I figli dei figli del ’68: meno rabbia, più disperazione

 
 
 
di Gianfranco Morra*
*da Italia Oggi, 18/01/18

 

L’inquietante crescita della criminalità giovanile, da Napoli a Torino, è un fenomeno complesso, dovuto a molte cause e condizioni. Essa tuttavia può essere capita meglio se riferita ad un evento, del quale quest’anno ricorre il cinquantenari: la contestazione giovanile del 1968.

In quell’anno, l’Italia viveva in un clima di ricostruzione e di benessere, raggiunti non senza duri sacrifici dall’intera popolazione. La sua morale era ancora quella tradizionale, liberale per le classi colte e cattolica per le masse popolari. Nel corso della sua storia, l’Italia non aveva mai avuto una rivoluzione culturale o sociale. Nel ’68 accolse il grido di rivolta di Parigi e Berkeley. Per la prima volta, esplose una rivoluzione, di tipo antropologico, che mirava a rifiutare il «perbenismo» della società cristiana e borghese per realizzare una convivenza fondata sul «niente proibito e tutto subito».

I partiti e i sindacati cercarono di gestirla e di servirsene, in realtà ne furono travolti. La parola d’ordine del movimento non era «creare una società più attiva ed efficiente», era di mandare «la fantasia al potere». Non fu una rivoluzione politica, ma antropologica. Freud ha battuto Marx, Prometeo è stato sconfitto da Orfeo e Narciso. E la rivoluzione fece fuori i tre vecchi e fastidiosi «padri».

Il padre fisico venne eliminato, visto che era un «padrone» o almeno un «padrino», che spadroneggiava in una famiglia repressiva e maschilista. Occorreva una «società senza padre», oramai era avvenuta la «morte della famiglia» (titoli di best-sellers dell’epoca). La politica e la legislazione si adattarono subito a questo antifamilismo, con leggi che hanno finito per distruggere, in nome del dialogo, ogni autorità familiare. Oggi nella maggioranza delle famiglie il colloquio è spento, anche perché gli strumenti social lo rendono difficile. Quella educazione che un tempo la famiglia dava, anche dove oggi non manca, si è fatta tenue e difficile. Non più comunità, la casa è diventata piuttosto un rifugio notturno.

Anche il padre culturale venne ghigliottinato: il maestro. Declassato a «compagnon» al quale si dà del tu, in una scuola ludica e fantasiosa, dove si poteva fare tutto, anche studiare. Purché non vi fossero né merito né selezione («voto di gruppo»). Era nata la scuola del pensiero «unico e vuoto»: che non trasmetteva più princìpi, valori e imperativi, ma indicava perentoriamente le cose alle quali occorreva opporsi (fascismo, razzismo, xenofobia, maschilismo, discriminazione, omofobia). Una scuola che insegnava ai giovani non ciò che dovevano, ma ciò che non dovevano essere: tu sei qualcuno fin che ti opponi possibilmente a tutto.

Il terzo padre si è estinto: «Dio è morto». La religione, la parrocchia, il catechismo facevano parte della educazione dei giovani. Dal ’68 essi scoprono come il Dio Padre fosse autoritario, maschilista e sessuofobo, aiutati in ciò da un clero in crisi di numero e di prestigio, che cerca di stare a galla assumendo e battezzando tutto l’armamentario della secolarizzazione anticristiana. Qualcuno lo attende ancora, ma Godot è scomparso senza lasciare traccia. Anche Gesù non è più Cristo, ma un Superstar che aiuta a superare le nevrosi o un Che Guevara della Palestina che lotta contro i poteri forti.

Nelle chiese non mancano i vecchi, anche se non sono più tanti, ma pochissimi sono i giovani. Il loro triangolo educativo (famiglia, scuola, religione) si è dunque dissolto nella nebulosa del tutto è possibile e niente è vietato. Senza che essi abbiano assunto i miti logorroici del politicamente corretto, che ignorano e anche deridono: l’antifascismo e la resistenza, la tolleranza e la società multietnica. Il ’68 ha veramente rivoluzionato la morale individuale e sociale. Si dirà che è accaduto dovunque. Ma altri paesi lo hanno frenato e anche cancellato. Mentre da noi è giunto, sino al culmine del 1977, alla P38. Tuttavia il terrorismo, per fortuna quasi scomparso, fu in fondo l’esito meno preoccupante della contestazione. Ben più negative le conseguenze antropologiche, ancora vive e diffusissime oggi, mezzo secolo dopo.

