alcun documento magisteriale ha potuto affermare una tale assurdità!». A scriverlo è don Tullio Rotondo, parroco del paesino di Gallo Matese (Molise), 533 abitanti, che da tempo ha ingaggiato su Facebook una lotta senza esclusione di colpi contro Papa Francesco.

Don Tullio, collaboratore de La Nuova Bussola Quotidiana, se l’era presa con l’Osservatore Romano ed in particolare con il cardinale “modernista” Walter Kasper, tuttavia quella che ha definito “assurdità” è stata ribadita pochi giorni fa da Benedetto XVI (grande amico di Kasper, oltretutto). Con una insolita durezza, il Papa emerito ha voluto precisare il suo pensiero sulla relazione tra cattolici ed ebrei, malamente travisato dal teologo tedesco Michael Böhnke. Sono «stupidaggini grottesche e non hanno nulla a che vedere con quanto ho detto in merito», ha scritto Ratzinger, «il mandato della missione è universale – con un’eccezione: la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria semplicemente perché solo loro, tra tutti i popoli, conoscevano il “Dio sconosciuto”». Così, verso Israele, non vale la missione ma il dialogo sulla comprensione di Gesù di Nazareth, ossia se egli è «il Figlio di Dio, il Logos», atteso. Riprendere questo dialogo è «il compito che ci pone l’ora presente». Ebraismo e cristianesimo sono «due modi di interpretare le Scritture».

La questione è piuttosto chiara e ricalca il Documento pubblicato nel 2015 dalla Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, dove si esplicita che «i cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo anche davanti agli ebrei», ma occorre «comprendere l’evangelizzazione rivolta agli ebrei, che credono nell’unico Dio, in maniera diversa rispetto a quella diretta a coloro che appartengono ad altre religioni o hanno altre visioni del mondo. Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei».

Ma don Tullio Rotondo, grande sostenitore dell’ex nunzio Viganò e proclamatore delle dimissioni di Papa Francesco, non ne vuole sapere di lasciarsi «catturare dalle idee ebraiche», ricordando che tanti cristiani sono stati «uccisi da persone di religione ebraica», a partire da «nostro Signore Gesù». Così, nel suo sermone infuocato, il prete tradizionalista aveva invitato alla missione verso Israele perché «se gli ebrei pregassero di più Dio e si informassero meglio capirebbero» che hanno torto. «Noi dobbiamo utilizzare i metodi santi che Cristo ci ha insegnato e non i metodi diabolici hitleriani o simili. Ci può essere una missione verso gli ebrei? Rispondiamo: evidentissimamente si, essa ce l’ha e ce l’avrà sempre. Perciò gli ebrei si mettano in pace e pensino piuttosto ad aprire il cuore a Gesù Cristo!!».

Se Benedetto XVI oggi ricorda che Cristo ha inviato i suoi discepoli in missione presso tutti i popoli e tutte le culture, ad eccezione degli ebrei, il prete anti-Bergoglio è convinto che «la Chiesa è in perpetuo stato di missione anche verso gli ebrei: questo è un dato teologico che è radicalmente inconfutabile! Gesù ci ha mandato anzitutto a convertire gli ebrei, mai li ha ritenuti esenti dalla missione della Chiesa. Cristo è morto per convertire anche e prima di tutto coloro che professano la religione ebraica!». Don Tullio tiene anche a puntualizzare che «gli ebrei non hanno né la fede né la carità, loro hanno bestemmiato il nostro Dio!».

Se Benedetto XVI sostituisce la missione verso gli ebrei con il dialogo, don Rotondo predica che «il dialogo non può continuare. Il dialogo che la Chiesa cattolica instaura con le religioni è parte della missione della Chiesa verso tutti gli uomini (compresi gli ebrei)». Chi afferma cose «contrarie alla missione dei cristiani verso gli ebrei è fuori strada e le sue affermazioni sono radicalmente assurde». Non ci si deve permettere di «diffondere le tenebre nelle coscienze della gente, è più che mai necessario riportare la luce dalla Verità nel mondo e anche nella Chiesa militante». Il sermone del prete mediatico prosegue con un copia ed incolla da altri siti web (basta una ricerca con Google), facilmente riconoscibile dai toni pacati.

