Abusi, report sui preti in Pennsylvania: cosa stanno nascondendo i media

Il tema della pedofilia all’interno della Chiesa cattolica è tornato al centro dell’opinione pubblica ed è importante che Papa Francesco abbia parlato di “crimine” nella lettera diffusa ieri, perché l’abuso sessuale di questi uomini corrotti non è solo un peccato, un tradimento tragico della loro vocazione. Pochi giorni fa è stato reso noto un report realizzato dal Grand Jury della Pennsylvania, che descrive gli abusi avvenuti dal 1947 ad oggi in sei diocesi dello stato americano.

La notizia ha fatto il giro del mondo ma vi sono tuttavia due dettagli da aggiungere, che non diminuiscono affatto la gravità di tali azioni ma permettono di contestualizzare meglio le cose. Pochi ne hanno parlato, nemmeno i media catto-tradizionalisti che stanno sfruttando il tema per convogliare l’odio verso l’attuale Pontefice e i suoi collaboratori. Fino a ieri parlavano di complotto laicista, oggi sono «pronti a chiedere le dimissioni anche soltanto sulla base del “non poteva non sapereˮ, quando nel mirino (e soltanto nel loro) finisce qualche ecclesiastico considerato vicino all’attuale Pontefice», ha scritto Andrea Tornielli. Una battaglia non in favore delle vittime ma «portata avanti da siti sedicenti cattolici che quotidianamente e violentemente attaccano Papa Francesco, i vescovi (quelli che a loro non vanno bene) e i fratelli nella fede. Spietatamente colpevolisti con alcuni, ma silenziosamente innocentisti con altri porporati ancora oggi in carica, magari accusati di fatti molto più gravi, ma dei quali non si chiedono le dimissioni soltanto perché considerati “conservatoriˮ».

1) ABUSI RISALENTI A OLTRE 20 ANNI FA.
Se si legge l’intero report, si apprende che si tratta di violenze avvenute oltre venti anni fa, mentre non ve ne sono da quando la Conferenza episcopale statunitense si è impegnata a combattere seriamente il fenomeno. «La maggior parte della discussione dei casi presenti in questo rapporto», viene infatti scritto, «riguarda eventi precedenti agli anni 2000 […]. Allo stesso tempo, riconosciamo che molto è cambiato negli ultimi quindici anni».

Lo stesso caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, risale ad abusi su seminaristi adulti molti anni addietro. Certo, aggiungono gli autori, potrebbero esserci vittime più recenti ma ancora non vi sono dati certificati e «pensiamo che sia troppo presto per chiudere il libro sullo scandalo sessuale della Chiesa cattolica». Perché, se l’indagine tratta di fatti così lontani nel passato, viene fatta uscire oggi? C’è chi risponde suggerendo di considerare le aspirazioni politiche del procuratore generale della Pennsylvania, Josh Shapiro, ma non ci sembra il caso di fare dietrologia, sviando l’attenzione sul contenuto. Un’altra nota: quasi nessuno ha commentato il fatto che il principale nemico di Papa Francesco negli Stati Uniti, l’editorialista cattolico-conservatore del New York Times, Ross Douthat -idolo della minigalassia antipapista- ha candidamente ammesso di aver insabbiato gli abusi relativi al card. McCarrick. Ne era venuto a conoscenza nei primi anni 2000, «ero nella stessa posizione di “tutti” coloro che sapevano. Ma in questa posizione ti abitui all’idea che la storia non uscirà mai». E lui non fece nulla per farla uscire, nonostante collaborasse con prestigiosi quotidiani d’inchiesta.

 

2) NON SI TRATTA DI PEDOFILIA, MA PEDERASTIA OMOSESSUALE
Il secondo dettaglio è quello sottolineato da Paul Sullins, docente di Sociologia presso la Catholic University of America: «L’attuale scandalo include per lo più rivelazioni sull’abuso sessuale maschile da parte di seminaristi, dove le vittime sono adulti. La Conferenza episcopale ha commissionato due rapporti, uno nel 2004 e nel 2011, al John Jay College of Criminal Justice per studiare i casi segnalati di abusi sessuali da clero tra il 1950 e il 2002, e tra il 2002 e il 2010. Entrambi i rapporti hanno rilevato che oltre l’80% delle vittime non erano né ragazze, né bambini pre-pubescenti (vera pedofilia), ma pre-adolescenti e adolescenti». Sullins parla di “sottocultura omosessuale”, confermata dal 44% dei sacerdoti statunitensi nel 2002.

