Il pasticcere cristiano perseguitato dall’odio Lgbt, suo nipote si converte: «E’ un eroe»
- Ultimissime
- 25 Nov 2018
Il pasticcere di Denver negò torna ad una coppia gay. La Corte Suprema lo ha assolto e Jack Phillips è diventato un simbolo della libertà religiosa, vittima di odio, vandalismo e minacce di morte. Ha resistito in pace e serenità, diventando un testimone e cambiando la vita di chi gli è stato vicino.
Ha visto lo zio resistere cristianamente alla persecuzione arcobaleno, così il nipote di Jack Phillips si è lentamente convertito. Della vicenda ne avevamo parlato quest’estate, lui è il pasticcere di Denver (il “pasticcere omofobo”, come viene chiamato sui media), Jack Phillips, ormai famoso in tutto il mondo. Non per i suoi dolci, ma perché è diventato il simbolo internazionale della libertà religiosa e colui che è riuscito a sconfiggere la dittatura Lgbt.
La Corte Suprema degli Stati Uniti, infatti, ha ribaltato i giudizi di condanna di altri tribunali assolvendo il pasticcere cristiano per essersi rifiutato di preparare una torta speciale in occasione del matrimonio di due persone dello stesso sesso, evento che confliggeva con i suoi valori morali e religiosi. E’ stato denunciato e perseguitato mediaticamente per anni, tra minacce di morte e vandalismo al suo negozio, fino alla completa assoluzione nel giugno scorso con votazione favorevole di sette giudici su nove (compresi due giudici legati a Barack Obama): «le obiezioni religiose e filosofiche al matrimonio gay sono idee protette», ha concluso la Corte.
Un caso che ha creato un precedente importantissimo, tanto che pochi mesi dopo anche la Corte Suprema britannica ha assolto due pasticceri per lo stesso identico motivo. Dopo l’assoluzione di Phillips, a Denver (Colorado), si è scatenata la grande festa della libertà e la sua pasticceria, la Masterpiece Cakeshop, si è riempita di attivisti e di nuovi clienti.
Ma le buone notizie per Jack Phillips non sembrano finite. Suo nipote, Sean, è rimasto impressionato da come lo zio è riuscito a resistere con pazienza ed umiltà cristiana alla persecuzione e all’odio da parte dei militanti Lgbt. «Ad un certo punto», hanno raccontato gli avvocati di Phillips, «Jack ha persino ricevuto una minaccia di morte quando sua figlia e suo nipote erano nel negozio. Li ha mandati nel retro a nascondersi mentre chiamava la polizia. Le minacce sono diventate così frequenti e gravi che la moglie di Jack, Debi, aveva troppa paura di entrare nella pasticceria».
Lo zio Jack è stato tuttavia un autentico testimone della letizia cristiana, subendo l’odio con tranquillità e senza reazioni fisiche. Sean, il nipote, al contrario era pieno di rabbia per quanto stava accadendo contro la sua famiglia ma, nel corso del tempo, ha voluto fare esperienza in prima persona della fonte che sosteneva moralmente la tenacia dello zio. Così, da sempre lontano e disinteressato dal cristianesimo, Sean «ha scavato nella Bibbia per comprendere il conforto che Jack aveva in Cristo e scoprire come poteva sopportare tali difficoltà con grazia e pace. E alla fine, Dio ha attirato Sean a Se stesso».
E’ stata anche la coraggiosa testimonianza di fratellanza degli altri cristiani di Denver a sconvolge il nipote. Lo stesso pasticcere ha dichiarato: «Siamo stati benedetti nel vedere tanti altri cristiani alzarsi in piedi coraggiosamente. Alcuni non erano affatto in piedi, e ora sono fermi negli insegnamenti di Dio. Questo è profondamente incoraggiante per noi e penso che sia una delle cose più belle che potrebbero accadere a chiunque in una situazione simile: sapere che altre persone vengono incoraggiate e, a loro volta, incoraggeranno gli altri. Questo ha davvero reso tutto ciò molto utile». Lo stesso suo nipote, Sean, sbalordito da tutto ciò, è «un uomo cambiato» e sta «facendo i primi passi con Gesù».
La lobby gay non si è comunque arresa e dopo l’assoluzione ha inviato nella pasticceria di Jack un avvocato transessuale che gli ha chiesto (provocatoriamente) una torta artistica per festeggiare l’anniversario del suo cambio di sesso. Ovviamente Phillips è rimasto coerente e si è gentilmente rifiutato, perché creare un’opera d’arte per celebrare qualcosa che moralmente non condivide? Così, è stato denunciato una seconda volta, per lo stesso motivo. Seguiremo anche questo caso, sapendo che comunque ha già moralmente vinto.
La redazione
129 commenti a Il pasticcere cristiano perseguitato dall’odio Lgbt, suo nipote si converte: «E’ un eroe»
Farò pervenire al sig. Phillips uno di quei cartelli “In questo esercizio non si servono ebrei”, debitamente sbianchettato e corretto con “omosessuali e transessuali”.
Non hai capito o forse come al solito non vuoi capire: non è che non serve omosessuali e transessuali, si rifiuta di fare dolci che simboleggiano concetti omosessuali e transessuali. È come se a te pasticcere, ti dicessi di farmi una bellissima torta a forma di Madonnina, altrimenti sei un cristianofobo da versare e da incarcerare. Questa tu la chiameresti inquisizione, ma se la fanno gli omosessuali allora va tutto bene.
Vessare*
Ma manco per niente.
Il vostro EROE si è rifiutato di preparare una normalissima torta, senza simboli o scritte, solo perché era destinata alla celebrazione di un matrimonio omosessuale.
Successivamente si è rifiutato di preparare una normalissima torta solo perché era destinata ad un transessuale. (fonte: New York Times).
Poi, “creatore di opere d’arte”. Chi sarà mai ‘sto cuoco? Benvenuto Cellini?
A quando la celebrazione dei ristoranti che non servono omosessuali?
Gianluca..continui a non capire una cippa di niente:
Il pasticcere non si è rifiutato di preparare una torta ad un omosessuale, si è rifiutato di preparare una torta in occasione della celebrazione di un ” matrimonio” fra omosessuali, cosa completamente diversa.
Successivamente , caro Gianluca ( ma non capisci proprio un c***o !) non si è rifiutato di preparare una torta ad u transessuale, si è rifiutato di preparare una torta celebrativa di un ” cambio di sesso”.
Ho posto “cambio di sesso” fra virgolette, Gianluca, per la semplice ragione che, ad oggi, nessuno ha mai cambiato sesso; quello che viene defito comunemente ” cambiamento di sesso non è nient’altro che una grossolana simulazion delle fattezze esterne del sesso opposto ma quanto a cambiare sesso..è tutto un altro paio di maniche.
Quindi, vediamo se ho capito bene.
Se un transessuale ordina una torta per mangiarsela da solo, va bene.
Se ordina la stessa torta per festeggiare il proprio cambio di sesso, il pasticcere può rifiutarsi di servirlo.
Se due gay vanno in ristorante a parlare di lavoro, va bene.
Se due gay vanno in un ristorante per festeggiare l’anniversario delle loro nozze, il ristoratore può rifiutarsi di servirli.
Annamo bene direbbe la sora Lella.
…Che poi sembra una barzelletta, LOL
“Un transessuale entra in una pasticceria e fa:
– Buongiorno, vorrei una torta.
– A cosa le serve? – chiede il pasticciere”.
