Giubileo 2016, successo anche nelle presenze (altro che flop!)

Il 20 novembre 2016 si è chiuso l’Anno Santo straordinario, indetto da Papa Francesco l’8 dicembre 2015 per spronare ad una «nuova evangelizzazione», considerando che è «determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia».

In questo articolo vorremmo affrontare un aspetto molto meno interessante rispetto al grande evento spirituale che è stato, concentrandoci su un particolare più materialistico: i numeri. Siamo portati a farlo ritenendo necessaria una correzione rispetto a ciò che abbiamo letto su alcuni media.

Fin da subito c’è chi si è affrettato a parlare di flop, come il Secolo d’Italia. Lo stesso quotidiano online, diretto da Italo Bocchino, ex deputato di Alleanza Nazionale, ha scritto alla chiusura dell’Anno Santo: «è stato un flop clamoroso. Contrariamente alle rosee previsioni rilasciate dagli organizzatori e dal Censis, che parlavano di 33 milioni di visitatori, il numero va quasi dimezzato». A parlare di 30 milioni non sono stati gli organizzatori: mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha dichiarato infatti: «Io non so quanti pellegrini verranno a roma per il Giubileo, neppure mi interessa sapere», spiegando che si sarebbe trattato di un evento “low profile”, che «non vuole essere il grande Giubileo del 2000». La previsione venne fatta dal Censis e da uno studio nell’ottobre 2015. Una stima priva di buon senso, sarebbe stata una quantità di arrivi nella Capitale senza precedenti nella storia.

La realtà ci dice che comunque non si è andati così lontani dai numeri del grande Anno Santo indetto da Giovanni Paolo II sedici anni fa, dove per gli organizzatori si registrarono 24,5 milioni di fedeli a Roma (32 milioni per il Censis, invece, ma abbiamo visto quanto siano più credibili i dati degli organizzatori). Infatti, i pellegrini arrivati a Roma per il Giubileo 2016 sono stati oltre 20 milioni (20.875.594, secondo la Polizia di Stato, 20.414.437 secondo gli organizzatori). «Altro che flop», ha voluto sottolineare mons. Fisichella, contestando la lettura «fuorviante e distorta» che «alcuni ostinati continuano a fare, senza avere dati alla mano sull’Anno Santo. Questi sono numeri reali, non fantasie, purtroppo le notizie oggi si fanno o con la fantasia o spettegolando con qualche officiale della curia romana. Si può parlare di tutto fuorché di un flop».

Quattro milioni di fedeli in meno del Giubileo 2000 (secondo i dati degli organizzatori) è un successo se si ricorda che quel bellissimo ed enorme evento venne organizzato in sei anni (i lavori iniziarono nel 1994) e, sopratutto, concentrato solamente nella città di Roma. L’Anno Santo della misericordia, al contrario, è stato deciso in soli nove mesi e, per precisa volontà di Papa Francesco, delocalizzato (o “spalmato”) su tutto il mondo: la prima porta santa è stata aperta proprio dal Pontefice il 29 novembre 2015 a Bangui, nel Centrafrica. Ogni fedele ha così potuto partecipare al Giubileo in una delle chiese giubilari e penitenziali della propria diocesi di appartenenza (circa diecimila porte sante aperte nelle 2.089 diocesi del pianeta), senza dover partire alla volta di Roma. Eppure 20 milioni di fedeli hanno comunque partecipato agli eventi in piazza San Pietro.

A livello locale, sono stati oltre 900-950 milioni i fedeli che in tutto il mondo hanno attraversato la Porta Santa e, «nei Paesi in cui il cattolicesimo è più profondamente radicato, la percentuale di fedeli che hanno attraversato la porta santa ha superato l’80% del numero di cattolici totali», ha spiegato sempre l’organizzatore (la partecipazione media è attestata tra il 56% ed il 62% della popolazione cattolica complessiva). Sono dati molto significativi da considerare quando si vuole fare bilanci.  Se ci si reca fuori da Roma, un caso emblematico è quello di Genova dove le persone che hanno partecipato al Giubileo “locale” sono state circa 900mila persone: quasi un genovese su sei, in una regione non molto religiosa. Va considerato, infine, l’elemento importante della minaccia terroristica a Roma che ha pesato notevolmente su tutto l’arco del Giubileo 2016, limitando in particolare l’afflusso di pellegrini stranieri al contrario del boom che si registrò nel 2000 (complice anche un euro debole). In alcuni momenti si è anche arrivata ad ipotizzare una sospensione dell’Anno Santo.

Tutto ciò spiega anche perché, per la prima volta, un evento organizzato dal Vaticano non si è tradotto in un boom economico per gli operatori turistici. Prima che iniziasse il tutto, il presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo del Lazio (EBTL), Giancarlo Mulas, spiegò: «Il fatto che Sua Santità abbia voluto consentire di ottenere l’ammenda dei propri peccati persino nella parrocchia vicina, comporta una considerazione pratica: non si dovrebbero registrare grandi affluenze sulla città; perlomeno non nelle misure che di tanto in tanto si leggono sui media». E’ stato infatti così, inoltre i 20 milioni di pellegrini hanno snobbato le tradizionali strutture recettive per scegliere strutture più economiche, ideali per un “turismo mordi e fuggi”. «Al momento possiamo dire che un 50% degli arrivi per il Giubileo si sono tradotti per noi in pernottamenti», ha detto Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. Quel poco che c’è stato, comunque, ha permesso alla Capitale italiana di salire di tre gradini nella classifica del buon vivere, pubblicata da Il Sole 24 ore.

Occorre in ultimo ricordare che il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, nel novembre 2015, aveva considerato «eccessiva» la stima del Censis, prevedendo invece che i pellegrini «non saranno più di dieci milioni». Questo sì sarebbe stato un flop! Ne sono arrivati il doppio, pochi meno del Giubileo 2000 per le ragioni che abbiamo considerato (possibilità di partecipare localmente, senza raggiungere Roma, e minaccia terroristica).

La redazione

60 commenti a Giubileo 2016, successo anche nelle presenze (altro che flop!)