L’omosessualità è la grande minaccia e la grande sfida per i seminari, come suggeriscono la preoccupazione e l’indicazione di Papa Francesco: «Nel dubbio, meglio che non entrino». Ne ha parlato anche il card. Raymond Leo Burke: «C’è stato un tentativo studiato di ignorare o negare questo rapporto con l’omosessualità. Sembra chiaro che in effetti esista una cultura omosessuale, non solo tra il clero ma anche all’interno della gerarchia». Ha concordato il vescovo di Madison (Wisconsin), Robert Morlino: «stiamo parlando di atti sessuali devianti – quasi esclusivamente omosessuali – da parte di chierici. Fino a poco tempo fa i problemi della Chiesa sono stati dipinti puramente come problemi di pedofilia – questo nonostante prove evidenti del contrario. È ora di ammettere che esiste una sottocultura omosessuale all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica che sta devastando la vigna del Signore. L’insegnamento della Chiesa è chiaro e l’inclinazione omosessuale non è di per sé peccaminosa, ma è intrinsecamente disordinata in un modo che rende ogni uomo stabilmente afflitto da esso inadatto a essere un prete».

Secondo il report americano, infatti, quasi i tre quarti dei preti incriminati erano omosessuali, mentre solo circa un quarto erano eterosessuali. La maggior parte delle vittime, invece, non erano bambini ma giovani seminaristi. E’ quindi tecnicamente sbagliato parlare di “pedofilia”, semmai si tratta di “pederastia” (anche se ciò non allevia le colpe). Nonostante ciò, il procuratore Shapiro ha riempito il palco di vittime di sesso femminile per lanciare la conferenza stampa televisiva. Il giornalista investigativo George Neumayr, presente alla conferenza stampa che ha lanciato la notizia nel mondo, ha scritto: «L’atmosfera di ieri è stata molto strana. Il procuratore generale Josh Shapiro, un democratico sostenuto dalla comunità LGBT, ha messo sul palco vittime femminili, non maschili, anche se la maggior parte delle vittime sono di sesso maschile. Non penso che tale scelta sia stata casuale, non vuole che il pubblico veda questo scandalo per quello che in gran parte è: un prodotto di una mafia gay molto malata presente nella Chiesa, perciò trascura la pederastia omosessuale del cardinale McCarricks». Il ridimensionamento di Shapiro della preponderanza dell’abuso omosessuale potrebbe essere un calcolo politico, probabilmente teso ad evitare di offendere i suoi numerosi sponsor democratici gay.

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La redazione

29 commenti a Abusi, report sui preti in Pennsylvania: cosa stanno nascondendo i media

  • Parenzio ha detto:

    Siete veramente subdoli: nei seminari ci sono SOLO UOMINI, è normale che la maggior parte sviluppi un’inclinazione innaturale verso l’omosessualità.

    La vera minaccia non è l’omossessualità ma la dottrina a cui i ragazzi nei seminari sono sottoposti.

    Nei seminari i ragazzi subisocno un regime da caserma e una menomazione intellettiva e affettiva, subisocno traumi psicologici seri e una forte sessuofobia.

    I preti sviluppano un rapporto anormale con il proprio corpo e la propria sessualità, sono obbligati a frequentare solo uomini pertanto l’omosessualità non si manifesta più come una naturale inclinazione ma come una forzatura accompagnata da traumi psicologici.

    • Sebastiano ha detto:

      nei seminari ci sono SOLO UOMINI, è normale che la maggior parte sviluppi un’inclinazione innaturale verso l’omosessualità

      Quindi – visto che è “normale”, anche le caserme italiane, almeno fino a qualche anno fa, erano un raduno di omosessuali?
      E da dove trai tanta sicumera sula fatto che siano “la maggior parte”? Hai dei numeri reali o stai sparando cifre da osteria del sabato sera?

