«Omosessuale, ma vivo in castità. La proposta della Chiesa mi ha reso libero»
- Ultimissime
- 21 Ott 2018
Chiesa, omosessuali e castità. Daniel Mattson racconta di aver accolto la proposta della Chiesa alle persone omosessuali e di come sia rinato, come persona e come cristiano.
“Impossibile!”. Così viene liquidata la proposta della Chiesa alle persone con tendenza omosessuale, ovvero la chiamata alla castità. Ma il musicista del Michigan, Daniel Mattson, ribalta gli schemi: «Ho accolto la parola della Chiesa sulla castità e ho trovato la pace».
Avere inclinazioni omosessuali non è affatto incompatibile con la fede cristiana, né tanto meno con la vocazione alla santità. La questione è il disordine generato dagli atti sessuali, si chiamano “peccato” poiché sono inciampo, limite alla felicità stessa dell’uomo. Non per chissà quale capriccio teologico.
La prova vivente di ciò è appunto Mattson che ha messo per iscritto la sua biografia (introdotta dal card. Robert Sarah) in Perché non mi definisco gay. Come mi sono riappropriato della mia realtà sessuale e ho trovato la pace (Cantagalli 2018). Cresciuto come cristiano, ha vissuto con dramma le attrazioni sessuali per lo stesso sesso fino a ritenere inutile un’armonizzazione, cedendo alle sue pulsioni. L’infelicità era la sua croce, almeno fino all’incontro con Courage, l’apostolato di persone omosessuali fondato dal card. Terence Cooke, arcivescovo di New York. Da allora Mattson rifiuta di etichettarsi come “gay” avendo scoperto, grazie alla Chiesa, di essere più che la sua omosessualità.
Condizione che oggi ha accettato pienamente senza sentirsi in colpa, in quanto vive nella castità. «Ho trovato la libertà nell’insegnamento della Chiesa», ha raccontato di recente in un convegno svoltosi ad Angri (SA), alla presenza del vescovo Giuseppe Giudice. «Il Papa ci ha insegnato l’importanza di accompagnare le persone e dobbiamo cominciare là dove sono nel loro percorso. Gesù mi dice che non sono condannato. E questo è un dono, ma è anche un dono che mi dica: “vai e non peccare più”».
Una bella testimonianza, indicata prevedibilmente come “omofoba” dai cattocomunisti di Adista, legati a Vito Mancuso, Luca Kocci e all’associazione progressista Noi Siamo Chiesa, scomunicata da Bergoglio. Arrabbiati per l’importante presenza del vescovo Giudice, lo stesso che ha chiesto di «sintonizzarsi con l’orologio di Papa Francesco». Curioso, per questi “cattolici” anche seguire alla lettera l’indicazione del Catechismo cattolico sarebbe un atto di omofobia. Quanti altri Mattson serviranno perché il pregiudizio possa essere davvero sconfitto?
La redazione
10 commenti a «Omosessuale, ma vivo in castità. La proposta della Chiesa mi ha reso libero»
I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro:
omicidio volontario;
peccato impuro contro l’ordine della natura;
oppressione dei poveri;
fraudare la mercede agli operai.
967. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio?
Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi.
Ma vatti a buttare a mare…
Ti ricordo che il peccato si commette anche solo col cuore….dunque non racchiudere per convenienza tutto il male in quattro peccatucci, pensa che invece di farti giudice sarai giudicato pure tu su quanto fatto e non fatto…..
Auguri.
Guarda che Giorgio ha solo riportato il giudizio della Chiesa su quegli atti. Perché dovrebbe buttarsi in mare?
Per quanto è a mia conoscenza, Santa Madre Chiesa non ha mai negato che gli omossessuali vadano in paradiso, ma ha sempre insegnato che sia gli eterosessuali che gli omosessuali che compiono atti sessuali contro natura, commettono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio: chi si pente e propone di non peccare può essere perdonato, chi, pur pentendosi, non propone di non peccare più, non può essere perdonato.
Il 18/10/2018, Twitter ha bannato LifeSiteNews per aver pubblicato, nel 2014, il seguente articolo scientifico https://www.lifesitenews.com/blogs/why-hiv-syphilis-and-gonorrhea-are-rising-among-homosexuals
in cui si attesta l’aumento, tra gli omosessuali, di malattie sessualmente trasmissibili come HIV, sifilide e gonorrea.
La motivazione è tutto un programma: l’articolo violerebbe le regole che il social medium si è dato contro chi fomenti l’odio e minacci o molesti altri per via del loro orientamento sessuale o per qualche grave male che li affligga.
Ma in fin dei conti perchè noi cattolici non tiriamo su un social media con i nostri criteri? abbiamo davvero bisogno di FB, Twitter e Instagram?
Preciso che sarò su FB ancora per poco, ma oramai lo reputo un’assoluta perdita di tempo.
Sarebbe bello se UCCR uscisse su Telegram che è molto molto diverso dagli altri tre!
Mi pare che sia stato riattivato l’account dell’associazione https://www.lifesitenews.com/news/victory-twitter-restores-lifesite-account-after-thousands-protest-online
Questo grazie a migliaia di proteste.
Buona giornata
Siccome Twitter ha dichiarato che aveva bannato LifeSiteNews a seguito di segnalazioni, questo la dice lunga su cosa molti gay e loro sponsor, non tutti per fortuna, intendano per omofobia: l’articolo bloccato affermava inoltre che molti omosessuali non vogliono fare analisi o non vogliono informare i partner di eventuali malattie perché questo limiterebbe di molto il numero delle persone disposte ad avere anche solo fugaci rapporti sessuali con loro.
Veramente,erano mesi che non scrivevo su questo blog, ma noto che lei è sempre presente, si vede, che ha tempo in abbondanza, perché anziché scrivere tutti questi papiri retorici di frasi fatte e di vaneggiamenti non si trova un buon lavoro?
Mi sa tanto che non hai mai trovato nessuno che ti abbia fatto godere fino al midollo: per tua disgrazia sei e resterai solo un’acida zitella…