Di cui la delinquenza giovanile (accompagnata dalla tossicodipendenza) è una delle più gravi. La contestazione non è più «movimento», ma «istituzione», meno rabbia e più disperazione. Un riflusso, filantropico e pacifista, spompato e nichilista, non un superamento. I suoi «valori» sono immutati: individualismo, spoliticizzazione, rifiuto della famiglia e dei figli, disinteresse per il lavoro e la carriera, vita alla giornata.

Quelle che, con un termine eufemistico e giocoso, vengono chiamate «baby gang» non sono fatti casuali. Non le spiegano certo le superficiali e ciarlatanesche prediche di Saviano («tutta colpa della società»), né potranno essere combattute dalle utopie buoniste dei magistrati («non è colpa loro, non vanno puniti ma rieducati»). Magari fosse così. Nella realtà la baby gang diventa per molti l’unica socializzazione possibile dopo la distruzione della agenzie di formazione compiuta dalla contestazione. E spesso è solo un apprendistato per arrivare al diploma della grossa criminalità.

Questi giovani che feriscono e uccidono per uno smart o per un giaccone, come gli altri che, per noia, tirano i sassi sulle autostrade o bruciano i barboni, sono i figli dei figli del ’68. Minniti manderà cento uomini per controllarli. Ce ne vorrebbero centomila. Li abbiamo creati noi, dovremo tenerceli a lungo.

30 commenti a I figli dei figli del ’68: meno rabbia, più disperazione

  • Enigma ha detto:

    Avevo fatto esattamente la stessa analisi psicologica e antropologica di pensiero..

    I moti dl “68”…furono finanziati e pilotati, altro che spontanei….

    Bella lettura, complimenti.

  • Enigma ha detto:

    Aggiungerei che la cosiddetta liberta’ sessuale ai e’ rivelata piu’ maschilista del peggior modello patriarcale del mondo…facendo della donna un oggetto a portata di mano da usare a piacimento ,svincolata da legami stabili e duraturi,senza responsabilità e appiattendo la differenza sessuale che distingue l’uomo dalla donna …la contraccezione, l’aborto e il sesso libero…niente di piu’ bello per un perfetto mondo di maschilismo puro…

    E non vuole essere una giustificazione delle donne, Anzi…

    Femministe cadute nelle loro stesse trappole..

  • Aristarco De' Strigidi ha detto:

    Nel 68 ero un pelino più giovane … e bazzicavo il Politecnico di Napoli da poco inaugurato a piazzale Tecchio.
    Alquanto distante dalle capitali di Roma e Milano, ma comunque con la sua importanza.
    Anche allora come oggi, avevo il “vizietto” di usare il MIO cervello.
    Fu questo il motivo del mio profondo disagio in quell’ ambiente e in quella linea (si fa per dire) di pensiero in cui NON mi riconoscevo, personaggi tipo Capanna non li sopportavo proprio.
    Ogni tentativo di colloquio con i miei più infervorati “compagni” di studio era inutile.
    Le due sensazioni che mi hanno sempre accompagnato sono state innanzitutto che ci fosse una generale ubriacatura del suono delle proprie parole, quanto più roboanti ed eclatanti fosse possibile, e poi che si trattasse innanzitutto di un fenomeno pilotato dalla MODA.
    Era considerato di moda essere innanzitutto “contro”, anche se non era per nulla chiaro contro cosa.
    Innegabile che ci fossero molte cose sbagliate, ma … buttare il bambino con l’ acqua sporca NO !
    Anni dopo, quando mi presentai al mio primo colloquio di lavoro, stupii il mio esaminatore dicendogli che avevo si vissuto il 68, ma dalla parte opposta.
    Scoprii successivamente a mie spese che al contrario, chi mi aveva fatto il colloquio era un esponente del 68 milanese che, non si capiva bene perché, aveva fulmineamente fatto carriera nell’ Ufficio del personale.
    Al mio secondo colloquio, andato invece a buon fine, fui un po’ più furbo e tacqui.

