Eugenio Scalfari: «effettivamente non so fare giornalismo»
- Ultimissime
- 24 Nov 2013
Un giornalista è serio e credibile se è imparziale, se nell’intervistare un testimone riporta esattamente quanto egli ha detto mettendolo tra virgolette, senza aggiungere o togliere niente. Ancor di più se l’intervistato è un’autorità morale a livello internazionale come Papa Francesco, le cui singole parole sono meditate da miliardi di persone.
Incredibilmente però Eugenio Scalfari, avendo avuto l’occasione di intervistarlo, si è recato all’appuntamento senza registratore o bloc-notes, mettendo poi tra virgolette frasi e ragionamenti che il Pontefice non ha mai pronunciato e tralasciando altre cose che invece ha detto, oltretutto attribuendogli concetti contrari alla visione cattolica ma combacianti al nichilismo relativista a cui, guarda caso, Scalfari stesso aderisce. Se prima era solo un sospetto, la prova è arrivata quando Francesco non ha riconosciuto l’intervista non volendola presente nei suoi discorsi ufficiali presenti sul sito web del Vaticano.
La conferma definitiva invece è stata l’ammissione dello stesso Scalfari in questi giorni. Durante le sue interviste, ha rivelato, «cerco di capire la persona intervistata e poi scrivo le risposte con parole mie». E questa sarebbe la professionalità del celebrato vate del giornalismo italiano? «Sono dispostissimo a pensare», ha aggiunto, «che alcune delle cose scritte da me e a lui attribuite, il Papa non le condivida, ma credo anche che ritenga che, dette da un non-credente, siano importanti per lui e per l’azione che svolge». Bene, se questo è l’insegnamento di uno dei principali giornalisti italiani allora noi ci siamo inventati che lui abbia detto: “E’ vero, effettivamente non so fare giornalismo”. Attenzione, seguiamo il suo ragionamento: siamo disposti a pensare che questa frase in realtà non l’abbia mai detta, ma crediamo che, essendo noi credenti, le nostre parole siano importanti per lui e favorevoli al dialogo tra chi non condivide la stessa posizione.
Nella conversazione con i corrispondenti dei giornali ha raccontato anche che avrebbe inviato la bozza dell’intervista a Francesco e che egli l’avrebbe approvata, anche se puntualizzando: «Se Lei insiste… ma, ripeto: è una perdita di tempo. Di Lei mi fido». Un’altra ricostruzione e un altro virgolettato attribuito al Papa…questa volta è vero o Scalfari si è inventato pure questo? Si è accorto che fa fare al Pontefice una figura da schizofrenico, che prima approva l’intervista e poi la rifiuta?
Davvero Scalfari, fondatore di “Repubblica”, ha intenzione di dialogare onestamente con chi non la pensa come lui? Probabilmente no, in questa prima occasione non ha dimostrato alcuna correttezza etica ma, anzi, voglia di approfittarsi della disponibilità del Pontefice per remare contro di lui e mettere in difficoltà coloro che in lui si affidano. Oltre, ovviamente, a rivelare pubblicamente come “crea” le sue interviste e quindi la sua inattendibilità come cronista, creando non pochi imbarazzi al suo smisurato ego.
La redazione
38 commenti a Eugenio Scalfari: «effettivamente non so fare giornalismo»
Scalfari dichiara: “Effettivamente sono un coglione”.
(ATTENZIONE: sono disposto a pensare che non abbia mai pronunciato queste parole, ma le ritengo utili a capire l’azione che svolge.)
Chiedo scusa per il tedio ma non mi stancherò mai di ripeterlo :L’ opinione pubblica è manipolata dai menteccatti. E tra questi ci metto pure, per par condicio, l’ intera redazione di ” Famiglia Cristiana”.
genio!
“Davvero Scalfari, fondatore di “Repubblica”, ha intenzione di dialogare onestamente con chi non la pensa come lui?”.
Non credo: più semplicemente, l’età che avanza fa emergere con
nettezza l’ego gigantesco del personaggio, il suo bisogno ossessivo
di essere al centro dell’attenzione.
Tutto qui, probabilmente.
E pensate che c’è gente che lo sostiene !
Ed è tanta !