Polemica inutile di Gianluca. Non sono normali crostate alla marmellata ma sono opere d’arte realizzate appositamente per celebrare l’evento, dove la torta descrive ciò che si celebra.
Falso. Il procuratore generale della Corte Suprema ha dovuto ammettere che la torta commissionata era priva di simboli o parole “omosessualiste” e che sarebbe andata bene anche per un matrimonio eterosessuale. Tant’è che si è dovuto inventare la storia della torta come un'”opera d’arte”. Leggiti la sentenza.
Niente opere d’arte ai froci. Solo crostate del discount.
– Buongiorno. Siamo qui nel suo ristorante per festeggiare le nostre nozze gaie. Vorremmo assaggiare i suoi spaghetti alle vongole, ci hanno detto che sono un’opera d’arte.
– Io sono un Buon Cristiano, non metto la mia arte a disposizione per farvi festeggiare. Pigliatevi ‘sto riso in bianco
Il procuratore generale ha ammesso che il pasticcere ha legittimamente potuto rifiutarsi di preparare una torta artistica destinata a celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso (che tu chiami “froci”), ritenendo che l’obiezione al matrimonio gay è tutelato dalla Costituzione. Stiamo ancora attendendo che prepari una bella torta con la scritta “Sieg Heil” per festeggiare l’anniversario di Hitler, se non lo fai discrimini i clienti.
Questa vostra mania di paragonare nozze gay e inneggiamenti nazi è ributtante.
Abbiamo capito, le nozze gay ti fanno schifo. Se fossi un cuoco non gli faresti da mangiare per la cena nuziale, se fossi un sarto non gli prepareresti il vestito per il matrimonio, se fossi un agente di viaggi ti rifiuteresti di fargli i biglietti aerei per il viaggio di nozze, se fossi un tassista non gli accompagneresti al Comune per sposarsi, se fossi un parrucchiere non faresti l’acconciatura per il matrimonio alle lesbiche.
Perché sei un Buon Cristiano e soprattutto un obiettore di coscienza.
Qui si parla di “creare”, non di “preparare”. Ovvero mettere il proprio ingegno e la propria arte a favore di qualcosa di cui non si è moralmente favorevoli, per cui a nulla c’entra il taxi e l’agente di viaggi. La tua mania nel non capire mai i termini della discussione è ributtante.
@Franco
Non tutti i Buoni Cristiani sono artisti. Ma tutti i Buoni Cristiani dovrebbero fare obiezione di coscienza alle nozze gay. Anche i tassisti. Anche gli agenti di viaggio. E rifiutarsi di collaborare alle nozze con la loro attività.
Oppure solo gli artisti possono fare obiezione di coscienza?
“Fonte: New York Times” scrivi, E CERTO!
Ma io ti soddisfo come sempre, mio piccolo bimbo dispettoso, ecco cosa scrive a proposito il TUO New York Times 😀 : https://www.nytimes.com/2017/12/04/opinion/first-amendment-wedding-cake.html
Sai che ti dico? Di non andartene più dal blog, resta che sto trovando quasi divertente bullizzare la tua malafede 😀
Esticxxi non ce lo metti?
Ti è chiaro che ho usato la fonte del NYT solo per chiarire che al pasticcere non è stata richiesta una torta di forma fallica?
No, perché non è necessario che abbia la forma fallica, ma che SIMBOLEGGI un concetto contrario ai suoi valori, come tu stesso hai scritto “non aveva simboli né scritte, fonte new york times”. Io ti prendo il new york times e quello che ti dice è che non si può imporre la propria simbologia a chi ha valori antitetici con essa, quindi non soddisfatto di essere debunkerato da te stesso, ti aggrappi ancora sugli specchi dicendo: “eh ma io parlavo di forme falliche!”.
Ma piccolo, noi non siamo fessi 🙂
La torta richiesta era una normalissima torta di panna e crema. Cosa dovrebbe simboleggiare? Un piatto di spaghetti, un profiterole, un caffè, un bicchiere d’aranciata ordinato da una coppia gay, cosa dovrebbe simboleggiare?
Qui l’unica cosa simboleggiata è l’idiozia degli omofobi.
“Idiozia” degli omofobi che evidentemente la Corte Suprema non rileva…
Al di là di ciò, dovrebbe essere pacifico in un Paese che si dice pluralista e tutela la libertà economica permettere agli operatori economici sul mercato di rifiutare una quota parte della clientela, con tutte le conseguenze economiche che ne consegue (perdita di fatturato e profitti). Non dovrebbe essere neppure una questione da adire le vie legali, ma lasciata allo svolgersi del mercato. La clientela rifiutata si rivolgerà ad un altro esercizio commerciale, penalizzando il primo e avvantaggiando il secondo.
Un pasticcere ateo mica dovrà essere obbligato a preparare una torta per il battesimo di un bambino se egli ritiene il battesimo in sè una violazione dei diritti di quel bambino ed un indottrinamento forzato?
Un pasticcere con simpatie di sinistra dovrà essere obbligato a confezionare una torta per un gruppo di amici fascisti che intendono celebrare il compleanno del Duce?
Perché debbono essere costretti dallo stato a cooperare a qualcosa che essi ritengono un male?
Chi vende torte, normalissime e comunissime torte, a quello sì e a quello no, o a seconda dell'”uso” che ne verrà fatto, è un imbecille e basta. Sono torte, mica armi.
E comunque è tutto tranne che un EROE
Caro Gianluca, se un pasticcere gay (quindi non semplicemente omosessuale, bensì uno fermamente convinto della validità del matrimonio gay) riceve da un provocatore la richiesta di una torta con su scritto “W il matrimonio tra uomo e donna” e quello si rifiuta, chi tra i due sarebbe nel torto?
@gabriele
E dagli. La torta commissionata a quel pasticciere non conteneva nessuna scritta, nessun simbolo. Poteva andar bene per un matrimonio gay, per un matrimonio religioso, per una festa di addio al celibato.
E grazie che anch’io mi rifiuterei di preparare una torta con disegnata una svastica o raffigurante un rogo di eretici.
Sembra anche a me che ti contraddici, Gianluca, anche perché nella torta ci sarà stata una scritta o un qualcosa d’altro che ne spiegasse lo scopo, altrimenti non vedo come il pasticciere avrebbe fatto a scoprirlo. Inoltre non penso che il pasticciere avrebbe avuto problemi a servire una persona gay che gli avesse chiesto una normalissima torta, sicuramente questo sarebbe stato un fatto grave
Interessante, quindi ammette anche lei il principio che è giusto rifiutare un lavoro se si ritiene che vada contro i propri ideali, che abbia un significato per noi sbagliato.
Per quanto riguarda il resto, non ci siamo. Le torte realizzate per eventi specifici devono per forza avere riferimenti specifici a quegli eventi, è anche per questo che si va dai pasticceri, perchè facciano delle torte in tema. Lei se la immagina una torta di compleanno che non ha nè le candeline a forma di numero e nemmeno una scritta come ‘tanti auguri’ o ‘buon compleanno’?
Più sotto hai scritto che non prepareresti torte raffiguranti svastiche. A me non che tu non ti perda in sottigliezze formalistiche del tipo “ok alla torta per un raduno nazi, ma no a svastiche”, convieni che uno può rifiutarsi di preparare un dolce o chissà cos’altro in base all’uso che ne verrà fatto. Ergo, per autocertificazione, sei un imbecille.
Eroe lo è senz’altro per non aver ceduto, anche di fronte alle minacce di morte. Non dubito che per te eroici siano stati piuttosto gli autori delle missive.