E’ evidente come il sacerdote tradizionalista che predica la confusione e l’ambiguità di Papa Francesco sta generando confusione e ambiguità proclamando un magistero alternativo e diametralmente opposto a quello della Chiesa cattolica. Non è semplicemente una grave responsabilità di un prete di un piccolo paese di campagna, perché don Tullio Rotondo è una celebrità nel network dei blogger che contrastano ogni azione dell’attuale pontefice: è stato chiamato da Riccardo Cascioli come affidabile “voce della Chiesa” ad “orientare i cattolici” per La Nuova Bussola Quotidiana e i suoi sermoni sono divulgati da Marco Tosatti. Tra titoli urlati, invocazioni a “stritolare Satana”, ammonimenti agli errori bergogliani, predicazioni su Youtube e selfie sull’altare mentre celebra la Messa tridentina, don Tullio Rotondo è seguito da centinaia di persone (e, cosa molto meno importante, ritiene UCCR un sito web gestito direttamente da Satana).

La solitudine dei nostri sacerdoti è un tema che andrebbe messo a tema da parte delle Conferenze Episcopali, sopratutto il preoccupante fenomeno dei preti mediatici che trovano nei social network la loro valvola di sfogo. Conosciamo bene i preti “progressisti” che combatterono aspramente Benedetto XVI dai loro blog, come don Giorgio De Capitani, don Paolo Farinella, don Aldo Antonelli, don Franco Barbero. Anche Papa Francesco ha i suoi nemici tra i preti-blogger, legati questa volta all’eresia del “tradizionalismo”: don Curzio Nitoglia, don Minutella (recentemente scomunicato), don Ariel Levi di Gualdo e i vari esponenti della Fraternità San Pio X. Un’eccezione in mezzo a tantissimi buoni pastori, ma un grosso problema a causa della visibilità loro donata dal web.

La redazione

53 commenti a «No a missione verso gli ebrei»: Ratzinger corregge don Tullio Rotondo

  • Laura ha detto:

    Purtroppo queste punte di antisemitismo sono una costante nel mondo tradizionalista, mi viene in mente su tutti Maurizio Blodet: https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Blondet#Critiche_e_aspetti_controversi
    Capisco che 533 anime sono poche, ma questo prete dovrebbe trovare altre occupazioni al di là di Facebook. E concordo: la solitudine è una brutta bestia.

  • QB ha detto:

    Così l’ex nunzio che moralizzava il Papa rubava al fratello disabile l’eredità, invece il prete che condanna l’ambiguità del Papa sta confondendo la fede dei cattolici. Devo dire che se la dottrina cattolica è difesa dal tradizionalismo siamo in una botte di ferro!

    • lorenzo ha detto:

      Dove hai letto che “rubava al fratello disabile l’eredità”?
      Per quanto ne so io, un giudice ha stabilito quali avrebbero dovuto essere gli interessi dovuti alla suddivisione di un’eredità depositata in un conto comune a due fratelli sacerdoti e che uno dei due, che come gesuita non avrebbe potuto gestire da solo per il voto di povertà, aveva prima deciso di mettere nel conto dell’altro fratello al fine di impiegare quei soldi per le missioni e poi ha voluto ritirare per depositare in altro conto comune con altra persona.

      • QB ha detto:

        Dove hai letto che “rubava al fratello disabile l’eredità”?

        Lo ha detto lo stesso fratello, don Lorenzo Viganò, al quale il giudice ha dato ragione: http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2018/2018-11-15/2018111540555651.pdf

        Ti ricordo che la viganolatria è un peccato mortale.

        • lorenzo ha detto:

          Io ti consiglierei di non limitarsi ad una conoscenza superficiale dei fatti, ma di approfondire un po’ meglio: detto questo credi quello che vuoi.
          Riguardo poi alla “viganolatria”, con me hai proprio sbagliato soggetto in quanto io sono sulle posizioni del card. Müller: lo conosci?

          • QB ha detto:

            Eh già, il grande Muller. Lo conosco bene, vai a leggerti l’intervista che ha rilasciato oggi a Tornielli…
            Povero lorenzo, ancora ci crede.

            • lorenzo ha detto:

              Perché non parli chiaro e mi dici cosa avresti da ridire sul card. Müller?

              • Ignorante ha detto:

                Che pure lui cambia idea spesso. Non ricordi la prefazione a Buttiglione e l’ultima intervista? Siamo umani

              • QB ha detto:

                Ma sei andato a cercare la sua ultima intervista a Tornielli o fai finta di niente?
                Troverai splendide chicche contro chi “mette sotto accusa il Papa” e scommetto che non lo citerai più a sproposito, ora ti rimane solo Lefebvre.

