Transgender non si nasce, si diventa per influenza sociale: la ricerca è silenziata
- Ultimissime
- 12 Set 2018
Trans si nasce o si diventa? Uno studio ha rilevato che diversi bambini “diventano transgender” a causa della pressione o dell’influenza sociale, e nient’affatto perché sono nati in quel modo. Il 62% aveva inoltre una diagnosi di disturbo psicologico.
La ricerca è apparsa su Plos One, firmata dalla prof.ssa Lisa Littman, e ha esaminato numerosi bambini con improvvisa comparsa della cosiddetta disforia di genere, in particolare quella “a insorgenza rapida”, cioè apparsa per la prima volta dopo la pubertà. Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, redatto dall’American Psychiatric Association (APA), è definito come il malessere percepito da chi non si riconosce nel proprio sesso biologico (i cosiddetti nati nel corpo sbagliato). O, secondo un linguaggio più ambiguo, quei soggetti che vivono una contraddizione tra l’identità di genere vissuta e il sesso osservato alla nascita (come se davvero potesse esistere un genere separato dal sesso).
Dallo studio è emerso che tale disforia appariva appartenendo ad un gruppo di pari, dove uno, più o anche tutti gli amici hanno iniziato a soffrire di tale disturbo e/o si sono identificati come transgender durante lo stesso periodo di tempo. In altre parole, questi bambini si sono identificati come transgender perché i loro amici lo hanno fatto. «I genitori riferiscono anche che i loro figli hanno mostrato un aumento dell’utilizzo dei social network e di internet poco prima della manifestazione di un’identità transgender», ha scritto la ricercatrice.
Il campione non è enorme, ma si parla del 21% dei bambini che aveva uno o più amici identificati come transgender più o meno nello stesso periodo; il 20% di essi che ha riportato un aumento nell’uso dei social media nello stesso periodo in cui hanno avuto i primi sintomi di disforia di genere; e il 45% che ha riferito entrambi i casi. L’enorme pressione dell’influenza sociale spiegherebbe perché fino a poco tempo fa era raro che un adolescente riferisse sensazioni di appartenenza al sesso opposto, al di là di ben noti periodi transitori di assestamento. Soltanto negli ultimi anni, invece, i medici stanno riferendo un drastico aumento dei pazienti con la precisa convinzione di essere a disagio nel proprio corpo, di non essere adatti, che l’unica via per la felicità è attuare la transizione di sesso e che è transfobico chiunque non sia d’accordo con l’adolescente.
La ricerca è stata messa subito sotto accusa dalla comunità Lgbt, tanto che la Brown University ha dovuto rimuovere il comunicato stampa dal suo sito web. Il motivo, oltre a quanto già scritto, lo si apprende sfogliando i risultati: il 62% dei genitori di questi adolescenti ha riferito che il loro figlio aveva una o più diagnosi di un disturbo psichiatrico o di disabilità dello sviluppo neurologico prima dell’insorgere della disforia di genere. Il 48% ha riferito invece che il loro bambino ha avuto un evento traumatico o stressante prima dell’inizio della loro disforia di genere, tra cui essere vittime di bullismo, violenze sessuali o divorzi dei genitori.
Nonostante la polemica si sia infiammata, Jeffrey Flier, ex rettore della Harvard Medical School di Boston, ha scritto: «Questo è un giorno triste per la Brown University per l’accusa di integrità alla loro leadership accademica e amministrativa», affermando di aver trovato “orribile” che l’Università non è riuscita a difendere la sua ricercatrice.
Piuttosto che dare ascolto ed assecondare le convinzioni di questi adolescenti, lo psichiatra americano Paul R. McHugh, Emerito di Psicologia presso la prestigiosa Johns Hopkins University School of Medicine, dove è stato presidente del Dipartimento di Psichiatria, ha spiegato che «i trattamenti devono iniziare con la rimozione del giovane dall’ambiente suggestivo che lo confonde, offrendo a lui un contro-messaggio in terapia familiare». Ma, sopratutto, «gli psichiatri devono sfidare il concetto solipsistico che ciò che è nella mente non può essere messo in discussione. I disturbi della coscienza, dopotutto, rappresentano il dominio della psichiatria. La maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente hanno descritto se stessi come “soddisfatti” dai risultati, ma i loro adattamenti psico-sociali successivi non erano migliori di quelli precedenti l’intervento chirurgico. Per questo alla Johns Hopkins abbiamo interrotto gli interventi chirurgici per cambiare sesso».
La redazione
85 commenti a Transgender non si nasce, si diventa per influenza sociale: la ricerca è silenziata
Nemmeno gay si nasce, si diventa: questa è la verità!!!
E della pressione sociale e familiare a cui i bambini sono sottoposti appena nati per diventare cristiani?
Questo presunto studio di una dottoressa che per anni ha prestato servizio in strutture religiose (Cdntti Ricerche Monte Sinai) non dimostra assolutamente nulla, chi è veramente omosessuale o trans lo sente nel profondo della propria personalità con test psicologici mirati e precisi che seguono costantemente il percorso di transizione.
