Lucia entra in clausura: «Mi aspetta più vita di quanta ne rinuncio»

Libertà e clausura. Un ossimoro per molti, non per chi ha questa vocazione. Lo testimonia una giovane ragazza di Madrid che pochi giorni fa è entrata nel monastero di Avila.

 
 

Non c’è nulla di più scandalizzante per il mondo di una bella e giovane ragazza che non solo decide di dare la vita a Cristo, ma che sceglie di entrare in un monastero di clausura.

E’ quello che ha fatto pochi giorni fa Lucia Lopez de Aragon Olesti, una giovanissima di Madrid di 22 anni, lasciando gli studi, la carriera e la sua vita quotidiana per entrare nel convento carmelitano di San José ad Avila, il primo monastero fondato da Santa Teresa.

Il 22 agosto scorso, infatti, Lucia ha iniziato la sua forma vocazionale e ha voluto spiegare agli amici e alla sua generazione perché si è lasciata alle spalle la sua vecchia vita. Non pretende di venire capita e, forse, non lo ritiene indispensabile.

 

Dalla vocazione a 22 anni alla pace nel cuore.

«Voglio essere una monaca di clausura, e non un altro tipo di religiosa, perché è lì che Dio mi ha chiamato. Abbiamo bisogno di ogni tipo di vocazione, anche la chiusura», ha spiegato in una video-intervista. «Per me è un modo di rispondere con la stessa radicalità con cui Cristo è morto e ha dato se stesso per noi».

Molti l’hanno avvertita che potrebbe sbagliarsi. «Mi importa del qui e dell’ora», lei risponde. Né ha paura di lasciare la sua vita precedente. «So che all’inizio mi costerà, ma sono convinta che Dio mi renderà felice nel convento, quindi non ho timori». Da quando ha scoperto questa vocazione su di sé «mi sono resa conto della pace così profonda che Dio mette nel tuo cuore quando accetti la Sua volontà».

La prima volta che ha percepito la chiamata è stato durante la Giornata Mondiale della Gioventù nel 2016, soltanto due anni fa. «Fui presa dal panico, quella vita non mi ispirava affatto». Tuttavia, dopo aver a lungo riflettuto con il suo confessore spirituale se questa era davvero la strada che Dio le indicava, «ogni giorno dicevo di sì, dei piccoli sì, e la paura scomparve poco a poco lasciando spazio ad una grande pace nel mio cuore».

 

Lucia risponde ai pregiudizi sulla vita di clausura.

Lucia ha anche affrontato i pregiudizi di molti, anche di tanti cattolici, verso questa scelta. Ma come? Ti chiudi in quattro mura, tutta la vita? «Molte persone credono che la clausura è solo rinuncia e sacrificio, quando in realtà Dio ti dà il centuplo. C’è molto più da guadagnare e molta più gioia da vivere rispetto a quello a cui devo rinunciare». Per questo, dice, «non mi costa nulla lasciare vestiti, trucco o internet, perché l’amore che Dio ti trasmette è davvero molto più grande».

Privarsi della libertà? Affatto, «non sono limitata nella libertà per l’essere rinchiusa, perché la libertà non finisce quando sei tra quattro mura. Quando sei nella tua stanza e devi studiare, non è che hai meno libertà. Semplicemente stai facendo quel che devi fare».

La clausura è una vita di preghiera, innanzitutto. Ritenuta legittimamente inutile da tanti, ma non dalla Chiesa. Papa Francesco pochi giorni fa, incontrando le suore benedettine, ha ricordato che «il motto “Ora et labora” pone la preghiera al centro della vostra vita. Ogni giorno, la vostra preghiera arricchisce, per così dire, il “respiro” della Chiesa. Il valore della vostra preghiera non si può calcolare, ma è sicuramente un regalo preziosissimo. Dio ascolta sempre le preghiere dei cuori umili e pieni di compassione». Preghiera, lavoro ma anche comunità, compagnia con le consorelle.

 

L’enorme equivoco del mondo sul concetto di libertà.