                • lorenzo ha detto:

                  E tu credi che non abbia letto attentamente l’ultima intervista del card. Müller pubblicata su “Vatican insider” e non sia d’accordo con lui quando afferma che «Nessuno ha il diritto di mettere in stato d’accusa il Papa né di chiedergli di dimettersi!»?
                  Solo perché nella tua testolina di coccio sei convinto che chi cercare di approfondire determinati fatti sia un viganolatatra credi veramente che io lo sia?

                  • QB ha detto:

                    Peccato che quando Viganò chiese le dimissioni del Papa tu eri lì ad applaudire, credi forse di scappare dalle tue azioni?

                    Perdi tempo nel salvare Viganò dalla condanna del giudice ma non hai perso tempo per ricordare a Viganò la sua eresia quando voleva le dimissioni del Papa. Il solito doppiopesimo degli ipocriti.

        • lorenzo ha detto:

          Riguardo poi alla tua affermazione che “rubava al fratello disabile l’eredità”, nel link che mi hai indicato leggo:
          “«Mio fratello», racconta, «mi ha derubato». Il pm archivia escludendo ogni stato di infermità o deficienza psichica”.
          Se dunque il pm archivia l’accusa di furto che avrebbe fatto scattare la causa penale e scatta invece la semplice causa civile per la suddivisione dell’eredità più eventuali interessi, come puoi sostenere che il fratello è stato derubato?
          Non credi che sarebbe il caso di evitare di linkare articoli che danno torto a quanto sostieni?

          • QB ha detto:

            Viganò è stato condannato!! Lo capisci? Condannato! Il pm non ha archiviato un bel nulla e ha proprio smentito Viganò che ha mentito dicendo che suo fratello era affetto da infermità mentale per potergli sottrarre l’eredità.

            La tua viganolatria ti fa cambiare la condanna di Viganò per l’assoluzione di Viganò, Viganò rubava l’eredità al fratello disabile e Tullio Rotondo sparge ambiguità mentre accusa il Papa di ambiguità. Questo è il sottobosco di letame che sta infestando le colonne della Chiesa.

            • lorenzo ha detto:

              Ma riesci a capire la differenza tra una causa penale per furto ed una causa civile per divisione di eredità?

              • Ignorante ha detto:

                E basta con sto Vigano’, Ratzinger, muller, Bergoglio la fantasia e’ veramente al potere.

                Una volta si vociferava che la conversione degli ebrei era necessaria per la Parusia . Una volta i papi emeriti non esistevano. Non parlavano. E se parlavano venivano prima imprigionati poi santificati, post mortem (Celestino V). Visto che Vigano’ può dire delle verita’(non dubito) ma non le prova!, pure questo condannato sotto può dire delle verita’.

                • Ignorante ha detto:

                  50827 è il tuo codice di Facebook. Laz+nxCarLW

                  • Ignorante ha detto:

                    Non prende il link. Guarda: Vigano’, l Asia Argento del Vaticano di Luigi Bisignani.
                    Poi guarda Vigano’ MC carrick presentazione del 2012

                • Antonio Schiavi ha detto:

                  Ma cosa deve provare, e in che modo poi? Con tutti i casi che sono successi ti servono ancora prove riguardo alla connivenza di buona parte della gerarchia ecclesiastica?

                  • Ignorante ha detto:

                    @ Antonio schiavi

                    Viganò ha fatto nomi e cognomi ma non ha provato nulla. In quanto a capire come applicava la regola presunta di Ratzinger contro MC carrick guarda il video del 2012.

                    Ha detto giusto il Papa: si commenta da se.
                    https://youmedia.fanpage.it/video/aa/W4e84-SwVaMxbWxW

                  • QB ha detto:

                    Peccato che Viganò abbia solo voluto colpire Papa Francesco, prima intimandogli le dimissioni e poi facendo marcia indietro quando si è capito che la sua accusa era una balla. Figurati se Viganò voleva davvero denunciare la connivenza della gerarchia cattolica, proprio lui che era l’amicone di McCarrick, che lo premiava pubblicamente e ci celebrava messa assieme. Ma possibile che non ce la fate proprio??

      • Antonio Schiavi ha detto:

        Ragazzi qui mi sembra che si stia vedendo la pagliuzza e non la trave. Il problema è etico e riguarda comportamenti infami da parte di molti prelati.

        • lorenzo ha detto:

          Se si parla di determinati fatti che riguardano mons. Viganò io rispondo su quei determinati fatti.
          Quando si parlerà di qualche prelato che “meglio sarebbe per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”, risponderò su quel prelato.

  • giorgio baldrati ha detto:

    Matteo 15 :
    [24] Ma egli rispose: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele”.

