I “bambini transgender”? No psicologo, «sopprimiamo la pubertà»

trans bambiniHa fatto notizia l’inchiesta del quotidiano Avvenire, firmata da Luciano Moia, sulla scelta della rivista National Geographic di piazzare nella copertina dell’ultimo numero un bambino vestito e acconciato da bambina, Avery Jackson.

Il piccolo ha nove anni ed è già una star di Youtube a causa dei video pubblicati dalla madre, Debi Jackson, orgogliosa di avere un figlio con problemi di identità e al colmo della felicità per l’iniziativa della rivista: #transisbeautiful, ha scritto freneticamente su Twitter. Gender revolution è il titolo scelto dal National Geographic e, tra gli articoli pubblicati, si sostiene che gli stereotipi di genere (trattare i bambini come bambini, e le bambine come bambine) danneggerebbero i figli. L’American College of Pediatricians ha definito l’iniziativa un «abuso sui minori istituzionalizzato».

Marco Cattaneo, direttore del National Geographic Italia, ha tentato di giustificarsi assicurando il punto di vista imparziale della rivista sul tema. Nessuno ci crede, ovviamente. Basterebbe osservare il comportamento della giornalista che ha condotto l’inchiesta, Susan Goldberg, platealmente schierata a favore dell’ideologia gender. Il suo profilo Twitter è un proliferare di interviste a “testimonial” che invitano a «superare le limitazioni del sesso», scrivendo che «XX e XY, blu e rosa, non dicono la storia completa, è il momento di scrivere un nuovo capitolo per assicurare che tutti possano prosperare in questo mondo, non importa ciò che è il nostro genere o la decisione di non identificarsi in un genere». La Goldberg invita a «superare la “binarietà” maschile e femminile» per «rivolgere uno sguardo nuovo al problema del genere». Questo sguardo nuovo, ha replicato Luciano Moia al direttore Cattaneo, è «quello che pretende di dissolvere la bellezza e la verità del genere femminile e di quello maschile in un indistinto “middle sex” o “gender fluid” (uso ancora termini che leggo nel vostro dossier)?». Davvero hanno fatto il suo bene «gli adulti che hanno trasformato la piccola Avery Jackson in una testimonial dell’ideologia transgender, inducendola a riferire concetti del tutto incredibili per una bambina di nove anni?». Domande a cui Cattaneo non risponderà.

La ricercatrice Sofia Bisogni dell’Università degli Studi di Firenze si è occupata dei disturbi dell’identità di genere (DIG) in età pediatrica, constatando che «secondo alcune stime tra l’80% ed il 95% dei bambini con DIG in età prepuberale risolve il disturbo di identità prima dell’adolescenza». Dati che non vengono riportati sul dossier del National Geographic. La Bisogni ha anche ricordato che «secondo gli standard olandesi, i bambini affetti in maniera stabile da un DIG possono essere sottoposti a terapia ormonale per la soppressione della pubertà». Il percorso di transizione, con lo scopo di sviluppare «i caratteri sessuali relativi al sesso desiderato», viene ultimato attraverso la «la chirurgia demolitiva e ricostruttiva». Le ha fatto eco sull’Espresso Chiara Simoncelli, che ritiene la soppressione della pubertà, per permettere loro di avere tempo per decidere se cambiare o meno il sesso, «un valido contributo nella gestione clinica della disforia di genere negli adolescenti, un primo passo verso un percorso che prevede ancora diverse altre tappe e verifiche per poter raggiungere l’identità a cui si aspira». E cosa dire a chi ritiene, come il meccanico di 46 anni Paul Wolschtt, che la sua vera identità è essere una bambina di 4 anni? Oppure chi aspira essere un gatto, come la giovane norvegese di nome Nano? Assecondiamo anche le loro aspirazioni?

Al posto di riconoscere che si tratta semplicemente di bambini confusi, probabilmente mal influenzati da pessimi genitori e da un pessimo ambiente di crescita, piuttosto che accompagnarli all’accettazione di sé, avvalendosi degli esperti della salute mentale, si diventa complici della confusione. Si assecondano le loro fantasie, si offre loro l’illusione di poter davvero “decidere di che sesso essere”, sottoponendoli a bombardamenti ormonali, blocco della pubertà e chirurgia demolitrice per nascondere e modificare le parti anatomiche indesiderate (senza risolvere il problema, ma aggravandolo come dimostrano gli studi più recenti). Come se l’essere uomo o donna si risolvesse nell’avere un seno finto o una ricostruzione dell’apparato riproduttore.

