Aldo Brandirali: da Marx a Cristo…passando per don Giussani

E’ alle porte il Meeting per l’amicizia tra i popoli, organizzato da Comunione e Liberazione. Comunque la si pensi, chiunque dovrebbe interessarsi agli scritti di don Luigi Giussani. Il suo ragionevole modo di spiegare la fede non lascia indifferenti ed è, il suo, un metodo di evangelizzazione che non risulterà mai anacronistico. E’ così che ha convertito migliaia di persone, tra cui musulmani, ortodossi, teologi protestanti, agnostici, scienziati, filosofi. Ma anche diversi marxisti: un esempio è Aldo Brandirali.

Classe 1941, Brandirali fu uno dei punti di riferimento dei Sessantottini milanesi, tra i responsabili del PCI nel 1945, leader della maoista Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), fondatore del settimanale Servire il popolo e della rivista FalceMartello. Almeno fino al 1975 quando, dopo l’incontro con don Giussani, sciolto il suo partito di 15mila aderenti, inizia un cammino di conversione personale.

«Sono stato un interprete influente» del Sessantotto, ha scritto recentemente Brandirali. «Se oggi avessi ancora le opinioni che avevo allora, ora potrei solo raccontare illusioni e fallimenti, e questo non sarebbe interessante. In cinquant’anni ho camminato cambiando, riconoscendo i fallimenti e cercando di spiegare a me stesso le mie ragioni». Fu un’epoca impregnata di «ideologie che brandivano il primato della teoria sulla realtà», tuttavia Brandirali salva il moto originario di quei giovani, di cui era uno dei leader, animati da «bisogni più umani rispetto all’arricchimento e ai miti del benessere e del consumismo. Domande sul significato della propria vita sorgevano come accade sempre in tutte le generazioni. Domande di senso che non avevano risposta nella moralità dominante, con uno Stato concepito come luogo dell’etica consolidata e una Chiesa diventata concorrente, con la sua etica religiosa critica verso l’etica laicista». Lo Stato etico ed una Chiesa moralista. Per questo, «andare controtendenza, rompere con usi e costumi dell’epoca, sperimentare forme di vita diversa: questa diventa la soggettività giovanile di quegli anni».

Capelli lunghi, vestiti strappati, droga e sesso libera, conflitti familiari, contestazione culturale degli insegnanti, anticlericalismo, rimessa in discussione dell’autorità in generale. Questo anche perché «i figli non avevano risposte adeguate da parte degli adulti alle proprie domande di senso. Mancava l’incontro con una corrispondenza al proprio desiderio di significato», scrive l’ex comunista italiano. Ma Bradirali uscì anche dal Pci in quanto «gli ideali comunisti rimanevano esterni alla vita reale, perché scopo della lotta politica era solo quello di partecipare alla classe dirigente del Paese», dando così vita al Gruppo Falcemartello. E, tuttavia, di nuovo il fallimento a causa del «decadimento delle domande iniziali, e con l’insorgere di un astratto problema di concretezza politica, che divenne apertura alle idee di azioni violente per imporre le nostre idee. Io mi rifiutai di entrare in questa logica e provocai lo scioglimento del movimento. Si capiva che non avevamo trovato risposte al nostro desiderio. Uno scioglimento che riguardava 15mila aderenti e che scatenò mille rancori nei miei confronti».

Nell’ottobre del 1982, come dicevamo, avviene l’incontro con don Giussani, fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, il quale sta tentando di recuperare tra i giovani la credibilità del cristianesimo come risposta alle attese di significato insite nel cuore dell’uomo. Afferma la necessità di ripartire dall’incontro concreto con Cristo, incontrabile nei volti della comunità cattolica, per cambiare davvero la vita e, di conseguenza, il mondo intero. «Mi colpì molto il suo riconoscimento di quello che ero, non di quello che dicevo», scrive Brandirali. «Questa nuova attrattiva crebbe dentro di me, e nel maggio del 1985 in un incontro pubblico con don Giussani dissi: “ma tu dov’eri, io ti ho sempre cercato”; volevo dire che avevo trovato in lui finalmente un punto di riferimento per capire le mie domande. Giussani stesso rispose che anche lui mi aveva cercato, ovvero che sapeva di quel fermento giovanile, delle domande che lo caratterizzavano, e voleva raggiungerci oltre le ideologie».