  • EMANUELE ha detto:

    Scusate se mi intrometto.
    Non conosco il sacerdote di cui parlate.
    Andrebbe invece approfondito il pensiero di Benedetto XVI cioè se lui parla da teologo privato.
    Il Magistero è chiaro sulla missione della Chiesa secondo il mandato cristologica di predicare il Vangelo a tutte le nazioni. Tutte.
    La dichiarazione dogmatica Dominus Iesus del 2000 fa estrema chiarezza a riguardo.
    Per quanto riguarda il dialogo esso, come afferma San Paolo VI nella enciclica Ecclesiam Suam del 1965, deve essere fatto al fine di convertire (punto 70) e rimanendo fedeli alla Verità tutta intera (punti 90-91-92).
    Questo tipo di dialogo fu menzionato dal cardinal Ratzinger nella conferenza stampa di presentazione della Dominus Iesus come il modo corretto di intendere il dialogo contro un non corretto dialogo, che Ratzinger definì ideologia del dialogo, ovvero dialogare tra posizioni paritetiche senza nessun fine se non quello di dialogare.
    Ma Ratzinger ricordava in quella conferenza stampa che il cattolico ha la Verità e la deve a tutti annunciare.
    San Paolo nella Lettera ai Romani è chiaro sulla posizione degli ebrei che non hanno riconosciuto il Messia. E tutta la Tradizione e il Magistero costante si sono mossi in tal senso (da ultimo la Dominus Iesus). La Nostra Aetate che è una dichiarazione pastorale (quindi va letta secondo la dottrina di sempre) è chiara in tal senso: è da leggersi secondo l’ermeneutica della continuità sostenuta già da San Paolo VI poi San Giovanni Paolo II e da Benedetto.
    Niente è cambiato quindi e leggendola la NA è chiara, al di là del dialogo conciliante e di apertura, come è giusto che sia, verso gli ebrei.
    Se gli ebrei non avessero bisogno di conversione al Cristo come sono spiegabili, del resto, i casi eclatanti di conversione dell’ebreo Alphose Ratisbonne in Sant’Andrea delle Fratte a Roma il 20 gennaio 1842 dopo aver avuto la visione della Madonna e del rabbino Israel Zolli nel settembre del 1945 che si fece battezzare col nome di Eugenio Pio (In onore di Pio XII), conversione avvenuta dopo una visione di Gesù.
    Poi nel Vangelo Gesù dice “Io sono la Vie, la Verità, la Vita, non si va al Padre se non attraverso Me”. Allora lo Spirito Santo, lo Spirito del Cristo soffia dove vuole e come vuole, ma grazie, come dice la DI citata, proveniente dalla Chiesa di Cristo, la Cattolica, dove la Verità di salvezza è conservata tutta intera. Si possono salvare allora tutti gli ebrei che pur non entrando fisicamente nella Chiesa (per, come dice il Magistero, invincibile ignoranza) vivono bene rispettando la Legge per Amore. Allora questi saranno vivificati ugualmente dallo Spirito, uniti in Carità a Cristo e in spirito alla Chiesa (questo ragionamento è stato espresso dai Papi da Pio IX in poi, San Giovanni Paolo II ne parla nella enciclica Redemptoris Missio del 1989). Ma lo Spirito soffia a loro grazie alla Chiesa. Certo è che questa strada potremmo definirla straordinaria. La via ordinaria per la salvezza rimane quella della conversione al Cristo e del battesimo per entrare nella Chiesa.
    Scusandomi della lunghezza, un saluto a tutti e buona serata in J et M

  • Vincenzo ha detto:

    Che Israel debba essere evangelizzato non v’e’ dubbio. Innanzitutto, Gesu predica ed evangelizza tutto Israele nei 3 anni della sua vita “pubblica”. Poi, tutti gli apostoli furono mandati e sparsi, per la Gloria del Vangelo, per tutto il mondo, tranne l’apostolo Giacomo, il fratel-cugino del Signore Dio Gesu Cristo, che ebbe mandato di restare in palestina.
    Infine, Gesu stesso nel Vangelo dichiara e profetizza che “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi I primi”.
    E questa è la Verita.
    Tutto il resto o sono chiacchiere di prelati troppo amanti del mondo ovvero troppo amanti di satana.

  • giorgiobaldrati ha detto:

    in risposta ad ignorante :

    più teologi e meno critici farebbero un mondo migliore .

  • D.T. ha detto:

    “Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei”

    Qualcuno che abbia le palle per documentare la missionarità religiosa verso gli àbbrei nello Stato Pontificio lo abbiamo? Giusto per sconfessare questa fregnaccia cortesemente…e badate non sto intendendo la politica nei loro riguadi, paarlo solo di cose religiose.
    Per cortesia dai, fatevi avanti così ridiamo!