Il paragone con il Battesimo non c’entra nulla. Da genitore che sperimenta un incontro con Qualcuno che salva è sacrosanto diritto di voler impartire la Fede ai propri figli. Il Battesimo ti apre il Cielo se ci credi e se vuoi diventato adulto, valorizzarlo, la Chiesa ti da gli strumenti. Infatti se credi che questo passaggio terreno è solo una minima parte della propria vita ed una volta che cala il sipario c’è la Vita Eterna, puoi solo desiderare che i tuoi figli possano accedervi.
C’entra eccome: se è vero che si diventa gay per condizionamento sociale, ciò vale anche per la religione cattolica,
che si dà un gran daffare per accaparrarsi le pecorelle del gregge fin dalla più tenera età.
Se la chiesa è così si cura di sé stessa dovrebbe fare come al tempo di Gesù: indottrinare e battezzare gli adulti consenzienti.
Mi sa tanto che lei è male informato perché, ai tempi di Gesù, si battezzavano sia gli adulti che e le loro famiglie, bambini compresi.
Ma questo dove lo hai letto?
I discepoli battezzavano i genitori ed i loro figli: informati meglio prima di scrivere…
La Chiesa non si “accaparra” nessuno, è una scelta libera della famiglia secondo il credo dei genitori. Il percorso da adulti si chiama catecumenato e dal Concilio Vaticano II è stato nuovamente rivalutato proprio perché la Fede trasmessa ai bambini attraverso il Battesimo va accompagnata, altrimenti resta solo scaramanzia. Sempre nella libertà.
Hai perfettamente ragione klaud,infatti il cristianesimo non è un innesto genetico ma una libera scelta , proprio come lo è essere frocio, nulla di genetico ma una scelta
Così anche tu prima di dire a tuo figlio quello che pensi, i valori in cui credi, aspetterai fino alla maggiore età. Così vedrai se c crede davvero..
Così nel frattempo ci avrà già pensato qualcun altro..
Klaud quindi priverà i suoi figli di qualunque insegnamento dato che questo significa indottrinarli.
Caro Valerio diventare cristiani significa diventare veri uomini e vere donne, diventare ciò che veramente siamo, per cui non venga.
*per cui BEN venga.*
Ma che stupidaggini dice? Il bambino non è in grado di scegliere e quindi lo fanno i genitori in sua vece. I genitori fanno nascere un bambino, gli mettono un nome, gli danno da mangiare, scelgono le cure e i medici, scelgono come vestirlo, a che scuola e dove mandarlo, scelgono corsi di musica, nuoto, se fare sport, gli regalano libri, ecc… E lo fanno tenendo conto del bene del bambino, non dei desideri immaturi dello stesso
Infatti non deve assolutamente fare scelte politiche o religiose prima della sua maturità, prima che abbia maturato un pieno senso critico e abbia gli strumenti culturali per fare scelte simili!
E’ vietato introdurre un bambino in un partito politico e altrettanto deve esserlo in un’organizzazione religiosa. Un bambino che a 4 anni viene indottrinato e messo con un rosario al collo è una violazione profonda della sua persona e del suo libero sviluppo.
Lo sport o la grammatica non sono scelte ideologiche e non violano l’intimità e lo sviluppo autonomo del proprio pensiero
Infatti, la libera scelta si fa in età più adulta, con il sacramento della cresima.
Il Battesimo non ti obbliga ad una vita cristiana fino alla morte, tutto il resto sono speculazioni.
Se non te ne sei accorto, l’uomo è un animale sociale e la trasmissione della cultura rientra nel comportamento tipico della specie.
La religiosità è uno degli aspetti culturali. Sarebbe praticamente impossibile far vivere un bimbo in una famiglia cattolica praticamente (ma vale anche per qualsiasi attivismo politico, sociale, per il tifo sportivo, per la passione per la musica o il teatro o i viaggi) e pensare che non riceva influenze.
Secondo te, i genitori, dovrebbero andare a messa di nascosto? Girare i quadri della Madonna? Non portare i figli al cimitero a trovare parenti e via dicendo?
E riguardo alle iscrizioni, in realtà, i miei figli gli ho iscritti a associazioni laiche dal chiaro profilo politico-sociale… Non mi risulta vietato, dato che sono associazioni culturali ONLUS o simili. Peraltro, sarebbe assurdo che lo stato mi fa firmare il consenso informato per ogni intervento medico sui miei figli e non posso farlo battezzare… Cioè decido della loro vita, ma non di un rito che il ragazzo al più dimenticherà da grande?
Ma dai…
Se un genitore insegna al figlio il golf oppure la box è la stessa cosa?
Se un genitore insegna al figlio l’italiano o la lingua rom è la stessa cosa?
Per un ateo il batteso e’ un bagnetto, cambiare sesso chirurgicamente ha implicazioni molto profonde
Appunto, fare un bagnetto e farsi rimuovere il pene, e riempirsi di ormoni rovinandosi la salute è uguale? Certi atei son fuori!
Tra l’altro qui parla non di credenze, ma di trattamenti farmacologici ed operazioni chirurgiche NON necessari.