    • Enigma ha detto:

      Interessante, grazie.

      Mi interesserebbe sapere di piu’ di quegli anni, di chi li ha vissuti…con pura curiosità.

      • Aristarco De' Strigidi ha detto:

        Come ben vedi, NON é per nulla necessario essere di sinistra per NON essere cristiani.
        E neanche mussulmani, calvinisti, ebrei, mormoni, … e chi più ne ha ne metta.
        In ogni caso sono abbastanza d’ accordo sul fatto che il 68 fu il punto di svolta in PEGGIO della società che stiamo vivendo.
        Ce ne fu uno analogo un paio di millenni or sono … ed un altro millequattrocento anni fa.

        • Enigma ha detto:

          Come ben vedi, NON é per nulla necessario essere di sinistra per NON essere cristiani.
          E neanche mussulmani, calvinisti, ebrei, mormoni, … e chi più ne ha ne metta.

          Ma questo lo so molto bene..

        • Aristarco De' Strigidi ha detto:

          Pessima dimenticanza …
          Fra i movimenti che hanno decretata la brutta involuzione della civiltà che stiamo vivendo avevo omesso (mi cospargo il capo di cenere) proprio il peggiore, quello scatenato un secolo fa dall’ omino con il vizietto di arringare la folla dall’ altro della tettoia dei tram, tal Vladimir Il’ič Ul’janov che per essere vissuto assai poco, di danni ne ha fatti parecchi.
          E per favore, non mi venite a raccontare dei regimi “atei” che avrebbero fatto centinaia di milioni di morti.
          Vero che di morti ne hanno fatto centinaia di milioni, oppositori del regime e supposti tali, ma si erano pure alleati con la chiesa cristiana ortodossa.
          Se nei gulag furono uccisi anche parecchi cristiani erano soprattutto perché ritenuti oppositori politici.
          Non avevano fatto altro che sostituire una religione con un’ altra, il comunismo.
          D’altro canto, per mia particolare convinzione, penso che se non fosse esistito Lenin, ce ne sarebbero stati altri, che magari sarebbero riusciti nell’ impresa impossibile di fare ancor più danni.
          A sua parziale discolpa ci sarebbe da dire che stando all’ andamento degli ultimi eventi internazionali (caduta del muro di Berlino, crollo dell’ Unione Sovietica, …) il paggio pare stia per passare, pur lasciando un fiume di macerie, di cui il 68 rappresenterebbe “soltanto” un episodio.
          Peccato che in parecchi (centri sociali in testa) non se ne siano ancora accorti.

          • Mattia ha detto:

            In realtà l’unica “alleanza” con la Chiesa ortodossa che mi viene in mente fu durante la Seconda Guerra Mondiale quando Stalin, per ottenere l’appoggio della popolazione, cesso la sua politica antireligiosa, salvo poi riprenderla dopo la vittoria della guerra.
            Quanto ai cristiani mandati nel Gulag solo perché “oppositori politici” in verità gli storici hanno una visione differente in quanto affermano che bastava spesso la semplice professione di una fede per essere inviati in un campo di concentramento, indipendentemente se il prete si fosse schierato o meno contro il potere comunista. Penso che la questione sia più semplice ossia che anche l’ateismo ha avuto il suo “Torquemanda”.

          • Gabriele ha detto:

            Suvvia, Aristarco, non faccia confusioni. La chiesa russa inizialmente conobbe la persecuzione, poi lo stato sovietico decise di sottometterla per usarla come ‘instrumentum regni’, e questo non significa affatto che il regime sovietico non fosse ateo. La religiosità è insita nella natura umana, tutti noi ‘divinizziamo’ qualcosa: la nazione, la politica, l’economia, lo sport, il nostro ego. E quindi anche l’ateismo. Per questo concordo che il comunismo (e anche il nazismo e il fascismo) assunsero forme di religioni secolarizzate, ma allo stesso tempo erano atee, talmente atee che ‘divinizzarono’ il loro non credere in Dio.