Ma, forse, lo scandalo e l’incomprensione maggiore nasce dal concetto di libertà, da tutti (o quasi), concepito come possibilità di fare quel che si vuole, assenza di limiti o legami, indipendenza totale. Ed è vero il contrario. Innanzitutto lo dimostra la tristezza e l’insoddisfazione, perenne, di chi ha “libertà” di far tutto e vuole sempre di più. E non gli basta mai. «Si, però, liberi da che cosa?».

La vera libertà è, paradossalmente, una dipendenza da Colui che risponde al significato dell’esistenza. La vera libertà è il non dover più scegliere, perché si è già trovato quel di cui si ha davvero bisogno. Tale dipendenza la si può vivere fuori o dentro al monastero, dipende dalla forma vocazionale di ognuno.

Come ha detto la badessa Maria Cecilia, del monastero di clausura delle benedettine di Fermo (Marche): «Nel Monastero c’è quanto è necessario, non di più! “Il di più” ci distrae da Dio». La fonte della libertà.

La redazione

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21 commenti a Lucia entra in clausura: «Mi aspetta più vita di quanta ne rinuncio»

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  1. giuliano ha detto

    Molti anni fa, appena finito il Liceo, una mia compagna di classe dopo un’esperienza estiva decise di diventare monaca di clausura. Lo è tuttora e felicemente, dopo tanti anni. Da quel che posso capire, quando succedono queste cose, bisogna soprattutto condividere spiritualmente una scelta sicuramente peculiare, anche difficilmente accettabile talvolta da amici e parenti, ma personale, importante ed impegnativa. Ogni bene a Lucia.

    • Francesco ha detto in risposta a giuliano

      Le riflessioni del sig.Giuliano sono totalmente condivisibili.
      Alla giovane Lucia l’augurio più fervido di trovare nel monastero carmelitano la gioia e la realizzazione della sua giovane vita sotto lo sguardo benedicente della Fondatrice. Prega per tutti noi e in questo momento particolarmente per il Papa.

  2. extra ha detto

    Il tempo del celibato a della clausura è finito, e la ragione provvidenziale non sto qui a spiegare, anche se è semplice, ma non è accertabile. La provvidenza individuale è finita.
    Per questa ragione sono celibato a della clausura scarseggino ogni giorno di più come fenomeno, paragonato con passato, e crescono i atti di corruzione sessuale.

    • diacono ha detto in risposta a extra

      Mi sa tanto che lei non conosce quanto è scritto nel Vangelo di Matteo, capitolo 19, versetto 2: “Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”

      • diacono ha detto in risposta a diacono

        errata corrige: “capitolo 19, versetto 12:”

        • Assunta Silvana Silverii ha detto in risposta a diacono

          Questo è esattamente il versetto del Vangelo che ha suscitato nel mio cuore le prime domande sul mio futuro vocazionale. Per una serie di circostanze familiari ed ambientali non ho trovato subito la persona che mi potesse aiutare nel mio discernimento spirituale e perciò ho impiegato parecchio tempo x comprendere la modalità precisa x dire il mio SÌ al Signore. Dopo circa 5-6 anni finalmente la Luce come x S. Paolo sulla Via Di Damasco. Pura avendo valutato a lungo anche la clausura, infine sono stata portata sulle strade del mondo x viceversa la mia consacrazione in un Istituto Secolare, che inizialmente avevo messo da parte quasi x principio; mi sembrava una forma di compromesso, ma così non è affatto! Ho una carissima amica che ha scelto la clausura ed io stessa in seguito ho potuto fare alcune volte esperienza di condivisione x una settimana in un monastero di clausura. Faccio tantissimi auguri a questa sorella spagnola x il suo cammino spirituale e S. Teresa d’Avila l’accompagni insieme alla Comunità che l’ha accolta. Ho letto attentamente lo a biografia di S. Teresa e mi ha molto coinvolta! Il mio carisma è diverso, ma siamo una cosa sola in Gesù!