Come al solito UCCR non si esime dal dare all’articolo un titolo suggestivamente falso, visto che la ricerca in oggetto non è stata “silenziata” ma è lì, tutta intera, presente e visibile nel sito dell’Università. E’ stato rimosso solo un comunicato stampa.
Detto ciò, lo studio va preso per quello che è, una voce nel mezzo della comunità scientifica. Una voce isolata. E’ abitudine del cherry-picker capare le voci isolate e attaccarvicisi sopra con tutte le forze. Regnerus insegna.
Quindi ha ragione il sito, è stata silenziata la comunicazione alla stampa.
Anche il tuo commento.
Avanti il prossimo.
Il sito dice che è stata silenziata LA RICERCA, non la sua comunicazione alla stampa, lasciando suggestivamente e falsamente intendere che sia stata censurata.
E’ accaduto semplicemente che l’Università si è accorta che la ricerca faceva schifo e hanno deciso di non pubblicizzarla ulteriormente (pur non censurandola). Saranno c…i dell’Università decidere quali studi pubblicizzare e quali no?
Se non viene annunciata la pubblicazione la ricerca è silenziata, cioè messa in silenzio. Se fosse come dici avrebbero usato cancellata o censurata.
Stai lasciando suggestivamente e falsamente intendere che le cose siano così, senza aver prima verificato direttamente. Stai dunque affermando il falso fino a prova contraria e chi afferma il falso è bene che rifletta sulla sua onestà prima di poter criticare qualcuno.
La pubblicazione E’ STATA annunciata. Che faccio, metto nel mio sito un comunicato per avvertire della pubblicazione di una ricerca e poi sono obbligato a tenere nel mio sito quel comunicato PER SEMPRE?
Sai cosa vuol dire “falsità suggestiva”? Quella di usare una terminologia che “suggerisce” un significato falso, lasciando intatta la giustificazione postuma di poter dire “ma noi volevamo dire un’altra cosa”. Certo che UCCR non poteva usare il termine “censurare”. Ecco che allora usa il termine “silenziare”, che suggerisce l’idea della censura lasciando quel margine di ambiguità interpretativa a cui ci si attacca successivamente.
Ti sfugge il fatto che io non pubblico articoli o editoriali, ma semplicemente esprimo un’opinione che non ha alcuna pretesa di validità oggettiva. Se vuoi mi correggo: “SECONDO ME hanno smesso di pubblicizzare lo studio perché si sono accorti che faceva schifo”, che, SECONDO ME, è una spiegazione più plausibile di “hanno smesso di pubblicizzare lo studio perché obbligati dalle lobby LGBT”. Va meglio?
E infatti il comunicato stampa è stato silenziato, nessuna ambiguità. Ed è stato usato da tante altre testate internazionali, qui un esempio: https://www.christianheadlines.com/contributors/michael-foust/study-silenced-for-suggesting-kids-become-transgender-due-to-social-influence.html
Il fatto che tu abbia opinioni personali tanto stupide spiega perché tu perda del tempo per queste critiche così ridicoli. Interessante il concetto di “schifo” usato per teorizzare il sentimento dei responsabili di un’università verso una ricerca scientifica di una loro ricercatrice. Hai dimostrato di essere l’ultima persona in grado di poter commentare qualcosa legato al mondo scientifico.
NO: la libertà religiosa appartiene solo all’indivduo non ai suoi genitori!
Un bambino viene consegnato ad indivdui esterni alla famiglia che non hanno alcun diritto di indagare nella sua intimità, e di indurre confessioni e istigare paure e angosce, il tutto in piena età evolutiva, la più delicata e le soggezioni psicologiche a cui si è sottoposti possono rimanere per sempre.
Il percorso non è accompagnato, viene obbligato! Non c’è nessun confronto e nessuna pluralità d’insegnamento, tutto viene impartito in modo unilaterale.
Accompagnamento per voi significa indottrinare nel modo più radicale possibile, sottoponendo l’indivduo a plagio e assoluta disinformazione con danni irreparabili.
Per di piu viene indottrinato verso principi contrari alla società civile e contrari ai valori della comunità di cui fa parte.
Anche se da adulti non si crede piu al soprannaturale, rimane la soggezione e la sudditanza psicologica verso il sacro e l’indivduo non sara mai più libero.
Si chiama plagio mentale.
Io che sono ateo sono contrario alle gravidanze on-demand dei gay, proprio perché il bambino non può scegliere;
questo tema, così caro ai credenti, però non è più così chiaro quando si tratta di indottrinamento religioso.
Dopotutto si tratta solo di lasciare qualche anno di libertà all’individuo, no? Poi, certamente illuminato dalle verità straripanti dalla bibbia, diventerà un fedelissimo fedele!
Anche se da adulti non si crede piu al soprannaturale, rimane la soggezione e la sudditanza psicologica verso il sacro e l’indivduo non sara mai più libero.
Il che spiegherebbe, Shiva101, la ragione psicologica (o forse psichiatrica) della tua avversione al cristianesimo.
Uno che se ne intendeva, definiva la religione ”una nevrosi indotta”. Trai le tue conclusioni.