  • Sandrok ha detto:

    Ottima analisi, peccato che siete ridotti ad ubn sito e non apparite in edicola o non siate un quotidiano nazionale. Ci vorrebbe davvero una voce onesta e obiettiva come la vostra

  • Vincent Vega ha detto:

    Ma come?

    Il mondialista-satanista-comunista-massone-rettiliano-facente-parte-del-gruppo-Bilderberg-Jorge-Mario-Bergoglio sta producendo questo?

    Ma se leggendo Tosatti e Magister pare che ci sia solo desolazione e distruzione, vuote macerie.

    È incredibile, questo papato ha i suoi più grandi nemici all’interno della Chiesa.

    Grazie UCCR.

    • Xlove ha detto:

      Anche Lutero era un cattolico, voleva riformare la Chiesa dall’interno in nome della sua coscienza. Poi si è visto cosa ha combinato…oggi è lo stesso: i sedevacantisti di Pio X si sono alleati agli estremisti di destra, agli anti-massoni deliranti, ai complottisti del nuovo ordine mondiale e a tutto il sottobosco più oscuro del cattolicesimo filo-fascista.

      • Vincent Vega ha detto:

        La cosa più inquietante è che hanno colonizzato letteralmente il web, tanto è vero che oggi dire “blog cattolico” equivale a dire “blog ferocemente antipapista” ( a parte poche eccezioni come Uccr e Croce-via).

        Poi ci sono blogs neutrali, come quello di Costanza Miriano, la cui utenza però è composta al 90% da utenti che la pensano come quelli di “Chiesa e post concilio”.

        E sebbene la linea della Redazione di Uccr sia chiara negli articoli precedenti, vedendo i commenti e i likes che ricevevano certi commenti, devo dire che anche su Uccr la situazione non è poi molto diversa, nel senso che sospetto che se, da un lato, la linea della Redazione è chiara, dall’altro la linea di commentatori e lettori sia molto più sfumata e spesso più vicina ai blogs sopracitati.

        Vabbè, passerà anche questo momento.

  • paolo ha detto:

    articolo fantascientifico , commenti deliranti .

  • Antonio Civitella ha detto:

    Voi che siete più cattolici di me, sicuramente saprete rispondere:

    1. Cosa e più importante..
    L’Eucarestia oppure L’Unità con altre fedi cristiane?
    Quando si parla di pregare per L’unità dei cristiani, e per convertire i protestanti, evangelici, pentecostali ecc. alla vera fede cattolica, oppure di fare una bella frittata?

    2. Il pensiero di Lutero va ammirato oppure evitato?
    Siccome ho fatto le scuole in Svizzera, conosco PERFETTAMENTE la religione protestante!
    Non dimenticate che per loro noi che recitiamo il Rosario siamo satanici..
    Maria e morta e non può sentirci!
    Dio ti chiederebbe di pregare un morto?

    3. Questa divisione tra cristiani e opera di Lucifero oppure opera dello Spirito Santo?
    Cerco di stringere un po’ la domanda..
    Lo Spirito Santo e la causa che molti cristiani non riconoscono la madre di Dio?
    Il non riconoscere oppure il disprezzare l’opera della madonna di portarci al figlio può essere opera dello Spirito Santo?

    4. Un gesuita può diventare Vescovo oppure Papa?

    Grazie

    • lorenzo ha detto:

      1 – L’Eucarestia non esclude l’Unita… e solo quando i figli smisero di litigare sul chi fosse più somigliante al padre e si guardavano allo specchio, presero atto delle loro effettive somiglianze e differenze…

      2 – Lutero era, probabilmente, animato da buone intenzioni, tuttavia… la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni…

      3 – Il come lo Spirito Santo operi per la salvezza di ogni singolo essere umano è velato alla nostra mente di creature.

      4 – Da dove nasce questo interrogativo?

  • Dom ha detto:

    Inutile la tua ironia, Vincent Vega. È solamente stucchevole. L’articolo parla di altro, non cosa tu abbia letto e ti invito a rileggere per capirci qualcosa. La Chiesa è un luogo santo a cui ogni persona tenda, al di là del papa di riferimento alla soglia di Pietro. Ma così non è, o perlomeno, non è sempre stato così. Quando c’era Benedetto XVI tutti a dargli contro e solamente un gruppo di sparuti eroicamente (e civilmente) lo difendeva dalla barbaria. Oggi questo papa lo esalta il medium di massa. O tutti sono diventati cattolico osservanti oppure c’è qualcosa che non torna. Altrimenti non si spiegherebbe questo cortocircuito mentale. Pertanto, non ci nascondiamo dietro un dito. I chiarimenti chiesti ultimamente da tante persone in gamba, figure di primo piano, non sono scaramucce tra pseudo intellettuali. Sono cose serie. C’è molta confusione in giro; molti fedeli vivono nell’incertezza, tra il dire e il fare, sospesi nel grigiore. Quale è la posizione ufficiale? Possono avere la comunione? Valutazione da caso e caso, che significa? I gay non si giudicano d’accordo ma S. Paolo che cosa pensava? Ecc…
    A volte, certe questioni vi sembrano scivolare addosso, parlate in modo superficiali o, in modo opposto, siete ultra logorroici. Il discorso è chiaro, va affrontato, senza tifoserie. Senza dare addosso a nessuno; senza stupide etichettature. A me, personalmente, piace molto l’esempio positivo di questo papa; mi piace l’azione che lo muove. Però alcune cose mi lasciano interdetto, perché lo vorrei più interprete dei tempi che corrono. Vorrei un quadro della situazione come Dio comanda; la gente vuole capire. Questo prendere sempre le mezze misure, per non scontentare nessuno, sta finendo per allontanare tante persone dalle istituzioni. OK, il papa sa comunicare, piace a tutti, ma rimane il grosso problema della disaffezione della maggior parte della popolazione italiana per la Chiesa in quanto istituzione. Per cui, occorrerebbe non lasciarsi entusiasmare dalle sviolinate dei media. Loro fanno il loro gioco. Ormai lo hanno capito pure i pali. Allora, caro amico ci vogliamo svegliare? Lo vogliamo liberare il mondo dal nuovo comunismo ovvero il progressismo-relativista?
    Ci vorrebbe un Wojtyla che sappia accendere gli animi e accendere quella verve che libero l’umanità.
    Preghiamo e speriamo.

