Oltre l’assurdo: maschio trans nuovo presidente delle femministe del Quebec

Un maschio transessuale è il nuovo presidente delle femministe del Quebec. «Sono convinto che tutto il mondo stia pensando “questo è ridicolo, però non possiamo dirlo”», ha commentato George Buscemi, presidente di Campagne Quebec Vie, la locale associazione in difesa della famiglia.

“Gabrielle” Bouchard è anatomicamente, geneticamente e biologicamente un maschio, ma psicologicamente crede di essere nato in un corpo di donna, pertanto 700 militanti femministe della Fédération des femmes du Québec (FFQ) lo hanno eletto loro rappresentate. E’ come se un anziano signore si sentisse in un corpo di un dodicenne e questo bastasse per essere eletto rappresentante degli studenti della scuola media del suo paese.

Bouchard sostiene anche tesi folli come l’abolizione dei sessi e di parole “discriminatorie” come mamma e maternità. Fortunatamente alcune femministe hanno avuto la dignità di protestare contro questa umiliante assurdità, diamo a due di loro la parola condividendo completamente quanto esprimono.

Denise Bombardier, scrittrice ed editorialista del Journal de Montreal, ha scritto: «Siamo tutti prigionieri di una terribile correttezza politica la quale ci proibisce di esprimere qualsiasi dubbio sulla validità di tale realtà. Perché il rischio più grande è essere odiati e minacciati sui social network». La Bombarider non si sente affatto rappresentata da un soggetto che vuole «eradicare parole emozionanti come “madre” e “maternità”. È probabile che una donna si esprima in questo modo? Dietro a questo desiderio espresso dal presidente della FQ traspare un sentimento quasi odioso verso la metà dell’umanità. Un macho non la penserebbe diversamente. Non ci sono parole adeguate per descrivere questi assalti di decostruzione delle strutture umane. La condizione transessuale, dolorosa e ingiusta che sia, non può giustificare queste aggressioni che alcune menti illuminate vorrebbero chiamare progresso e apertura. Quale tristezza e follia hanno sovrastato le nostre povere e disordinate società!».

Un’altra donna e femminista, Diane Guilbault -presidente de Pour les droits des femmes du Québecè intervenuta scrivendo: «Come molte organizzazioni dedicate alla difesa dei diritti umani, l’FFQ è stata sedotta dal discorso queer che i sessi non esistono e che ognuno ha il diritto di scegliere la propria identità di genere, quindi il proprio sesso. A prima vista sembra molto bello e progressivo, ma non appena ci fermiamo a pensare vediamo che tutti i discorsi sui transgender sono basati sulla confusione e sui miti. Questo non significa che tali persone dovrebbero essere ostracizzate, ma è chiaro che questa ideologia -perché è quello che è- è dannosa per le donne».

La Guilbault ben sintetizza e decostruisce la mitologia Lgbt, spiegando che il sesso non è assegnato alla nascita ma è antecedente ad essa, che è esclusivamente binario ed è una menzogna parlare di “cambio di sesso” («i chirurghi imitano solo certe caratteristiche superficiali, tutti moriamo nel sesso con cui siamo nati, non importa quello che abbiamo fatto con il nostro corpo durante la vita»). «Le pressioni della lobby trans, in tutto il pianeta, mirano a farci dimenticare che le donne sono una categoria specifica, con bisogni specifici», ha aggiunto. Come siamo arrivati a dover dimostrare che «nascere donna è un’esperienza completamente diversa dal nascere uomo e, successivamente, scegliere di presentarsi come donna?». Essere una donna «non è una scelta o un’identità, è una realtà vissuta da poco più della metà dell’umanità. Negare questa realtà, o voler nasconderlo con concetti come il genere, è indegno di una società che pretende di promuovere il diritto all’uguaglianza delle donne».

La redazione

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