Che vergogna …
Che questa situazione abbia del paradossale l’ho detto anche su cattoliciromani, e qui lo ribadisco. Tralasciando il fatto che Scalfari davvero non sa fare giornalismo, dal momento che il giornalista serio dovrebbe riportare i fatti e non le opinioni (altrimenti è un opiionista), tutti i protagonisti coinvolti in questa faccenda hanno fatto una figura talmente cacina da essere quasi squallida: partendo da Eugenio “Laicisticus” Scalfari, che si è bellamente inventato e riscritto parti di quello che era un colloquio del Papa, fino al Papa stesso, che ha approvato quel testo confusionario e con affermazioni ai confini dell’ortodossia (o dell’eresia?) senza neppure rileggerlo (o farlo quantomeno fare ad una persona fidata; qualcuno l’avrà approvata la pubblicazione di questa intervista alla fine, cribbio!) passando per la Sala Stampa vaticana che ha alimentato confusione per un mese e mezzo (cioè da quando ha messo questa “intervista”, che non è un documento magisteriale, sul sito del Vaticano fino a quando non l’ha, finalmente, rimosso). Ad ogni modo, però, il premio dello squallore lo hanno vinto i cattolici “Pope-defender-sempre-e-comunque”, che si sono trastullati a difendere l’indifendibile per un mese e mezzo attaccando tutti coloro che (legittimamente e Catechismo alla mano) sollevavano (giuste) perplessità per i contenuti di questa “intervista” (pubblicata in forma di libretto, guarda caso, con commenti di noti “teologi cattolici” come Kung e Mancuso), arrivando addirittura a contorsionismi apologetici al limite dell’incredibile pur di giustificare quei contenuti (e sì, sto pensando anche al caso Gnocchi-Palmaro, allontanati in maniera prima ingiusta ed ora persino immotivata).
L’unico vantaggio di questa vicenda è che, probabilmente, ora il Papa avrà imparato ad essere maggiormente prudente (ed in questo senso potrebbe, magari, prendere ispirazione dalle ponderate risposte di Giovanni Paolo II alle domande di Messori contenute nel libro-intervista “Varcare la soglia della speranza”) ed a rileggere tutto almeno una dozzina di volte prima di approvarlo, per essere sicuro che non venga dato l’imprimatur (vero o metaforico che sia) ad opere che gli attribuiscono pensieri quantomeno ambigui.
Sono pronto a scommettere che Francesco non si affiderà più a “Repubblica” e a Scalfari. Non è possibile il dialogo con chi non hai mai voluto dialogare!
Siamo sicuri, questo punto, che Scalfari abbia fatto leggere il testo al Papa, prima di pubblicarlo?
Lo stesso Galileo si fece mettere l’imprimatur su un libro e poi pubblicò una versione diversa…
E allora si fa una bella (e sensata) cosa, se è questo il caso: lo si denuncia per calunnie e poi stiamo a vedere, poiché chi tace acconsente.
come se non sapessimo che finirebbe con un “ha esercitato legittimamente il suo sacosanto (ma solo per alcuni, n.d.r.) diritto di critica/opinione”
…non credo sia nello stile del Papa… Il rischio sarebbe quello di creare un “martire del laicismo”… sempre che ci sia sostanza per procedere, perché credo che anche la sala stampa vaticana abbia le sue colpe.
Speriamo per il futuro un po’ di prudenza come ho scritto sotto…
Non è incapace di far giornalismo. È anche troppo capace.
E questo episodio lo dimostra…
Col male non si parla. Scalfari non è un dubbioso che ha bisogno di Dio ma un servo di Satana.
“di altri abbiate pietà mista a timore, guardandovi con ribrezzo pure dalle vesti contaminate dalle loro carni” (San Giuda Ap.)
Qui servono esorcismi, non chiaccherate…
Quoto.
Ho provato ad aprire il link circa l’ammissione che Scalfari avrebbe fatto e leggo che quella pagina non esiste. Che succede?
C’è un errore. basta far partire i link cancellando tutto quello prima di “vaticaninsider”.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/scalfari-francesco-francisco-francis-29988/
Nel link suddetto è comparso all’inizio il link a questa stessa pagina
Ho letto il pezzo di Vatcaninsider… Scalfari fa il furbetto e da colpa alla segreteria del Papa. Infatti, a suo dire, si è prodigato per avere il nulla osta alla pubblicazione…
Quindi, secondo Scalfari, il Papa (o chi per lui) era d’accordo anche con i virgolettati falsi, visto che ha dato il placet…
In effetti dovrebbero imparare da Grillo. Telecamera fissa durante l’intervista e video su internet, vediamo se fanno i furbi ancora…
Scalfari potrebbe dire il vero a proposito del nulla osta. Non mi pare sia stato smentito. Il tuo mi pare un giudizio per partito preso. Poiché io temo di essere giudicato superficialmente e per partito preso, di solito evito di giudicare superficialmente e per partito preso. Ho letto l’intervista di Scalfari, e il suo valore di giornalista ne esce compromesso per altre ragioni: ci troviamo di fronte a un resoconto di una conversazione salottiera sui misteri del cosmo, nulla di culturalmente e socialmente utile; ma un giornalista dovrebbe preoccuparsi di rendere un servizio sociale attraverso il suo mestiere, specie se ha l’opportunità di porre domande a persone di potere.