Ti riferisci alla mitologia pseudoscientifica denominata psicoanalisi? Dovresti sapere che forse nessun’altra ideologia/dottrina, eccetto il marxismo, ha avuto nella seconda metà nel Novecento una presa sulle coscienze così forte come la psicoanalisi; era un vero e proprio surrogato della fede religiosa, ogni cosa, anche gli eventi più banali, poteva essere spiegata facendo riferimento a subconscio, inconscio, Io, Es, Super-Io, complesso di Edipo, ecc. Tenuta ovviamente in altissima considerazione negli ambienti progressisti.
Oggi nessuno si attarda più a interpretare il mondo secondo i criteri psicoanalitici, eccetto qualche ateo che per dar contro alla religione sarebbe capace di conferire dignità intellettuale agli sproloqui di un ubriaco in osteria.
Sarebbe interessante però fare un esercizio psicoanalitico su te e Shiva: la vostra avversione al cristianesimo è dovuta ad una sudditanza psicologica che continuate a soffrire benché siate fieramente atei? Nel vostro subconscio esiste tuttora la soggezione ad un padre castrante (Dio) di cui non riuscite a liberarvi una volta per tutte?
Lo stesso di cui parli riteneva l’omosessualità una patologica fissazione inconscia e irrisolta verso la madre. Trai tu le tue conclusioni.
Se lei non specifica cosa intende quando parla di religione, potrebbe anche affermare che la “religione” prevede sacrifici umani, come ad esempio la religione degli antichi Inca.
Bisognerebbe chiederlo a Freud. Non credo però che avesse molti clienti inca a Vienna.
In ogni modo, più o meno grave, sempre di nevrosi si tratta.
Non mi sembrava di aver scritto una cosa del genere ma, dato che potrei benissimo averla scritto io, ti rispondo con piacere: non avendo io alcuna nevrosi mentre, a quanto dicono, Freud ne aveva parecchie, non credo che essere cattolici sia “una nevrosi indotta”.
Anche il cane di Pavlov diceva di non essere condizionato.
Se è per quello, anche tu dici di non essere condizionato.
Se sei stato indottrinato cattolicamente, dimostri che questo plagio non esiste, dato che non ne sei vittima.
Se invece sei stato educato con principi atei, come fai ad essere sicuro di non essere stato tu stesso plagiato in senso appunto ateo?
Esiste anche la possibilità che a un bambino non venga inculcato né il cattolicesimo (o qualsiasi altro credo) né l’ateismo. Mio padre era ateo, ma non ha mai cercato di convincermi, da piccolo, che Dio non esiste
Credi sia possibile?
Tuo padre, molto probabilmente, avrà affrontato tutta la vita da ateo, perché per il credente qualunque evento quotidiano viene vissuto in ambito della fede. Credere in Dio non si limita ad andare a messa o parlare di Dio.
Viceversa, l’ateo, ha un approccio diverso a tutti gli eventi. Immagina solo per un bambino la differenza sul come verrà trattata la morte di un nonno, oppure la sessualità, l’etica, etc.
Hai dunque avuto un solo esempio di come si può vivere una vita: quello ateo. Quindi, se ha ragione Valerio, anche tu sei stato plagiato ed indottrinato (vale più l’esempio che mille parole, no?).
Se invece è come la penso io ed altri, la tua scelta è libera, come la mia
Giusto.
Se alcuni atei sostengono che genitori appartenenti ad una qualsivoglia fede religiosa impongano una dottrina ai loro figli, dovranno convenire che anche genitori non credenti, lungo il processo educativo della prole, impongono ai loro figli la loro visione del mondo, la loro moralità, le loro scelte ecc…
Un genitore ateo, di fronte ad un accadimento o ad un parere da trasmettere ai figli, di certo non dirà tutte le volte: ”Guarda, per un ateo questa cosa è così, per un cristiano è cosà, per un islamico è un’altra cosa, per un buddista va vista in questo modo…”; il genitore ateo, come tutti gli altri tipi di genitori, non farà il pluralista ma esprimerà solo la sua visione delle cose e la trasmetterà al figlio.
Piuttosto, io non parlerei di imposizione: molto semplicemente i tutti genitori hanno il compito di condurre i loro figli per mano facendogli percorrere la strada che ritengono più opportuna per il bene dei propri figli; da parte loro, una volta arrivati ad un certo percorso del cammino, i figli (che sono individui dotati di facoltà di scelta e di libero arbitrio) faranno le loro libere scelte.
Io ho ricevuto un’educazione laica che mi ha insegnato, quand’ero bambino, il valore universale del rispetto, senza che si sia reso necessario ricorrere al “plagio ateo” o all’indottrinamento di sovrastrutture religiose (o antireligiose), politiche o ideologiche.
Il rispetto lo può insegnare nello stesso identico modo un cattolico, un musulmano, un ateo, uno zoroastriano.