    • lorenzo ha detto:

      Quindi, secondo te, l’omosessualità dei preti è dovuta a traumi psicologici ed è da condannare,
      mentre l’omosessualità di chi non è prete è una naturale inclinazione ed è da approvare.

      E’ forse questo il motivo per cui lo 0,… dei casi di pedofilia da parte del clero fanno più rumore del restante 99,… dei casi?
      Ed è forse sempre per questo motivo che, se un prete ha rapporti sessuali con un inferiore di 18 anni si parla sempre di pedofilia, mentre se un maggiorenne che non è prete ha rapporti con un inferiore di 18 anni non viene normalmente considerata pedofilia?

      • Re Vermiglio ha detto:

        Ed è forse sempre per questo motivo che, se un prete ha rapporti sessuali con un inferiore di 18 anni si parla sempre di pedofilia, mentre se un maggiorenne che non è prete ha rapporti con un inferiore di 18 anni non viene normalmente considerata pedofilia?

        È quella che io chiamo l’angelizzazione degli omosessuali. Se per un eterosessuale si può ammettere quando fa del male, per un omosessuale evidentemente non si può, e allora ecco che si cerca di ricollegare abusi chiaramente di natura omoerotica alla pedofilia, di modo che si possa dire che l’orientamento sessuale non c’entra nulla (perché in effetti un pedofilo può abusare sia di bambini maschi che femmine, non avendo tali bambini sviluppato i caratteri sessuali secondari). Peccato che nel recente caso scoppiato in America solo il 17% di quegli abusi possano essere ricondotti alla pedofilia.

        Ma gli apologeti dell’omosessualismo ciò non interessa. Se dici la verità ti facciano di omofobia, e se tu ribadisci quelli che altri non sono che fatti (cioè che praticamente l’80% degli abusi nella Chiesa sia di natura omosessuale) ti viene dato del violento e del bigotto, e si inventano pure la nozione fantastica e antiscientifica che per gli abusatori l’orientamento sessuale non conta, cosa falsissima perché un abusatore eterosessuale abuserà di ragazzine e donne adulte, non certo di ragazzini o uomini adulti, per il semplice motivo che non ne è attratto.

        Ripeto: l’obiettivo è la normalizzazione e addirittura l’angelificazione dell’omosessualità. È per questo che abusi di natura omosessuale vengono contrabbandati disonestamente per altro.

      • Re Vermiglio ha detto:

        Corrige

        “Ma gli apologeti dell’omosessualismo ciò non interessa. Se dici la verità ti facciano di omofobia, ”

        Ma agli apologeti dell’omosessualismo ciò non interessa. Se dici la verità ti tacciano di omofobia.

        E il partito omosessualista nella Chiesa è molto forte, e gode dell’appoggio di molti laici eterosessuali e omosessuali indifferentemente.

  • lorenzo ha detto:

    Quello che addolora nel leggere la lettera del nostro Santo Padre indirizzata a tutti noi, è che alle pratiche omosessuali, pur imperanti nella pedofilia ecclesiastica, non venga fatto il minimo cenno.

  • Klaud ha detto:

    *…Sembra chiaro che in effetti esista una cultura omosessuale, non solo tra il clero ma anche all’interno della gerarchia…*
    In effetti… Sarà mica anche colpa di quegli spostamenti strategici da una parrocchia all’altra che alimenta il fenomeno?

    *…L’insegnamento della Chiesa è chiaro e l’inclinazione omosessuale non è di per sé peccaminosa…*
    Toh, io che sono ateo pensavo che fosse peccato! (Laicamente parlando). Non ci sono più gli angeli sterminatori di una volta…

    • gabriele ha detto:

      l’inclinazione in sè è una forma di tentazione, e la tentazione non costituisce peccato

      • Klaud ha detto:

        Non mi sembra che si parli della tentazione quando emergono questi fatti.
        Comunque non lascerei la marmellata incustodita se so che in giro c’è qualche goloso. (A lorenzo)
        Chi non vigila è colpevole quanto l’omosessuale. Qui, poi, ciò che conta non è lo sporcaccione, ma la sua vittima, quasi mai consenziente.

