Cosa ci fa un crocifisso sul petto di Toro Seduto?

Il famoso capo indiano Toro Seduto fu il leggendario leader dei Lakota Sioux, una figura nota nella storia del selvaggio West. Di lui si conosce la stoica resistenza contro i cowboy statunitensi e la sua sfortunata morte. Quel che pochi sanno è che Toro Seduto indossava sempre un crocifisso al collo.

E’ la storia di un’amicizia, che esemplifica il modo più classico di come si è trasmessa l’esperienza cristiana nei secoli. Non attraverso grandi discorsi o convincimenti filosofici, ma dalla stima per l’altro, dallo stupore per uno sguardo nuovo, diverso. Felice.

Tutto nasce dal grande lavoro svolto da parte dei missionari cattolici in difesa dei popoli indiani dai colonialisti, seminando la pace ed insegnando una pacifica convivenza tra le varie tribù pellerossa. Il più famoso tra questi sacerdoti fu il gesuita Pierre-Jean De Smet, grande amico di Toro Seduto e uno dei pochi bianchi che potevano recarsi nei territori Sioux. Le popolazioni native ammiravano molto le “toghe nere”, come chiamavano i missionari cattolici. De Smet incontrò per la prima volta Toro Seduto nel 1848, il vescovo Thomas O’Gorman ha scritto nel 1904: «Padre De Smet ha lasciato una registrazione completa di quella sua prima visita nell’estate del 1848, annotando che si recò lì in modo transitorio poiché desiderava raggiungere alcune tribù dei Sioux, nell’alto Missouri, nelle lontane montagne rocciose».

Toro Seduto aveva più di una moglie e questo fu un ostacolo alla sua accettazione della fede cattolica. Tuttavia intrattenne una profonda amicizia con padre De Smet. Fu quest’ultimo a fare da mediatore e convincere i Sioux, per la loro salvaguardia, a firmare il famoso trattato di pace di Fort Laramie con gli Stati Uniti. Tanto che il generale Stanley osservò: «solo padre De Smet, nell’intera razza bianca, poteva penetrare tra crudeli selvaggi e ritornare sano e salvo».

Come segno di stima reciproca, padre De Smet regalò il suo crocifisso a Toro Seduto nel 1868 e il capo indiano non se lo tolse più. Con esso volle farsi raffigurare nel suo ritratto più famoso, quello del 1885. Sullo sfondo si intravede un teschio, a conferma che era il tipico crocifisso dei missionari gesuiti. E’ il simbolo del Calvario, cioè il luogo dove Gesù venne crocifisso, che in latino significa “luogo del cranio”. 

La redazione

8 commenti a Cosa ci fa un crocifisso sul petto di Toro Seduto?

  • Enigma ha detto:

    Quanto mi affascina quella caratteristica in grado di cogliere nelle diversità una ricchezza…

    Comunque questo e’il genere di lettura che mi piace, quando andate a scovare curiosità molto interessanti che forse non avrei potuto conoscere se non attraverso una ricerca mirata…e quindi forse mai…

    Cosa non han fatto i missionari cristiani nel Mondo…

    cosa non ha fatto la Chiesa, in che posto non e’ arrivata.

    Dubito fortemente che una qualsiasi altra organizzazione umana pur super complessa avrebbe avuto la capacita’ di fare altrettanto. Come dice Sgarbi, c’e’ tanta ignoranza sull’operato della Chiesa, solo chi e’ al suo interno e ci “lavora” puo’ coglierne una piccola parte, ma comunque piccola, pure al suo interno i misteri son tanti ,tante le grandi opere, minuziosamente portate avanti nella Storia…cosi’ tante che ti chiedi per davvero se a muovere le ruote del carro non ci sia qualcosa di piu’ che una semplice Religione fatta di uomini convinti o invasati.

  • giuliano ha detto:

    Grazie all’Autore. Interessante articolo.

