Le quattro suore del Vaticano che diedero avvio all’astronomia moderna

suore astronome 

di Andrea Indiano
da Il Corriere della Sera, 02/06/16

 

Fra il 1910 e il 1922 quattro anonime suore originarie della Lombardia e impiegate all’Osservatorio Vaticano (Specola Vaticana) scoprirono e catalogarono più di 400 mila stelle. Dopo quasi un secolo i nomi di queste preziose aiutanti sono stati finalmente rivelati.

Si tratta di Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Finardi e Luigia Panceri. I loro nomi sono stati ritrovati per merito di una scoperta casuale fatta poche settimane da padre Sabino Maffeo, che lavora per l’Osservatorio Vaticano. Grazie a lui e alla giornalista Carol Glatz del sito Vatican News, che per prima ha riportato la notizia, le quattro suore potranno ora godere della giusta riconoscenza.

Tutto inizia fra il 1897 e il 1899 quando gli astronomi più famosi del mondo si riunirono in vari incontri a Parigi per provare a catalogare le stelle attraverso l’opera denominata Catalogo Astrografico. Obiettivo delle conferenze era quello di creare una mappa del cielo e indicare il più precisamente possibile la posizione degli astri. Grazie a quella serie di eventi si ebbe la prima mappatura dell’universo che diede poi il via all’astronomia moderna e alle successive scoperte nello spazio. Agli incontri parteciparono esperti da ogni parte del mondo e anche il Vaticano, grazie alla lungimiranza di papa Leone XIII, decise di inviare un proprio studioso.

L’esperto scelto dal Vaticano fu il sacerdote Francesco Denza, che passò poi la mano al gesuita John Hagen fatto arrivare appositamente da Washington. Per compiere al meglio i suoi studi, l’astronomo americano fece richiesta per avere qualche aiutante pronto a scrivere e riportare diligentemente le coordinate delle stelle. Furono scelte così le quattro suore, che con il tempo diventarono sempre più capaci finché non furono in grado non solo di scrivere i dati, ma anche di usare l’enorme telescopio per scrutare il cielo.

«Questa storia era conosciuta nel mondo ecclesiastico, ma nessuno aveva mai trovato il nome di quelle assistenti», spiega Glatz, «Le quattro sorelle provenivano dall’Istituto Suore di Maria Bambina, la cui casa generalizia si trova tuttora nel centro di Milano». Il loro apporto per l’astronomia moderna fu enorme, tanto che il Vaticano fu uno degli Stati che contribuì maggiormente a compilare una delle prime mappe del cielo. «Una volta che alle suore fu spiegato come fare, diventarono da subito molto brave», ha detto padre Maffeo, autore della scoperta, «tanto che vennero soprannominate “le donne calcolatrici” per la loro capacità di calcolare le coordinate e le formule da riportare sui fogli».

Il loro coinvolgimento fu casuale, dato che Hagen scelse le suore di quel convento solo perché era il più vicino al telescopio e quindi le donne avrebbero potuto recarsi all’osservatorio più velocemente. Il progetto internazionale per la mappatura dello spazio cominciato a fine Ottocento andò avanti fino al 1966 permettendo di catalogare quasi 5 milioni di stelle. Se alcune di queste furono scoperte e studiate da scienziati esperti, si può dire che una parte della nostra conoscenza del cielo è da attribuire anche a quattro suore italiane, che ora potranno godere della giusta gratitudine attesa per più di un secolo.

44 commenti a Le quattro suore del Vaticano che diedero avvio all’astronomia moderna

  • Max ha detto:

    Hmm, da “addetto ai lavori”, e’ una notizia interessante!

  • IVLIUS ha detto:

    Peccato che facciano più notizia i preti pedofili. Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce.

    • Max ha detto:

      Celebre citazione del cattolico Inglese Gilbert Chesterton. Che e’ un disintossicante, per tutte le pazzie del mondo odierno.