        (Forse vi stupisce che un ateo abbia una morale più rigida della vostra, è perché non usufruisco del perdono del confessore,
        ma solo di quello della mia coscienza. Ammesso che me lo conceda).

        • lorenzo ha detto:

          Premesso che per me un solo prete pedofilo è un’enormità, lo sapevi che, siccome la maggioranza degli abusi avviene in famiglia, i minori sono più rischio di violenza con un familiare che con un prete?

        • Pier CAPPONI ha detto:

          Il problema di chi non ha lo strumento della confessione è che se fa un errore è fottuto. E allora per tutta la vita si metterà una mano sugi occhi per terrore di scoprire che è un peccatore come tutti gli altri, che gli altri hanno i suoi stessi vizi capitali e cercherà di distruggere il proprio peccato che tanto gli fa orrore negli altri. Risultato: rigido
          e inflessibile verso il suo prossimo; ingannato su se stesso

        • Emanuele ha detto:

          La rigidità morale priva di buon senso (…neppure voglio parlare di misericordia) porta solo al giustizialismo che è il contrario della giustizia.

          Qualunque ordinamento giuridico e morale contempla la differenza tra pulsione ed azione. Nella mia mente possono passare molti desideri insani: violenza, vendetta, furto, corruzione, ma fino a che non metto in atto qualcosa, nessun giudice mi condannerà solo per averlo pensato. Questa è la base del diritto occidentale.

          Peraltro i cattolici sono severi anche con i pensieri, perché se un pensiero fugace, un sogno notturno, un lampo d’ira, non sono peccati, accarezzare ed indugiare su questi pensieri è peccato. Quindi, il prete che vede un ragazzo è si sente attratto non fa peccato, se però inizia a fantasticare su rapporti sessuali con lui, anche se non li compirà mai, ha già commesso un grave peccato, pur non avendo commesso nessun reato o illecito. Sarebbe bene parlasse con il suo superiore e si ritirasse a vita privata.

          L’approccio severo, senza se né ma, di cui ti vanti, porta solo al giustizialismo tipico dei regimi autoritari, porta alla psicopolizia, al Grande Fratello (non quello della Marcuzzi…). Il risultato della gara a chi è più duro e puro porta alle purghe di stalinista memoria, alla pulizia della razza, etc.

          Quindi, non mi farei troppo vanto di avere una morale più dura e pura di tutti gli altri. Primo perché inganni tu stesso, come ti hanno scritto altri, secondo per quello che ho scritto sopra.

          • Klaud ha detto:

            Ma che bravi che siete!
            Mi vanto della mia moderata dirittura morale. Da qui ad arrivare al giustizialismo ce ne corre tanto quanto il vostro desiderio
            di ribattere qualsiasi cosa pur di aver ragione. Già il dover disquisire sulle differenze tra pedofilia, pederastia, omosessualità ecc. la dice lunga.

            **…L’approccio severo, senza se né ma, di cui ti vanti, porta solo al giustizialismo tipico dei regimi autoritari, porta alla psicopolizia, al Grande Fratello
            (non quello della Marcuzzi…). Il risultato della gara a chi è più duro e puro porta alle purghe di stalinista memoria, alla pulizia della razza, etc.
            …**
            Se non ti vien da ridere mentre scrivi ‘ste str… dovresti preoccuparti. Pace e bene.

    • lorenzo ha detto:

      Se provi il desideri di rubare ma non rubi, sei forse un ladro?

  • Emanuele ha detto:

    Sono sufficientemente anziano da aver fatto la naja. Posso assicurare che appena si poteva uscire noi etero andavamo in cerca di ragazze. Nessun etero è diventato gay perché c’erano solo uomini.

    In effetti c’era anche qualche gay, ma è entrato tale ed uscito tale. E in libera uscita cercava appunto uomini nei locali gay della città.

    Pensare che uno cambi orientamento sessuale solo perché in mezzo a gente di un dato sesso è assurdo, contrasta con la teoria che l’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano, aprirebbe la via alle terapie di cambio (basterebbe infatti mettere un omosessuale in un gineceo per qualche mese…), comunque non spiegherebbe l’attrazione verso la pederastia e pedofilia.

