Eliminati Dio e famiglia, gli inglesi si affidano al ministero della Solitudine

La notizia non è nuova: il primo ministro inglese Theresa May ha creato il ministero della Solitudine, nominando Tracey Crouch. L’obiettivo è combattere quel che la May definisce «la triste realtà della vita moderna». Dopo sei mesi, il ministro sta ancora studiando e rilascerà un programma strategico nel prossimo autunno.

Il moltiplicarsi di rapporti virtuali non ha reso più uniti gli uomini ma ha esasperato individualismo, divenuto una vera epidemia. Non è una coincidenza che ciò avvenga in particolare in un Paese con il più alto tasso di disgregazione familiare ed in cui oltre il 53% dei cittadini si dichiara privo di senso religioso.

«Per troppe persone», ha dichiarato la leader conservatrice britannica, «la solitudine è la triste realtà della vita moderna». Si parla, secondo le statistiche, di 9 milioni di persone che si sentono sempre o molto spesso sole, prive di legami importanti sia all’interno che all’esterno della famiglia. Anziani, ma sopratutto giovani e adolescenti. Un esercito di monadi, pieni di relazioni virtuali e profondamente soli.

Michael Cook, direttore di Mercatornet, giustamente ha criticato le varie soluzioni promesse dal governo inglese: soltanto palliativi che non «curano la vera causa della cosiddetta epidemia della solitudine». Essa, ha proseguito Cook, va individuata nella scomparsa e nel declino della famiglia come ambito di vicinanza, educazione ed impegno vicendevole. «I due maggiori cambiamenti sociali dell’ultimo mezzo secolo», ha proseguito, «sono stati l’aumento dei tassi di divorzio e la diminuzione dei tassi di matrimonio. Le famiglie sono diventate più piccole e frammentate in gruppi isolati. Non sorprende che l’isolamento sociale e la solitudine aumentino». La convinzione di Cook è confermata da uno studio secondo cui già nel 2003 il Regno Unito aveva uno dei più tassi più elevati di disaggregazione familiare nel mondo.

Bisognerebbe anche guardare, come ha suggerito il sociologo Giuliano Guzzo, a quell’invisibile popolo che ancora «prega, fa figli, che educa a valori controcorrente. E’ una ribellione totale ma non urlata, domestica e silenziosa, al tempo stesso concreta e spirituale. Trattasi però di una rivolta numericamente assai minoritaria, purtroppo, rispetto a una maggioranza che ancora non capisce. E non si accorge che il Ministero per la Solitudine arriva fuori tempo massimo, come un ossimoro che non sa di cura ma di accanimento terapeutico».

Che la questione sia anche legata alla scomparsa del sentimento religioso è innegabile, la recente ricerca del National Centre for Social Research ha rilevato che più della metà (53%) dei britannici afferma di non avere alcuna religione. Eppure, secondo un altro studio, il 59% è superstizioso, il 29% ritiene di saper prevedere il futuro e regredire nelle vite passate, il 23% ha riferito di essere telepatico.

La morte di Dio e, di conseguenza (o viceversa) della famiglia sono un indice della morte della civiltà. «Il vero problema in questo nostro momento della storia», ci ha ricordato Benedetto XVI, «è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta da una mancanza di orientamento i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più». Il Regno Unito è un esempio concreto.

La redazione

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49 commenti a Eliminati Dio e famiglia, gli inglesi si affidano al ministero della Solitudine

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  1. Enigma ha detto

    Si, avevo letto l’articolo sul giornale di questa trovata tutta stile anglosassone.

    La tristezza mi ha pervaso.

    Ma, poi ho pensato all’Italia, alle culle vuote, ai parchi vuoti, ai giardinetti abbandonati, al paese geriatrico per eccellenza.

    Come ti guardano quando hai piu’ di due figli……….

    Come ti guardano quando hai piu’ di tre cani…

    Quando hai piu’ di tre cani e 4 gatti.

    Quando si finisce col parlare con i gatti.

    Fine.