Aldo Brandirali si convertì così al cattolicesimo, abbandonando completamente l’ideologia marxista-maoista. Oggi ne salva l’ideale ma condanna i suoi sviluppi: «Avendo studiato in gioventù Marx e avendo poi verificata la teoria che ha preso il nome di marxismo», ha riflettuto, «dopo un lungo percorso che mi ha portato a un cambiamento profondo delle mie idee, sono diventato cattolico e ho compreso che non può esistere una scienza della vita dei popoli e delle persone». Questo perché «il desiderio di giustizia e di eguaglianza fra gli uomini costituisce un nobile ideale, e l’andare contro la mentalità mondana dell’arricchimento come scopo del vivere è un passo vero verso la libertà, ma tutte queste ragioni umane hanno bisogno del vero soggetto della storia, che non è l’auto-emancipazione degli uomini, ma è l’unità degli uomini, che ha la sua radice in Cristo e nella capacità di seguire per fede la verità. Cristo è il soggetto della storia, una presenza che rivoluziona continuamente la vita degli uomini riconoscendoli e sostenendoli nel desiderio».

Don Luigi Giussani è stato recentemente ricordato dall’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, il quale ha ricordato il suo «modo così personale, diretto e affettivo, innamorato di Dio e per questo penetrante, sensibile, fermo e duttile, attento all’uomo, che faceva sentire l’ansia del cielo e apriva le domande più vere del cuore, della persona. Giussani vide come i ragazzi in realtà erano affamati di parole vere, desiderosi di acqua per spegnere la sete del cuore, che andavano nudi perché con tante parole spogliate di contenuto vero, prigionieri di luoghi comuni». E, uno di questi ragazzi, fu proprio l’ex marxista Brandirali.

La redazione

37 commenti a Aldo Brandirali: da Marx a Cristo…passando per don Giussani

  • Sisco ha detto:

    Perché abbandonare un progetto che nei primi del novecento è stato vincente, e per cosa poi? Per seguire un prete? Come si vede non è proprio questo il cammino di conversione. Si parla di illusioni e fallimenti, non è esatto, nella storia sono i cristiani che hanno portato al fallimento gli ideali politici forti. E sempre i cristiani poi hanno illuso con le loro mancate aderenze alla realtà, il rivolgimento di campo è il loro forte. Non si tratta tanto di essere anticristiani, quanto di non dare il potere a questi uomini della sorte come don Giussani.

    • Sebastiano ha detto:

      E quali sarebbero questi “ideali politici forti” dei quali i cristiani portano la colpa di averli portati al fallimento?

      • Klaud ha detto:

        Forse lo stato unitario avrebbe potuto realizzarsi molto prima se la chiesa non avesse chiamato gli stranieri per proprio tornaconto. Diciamo quattro o cinque secoli?

        • lorenzo ha detto:

          E chi ti dice che se lo stato unitario lo avesse fatto lo Stato della Chiesa o il Regno delle due Sicilie invece del Regno di Sardegna le cose oggi non sarebbero migliori?

          • Klaud ha detto:

            Nel mondo dei ‘se‘ tutte le cose sono migliori.

            • lorenzo ha detto:

              Io non vedo deferenza tra il mondo dei ‘se’ e il mendo dei ‘forse’: tu la vedi?

            • lorenzo ha detto:

              Io non vedo differenza tra il mondo dei ‘se’ e il mondo dei ‘forse’: tu la vedi?

          • Max De Pasquale (Max) ha detto:

            No be’, Lorenzo, stavolta non si possono dare tutti i torti a Klaud.