  • Vincent Vega ha detto:

    Bellissimo articolo! Allego qui la mia risposta al post di Gianfranco a fondo pagina nel topic sulla brexit, poichè la i commenti sono stati chiusi. Per favore non cancellatela.

    Per Gianfranco

    ” Non contesto ciò che hanno scritto i Papi e hanno affermato i concilii nei duemila anni. Sto dicendo che bisogna sempre contestualizzare gli eventi, opera che gli storici fanno quando leggono gli atti. Altrimenti ci riduciamo come i fondamentalisti americani dell’800 rispetto alla Bibbia.”

    Naturalmente, sono d’accordo.

    “Vedo che tu egregiamente riesci a contestualizzare le lettere paoliei e il Nuovo Testamento in genere. Mentre hai difficoltà a farlo sulla storia della Chiesa. Il Concilio di Firenze, da te citato, non è spuntato dal nulla, ma proveniva dalle reciproche scomuniche tra cattolici e ortodossi. Con grossi errori da parte di entrambi. Queste ferite ancora non sono state sanate.”

    Certo, ciò che volevo dire è che qualcuno potrebbe prendere quelle affermazioni ex cathedra per contrapporle ai testi del Concilio Vaticano II (che è un Concilio eminemente pastorale) e dirmi che devo prestare fede alle prime e non alle seconde. Io invece archivio le prime come conoscenza imperfetta del Vangelo e frutto anche di situazioni contingenti, come le faide tra cattolici ed ortodossi (l’assedio di Costantinopoli del 1204, ancora più che le scomuniche reciproche, è una ferita ancora aperta e spero che ci sarà presto unità coi fratelli ortodossi) mentre leggo i testi del Concilio Vaticano II come una conoscenza rinnovata alla luce della terza Persona della Trinità, lo Spirito Santo.

    Non sono io che ho problemi a contestualizzare, semmai li ha chi cerca una continuità assoluta in 2000 anni di storia, continuità che si trova forse in un astratto iperuranio platonico, non certo nella realtà dei fatti.

    Per finire come te ritengo che il CVII sia un enorme passo avanti della Chiesa che, forse, è stato più avanti del popolo di Dio. Per fare una battuta è come se questa volta Pietro sia arrivato prima di Giovanni sulla soglia del sepolcro vuoto”

    D’accordissimo! 🙂

    La Chiesa è stata molto avanti in quel Concilio, convocato da Papa San Giovanni XXIII, ma purtroppo successivamente è stato frenato dai Papi successivi, forse perché appunto i tempi non erano ancora maturi. Ora abbiamo un Papa che non solo accetta il Concilio, ma è suo figlio naturale, essendo stato ordinato nel 1969.

    Riporto le sue parole (di Papa Francesco) da un’intervista del 2013

    “Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare”.

    Grazie per la chiacchierata interessante! 🙂

  • Vincent Vega ha detto:

    Per Gianfranco

    Quod erat demostrandum. Avevo previsto questa risposta https://www.uccronline.it/2016/06/24/brexit-uneuropa-senzanima-non-puo-che-disgregarsi/#comment-181120 come vedi.

    Hai proprio ragione a dire che il CVII è stato più avanti del popolo di Dio. Evidentemente questa gente pensa che sia coerente affermare un Dio d’amore che però condanna tutti quelli che non sono nella Chiesa Cattolica (anche i martiri ortodossi, in quanto scismatici) all’inferno eterno.

    Per me queste sono manifestazioni di fondamentalismo, ma lasciamoglielo pure credere, per fortuna oggi nella Chiesa nessuno appoggia più certe idee.

  • Vincent Vega ha detto:

    Ultima cosa per Lorenzo.

    Il concilio di Trento mette sotto anatema anche chi afferma che sia contrario al volere dello Spirito Santo che gli eretici siano bruciati, perciò la Chiesa attuale, che non ha nessuna intenzione di bruciare testimoni di Geova ed islamici (entrambi eretici, in quanto negatori della divinità di Cristo) è sotto anatema. 😉

    Spero che tu ti renda conto a che cosa porta certo fondamentalismo di cui ti fai portatore.