«Il bambino o l’adolescente che hanno dubbi sulla propria identità non vanno incentivati a coltivare questi dubbi e ciò vale anche per i loro genitori», ha spiegato Furio Pesci, docente di Storia della pedagogia all’Università La Sapienza di Roma. «In certe fasi dello sviluppo, insistere per presentare alcune tendenze come non soltanto normali ma persino preferibili, secondo me è innanzitutto un errore psicologico e pedagogico. Che un quattordicenne possa sentirsi a disagio nei panni del suo sesso non è assolutamente sintomo di omosessualità. Lasciando agli psicologi indicazioni più specifiche, nell’età evolutiva, è opportuno non inculcare alcun dubbio, perché è in atto un percorso evolutivo che ha solo bisogno di tempo»«Travestirsi anche fisicamente da donna è un bell’insulto alle donne nate donne. Scimmiottare le sembianze femminili degrada il valore dell’essere donna», ha dichiarato la femminista Germaine Greer. «L’intervento chirurgico non trasforma un uomo in una donna. Il messaggio è che un uomo che si impegna così tanto per diventarlo, sarà una donna tanto quanto chi è nata come donna».

Lo psichiatra americano Paul R. McHugh, professore Emerito di Psicologia presso la prestigiosa Johns Hopkins University School of Medicine, dove è stato presidente del Dipartimento di Psichiatria, ha scritto: «il “cambiamento di sesso” è biologicamente impossibile. Le persone che si sottopongono ad un intervento chirurgico per cambiare sesso non cambiano da uomini in donne o viceversa. Piuttosto, essi diventano semplicemente uomini o donne femminizzati o mascolinizzati. Affermare che questa è materia per i diritti civili e incoraggiare l’intervento chirurgico è, in realtà, collaborare e promuovere un disturbo mentale». Per quanto riguarda i giovani, ha proseguito il celebre psichiatra, «i trattamenti devono iniziare con la rimozione del giovane dall’ambiente suggestivo che lo confonde, offrendo a lui un contro-messaggio in terapia familiare». Inoltre, «dobbiamo sfidare il concetto solipsistico che ciò che è nella mente non può essere messo in discussione. I disturbi della coscienza, dopotutto, rappresentano il dominio della psichiatria. La maggior parte dei pazienti trattati chirurgicamente hanno descritto se stessi come “soddisfatti” dai risultati, ma i loro adattamenti psico-sociali successivi non erano migliori di quelli precedenti l’intervento chirurgico. Per questo alla Johns Hopkins abbiamo interrotto gli interventi chirurgici per cambiare sesso».

Anche tutto ciò non compare nella “imparziale” inchiesta del National Geographic.

La redazione

17 commenti a I “bambini transgender”? No psicologo, «sopprimiamo la pubertà»

  • Taigura Araphael ha detto:

    “Al posto di riconoscere che si tratta semplicemente di bambini confusi”. Questa è una affermazione completamente arbitraria.
    Non mi stupisco nemmeno che le posizioni del cattolico conservatore Paul R. McHugh siano controverse in ambito accademico. Uno che afferma senza uno straccio di prova che l’omosessualità sia un “erroneous desire”, non può essere preso troppo seriamente. Un altro fazioso che strumentalizza la scienza per giustificare la sua fede.
    E meno male che ad essere imparziale è la National Geographic…..direi che siamo a cavallo…….

    • Max ha detto:

      Magari non e’ precisa, come la delicatezza dell’argomento (ci sono bambini di mezzo) vorrebbe, ma “completamente arbitraria” e’ un’espressione piuttosto forte, consentimi.

      Forse Furio Pesci e’ piu’ preciso.

      • Taigura Araphael ha detto:

        Premsesso che il post è da cestinare, ti do ragione in parte. Nel senso che liquidare un problema come quello della disforia, parlando di bambini semplicemente confusi, lo ribadisco è arbitrario. A tempo stesso però devi sapere che sono un convinto neurosessista, per cui sono contrario anche a tutti coloro che negano l’esistenza di peculiarità che appartengono all’essere maschile e femminile.(anzi aggiungo che paradossalmente è a causa di queste differenze cerebrali, che si può andar incontro a problemi come la disforia) E aggiungo anche che sono tra quelli che credono che in alcuni casi l’orientamento sessuale è tutto al di fuori che irreversibile( bada che non sto giustificando le teorie riparative), come del resto sostiene anche il neuroscienziato omosessuale simon levay. Peccato che molti si siano fermati al titolo “gay si nasce”senza aver mai letto il contenuto di tale libro.