Peccato Gianluca che il rispetto appreso nell’infanzia escludesse quello ai cristiani. Rei solo di avere un’opinione ed un’esperienza di vita diversa dalla sua
Stai sbagliando Gianluca, forse. Tra l’altro, non ho mai avuto il piacere di averti come interlocutrice
Se posso permettermi una battuta per rilassare il clima, a me non hanno nemmeno chiesto se volevo essere messo al mondo ed affrontare questa esistenza…
Piu’ seriamente, credo che siamo tutti “condizionati”, piu’ o meno, dall’ambiente in cui viviamo… siamo immersi in societa’, strutture e culture di un certo tipo. Per esempio, un comunista potrebbe dire che i bambini nell’occidente venivano “brainwashed” per diventare capitalisti, e viceversa.
Entro certi livelli, questo “indottrinamento” e’ inevitabile.
L’indottrinamento è evitabile, l’educazione – nel senso buono del termine – è auspicabile e doverosa.
L’ateo insegna al figlio a non rubare altrimenti dovrà fare i conti con i rimorsi e la perdita della propria dignità.
Il religioso insegna al figlio a non rubare perché potrebbe finire all’inferno… però ha sempre a disposizione il jolly della confessione. 😆
Ti sei dimenticato cosa insegna il cattolico: il cattolico insegna al figlio a non rubare altrimenti dovrà fare i conti con i rimorsi della coscienza e con la perdita della propria dignità di figlio di Dio… però, a patto che ci sia il fermo proposito di non rubare più e di riparare, per quanto possibile, al danno fatto anche restituendo il maltolto, c’è sempre a disposizione la confessione che lenisce i rimorsi della coscienza e ci ridona la dignità di figli di Dio.
Veramente mio padre cattolico mi ha insegnato di non rubare prima per le conseguenze che dici tu, poi per le conseguenze dogmatiche, finiamola di generalizzare.
Il religioso insegna al figlio a non rubare perché potrebbe finire all’inferno… però ha sempre a disposizione il jolly della confessione.
Questa mi sembra una visione travisante e semplicistica. Ma altri ti hanno gia’ risposto.
REILAIN – MAX
Qui sotto facevo l’esempio di un noto bigotto che è paradigmatico come comportamento da menefreghista
verso le conseguenze del peccato religiosamente inteso. Non parlo dei mafiosi devoti, ma dei normali borghesi.
E poi, vivendo anch’io su questo pianeta, non ho certo bisogno di andare con il lanternino alla ricerca di esempi.
Cosa c’ entrano i cosiddetti “mafiosi devoti” e i “normali borghesi” con mio padre?
Comunque non m’ interessa il tuo modo di percepire Max =|
Tutti i genitori hanno l’obbligo di educare i propri figli secondo i propri principi religiosi, etici e anche politici-civili. L’importante è che essi stessi abbiano approfondito bene le ragioni delle loro scelte. Come importante in età adulta lasciare poi che i figli possano scegliere . Cosa e come possono scegliere se non hanno un termine di paragone e una base su cui poggiare? E’ il dramma dei giovani di oggi proprio per il pensiero debole, il relativismo e l’assenza di “senso”. Facile preda del primo che sappia fare presa sul populismo o estremismo. Meglio un uomo religioso convinto come di un politico convinto che tanti senza arte ne parte.
* …È il dramma dei giovani di oggi proprio per il pensiero debole, il relativismo e l’assenza di “senso”… *
Come si spiega questo pensiero debole in un’epoca ridondante della presenza della chiesa: a scuola, nei media, nella politica?
Io ricordo che fino papa Luciani la chiesa e le gerarchie erano pressoché invisibili, oggi sono in video più della pubblicità della Tim, eppure la chiesa non ‘tira’.
Marketing debole, prodotto obsoleto? Io direi la seconda. Credo che anche mezzo secolo di DC abbia avuto il suo peso.
Con tutto il rispetto Valerio, chi non ha sperimentato la presenza di Dio nella propria vita, non può capire cosa significa garantire la Vita Eterna. Dopo come è stato già detto, è la Confermazione che completa un persorso. Stiamo parlando su 2 paralleli che non si incontreranno mai, visto che secondo lei la professione di Fede Cristiana e nello specifico il cattolicesimo è un’organizzazione religiosa, mentre altro non è che una testimonianza attiva e vissuta della vita di Gesù Cristo. Un non battezzato (perché nato in un contesto non cristiano e quindi non gli è stato annunciato il Kerigma) se vive la sua vita come Nostro Signore indica, passerà davanti a tanti nel Regno dei Cieli, nonostante non sappia dell’esistenza della Vita Eterna.
Grazie mille dei tuoi interventi, Tiziana!
È una parte del dovere cristiano, di servire la Verità. Come un diritto dire e seguire la Via per la Vita Eterna (almeno finché potremo farlo liberamente).
Nota per Klaud: mio padre è ed è sempre stato ateo (oltre ad un comunista della prima ora) ma non ha mai denigrato ed offeso fede di mia madre e neanche la nostra di figli. Per dovere informativo la confessione non è una lavanderia a gettoni dell’anima, ma l’impagabile possibilità data al penitente di convertirsi dal peccato commesso, cosciente della Misericordia del Padre, ma con un cuore nuovo pronto a non cadere più
*… ma l’impagabile possibilità data al penitente di convertirsi dal peccato commesso… *
Sì, come faceva quel noto politico, G.A., che ogni mattina si comunicava e quando fu processato ne uscì un curriculum da paura.