  • Vincent Vega ha detto:

    Aggiungo l’ultima cosa per Lorenzo: il fatto che il Concilio Vaticano II abbia avuto una funzione più pastorale che di condanna verso il mondo non significa che sia un Concilio i cui contenuti possano essere ignorati o distorti. È un concilio ecumenico, cioè una delle sedi supreme del Magistero della Chiesa, e quei documenti sono anche dogmatici.Due esempi a caso: la Dei Verbum è chiamata costituzione dogmatica sulla Chiesa e la Dei Verbum costituzione dogmatica sulla divina rivelazione.

    Perciò se vuoi contestare quei documenti e anche quelli sulla salvezza nelle religioni non cattoliche e non cristiane del Concilio Vaticano II col Concilio di Firenze sappi che ti prendi la tua responsabilità in merito. Non possono essere ignorate le conclusioni a cui è arrivata la Chiesa nell’ultimo secolo senza, al contempo, porsi aldifuori di essa.

  • lorenzo ha detto:

    Se il lavoro di queste suore è stato possibile, lo si deve anche al Sillabo.
    Sostiene infatti J. Ratzinger nel suo libro “Principles of Catholic Theology”: «Harnack,(teologo protestante 1851-1930) come sappiamo, ha interpretato il Sillabo di Pio IX come nulla più di una dichiarazione di guerra contro la sua generazione. Questo è corretto in quanto il Sillabo stabilì una linea di demarcazione contro le forze determinanti del diciannovesimo secolo: contro la visione scientifica e politica del mondo del liberalismo. Nello sforzo contro il modernismo questa duplice delimitazione fu ratificata e rinforzata.»
    Se il Sillabo non avesse pertanto reso vani, mettendoli chiaramente nero su bianco, i tentativi del “politicamente corretto” di allora di affermare che la scienza è in contrasto con la religione (ed altre simili amenità), la ricerca scientifica che da sempre è stata portata avanti dalla Chiesa avrebbe forse subito un rallentamento.

    • Vincent Vega ha detto:

      Citazione monca. Questa è la citazione completa.

      Nel suo libro «Principles of Catholic Theology», alla pagina 381, J. Ratzinger sostiene, parlando del Concilio Vaticano II: «Se è desiderabile offrire una diagnosi del testo per intero, potremmo dire che (in congiunzione con i testi sulla libertà religiosa e le religioni del mondo) è una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di controsillabo. Harnack, come sappiamo, ha interpretato il Sillabo di Pio IX come nulla più di una dichiarazione di guerra contro la sua generazione. Questo è corretto in quanto il Sillabo stabilì una linea di demarcazione contro le forze determinanti del diciannovesimo secolo: contro la visione scientifica e politica del mondo del liberalismo. Nello sforzo contro il modernismo questa duplice delimitazione fu ratificata e rinforzata. Da allora molte cose sono cambiate. La nuova politica ecclesiale di Pio XI ha prodotto una certa apertura verso la comprensione liberale dello stato. In un silente ma persistente sforzo, l’esegesi e la storia della Chiesa hanno adottato più e più postulati di scienza liberale, e liberalismo, anche, fu obbligato a sottoporsi a molti significativi cambiamenti nel grande sconvolgimento politico del ventesimo secolo».

      Quindi Papa Benedetto XVI ha affermato che dai tempi del Sillabo molte cose sono cambiate e che il Concilio Vaticano II (quelle sono parole sue non di Harnack) è un controsillabo

      Più chiaro di così. Le parole di Harnack sono che fu una dichiarazione di guerra al mondo moderno, che il CVII fu un controsillabo sono parole di Ratzinger.
      Come sono parole di Ratzinger il fatto che l’esegesi è la storia della Chiesa hanno adottato più e più postulati di sccienza liberale, proprio quella che era condannata precedentemente.