Se preparare una semplice e comune torta mette in pericolo i tuoi ideali, sono ideali piuttosto loffi
Ma anche no. Semplicemente.
Se vengo a sapere che stanno preparando un raduno nazi vado dalla polizia. Altro che torte.
Non ci siamo, caro Gianluca, proprio non ci siamo, lei purtroppo tende a sviare il discorso. Qui stiamo parlando di una torta che doveva essere per un matrimonio gay ed è stata chiesta ad un pasticcere che ritiene il matrimonio gay sbagliato. Il pasticcere ha difeso la sua libertà di coscienza, perchè il vero cristiano non odia gli omosessuali, non chiede nemmeno di negare loro il diritto (questo sì) di stare insieme. Ma non accetta il matrimonio perchè la coppia omosessuale non possiede i requisiti necessari per sposarsi (donazione totale reciproca e apertura alla vita) quindi è un diritto del pasticcere non accettare un lavoro che significherebbe appoggio, seppur indiretto, a qualcosa che ritiene sbagliato. Volendo fare un esempio banale per illustrarle il meccanismo: la facoltà di medicina deve essere aperta a tutti, però poi è normale che non tutti riescano a diventare medico. Questo non perchè sono sub-uomini senza dignità, ci mancherebbe, più semplicemente non hanno i requisiti necessari per quella situazione.
Accidenti, allora lei dev’essere un nemico dell’intera categoria dei pasticceri! Ammetta che è un fan delle torte fatte in casa:D
@Gabriele
Quindi un ristoratore che viene a sapere che due clienti gay sono lì per festeggiare le loro nozze, può mandarli via, perché ritiene il matrimonio gay sbagliato?
Cosa cambia tra una torta e un piatto di spaghetti?
Ti ripeto, l’usanza di far mettere scritte o simboli sulle torte qui a Roma è considerata “cheap”, e probabilmente anche altrove. Una torta con le scritte qui si ritiene abbastanza pacchiana da andar bene per un matrimonio dei Casamonica 😀
Se vengo a sapere che stanno preparando un raduno nazi vado dalla polizia. Altro che torte.
Con l’esito prevedibile che la polizia, anziché perdere tempo con te, ti rida dietro… soprattutto se il raduno è pacifico e fatto sulla proprietà privata di uno dei partecipanti
Vediamo di sintetizzare la tua posizione:
a) sì alla possibilità per chiunque di rifiutare la clientela solo però nei casi che piacciono a te, sulla base della tua personale concezione di giusto e sbagliato;
b) se la casistica esce dalle tue categorie di giusto/sbagliato (a questo punto tocca ammettere che tu vorresti che esse si impongano erga omnes), nel migliore dei casi, accuse pubbliche di imbecillità;
c) se ciò non è sufficiente, incriminazione per il rifiutante, stante la criminalizzazione di opzioni di coscienza da te non condivise.
Non male come programma di uno che si proclama (ne sono certo) laico, liberale, tollerante, ecc.
@Michele
Non sapevo che i raduni nazi potessero essere consentiti dalla legge. Meno male che ci sei tu a dirmelo.
Tralsciando le tue altre parole in libertà, perché piuttosto non mi spieghi che differenza c’è tra quel pasticciere e un ristoratore che manda via due gay che sono lì per festeggiare le loro nozze?
Cambia il tipo di servizio e la differenza tra diritto e le sue possibili estensioni. Nel caso da lei descritto, il ristoratore sbaglia, perchè impedisce a delle persone di usufruire di un loro diritto, cioè il diritto di ogni cittadino, previsto anche dalla legge, di entrare in un locale pubblico. Quindi il suo no li danneggia, privandoli di un servizio che invece spetta loro legittimamente. Nel caso della torta, invece, non è in discussione il diritto dei due omosessuali di frequentarsi (cosa che il rifiuto della torta non impedisce di certo) ma una sua eventuale estensione che arriva fino al matrimonio. E con questa estensione che il pasticcere non è d’accordo, e si è avvalso della sua libertà di coscienza come suo diritto per dire no. I diritti, caro Gianluca, sono universali ma le loro estensioni no, perchè allora la tentazione di trasformare i desideri in diritti prende il sopravvento, e visti che i desideri possono essere illimitati, come pure le situazioni della realtà, be allora le cose cominciano ad incasinarsi^^.
Si vede allora che seguiamo tradizioni diverse. Del resto il mondo è bello perchè vario, no? 😀
@Gabriele
Senza offesa, ma ti stai arrampicando sugli specchi.
Stai dicendo più o meno che il ristoratore o il pasticcere (entrambi esercenti di locali pubblici) non possono rifiutarsi di servire i gay che festeggiano le loro nozze se la torta o gli spaghetti li mangiano lì, mentre possono rifiutarsi se fanno take-away e se li portano a casa.
Come dire:
– Buongiorno, stiamo festeggiando le nostre nozze gay. Ci dia una torta.
– Solo se la mangiate qui. Se ve la portate a casa, col cxxxo che ve la do. Sono obiettore di coscienza (sic).
Ma poi scusa, Gabriele, sono sicuro che al posto di quel pasticciere tu la torta l’avresti preparata. Non avresti discriminato nessuno. L’avresti preparata a un gay, a un transessuale, a un musulmano, a un ateo. Non ti saresti chiesto a cosa gli serviva, come se della torta potesse farsi altro uso se non quello di mangiarla. Perché devi difendere a tutti i costi un omofobo?
Niente affatto, non è una questione di luogo, ma di motivi, di perchè, e della nostra considerazione nei confronti di quel perchè. I gay che festeggiano nel locale usufruiscono di un diritto che spetta loro in quanto cittadini che vogliono usufruire di un locale pubblico. Per questo il ristoratore non può impedire loro l’accesso al suo locale (come qualcun’altro non potrebbe negarlo a neri, ebrei, ecc). Nel caso del pasticcere il problema non riguardava mica il luogo dove si sarebbe eventualmente consumata la torta (e neppure vietava l’accesso al suo locale), si trattava del motivo per cui era stata chiesta: per un matrimonio gay, ma il pasticcere è contrario a quest’ultimo, quindi ha detto no. Questo no non ha leso nessun diritto della coppia omosessuale, perchè non gli ha impedito di entrare in un locale pubblico e soprattutto non ha leso il loro diritto di stare insieme.
Omofobia è una parole brutta, non solo per il suo significato, ma anche per il rischio di affibbiarla ad ogni pensiero che risulta non pericoloso, ma più semplicemente è diverso, e proprio per questo il politcal correct la trova imperdonabile.
Torniamo la discorso tra diritti universali e loro eventuali espansioni: la pasticceria è un luogo pubblico, gli omosessuali, transessuali, musulmani, atei, hanno il diritto di entrarci in quanto cittadini. Il pasticcere ha il dovere di servirli e non risulta che Jack Phillips abbia mai vietato a qualcuno l’accesso al suo locale. Qui finisce la parte del diritto e si entra in quella delle estensioni: perchè serve quella torta? Il cliente non ha bisogno di specificare se si limita a scegliere un dolce che è già esposto o se dice semplicemente “voglio una torta” (lasciando magari intendere che poi all’abbellimento provvederà da sé). Nel nostro caso non c’è stata una richiesta neutra, si è voluta una torta per un matrimonio gay, ed è legittimo essere in disaccordo con quest’ultimo, perchè non è affatto una ovvia e naturale estensione del diritto di stare insieme, che invece non deve essere toccato. Le estensioni dei diritti si possono (e a volte si devono) criticare, i diritti no. Quindi Jack Phillips non ha violato nessun diritto, ma fatto valere il proprio diritto di critica e di espressione, senza impedire alla coppia omosessuale di entrare nel suo locale o di stare insieme.