    • Vincent Vega ha detto:

      @Dom

      “Quando c’era Benedetto XVI tutti a dargli contro e solamente un gruppo di sparuti eroicamente (e civilmente) lo difendeva dalla barbaria. Oggi questo papa lo esalta il medium di massa. O tutti sono diventati cattolico osservanti oppure c’è qualcosa che non torna. Altrimenti non si spiegherebbe questo cortocircuito mentale. ”

      https://www.uccronline.it/2016/03/13/papa-francesco-amato-da-laici-e-anticlericali-anche-gesu-molto-piu-di-lui/

      “Valutazione da caso e caso, che significa?”

      Hai presente come sono trattati tutti i peccatori nella Chiesa? Ecco.

      “I gay non si giudicano d’accordo ma S. Paolo che cosa pensava? Ecc…”

      Un conto è il peccato (ad esempio l’omosessualità) un conto è la colpevolezza della persona che lo commette. Stabilire aprioristicamente che un grave peccato corrisponda sempre ad una piena colpevolezza di chi lo ho commesso significa condannare sia il peccato che il peccatore, ovvero comportarsi ALL’ESATTO opposto di ciò che deve fare un cristiano cattolico.

      • lorenzo ha detto:

        “Il discernimento non si conclude, perché «è dinamico e deve rimanere sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno», secondo la «legge della gradualità» e confidando sull’aiuto della grazia.”

        Il fine del discernimento è “realizzare l’ideale in modo più pieno”: applicare queste parole ai conviventi “more uxorio” significa che il fine del discernimento è il porre temine al vivere in costanza di adulterio.

        I servi sciocchi portano avanti il principio che il discernimento sia un modo per trovare un escamotage col quale continuare a vivere una vita non conforme agli insegnamenti di Cristo.

        • Vincent Vega ha detto:

          “Il fine del discernimento è “realizzare l’ideale in modo più pieno”: applicare queste parole ai conviventi “more uxorio” significa che il fine del discernimento è il porre temine al vivere in costanza di adulterio.”

          Infatti è questo l’obiettivo, ovunque sia possibile. Per esempio non è possibile dove ciò implicherebbe la distruzione della famiglia, e in questo caso non c’è peccato mortale perché manca la libertà di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa.

          Se non riesci a liberarti dal modo di ragionare assolutista e kantiano che spacci per cattolico non è colpa mia.

          • lorenzo ha detto:

            “Per esempio non è possibile dove ciò implicherebbe la distruzione della famiglia…”

            Di quale famiglia stai parlando?
            Di quella voluta da Gesù nel Vangelo o di quella frutto di adulterio?

            Mi spieghi come metterebbe a rischio “il benessere dei figli” il tentativo di vivere la castità all’interno di una coppia adulterina?

            • Vincent Vega ha detto:

              Ad esempi può esserci una donna risposata che vorrebbe vivere in castità ma suo marito non ne vuole sapere, se questa donna non può permettersi di mettere in pericolo il matrimonio per il bene dei figli (la cui educazione verrebbe danneggiata da una separazione, specie da piccoli) la sua colpa non è mortale, perché de facto non è libera di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa

              Assolverla non significa dire che i suoi atti di adulterio siano buoni in se, solo che lei non ne porta colpa mortale, ma solo veniale (vedi Catechismo al 1862) per mancanza di deliberato consenso, in questo caso.

              Riguardo a questo

              ,Di quale famiglia stai parlando?
              Di quella voluta da Gesù nel Vangelo o di quella frutto di adulterio?,

              I figli frutto della seconda unione non si sentono dei “bastardi” indegni di avere una madre e un padre. E se noi, coi divorziati risposati (che sono milioni) cattolici imponiamo sempre il pugno di ferro o creiamo delle persone costrette a vivere in peccato mortale per il bene dei figli oppure distruggiamo delle famiglie, creando delle persone che odieranno la Chiesa.

              Discernimento non significa dire che l’adulterio è buono, solo che in alcuni casi può non comportare colpa mortale.

              • lorenzo ha detto:

                Ed una famiglia nella quale il marito obbliga la moglie ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà sarebbe una famiglia “con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano” da integrare nella comunità con i sacramenti?
                Quale AL hai letto?

                • Vincent Vega ha detto:

                  Amoris Laetitia 301 http://m.vatican.va/content/francescomobile/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html

                  “Per comprendere in modo adeguato perché è possibile e necessario un discernimento speciale in alcune situazioni dette “irregolari”, c’è una questione di cui si deve sempre tenere conto, in modo che mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo. La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»[339] o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa.”

                  Il Cardinale Antonelli http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351390?refresh_ce

                  “La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).

                  Se poi per te ci sono molte famiglie dove lui accetta di vedersi imposta una castità assoluta già da giovani, dalla Chiesa, allora mi sa che vivi in un altro mondo.
                  In ogni caso in un caso del genere non c’è colpa mortale, non essendoci la libertà di agire diversamente senza contrarre una nuova colpa, ne dispiaccia a te e agli altri.

            • Vincent Vega ha detto:

              Poi ripeto, ci sono matrimoni validi pieni di abusi e sofferenza di ogni tipo, e seconde unioni che portano molti buoni frutti.
              La vita è più complessa del diritto canonico, e racchiudere tutto sotto la Legge, senza discernimento e senza mettere la persona al primo posto (Qualcuno ha detto “il Sabato è per l’uomo e non l’uomo per il Sabato” e si da il caso che lo Sbabbath fosse un giorno SACRO per gli ebrei), l’unica cosa che si ottiene è in primis creare degli schiavi della legge (e non dei figli di Dio), in secondo luogo di allontanare sempre di più le persone dalla Chiesa.

              La Chiesa valuta che i milioni di risposati cattolici e le loro anime siano più importanti. E io mi fido della Chiesa perché “chi ascolta voi ascolta Me”, diceva Gesù.