    • Vincent Vega ha detto:

      Per la cronaca le avevo riportate io per primo le parole del Papa emerito. https://www.uccronline.it/2016/06/24/brexit-uneuropa-senzanima-non-puo-che-disgregarsi/#comment-181112

      • lorenzo ha detto:

        Speravo intervenissi citando proprio le parole “Da allora molte cose sono cambiate” perché mi permettono di mettere in risalto dove, nonostante altri te lo abbiano già fatto notare, continui a sbagliare.
        Diceva un mio professore che il testo isolato dal contesto è solo un pretesto: ti accorgi che tu prendi i testi del Magistero, li isoli dal contesto socio culturale nel quale sono scaturiti, li applichi al contesto socio culturale odierno e ne fai un pretesto per affermare che il Magistero di allora sbagliava ad affermare quelle cose.

        • Vincent Vega ha detto:

          Tutt’altro Lorenzo, io so benissimo che isolare i testi dal contesto non porta a nulla. Io dico semplicemente che la Chiesa al Concilio di Firenze ha affermato una cosa estremamente chiara, ovvero che tutti coloro che, essendo venuti a conoscenza della Chiesa Cattolica, non vi aderiscono prima di morire, saranno condannati al fuoco eterno dell’inferno, compresi coloro che avranno versato il proprio sangue per Cristo.

          E il fatto che sia stato un Concilio frutto in buona parte delle faide tra cattolici ed ortodossi non cambia il fatto che sono state fatte delle affermazioni molto precise: tutti coloro che alla morte non sono entrati nella Cattolica si danneranno, stop. Anatema su chi afferma il contrario.

          Questo dicono i testi, che riporto ancora una volta

          “Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, Cantate Domino, 1441, ex-cathedra: “La Santa Romana Chiesa crede, professa e proclama fermamente che tutti coloro trovantisi al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani ma anche gli Ebrei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna ed andranno nel fuoco eterno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli [Matteo 25:41], a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di tale corpo Ecclesiastico (Ecclesiastici corporis) è di tale importanza che solamente per coloro i quali abitano in esso i Sacramenti della Chiesa contribuiscono alla salvezza ed i digiuni, l’elemosina ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne; che nessuno può essere salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che abbia perseverato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

          Queste sono affermazioni precise e stroncanti, e soprattutto chiarissime.

          Eppure io non credo affatto in una cosa del genere, perché affermare un Dio infinitamente buono, morto per noi, che però manda alla perdizione eterna tutti coloro che in vita non sono stati convinti ad entrare nella Chiesa Cattolica significa affermare una contraddizione, affermare il nulla, non affermare niente.

          Infatti è chiarissima la contraddizione tra le due proposizioni, visto che un Dio che manda all’inferno un islamico o un buddista che magari erano delle bravissime persone o un martire ortodosso che ha versato il suo sangue per lui, perché non sono entrati nella Chiesa Cattolica, sarebbe tutt’altro che un Dio buono.

          Una cosa del genere potrebbe essere credibile se si predicasse Baal o Azazel, non certo se si predica il Dio vivente Gesù Cristo.

          E infatti ribadisco che oggi la Chiesa NON pensa affatto come la Chiesa del Concilio di Firenze, tanto è vero che afferma chiaramente, nei documenti del Concilio Vaticano II, che la salvezza è possibile anche per chi professa altre religioni.

          Quello che mi interessava mostrare è che, per i motivi che vuoi, ma la dottrina è cambiata de facto, su molti punti (confrontando i vecchi Concili col CVII di differenze se ne trovano a iosa, molte più di questa, che ho citato per comodità essendo la questione della salvezza a dir poco centrale).

          Solo questo mi interessava, mostrare che la platonica continuità assoluta in 2000 anni non sia altro che questo, per l’appunto: platonica.

          Una bella idea ma che non corrisponde alla realtà. E la realtà è, per sua propria costituzione, superiore all’idea. Sempre.