    • lorenzo ha detto:

      Significa che gli ebrei credenti, e ribadisco credenti perché molti di quelli che si dichiarano ebrei sono in pratica atei, per essere battezzati hanno solo bisogno di riconoscere, come ha fatto San Paolo, che Gesù è il Messia.
      Non è che, per caso, non vedi la differenza tra il dover comprendere sia l’AT ed il NT ed il dover comprendere il solo NT?

      • D.T. ha detto:

        Mia pare ci sia scritto e si sotenga che la Chiesa Cattolica “non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale”. Ora guardiamoci in faccia…ci sono gli atei, i pagani,gli ebrei e gli eretici.
        Nessuno si sognerebbe di trattare tutti allo stesso modo ed io a scanso di equivoci non sono marcionita come vilmente accusi.
        Da ciò a negare che gli ebrei non vadano convertiti ce ne passa ed è grottesco che la Chiesa Cattolica sconfessi sia la sua dottrina che la sua disciplina canonica che la liturgia.
        Guardate allo stato pontificio cosa attestò e fece e poi ne riparliamo perché tutti cianciano ma la storia rimane

  • Carlone ha detto:

    Don Ariel Levi di Gualdo ? L’ articolista ha mai letto qualcosa del Don ?

  • vincenzo da torino ha detto:

    Infatti mettere Don Ariel tra gli oppositori dei papa francesco è un grosso abbaglio imperdonabile di chi non lo ha mai letto e capito. Sarebbe bene che qualcuno provveda a rettificare. Intanto dal suo blog Don Ariel vi ha già pettinato per bene.he scivolone!

  • PetrusLXXVII ha detto:

    Non solo.. le eminenze grigie in questione usano Padre Ariel, come altri (tipo Müller), a loro uso e consumo.. lo hanno citato nella requisitoria pro-AL quando serviva, ora viene retrocesso tra gli eretici. Davvero razionali, molto razionali.

    • lorenzo ha detto:

      Ecco alcune recenti affermazioni del card. Müller su AL:
      “La sua (si parla del Papa) autorità si estende sulla Fede rivelata della Chiesa Cattolica e non comprende le opinioni teologiche personali o dei suoi consiglieri. Forse mi si potrà accusare di interpretare Amoris Laetitia in chiave ortodossa, ma non possono affermare che io abbia deviato dalla dottrina Cattolica.
      Il magistero dei vescovi e del Papa è sottoposto alla Parola di Dio come si trova nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e deve essere al Suo servizio. Non è cattolico credere che il Papa sia una persona che riceve la Rivelazione direttamente dallo Spirito Santo, e che può interpretarla in base ai suoi desideri mentre il resto dei fedeli devono seguirlo ciecamente e in silenzio. Amoris Laetitia deve assolutamente concordare con la Rivelazione, non dobbiamo essere noi a dover concordare con Amoris Laetitia, quantomeno non nelle interpretazioni eretiche che contraddicono la Parola di Dio.”

    • QB ha detto:

      D’altra parte tu usi Benedetto XVI per combattere Francesco e questo non solo non è razionale ma oserei dire che è blasfemo.

  • Fabio Moraldi ha detto:

    Giusto per capire il profumo di Vangelo che emana dall’umile pastore don Ariel Levi di Gualdo:

    Il linguaggio di Don Ariel è assolutamente inaccettabile perché si rivolge ai propri interlocutori in modo non soltanto indignitoso, ma anche insultante. In particolare S.E. Mons. Negri tiene a chiarire di essere intervenuto più di una volta negli ultimi mesi, in “camera caritatis” su don Ariel, perché modificasse il linguaggio dei suoi interventi. Anzi, negli ultimi tempi ha ricevuto risposte dettate da atteggiamenti di arroganza. L’Arcivescovo confiderà tutta la vicenda al suo successore, perché vengano prese quelle decisioni disciplinari, e addirittura canoniche, che adesso eccedono dall’ambito del suo potere e della sua responsabilità. E’ un atteggiamento, quello di questo “giornalista” che avvilisce l’intera Chiesa di San Marino-Montefeltro e che riempie di tristezza tutti coloro che soffrono nella Chiesa e per la Chiesa, ma non hanno mai inteso fare soffrire la Chiesa

    .

    S.E. Mons. Luigi Negri

    P.S.
    Cari tradizionalisti, continuate pure a seguire e difendere i lupi travestiti da agnelli.