Vede, Tiziana, sui blog bisogna essere diretti e andare al sodo, altrimenti non si riesce a concludere il discorso. Mi fa piacere che suo padre sia ateo,
soprattutto perché lei, a differenza della maggior parte dei frequentatori di questo sito, può parlare con cognizione di causa sulla moralità di un ateo,
senza cadere nei luoghi comuni che vanno dal dipingerli come libertini sfrenati o dogmatici di una setta inesistente.
Ahimè Klaud, non ho il dono della sintesi e neppure grande passione per i blog. Intervengo qui solo quando il politicamente corretto e le frasi fatte che leggo nei commenti superano il livello di guardia.
L’ateismo di mio padre ha una sua radice ed un suo perché, ogni ateo dichiarato ha questa peculiarità. Si nega la presenza di Dio perché non si accetta un’entità, che dovrebbe essere solo bontà, permetta cose non buone. Su questo non mi dilungo ma consiglio la lettura di Giobbe (Antico Testamento).
Sulla confessione rispondo come mia nonna: “tu pensa alla tua anima, che io penso alla mia”…
Quindi stiamo ammettendo che ci si definisce atei rispetto all’ idea che Dio sia “buono”, cioè rispetto alla religione cristiana, ma non ci si può definire atei in sé. Per questo motivo, per esempio, l’ ateismo è una presa di coscienza sciocca e infantile, perché ha la presunzione di porre il Dio cristiano come se fosse l’ unico dio possibile e di potersi dire ateo semplicemente credendo solo nelle sue funzioni mentali, che sono considerate per giunta da lui infallibili e assolute. L’ ho sempre detto che l’ ateismo andrebbe chiamato “infantilismo esistenziale”, per non cadere in confusioni concettuali.
Non essere ridicolo, hai cominciato a leggere saltando i primi capitoli del libro: affermi l’esistenza degli dei, danne la prova.
Altrimenti sei tu che credi (per questo vi chiamate credenti) solo nelle tue funzioni mentali che consideri assolute e infallibili.
In verità non sono nemmeno funzioni mentali attive in quanto tutto quello che credi ti è stato insegnato.
A questo punto, prevengo la tua obiezione, dirai che anche quello che io so di aritmetica mi è stato insegnato:
però io posso sempre verificarlo. Tu no.
Ancora con questa storia che gli dei devono avere una “prova”, poi non ho mai parlato di dei.
Tu puoi darmi una prova che le cose percepite dai tuoi sensi siano identiche alle cose così come esse sono?
No, non hai la garanzia che il risultato delle tue percezioni sensibili sia identico all’ oggetto così com’è percepito, quindi se non puoi provarmi che i tuoi sensi sono infallibili, come fai a presupporre che tutto ciò che esista debba essere evidente ai tuoi sensi?
Il teismo è assolutamente coerente con sé stesso perché presuppone che i sensi siano insufficienti, ma più in generale una mente inserita in un sistema corporale com’ è quello umano, per comprendere appieno Dio. Tu invece che presupponi che Dio debba essere un “concetto” da mettere in boccetta, hai l’ onore della prova.
Ma non puoi dimostrare né questo, né la base che presupponi essere già dimostrata.
Non basta conoscere il concetto di “prova” perché tutto debba diventare “provato”.
All’ oggetto così come non è percepito*
onere*, maledetto cellulare
Fidati, l’ ateismo è un infantilismo esistenziale. Infantile in quanto crede che l’ evidenza sensibile sia sufficiente per avere una conoscenza di tutto l’ essente. Ma se gli dici che l’ evidenza sensibile non è sufficiente, sbraitano che Dio dev’ essere “provato”, fermo restando che non possono uscire dai propri sensi per verificare se in effetti siano infallibili.
E però loro pretendono che tutto debba essere “provato”, ma non la loro evidenza sensibile, sia chiaro.
Il concetto dell’ “insegnamento” è poi fuorviante, non capisco cosa debba significare..
Altro punto: ti contraddici se mi definisco “credente” ma considerando la mia “credenza” assoluta e infallibile, in quanto la credenza è l’ adesione ad un’ idea che si sa essere fallibile, ma si crede in essa comunque, altrimenti è un “sapere”. Ma c’è anche il problema di “sapere di sapere”, per esempio.
Non basta definirsi “non credenti” per non esserlo davvero.
Per esempio tu credi che io consideri la mia credenza assoluta, ma credi anche che tutto debba essere provato, ma non il mondo percepito che è identico al mondo-in-sé, questo lo dai per scontato, quindi ci credi. Credi che Dio debba essere “sensibile”, ma non sarebbe quindi Dio.
Insomma, credi un’ infinità di cose e non le puoi dimostrare, quindi dal tuo punto di vista non esiste l’ ateismo.
Io sono coerente, credo che non tutto possa essere dimostrabile perché i propri sensi sono insufficienti, quindi ci sono essenti che sono davvero ma superano i miei sensi, ma comunque credo che esistano. Ci credo e lo stato di credenza è proprio “pensare che esistano sebbene non ne sia sicuro”.