    • giuliano ha detto in risposta a extra

      Ci fu un tempo della Chiesa in cui potevano diventare preti sia gli uomini sposati e sia gli uomini non sposati; ma dopo l’ordinazione del vescovo, a quei tempi, non potevano più cambiare stato. Da tempo è considerato più “utile” un prete non sposato in quanto può seguire meglio e con meno impicci la comunità ecclesiale. L’attuale Papa probabilmente riporterà a questa situazione, giusto per avvicinarsi ai fratelli “ortodossi” o per venir incontro a preti di estrazione culturale non occidentale (i preti africani ad esempio). Ma il celibato resta fondamentale, a maggior ragione nei tempi attuali.

      Frati e suore invece “decidono” a priori una vita da fratelli o sorelle (quindi lo sposarsi non serve a priori). In particolare la clausura è molto importante in quanto, agli occhi del laico, è testimonianza fondamentale che Dio può assorbire completamente una persona senza che questa venga a sentire la mancanza di qualcosa. Come per il celibato anche la clausura è fondamentale al giorno d’oggi, soprattutto per il discorso della testimonianza.

      Spero che il Papa non faccia grandi cambiamenti a riguardo, e non si faccia condizionare da discorsi circa deviazioni sessuali, pedofilia, pederastica, ecc… che non hanno nulla a che vedere con celibato e clausura. Son utili solo agli anticlericali per seminar zizzania.

  3. simone ha detto

    Una giovane donna brucia la sua vita le sue aspirazioni e i suoi talenti vivendo da reclusa, per servire un’ideologia che la considera un essere inferiore e per i cristiani è una vittoria.

    Il vostro mondo descritto in The Handmaid’s Tale.

    • Sophie ha detto in risposta a simone

      La tua anima è completamente pervasa dal materialismo per poter capire quanto la preghiera può cambiare noi stessi e il corso degli eventi. E’ roba per i puri di spirito. Tu non hai un metro di paragone… non sai quanto peggio può essere il mondo senza nessuno che prega.
      Perdono la tua cattiveria gratuita solo perchè non hai ancora il dono della fede.

      • Klaud ha detto in risposta a Sophie

        *… non sai quanto peggio può essere il mondo senza nessuno che prega… *

        Nel senso che mentre prega non fa danni? Mi riesce davvero difficile credere che le preghiere possano avere effetti materiali.
        Senza quelle preci, dio e tutti i santi si occuperebbero d’altro?

        • extra ha detto in risposta a Klaud

          Io ho avuto esperienze con atei come te blla blla blla per cose che non capiscono (più esatto non vogliono capire), trovati in difficoltà, cominciano a pregare.

        • Andrea2 ha detto in risposta a Klaud

          Gli studi sull’efficacia della preghiera in campo medico si trovano anche nella prestigiosa ed internazionale Cochrane Library. Per chi non sappia cosa sia: si tratta di una raccolta di sei database che contengono diversi tipi di prove di efficacia, indipendenti e di alta qualità, con lo scopo di supportare il processo decisionale nell’assistenza sanitaria.
          Lucia è una delle poche persone che possono essere “certe” di aver scelto una strada che sarà “sicuramente” utile al mondo.

          • Klaud ha detto in risposta a Andrea2

            Che le preghiere possano avere un effetto placebo lo posso ammettere; anche gli sciamani ottengono oggi effetti come facevano 10.000 anni fa.
            La differenza però, e dovresti darne prova, è che i risultati dovrebbero essere mediati dall’intervento divino.

            (Forse la risposta ce la dirà giuliano che pare avere profonda sapienza in materia).

            • Euronymous ha detto in risposta a Klaud

              Sono anni che contesti qualsiasi cosa venga detta in questo sito.
              Anni.
              Io non sono credente, e ho un rapporto pessimo verso il dogmatismo religioso. Ma persone come te, così ossessionate dal dover per forza analizzare e smontare le idee altrui, anche quando queste idee sono, di fatto, semplicemente un modo personalissimo per reagire alle difficoltà della vita, vanno oltre le mie comprensioni.
              Avete un DOC grave, se non contestate almeno 2 questioni cristiane andate in astinenza.
              Te, Pendesini e il resto della ciurma.

              • Euronymous ha detto in risposta a Euronymous

                Due questioni cristiane *al giorno.

