Caso Orlandi, Marco Accetti era il telefonista Mario?

Il telefonista “Mario” che chiamò casa Orlandi era Marco Accetti? Nell’ambito della vicenda di Emanuela Orlandi abbiamo comparato la voce di Marco Fassoni Accetti, auto-accusatosi di essere il regista della sparizione della cittadina vaticana, con quella di “Mario”, terzo telefonista che chiamò gli Orlandi nel 1983. Ecco il risultato sorprendente.

 
 

Il 22 giugno scorso è stato il 35° anniversario della scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi.

Da anni ci occupiamo del caso Orlandi e torniamo oggi sulla pista che riteniamo più convincente delle altre, quella legata al reo confesso Marco Accetti.

Per comprendere ciò di cui parliamo invitiamo a leggere il dossier dettagliato in cui abbiamo analizzato tutte le varie ipotesi di spiegazione di questo mistero italiano.

Nel 2013 Marco Accetti si è presentato ai magistrati autoaccusandosi di essere stato uno dei responsabili della sparizione di Emanuela e uno dei tre telefonisti che chiamarono casa Orlandi pochi giorni dopo la sparizione, quando ancora nessuno stava indagando sul caso.

Ci riferiamo al secondo telefonista, che si fece chiamare “Mario”. La chiamata venne registrata.

 

Accetti e il telefonista “Mario”: la comparazione delle voci.

Nel 2016 abbiamo intervistato a lungo Marco Accetti, invitandolo a dimostrare di essere stato realmente l’autore di quelle telefonate, seppur a 35 anni di distanza.

Abbiamo quindi confrontato la sua voce con quella del telefonista del 1983, ecco il risultato:

 

Marco Accetti sta solo imitando “Mario”?

Considerando la grande distanza temporale chiunque potrà notare una notevole somiglianza (similitudine ammessa dalla stessa Procura, oltretutto).

E’ possibile ancora che Marco Accetti stia semplicemente imitando la voce del telefonista, magari dopo anni di studio delle registrazioni. Anche se fosse è può comunque beneficiare di una certa sovrapponibilità dei due timbri vocali.

A pensarci bene è un’altra incredibile coincidenza per Accetti, come il fatto che l’ex moglie si recava nella città di Boston proprio nei giorni in cui da lì partivano i comunicati sul caso Orlandi, oppure che in un città di 1.285 km² come Roma abitava a pochi metri dalla casa di Mirella Gregori e di Alessia Rosati, un’altra ragazza scomparsa nello stesso periodo e di cui dice di essere stato ancora una volta il responsabile.

Inoltre, Marco Accetti è certificato che intercettava e si relazionava con giovani proponendo loro di posare nei suoi film o fotografie nella stessa area urbana frequentata da Emanuela, oppure che avesse avuto come direttore spirituale il futuro diplomatico vaticano mons. Pierluigi Celata, il quale porta lo stesso nome del primo telefonista (“Pierluigi”). Mons. Celata abitava sopra la maison delle “Sorelle Fontana”, per ulteriore coincidenza citate nell’ultima telefonata di Emanuela alla sorella Federica, il giorno della scomparsa.

Vorremmo sottolineare, non che le voci comparate siano certamente e senz’ombra di dubbio attribuibili alla stessa persona, ma che risulta sorprendente che possa anche solamente sorgere la sensazione che la sua voce sia effettivamente compatibile con quella del telefonista “Mario”. Quanti mitomani possono vantare la stessa compatibilità vocale e le stesse incredibili coincidenze biografiche?

Infine, chi ha avuto modo di parlare a lungo con Marco Accetti, come abbiamo fatto noi, si stupisce di ritrovare nelle registrazioni del telefonista “Mario” le stesse pause, lo stesso modo di interrompere l’interlocutore, la stessa gestione della frase: rapida e perentoria inizialmente, per poi decelerare e ammorbidirsi. Solo autosuggestione? E’ possibile, non c’è modo di provarlo oggettivamente. Ma la netta sensazione di essere di fronte alla stessa persona rimane.

 

Marco Accetti ha dichiarato di essere stato anche il terzo telefonista, il cosiddetto “Amerikano”. Per ascoltare la comparazione della voce anche con questo soggetto vi invitiamo a consultare questo l’articolo.

 
La redazione

6 commenti a Caso Orlandi, Marco Accetti era il telefonista Mario?

  • Aristarco De' Strigidi ha detto:

    Nessuno si illuda che la Verità, quella vera e non di comodo, possa mai venire a galla.
    Posso sbagliami ovviamente, ma la sensazione é che gli interessi in gioco siano enormi, al di là di ogni possibile “mea culpa”.
    E non sia mai di debba tirare in ballo qualche santo troppo frettolosamente issato sugli altari.

  • Enrico ha detto:

    C’è anche la sensazione che a te farebbe tremendamente piacere se fosse davvero così come dici. Ma, per carità, posso anch’io sbagliarmi. 😉

  • Andrea Bastioni ha detto:

    Uno dei casi più eclatanti degli anni 80 che lega Chiesa Stato e malavita.
    Le istituzioni fanno muro montando farse è misteri per far “appassionare” l opinione pubblica.
    Una ragazzina rapita in pieno centro della Capitale in orario di punta… Su per favore.. non prendiamoci in giro.

  • giuliano ha detto:

    La cittadinanza Vaticana si ottiene o si perde se si risiede o si cessa di risiedere nella Città del Vaticano. E’ una cittadinanza “formale” più che sostanziale (legata solo alla residenza). Quante irragionevoli assurdità sul caso Orlandi correlate alla presunta “rilevanza” di essere cittadina Vaticana che non ha ragione d’essere.

  • Antonio ha detto:

    Ho fatto indagini personali, ero un ex agente della polizia di Stato, che schifato di ditte le vicende sporche, sia nella politica, che nella chiesa, mi sono rimesso dopo 10 anni di servizio.Avrei voluto scrivere un libro, anzi tutti i miei ex colleghi, avrebbero da parlare, ma tutti noi abbiamo moglie e figli e nessuno parlerà’ perché ognuno difenderà’ il suo orticello e nessuno vuole problemi. Il fatto è questo….tutto quello che potreste pensare e’nulla in confronte alla verità, che è molto peggiore di ogni pensiero.

    • LG ha detto:

      Però questo può dirlo chiunque, dalla casalinga di Pavia al muratore di Bergamo. Servono riscontri Antonio, non basta dire “sono un ex agente”…