Dunque, riepilogando: quello che penso io su quello che credi tu senza prove, è falso. E quello che credi tu senza prove, è vero. Vabbé…
Non ho mai detto che è vero, credo sia vero. è diverso dire “credere che sia vero” da “sapere che sia vero”. Tu mi attribuisci uno stato di sapere che io non ho affermato, ma è proprio perché definisco la mia una credenza, che sono perfettamente coerente con me stesso.
Non so se ti rendi conto dell’assurdità della tua posizione:
pensi di credere una cosa ma non ne sei certo, però difendi questa cosa in maniera assoluta.
Immagino che ai tempi cupi di Nerone avresti affrontato il martirio pur di non abiurare… 😆
E perché non allontanato dai tifosi, dai cinefili incalliti, dai melomani, dai vegetariani, dai fumatori, dai bevitori, e financo dagli atei?
Nell’aprile 2014 uscì la notizia che la Corte Europea aveva condannato l’Italia perché permetteva il battesimo dei nenonati violando così la loro libertà di scelta. Era una notizia falsa ma vari giornalisti ci cascarono in pieno e pubblicarono articoli su questo fatto.
Si può pensare che siano stati ingenui ma, a giudicare dall’enorme quantità di stupidaggini che s leggono in questi commenti, non ci si stupisce più che ci siano cascati.
E’ curioso che si sostenga che “la libertà religiosa appartiene solo all’indivduo non ai suoi genitori!” e poi si voglia che gli stessi genitori abbiano la libertà di riempire il pargolo di medicine (da poco fornite gratuitamente da Servizio Sanitario Nazionale) per bloccarne la pubertà.
nella mia lunga esperienza di vita non ho mai saputo di alcuno cne si sia lamentato di aver ricevuto una formazione cristiana. si è sempre liberi , in qualsiasi età , di valutare e rivedere le proprie convinzioni o semplicemente dimenticare . rimane da discutere la solidità di una fede appresa o subita come forma di conoscenza.
La maggior parte di quelli che non si lamentano sono anche quelli a cui importa poco.
Quelli che sviluppano un senso critico e non accettano, per quale motivo devono perdere tempo a imparare cose in cui non credono?
A sedici anni ho avuto la consapevolezza di non dover credere nella religione leggendo la Storia della filosofia Occidentale,
quello è stato formativo.
Vorrei dire la mia in quanto psicologo e neuroscienziato. Questa ricerca non ha alcuna validità scientifica se non quella di una mera osservazione qualitativa e correllazionale. Se qualcuno si fosse preso la briga di leggere la ricerca avreste notato che le domande sono rivolte direttamente ai genitori, che le domande sono state poste attraverso internet cercando i soggetti nei forum, che il test effettuato comprende 90 domande tra risposte multiple ed aperte che sono parecchie. Questo nella ricerca scientifica verrebbe definito “quasi esperimento” ovvero un pre test che serve a lanciare un idea che ha bisogno di ulteriori approfondimenti. Non è stata controllata nessuna variabile quindi i risultati sono assolutamente lontani dalla certezza scientifica. Inoltre uno studio correllazionale non serve a niente se non a fare delle osservazioni, è come se dicessi che durante le scuole medie le ragazze sviluppano il seno, quindi la scuola media è responsabile di far crescere il seno alle ragazze!
In conclusione, non basta pubblicare qualcosa su una rivista (credo sia una rivista non ho mai visto questo sito in vita mia) perché possa essere trattata come verità assoluta.
Cioè, invece di porle direttamente ai soggetti interessati, le domande le hanno poste ai genitori? Ho capito bene?
Ah tipo quelle “ricerche” che fanno riguardo ai “figli” dei genitori omosessuali?
voleva essere una risposta a Francesco, chiedo scusa.
« Transgender non si nasce, si diventa… »
Considero questa frase titolo dell’articlo –fino prova contraria- una BUFALA tragicomica !…. Ne più ne meno
SI NASCE Transgender, NON si diventa.
NB :-Una delle anomalie più sorprendente del sè : quella del transessuale il cui cervello rifiuta la fisiologia del suo corpo, probabilmente perché delle piccole modifiche delle cellule dei nuclei ipotalamici lo ingannano sul suo sesso. Dal momento che non ha modo di rettificare l’errore, ha un profondo sentimento di trovarsi in un corpo inadeguato.
Gli ormoni, quelli del feto e quelli della madre svolgono un ruolo decisivo nella costruzione dei circuiti cerebrali da cui dipendono le funzioni sessuali dell’individuo, e in particolare i suoi comportamenti maschili o femminili più o meno affermati. Modellano i corpi di cui scolpiscono le forme e disegnano gli attributi ; capita pero’ che a volte commettendo errori o eccessi come nel caso della transessualità !
Aggiungo inoltre che i nostro corpo, particolarmente l’encefalo è troppo complesso per fornire risposte chiare e nette sulla differenza sessuale. Quanto più cerchiamo una semplice base fisiologica del “sesso”, più diventa evidente che il “sesso” non è una pura categoria fisica !
La maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente hanno descritto se stessi come “soddisfatti” dai risultati, ma i loro adattamenti psico-sociali successivi non erano migliori di quelli precedenti l’intervento chirurgico. Per questo alla Johns Hopkins abbiamo interrotto gli interventi chirurgici per cambiare sesso»….. DIce giustamente l’Articolo
E non posso dargli torto ! I rischi nel cambiare sesso (tramite chirurgia) esistono non solo fisicamente ma anche e soprattutto psichicamente !
Questo mi fa dire che la responsabilità del chirurgo che accetta di effette necessita un’accurata analisi uare l’operazione, non è per niente insignificante a tutti i punti di vista, necessita un’accurata analisi della personalità del paziente ! Capita pero’ che certi chirurgi senza scrupolo, consigliano il paziente di farsi operare quando, in realtà, non darebbe più che probabilmente un risultato soddisfacente !
Se vale ancora la regola per cui XX è femminile e XY maschile, nessuno può cambiare sesso: il “probabilmente perché” non spiega scientificamente perché un uomo si sente donna e un altro si sente Napoleone…
Se vale ancora la regola per cui XX è femminile e XY maschile, nessuno può cambiare sesso: il “probabilmente perché” non spiega scientificamente perché un uomo si sente donna e un altro si sente Napoleone
Lorenzo
La nozione di “sesso anatomico” non corrisponde necessariamente alla nozione di sesso cromosomico. L’identità sessuale è stata finora definita dalla presenza di cromosomi XX o XY, ma sappiamo già dal 2000 che esistono donne XY e uomini XX !
Inoltre non tutti gli individui –su basi strettamente biologiche- possono essere classificabili come maschi o femmine ! Ad esempio, i cromosomi (X e Y) che determinano il sesso fisiologico possono esistere in diverse combinazioni atipiche (see sindrome di Klinefelter :XXY). Questo puo’ rendere difficoltoso l’uso del genotipo come mezzo per definire esattamente due generi ben distinti. Gli individui intersessuati (transessuali) possono avere, per diverse ragioni biologiche, sessi anatomici ambigui.
NB -Quanto scritto non ha niente a che vedere con “colui che si sente Napoleone” come affermi ! In questo caso l’eziologia è ben diversa
A parte rarissime anomalie genetiche, non esistono donne XY e non esistono uomini XX: esistono solamente uomini che, mascherati da donna, si credono donna e donne che, mascherate da uomo, si credono uomo… come del resto esistono uomini e donne che, mascherati da manga, che si credono manga.
Che poi una gran massa di persone che si ritengono intellettualmente superiori sia disposta oggi a credere che “l’abito fa il monaco”, quello è tutto un altro discorso.
Quindi sei d’accordo con la linea di uccr quando dice che ci sono delle funzioni mentali che costringono queste persone a identificarsi erroneamente. L’ hai usato tu il termine “inganno”. Tu faresti crescere tuo figlio nell’ idea di sentirsi qualcosa che è sensorialmente ingannevole? Oppure preferiresti che avesse uno sguardo più realista e consapevole su sé stesso? L’ evidenza sensibile è sufficiente per dire che una cosa è identica a come viene percepita sensibilmente?
Reilain
Temo che NON abbia ben capito, o mal interpretato cio’ che ho scritto !
Che ripeto : I rischi nel volere cambiare sesso (tramite chirurgia) esistono non solo fisicamente ma anche e soprattutto psichicamente !
Questo mi fa dire che la responsabilità del chirurgo che accetta di effettuare l’operazione, non è per niente insignificante a tutti i punti di vista ! Necessita un’accurata analisi della personalità del paziente quindi valutarne i rischi!
Capita pero’ che certi chirurgi senza scrupolo, (ma a volte anche di buona fede) consigliano il paziente di farsi operare quando, in realtà, non darebbe più che probabilmente un risultato soddisfacente !
Sisì, quest’ aspetto c’è e lo condivido, cioè il problema che la “moralità” sia filtrata secondo l’ arbitrio e il calcolo utilitaristico dello scienziato e che questo filtraggio venga poi definito “scienza” e il problema di riconoscere il tipo di meccanica psichica del paziente.
è un casino. Spingere per una “chirurgia” sciolta dall’ analisi di certe questioni significa usare esseri umani come cavie per altri scopi, come il profitto, incuranti delle loro conseguenze.
Ciò non è tanto diverso dall’ eugenetica hitleriana.
Errata Corrige
Questo mi fa dire che la responsabilità del chirurgo che accetta di effettuare l’operazione, non è per niente insignificante a tutti i punti di vista !…..Sorry
Valerio o Valeriano è meglio che si rilassi un attimo e respiri, perché le aggressioni verbali o scritte fanno salire il colesterolo! Innanzitutto la Fede è un rapporto personale ed autentico con Dio, da esterni non si può giudicare né tanto meno paragonare al paranormale. Io ho sperimentato sulla mia pelle dei miracoli in quanto tali (perché non spiegabili dalla scienza) lei non si può permettere di insultare perché prova astio e livore nei confronti di Dio e della Chiesa. Per tutto il resto che ha scritto con il fuoco, è inutile rispondere perché ho inteso che lei si nutre di polemiche e non voglio dare occasione al maligno di godersi ulteriormente della sua rabbia.