La “Notte dei Cristalli”, il nazismo e la dura opposizione della Chiesa
- Ultimissime
- 19 Gen 2017
Tra la sera del 9 e del 10 novembre 1938 ebbe luogo in Germania il triste avvenimento conosciuto come la Notte dei Cristalli, durante il quale i nazisti distrussero migliaia di vetrine e di negozi appartenenti ad ebrei.
L’avvenimento ebbe origine in seguito alla decisione di Hitler di espellere nell’ottobre del ’38 circa 12mila ebrei polacchi a cui era stata revocata la cittadinanza dal loro paese di origine: condotti al confine, solo quattromila saranno accolti dalla Polonia, il resto dovette vivere alla frontiera in condizioni miserevoli al punto che si registrarono diversi casi di suicidio. Tra gli espulsi anche la famiglia di un giovane ebreo residente in Francia, Herschel Grynszpan che, per vendicarsi, sparò e uccise il 7 novembre il diplomatico Ernst vom Rath.
Come rappresaglia, i nazisti decisero di colpire gli ebrei presenti nel Terzo Reich non solo inasprendo ulteriormente la legislazione antisemita, ma orchestrando anche violenze in tutto il territorio: oltre mille sinagoghe furono devastate, un numero incalcolabile di negozi appartenenti agli ebrei venne distrutto, oltre novanta israeliti furono uccisi e circa 30mila furono avviati nei campi di concentramento.
L’atteggiamento della Chiesa tedesca dell’epoca verso il dramma degli ebrei è stata giudicato negativamente al punto che in un documento redatto nel 1995 dall’episcopato tedesco si esprimeva dispiacere per «il fatto che si siano avute solo sporadiche iniziative a favore degli ebrei perseguitati e non vi sia stata alcuna pubblica ed esplicita protesta neppure in occasione del pogrom del 1938». Vi è da dire, tuttavia, che non mancarono iniziative coraggiose da parte di esponenti della Chiesa, e la più importante fu quella del prelato Bernhard Litchtenberg, che condannò pubblicamente l’accaduto e, da quel giorno, terminò la celebrazione serale di ogni messa invitando a pregare «per gli ebrei e i poveri prigionieri nei campi di concentramento». Inoltre, se si esamina più a fondo l’atteggiamento assunto all’epoca dalla Santa Sede, non si può fare a meno di notare che fu ben più deciso di quanto affermano i critici.
Già nel settembre del ’38 Pio XI aveva condannato l’antisemitismo in un discorso compiuto di fronte ad un gruppo di pellegrini belgi cattolici affermando che «è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti». Anche nei giorni successivi al pogrom il pontefice fece sentire la sua opinione: l’11 novembre il Vaticano si unì alle proteste dei leader inglesi e francesi contro la Notte dei Cristalli e, in risposta a ciò, i nazisti orchestrarono manifestazioni di massa a Monaco contro ebrei e cattolici. Il Gauleiter della Baviera, Adolf Wagner, dichiarò pubblicamente: «Ogni discorso del papa a Roma è un incitamento agli ebrei di tutto il mondo a mobilitarsi contro la Germania». A seguito delle invettive di quest’ultimo una folla assalì il palazzo vescovile del cardinale Michael Von Faulhaber, il quale aveva fornito durante il pogrom un camion per permettere al rabbino della città di mettere in salvo gli arredi sacri della sinagoga prima che questa venisse distrutta. Le persone che il giorno seguente si abbandonarono a manifestazioni di dolore di fronte alla devastazione del palazzo vescovile furono allontanate dagli agenti di polizia vestiti in abiti civili (M. Gilbert, 9 Novembre 1938. La notte dei cristalli, Milano 2008 pp. 130-131).
