Junipero Serra, ma quale genocidio! Gli storici difendono il santo missionario

Junipero Serra e genocidio? Violenza nelle missioni francescane in California? Un falso storico riemerso recentemente ma al quale hanno prontamente risposto diversi storici.

 

Fra Junipero Serra è stato il primo santo ispanico canonizzato nel territorio nordamericano, un missionario francescano che 250 anni fa ha contribuito a fondare lo stato americano della California con le sue missioni, creando anche le prime vie di comunicazione. La sua statua svetta nel Campidoglio di Washington. Nel 2015 Papa Francesco lo ha dichiarato santo in quanto «difensore degli indigeni contro i soprusi dei colonizzatori», ma da allora è riesplosa una vecchia campagna denigratoria nei suoi confronti, tanto che alcuni hanno vandalizzato la sua tomba pochi giorni dopo la proclamazione, con la scritta “Santo del genocidio”.

E’ stato infatti accusato di genocidio, tra essi anche qualche attuale capo degli indigeni americani. Il consiglio di amministrazione della Stanford University ha annunciato la scorsa settimana che eliminerà il santo dalle strade e dagli edifici del campus, perché vedere il suo nome causa “traumi e danni emotivi” a molti studenti. Un’assoluta sciocchezza per molti storici spagnoli che hanno preso posizione, alcuni consultati quotidiano ABC.

Vi furono certamente violenze e abusi da parte dei colonizzatori ma, ha spiegato pochi giorni fa la storica spagnola Enriqueta Vila, membro della Royal Academy of History, «le missioni francescane hanno preservato gli indigeni. Il genocidio si è verificato da chi era interessato all’oro». Il libro di James A. Sandos, emerito di Storia presso l’Università di Redlands, intitolato Converting California, ricorda che quando l’oro fu scoperto in California nel 1848, circa 150.000 indiani nativi vivevano nella regione. Dodici anni dopo, ne rimanevano 30.000. La maggior parte di questi 30.000 sopravvissuti all’ondata di minatori e colonizzatori anglofoni, erano proprio quelli che abitavano le missioni dei missionari cattolici. Non è un caso che le grandi città di questo stato -San Francisco, San Diego e Los Angeles- mantengono il nome originale delle missioni francescane e nel 2003, su richiesta degli intellettuali messicani, le Missioni Francescane di Sierra Gorda sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità.

Un’altra storica, María del Carmen Martín Rubio dell’Università Complutense di Madrid, ha viaggiato recentemente proprio in Alta California e ha testimoniato: «A San Carlos Borromeo, dove è sepolto, Frate Junipero è totalmente ammirato e così è lo stesso nei villaggi limitrofi», attribuendo la campagna diffamatoria ad una “manipolazione politica” non basata sulla realtà. La storica ha verificato anche che alcune delle colture introdotte dal frate continuano ancora oggi ad essere seminate e a sfamare le popolazioni locali. «Junipero è solo il capro espiatorio. L’attacco è contro il mondo ispanico nel suo insieme, i cui rapporti con i nativi furono più fluidi, rispettosi e benigni», ha invece affermato Maria Elvira Roca Barea, ricercatrice del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo, già docente presso Università di Harvard ed autrice di Imperiofobia e leggenda nera.

San Junipero Serra fu «un uomo del suo tempo», ha aggiunto Fernando García de Cortázar, vincitore del National History Award 2008 e professore di Storia contemporanea presso l’Università di Deusto (Bilbao). «E’ stato un religioso che fondò missioni che rappresentavano isole di cultura e pietà nella California del diciottesimo secolo e che in seguito divennero grandi città. Senza dubbio, incolpare lui e i francescani di crudeltà è una vera barbarie». Ruben Mendoza, professore di Archeologia alla California State University, che ha diretto alcuni programmi di indagine e conservazione nelle missioni San Juan Bautista, San Carlos Borromeo de Carmelo e Nuestra Senora de la Soledad, ha affermato: «Sono il discendente di indios messicani, ispanici, cattolici, e la mia eredità è quella della California». Nel corso delle sue indagini sul campo, ha riferito l’archeologo, ha testimoniato in prima persona l’ostilità nei confronti dei missionari dell’epoca. «In una missione vi era il luogo per fare il fuoco, e alcuni studenti erano convinti che fosse il luogo dove i missionari torturavano gli indios bruciandoli, invece era il fuoco per cuocere la carne da distribuire ai nativi americani», ha detto a titolo di esempio. I missionari, ha detto, portarono in California una lunga serie di innovazioni benefiche alla popolazione locale: «Agricoltura, architettura, urbanizzazione, vinicoltura, editoria, progressi medici, irrigazione, acquedotti, burocrazia, democrazia». Junípero Serra, ha detto, «sarebbe addolorato di vedersi contrapposto alle popolazioni alle quali ha dedicato la sua vita».

«Non è legittimo fare di Serra un sostituto per tutti e 65 gli anni dell’esperienza missionaria in California», ha commentato Robert Senkewicz, professore di Storia alla Santa Clara University. «Se si vuole parlare di genocidio contro i nativi della California, accadde durante la corsa all’oro, dopo il 1850. Nonostante i loro errori, nessun missionario in California fece proprio il ritornello “il solo indiano buono è quello morto”. E nelle missioni californiane non vi fu nulla che si possa connettere a stragi come Sand Creek o Wounded Knee. Non sono un teologo, ma non credo che si canonizzi qualcuno perché è perfetto, neppure San Pietro lo era», ha aggiunto Senkewicz, «quanto per le sue qualità, e nel caso di Serra il suo impegno nell’evangelizzazione, visto nel suo insieme, ha fatto molto bene».

Dopo le proteste e a seguito delle indagini affidate ad una commissione interna, la Stanford University ha cambiato parzialmente idea: saranno rinominate solo alcune, ma non tutte, le dediche rivolte a padre Serra presenti nel campus.

Approfittiamo per segnalare un nostro specifico dossier sul periodo coloniale e sul ruolo dei missionari, in cui -consultando storici e ricercatori- abbiamo sfatato pregiudizi e falsità. Le stesse che puntualmente riemergono verso San Junipiero Serra.

La redazione

1 commenti a Junipero Serra, ma quale genocidio! Gli storici difendono il santo missionario

  • Graziano ha detto:

    …purtroppo, un altro capitolo della “leggenda nera” che offusca con il suo fetore menzognero l’aspetto di surplus valoriale rappresentato dall’azione della Chiesa cattolica…ma grazie al lavoro di storici di vaglia, la verità emerge prima o poi al momento giusto…