E anche io non avrei fatto una torta per un matrimonio gay, così come non farei una torta ad un ateo che mi dicesse “voglio scritta con la crema questa bestemmia pazzesca” e ad un musulmano che mi chiedesse sulla torta una immagine di Asia Bibi impiccata.
E poi, anche lei ha detto che non realizzerebbe mai una torta con sopra una svastica o un rogo di eretici e non credo che farebbe dipendere il suo giudizio dal luogo in cui si dovrebbe consumare la torta.
@Brunello
Non risulta da nessuna parte che i committente abbiano chiesto scritte o simboli sulla torta. Nemmeno nella sentenza della Corte Suprema. Tra l’altro, sarà, ma nelle torte nuziali che ho visto non ho mai letto scritte come “Evviva gli sposi!” o roba del genere. A Roma, almeno, l’usanza di mettere scritte o simboli sulle torte, nuziali e non, non mi sembra particolarmente diffusa. A Denver, non so.
Ciò detto, il pasticcere può aver facilmente scoperto che la torta era una torta nuziale in un sacco di modi. Con ogni probabilità glielo avranno “ingenuamente” detto gli stessi committenti.
Quindi, sì, il pasticciere si è rifiutato di preparare una normalissima torta a degli omosessuali, proprio perché era destinata ad essere mangiata dagli invitati alle nozze. Se se la mangiava il committente da solo, non ci sarebbe stato nessun problema.
Va bene, questa è la favola a cui ti piace credere, per il resto ci sono il nyt e la Corte Suprema che hanno sostenuto tutt’ altre cose, puoi però sempre proporti come membro della Corte statunitense o come giornalista di fatti statunitensi e correggere i loro errori con la tua onniscienza 🙂
@Gabriele
Continui a ciurlare nel manico.
Te la metto ancora più chiara. Il tuo ragionamento suona così:
– Buongiorno, vorremmo una torta. IL MOTIVO è che vogliamo festeggiare le nostre nozze gay.
– Se è questo IL MOTIVO, col cxxxo che ve la vendo. A meno che non la mangiate qui, perché è un esercizio pubblico ed è un vostro diritto. Ma se ve la portate a casa, manco morto.
La torta richiesta per il matrimonio gay era normalissima, senza simboli o scritte (e cento). Che c’entrano le torte con le bestemmie o con gli impiccati?
Gianluca, Gianluca, perchè non vuole capire? Comincio ad intristirmi ;_;
Ok, ricominciamo:D Non è un problema di locazione, io ho citato l’esempio del luogo pubblico per farle capire che se stessimo parlando di qualcuno che vieta ad un omosessuale di entrare nel suo locale, allora sarebbe nel torto, perchè è un luogo pubblico e l’omosessuale ha il diritto di entrare in un luogo pubblico, come tutti gli altri cittadini. La questione di cui stiamo discutendo è un altra: la richiesta di una torta per un matrimonio gay è accettabile per chi ritiene sbagliato tale tipo di matrimonio? Non si tratta di dove si dovrebbe consumare sta torta (che ormai dopo tutti questi battibecchi avrà pure cominciato a guastarsi^^) ma del perchè, ed è a questo perchè che Jack Phillips si è opposto, perchè creare una torta per quello scopo gli sembrava un appoggio, anche se indiretto, in qualcosa che non riteneva giusto. La torta poi la potevano consumare dove gli pareva, per il nostro Jack il problema non era se dentro o fuori il suo negozio, ma il motivo per cui volevano il dolce.
C’entrano, c’entrano. Le torte con le decorazioni specifiche per eventi specifici, in base a quanto afferma lei, saranno strane a Roma, mon ami, ma qui stiamo parlando di una torta mancata in America. Si sa che questi americani a volte sono un pò pazzarielli 😀
Ci provo un’ultima volta, poi ci rinuncio.
Capisci o no che l’omosessuale non ha solo il diritto di entrare in un luogo pubblico, ma di essere servito come tutti gli altri?
Capisci o no che non c’è nessuna differenza tra il rifiutarsi di servire a due sposi gay che vogliono festeggiare un piatto di spaghetti da consumarsi al ristorante o una torta da consumarsi altrove?
Se due omosessuali che vanno a sposarsi ti chiedono di aiutarli a far partire la macchina con la batteria scarica, che fai? Li aiuti, o gli dici “Mi dispiace, ma sono un buon cristiano, un obiettore di coscienza, non vi aiuto e spero che il vostro matrimonio salti”?
Gianluca ha capito benissimo, cerca di tenere viva un’obiezione che è morta fin dal principio.
Appositamente scambia la torta artistica con una crostata di mele e il gioco è fatto.
Mentre il lavoro di Phillips non è realizzare crostate ma è il “Cake Design”, ovvero realizzare torte artistiche per celebrare specifici eventi, create dunque su commissione e dove la torta simboleggia l’evento.
Dunque al pasticcere è stato chiesto di contribuire a festeggiare un matrimonio gay attraverso la sua arte, ideare una torta che celebrasse l’unione matrimoniale di due omosessuali. E’ evidente la forzatura ed è evidente che è ben diverso che vendere a due omosessuali una crostata realizzata il giorno prima ed esposta sul bancone.
Anche i bambini hanno capito quanto accaduto (e la Corte Suprema ha dato ragione a Phillips, oltretutto). Ma Gianluca fa i capricci e cerca ogni appiglio per polemizzare.
Ok;)
Certo, e non l’ho mai negato mi sembra.
E lei capisce che nel primo caso c’è discriminazione perchè il gestore si rifiuta di svolgere un dovere connesso al suo avere un locale pubblico, quindi aperto a tutti (e perciò anche agli omosessuali) mentre nel caso di Phillips no? Perchè lui non ha impedito agli omosessuali di entrare nel suo negozio e di servirsi da lui, ha espresso la sua contrarietà alla realizzazione di una torta per un matrimonio gay, che lui ritiene sbagliato, e quella torta gli appariva una accettazione implicita, un appoggio indiretto, a qualcosa che ritiene sbagliato, quindi ha fatto valere il suo diritto di critica e di espressione. Perciò nel primo caso il ristoratore è colpevole perchè viola il loro diritto di usufruire dei servizi di un luogo pubblico come tutti gli altri cittadini, nel caso del pasticcere no, non è stato violato nè il loro diritto di accesso e di servirsi, nè il loro diritto di stare insieme.
Questo è un caso diverso. Qui sarebbe giusto aiutarli sia perchè altrimenti sarebbe un gesto da cafoni, sia perchè la macchina potrebbe servirgli parecchio in futuro per altre cose. Metta per esempio che devono correre in ospedale per una cosa grave e non possono perchè hanno la batteria scarica per colpa mia.
in pace
Voi che siete così avanti, come mai non afferrate il parallelismo tra le torte gay e le croci imposte dove non dovrebbero esserci,
in quanto càpita che nei tribunali, nelle scuole, negli ospedali e nelle sale consiliari dei comuni che ci possano essere, e ci sono,
persone che hanno valori antitetici con esse? Non sarete fessi, ma un po’ incoerenti sì.