        • Norberto ha detto:

          Che il tuo post sia completamente da cestinare mi trova d’accordo. Un concentrato di affermazioni arbitrarie e di giudizi su studiosi e argomenti di cui non sai nulla. E poi, la solita solfa della strumentalizzazione della scienza in nome della fede l’hai detta fin troppe volte per essere ancora presa sul serio, senza contare che nessuno sta parlando di “argomenti di fede”, dato che è pieno di atei e agnostici che condividono la stessa posizione degli scienziati citati.

          • Taigura Araphael ha detto:

            ok,ok hai ragione….ti prego solo nel futuro di non rivolgermi mai più la parola…..

    • Norberto ha detto:

      Se sono controverse le affermazioni dell’eminente Paul R. McHugh, pensa un po’ quanto possono esserlo le tue 🙂

    • graziano ha detto:

      …Beh, il fatto che tu pensi che essere cattolici sia sinonimo per forza di “posizione arbitraria” e di “atteggiamento fazioso per giustificare la propria fede”ti pone sul piano della posizione equilibrata, veritiera in modo assoluto?A me sembra che proprio la tua, con tutto il rispetto, sia una posizione intollerante, dogmatica nel senso deteriore del termine e priva di fondamento, dato che studi scientifici condotti in ambienti accademici non sospettabili di “oscurantismo cattolico” provano la verità di quanto asserito dal prof. McHugh…mi apostroferai dicendo che devo citare questi studi? Ma tu hai citato qualche fonte attendibile da cui poter trarre il tuo summenzionato ed offensivo giudizio?

      • Taigura Araphael ha detto:

        quando ho un pò di tempo ti rispondo, dato che si tratterà di una risposta un po impegnativa. per lo meno tu non hai mostrato l’arroganza del protozoo di sopra.

  • sara ha detto:

    Quanti bei soldini si fanno sulla pelle dell’Innocenza.

    Poi mi si accusa di essere sadica quando penso ad un Dio Giusto.

    Certe cose non vorrei nemmeno piu’ leggerle,ma non sarebbe nemmeno giusto preferire di non sapere per non farsi del male.

  • Michele ha detto:

    E’ la vecchia tentazione gnostica che riemerge. Pensare che la differenza sia malvagia (oggi si dice discriminatoria) e quindi vada eliminata è tipicamente gnostico. Non si spiega altrimenti questa ricerca del “gender fluid” come passo successivo all’eliminazione di ogni discriminazione.
    Si potrebbe anche fare l’analogia con il marxismo: il genderismo ha sostituito il concetto di classe con quello di genere. E così, se per Marx la storia era storia di lotta tra le classi, per i “gender theorists” è storia di lotta tra i generi; se per Marx l’obiettivo era la società senza classi, per i gender è la società senza generi. Il “gender fluid” è il preannuncio della società futura dove non essendoci generi, e quindi venendo meno l’oppressione (perché non si sono più differenze!), ci sarà libertà per tutti. Prima ci sarà però la dittatura dei “generi oppressi” (come ieri c’era quella del proletariato) la quale servirà a liberare anche il “genere oppressore” dalla sua volontà di dominio sugli altri generi (non è quello che stanno già facendo con le continue accuse al “maschio femminicida”?). Vedremo se finirà alla stessa maniera della dittatura del proletariato comunista, anche se penso che finirà in farsa, ovvero si copriranno di ridicolo.
    Non so se avete notato, inoltre, che da un po’ di tempo gira con più frequenza l’acronimo LGBTQ anziché LGBT. La Q indica Queer ossia un orientamento il più fluido possibile (come scrivevo sopra, preannuncio di una società futura), che è però l’esatto contrario di L e G che invece postulano identità ed orientamenti fissi ed invariabili. Una contraddizione palese all’interno dello stesso movimento: ne vedremo delle belle…

  • Menelik ha detto:

    Io cinicamente ed impietosamente sono convinto che l’affare del futuro è la droga.
    Troppa gente problematica sta venedo su in tutto l’Occidente.
    Questa deriva difficilmente si fermerà, dunque gente problematica nel prossimo futuro ce ne sarà più ancora di adesso, da cui il pronostico che l’affare del futuro prossimo sarà la droga.
    Su quel settore merceologico tutto si può dire, fuorchè che andra in crisi, con la strada che ha preso l’Occidente.