            Pero’, mi permetto di far notare che quello che faceva lo Stato della Chiesa lo facevano anche gli altri stati Italiani. Quando uno di essi diventava troppo forte, gli altri chiamavano l’amico d’oltralpe di turno per controbilanciarlo.

            • lorenzo ha detto:

              Mica gli ho dato torto: gli ho semplicemente chiesto perché riteneva che la conquista dell’Italia fatta dal Regno di Sardegna (sponsor l’Inghilterra: http://www.nuovarivistastorica.it/?p=3211 ) era da preferirsi a quella che avrebbe potuto fare lo Stato della Chiesa o il Regno delle due Sicilie.

              • Klaud ha detto:

                La differenza sta tra chi voleva farla e chi non voleva che fosse fatta. Chiesa e Borboni non mi pare che avessero mai avuto tali mire, dico lo Stato unitario.
                Lasciamo stare la chiesa, ma i Borboni… oggi il Montenegro sarebbe il nostro modello ideale.

        • Graziano ha detto:

          …MaI sentito parlare dei movimenti delle Risorgenze contro Napoleone in Italia?Sì tratta di movimenti cattolici (in prevalenza) contro l’invasione delle truppe napoleoniche che volevano soggiogare il nostro Paese ( riuscendoci in gran parte) e sradicarvi la tradizione identitaria cristiana e sostituirvi un potete illegittimo e anticristiano…

          • Klaud ha detto:

            Ma il problema non era (solo) di tipo religioso: a Milano vi furono innumerevoli soppressioni di conventi, in una città di circa 100.000 abitanti
            un centinaio di conventi tra maschili e femminili, erano certamente troppi e viziavano l’esistenza stessa della città.
            Già che c’erano si portarono via buona parte delle nostre ricchezze…

      • Sisco ha detto:

        Sento una riprovazione nel tuo condizionale, come se la mia fosse una posizione troppo superba rispetto ad un pensare cristiano. Beh per ideali forti non intendo certo l’assoluto della moraale corrente, ma nemmeno il dogmatismo dei secoli bui; Lenin ha impostato una visione del potere dello stato che dovrebbe essere ancora un faro nella storia, come lo fu durante lo stalinismo. Un ideale che trascorse il Rinascimento, che fece delle guerre di conquista napoleoniche un punto di riferimento per intellettuali come Foscolo ad esempio… nella storia non è sempre e solo medioevo!

        • lorenzo ha detto:

          Sbaglio o l’insegnamento di amarsi come fratelli perché siamo tutti figli dello stesso Padre è stato dato quasi due millenni fa?

        • Sebastiano ha detto:

          Fammi capire: stai proponendo Lenin e Napoleone come esempi? Sul serio?

          • Sisco ha detto:

            Non esempi, ma fari nella notte. La nostra navicella ha fatto naufragio e probabilmente il mare non si placherà tanto facilmente; tuttavia preferisco la burrasca alle acque chete (quelle per intenderci che marciscono i pali!). Tutto ciò per dire quanto distanti siamo (quì nel ghetto dei cristiani d’Europa) da una nuova alba dell’umanità.

            • Sebastiano ha detto:

              Va bene, ma aldilà della prosa romanzata, cosa intendi per “fari nella notte”?
              Che Lenin o Napoleone hanno rischiarato la nostra civiltà? A me sembrano più o meno due delinquenti storici, pensa te.
              Ma che meriti attribuisci a costoro, per fregiarli di tanto onore?

              • Sisco ha detto:

                Beh Lenin ha liberato il popolo russo dall’assolutismo zarista. Quanto a Napoleone gli dobbiamo l’idea stessa di Europa, fu l’unico ad unirla sotto un’unica amministrazione della cosa pubblica.

