L’Argentina rinuncia al gender grazie al risveglio del popolo

Argentina e ideologia gender. Il presidente Mauricio Macri ha repentinamente cambiato idea dopo l’imponente manifestazione di domenica scorsa, quando migliaia di persone sono scese per le strade con lo slogan #ConMisHijosNoTeMetas.

 

Cosa sta accadendo in Argentina? Se lo domandano in tanti, un fenomeno che sembra inversamente proporzionale a quanto sta avvenendo invece in Irlanda dove, in poco tempo, è stato liberalizzato l’aborto e introdotte le nozze arcobaleno.

Nel paese sudamericano, invece, si sta verificando un “risveglio” popolare simile a quello avvenuto in Francia qualche anno fa quando milioni di persone sono incredibilmente scese per le strade a sostegno della famiglia naturale. Con una differenza: in Argentina il governo sta ascoltando il popolo.

Nell’agosto scorso il parlamento argentino, spinto dal volere popolare e dai vescovi cattolici, ha bocciato in modo storico la legalizzazione dell‘interruzione di gravidanza. Pochi giorni fa il presidente Mauricio Macri non solo ha deciso di interrompere la legge sull’educazione sessuale, attraverso la quale si intendeva introdurre l’ideologia gender nelle scuole, ma ha anche indotto il ministro dell’Istruzione, Alejandro Finocchiaro, ad assicurare che la legge attuale non «ha bisogno di essere modificata» e che il governo crede nel ruolo “principale e fondamentale” della famiglia e nella “innegabile” responsabilità dei genitori nell’educazione dei loro figli.

Cos’ha portato questo repentino cambio di progetti? Sempre la volontà popolare. Sono state fortissime, infatti, le proteste da parte di migliaia di genitori che prima hanno portato a spaccature interne nella maggioranza e poi alla rinuncia definitiva della proposta di legge. Decine di migliaia di argentini sono scesi in piazza domenica 28 ottobre, con lo slogan #ConMisHijosNoTeMetas (“Con i miei figli non sei coinvolto”), che è anche il nome di un movimento indipendente di genitori emerso spontaneamente in Perù nel 2016. A Buenos Aires, la capitale, i manifestanti si sono concentrati di fronte al Congresso della nazione, ma vi sono state dozzine di marce nel resto delle città argentine.

Anche in questo caso i vescovi si sono mossi pubblicando una dichiarazione intitolata “Distinguiamo tra sesso, genere ed ideologia”. Nel testo hanno avvertito dell’imposizione di questa ideologia, ovvero la falsa indipendenza del genere dalla sessualità biologica contro cui più volte si è scagliato anche Papa Francesco, la quale vorrebbe diventare un progetto educativo ignorando la volontà dei genitori.

 

 
La redazione