  2. giuliano ha detto

    Leggere dell’Inghilterra mi riporta sempre alla mente la tragedia del piccolo Alfie Evans e le relative sentenze di quell’assurdo sistema giudiziario. Lo so… non c’entra alcunchè con l’articolo. Ma tanté…

  3. Sisco ha detto

    Non è dal versante cattolico che bisogna vedere la questione posta dall’articolo bensì dalla parte degli atei. Il trionfo del relativismo nelle società moderne è assimilabile al posto preponderante che sta assumendo la scienza, come il filosofo Severino va dicendo da decenni, e non è che la visione “controcorrente” sia ancora minoritaria come si vuol far credere, ma anzi, con la morte di Dio lo spaesamento della scoperta sarà sempre maggiore. E poi, diciamola tutta, la solitudine è il fondamento dell’individuo moderno e non è cosi terribile come si crede! L’importante è non aver bisogno di preti o di esperti per ogni istante della vita.

    • Enigma ha detto in risposta a Sisco

      L’essere umano e’ un essere sociale, in relazione continua. Senza relazione muore.

      Non sai dell’esperimento dei neonati?…

      I neonati senza relazione e cure si lasciano morire…

      La trovata dell’uomo moderno te la sei inventata tu.

      • Sisco ha detto in risposta a Enigma

        Certo i neonati, ma poi l’uomo cresce ed è in solitudine che scopre la vita, ma questo non vuol dire che non deve avere rapporti umani con i suoi simili, semplicemente che le relazioni non portano alla maturazione, è nella solitudine del suo profondo che l’uomo scopre come va il mondo, questo nessuno può insegnarglielo, nessuno può spiegarglielo, il dialogo è falsità; con l’aiuto di maestri veri (che possono anche essere libri, film) può sperimentare la vita dentro di se senza chiudersi nel suo mondo!

        • lorenzo ha detto in risposta a Sisco

          E’ nella solitudine che lo stolto si crede un genio ed il genio capisce tutta la sua stoltezza.

          • Sisco ha detto in risposta a lorenzo

            Scommetto che mi dai dello stolto…

            • lorenzo ha detto in risposta a Sisco

              Nessuno si salva da solo.

              • Sisco ha detto in risposta a lorenzo

                SAlvarsi perché, salvati da chi? Dal peccato, cos’è il peccato: l’invenzione del prete che vuole sottomettere i credenti alla sua volontà di potenza!

                • lorenzo ha detto in risposta a Sisco

                  Salvarsi dalla morte eterna: anche ora rifiuti di capire, poi lo capirai a tue spese.

                  • Sisco ha detto in risposta a lorenzo

                    Anche la morte nera di guerre stellari è stata sconfitta. La morte eterna come la vita eterna sono state celebrate dal Foscolo nei suoi Sepolcri, si dice che pur non essendo confortate dal pianto di chi resta le tombe fanno del ricordo dei cari qualcosa di imperituro nella memoria. Ma poi Lorenzo anche il Cristo ha sconfitto la morte, perché darsene tanto pensiero?

                  • Sisco ha detto in risposta a lorenzo

                    Anche la morte nera di guerre stellari è stata sconfitta. La morte eterna come la vita eterna sono state celebrate dal Foscolo nei suoi Sepolcri, si dice che pur non essendo confortate dal pianto di chi resta le tombe fanno del ricordo dei cari qualcosa di imperituro nella memoria. Ma poi Lorenzo anche il Cristo ha sconfitto la morte, perché darsene tanto pensiero?

                    • lorenzo ha detto in risposta a Sisco

                      Appunto perché Cristo ha sconfitto la morte chi sta dalla sua parte ha la vita eterna e chi non sta dalla sua parte ha la morte eterna.
                      Per ora puoi ridacchiare quanto vuoi ma poi, quando la malattia mortale chiamata vita avrà raggiunto il suo fatale epilogo e ti prenderai una tranvata memorabile, riderai molto di meno.

        • Enigma ha detto in risposta a Sisco

          Mi sembra solo una idea, come ogni idea, carina fosse cosi’, ma la realta’ e’ ben diversa.

          Poi non condivido qualche affermazione tipo “il dialogo e’ falsita’”…ma ti contraddici, poiche’ tutto cio’ che ci pone in relazione e’ dialogo, anche leggere un libro in apparente solitudine.

          • Sisco ha detto in risposta a Enigma

            Certo che non sei solo quando leggi, ma sei solo quando chiudi il libro. E se sostieni un dialogo prima o poi ti senti falso a causa dell’altro che non ha le tue stesse idee. Ma oggi come nell’800 la solitudine è talmente rara nell’individuo che puoi fare di essa un criterio di giudizio sugli uomini.

            • Enigma ha detto in risposta a Sisco

              “E se sostieni un dialogo prima o poi ti senti falso a causa dell’altro che non ha le tue stesse idee.”