        • Vincent Vega ha detto:

          Questo perché la persona viene prima della legge e la salvezza della sua anima viene prima del rispetto di tutti i precetti. Ci sono situazioni nelle quali imporre il rispetto della Legge porta ad ulteriori danni (vedi l’esempio che ho fatto sopra) e in questi casi la persona può non portare su di se colpa grave.

          Per quanto ne dispiaccia ai vari pontefici del web che dal basso della loro non conoscenza della dottrina da circa quattro anni vogliono insegnare al Papa a fare il Papa e scambiano la teologia morale per l’applicazione dei tre imperativi categorici kantiani che loro si sono davvero convinti essere cattolicesimo puro.

          • lorenzo ha detto:

            – Lo sapevi che la proibizione dell’adulterio non è una legge della Chiesa?
            – Lo sapevi che Gesù ha proibito l’adulterio in un mondo nel quale Mosè aveva autorizzato il divorzio?
            – Credi forse che i discepoli avrebbero detto a Gesù: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» se il Signore avesse lasciato intendere, seppur vagamente, che considerava possibile vivere in adulterio.
            – Non sarai per caso convinto che Gesù, nel proibire in modo assoluto di vivere in adulterio, non abbia tenuto conto delle tue obbiezioni?

            • Vincent Vega ha detto:

              Qui nessuno ha parlato del precetto, nè ha detto che in qualche caso sia lecito commettere adulterio.

              Se sei così tanto di dura cervi veda non capire la differenza tra legittimare l’adulterio e discernere dove, una persona che compie adulterio, non si macchia di colpa mortale, la colpa non è mia.

              Peccato grave materiale e peccato formale (mortale) son due cose diverse, secondo il Magistero.

              • Vincent Vega ha detto:

                Di dura cervice, volevo scrivere.

              • lorenzo ha detto:

                Quindi, se “una persona che compie adulterio, non si macchia di colpa mortale”, Gesù ha sbagliato a proibire l’adulteri senza eccezioni!!!
                Tu si che sei misericordioso, altro che Gesù…

                • Vincent Vega ha detto:

                  Continui a mischiare concetti che non c’entrano nulla (infatti il fatto che l’adulterio sia proibito senza eccezioni non significa che chi lo commette sia sempre reo di colpa mortale, come ammette anche il Catechismo al paragrafo 1862 per tutti i peccati gravi, tra cui anche l’adulterio), e ho capito che non è che lo fai apposta, perciò va bene cosic

                  Ora, fai una bella cosa. Prendi queste affermazioni

                  Catechismo della Chiesa Cattolica http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a8_it.htm

                  1860 L’ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.”

                  1862 Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza o senza totale consenso.

                  Amoris Laetitia

                  “301. Per comprendere in modo adeguato perché è possibile e necessario un discernimento speciale in alcune situazioni dette “irregolari”, c’è una questione di cui si deve sempre tenere conto, in modo che mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo. La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»[339] o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. Come si sono bene espressi i Padri sinodali, «possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione».[340] Già san Tommaso d’Aquino riconosceva che qualcuno può avere la grazia e la carità, ma senza poter esercitare bene qualcuna delle virtù,[341] in modo che anche possedendo tutte le virtù morali infuse, non manifesta con chiarezza l’esistenza di qualcuna di esse, perché l’agire esterno di questa virtù trova difficoltà: «Si dice che alcuni santi non hanno certe virtù, date le difficoltà che provano negli atti di esse, […] sebbene essi abbiano l’abito di tutte le virtù».[342]

                  302. Riguardo a questi condizionamenti il Catechismo della Chiesa Cattolica si esprime in maniera decisiva: «L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere diminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali».[343] In un altro paragrafo fa riferimento nuovamente a circostanze che attenuano la responsabilità morale, e menziona, con grande ampiezza, l’immaturità affettiva, la forza delle abitudini contratte, lo stato di angoscia o altri fattori psichici o sociali.[344] Per questa ragione, un giudizio negativo su una situazione oggettiva non implica un giudizio sull’imputabilità o sulla colpevolezza della persona coinvolta.[345] Nel contesto di queste convinzioni, considero molto appropriato quello che hanno voluto sostenere molti Padri sinodali: «In determinate circostanze le persone trovano grandi difficoltà ad agire in modo diverso. […] Il discernimento pastorale, pur tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi».[346]

                  305. Pertanto, un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone. È il caso dei cuori chiusi, che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa «per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite».[349]In questa medesima linea si è pronunciata la Commissione Teologica Internazionale: «La legge naturale non può dunque essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale, ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione».[350] A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa.[351] Il discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio. Ricordiamo che «un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà».[352] La pastorale concreta dei ministri e delle comunità non può mancare di fare propria questa realtà.”

                  Fai una bella cosa, prendi tutte queste affermazioni e dimostra che:

                  1) sono eretiche;

                  oppure che:

                  2) sono applicabili a tutti i peccati ma non all’adulterio.

                  Dopodichè scrivi alla Congregazione per la dottrina della Fede e chiedi di condannare come eretica non solo Al, ma anche il Catechismo della Chiesa Cattolica nei paragrafi sopracitati.

                  Puoi farlo? Se la risposta è si, fallo. Verrai venerato come novello Atanasio in omnia saecula saeculorum. Se non puoi farlo, invece, perché scrivi minchiate del genere ?

                  “Quindi, se “una persona che compie adulterio, non si macchia di colpa mortale”, Gesù ha sbagliato a proibire l’adulteri senza eccezioni!!!”

                  Forse perché non avendo tu argomenti per confutare quanto dico (essendo quanto dico nè più nè meno che il Magistero) deci buttarla in caciara con discorsi senza senso? Chissà.

                  • lorenzo ha detto:

                    Siccome non c’è peggior sordo ci chi non vuol sentire, sono stanco di andare OT per interloquire con te.
                    Al prossimo articolo sull’argomento…

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Io sarei un sordo che non vuole sentire? Questa è davvero bella. Sul serio. Tu hai scritto

                      “Quindi, se “una persona che compie adulterio, non si macchia di colpa mortale”, Gesù ha sbagliato a proibire l’adulteri senza eccezioni!!!
                      Tu si che sei misericordioso, altro che Gesù…”

                      Come a dire che una persona che compie adulterio si macchi sempre di colpa mortale perché altrimenti, secondo te, Gesù avrebbe sbagliato a proibirlo (!?!?!?!).