Ahahahah paragonare una torta gay alla croce: un alimento senza storia, senza contenuto, che simboleggia solo una pulsione paragonandolo a Cristo messo in croce, fondamento storico, culturale e morale di tutto l’ Occidente nei secoli dei secoli. Bellissimo.
‘fondamento storico, culturale e morale di tutto l’ Occidente nei secoli dei secoli’ — Dài, nun te allarga!…
Intanto le torte esistono da ben prima delle croci, a dimostrazione che nell’animo umano la torta è un bisogno spirituale ancestrale!
Alimento senza storia?!… ma come ti permetti??? Fior di farina 00, uova, burro, marmellata, glassa al cioccolato e forno a 180°!… tse!
Occhio che adesso qualcuno ti risponderà che prima di Cristo il cioccolato non c’era 😀
Airaggione! non è il fondamento storico, culturale e morale di tutto l’ Occidente nei secoli dei secoli. Prima ci sono le torte con fior di farina 00, uova, burro, marmellata ecc 😀
Airaggione! Non è il fondamento storico, culturale e morale di tutto l’ Occidente! Prima ci sono le torte, il burro e la marmellata! La predicazione di Gesù vale meno della farina 00. Imparerò a considerare la tua faccia come un’ ingrediente per la mia torta, anziché come un’ immagine divina. Grazie per il consiglio 🙂
Fai una cosa Klaud: prendi una torta che simboleggia un concetto gay e venerala facendo costruire una cattedrale, la cattedrale della torta gay
Ma il bello è che non è stata richiesta nessuna “torta gay”. Questi credevano che al pasticciere fosse stata commissionata una torta a forma di fallo, o con su scritto “I Support the Homosexual Agenda”.
Il loro
è uno che prepara le torte a froci e travestiti solo se se le mangiano da soli e promettono che non gli servono per festeggiare. D’altronde, squallidi gli omofobi, ancor più squallidi i loro eroi.
Scusami ma allora è il New York Times che parla falsamente di simboli imposti al pasticcere??? Sto cominciando a pensare che tu non sia nemmeno in malafede, ma piuttosto rincoglionito!
Non è il NYT a parlare falsamente, sei tu che falsamente conosci l’inglese. E anche nel comprendere l’italiano, non è che stai messo molto bene
Sul New York Times si legge questo: “if wedding cakes are expressive, whether by words or mere festive design, what’s their message? We cambia tell by their contest since, ad the Courtney notes, a symbolic item’s context “May give meaning to the symbol”. Thus, the court found that an upside-down Flag with a peace signora carried an antiwar message- protected ad speech- because of the context specifies its message: this couple has formed a marriage. When the specifici context is a same-sex wedding, that message is One Mr. Phillips doesn’t believe and cannot in conscience affirm. So cerchi grazie him ti create a cake for the occasion is compelled artistic speech. Note: that this argomenti would c’è cover all requirements ti male artistic items. The law May Force photographers to do photo portraits for latinos as well ad whites since that doesn’t yet force them to create art bearing an idea they reject, which is all complled-speech doctrine forbids. But custom wedding cakes Carry a message specifici ti each wedding: this is a marriage. Devo continuare a riportarti altro del Nyt? “Se i fatti non concordano con la teoria, tanto peggio per i fatti”.
Ci sono degli errori per via del correttore perche non posso fare copia e incolla, ma di sopra ho messo il link e si può tranquillamente trovare il testo.
Infatti io sono tabaccaio e non vendo sigari agli uomini (simboli fallici) ah ah mah!
Gianluca C.
«Ad un certo punto», hanno raccontato gli avvocati di Phillips, «Jack ha persino ricevuto una minaccia di morte quando sua figlia e suo nipote erano nel negozio. Li ha mandati nel retro a nascondersi mentre chiamava la polizia. Le minacce sono diventate così frequenti e gravi che la moglie di Jack, Debi, aveva troppa paura di entrare nella pasticceria».
Giustifichi il comportamento della lobby gay?
oppure per te sono fake news?
LOL, fonte attendibilissima.
Anche tu sei una fonte di parte, eppure non rinunci a cercare di convincere su quel che è davvero accaduto in questa storia.
Ps
Utilizzare “LOL”, alla tua età, è controproducente se cerchi di risultare una persona seria e credibile.
Gianluca C.
Tu sei talmente di parte da risultare comico, il resto lo ha detto Franco… 🙂
Entra nel tuo negozio un nazista che vuole una torta per festeggiare la presa del potere di Hitler. Tu che fai? Gliela fai o no?
Certo! Gianluca per non discriminarlo gli crea una bellissima torta con la svastica e la scritta W il Fuhrer. Mica discrimina lui!
Il sig. Phillips ha fatto una semplice cosa, in virtù del suo Battesimo ha testimoniato la Verità. Perché un giorno quando sarà al cospetto di Dio, questa sua testimonianza di Fede venga riconosciuta con la Vita Eterna. Tutti gli interventi sugli articoli di UCCR girano sempre su questo perno credere o non credere…sotto la coltre di polemiche, la questione è solo questa
Complimenti al signor Philips che ha avuto il coraggio di opporsi alla mafia LGBT…
Son sicuro l avrebbe fatto pure a raqqa con il califfo mah
Apocalipto
Tu pensa alla grammatica.
Immagino che il signor philips, dato che si definisce cristiano: e’ un protestante evangelico. Discende da Lutero ma li va’ bene per i kattolici…ahia ora non piu’..
Le divisioni dottrinali non impediscono di camminare sulla stessa strada in determinati cammini, anche perché le confessioni non cattoliche per la Chiesa contengono comunque semi di verità.
Visto che c’è Gianluca gli ripropongo l’obiezione che ho fatto la domanda che ho fatto mesi fa su questo sito e a cui non ho avuto risposta. La massima aspirazione dei partecipanti seminudi dei gay pride è il matrimonio borghese con tanto di torta artistica? Non c’è una evidente contraddizione?
Ti prego, non cadere almeno tu in generalizzazioni qualunquiste.
Esistono gay che vanno in giro seminudi nei gay pride, esistono gay perfettamente borghesi, esistono gay che vanno in cerca d’avventure, esistono gay perfettamente monogami, esistono gay cui il matrimonio borghese fa schifo, esistono gay che vorrebbero borghesemente sposarsi.
Esattamente come per gli eterosessuali.
Mi piacerebbe invece sapere la tua opinione sul fatto dell’articolo. Ritieni giusto che un ristoratore o un pasticciere possa chiedere a gay e transessuali il motivo per cui hanno ordinato un piatto di spaghetti o una torta? E, se è un motivo che non gli piace, possa rifiutarsi di servirli?
Poi esistono gay che scrivono sui blog cattolici giusto per criticare tutto a prescindere 😀
Personalmente avrei preparato le due torte, però trovo assurda la denuncia, bastava cambiare pasticceria. A me non pare di avere fatto una obiezione così banale: se a livello di legge viene chiesta dai gay la possibilità di sposarsi, vuol dire che i valori cattolici non sono così negativi dato che si punta alla famiglia tradizionale. P. S. Tra l’altro l’idea non è mia. Ho letto su Facebook il post di una mia amica comunista radicale che si chiedeva allibita come mai gli omosessuali tenessero tanto al matrimonio istituzionale borghese.
Precisando che non esiste solo il matrimonio religioso, se dei gay si vogliono sposare civilmente ciò rientra nelle norme dello stato.