              Spiegami meglio questo concetto, mi interessa.

              “Ma oggi come nell’800 la solitudine è talmente rara nell’individuo che puoi fare di essa un criterio di giudizio sugli uomini.”

              Con quale metro di misura si puo’ capire quanto rata fosse Nell”800?

              E oggi come puoi sostenere sia rara?
              In quale paese ,con quale sondaggio, su quali criteri?

              Fare un criterio di giudizio sugli uomini con la solitudine.. In che senso?

              • Sisco ha detto in risposta a Enigma

                Già Nietzsche notava la sua u. Il criterio che intendo non si basa su statistiche ovviamente, ma sul fatto che sentirsi in solitudine è cosa talmente ardua che la maggior parte delle persone non ne capisce neppure l’esigenza. Quanto al dialogo a me capita come ho detto nel sostenerlo (a meno che non si tratti di una donna) a lungo andare mi sento falso come se tradissi me stesso.

                • Enigma ha detto in risposta a Sisco

                  ” sentirsi in solitudine è cosa talmente ardua che la maggior parte delle persone non ne capisce neppure l’esigenza.”

                  E se fosse una condizione anche non voluta piu’ che una esigenza?…

                  “Quanto al dialogo a me capita come ho detto nel sostenerlo (a meno che non si tratti di una donna) a lungo andare mi sento falso come se tradissi me stesso.”

                  Allora si capisce che e’ una sensazione o idea prettamente personale, data dalla tua esperienza.

                • Sisco ha detto in risposta a Sisco

                  Mi correggo: già Nietzsche notava la sua rarità nella società che frequentava

                  • Enigma ha detto in risposta a Sisco

                    Mi ricordi solo com’è morto Nietzsche? 🙂

                    (…)

                    Mi pare poi dopo una vita a inseguire il sogno di essere profeta e farsi seguaci.

                    Magari sperando pure di diventare o superare un certo ” Cristo”

                    • Sisco ha detto in risposta a Enigma

                      Questo filosofo morì in solitudine accudito solo dalla sorella. E per la verità scrisse un libro fra tanti altri intitolato l’Anticristo, qui si depreca il fatto che una grande personalità come Gesù sia stata messa in croce,tanto da condannare i primi cristiani e il sacrificio del sangue. Come vedi si teneva distante dall’imitazione del cristo sul tipo di quella di Giovanni della croce.

                    • Enigma ha detto in risposta a Sisco

                      Certo, ne ammirava la personalita’ che secondo lui aveva attirato cosi’ tanti “adepti.”

                      Ha tentato di fare lo stesso col suo pensiero, ma e’ morto con lui o se non altro ha dato origine al pensiero nazionalista, al superuomo , all’eugenetica, alla perfezione della razza o specie ecc ecc…

                      Ha odiato per altro il cristianesimo e nello stesso tempo tra la sua follia ha creduto di essere il nuovo Cristo.

                      Sbaglio?

                    • Enigma ha detto in risposta a Enigma

                      Grazie della conversazione.

                      Alla prossima.

                      E comunque quando qualcuno non e’ d’accordo con te questo non fa di te un falso.

                      Chiediti piuttosto il perche’ hai questa percezione. Ciao!

                    • Alessandro Picci ha detto in risposta a Enigma

                      Questo è il commento di una persona marginalmente pronta a parlare di tale autore.

                    • Alessandro Picci ha detto in risposta a Enigma

                      Parli per sentito dire.

                    • Enigma ha detto in risposta a Alessandro Picci

                      Ma parli con me? Perche’ dal cellulare non si capisce…

                      La mia e’ una conversazione che sto cercando di approfondire con un’altra persone se ti vuoi intromettere di la’ tua senza creare inutile suspense.

                      E scusami ma il tuo mito non e’ il mio.

        • Patrizia ha detto in risposta a Sisco

          Sai perchè i Neandethal si sono estinti invece i sapiens si sono moltiplicati??? Perchè i Neandethal erano poco sociali, vivevano in piccoli gruppi familiari, molti di loro invece erano soli al mondo..
          invece i sapiens erano molto più sociali, si scambiavano gli averi, erano a conoscenza di più scoperte.. Quindi basta pensare al passato…
          Vogliamo essere noi stessi o fare la fine dei Neandethal?