Esattamente come chi diceva che Scalfari diceva il vero quando affermava di aver intervistato il Papa. In realtà non lo ha fatto, lo ha ascoltato e poi ha creato le risposte in base a quello che si ricordava, omettendo e aggiungendo parti da lui inventate.
Perché credere ancora a Scalfari quando attribuisce altri dialoghi al Papa? O quando racconta altri episodi quando quelli che ha raccontato nell’intervista sono falsi (si veda il ritiro del Papa nella stanza a meditare ecc.)?
Penso che Red Ronnie avrebbe condotto una migliore intervista. Forse, a differenza di Scalfari, avrebbe chiesto il cantante preferito di Francesco, il nostro, invece, ha chiesto il Santo preferito. Preferirei che il papa fosse intervistato da un giovane giornalista ambizioso e intellettualmente spregiudicato, possibilmente non italiano, magari statunitense. Chiamiamolo John. Credo che il mondo sia pieno di John. Perché, invece, ci troviamo Scalfari? Perché si dà udienza a Scalfari e non a John?
…se il Papa dovesse dare udienza a tutti i John che vogliono intervistarlo, non farebbe altro tutti i giorni…
Scalfari era stato molto critico con il Papa ponendo le sue domande senza senso… Francesco ha avuto la creanza di rispondere al fondatotre di uno dei principali quotidiani italiani. Anche perché le idee false e tendenziose di Scalfari nuocciono di più (avendo milioni di lettori) che quelle di John, che avrà 1000 followers su facebook…
Ciò non toglie che in futuro possa rilasciare interviste anche a John…
Lo spero.
Mi accodo a Mandi… Avendo Scalfari rivendicato come lecita la sua azione di falsificazione, perché non dovrebbe applicarla anche al fatto dell’autorizzazione? Tanto, sicuramente avrà mandato una mail, ormai magari persa in qualche server… chi potrebbe smentirlo?
Infatti, Scalfari non ha detto: “scusate, ho messo in bocca al Santo Padre porole mai dette e mi sono inventato fatti mai verificatisi”, ma ha difeso la sua posizione, scaricando tutta la colpa alla segreteria… Non mi pare di aver dato un giudizio sommario, ma di aver esteso il suo modo di lavorare (che lui stesso ha dichiarato di aver sempre usato) anche al caso in questione. Infatti, perché dovrebbe aver cambiato metodo proprio ora, se ha sempre ritenuto giusto fare così?
Se fosse vero il fatto del nulla osta, le eventuali manipolazioni non potrebbero più essere ritenute tali.
…Scusa, fammi capire…
Io ti intervisto, poi scrivo più o meno quello che mi pare, inframezzando a dichiarazioni vere, virgolettati da te mai detti. Confeziono l’articolo e te lo giro. Per mille motivi tu lo guardi superficialmente (ti fidi in buona fede di me, ti fidi della mia redazione, non hai tempo di leggere rigo per rigo, leggi alcuni passaggi che ti sembrano corretti e ne trascuri altri, etc.) e mi dai l’ok alla pubblicazione…
Poi io pubblico, et voilà tutto diventa vero? Stai scherzando, spero?
Peraltro Scalfari solo dopo essere stato scoperto ha ammesso le manipolazioni… quindi era pure in malafede… Almeno avesse dichiarato fin dal principio che si trattava di un dialogo ricostruito…
Nessuno ha indicato esattamente le manipolazioni, questo significa che non è lecito parlare di manipolazioni, ma — per principio di carità — di interpretazioni. Quello che dici è esatto: le interpretazioni diventano affidabili se sono approvate dall’intervistato. Torno a ripetere, però, che un giornalista degno di questo nome ha il compito professionale e etico di ricercare il vero giornalistico, cioè il vero storico socialmente utile nella dialettica dei controbilanciamenti dei poteri che costituisce la vita democratica di una nazione. Nella intervista di Scalfari questa ricerca non c’è. Ciò basta a farne giornalismo di basso livello.
Dalle mie parti si dice “non si va a rubare in casa del ladro”, per dire che siamo/sono degli allocchi in confronto a dei maestri della mistificazione.
In ogni caso un po’ più di prudenza non guasterebbe affatto.
Per esempio io vorrei proprio conoscere il ***** che ha suggerito la presenza del Santo Padre su twitter…
Come se non si sapesse che gli internauti (specialmente poi gli “utonti” di twitter) sfogano i loro bassi istinti in questo modi.