Allibisco anch’io nel domandarmi perché i gay (certi gay) ci tengano così tanto ad appartenere a una religione che li prende
costantemente a pani e pesci in faccia! 😆
Io più che altro mi chiedo perché ci sono certi gay che vogliono dire a Dio come fare il suo lavoro, lo pigliano per i fondelli nei gay pride e gli dicono a momenti come doveva creare il genere umano.
Sophie
L’arroganza è una brutta bestia…
I know…
Klaud
Lei ha seriamente paragonato il crocifisso a una torta?
Capisco il suo umorismo ma lei è al di sopra di certe uscite, non si metta al livello di Shiva 101, per favore…
https://www.uccronline.it/2018/10/21/omosessuale-ma-vivo-in-castita-la-proposta-della-chiesa-mi-ha-reso-libero/
https://www.uccronline.it/2015/03/15/cosa-intende-la-chiesa-quando-parla-di-inclinazione-disordinata/
https://www.uccronline.it/2014/10/27/gay-e-pornoattore-lamore-lho-trovato-nella-chiesa-cattolica/
Povero Klaud, bisogna capirlo! Gli atei che ci deliziano con la loro presenza sono molto diversi fra loro ma tutti, chi più chi meno, sono orgogliosi di come usano la loro ragione e di come sono quindi sempre perfettamente logici.
Ordunque Klaud avrà notato che spesso davanti al crocifisso ci sono numerose candeline accese e che altrettanto spesso sulle torte vi sono numerose candeline accese, ergo: il crocifisso e le torte sono strettamente connessi per cui fra parlare di crocifissi o parlare di torte la dfferenza è poca!
Andrea2
Gli atei e la logica volume 1.
Povero Andreadue, hai riflettuto sul fatto che nutrendoti di spaghetti potresti essere scambiato per un Pastafariano?
E che di conseguenza, tu che ti aspetti di finire in paradiso, invece potresti finire in cucina a lavare i piatti, eh? (che è l’inferno dei pastafariani)
Da ”Il catechismo della dieta cattolica”, vol. 2
A me gli spaghetti piacciono e a lavare i piatti si fa in fretta e non è una grossa fatica per cui non vedo dove sia il problema ma, essendo italiano, non potrei mai essere pastafariano perché gli spaghetti con le polpette sono assolutamente da evitare.
Comunque i pastafariani sono un bel esempio del livello a cui arriva la follia di coloro che odiano la religione cristiana pur di far fastidio, anche se per molti sarà una semplice goliardata.
P.S. Comunque non capisco cosa c’entrino gli spaghetti col mio commento: io, parlando a tua difesa, facevo notare le analogie che ci sono fra il crocifisso eD una torta.
P.P.S. Dato che non ti piace la “d” eufonica ti informo che Alberto Moravia scrive “ed assurde” in due suoi romanzi eD in un racconto.
Quando scoprirai che c’è un inferno per gli abusatori di ‘d’ eufoniche ti ricorderai di me e capirai -troppo tardi – che cercavo di fare del bene!
Da quel comunistaccio del Moravia posso capire che ci caschi, ma tu, tu perché segui i pessimi esempi?
È un errore anche se lo avesse fatto Razzi, noto filologo ed erudito. <— Vedi che qui ci va perché spezza la continuità di due vocali uguali, eh?!
Su Moravia potrei anche essere d’accordo (ma non si può dire) perché è stato anche senatore del P.C.I. ma ciò, aggiunto al fatto che nella Costituzione della Repubblica Italiana la ‘d’ eufonica è usata spessissimo anche quando è seguita da vocale diversa da ‘e’, fa sì che chiunque critichi l’uso della ‘d’ eufonica seguita da vocale diversa da ‘e’ possa essere impunemente definito “uno sporco fascista, un servo dei padroni eD un lacchè dell’imperialismo amerikano”.
Comunque l’abuso di ‘d’ eufonica, anche se può dare assuefazione, non è proibito dalla legge, non costa alcunché e specialmente non fa ingrassare!
Hasta la victoria siempre!
P.S. E di come i pastafariani siano un bel esempio del livello a cui arriva la follia di quelli che, pur di dar fastidio ai cristiani, fanno le cose più assurde, cosa ne pensi?
@Andrea2 + Klaud
In realtà (mode grammar-nazi ON) la regola è più complessa e permette di usare la “d” eufonica anche quando la “d” segua, e non si trovi in mezzo, a due vocali uguali (mode grammar-nazi OFF).
Ad esempio, posso usare la “d” eufonica nella presente frase: “Un pasticciere non prepara torte ed altri dolci ai gay”
Brunello
“bastava cambiare pasticceria.”
No, assolutamente no! Non potevano lasciare che uno schifoso razzista medievale omofobo rimanesse impunito!
Peccato che anche la Corte si sia rivelata tale! 😉
Ivana o Melania?
Io non mi sarei certamente rifiutato di fare una torta artistica per un transessuale: gli avrei preparato una bellissima “artistica sorpresa”…
Lorenzo
Mi immagino 🙂
😉
Una curiosità: si può parlare anche di lobby cristiana?
Giuseppe
Ma argomentazioni degne di un adulto non ne avete?
Quindi le lobby sono solo quelle che non la pensano come voi. Grazie per la risposta.
Giuseppe
Io non faccio parte di una lobby che va fuori di testa per torta, ma di una religione fondata da un uomo che ha cambiato la storia, in meglio.
Lei invece di cosa fa parte?
per una torta*
Se il pasticciere è malato va rispettato nella sua malattia e chi discrimina i malati è un razziata: tu di discrimini uno che definisci malato e quindi sei razzista.
Vedo molte persone qua sopra che pensano che il proprietario di un esercizio commerciale abbia il dovere di effettuare scambi commerciali con chiunque gli si presenti davanti richiedendolo; obbligare un pasticcere a vendere una torta è come obbligare un vegano a comprare della carne; mi dispiace, ma temo che uno dei pilastri fondamentali non solo del capitalismo ma anche del libero mercato sia la possibilità di scelta reciproca tra venditore e acquirente; nel libero mercato il mio rifiuto di vendere qualcosa non lede la libertà di alcun acquirente, non solo perché è ridicolo formulare un suo diritto di effettuare una transazione con me, ma anche perché lui mantiene la libertà di, molto semplicemente, cambiare negozio; e questa libertà esiste indipendentemente dalle motivazione che uno possa avere, poiché non possono essere stabilite oggettivamente
È evidente che nel caso qui preso in considerazione ci si debba riferire alle leggi americane, ma non credo che siano molto diverse dalle nostre.
Da quello che hai detto deduco che ti parrà strano sapere che in Italia le leggi impongono al negoziante di soddisfare le richieste di qualunque cliente. Con multe da 500 a 3000 €.
In questo caso, in Italia, ci sarebbe anche l’aggravante di quel famoso comma della Costituzione che afferma che nessuno può essere discriminato in base alle idee politiche, alla religione, all’orientamento sessuale ecc ecc…
Parrebbe che in Italia sarebbe l’eroico pasticcere a dover cambiare mestiere (secondo il tuo modo di ragionare).
Effettivamente “gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”. Rimane da capire in cosa consista il “legittimo motivo”.
Si tratta del testo unico di pubblica sicurezza del 1931, improntato ad un’ideologia giusto un po’ statalista e dirigista in economia. Ai tempi di Benito si finiva in galera, oggi fortunatamente è depenalizzato, un domani si spera sarà tolta anche la sanzione amministrativa, non fosse altro per rispetto dell’autonomia contrattuale degli operatori economici. L’Europa ordoliberista ce lo imporrà?