          Poi io non affermo che la Chiesa di allora “abbia sbagliato”.
          Può darsi che per la gente di dura cervice di allora servisse questo tipo di messaggio, non ne ho idea Lorenzo, lo sapremo solo nel Regno, quello che so è che in termini di salvezza esiste una discontinuità tra il CVII e il Concilio di Firenze. Una discontinuità netta e innegabile. Ribadisco, non dico che la Chiesa abbia “sbagliato”, dico che, per il principio logico di non contraddizione, non può essere vera sia la dottrina insegnata dal Concilio di Firenze (ma più in generale dai Concili pre CVII) che la dottrina insegnata al CVII.

          Io sottoscrivo l’affermazione di Papa San Giovanni XXIII, colui che ha tirato fuori dal cilindro il Concilio Vaticano II, che disse “non è il vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.

          E questo è ciò che credo e affermo anche io.

          • lorenzo ha detto:

            Mi sembri quello stolto che, abitando al decimo piano, decise di distruggere i pieni sottostanti perché non rispondevano alle sue aspettative.

            • Vincent Vega ha detto:

              Discorso senza senso. Ho evidenziato delle oggettive discontinuità tra la dottrina cattolica di ieri e di oggi (e che la discontinuità sulla salvezza dei non cattolici ci sia è evidente persino ad un normalista che riuscirebbe a trasformare il mein kampf in un manifesto filo ebraico), mettere la testa sotto la sabbia e non voler vedere non cambia la realtà

              Infatti o:

              1) Tutti coloro che alla morte non sono entrati nella Chiesa cattolica pur conoscendola saranno irrimediabilmente dannati, come insegna il Concilio di Firenze.

              2) Oppure anche gli appartenenti ad altre religioni e i non credenti possono salvarsi, anche se pur conoscendo la Chiesa Cattolica non vi aderiscono in vita, come insegnano innumerevoli documenti conciliari (del CVII).

              Tertium non datur. O è vera la prima (e in questo caso il nostro Dio non sarebbe migliore di Baal o Moloch) o è vera la seconda (e questo è in linea con la bontà del Dio di Gesù Cristo),

              Non c’entra nulla buttare giù i piani antecedenti al decimo, come mi hai accusato scioccamente. Semmai c’entra ciò che ha detto un Santo, ovvero San Giovanni XXIII, “non è il Vangelo che cambia, siamo noi che iniziamo a conoscerlo meglio”.

              Poi si sa che nella loro compulsione normalista i normalisti sarebbero capaci di sostenere che la lettera e lo spirito dei concili di Firenze e di Trento sia uguale a quello del CVII, un po’ di autoipnosi se vi aiuta non fa male.
              Io, con Papa Francesco, credo che la realtà sia superiore all’idea, perciò mi limito a constatare la realtà per quella che è invece che leggerla secondo schemi preconcetti.

              Buona giornata.

              • lorenzo ha detto:

                Quindi, secondo te, il Tizio che ha affermato: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”, era un normalista in “oggettive discontinuità” con “la dottrina cattolica di… oggi”?

                • Vincent Vega ha detto:

                  Continua pure a leggere il Vangelo applicando il più bieco letteralismo che andrai molto lontano.

                  Senza contare che se c’è un Vangelo scarso di ipsissima verba Jesu è proprio quello di Giovanni.

                  Ad ogni modo vedi tu, se vuoi continuare a dire che la Chiesa da 50 anni insegna degli errori fai pure. Perché oggi nessuno più crede alla follia secondo la quale chiunque non entra nella Chiesa Cattolica è dannato, anche perché non avremmo un Dio d’amore per Dio, ma uno spietato dittatore la cui moralità non sarebbe superiore a quella di Stalin, se ciò fosse vero.

                  Un Dio che manda all’inferno i martiri ortodossi morti per Lui non sarebbe il mio Dio. Sarebbe al massimo Baal o Moloch, da entità del genere potrei aspettarmi questo qualora fossero il Dio creatore. Non da Gesù.

