Un teologo rettore dell’Università di Strasburgo, in barba al laicismo

Nella laicissima Francia capita anche che un teologo venga eletto rettore della seconda più grande università del paese, l’ateneo di Strasburgo, che vanta circa 46.000 studenti e oltre 4.000 ricercatori.

Il suo nome è padre Michel Deneken, sacerdote cattolico già decano della facoltà di teologia, nominato con 29 voti su 39 (1 astenuto), resterà in carica per i prossimi quattro anni. Dal 2009 era vicepresidente del consiglio di amministrazione d’ateneo. Non conosciamo il teologo, ma si apprende che è apprezzato dai colleghi di tutti i dipartimenti, senza differenze tra discipline umanistiche e scientifiche, ed è autore di un’opera intitolata La Foi pascale: rendre compte de la Résurrection aujourd’hui (La fede pasquale: la responsabilità odierna della Resurrezione).

Nella patria del laicismo non è sorprendente che vi siano state diverse polemiche per questa nomina, in particolare da parte del Sindacato nazionale dei docenti, dall’associazione federale degli studenti musulmani e di quella dei comunisti. La cosa inedita, invece, sono le numerose voci schieratesi a favore, come l’organismo di rappresentanza dei presidenti delle università di Francia (CPU), nonché l’Associazione federativa generale degli studenti di Strasburgo (AFGES), che ha apertamente sostenuto la candidatura di Michel Deneken.

Come è stato giustamente scritto, chi si è opposto alla nomina di Deneken ha «attaccato la laicità», non l’ha difesa. «Intendeva favorire l’invasione del secolarismo per mettere a tacere qualunque opinione religiosa, impedendo la libera espressione». Fortunatamente non è andata così e ci auguriamo possa essere l’occasione di una svolta per l’intera società francese: non è bello restare indietro di 200 anni.

La redazione

8 commenti a Un teologo rettore dell’Università di Strasburgo, in barba al laicismo

  • Pippo ha detto:

    strano ma in Francia non è fatto divieto ad un sacerdote di insegnare in una università pubblica?

  • Giuseppe ha detto:

    Da ateo dico: chi se ne frega, è pur sempre uno studioso e un accademico, quindi non vedo perchè non dovrebbe fare il rettore.

    • Domenico M. ha detto:

      Comunque per una società come quella francese è un fatto insolito e sarà interessante vedere se ci saranno occasioni in cui la posizione cattolica del nuovo rettore verrà a stridere con il laicismo richiesto alle cariche pubbliche oltralpe.

  • Enrico ha detto:

    In Alsazia Lorena dove è Strasburgo vige la legge di separazione stato-chiesa?

    • Michele ha detto:

      Vige il concordato napoleonico del 1801, almeno in buona parte. Questo perché, quando tale concordato venne denunciato unilateralmente dal governo francese e si procedette alla legge di separazione del 1905, l’Alsazia e la Lorena facevano parte dell’Impero tedesco a seguito della guerra franco-prussiana del 1870. Quando, dopo la I Guerra Mondiale, tornarono alla Francia, la legge del 1905 non fu applicata. Questo spiega perché a Strasburgo c’è ancora la facoltà di teologia.
      Tra l’altro in queste regioni lo stipendio di preti, pastori protestanti e rabbini è pagato dallo stato; non solo, il capo dello stato ha il diritto di nominare i Vescovi (ve lo immaginate Hollande nominare vescovi?). Evidente caso di giurisdizionalismo che Pio VII dovette ingoiare per migliorare le condizioni della Chiesa in Francia dopo la temperie rivoluzionaria.

  • Fabio ha detto:

    Credo che una cospicua comunità di buddisti o di ebrei, stanziata in un territorio a prevalenza cristiana, Francia o qualsiasi altra nazione europea, non porrebbe alcuna obiezione alla nomina di un docente di religione cattolica, rispetto, invece, a quello che avviene coi musulmani, dove anche un esiguo groppuscolo di facinorosi travisati da intellettuali, è sempre propenso ad inscenare proteste o a rivendicare diritti che nessuno ha mai loro alienato.
    Per quanto concerne i comunisti, beh, quelli sono esagitati per loro natura ideologica, pronti a sfruttare ogni malcontento di sedicenti minoranze per accendere le polveri piriche.
    I comunisti sono quel populino che nel mondo si convertirà per ultimo, pure dopo dei musulmani, e non prima di sentire l’ultimo squillo di sacro shofar nel cielo.
    🙂

  • giulia ha detto:

    Se il signore di cui parlate è prete il titolo ha anche senso…ma quanto al teologo invece ricordo che anche un ateo può laurearsi in teologia… e ultimamente di atei teologi che danno lezioni ai cattolici ce ne sono parecchi!