            • Aristarco De' Strigidi ha detto:

              Che storia !
              Come se il legame Stato/Chiesa non fosse antico come il mondo.
              I pope ortodossi, come ogni furbacchione che si rispetti, erano subito stati al gioco.
              Magari c’ era pure qualcuno che ci credeva davvero …
              Stato Sovietico Ateo di facciata ma nel quale il comunismo aveva soppiantato il cristianesimo.
              La divinizzazione dell’ Ateismo, quello vero, come il mio che mai mi sognerei di inventarmi una religione atea e non quello di facciata, é un’ invenzione dei credenti (delle religioni più diverse) per tentare di portarlo sul proprio stesso piano, la cosa non riguarda me.

              • viaNegativa ha detto:

                Non è necessaria alcuna “divinizzazione” per rendere l’ateismo (inteso come la negazione di un Fondamento trascendente del Mondo) una religione perché è già essenzialmente tale. Una religione naturale, certo, ma pur sempre una religione.

                E, volendo ribaltare la questione, si potrebbe dire che l’invenzione che non lo sia – quando tale affermazione non è il mero frutto dell’ignoranza di cosa una religione è – è opera di quei diversamente-credenti che vorrebbero porsi su di un altro piano rispetto alla religione.

  • Gabriele ha detto:

    Che storia !
    Come se il legame Stato/Chiesa non fosse antico come il mondo.

    Ovvio che esiste il legame: entrambi devono fare i conti l’uno con l’altro. Non deve quindi scandalizzare l’esistenza del legame, ma che tipo di legame è stato. E’ stata una storia di alti e bassi, una storia che ha visto anche convivenze, tentativi di sottomettersi l’un l’altro, ma alla base c’è sempre la distinzione tra i due poteri, distinzione inserita da Gesù stesso. E’ questa distinzione ha una caratteristica positiva intrinseca: rende la Chiesa baluardo contro lo stato che pretende di essere tutto, contro la dittatura che fa dipendere il giusto e lo sbagliato dai capricci dell’ideaologia o del potente di turno. La Chiesa propone, chiede: lo stato assoluto, dittatoriale, impone, pretende.

    I pope ortodossi, come ogni furbacchione che si rispetti, erano subito stati al gioco.
    Magari c’ era pure qualcuno che ci credeva davvero …

    Sicuro sicuro? ^^

    Stato Sovietico Ateo di facciata ma nel quale il comunismo aveva soppiantato il cristianesimo.
    La divinizzazione dell’ Ateismo, quello vero, come il mio che mai mi sognerei di inventarmi una religione atea e non quello di facciata, é un’ invenzione dei credenti (delle religioni più diverse) per tentare di portarlo sul proprio stesso piano, la cosa non riguarda me.

    Caro Aristarco, la prego di spiegare in base a che cosa crede che sia una invenzione dei credenti. Certo, il regime sovietico sostituì il dio cristiano con il proprio ‘credo’, che era appunto l’ateismo. Lei definirebbe non ateo chi dice “io non credo in nessun dio”? Lei non si sognerebbe mai di farlo, ma senza avere fede nelle sue convinzioni ateistiche, fiducia nel suo essere nel giusto, potrebbe dirlo?

    • Aristarco De' Strigidi ha detto:

      Confusione …
      Mi riferisco in particolare all’ ultimo paragrafo dove vengono mescolate allegramente comunismo (che decisamente non mi riguarda), ateismo e l’ invenzione che vorrebbe l’ Ateismo fosse una sorta di religione.
      Sono certo che lei creda davvero in un essere misterioso, mai visto né sentito (ma che strano, proprio come se fosse inesistente), pronto a premiare i credenti, ma soprattutto a punirli.
      Io no e qui mi accontento di terminare le mie considerazioni, non me ne servono altre.
      Siamo soli in questo universo, soli di fronte alle nostre responsabilità.
      Si lo so, adesso comincia la tiritera sulla commiserazione di chi rifiuta la consolazione dei Vangeli.
      Senza contare la Torà, i Veda, il Corano, … ce ne sono parecchi altri.
      Si spegne la luce, ed in fondo é proprio questo il terrore di tutti i credenti di fronte alla morte.
      “E se mi sono sbagliato ? E se ho pregato il dio sbagliato ? E se ho commesso un peccato e vado all’ inferno?”.
      A questo punto scatta il mantra che tutto riveste d’ infallibilità : La Fede …
      Niente paura, non andrete proprio da nessuna parte, esattamente come il sottoscritto.