                  Ma forse sbaglio io e sbaglia la Chiesa attuale che crede in un Dio buono e non in uno spietato e sanguinario macellaio, chi può dirlo.

                • Vincent Vega ha detto:

                  Perché si, un Dio che manda all’inferno chiunque non sia stato convinto in vita che la Verità assoluta sia nella Chiesa Cattolica (visto che anche le altre Chiese e religioni affermano di essere la Verità assoluta, e ad esempio uno cresciuto nell’ortodossia o nell’islam ma anche nell’induismo non è affatto detto che si convinca ad entrare nella Chiesa Cattolica, può succedere come non succedere. L’educazione religiosa in altri paesi è più drastica che da noi e prima che uno cambi idea…) sarebbe questo: uno spietato e sanguinario macellaio.

                • Vincent Vega ha detto:

                  Chiudo dicendoti che il tuo modo di leggere il Vangelo è del tutto uguale al modo col quale gli islamici leggono il Corano.

                  Io mi attengo a ciò che insegna la Chiesa. Cito da qui http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1997_cristianesimo-religioni_it.html#II.4.%20ECCLESIA,%20UNIVERSALE%20SALUTIS%20SACRAMENTUM

                  “La questione principale non è oggi se gli uomini possano raggiungere la salvezza anche se non appartengono alla chiesa cattolica visibile: questa possibilità è considerata come teologicamente certa. “
                  Dei non cristiani si dice che, in modo diverso, sono ordinati al popolo di Dio. Secondo i vari modi in cui la volontà salvifica di Dio abbraccia i non cristiani, il concilio distingue quattro gruppi: in primo luogo gli ebrei; in secondo luogo i musulmani; in terzo luogo quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e non conoscono la chiesa, ma cercano Dio con cuore sincero e si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso la coscienza; in quarto luogo quelli che, senza colpa, non sono ancora giunti a conoscere espressamente Dio, ma ciò nonostante si sforzano di condurre una vita retta (Lumen gentium, n. 16). (Nota mia, quelli del “quarto luogo” credo che siano gli atei e i pagani che venerano dei stranieri. Dico questo perché noi, gli ebrei e i musulmani veneriamo lo stesso Dio).
                  69. I doni che Dio offre a tutti gli uomini per condurli alla salvezza si fondano, secondo il concilio, sulla sua volontà salvifica universale (Lumen gentium, nn. 2.3.16; ‘Ad gentes’, n. 7). L’affermazione che anche i non cristiani sono ordinati al popolo di Dio si fonda sul fatto che la chiamata universale alla salvezza include la vocazione di tutti gli uomini all’unità cattolica del popolo di Dio (Lumen gentium, n. 13). Il concilio osserva che l’intima relazione delle due vocazioni si fonda sull’unica mediazione di Cristo, che si rende presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la chiesa (Lumen gentium, n. 14).”

                  VS

                  “Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, Cantate Domino, 1441, ex-cathedra: “La Santa Romana Chiesa crede, professa e proclama fermamente che tutti coloro trovantisi al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani ma anche gli Ebrei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna ed andranno nel fuoco eterno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli [Matteo 25:41], a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di tale corpo Ecclesiastico (Ecclesiastici corporis) è di tale importanza che solamente per coloro i quali abitano in esso i Sacramenti della Chiesa contribuiscono alla salvezza ed i digiuni, l’elemosina ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne; che nessuno può essere salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che abbia perseverato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

                  La discontinuità è assoluta e innegabile. E al Concilio di Firenze sono state fatte affermazioni ex cathedra.

                  Ma visto che non credo affatto che col Concilio Vaticano II la Chiesa abbia fatto apostasia ma credo, invece, che abbia approfondito enormemente, sotto la guida dello Spirito Santo, la conoscenza del Vangelo, presto fede a ciò che dice il CVII e archivio le parole durissime (che sarebbero adatte a chi parla di un dio pagano spietato e crudele, non certo di Cristo) del Concilio di Firenze e degli altri (perché il Vaticano secondo ha rappresentato indubbiamente una svolta) come conoscenza imperfetta del Vangelo.