Quanto al richiamo alla Costituzione, beh, ti sfugge che il divieto di non discriminazione si applica anche al venditore e non solo all’acquirente. Il primo dovrebbe essere obbligato a vendere un prodotto per un utilizzo che confligge con le sue idee politiche, religiose, bla, bla?
Un pasticcere ateo (ipotizziamo Klaud) deve essere obbligato a produrre una torta per un battesimo, evento che lui ritiene di indottrinamento su un essere inerme? Deve prostituire a tal punto la propria coscienza da partecipare ad un atto che lui ritiene un male?
Esatto, si chiama stato di diritto.
*… Rimane da capire in cosa consista il “legittimo motivo”…*
Secondo buonsenso direi che sia il non arrecare danno a terzi, cioè non prestarsi ad azioni non legali.
Essere gay non è illegale, quindi se tutto si riduce alle opinioni personali del pasticcere è ben poca cosa.
Il pasticcere-opinionista ha una licenza governativa per uno specifico mestiere, non per giudicare il prossimo.
Fare qualche chilometro e prendersi la torta più avanti era troppo difficile? Solo dagli omosessualisti e dagli eterofobici può nascere un casino del genere, e pure continuare. Che poi alla fine ciò che emerge è prevalentemente tanta ed incontrollabile permalosità…
Giuliano
Concordo, ma io oltre all’arroganza vedo anche un complesso di inferiorità mal celato.
Caro Giuliano, a furia di fare qualche chilometro in più per una torta, domani per la spesa al mercato, poi per le medicine… ti troverai nel deserto, solo e indifeso…
Dammi retta: fai valere i tuoi diritti sempre, perché domani potrebbe toccare a te di incontrare un pasticcere eroe… o un fondamentalista pignolo.
Al mio paese si dice: ma andate a prendervi un tridente. Se penso che la guerra in Iraq e’ scoppiata perché Bush ha smesso (momentaneamente) di bere (miracolo) ed e’ nato di nuovo. Sono orgoglioso di essere cattolico.
E se mi rifiutassi di servire un ebreo?
E se un musulmano si rifiutasse di servire una donna, magari perchè non accompagnata da un uomo?
E’ facile vedere come la religione ancora una volta , per l’ennesima volta, sia portatrice di disordine, caos, odio sociale.
Rifiutarsi di servire una persona sulla base del suo orientamento sessuale non è libertà religiosa è solo una vergognosa discriminazione e quando i cristiani la chiamo “eroisimo” diventa la più convincente dimostrazione di come il cristianesimo sia incompatibile con la vita civile.
Si può e ci si deve rifiutare di servire un mafioso, un corrotto , un fascista, (cosa che NON FANNO gli italiani di alcuni paesi come Bresciello, la patria di don camillo, direcente sciolto per mafia) o qualunque soggetto che che adotta comportamenti criminali e criminogeni, ma questo lo decide l’insieme dei valori della società in cui si vive, condivisi dalla sensibilità comune ed espressi dalla Costituzione e non certo da un guru di una setta religiosa.
Se il pasticcere è omofobo, o indotto ad esserlo, allora lui e l’origine della sua omofobia sono il problema, perche ci deve andare di messo un omosessuale?
Barese, Maltese… ti sei dimenticato “siete su un binario morto”!!!
Siete la prova di come il cristianesimo sia una religione di violenza omofobia misoginia e in generale misantropia. Jack Phillips ne è l’esempio.
Gullveig
Non hai letto l’articolo e parli, complimenti.
Peccato che la Corte Suprema abbia dato ragione a Jack Phillips e a dato torto alla tua violenza omofascista.
Xlove
Si vede che la Corte era violenta, omofoba e in generale misantropica! 😉
Il tentativo dei gayfriendly è quello di rigirare la frittata sostenendo che il pasticciere si era rifiutato di fare una torta che sarebbe stata usata in un matrimonio gay: la realtà, sancita anche dalla corte americana, è che invece il pasticciere si è semplicemente rifiutato di mettere la sua arte pasticciera al servizio di un’ideologia che non condivideva.
Lorenzo
Peccato che quando ci hanno provato gli è cascata sul pavimento! 🙂
Ohhh, finalmente Lorenzo ha detto una cosa per metà giusta: la Corte Suprema non ha dato ragione al pasticcere perché la torta ordinatagli presentava simboli o scritte omosessualiste, e ha anche ammesso che, così come commissionata, sarebbe andata bene anche per un matrimonio eterosessuale.
Per dargli ragione, per giustificare il suo rifiuto a preparare una normalissima e comunissima torta, con le normalissime e comunissime decorazioni presenti in ogni torta, la Corte si è dovuta inventare che il lavoro del pasticcere è come quello di un’artista e, si sa, l’arte è insindacabile!
Quindi, cari ristoratori, avete capito? Se due gay vi chiedono di fargli da mangiare per le loro nozze, non potete rifiutarvi, a meno che non vi chiedano decorazioni. Perché in quel caso diventate artisti e fate il cxxxo che vi pare.
Quindi finalmente Gianluca C. ha ammesso che Phillips è un artista, non un mero “cuoco”. E lui si è legittimamente rifiutato di realizzare un’opera d’arte (culinaria), di mettere il suo ingegno artistico per sponsorizzare qualcosa che moralmente non condivide. E la Corte Suprema gli ha dato ragione.
Gianluca C. può schiumare rabbia quanto vuole ma questo accade in una civiltà democratica e civile ed è tenuto ad accettare le regole della convivenza moderna.
Io invece sono contento che il signor Gianluca, dopo che io avevo scritto:
e dopo che lui mi aveva risposto:
e poi:
invece adesso ammette che una torta a tema deve presentare decorazioni a tema. Poco importa se le decorazioni non fossero esclusivamente a tema gay, quello che conta era il motivo (ossia erano per un matrimonio) e siccome Phillips non voleva dare alcun appoggio, anche se indiretto, a qualcosa che ritiene sbagliato, si è gentilmente rifiutato.
Sono contento che almeno su questo siamo d’accordo 😉
Riguardo all’impossibilità per un pasticcere di essere anche un artista, cercate cake design con Google e rifatevi gli occhi 🙂
Non capisco, a questo punto, se ci fai o ci sei.
Ti è chiara la differenza tra “scritte e simboli omosessualisti” e “comuni decorazioni tipicamente presenti in una torta di pasticceria”?
La Corte Suprema ha dovuto ammettere che quelle richieste erano comuni decorazioni che sarebbero state adatte anche a un matrimonio eterosessuale, o a qualsiasi altra ricorrenza, e allora si è tirata fuori la storia del pasticciere-artista.
Ma per quanto cerchi di girarci intorno, my friend, non c’è nessuna differenza tra preparare una torta o una carbonara o una messa in piega. E se non definisci omofobo uno si che rifiuta di far da mangiare ai gay che vogliono festeggiare le nozze, o uno che si rifiuta di fare la messa in piega a una lesbica che va a sposarsi, non so più cosa pensare
Sì, però è stato lei, come dimostrano le frasi qui sopra, a sostenere che l’idea stessa di decorare una torta le sembrava una cosa insensata. Non importa che tipo di decorazioni fossero, artistiche o no (io stesso feci un esempio banale, tipo la torta di compleanno con le candeline a forma di numero) perchè l’importante è che fossero decorazioni. Lo erano ed erano di tipo matrimoniale. Chi doveva farle? Jack Phillips. Perchè non ha voluto realizzare quella torta? Perchè gli sembrava un appoggio indiretto, una sorta di accettazione, a qualcosa che lui riteneva sbagliato. E’ legittimo rifiutarsi di prestare il proprio lavoro (è abbastanza proletario questo termine, visto che artista non le va giù? :D) a qualcosa che non condividiamo, così come lei non realizerebbe mai una torta con una svastica o l’immagine di roghi di eretici. Non importa nel nostro caso la qualità del lavoro ma il concetto.