      • Luciano ha detto:

        Come “mai visto o sentito” da nessuno? La testimonianza degli apostoli e dei primi discepoli che lo hanno visto e toccato non conta? Ah già, quella non fa comodo ai tuoi pregiudizi, vero.
        Quindi il Dio cristiano non esisterebbe perchè anche altre religioni hanno la propria versione di Dio? E’ un po’ come dire che visto che esistono decine di versioni diverse su come Mussolini morì allora nessuna di esse è vera e Mussolini non è mai morto.
        Dimmi poi, se buoni e cattivi alla fine fanno tutti la stessa fine, perchè preferire il bene al male? Prima denigri gli altri perchè avrebbero commesso azioni malvagie ma poi poni bene e male sullo stesso piano?

      • Marco ha detto:

        In questo sito si fa cultura. Si discute e di solito si trolla alla grande. Per vede sig. Aristarco, il cristiano, si rapporta con una Persona viva. Il bello di tutto ciò è che sarà Lui che un giorno busserà alla sua porta. Non certo solo discorsi apologetici. O di bilancino o di punizioni.
        O di sovrastrutture religiose, culturali o politiche che anche lei non può non avere. In bocca ala lupo.

      • Marco ha detto:

        In questo sito si fa cultura e apologetici. Si discute e di solito si trolla alla grande. Poi, vede sig. Aristarco, il cristiano, si rapporta con una Persona viva. Il bello di tutto ciò è che sarà Lui che un giorno busserà alla sua porta. Non certo solo discorsi apologetici. O di bilancino o di punizioni.
        O di sovrastrutture religiose, culturali o politiche che anche lei non può non avere. In bocca al lupo.

      • Gabriele ha detto:

        Confusione …
        Mi riferisco in particolare all’ ultimo paragrafo dove vengono mescolate allegramente comunismo (che decisamente non mi riguarda), ateismo e l’ invenzione che vorrebbe l’ Ateismo fosse una sorta di religione.

        Lieto di chiarire 😉 : io non le ho dato del comunista, so bene che se tutti i comunisti erano atei (nel senso che rifiutavano il concetto di divinità) non tutti gli atei sono comunisti. Il fatto è che il regime sovietico, ovviamente ritenendo di farlo su basi scientifiche (oh, il grande teorizzatore era Karl Marx, mica pinco pallino), aveva messo la lotta di classe, il rifiuto di qualunque realtà spirituale (oppio dei popoli) e la condivisione forzata (cioè, in teoria avrebbe dovuto essere una cosa temporanea, ma visto che la gente non voleva saperne di rinunciare alla proprietà privata…) di tutti i beni nella posizione in cui i credenti propriamente detti mettono la divinità, intensa in senso classico. Stesso procedimento fecero i fascisti (con la nazione) e i nazisti (con la razza) assumendo così quei regimi la natura di religioni secolarizzate. Ossia istituzioni che avevano riti, dottrine, leggi dal sapore religioso. Ma allo stesso tempo rifiutavano tutto quello che riguardava le religioni propriamente dette.
        Perchè lo fecero? Detto in soldoni, perchè l’uomo è un animale religioso (ndEdmund Burke) che possiede innato il desiderio e il bisogno di credere in qualcosa. A questo punto diventa relativo il cosa credere, persino il come, perchè entrambi derivano da un solo fattore fondamentale: credere. Così il capitalista sfrenato crede nel denaro, l’esteta nell’arte, l’ultras nello sport, i razionalisti divinizzavano la ragione umana, i positivisti lo facevano con la scienza, ecc ecc.
        Lo stesso riguarda l’ateismo, può sembrare un controsenso, ma solo se restiamo nell’ambito delle religioni propriamente dette. Chi dice come lei ‘io non credo’, non crede in Dio, d’accordo, ma comunque crede, perchè sostiene che non esistono divinità.