          • Sisco ha detto in risposta a Patrizia

            L’uomo primitivo è destinato a tornare. Non ho mai detto che le relazioni sociali sono negative, ho semplicemente fatto presente l’utilità della solitudine o il commercio con i propri pari come necessarie per scoprire la realtà. Nella congerie dei pregiudizi e dell’ignoranza la vita è assai grama! E detto per inciso l’uomo primitivo non è certo un modello di comportamento.

  4. Maria ha detto

    In realtà la solitudine è un problema anche di chi crede in Dio ed ha famiglia. L’equazione dio+ famiglia= no solitudine, non sta in piedi per nulla.

    • Enigma ha detto in risposta a Maria

      A B C della solitudine.

      Solitudine primo stadio:
      Mancanza di relazioni sociali e comunitarie.

      Solitudine secondo stadio:
      Mancanza di relazioni stabili affettive durature, tessuto familiare disgregato e /o non presente

      Solitudine terzo stadio:
      Isolamento esistenziale

      Solitudine quarto stadio:
      Percezione patologica di se e dell’Io.

      • Psyche ha detto in risposta a Enigma

        Il raggiungimento dei livelli patologici è di chi non è in pace con sé stesso e tende ad aggrapparsi agli altri per trovare un senso alla propria esistenza.
        Mi stupisce leggere questo articolo perché è proprio degli anglosassoni dividere la solitudine in due tipi: solitude e loneliness che si riferiscono rispettivamente al piacere e al dolore provati rispetto a questa condizione.

        • Enigma ha detto in risposta a Psyche

          Quindi mi dai ragione?…

          Poi vedi tutto va A stadi, non si vive di massimi sistemi, la frantumazione dell’io dipende da che genere di vissuto e relazioni ti hanno formato, o frantumato.

          Poi bisogna vedere che risposte si danno.

    • lorenzo ha detto in risposta a Maria

      Chi crede in Dio non è mai solo.

      • Enigma ha detto in risposta a lorenzo

        Credo che l’articolo prenda in considerazione questo…ma parla della solitudine della secolarizzazione, …non credi?

        Quella solitudine dell’ egoismo e del non senso che ti porta a chiuderti, a odiare, alla dipendenza, alla disperazione.

        Ovvio che chi ha una relazione con Dio non e’ solo.

        • lorenzo ha detto in risposta a Enigma

          Lo credo anch’io, tuttavia per una persona che si ostina a non lasciarsi amare da Dio credo sia ostico da comprendere.

    • Il cavaliere oscuro ha detto in risposta a Maria

      Perché? Argomenti…

  5. Sebastiano ha detto

    Mah, è possibile che – passato un congruo lasso di tempo – alla fine non saranno tanto soli.
    Gli terranno compagnia quei signori in djellaba. Dall’altra parte delle sbarre.
    Per l’anteprima, citofonare Bradfordistan.

    • lorenzo ha detto in risposta a Sebastiano

      “passato un congruo lasso di tempo”, se le cose continuano così, quello diventerà un bel problema anche da noi…

  6. andrea g ha detto

    Siamo esistenzialmente fatti per la relazione con Dio,
    senza di essa ci si barcamena con le relazioni umane ma,
    come affermava Sartre (un ateo intelligente):
    “l’inferno sono gli altri” (“l’enfer, c’est les autres”)-

    • andrea g ha detto in risposta a andrea g

      Mentre, messa a posto la relazione con Dio
      (Colui che ci conosce personalmente),
      cioè il primo Comandamento,
      anche le relazioni umane vanno a posto-

  7. Maurizio Fratoni ha detto

    È tanto tempo che mi domando come mai in Italia, paese in cui si crede molto di più nella famiglia, comunque non si facciano figli. Non mi citate la carenza del lavoro perché non mi è sufficiente. Vi ringrazio.

    • Enigma ha detto in risposta a Maurizio Fratoni

      E’ una questione di mentalità..hanno piano piano cambiato la mentalita’, anche con la contraccezione….la pianificazione familiare e ‘ entrata piano piano nella mentalita’ comune…

      Una volta anche la societa’ considerava i figli un valore enorme e la famiglia aveva un posto privilegiato perche’ era il nucleo primitivo di comunita’ che genera e forma individui per la collettività…

      Oggi, il figlio e’ considerato uno status, una scelta, un figlio implica responsabilità e sacrificio, due parole che oggi si sono dimenticate.

      Spesso addirittura , aleggia l’idea che se ti vuoi godere appieno la vita evita di procreare sposarti ecc ecc…divertiti il piu’ possibile, questo e’ il motto.