                      Allora io ti ho postato articoli del Catechismo e di Amoris Laetitia che si riferiscono a tutti i peccati gravi, dicendoti che, se le cose stanno come dici tu, è assolutamente e irrevocabilmente imperativo che il Magistero chiarisca che quelle attenuanti possono applicarsi a tutti i peccati gravi meno che all’adulterio.

                      E sarei io il sordo che non vuole sentire?

                      O forse sei tu che fai affermazioni apodittiche e spesso senza significato e poi, di fronte al fatto lampante che non reggono sul piano del Magistero, la butti in caciara?

                      Una delle due.

        • positrone76 ha detto:

          Concordo, come praticamente sempre, con Vincent. Il dover trarre dalla comprensione un assoluto è un’assoluta sciocchezza. L’essere umano è peccatore e lo è cmq sia perché senza Dio è l’unica cosa che riusciamo a fare è peccare, cioè non far bene le cose (per noi stessi ovviamente). L’omosessualità o i peccati sessuali sembrano contare per alcuni cattolici più della Grazia….
          Nessun afferma che i peccati non ci siano ma pensare che questi contano più della Grazia si chiama disperare della salvezza ed è il peccato di Giuda Iscariota. Non siamo contrattualisti come gli ebrei siamo cristiani e per di più cattolici. Spaccare il capello in 4 è la nostra essenza…
          Ogni argomento può essere visto mezzo pieno o mezzo vuoto ma Gesù non è venuto a farcelo vedere mezzo vuoto…

          • Vincent Vega ha detto:

            Più che altro è assurdo assumere che dove vi è peccato grave materiale (e nel caso dei divorziati risposati è sempre presente) vi sia sempre o quasi peccato mortale; non è cosi.

            Ecco perché serve il discernimento.

          • lorenzo ha detto:

            L’adulterio non è un peccato sessuale: l’atto sessuale è solo la discriminante che trasforma una lecita separazione in un illecito adulterio.

            Se poi tu sei convinto che vivere in adulterio sia conforme all’insegnamento evangelico, ti lascio alle tue convinzioni.

          • Kosmo ha detto:

            Oh beh… tra cattocomunisti ci si intende!
            Insieme a Luca (il geologo) formate la “trimurti” cattocomunista uccrina!
            Continuate a crogiolarvi in categorie e tesi vecchie di 80 anni e morte e sepolte, e “risucitate” da questo papato

  • enrico ha detto:

    @ Vincent Vega

    I ragionamenti di Vincent Vega li conosciamo:
    Potremmo proseguire dicendo che non andare a messa alla Domenica, se il coniuge è contrario, e questo provoca discussioni nella coppia, è scelta buona, che non educare cristianemente i figli, se questo provoca ribellione e distacco dalla fede, è meglio, che la corruzione, se permette di vincere un appalto e quindi portare lavoro alla propria ditta è bene, considerando che si mantengono le famiglie dei propri dipendenti.
    Di giustificazioni soggettive se ne possono trovare quante se ne vogliono, specialmente poi se chi deve essere giustificato,sono persone che la pensano come noi, che sono buoni e vanno accolti.
    Perchè non sia mai applicare questa “misericordia” a chi non la pensa come noi, accettando un dialogo costruttivo, o magari semplicemente rispondendo alle domande, come nel caso dei “Dubia”.
    Misericordia sì, ma accidenti, distinguiamo chi la merita, perbacco.
    Comunque visto che fa il saputo, ed io invece sono dicretamente convinto che di queste cose ne mastica poco, l’omosessualità non è un peccato, ma una inclinazione.

    • Vincent Vega ha detto:

      @Enrico

      ” i ragionamenti di Vincent Vega li conosciamo:
      Potremmo proseguire dicendo che non andare a messa alla Domenica, se il coniuge è contrario, e questo provoca discussioni nella coppia, è scelta buona, che non educare cristianemente i figli, se questo provoca ribellione e distacco dalla fede, è meglio, che la corruzione, se permette di vincere un appalto e quindi portare lavoro alla propria ditta è bene, considerando che si mantengono le famiglie dei propri dipendenti.”

      Meno male che afferma di conoscere i miei ragionamenti! Affermare ad esempio che un eventuale bene ottenuto da un atto intrinsecamente malvagio possa rendere tale atto “buono” (come ha scritto) significa non aver capito nulla, zero assoluto proprio, di ciò che sostengo (che poi è ciò che sostiene il Magistero).

      Un atto malvagio, specie gli atti intrinsecamente malvagi, non vengono mai resi buoni dalle circostanze (questa sarebbe etica della situazione). Ciò che cambia con circostanze e intenzioni è solo l’imputabilità del peccatore. Le circostanze e le intenzioni cambiano solo questa, non la qualità morale dell’atto in se, quanto alla materia.

      Perciò no, non ha capito proprio nulla. Perché quella da lei sostenuta sopra è l’etica della situazione, già condannata dal Magistero.

  • enrico ha detto:

    @ Vincent Vega

    Ma visto che a lei è tanto caro il tema del deliberato consenso e della piena avvertenza, peraltro corretti, consideriamo insieme le linee guida dei vescovi maltesi, riprese da Avvenire:

    “Qualora, al termine del processo di discernimento, “compiuto con umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta a essa, una persona separata e divorziata che vive una nuova unione arriva – con una coscienza formata e illuminata – a riconoscere e credere di essere in pace con Dio, non le potrà essere impedito – concludono i vescovi maltesi – di accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia””

    Dunque la piena avvertenza cade come causa di diminuzione del peccato da mortale a veniale, stante la materia grave, poichè si legge: “con una coscienza formata e illuminata”
    Cade pure il deliberato consenso, poichè non si menzionano situazioni contingenti come la cura dei figli, che detto tra noi prima o poi saranno pure adulti,… ed allora che si farà cadendo tale situazione contingente…ma semplicemente si considera un sentirsi soggettivamente in pace con Dio.