    Credo che tali affermazioni, oltre che essere contrarie al buon senso, siano offensive anche per le persone omosessuali, riducendo la loro condizione esistenziale a conseguenze di presunti traumi.

    • vincenzo da torino ha detto:

      Giustamente parli di “teoria” nel dire l’omosessualità è una variante NATURALE DEL COMPORTAMENTO UMANO” Quel naturale che stona. Cosa vuol dire? Per la maggioranza vuol dire che si trova in natura. In natura c’è bene e male proprio perchè abbiamo una natura corrotta. Ci sono le malattie. Forse non ci curiamo perchè fa parte della natura? Se al termine naturale non mettiamo il termine “fine” non ci capiamo più. Noi ci curiamo perchè il corpo deve essere sano non malato. L’omosessualità non ha senso o fine, perchè la natura ha creato maschio e femmina proprio per un “fine” Quindi l’omosessualità è per forza una anomalia o impulso contro natura. Offende gli omosessuali? Non è colpa della verità antropologica, ma delle debolezze umane.Se leggesse un poco di testimonianze non sempre a senso unico come imposto verrebbe convinto che presto o tardi quasi tutti gli omosessuali vanno in crisi periodicamente e interiormente, perchè alla fine sanno e capiscono benissimo che qualcosa non va nel loro comportamento. Nei loro club è proibito avere crisi.Un minimo accenno consigliano di fare esperienze omo multiple quasi a convincersi di essere tali. Quanti ragazzi si sarebbero salvati con un buon psicologo al momento giusto, in genere nella pubertà! Purtroppo dal 1973 l’indirizzo dato agli psicologi(pena l’ostracismo e perdita del lavoro) è stato diverso e direi criminale. L’omo adulto ha diverse motivazione, l’omo del ragazzo spessissimo ha motivazioni traumatiche subite nel suo ambiente o relazione parentale, ma non necessariamente. Semplicemente può capitare di trovare un amico con cui si scopre la sessualità assieme con tutte le implicazioni emotive ed erotiche. Se non frenato subito diventa una inclinazione forte tanto da far pensare di essere nati tali. Nessuno nasce omosessuale, ci si forma o si diventa. E’ una emerita stupidaggine pensare il contrario Capita che alcuni poi non riescano più a tornare indietro e correggersi e vanno accettati senza discriminazioni.La psiche umana è complicata.
      Non è privo di verità che il vivere, come nei seminari, in ambienti troppo chiusi e con soli uomini per tanti anni porti alcuni all’omosessualità se non sanno frenare i propri istinti. Ma credo che per la chiesa il problema grosso sia stato quello di ammettere omosessuali secondo la mentalità storta di non discriminare. Un omosessuale tra soli uomini ha continue tentazioni. Non è il singolo che può pretendere di diventare prete. E’ la chiesa che sceglie. Per la dottrina che insegna trovo assurdo che possa accettare un omosessuale. Forse perchè è a corto di seminaristi? Può anche essere…

      • Emanuele ha detto:

        Credo tu abbia un po’ frainteso il senso del mio discorso. Provo a spiegarmi meglio.

        Quello che volevo dire è che dai laicisti, progressisti, etc. vengono usati due approcci, a seconda che l’omosessuale sia una persona comune o un religioso.

        Nel primo caso si parla appunto di variante naturale del comportamento, impossibile da modificare e da decidere (concordo con te che “naturale” non vuol dire nulla, quali sarebbero le varianti innaturali? La pedofilia, non è anch’essa una variante naturale del comportamento?). Nel caso dei sacerdoti si parla di condizione indotta da pressioni psicologiche.

        Esisterebbero dunque due condizioni omosessuali, una “naturale” ed una patologica. Questo però contrasta con tutti i teoremi moderni sull’omosessualità che la accettano solo come variante naturale, senza possibilità di modifica.

        In sostanza essi usano argomenti che loro stessi definiscono omofobi pur di dar contro alla Chiesa.