                  Più si va avanti più, a mio giudizio, la Chiesa interpreta meglio il Vangelo.

                  • lorenzo ha detto:

                    Scrivi giustamente: “Continua pure a leggere il Vangelo applicando il più bieco letteralismo che andrai molto lontano.”
                    Vorrei allora chiederti perché, se ritieni che questo modo di leggere il Vangelo è scorretto, ti ostini a leggere i pronunciamenti del Magistero fatti in epoche e culture diverse dalla nostra isolandoli dal contesto ed “applicando il più bieco letteralismo”?

                    Il brano citato non è tratto dal Vangelo di Giovanni ma da quello di Marco…

                    Se anch’io dovessi prendere alla lettera quello che tu sostieni, isolandolo dal contesto e allo stesso modo con il quale fai tu con i pronunciamenti del Magistero fatti in epoche precedenti, potrei benissimo affermare che, quando scrivi: “oggi nessuno più crede alla follia secondo la quale chiunque non entra nella Chiesa Cattolica è dannato”, tu sostieni che le parole di Gesù sono una follia alla quale oggi più nessuno crede.

                    Se hai capito, bene, se non hai capito assumiti la responsabilità di trascinare altri nel tuo errore: Amen.

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Hai ragione, mi sono confuso con Giovanni 3:36.

                      Riguardo a questo

                      “Se anch’io dovessi prendere alla lettera quello che tu sostieni, isolandolo dal contesto e allo stesso modo con il quale fai tu con i pronunciamenti del Magistero fatti in epoche precedenti, potrei benissimo affermare che, quando scrivi: “oggi nessuno più crede alla follia secondo la quale chiunque non entra nella Chiesa Cattolica è dannato”, tu sostieni che le parole di Gesù sono una follia alla quale oggi più nessuno crede.”

                      Volevo dire che la comprensione del Vangelo oggi rispetto ad altre epoche si è raffinata, tutto li. E per dimostrarlo ho portato i testi conciliari, non le mie idee.
                      Quello che affermo semmai è che questa nuova comprensione è più in linea con lo spirito generale del Vangelo, piuttosto che con la sua lettera.

                      San Paolo scriveva “la lettera uccide lo spirito vivifica” non per caso.

                      Riguardo a questo

                      “Vorrei allora chiederti perché, se ritieni che questo modo di leggere il Vangelo è scorretto, ti ostini a leggere i pronunciamenti del Magistero fatti in epoche e culture diverse dalla nostra isolandoli dal contesto ed “applicando il più bieco letteralismo”?

                      C’è poco da dire, le affermazioni dei Concili non sono da interpretare, perché i Concili stessi devono fornire un’ermeneutica della Scrittura ai Vangeli.
                      Ciò che dico è che le affermazioni del Concilio di Firenze sono chiarissime, saranno state fatte per i motivi che vuoi e nel contesto che vuoi ma rimangono chiarissime, e sono contraddette frontalmente dai testi del CVII.

                      A me interessava questo, mostrare che la dottrina è cambiata eccome, e su aspetti tutt’altro che marginali (visto che li si parla della salvezza eterna).

                      Se poi riesci a negare anche una discontinuità dottrinale tra il Concilio di Firenze che ho riportato e i testi del CVII allora riusciresti a negare qualunque cosa.

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Riguardo a questo

                      “Vorrei allora chiederti perché, se ritieni che questo modo di leggere il Vangelo è scorretto, ti ostini a leggere i pronunciamenti del Magistero fatti
                      in epoche e culture diverse dalla nostra isolandoli dal contesto ed “applicando il più bieco letteralismo”?