    • Vincent Vega ha detto:

      @Enrico

      “Dunque la piena avvertenza cade come causa di diminuzione del peccato da mortale a veniale, stante la materia grave, poichè si legge: “con una coscienza formata e illuminata”
      Cade pure il deliberato consenso, poichè non si menzionano situazioni contingenti come la cura dei figli, che detto tra noi prima o poi saranno pure adulti,… ed allora che si farà cadendo tale situazione contingente…ma semplicemente si considera un sentirsi soggettivamente in pace con Dio.”

      Cito il Cardinale Antonelli

      “Amoris laetitia” conferma la cosiddetta legge della gradualità (cf. AL 295), già formulata da san Giovanni Paolo II: “[L’uomo] conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita” (“Familiaris consortio” 34). Tale legge implica che a volte la coscienza può essere erronea senza cessare di essere retta; può agire in contrasto con la norma morale senza essere colpevole o senza esserlo pienamente.

      La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).”

      Ha capito?

      Come dice il Cardinale Antonelli ” a volte la coscienza può essere erronea senza cessare di essere retta” ed è il principio della ignoranza invincibile.

      Principio tra l’altro esplicitato da Gesù stesso nei Vangeli

      ” Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. (MT 19,10-11)

      Semplicemente la coscienza può essere retta e in pace con Dio anche essendo erronea (qui è il confessore che deve discernere, soprattutto), dopodichè i sacerdoti possono decidere di assolvere e ammettere ai sacramenti di Riconciliazione ed Eucaristia.

      • enrico ha detto:

        Gradualità della legge e legge della gradualità. Una risposta – Aldo …
        http://www.aldomariavalli.it/…/gradualita-della-legge-e-legge-della-gradualita-una- risposta/

        • Vincent Vega ha detto:

          Bravo, hai postato un articolo di Aldo Maria Valli che parla di etica della situazione in Amoris Laetitia.

          Peccato che l’etica della situazione con Amoris Laetitia centri meno di zero, come ho (inutilmente) spiegato io.

          L’etica della situazione infatti dice che anche un atto intrinsecamente malvagio come l’adulterio può essere lecito in alcune circostanze.

          L’etica cattolica invece dicè che gli atti intrinsecamente malvagi non diventano mai leciti per le circostanze e le intenzioni, ma che possono diminuire la colpevolezza del peccatore, se non c’è piena avvertenza o deliberato consenso.

          Capisci la differenza?

          La prima visione è non-cattolica (l’etica della situazione è relativismo), la seconda è cattolica (quella che ho esposto io), mentre la terza (quella che vede l’adulterio sempre peccato mortale, e non riconosce attenuanti) è kantismo della peggior specie.

        • lorenzo ha detto:

          Grazie per il link: mi era sfuggito quell’intervento di Valli; ottima la sua disquisizione su legge della gradualità e gradualità della legge.

      • enrico ha detto:

        @ Vincent Vega

        lei riporta

        “La persona potrebbe ignorare la norma generale (ad esempio, che il rapporto sessuale è sempre illecito fuori del matrimonio). Potrebbe non percepire il valore contenuto nella norma, in modo da poter scegliere il bene ed evitare il male liberamente per convinzione interiore (ad esempio, potrebbe non comprendere che il rapporto sessuale è proprio del matrimonio e solo in esso ha valore e dignità umana, come espressione del dono reciproco totale e del comune dono ai figli). Potrebbe infine ritenere erroneamente che l’osservanza della norma, nella sua particolare situazione, sia impossibile, diventando anzi occasione di altre colpe (ad esempio, che la continenza sessuale, se il convivente non fosse d’accordo, potrebbe diventare occasione di rapporti sessuali con altre persone e provocare l’interruzione della coabitazione con grave danno per la cura e l’educazione dei figli).”

        E invece le linee guida dei vescovi maltesi dicono:

        “con una coscienza formata e illuminata”

        • Vincent Vega ha detto:

          Il Cardinale Antonelli spiegando che la coscienza invincibilmente erronea rimane retta pur essendo oggettivamente erronea voleva dire proprio quello.

          Lei purtroppo ha citato solo una parte del discorso.

          Lo cito di nuovo

          ” Amoris laetitia” conferma la cosiddetta legge della gradualità (cf. AL 295), già formulata da san Giovanni Paolo II: “[L’uomo] conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita” (“Familiaris consortio” 34). Tale legge implica che a volte la coscienza può essere erronea senza cessare di essere retta; può agire in contrasto con la norma morale senza essere colpevole o senza esserlo pienamente. ”

          I vescovi maltesi esprimono lo stesso concetto, solo con parole diverse e più (purtroppo) fraintendibili.

  • Dom ha detto:

    Solo parole. Non entri mai nel merito, ci giri sempre attorno, come da difesa di ufficio.
    Che significa il peccato sì e il peccatore no? Ma hai letto cosa pensa S. Paolo?
    Gli uomini si abbandonano alle passioni e… Peccato, un accidenti, è una scelta, uno stile di vita che va condannato. Secondo te a Sodoma e Gommora cosa facevano? Giocavano a briscola o a tre sette? Qua, si fanno tante parole e mai si entra nel merito. Lo si fa per apparire buoni. Io vorrei una coscienza sveglia, non tante cose evanescenti dette per piacere. Solo confusione. Mai concretezza.

    • Vincent Vega ha detto:

      Finalmente una domanda che entra nel merito

      “Che significa il peccato sì e il peccatore no?”

      Significa che, mentre un atto intrinsecamente malvagio rimane sempre tale indipendentemente dalle circostanze, e non viene mai coonestato da circostanze e intenzioni, la colpevolezza di colui che lo mette in atto può talvolta essere pesantemente attenuata o assente.

      Se ogni peccatore in colpa mortale ha commesso un peccato grave, infatti, non ogni peccato grave genera una colpa mortale.

      Ecco perché bisogna fare molta attenzione a non condannare il peccatore insieme al peccato, cosa che i conservatori fanno molto spesso.

      • lorenzo ha detto:

        Vuoi farla finita col cavillare sulla gravita del peccato quando il Magistero parla di “una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio”?