        Resto invece perplesso che una persona etero adulta diventi gay solo per il fatto di stare tra uomini. Peraltro, a differenza di un carcere, i ragazzi dei seminari possono (e devono) uscire. Cosa vieterebbe loro, lontano da occhi indiscreti, di intrattenere rapporti con ragazze, donne, prostitute? Se uno ha comportamenti omosessuali, ce li ha da prima (anche perché, quello è vero, la sessualità si forma ben prima della pubertà. Errore comune della nostra società è confondere la sessualità genitale con la sessualità… Un bambino sa già da molto piccolo, prima della pubertà, di essere un maschio e una bimba di essere una femmina).

  • Pier CAPPONI ha detto:

    Le accuse di pedofilia ai preti sono oggi un’arma molto potente nelle mani di chi vuole nuocere alla Chiesa. Nell’Ottocento Gladstone accusava lo Stato della Chiesa di possedere macchine di tortura terribili di cui dopo la breccia di Porta Pia non fu trovata alcuna traccia. Le stesse erano invece largamente diffuse nelle carceri inglesi. Mi sembra che oggi si stia rivivendo un’epoca simile: il Papà dipinto come iperprogressista così come su Pio IX fu sparsa la falsa voce che fosse massone (dagli stessi massoni). I preti in generale accusati delle peggiori porcherie (al contempo si fa di tutto per diffondere nella cultura odierna a partire dalle scuole elementari omosessualità e pederastia). Perché queste accuse risalgono tutte a decenni fa e sono pertanto pressoché inverificabili? Lo è stato nel caso di Apuron, di Pell di McCarrick, sempre la stessa storia…

  • Pier CAPPONI ha detto:

    Le accuse di pedofilia ai preti sono oggi un’arma molto potente nelle mani di chi vuole nuocere alla Chiesa. Nell’Ottocento Gladstone accusava lo Stato della Chiesa di possedere macchine di tortura terribili di cui dopo la breccia di Porta Pia non fu trovata alcuna traccia. Le stesse erano invece largamente diffuse nelle carceri inglesi. Mi sembra che oggi si stia rivivendo un’epoca simile: il Papà dipinto come iperprogressista così come su Pio IX fu sparsa la falsa voce che fosse massone (dagli stessi massoni). I preti in generale accusati delle peggiori porcherie (al contempo si fa di tutto per diffondere nella cultura odierna a partire dalle scuole elementari omosessualità e pederastia). Perché queste accuse risalgono tutte a decenni fa e sono pertanto pressoché inverificabili? Lo è stato nel caso di Apuron, di Pell di McCarrick, sempre la stessa storia…

  • 62peppe ha detto:

    Il fatto che per 20 anni degli abusi siano rimasti coperti nonostante le segnalazioni e nonostante che i comportamenti equivoci dei prelati in questione fossero sotto gli occhi degli stessi vescovi, dimostra che la Conferenza episcopale statunitense non si è impegnata a combattere seriamente il fenomeno, se non peggio.

  • 62peppe ha detto:

    Il fatto che gli abusi siano rimasti coperti per 20 anni nonostante le segnalazioni e nonostante i comportamenti equivoci dei prelati in questione sotto gli occhi degli stessi vescovi dimostra che la Conferenza episcopale statunitense non si è impegnata a combattere seriamente il fenomeno, se non peggio.

    • theo ha detto:

      Parli come se si stesse parlando dell’epoca successiva al 2002, mentre qui, nella maggior parte dei casi, si rimane ben al di sotto di quella data.

      • 62peppe ha detto:

        E’ proprio nell’epoca successiva al 2002 che gli abusi sono rimasti occultati fino ad oggi. Se dopo il 2002 si fosse veramente cambiato registro quei fatti sarebbero emersi allora.

  • 62peppe ha detto:

    Chiedo scuse se per sbaglio ho inviato il messaggio 2 volte

  • marcoardi ha detto:

    Su Aleteia, potete trovare articoli riguardo ad esempio le chat erotiche omo di un bel po’ di sacerdoti. Riportando le parole di Papa Francesco, la lobby gay, evidentemente in seno alla Chiesa, è molto ma molto attiva insabbia e soprattutto influenza. Uccr, qui casca l’asino, inutile prendersela con gente fuori la Chiesa. Il casino è grosso è ALL INTERNO.