      La famiglia non e’ piu’ un valore cosi’ forte ne’ tanto meno un luogo sicuro per procreare dato che la societa’ ha contribuito a frantumarla, e non gli si riconosce nemmeno piu’ il ruolo supremo della procreazione e formazione.

      La societa’ oggi rema un in un senso contrario alla famiglia.

      E ti diro’ c’e’ chi questo lo vuole e a chi questo conviene.

      Tolta di mezzo la famiglia gli individui saranno piu’ vulnerabili, manipolabili, perfetti cittadini modello robottini da usare e buttare in questo bel mondo di uso e consumo.

      • Enigma ha detto in risposta a Enigma

        Poi infine mancanza di politiche familiari negli ultimi decenni…..

        In Italia mancano gli aiuti alla famiglia, le politiche sono rimaste a 40 anni fa, non si sono adattare alle nuove esigenze che oggi la famiglia e’ chiamata a gestire, tra lavoro, maternita’, casa, impegni,mancaza di aiuti economici, sociali, familiari. In Italia tutto ha un costo sproporzionato a partire dai beni di prima necessita’, nidi comunali e tutto il reato.

        La maternita’ ha una copertura ridicola, esigua,arretrata, di poca tutela per madre e figlio.

        In Europa siamo tra gli ultimi per politiche alla famiglia.

        Questo perche’ gli ultimi governi non si sono per nulla interessati, Anzi hanno contribuito a creare nuovi modelli di famiglia disgregati, nuovi situazioni di rischio, di fragilità e di disagio sociale.

        • Enigma ha detto in risposta a Enigma

          Basti pensare ai padri separati ( nuova emergenza di rischio )e alle donne lasciate o abbandonate con figli …

          • Maurizio Fratoni ha detto in risposta a Enigma

            Forse si può riassumere il tuo pensiero, ma anche quello che da tempo credo anch’io con: Io faccio un figlio, ma poi me lo devono campare ed educare gli altri (Stato, scuola…).

            Parzialmente ne abbiamo veramente bisogno, ma dall’altra parte siamo un po’ più egoisti.

            A domanda diretta, mi sento rispondere che oggi i figli costano più di prima (fino al dopoguerra). Io dico che prima non c’erano i soldi eppure li facevano lo stesso. Oggi invece i soldi ne abbiamo di più, ma ci piace spenderli diversamente (vacanze, tecnologia, divertimento). E mi ci metto dentro anche io.

            • Enigma ha detto in risposta a Maurizio Fratoni

              Crescere un figlio oggi non ha niente a che fare coi soldi…a parte il mantenimento…

              Bisogna educarlo e crescerlo con Amore.

              Qualcosa che si e’ molto dimenticato, in piu’ l’assenza totale di autorita’ della figura paterna, dovuto alla crisi sessantottina e’ una conseguenza che ci portiamo dietro…

              I ruoli poi….non si capisce una fava…

            • giuliano ha detto in risposta a Maurizio Fratoni

              La società moderna rende troppo “programmabile” fare figli.
              Si pensa troppo, si argomenta troppo, si subisce troppo il pensiero ed i valori altrui. Si pensa troppo al fatto che servono/serviranno soldi (magari intrappolati nell’obbligo di confrontarsi “dopo” con altre famiglie), si pensa troppo al fatto che ti fanno invecchiare prima (cosa vera), si ha paura che non nascano sani (parlo ovviamente per le poche coppie che ancora “tengono duro” e non pensano a “risolvere” il problema di altro modo), si pensa troppo alla caducità/assenza del lavoro (anche se magari il lavoro tutto sommato c’è…), si è troppo responsabilizzati (paura inconscia che a posteriori “qualcuno” ti contesti di aver messo al mondo un figlio a cui si fa fatica a garantire una decorosa crescita), si è troppo responsabilizzati su quello che il figlio ti potrà dire quando sarà grande (paura che ti contesti di non essere stato all’altezza…), si pensa troppo al fatto che ambedue i genitori lavorano (con le conseguenti difficoltà a suddividere i compiti fra mamma e papa)…
              Quando si “pensa” troppo o non si fanno figli o si fanno tardi… troppo tardi (il che, forse, è anche “peggiore” di non farli…). E soprattutto quando si pensa troppo ci si dimentica che i figli sono, alla fine della fiera, l’unica cosa che da un senso “vero” al vivere alla coppia; unica cosa a dare continuità alla vita contro il naturale decorso verso la fine della propria esperienza terrena.

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