  • Gino Randelli ha detto:

    “Diversi sono i motivi che portarono agli scontri, anche se principalmente la causa fu l’obiettivo di impossessarsi delle terre e delle ricchezze dei nativi, spesso giustificando in maniera ideologica le guerre; gli stessi nativi aztechi e inca, che praticavano sacrifici umani, spesso però si erano convertiti al cristianesimo e avevano abbandonato questi riti, ma nonostante ciò erano, come era comune nel periodo, considerati esseri inferiori e spesso da schiavizzare e la stessa sorte toccò agli altri nativi. Nel Nordamerica morirono meno nativi che nel resto del continente, ma l’impatto fu più devastante a causa del numero più esiguo. Nel 1890 rimanevano 250.000 individui, e si stima che l’80 % (1 milione) fosse stato sterminato nel crollo demografico tra il 1600 e il 1890. Per questo si suole parlare di genocidio dei nativi americani o genocidio indiano, nonché di etnocidio. Nativi e soprattutto meticci costituiscono però ancora una gran parte della popolazione sudamericana, mentre sono una piccola minoranza nel nord.[4]”

    Tutto ciò è scritto su Wikipedia.
    Le conversioni venivo applicate con “qualsiasi mezzo” in maniera forzata.

    Eccone qui un altro esempio:
    “Quando nel 1985 la Chiesa Cattolica dichiarò servo di Dio Serra, l’atto venne contestato dai rappresentanti pellerossa della California e da gruppi come la Conferenza Tekakwitha[1] e la American Indian Historical Society.[2] Serra venne contestato per alcuni presunti episodi storici: aver requisito terre di proprietà dalle tribù pellerossa, aver ridotto virtualmente in schiavitù i nativi americani, aver soppresso le loro tradizioni e averli convertiti forzatamente al cattolicesimo.”

    Si parla proprio di Junipero Serra, in seguito beatificato e fatto santo.

    • Katy ha detto:

      Se hai scelto Wikipedia come fonte, ti invito a leggere la più completa voce dedicata a Junipero Serra in lingua inglese dove noterai che le tribù native a suo sostegno e a sostegno della sua beatificazione sono innumerevoli e loro stesse replicano alle poche accuse strumentali che ha ricevuto: https://en.wikipedia.org/wiki/Jun%C3%ADpero_Serra#Support_for_canonization

      Inoltre, nessuno nega che i colonizzatori abbiano agito in modo spesso brutale, il fatto è che i gesuiti e i missionari (come l’amico di Toro Seduto) si schierarono spesso in difesa dei nativi, arrivando anche ad insegnare loro come combattere gli europei. Leggi ad esempio la voce sulla battaglia di Mbororè, dove i gesuiti combatterono assieme ai nativi: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Mboror%C3%A9

      • Palmieri ha detto:

        “Le conseguenze della battaglia di Mbororé furono il consolidamento delle riduzioni gesuite e il freno all’avanzata portoghese nei territori della Corona spagnola. I gesuiti ottennero il permesso di formare proprie milizie. Questo aumentò l’autonomia delle missioni, che prosperarono ancora per più di un secolo, ma paradossalmente fornì anche il pretesto per l’espulsione dei gesuiti dal Sudamerica nel 1767. ”

        I gesuiti non si sono schierati a difendere i nativi per spirito di giustizia, ma a difendere i loro ENORMI possedimenti e i “propri” battezzati.

        E’ scritto che Le riduzioni miravano alla promozione materiale, sociale e spirituale degli indiani.
        gli indigeni dipendevano totalmente dai gesuiti e il paternalismo era sviluppato al massimo.

        Le riduzioni Gesuite, o reducciones, erano inizilamente piccoli nuclei cittadini che formavano le missioni della Compagnia di Gesù soprattutto nel Paraguay (ma anche a Nuova Granada e in Cile), frutto della strategia missionaria gesuita consistente nella realizzazione di centri (reducciones de indios) per l’evangelizzazione delle popolazioni indigene.

        L’evangelizzazion è una cosa gravissima perchè distrugge la cultura locale, un primo contatto devastante ma che è servito alla chiesa per espandere il proprio dominio.

        Olin Tezcatlipoca, direttore del Movimento Mexia che promuove i diritti degli indigeni:

        “Vogliono canonizzare il colonialismo – ha detto Olin Tezcatlipoca, direttore del Movimento Mexia – la supremazia bianca e lo sterminio del nostro popolo. E questo è un atto immorale”

        Bergoglio lo scorso anno ha offeso e calpestato per l’ennesima volta da parte dell’uomo bianco e cattolico la dignità dei popoli nativi d’America canonizzando Junipero Serra accusato di genoncidio, che si vantava di praticare 5000 cresime in due settimane.

        Gran parte della difesa della chiesa su Serra ruota attorno alla spiegazione che il frate “era un uomo del suo tempo”.
        Quindi anche cristo, essendo un uomo del suo tempo, avrebbe predicato la misoginia, la tortura e la colonizzazione.