              • Klaud ha detto in risposta a Euronymous

                Veramente, a parte una mia partecipazione anni fa, saranno due mesi che intervengo qui.
                Io penso che questi forum siano fatti per discutere; la prima regola d’oro del dialogo è argomentare ad rem, non ad personam.
                L’altra regola altrettanto aurea è che si possono saltare gli interventi di chi ci è antipatico.
                Contestare l’affermazione che le preghiere facciano realmente bene al mondo intero non mi pare che sia una stravaganza.
                Ho ammesso che tutt’al più faccia bene all’orante.
                Detto questo posso anche chiudere qui, a dimostrazione di quanto me ne cale.

                • Andrea2 ha detto in risposta a Klaud

                  Dici “L’altra regola altrettanto aurea è che si possono saltare gli interventi di chi ci è antipatico”.
                  Ne deduco di esserti antipatico ma suppongo che, invece, quando ti si contesta con argomenti scientifici, sia più comodo non rispondere.
                  Dici “Contestare l’affermazione che le preghiere facciano realmente bene al mondo intero non mi pare che sia una stravaganza”. In effetti non lo è ma quando si viene informati che esistono serissimi studi scientifici fatti “in doppio cieco” che dinostrano che non è così, chi ha una mentalità scientifica, per lo meno, indaga sull’argomento.
                  Dici “Ho ammesso che tutt’al più faccia bene all’orante”. Non è quello che hai detto, hai parlato di effetto placebo e di sciamano: lo sciamano è l’orante (colui che prega) ed il malato è quello che ha l’effetto placebo.
                  Concludi dicendo “Detto questo posso anche chiudere qui, a dimostrazione di quanto me ne cale”. Anch’io chiudo qui ma, siccome della tua anima, me ne cale, pregherò per te.

            • giuliano ha detto in risposta a Klaud

              Perchè mi tira in ballo signor Klaud?

              Ribadisco: si perde tempo a prendere posizione su interventi di utenti che partono da una visione in cui la vita è solo rapporto causa-effetto di tipo esperienziale e agire di conseguenza.
              Se la sua consapevolezza si accontenta di ciò, buon per lei, ogni bene.

              Per altro non è che ci voglia “profonda sapienza” per il grande problema che non la fa dormire la notte: la prova che i risultati del benessere infuso dalla preghiera sono mediati dall’intervento divino.
              Per dormirci su la notte prenda atto che la prova (in senso esperienziale) non può essere semplicemente data; per aver la prova bisogna approcciarsi con fede, non con un modello deterministico alle differenze finite o con una delle tante teorie del pizzicotto.

            • Andrea2 ha detto in risposta a Klaud

              Prima di rispondere ad un altro commento sarebbe utile leggerlo bene ed informarsi su cio che non si conosce.
              Ho scritto che la Cochrane Library si occupa di studi in campo medico (tecnicamente fanno delle “meta-analisi”) e che è prestigiosa ed internazionale. Quindi si occupa solo di studi seri e cioè fatti in “doppio cieco”. Per questo motivo l’effetto placebo non c’entra alcunché.
              Non ho mai parlato di miracoli ma solo dell’efficacia della preghiera dicendo che Lucia è una delle poche persone che possono essere “certe” di aver scelto una strada che sarà “sicuramente” utile al mondo.

      • giuliano ha detto in risposta a Sophie

        Qui c’è avversione umorale fuori controllo verso i credenti e profonda ignoranza in materia.
        Non ha senso rispondere Sophie. Si perde solo tempo.

  4. Giancarlo ha detto

    Una mia cugina di secondo grado trentenne, convivente ma non sposata, agnostica, ha fatto l’anno scorso la stessa scelta causando sorpresa per tutti, sconcerto per i cosiddetti cristiani (me compreso) e dolore a sua mamma e al suo compagno. Io la ritengo invece una scelta molto coraggiosa e vorrei avere nella mia vita di cristiano peccatore e a volte distratto, il coraggio di questa ragazza. Spero preghi soprattutto per me che ne ho bisogno, ma tanto bisogno.

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