        Sono certo che lei creda davvero in un essere misterioso, mai visto né sentito (ma che strano, proprio come se fosse inesistente), pronto a premiare i credenti, ma soprattutto a punirli.

        Per forza sembra inesistente, è puramente spirituale. Direi che l’umanità ci ha provato fin troppe volte, negli ultimi tre secoli, a credere nelle cose terrene, ed è sempre rimasta scottata. Ce ne è abbastanza per puntare sulla spiritualità pura, non sulle imitazioni:D
        Se vuole conoscere meglio il dio cristiano, e cosa vuole per noi, le consiglio di rileggersi la parabola del figliol prodigo, narrata da Gesù di Nazareth, vissuto duemila anni fa;) anzi, mi permetto di darle solo un piccolo, ma proprio piccolo, piccolo consiglio: se decide di leggerla, lo faccia con mente aperta (noti, ho detto ‘mente’, non spirito aperto, per venirle incontro). Se invece parte già con l’idea “Ma sono tutte s*******e!”, allora sono sicuro che troverà altri modi per passare il tempo :).

        Io no e qui mi accontento di terminare le mie considerazioni, non me ne servono altre.
        Siamo soli in questo universo, soli di fronte alle nostre responsabilità.

        Eh già, e sarebbe un mondo migliore se sapessimo quando fermarci un attimo a riflettere, e potessimo stabilire con assoluta certezza cosa è giusto e cosa è sbagliato anche per gli altri (perchè per quanto riguarda il giusto e sbagliato solo e soltanto per noi siamo fin tropo bravi).

        Si lo so, adesso comincia la tiritera sulla commiserazione di chi rifiuta la consolazione dei Vangeli.
        Senza contare la Torà, i Veda, il Corano, … ce ne sono parecchi altri.

        Lo vede che l’uomo è un animale religioso? Visto poi che la verità, da qualunque parte provenga, è opera dello Spirito Santo (ndTommaso d’Aquino), direi che Qualcuno ci lancia molti salvagenti (il Vangelo è la Strada della salvezza, tuttavia chi vieta che esistano strade secondarie conducenti a quella centrale? Dio non credo lo vieti).

        Si spegne la luce, ed in fondo é proprio questo il terrore di tutti i credenti di fronte alla morte.
        “E se mi sono sbagliato ? E se ho pregato il dio sbagliato ? E se ho commesso un peccato e vado all’ inferno?”.
        A questo punto scatta il mantra che tutto riveste d’ infallibilità : La Fede …
        Niente paura, non andrete proprio da nessuna parte, esattamente come il sottoscritto

        Più che terrore direi paura, e non è una cosa vergognosa, anche il Boss, quella sera a Gerusalemme ebbe paura. Se mi sarò sbagliato, avrò comunque condotto una vita degna, basata su Dieci princìpi imprescindibili. E per i miei peccati, che avrò commesso sicuramente, mi consolerò pensando… vediamo un pò… ce ne sono così tanti… ah sì:
        “Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.
        E credo che Lui sarà il primo a dare il buon esempio;)
        In pace.

        • Gabriele ha detto:

          Mi sono accorto nel primo paragrafo di una mancanza che potrebbe essere malinterpretata, quindi voglio specificare: il bisogno dell’uomo di credere è innato, ma il rischio di puntare sul cavallo sbagliato è veramente alto. Quindi merita di ricevere una risposta adeguata a tale bisogno. La risposta è Gesù Cristo, l’unico che nel campo religioso ha fatto l’inverso rispetto alle altre religioni: mentre quest’ultime tentavano di entrare in contatto con la realtà spirituale facendo ampio utilizzo della loro immaginazione (e magari in mezzo a tanta immaginazione, Qualcuno potrebbe pure averne approfittato per lanciare qualche salvagente:D), Gesù è venuto da quella realtà per rivelare il Padre. A grande domanda, immensa risposta.