Neppure nei giorni seguenti, papa Pio XI smise di attaccare l’ideologia nazista; e il 21 novembre pronunciò un discorso in cui insistette sull’unicità della razza umana. Pronunciamento che venne anche questo duramente attaccato dai leader nazisti: «Nessun sentimento di compassione sarà tollerato nei confronti degli ebrei. Rifiutiamo l’affermazione del papa secondo cui non esisterebbe che un’unica razza. Gli ebrei sono parassiti» dichiarò il ministro del lavoro tedesco Robert Ley in un discorso tenuto a Vienna il 22 novembre. Achille Ratti si era mostrato intenzionato a rompere i rapporti diplomatici con la Germania dopo i fatti accaduti il 9 novembre, ma fu dissuaso dal farlo dal segretario Pacelli che riteneva il gesto controproducente. Sulla scia della presa di posizione di Pio XI, tuttavia, eminenti prelati come il cardinale Schuster di Milano, il cardinale belga Van Roey e il cardinale Verdier di Parigi condannarono apertamente la Notte dei Cristalli (9 novembre 1938… p. 160).
Non è difatti un caso che la morte di Achille Ratti fu salutata con dispiacere da importanti personalità israelitiche che manifestarono la loro stima nei suoi confronti per l’impegno mostrato in vita nella lotta contro il razzismo.
7 commenti a La “Notte dei Cristalli”, il nazismo e la dura opposizione della Chiesa
L’unicita della razza umana discorso ancora attuale,pensiamo nella nostra Italia a quanti rifiutano i profughi pensando di non essere della stessa razza.
Fare il Papa non è un bel mestiere: parli agli uomini del tempo con discorsi scomodi ma sarai severamente giudicato dai posteri in base alle azioni. E spesso lo stesso giudizio non è applicato a chi in quel tempo commina disastri e divulga ideologie nefaste. Penso ai danni fatti dai seguaci di Nietsche o Marx e dalle assoluzioni che tuttora godono da parte degli storici che sono molto severi nei confronti della Chiesa.
Quello che é successo nel cuore dell’Europa con nazismo e fascismo rappresenta una colpa collettiva enorme ed infame. Io non ero nato ma mi sento colpevole. Tutti noi contutto il nstro bagaglio di tradizioni culturali siamo colpevolio. Perché é successo ? Possibile che un simile male sia germogliato proprio nel cuore dell’europa cristiana ? Cosa dobbiamo fare perché non succeda di nuovo ?
Il tema mi pare sia questo: la responsabilità di noi cristiani. Perché la Chiesa siamo noi e ben poco mi consola sapere che qualcuno di noi (pochi) ha saputo sottrarsi alla connivenza colpevole. Non sarebbe male che anche la Chiesa italiana sapesse esprimere il pentimento con la forza della Chiesa tedesca. Invece siamo qui una volta di più a rincorrere le inutili polemiche degli atei sulle nostre gerarchie. Loro come noi evidentemente faticano a riconscere nella Chiesa una comunità e continuano a ragionare in termini di strutture piramidali e di potere. Non lasciamoci schiacciare in queste ridicole semplificazioni. Mistificazioni che uccidono le coscienze individuali e la Chiesa come collettività. Sottrarsi a questo scempio non vuol dire rivendicare innocenza e purezza delle gerarchie, vuol dire ripensare noi stessi ed il nostro ruolo nel mondo. Quale Dio dopo Auschwitz ?
Abbiamo visto il male, dunque un colpevole ci deve essere. Dobbiamo cercarlo dentro di noi, non nel comportamento di questo o quel prelato !
e specialmente non lasciarsi sfuggire come certuni notizie come queste
https://www.uccronline.it/2017/01/19/affetta-da-disabilita-e-scartata-da-tutti-oggi-ha-aperto-la-sua-pasticceria/
quante parole spese per queste “connivenze” del passato, ma non ti preoccupare tu saresti stato un nazi-fascista e sentiti pure colpevole che se la grazia di Dio non ti avesse aiutato saresti stato un criminale come gli altri, come me, senza ombra di dubbio. Non lasciarti sfuggire le bellezze del dopo Auschwitz come la notizia che ho linkato riporta, perché Auschwitz-Birkenau è stato espanso in tutto mondo ed è stato dichiarato “diritto civile”, ma se non si vede Dio operante nelle persone di cui l’articolo linkato tratta non si è messi proprio bene. Saluti in Cristo.
Poi comunque per molto del mondo fuori dalla Chiesa la Chiesa Cattolica non avrà mai chiesto scusa del suo crimine primo e più grave: quello di esistere 🙂
Carino per carita’…
Potreste pubblicare qualcosa di un po’ piu’ attuale?
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