        • vincenzo da torino ha detto:

          Parlare di secoli oggi con la nuova storiografia costruita sui fatti e documenti e non su false testimonianze non è giusto. Puoi anche solo vedere su youtube la lezione di Alessandro Barbero che spiega quanto dall’anno mille al trecento l’Europa abbia vissuto un periodo di grande cultura e progresso scientifico totalmente oscurato dai bravi illuministi. Anzi la scienza moderna fu proprio costruita dai vari Grossatesta,Alberto Magno,Ruggero Bacone,Guglielmo di Ockham,Nicola d’Oreste,Nicola Cusano , Nicolò Copernico, tanto da far dire a Newton ” Se ho visto lontano è perchè stavo sulle spalle di giganti” : sono questi che hanno creato i presupposti della scienza moderna, non Galileo. Sulla visione del potere dello stato di Lenin ho molti dubbi che sia valida, sopratutto solo teorica.

  • Brunello ha detto:

    Certo è un dato su cui riflettere: Fascismo, nazismo, comunismo, 68,77 hippy, tutti spazzati via dalla storia mentre il cristianesimo resiste da 2000 anni

  • Pedetemptim ha detto:

    Sisco parla come me in terzo liceo. Leggo quello che scrive con tenerezza e so che potrebbe rispondere argomentato veleno a questo commento. Pazienza, lo avrò meritato. Tenerezza soltanto perché risento me stesso, naturalmente: tenerezza, non alterigia.
    Ho sventolato la bandiera rossa da ragazzo. Cristo era passato e aveva lasciato disuguaglianza, sfruttamento, desolazione e l’umanità in frammenti brucianti, altro che la pace dell’era messianica.
    Credo di dover chiedere perdono. Ma probabilmente Lui sa che Lo stavo cercando, mi sentivo come se fosse venuto e non mi avesse visto. Quando agitavo la bandiera rossa scuotevo soltanto la sua veste. Spero Lui lo sappia.

    • andrea g ha detto:

      Diciamo che ha le sue attenuanti, Pedetemptin: lei cercava l’assoluto
      in luoghi sbagliati, che è poi l’errore di milioni di persone.
      Ma quel che conta è che lei abbia saputo riconoscere l’errore
      da “stoltezza giovanile”.
      Grazie della sua testimonianza.

  • Fiorenz ha detto:

    http://www.google.it/amp/s/it.businessinsider.com/il-sistema-corrotto-degli-appalti-aler-mm-fnm-che-ingrassava-gli-uomini-della-compagnia-delle-opere/amp/
    Chissà se l’amico ha fatto tappa anche dal fratello Tano
    Noto che cambiano i colori ma le teste restano sempre quelle…ah ah ah

  • Sebastiano ha detto:

    Visto che Sisco è sparito (sarà mica compare di Pendesini?), ne approfitto per fare un auspicio: considerato che allo scorso meeting Cesana % Vittadini mandarono al cassonetto le scuole di ispirazione cattolica, speriamo che anche quest’anno non trovino qualcosa della loro preziosa storia da rottamare.

    • Sisco ha detto:

      Hai detto bene, preziosa storia, come lo è stata la tradizione cattolica per il nostro paese. Però dispiace vedere quanto poco questa tradizione ha saputo far presa sulle masse (se si esclude il Rinascimento); incensando la religione cattolica si vede quanto poca presa essa abbia avuto dato che è costretta ad ogni piè sospinto a difendere coi denti la propria fede. Continui così! Meglio soli che male accompagnati…

      • lorenzo ha detto:

        Sottoscrivo la tua affermazione che “dispiace vedere quanto poco questa tradizione ha saputo far presa sulle masse”, pur con alcuni distinguo:
        – il Rinascimento è figlio del cattolico Medioevo;
        – il messaggio cristiano è sempre stato osteggiato dal “mondo”;
        – molti insegnamenti cristiani, uno per tutti l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, sono ormai parte integrante della cultura “laica”.

        • Klaud ha detto:

          Il Rinascimento è figlio della riscoperta della cultura classica (quindi pagana) greco-latina. Filosofia, letteratura, architettura.

          L’uguaglianza di tutti gli esseri umani era implicita nella religione egizia e poi nel codice di Hammurabi, che precedettero la bibbia.
          A loro volta derivati da una preesistente etica connaturata all’evoluzione dell’uomo.