«Sono un biologo e la scienza mai ha risposto al significato della mia vita»
- Ultimissime
- 16 Lug 2018
La scienza ci mette spesso nelle condizioni di contemplare più da vicino la bellezza delle cose. Ma non può rispondere al perché abbiamo un desiderio di bellezza e, più in generale, al senso della vita. Il biologo James Holden lo ha ben chiaro: «Il fatto è che la scienza non mi ha mai dato spiegazioni soddisfacenti riguardo il senso e lo scopo della vita, né mi ha detto nulla sulle ragioni per apprezzare la bellezza o la carità».
Potrebbe benissimo essere una risposta all’entomologo naturalista E.O. Wilson, secondo cui «la scienza non è semplicemente un’altra impresa come la medicina, l’ingegneria o la teologia. È la fonte di tutto il sapere che abbiamo del mondo reale che può essere accertato e uniformato al sapere preesistente» (E.O. Wilson, La conquista sociale della Terra, Cortina 2013, p. 327). Al contrario, spiega Holden, docente di Microbiologia presso la prestigiosa Università del Massachusetts, già ai tempi del dottorato «non mi sentivo soddisfatto: i risultati raggiunti non mi appagavano, mancava qualcosa. Così, terminato il dottorato, iniziai a cercare una filosofia di vita alternativa. Ho esplorato i fondamenti di molte tradizioni religiose».
Ha così recuperato la fede cristiana abbandonata in gioventù: «ho capito che quella cristiana fosse la fede che aveva qualcosa in più da dirmi, soprattutto l’idea di grazia, di amore, di sacrificio e il fatto che quanto facevo era ispirato da una divinità incarnata, che io credo essere Gesù di Nazareth». Da quel momento, «ho avuto più pace e gioia nella mia vita, imparando a guardare le necessità degli altri anziché volgere lo sguardo solo su me stesso, sulle mie priorità. E’ chiaro che qualcuno senza fede può essere una persona migliore rispetto a me, ma ritengo che la fede aiuti a essere individui più positivi rispetto a quello che saremmo senza credere in qualcosa».
Holden è un biologo e per molti tale professione è la meno conciliante con una fede personale, l’evoluzione darwiniana è infatti un’arma spesso usata da ateisti e antiteisti come prova scientifica contro Dio. Eppure, «in realtà, la mia esperienza religiosa convive benissimo con la mia routine quotidiana. Il motivo? Semplice, penso che Dio voglia che io faccia quel che faccio abitualmente. Il mio lavoro, poi, mi aiuta ad apprezzare ancor di più Dio e ciò che lui ha fatto nella storia e nella mia vita d’ogni giorno».
Cadere nell’illusione del positivismo è frequente nel suo campo, ed infatti Holden lo riconosce: «Ho colleghi che crederanno sempre solo in ciò che è empirico e quindi verificabile. E’ il loro modo di conoscere la verità. Io però trovo questa filosofia limitante, dal momento che alcune evidenze che abbiamo nella vita, come l’amore, la bellezza, l’altruismo e il sacrificio non possono essere verificati empiricamente. Eppure, nessuno di noi dubita della loro esistenza».
Fede e scienza, dunque, ancora una volta un testimone mostra la piena conciliabilità. Uno scienziato, cioè colui che il progresso identifica -molto discutibilmente- come emblema della conoscenza e dell’intelligenza. Il quale, tuttavia, ci tiene a ricordare: «Credere in Dio può essere ragionevole e razionale. Come persona di fede, vedo segni di Dio ovunque attorno a me. Quando io faccio una scoperta scientifica o imparo qualcosa di nuovo riguardante la natura, dico sempre “Oh, allora è così che l’ha fatto Dio”».
La redazione
8 commenti a «Sono un biologo e la scienza mai ha risposto al significato della mia vita»
Porsi il problema di concigliare Fede e Scienza lo trovo poco interessante; semplicemente non mi pare esista un problema del genere. Non è possibile non affrontare lo sguardo al Giustificatore ma nello stesso tempo non è possibile non tener conto della Scienza. La seconda non può “spiegare” la prima direzione di interesse in quanto “bloccata” dal confine della conoscenza umana (in continuo movimento ma di fatto senza percezione di una effettiva “fine”… e SEMPRE sarà così, per semplice deduzione logica). La prima tendenza non si pone alcun problema di “spiegare” la realtà in quanto correlata alla Causa più che all’Effetto; allo stesso modo la Scienza non può che puntuare allo studio dell’Effetto ben sapendo che non sarà mai possibile che si arrivi a dare ragione completa al perchè delle cose o anche solo alla Causa prima. Sono insomma due “categorie” di esperienza del pensiero umano diverse e, ritengo, non reciprocamente precludibili. Certamente la Scienza non potrà mai spiegare tutto ma resta ancorata rigidamente all’esperienziale mentre la Fede punta al senso delle cose e tende a riassumere su di una unica “figura” la Causa del tutto. Ma, soprattutto, l’una non può precludere l’altra e per l’Uomo ambedue sono necessarie. E’ stucchevole l’utilizzo di talune persone dell’una o dell’altra categoria per deridere o sottostimare l’importanza dell’Essere altrui. Diciamo che solo assieme possono essere condizione necessaria e sufficiente per dare buoni prodotti alla Storia dell’umanità. Non basta solo la Scienza in quanto la Scienza non può che essere relativa con tendenza ad un assoluto che non potrà mai arrivare mentre la Fede non può che essere “assoluto” ma con la necessità di non disconoscere il relativismo dell’esperienza umana (concretizzato dalla Scienza) che può migliorare la vita e rendere migliore l’ambiente in cui la vita stessa si concretizza.
Certamente la Scienza non potrà mai spiegare tutto ma resta ancorata rigidamente all’esperienziale…..
Giuliano :
La scienza non ha la pretesa di dare una spiegazione universale di tutto, si basa comunque su un metodo razionale, universale, unico, verificabile a volontà da tutti coloro che lo desiderano.
Bravo Holden. Parole equilibrate e chiare.
Ditelo a Garlaschelli che proprio in questi giorni ha ripubblicato un nuovo studio “scientifico” sulla Sindone
Poveraccio, che ci vuoi fare? Dopo aver preso la tranvata in fronte con la “similsindone”, supremo monumento alla farlocchitudine, non sapeva come sprecare i soldi di chi lo foraggia…
Se Garlaschelli non ci fosse bisognerebbe inventarlo: con la “similsindone” ha dimostrato che la Sindone non può essere opera umana e, con gli studi attuali, ha confermato le misurazioni angolari già rilevate da mons. Ricci.
Un vero fenomeno. Se non fosse che i circhi equestri sono in via di estinzione avrebbe lavoro assicurato per anni (e non come domatore…).
« E’ chiaro che qualcuno senza fede può essere una persona migliore rispetto a me, ma ritengo che la fede aiuti a essere individui più positivi rispetto a quello che saremmo senza credere in qualcosa»….Dice l’articolo
OK ! Non posso essere che d’accordo, e rispettare la sua scelta…
L’obbiettivo della scienza consiste nel ricercare e scoprire, entro determinati limiti e possibilità, come funziona l’Universo da l’estremamente piccolo a l’estremamente grande, includendo ovviamente l’uomo e la nostra biosfera.
-Comprendere la vita significa anche –grazie alla scienza- capire la nostra natura, quindi noi stessi. È diventato imperativo per chiunque abbia una certa responsabilità nella società di essere informato sui recenti sviluppi nelle scienze della vita. Questa conoscenza sempre più approfondita –mai assoluta- è necessaria per affrontarla nel miglior modo possibile.