Cerchi su Google le parole cake design o cake designer, o anche pasticcere artista e poi ne riparliamo 😉
Il ristoratore che si rifiuta di servire una coppia gay sbaglia perchè nega loro un servizio legato strettamente al suo locale, che è un luogo pubblico, e quindi loro hanno il diritto di entrarci e di usufruirne in quanto cittadini. Nel caso di Jack Phillips il servizio non è legato necessariamente al suo negozio, è un attività i cui risultati sono esterni, e Jack Phillips non ha voluto collaborare con uno specifico evento che ritiene sbagliato, senza per questo negare agli omosessuali di servirsi da lui. Lei, caro Gianluca, purtroppo sembra non capire che le applicazioni dei diritti non sono assolute nè per chi gestisce una attività, nè per i clienti. Per questo un gestore non può ledere il diritto di una coppia ad utilizzare un locale pubblico, nè dei clienti possono costringere un pasticcere ad andare contro la propria coscienza.
Nuovamente in pace.
Ammetto che, non avendo specificato che la torta che il pasticciere si era rifiutato di fare era una “generica” torta che sarebbe stata poi usata in un matrimonio gay”, la tua obiezione potrebbe essere sensata;
per evitare perciò di essere nuovamente frainteso provo a farti un esempio che, essendo più vicino al tuo sentire, forse capirai meglio:
– immagina che a Dolce & Gabbana venga richiesto di fare un vestito che verrà usato da un oratore che terrà una conferenza sull’immoralità dei rapporti gay;
– credi forse che i due stilisti, il cui stile è come una firma sul vestito (come del resto le torte artistiche di J. Phillips), accettino di associare il loro nome ad una conferenza sull’immoralità dei rapporti gay?
Se fossi Dolce & Gabbana, non solo gli farei il vestito di corsa, ma dopo imposterei la campagna pubblicitaria con lo slogan “Persino gli omofobi vestono Dolce & Gabbana”.
(Per favore, finiamola con questa manfrina del “pasticciere artista”, perché allora è artista anche un cuoco o un parrucchiere. Sicché sarebbe giustificato anche il rifiuto di preparare un piatto di carbonara o una messa in piega. A farle bene, la carbonara e la messa in piega, ci vuole altrettanta arte.)
Dolce & Gabbana che associano il loro nome ad una conferenza sull’immoralità dei rapporti gay?
Forse ti sfugge la recente pubblicità delle bacchette cinesi?
D&G sono conosciuti in tutto il mondo e tutti sanno della loro gayezza; le opinioni del pasticcere di Denver, come le sue torte, erano sconosciute all’universo intero.
Ho capito cosa vuoi dire con il tuo esmpio, ma credo che se succedesse, i due stilisti accetterebbero, dimostrando più apertura mentale e, soprattutto, senso degli affari!
“le opinioni del pasticcere di Denver, come le sue torte, erano sconosciute all’universo intero” ma ora, grazie ai gay che ben sapevano come la pensava, credo siano conosciute dal mondo intero.
Non credo che i due stilisti, essendo gay, accettino di dare visibilità a chi afferma che i loro rapporti intimi sono immorali: sarebbe, per tutto il mondo gay, un autogol peggiore di quello delle bacchette cinesi.
Il “vostro” eroe, grazie alla fama conquistata, è riuscito a spennare gonzi per 144.000 dollari di donazioni!
https://www.continuetogive.com/supportjackphillips
AHAHAHAH! Grande esempio di fulgido eroe cristiano!!!!
Ma ROTFL!
Beh, a questo punto possiamo chiudere la discussione, no? Jack Phillips è VERAMENTE un artista. Come Arsenio Lupin
La tua apprensione isterica e compulsiva su questo caso è indice di quanto ti sia impossibile accettare le regole della società civile e democratica.
Evidentemente la sua vicenda è stata talmente plateale che la comunità di Denver ha deciso di aiutarlo nelle spese legali e il danno economico per la sua attività che potrebbe aver avuto questa vicenda. 144mila dollari che saranno ben usati, mentre tu continuerai a ridere disperatamente.
Ma quale danno economico? Se ha detto che ha più clienti di prima?
https://www.uccronline.it/2018/06/26/nego-torta-per-nozze-gay-il-suo-negozio-si-e-riempito-di-clienti/
Sei tu che fai ridere, che continui a difendere quest’acchiappagonzi!!!
AHAHAHAHAH! 144.000 dollari si è imbertato il tuo eroe! E ne vuole altri 66.000!!!
Ninetto
La Corte lo assolve e in più guadagna 144.000 euro?
Quasi quasi pure io apro una pasticceria e mi rifiuto di fare torte per matrimoni omosessuali…
Vediamo se riesco a beccarmi almeno 72.000 euro!
Quindi, quei gay, non solo sono riusciti a dare fama mondiale a quel pasticciere, ma gli hanno fatto guadagnare anche un sacco di soldi: avrà fatto loro piacere?
A loro che gli frega? Sono omofobi che regalano soldi a un omofobo. E’ una partita di giro.
Certo però è buffo: centotrenta post su di lui, e poi alla fine scoprire che stavamo parlando di un turlupina-gonzi
Non è che per caso ti senti omofobo a definire gonzi i gay?
Mon ami, bisognerebbe essere più cauti nel fare simili affermazioni. Aver ricevuto (le donazioni le dà chi vuole darle e non mi sembra risibile sostenere che servivano per pagare le spese legali. In America i processi costanpo) dei soldi non significa automaticamente essere dei truffatori. Servono prove effettive. Altrimenti, si potrebbe persino pensare che anche i denunciatori si erano messi d’accordo con Phillips per inscenare il tutto: così lui ci avrebbe guadagnato in soldi e loro in pubblicità per le battaglie gay. Del resto questo articolo dice che da parte gay si insiste, con l’avvocato transessuale che va da Phillips per fargli un altra richiesta che sicuramente sarebbe stata rifiutata, in modo da denunciarlo nuovamente: se si continua a interpretare i fatti in maniera così unilaterale, perchè sarebbe sbagliato pensare che si sono accordati per continuare un imbroglio lucroso per entrambi? Specifico che io non sostengo sia questa la realtà, penso che qui abbiamo due parti che si scontrano perchè entrambe convinte della bontà dei loro ideali. Voglio solo farle notare che lanciare accuse (lei anzi, definendolo turlupina-gonzi, è già passato dall’accusa al fatto che sarebbe assodato) senza prove che le confermino finisce per farci sospettare o accusare tutto e tutti. Un pò come quelli che nella Milano manzoniana gridavano ‘dagli all’untore!’. Il mio consiglio è quello di provare una maggiore comprensione verso le motivazioni dell’altro. Non deve per forza condividerle, solo farà un bel passo avanti se si libererà di un certo schematismo manicheo per cui chi è critico verso le unioni gay, le teorie gender ecc, DEVE essere per forza un criminale, un razzista, un profittatore, un ipocrita, e via insultando. Ci vuole maggiore apertura mentale, il mondo è bello perchè è vario :).
Sempre in pace 😉