        Puoi forse dimostrare che vivere “more uxorio” con chi non è il legittimo coniuge non “contrasta con la legge di Dio” o che Catechismo della Chiesa Cattolica è stato modificato o abrogato?

        1650 Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: ⇒ Mc 10,11-12 ), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.

        • Vincent Vega ha detto:

          “Vuoi farla finita col cavillare sulla gravita del peccato quando il Magistero parla di “una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio”?

          Puoi forse dimostrare che vivere “more uxorio” con chi non è il legittimo coniuge non “contrasta con la legge di Dio” o che Catechismo della Chiesa Cattolica è stato modificato o abrogato?”

          Vivere more uxorio con chi non è il legittimo coniuge contrasta oggettivamente con la Legge di Dio ed è sempre peccato grave materiale, ma non è sempre peccato mortale.

          Perché per il peccato mortale devono piena avvertenza e deliberato consenso. Punto.

          Il fatto che nella prassi si stia introducendo una consuetudine che contrasta un articolo del Catechismo non è nulla di diverso da quanto avvenuto sotto San Giovanni Paolo II, sotto il quale i divorziati risposati cominciarono a non essere più trattati da scomunicata ben prima dell’uscita del codice di diritto canonico del 1983, che abrogava la scomunica del precedente diritto canonico del 1917.

        • Teofane il recluso ha detto:

          “Vuoi farla finita col cavillare sulla gravita del peccato quando il Magistero parla di “una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio”?

          Puoi forse dimostrare che vivere “more uxorio” con chi non è il legittimo coniuge non “contrasta con la legge di Dio” o che Catechismo della Chiesa Cattolica è stato modificato o abrogato?”

          Vivere more uxorio con chi non è il legittimo coniuge contrasta oggettivamente con la Legge di Dio ed è sempre peccato grave materiale, ma non è sempre peccato mortale.

          Perché per il peccato mortale devono piena avvertenza e deliberato consenso. Punto.

          Il fatto che nella prassi si stia introducendo una consuetudine che contrasta un articolo del Catechismo non è nulla di diverso da quanto avvenuto sotto San Giovanni Paolo II, sotto il quale i divorziati risposati cominciarono a non essere più trattati da scomunicata ben prima dell’uscita del codice di diritto canonico del 1983, che abrogava la scomunica del precedente diritto canonico del 1917.

          • lorenzo ha detto:

            E ridaie con la catechesi pelosa sulla distinzione tra peccato mortale e veniale…

            A me basta solo che tu abbia affermato, senza rilevarne l’incongruenza, che è possibile vivere oggettivamente in contrasto con la legge di Dio ed accostarsi all’Eucarestia che è Comunione con Dio e la sua legge…

            • Teofane il recluso ha detto:

              L’Eucaristia è incompatibile col peccato mortale. Punto.

              È possibile essere in una situazione oggettiva di peccato grave senza essere in peccato mortale? Si.

              Se vengono assolti e fatti accedere all’Eucaristia degli scismatici impenitenti (e spesso anche risposati con la benedizione della loro Chiesa) come gli ortodossi ha senso rifiutare il discernimento nei confronti dei divorziati risposati cattolici (come a dire che sarebbero peggio degli scismatici, e a questo punto non vale nulla dire che non sono scomunicati se poi li si scomunica di fatto)? No, non ha nessun senso, è ipocrisia pelosa (questa si pelosa, non la distinzione tra peccato mortale e veniale che fa parte del Magistero immutabile).

              Se poi ritenete che assolvere e ammettere alla Comunione degli scismatici impenitenti mentre si trattano a calci in culo e col pugno di ferro i cattolici in difficoltà sia coerente allora non dico più niente.

              Dico solo che lo scisma è peccato grave contro il primo comandamento.

              • lorenzo ha detto:

                Lo sapevi che l’Eucarestia degli “impenitenti scismatici ortodossi” (come li chiami tu) ha la stessa validità della nostra? Non credi sia il caso di informarsi meglio prima di fare certe sparate?

                Mi sai fare un solo esempio di una persona che, vivendo in adulterio, abbia intrapreso un serio cammino di conversione e non abbia acquisito la piena avvertenza sulla gravità del peccato di adulterio?

                Mi sai fare un solo esempio di una persona che, vivendo in adulterio, abbia intrapreso un serio cammino di conversione e non abbia il deliberato consenso (a parte i casi già contemplati prima di AL) di smetterla con una vita in contrasto con la legge di Dio?

    • lorenzo ha detto:

      Ho cercato di informarmi meglio ed ho letto che don Luis Carlos Uribe Medin non è stato sospeso per aver «rifiutato, pubblicamente e privatamente, gli insegnamenti dottrinali e pastorali del Santo Padre Francesco, principalmente riguardo a matrimonio ed Eucaristia», ma per i seguenti motivi:
      – l’unico papa da lui riconosciuto è Benedetto XVI,
      – ritiene che gli insegnamenti di papa Francisco sui divorziati risposati hanno modificato le normative precedenti del Magistero riguardo all’accesso all’Eucarestia (tesi peraltro sostenuta anche da molti che continuano a dichiararsi cattolici),
      – sostiene che non può esserci perdono e riconciliazione per le persone che si erano convertite ad altre religioni ed hanno deciso di tornare alla Chiesa cattolica,
      – nega la comunione alle persone LGBT per il solo fatto che siano tali.

      Come vedi, la realtà è ben diversa: attento a non farti irretire dai degni servi del diavolo (Διάβολος: colui che divide).

      • Antonio Civitella ha detto:

        (Διάβολος: colui che divide)

        ????

        Bergoglio dice che la divisione dei cristiani e opera dello Spirito Santo!!!
        Ti ricordi?
        Mi sembri una pallina di Flipper..
        Ti scagli a sinistra e a destra che non si capisce una virgola!
        Vedi quella maledetta confusione a toccato anche te!
        Tranquillo, ne vedremo di altre peggio!

        • lorenzo ha detto:

          Non ricordo, mi puoi linkare dove hai letto che “Bergoglio dice che la divisione dei cristiani e opera dello Spirito Santo!!!”?

  • Antonio Civitella ha detto:

    Servi del diavolo???
    Mamma mia che bestemmie!