        • Aristarco De' Strigidi ha detto:

          Quante sapienti dissertazioni !
          Non vi siete accorti che NON é me che state cercando di convincere, ma voi stessi.
          In quanto alla scommessa di Pascal non era stata valutata abbastanza la possibilità di aver pregato il dio sbagliato che per la qualcosa si sarebbe potuto un pelino inca…are, visto il loro enorme numero, tutti accomunati dall’ infausto comandamento “Non avrai altro dio …” motivazione ufficiale per così tanti massacri e sopraffazioni.
          Oh caspita, che sbadato, é Gesù l’ unico giusto …
          Chissà quale sarebbe il parere dei seguaci delle altre religioni.

          • Luciano ha detto:

            Mi sa che sei tu quello che ribatte a tutti per autoconvincersi di aver ragione, altrimenti te ne saresti già andato.
            Comunque, quale caratteristica secondo molte religioni appartiene al loro dio? L’onniscienza. Se un dio è onnisciente sa se non hai creduto in lui perché non lo conoscevi o perché, pur conoscendolo, lo hai volutamente escluso dalla tua vita, la stessa differenza che passa dal calpestare i piedi a una persona per distrazione e farlo volutamente.
            Il ragionamento di Pascal poi non è strettamente “cristiano”, ma “teistico”, visto che lo si può portare avanti senza appoggiarsi alle Scritture o anche a libri sacri di altre religioni, quindi la tua affermazione è priva di senso.

            • Aristarco De' Strigidi ha detto:

              Questa poi, che me ne sarei già dovuto andare …
              Tutt’ al più mi pare un invito, neanche tanto velato.

              • Luciano ha detto:

                Facciamo così, ora vado in un forum di atei a dire quanto molti atei loro pari hanno ucciso e commesso azioni turpi, e poi porto il discorso avanti cercando di accomunare per questo i primi ai secondi sottintendendo che è l’ateismo stesso che porta a quelle azioni. Secondo te la prenderanno bene o mi inviteranno ad andarmene?

                • Aristarco De' Strigidi ha detto:

                  Vada pure a commentare dove le pare e come le pare.
                  Non mi riguarda.
                  Il sottoscritto, a sua differenza, non si crede il padrone di alcun forum.

                  • Luciano ha detto:

                    Lei non sarà padrone di alcun forum forse, di certo non è nemmeno padrone del rispetto che si deve quando si entra in “casa” d’altri dando in sostanza dell’idiota e criminale a chi le si trova davanti mostrando aria di superiorità.

          • Gabriele ha detto:

            Quante sapienti dissertazioni !
            Non vi siete accorti che NON é me che state cercando di convincere, ma voi stessi.

            Confusione. O__O
            E in base a che cosa dice questo, mon ami?

      • lorenzo ha detto:

        La conosci la scommessa di Pascal?

  • lorenzo ha detto:

    Una persona che ha vissuto il “68” mi ha assicurato che questa è la canzone che meglio descrive l’esperienza di quegli anni:
    https://www.youtube.com/watch?v=OykC35QGU1Q

    • lorenzo ha detto:

      Oggi ho chiesto a quella persona perché una canzone così volgare descrive bene l’esperienza del 68: lui mi ha detto di trascrivere alcune parole della canzone e chi vuol capire capirà.
      Ecco le parole che mi ha dato da trascrivere:

      Quante illusioni occupazioni e cortei e lacrimogeni e botte per star con lei, finché una notte al fuoco dei falò sorrise e con un altro se ne andò.
      Del 68 siamo stati gli eroi ed era tutto più grande più grande;
      quanti bulloni in testa mi beccai perché, per chi, non so e non lo saprò mai,

      Il 68 lo passammo in trincea gridando forte “giù le nani dal Vietnam”,
      era la storia che apriva strade nuove…
      e non mi pento del mio passato, ma il 68 ci ha rovinato.
      Generazione maledetta la mia, noi siamo ancora l’Italia che scia verso il domani, verso il non si sa perché fa rima con la libertà.