E poi il Cattolicesimo è troppo profondo per poter essere espresso in 140 caratteri, lasciamo queste idiozie da quattro soldi a povere persone che non sanno come rimanere al centro dell’attenzione.
Il Papa questo problema non ce l’ha, e in ogni caso al centro deve esserci semplicemente Cristo.
…su twitter non sono del tutto d’accordo… molti insegnamenti di Gesù stanno abbondantemente in 140 caratteri…
ma magari la spiegazione no…e visto come interpretano le parole del Santo Padre (non che lui abbia fatto salti mortali per evitarlo, eh!).
Eppure un arcivescovo argentino ne dovrebbe sapere qualcosa di manipolazione dell’informazione ai fini di consenso.
Non mi aspettavo fosse così, diciamo, ingenuo, ma soprattutto non mi aspetto di certo che lo sia il suo entourage, in fatto di comunicazione.
Sembra che si sia una gara, all’interno del Vaticano stesso, a spu***are il Papa (anche l’altro).
Cmq sia, la colpa io la dò più al Vaticano che a Scalfari.
Scalfari (e il suo foglio) si sa cosa aspettano e verso dove remano.
Zaccheo è anni luce avanti. Per lo meno Zaccheo si è sforzato a salire sull’albero per vederlo (quindi un qualche moto per andarlo a vedere l’ha avuto).
…Su questo concordo, buona parte è colpa della Curia. Non credo ai complotti, ma alla superficialità sì.
A parziale discolpa va anche detto che la Santa Sede si trova a fronteggiare problemi ben più gravi dei pasticci di Repubblica… basti pensare alla Siria, all’India, all’Africa, dove i cristiani vengono trucidati a centinaia…
Certamente, qualche addetto alle PR un po’ più vispo, non guasterebbe…
Poi, da “nostalgico” ti invito a vedere questo, relativo al modo di comunicare del Papa:
http://www.youtube.com/watch?v=bEAgUkHzz0A
In particolare dal minuto 2:51:50
esiste una ‘sala stampa’ apposta per questi problemi.
Se non lo fanno loro…
…pare che purtroppo non funzioni sempre bene…
La deontologia del giornalismo è saltata completamente…
Attendo le prossime mosse mediatiche di Francesco: secondo me ora il Vaticano starà più attento al da farsi e di conseguenza il mito del papa rivoluzionario vs il papa bigotto si scioglierà come neve al sole. La Chiesa è una, lo Spirito che la guida è uno e i carismi sono diversi. Dobbiamo essere uniti contro queste mistificazioni.
Clamoroso che lo stesso Scalfari abbia avuto il coraggio di ammettere esplicitamente la sua ignoranza, usando testualmente le parole <>
Ammetto che mi hanno sorpreso queste parole cosi’ sincere e fin troppo severe con se stesso. Seppure miscredente ha fatto comunque la storia del giornalismo italiano. Qualcosa di buono lo ha scritto.
Speriamo che il suo cuore possa effettivamente convertirsi e aprire il suo cuore al Nostro Signore
evita <> perché quello che ci metti dentro viene interpretato come html
A proposito di giornalisti, qualcuno è a conoscenza di ciò che avrebbe detto paolo mieli, allora diretore del corriere della sera, ad un suo collaboratore sulle lacrime della madonna di civitavecchia? sul Web ho trovato questo – Michele Brambilla nel libro “Gente che cerca” (Ancora 2002) ha raccontato la risposta dell’allora direttore de “Il Corriere della Sera”, Paolo Mieli, ad un cronista disinteressato quando una mattina del febbraio 1995 è arrivata in via Solferino la notizia della Madonna di Civitavecchia. «Il direttore Paolo Mieli», ha scritto Brambilla, «lo fulminò con un breve discorso che cito a memoria, e che era più o meno così: “Non hai capito niente. Questa storia di Civitavecchia è la notizia più importante di tutte. Io sono ateo, vengo da una famiglia ebrea, e quindi non me ne dovrebbe importare nulla di una statuetta della Madonna. Ma se questa notizia è vera, se davvero quella statuetta ha lacrimato, vuol dire che è accaduto un miracolo. Vuol dire che Dio esiste. E’ la notizia più importante che ogni uomo vorrebbe sapere, anche quelli che fanno finta di non interessarsi alla religione, è proprio questa: che Dio esiste. Perché se Dio esiste, per noi cambia tutto, cambia tutto il nostro destino. – Voi sapete se successivamente mieli abbia confermato o smentito ciò che riporta Brambilla?