  • alessandro pendesini ha detto:

    A mio parere i veri CRIMINALI non sono i pedofili che considero come squilibrati mentali (che comunque devono essere giudicati e allontanati dalle loro potenziali prede conformemente alla legge vigente), ma tutti coloro che ERANO (E SONO) AL CORRENTE DEI FATTI , che si sono non solo taciuti ma hanno cercato (e cercano) di mascherarli !!! Non dovremmo inoltre perdere di vista che quello che noi sappiamo dei prelati cattolici (e non solo) relativo alla pedofilia, maltrattamenti, sevizie varie etc., è solo la punta dell’iceberg….. Chi, sano di mente, oserebbe negare questa realtà ?

    NB:-Non vorrei creare polemiche inutili, e ancora meno essere il difensore dei pedofili !! ma ritengo che una persona affetta da una sindrome, o quadro clinico sessualmente squilibrato, non puo’ essere definita, e tanto meno giudicata, come una persona sana.
    Per certi casi il « volere » inibire il passaggio all’atto non è sufficiente ; perché lo sia bisogna imperativamente includere il « potere volere ». E qui le cose si complicano…. Inoltre se il « volere » bastasse per, diciamo non soffrire, nessuno soffrirebbe poiché, (salvo eccezioni correlate al masochismo etc.), a nessuno piace soffrire…..

    NB E’ stato accertato scientificamente che un cambiamento quantitativo anche minore di una sola componente chimica del cervello, puo’ modificare qualitativamente il comportamento sessuale (e non solo) dell’organismo. A questo punto sarebbe ragionevole dire che la persona, se vuole, puo’ sempre decidere diversamente rispetto al suo « diktat » cerebrale ?

    • 62peppe ha detto:

      Le persone pedofile son in grado di intendere e di volere, sanno distinguere tra giusto e sbagliato. Solo patologie cerebrali in cui si perde la connessione con la realtà e in cui non ci si rende conto di fare qualcosa di sbagliato , come nella schizofrenia, si riduce la capacità di intendere o di volere e quindi la responsabilità personale. Il pedofilo è attratto sessualmente dai minori, ma è perfettamente consapevole che è sbagliato assecondare tale inclinazione. Pertanto il pedofilo è perfettamente responsabile delle sue azioni quanto coloro che li coprono.

      • alessandro pendesini ha detto:

        62peppe
        Il fatto che “le persone pedofile son in grado di intendere e di volere, sanno distinguere tra giusto e sbagliato” non significa che possono VOLERE EVITARE, in casi determinati il loro comportamento criminale !
        Non dobbiamo perdere di vista che il passaggio all’atto è una pulsione, o atto impulsivo, violento che il soggetto non ha neanche il tempo di inscenare : a questo livello non è la corteccia frontale epicentro della razionalità che decide, bensi l’EMOZIONALE o cervello limbico mammaliano, escudendo di fatto il grado di intendere e/o volere !
        Ripeto quindi che col volere è imperativamente necessario POTERE VOLERE !

        NB :-Quando scopriamo che una decisione è stata determinata da una disfunzione ormonale, una disposizione genetica, un’influenza sociale o culturale, questa idea diventa molto difficile da difendere con la pretesa convinzione che noi abbiamo la capacità di decidere liberamente delle nostre azioni ! E’ di certo scontato che una decisione implica una riflessione, ma porta già in sè, integrando gli elementi del passato, l’atto sul quale sfocia. Inoltre in certe situazioni siamo determinati a fare quello che noi facciamo, anche quando noi crediamo scegliere liberamente, pur non essendo costretti o forzati.
        Dalle esperienze accademiche recenti gli scienziati (neurologi) hanno chiaramente identificato un numero tutt’altro che insignificante di casi che l’impressione del libero arbitrio è un’illusione, e cioè abbiamo la certezza di decidere su cose che in definitiva non abbiamo nessun controllo….
        P.S. : L’atto di dire no non sfugge ai determinismi : è solo una contro-determinazione, che ci da l’illusione della libertà di scelta !