    Lo conosciuto a Medjugorie.. un vero mariano!!!
    La sua colpa e che chiama il peccato, peccato!

    Se quel sacerdote e un servo del diavolo, a questo punto i pastori protestanti sono servi di chi?
    E poi Benedetto XVI e Papa fino alla morte e oltre la morte!!!
    Oppure dobbiamo credere che Gesù sul calvario a fatto il cambio!
    Sedevacantista non lo si può essere finché Benedetto XVI e ancora in vita!
    La verità è che quel sacerdote dice no al cosiddetto discernimento personale su un divorziato!
    Lo ha fatto semplicemente per il bene dell’anima!
    La legge e una e va rispettata!
    Concludo dicendo che forse sarebbe meglio per tutti se la finiamo di arrampicarci sui specchi, e accettare questa maledetta realtà!
    La chiesa sta cambiando e non è possibile che questo cambiamento porti quei frutti di vita eterna!

    • lorenzo ha detto:

      Utilizzare verità parziali per trarre in inganno è o non è opera di divisione?

      Controlla tu stesso se quello che taluni affermano è tutta la verità o se è una verità parziale:
      http://www.elespectador.com/noticias/nacional/suspenden-sacerdote-rechazar-lgbti-divorciados-y-excato-articulo-676265

      • Antonio Civitella ha detto:

        Servi del diavolo..
        Un sacerdote che segue Cristo-Vangelo lo chiami servo del diavolo?
        Senti Lorenzo, sarò un po’ tradizionalista ma certe tue affermazioni sono molto gravi!
        E penso che dovresti chiedere perdono a Dio!
        Spero tanto che lo farai!
        I servi di Satana sono ben altri.. fidati..
        Sembra che molti per difendere Bergoglio si scagliano contro Gesù!
        Bergoglio da il via libera a certi divorziati, come dite voi accompagnati da AL con il discernimento sacerdotale discernimento personale tutto nel rispetto ecc.
        Ma Gesù nel Vangelo chiude il discorso con:
        tutto il resto è adulterio!
        Se tu non ti sposi davanti a Dio, non puoi neanche praticare sesso!
        Come può a questo punto un sacerdote dare il via libera a un divorziato risposato senza cadere nella trappola del demonio?
        Ma siamo impazziti?
        Legittimare il sesso fuori dal matrimonio?
        Non ci vuole il discernimento di nessuno!
        E già tutto TROPPO chiaro!

        Anche il nostro parroco ogni tanto dice una bergoglionata, tipo confessionale:
        non devi parlare, stai in silenzio, ti assolvo come dice il Papa..

        Grazie a Dio molti sanno e hanno letto la storia di diversi santi, e sanno benissimo la destinazione di molte anime che hanno taciuto uno o diversi peccati!

        Ti lascio un video di un semplice sacerdote che di sicuro ti farà schifo perché riconosce i peccati e non li considera rose profumate come certi ci vogliono far credere!

        https://m.youtube.com/watch?v=sYRrHqf8gDU

        • lorenzo ha detto:

          Perché non commenti quello che io ho scritto e non quello che tu credi io abbia scritto?

          Non ti sembra alquanto stupido attribuirmi cavolate per poi stracciarsi le vesti?

        • Teofane il recluso ha detto:

          @Antonio

          “Ma Gesù nel Vangelo chiude il discorso con:
          tutto il resto è adulterio!”

          Mi sai dire quale documento del Magistero afferma che l’adulterio è sempre peccato mortale per chi lo commette e che quindi il discernimento sarebbe contrario alle parole di Cristo?

          “Grazie a Dio molti sanno e hanno letto la storia di diversi santi, e sanno benissimo la destinazione di molte anime che hanno taciuto uno o diversi peccati!”

          Chiariamo un punto: se uno ha commesso un peccato mortale e lo tace volutamente in confessione, se muore in quello stato (e DIO non gli concede una Grazia finale) si danna.

          Tuttavia uno deve saperlo che ciò che sta facendo è male. Paradossalmente, se un Sacerdote dice “ti assolvo, non devi parlare”, sei veramente assolto perché sei in buona Fede (e oggi molti cattolici sono molto ignoranti sulla dottrina ).

          Lo stesso vale ad esempio se un sacerdote valuta che un risposato sia solo in peccato veniale a causa di alcune attenuanti mentre magari sbaglia nel discernimento e questa persona era in peccato mortale (ad esempio un sacerdote potrebbe valutare che vi è coscienza invincibilmente erronea dove invece non c’è, tanto per dire). In questo caso, se la persona ha detto tutti i peccati che ricordava e non ha omesso nè mentito nulla (compreso il non mentire sulla eventuale mancanza di pentimento), se viene assolta è realmente assolta.

          Semmai il problema è del confessore, se esagera con la manica larga.

          Io di parroci che assolvono senza che neanche parli non ne ho mai visti.

          • Antonio Civitella ha detto:

            Basta con questo discernimento!
            Oppure pensi che i sacerdoti non sappiano intendere e volere?
            Un sacerdote della
            SANTA ROMANA CHIESA non può permettersi ASSOLUTAMENTE di assolvere un divorziato risposato, se costui non si pente e non abbandona l’amante!!!
            Poi naturalmente ci sono casi in cui il penitente accetta la castità, e va bene così!
            Altrimenti il matrimonio davanti a Dio non sarebbe più necessario!!!!
            La chiesa riconosce il sesso solo dopo il matrimonio!!!
            Se non sei d’accordo con ciò che ti dico mi dispiace ma le leggi non le ho scritte io, ma nostro Signore..
            E inutile perdere tempo su questioni logiche!
            So bene che non né hai il bisogno, essendo cattolico anche tu!
            Non è possibile che il sesso senza matrimonio si possa consumare!!
            Questa è una bugia satanica!!!
            L’unico modo in cui il sacerdote può accompagnare una coppia illegittima e solo e unicamente nella castità!!!!
            Non si dovrebbe neanche parlarne di certe cose.. ma noi “cattolici” di uccr possiamo permetterci di creare insieme a certi pastori un nuovo credo!
            La superbia non ci manca!!!