    • Klaud ha detto:

      Non sottovaluterei il ruolo degli smartphone e dei computer come droga del futuro, anzi, è già qui.
      Basta guardare la pubblicità e come essa rappresenta i giovani nella sua realtà fittizia: futili e infantili, dove l’imperativo è ”sempre collegati!”,
      unico obiettivo vitale è la conquista di giga. Tolta la prima riga, tutto il resto di quello che hai detto si può riferire anche a sph e pc.
      E coinvolge molte più persone.

  • Sophie ha detto:

    “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”.
    (Matteo 18,6)

    Un Gesù, nel 2017, sarebbe tacciato di bigotteria e moralismo.

    • Fabio ha detto:

      É molto probabile, Sophie, che se Gesù fosse vissuto in quest’epoca infelice, lo avrebbero additato come omofobo.

      Spesso mi sono interrogato sulle possibili cause che inducono un adolescente a sentirsi sessualmente differente da quello che egli o ella in verità è.
      CAUSE ORGANICHE
      Sbilanci endocrini, ossia troppi ormoni estrogeni o androgeni nel circolo sanguigno?
      CAUSE PSICOLOGICHE
      Ambiente famigliare in cui la madre o il padre non ha un atteggiamento consono al proprio ruolo con l’altro coniuge o con il figlio?
      Assenza fisica di uno dei due genitori?
      Piccoli traumi a livello del subconscio, indotti da comportamenti maldestri o vessatori messi in atto da coetanei di sesso uguale o diverso, fin dalle scuole elementari?
      Repulsione al proprio pene, oppure all’assenza di esso?

      Io penso che le cause siano da ricercare in uno o più punti di quelli elencati.
      Credo anche, che la visione della nudità giochi un ruolo non indifferente, sullo sviluppo emotivo, culturale e psicosessuale di un bambino, sia nel momento in cui egli prende confidenza col proprio corpo, sia per come si pongono nei suoi confronti i genitori nel vederlo nudo.
      Una parola apparentemente innocua o simpatica per un genitore, potrebbe avere l’effetto di un ordigno a scoppio ritardato, nel momento in cui il bambino diventa adolescente.
      I bambini covano, rimuginano, non dimenticano nulla, né gesti, né parole ricevute. Dentro le loro menti è come il brodo primordiale prima della creazione: un elemento in più o in meno, potrebbe dar origine ad una galassia piena di sistemi solari, oppure ad un black hole capace d’inghiottire anche la luce.

      • Sophie ha detto:

        Non so quali siano le cause, ma ci troviamo in un mondo che non è più a portata di bambino. Sembra che esistiamo solo noi adulti adesso e pretendiamo che i bambini si comportino come dei grandi. E allora si vedono soprattutto femminucce che vogliono essere a tutti i costi delle donne per trovare i propri spazi nella società, bruciando tappe che invece sono necessarie. Ci troviamo in un mondo dove spesso i bambini non hanno più la famiglia dietro secondo me e da qui la loro confusione.

  • Roberto Abate ha detto:

    La società moderna ha sostituito le “emozioni” all’amore vero e quindi alla vita stessa. è una società che ha fatto completamente sparire la morte, di più , anche il semplice concetto di morte, di conseguneza ha svalutato la
    vita a tal punto che il vuoto e la sensazione di inutilità la fanno da padrone. Il problema è che nel cuore
    dell’uomo non ci può essere vuoto per cui lo si riempie con un surrogato dell’amore che sono le “emozioni”.
    Le emozioni senza l’amore vero sono come una droga, non se ne può uscire, in più servono da fili che
    permettono a chi ne voglia tirare i capi, di controllare le persone in modo totalmente inconscio.
    Come ha già commentato qualcuno la sostituzione del valore della vita e dell’amore vero con le “emozioni”
    ha di fatto reso fluido cioè liquido, il rapporto fra la persona ed il proprio io. Senza il cerchio ed il quadrato l’uomo vitruviano si trova appeso al vuoto dell’inconsistenza. Senza l’amore vero la vita perde la sua
    spinta ed anche il semplice alzarsi al mattino non è più lo stupore del nuovo sole ma il grigiore di
    una ripetizione insulsa. IL “gender” in questo non è altro che un ulteriore mezzo verso la disgregazione
    del valore ultimo della vita umana.