        Se non l’ha predicata allora tutti da Paolo di Tarso a Junipero Serra sono tutti da condannare senza appello.

        Il francescano padre Vincenzo Criscuolo, che lavora alla Congregazione per le cause dei santi, ha affermato che le punizioni corporali erano comunemente usate come strumento educativo nell’epoca di Serra, ovviamente respingendo l’accusa di genocidio.

        Allora forse anche Bergoglio e tanti cristiani meritano delle punizioni corporali, ma solo come strumento educativo!

        • gabriele ha detto:

          tanto che il popolo guarani del paraguay, discendente degli indigeni delle riduzioni, è uno dei gruppi indigeni più numeroso del continente e la lingua guaranì, messa per iscritto e sviluppata dai gesuiti, è una delle lingue amerindie più parlate (dopo quechua e aymara, anch’esse perchè messe per iscritto dalla Chiesa)
          le riduzioni furono un esperimento di ‘comunismo cristiano’ utopico

    • Katy ha detto:

      E aggiungo: anche diversi storici hanno replicato alle false accuse contro il beato Serra: http://www.latimes.com/local/great-reads/la-me-c1-serra-awakening-20150317-story.html

  • Frollo ha detto:

    Interessante la storia dei Padri Pellegrini.

    Essi, da Plymuth, sbarcarono a Cape Cod fondando una colonia accanto a quella del Massachusetts, altro punto di sbarco e di invasione del continente americano.

    I primi 400 coloni giunsero nell’aprile del 1629. La maggior parte di loro, erano Puritani ed alcuni eventi accaduti durante la primavera e l’estate del 1629 li convinsero che potevano uscire dal loro territorio per andare in giro indisturbati in nome del vostro dio a punire peccati e peccatori.

    Entro il 1641, la colonia aveva stilato il suo primo codice di leggi, il Massachusetts Body of Liberties, che specificava il comportamento richiesto e punizioni da applicare facendo riferimento ai precetti cristiani della Bibbia mischiando fondmaneti di democrazia con la teocrazia. E così la prima persona ad essere giudicata nella colonia fu Margaret Jones, una donna medico accusata di essere una “strega”.

    Durante il viaggio da Plymuth, molti si ammalarono e alcuni morirono. Quando arrivarono, con l’inverno ormai alle porte, si trovarono di fronte a un territorio selvatico e inospitale, per la natura del terreno e per il clima, la semina non produsse i frutti necessari per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno.

    Questa situazione rischiava di riproporsi anche l’anno successivo e sterminare la colonia ma… intervennero i nativi americani, la tribù dei Wampanoag, che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco e i tacchini.

    Fu così che per la prima volta venne istituito il famoso Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day) .. ai nativi americani che li avevano salvati istruendoli su cosa coltivare? No di certo.. il ringraziamento era a dio che aveva consentito il raccolto e non alle corrette istruzioni degli indigeni!

    Ma non basta. Siccome parliamo dell’uomo bianco la storia deve avere perforza un finale tragico. Diversi puritani pensando di essere eletti da dio, consideravano gli indiani d’America una razza subumana che occupava quella terra … abusivamente!

    Le colonie del Massachusset e di Plymouth aumentarono la loro forza economica pretendendo sempre più terra alle tribù indigene, nel frattempo un certo Reverendo Eliot fondò le “praying towns” dove vennero tenuti segregati i nativi americani i quali ci si aspettava che si occidentalizzassero religiosamente e culturalemnte.

    La maggior parte dei nativi scelsero di stare ben lontani da queste “praying towns” e di rimanere “selvaggi”.
    Nel 1671 il governo di Plymouth, preoccupato della crescente irritazione degli indiani contro gli sconfinamenti dei coloni, tentò di costringere gli indiani a consegnare le armi da fuoco.

    E’ inutile descrivere ciò che accade dopo.. basta una sola parola: guerra.

    I massacri alle poplazioni native sono seconde solo al massacro del sandcreek.

    La guerra era costata ai puritani inglesi circa 900 caduti, ma una gran parte dei nativi era stata massacrata, i sopravvissuti furono venduti come schiavi.

    In poco più di 50 anni (appena 50 anni!) dal giorno dell’approdo a Plymouth, i puritani avevano cancellato un’espressione culturale ed una civiltà che aveva caratterizzato quelle terre per migliaia di anni.

    Ma vi ho già detto che finchè ci sarà Shiva101 le memoria di questi crimini non si cancellaranno e vi perseguiteranno SEMPRE.