                      Le dichiarazioni del Concilio di Firenze che ho riportato sono EX CATHEDRA, ergo richiedono un assenso di Fede teologale.
                      In altre parole quando il Concilio di Firenze afferma che

                      “La Santa Romana Chiesa crede, professa e proclama fermamente che tutti coloro trovantisi al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani ma anche gli Ebrei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna ed andranno nel fuoco eterno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli [Matteo 25:41], a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di tale corpo Ecclesiastico (Ecclesiastici corporis) è di tale importanza che solamente per coloro i quali abitano in esso i Sacramenti della Chiesa contribuiscono alla salvezza ed i digiuni, l’elemosina ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne; che nessuno può essere salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che abbia perseverato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

                      Io sarei tenuto a crederci fermamente e senza esitazioni ne ripensamenti. Lo sai, vero, che è questo assenso di Fede che dovrei prestare ai pronunciamenti ex cathedra? E lo sai, vero, che non potrebbero essere contraddetti, in teoria, da nessun pontefice? Qua non si tratta di testi della Scrittura da sottoporre alla corretta ermeneutica, qua si tratta di testi con pronunciamenti ex cathedra.

                      E no, Lorenzo, un pronunciamento ex cathedra non può essere “contestualizzato”, esso deve essere creduto come vero da tutti i fedeli cattolici e sempre, stop.

                      Giusto per rinfrescarti la memoria

                      “ […] proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema.” (Cost. Ap. Pastor aeternus 18/07/1870)

                      La dichiarazione del Concilio di Firenze sulla salvezza dei non cristiani e dei non cattolici è ex cathedra? Si, lo è.

                      Molto bene, il punto è che questi pronunciamenti sono stati contraddetti frontalmente

                      http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1997_cristianesimo-religioni_it.html#II.4.%20ECCLESIA,%20UNIVERSALE%20SALUTIS%20SACRAMENTUM

                      “La questione principale non è oggi se gli uomini possano raggiungere la salvezza anche se non appartengono alla chiesa cattolica visibile: questa possibilità è considerata come teologicamente certa. “
                      Dei non cristiani si dice che, in modo diverso, sono ordinati al popolo di Dio. Secondo i vari modi in cui la volontà salvifica di Dio abbraccia i non cristiani, il concilio distingue quattro gruppi: in primo luogo gli ebrei; in secondo luogo i musulmani; in terzo luogo quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e non conoscono la chiesa, ma cercano Dio con cuore sincero e si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso la coscienza; in quarto luogo quelli che, senza colpa, non sono ancora giunti a conoscere espressamente Dio, ma ciò nonostante si sforzano di condurre una vita retta (Lumen gentium, n. 16). (Nota mia, quelli del “quarto luogo” credo che siano gli atei e i pagani che venerano dei stranieri. Dico questo perché noi, gli ebrei e i musulmani veneriamo lo stesso Dio).
                      69. I doni che Dio offre a tutti gli uomini per condurli alla salvezza si fondano, secondo il concilio, sulla sua volontà salvifica universale (Lumen gentium, nn. 2.3.16; ‘Ad gentes’, n. 7). L’affermazione che anche i non cristiani sono ordinati al popolo di Dio si fonda sul fatto che la chiamata universale alla salvezza include la vocazione di tutti gli uomini all’unità cattolica del popolo di Dio (Lumen gentium, n. 13). Il concilio osserva che l’intima relazione delle due vocazioni si fonda sull’unica mediazione di Cristo, che si rende presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la chiesa (Lumen gentium, n. 14).”

                      Ora, io credo in ciò che affermano i documenti più recenti, perché come ho già detto è totalmente in antitesi con l’annuncio di un Dio d’amore che è morto per noi l’idea che tutti i non cristiani e persino i cristiani di altre denominazioni che hanno versato il proprio samgue da martiri siano condannati all’inferno, il punto, quello che volevo sottolineare, è il cambiamento oggettivo a livello dottrinale.

                      Tutto li. Io non ho problemi ad accettarlo, semmai avrà dei problemi ad accettarlo chi immagina una fantasiosa continuità assoluta lungo tutti i 2000 anni.

                  • lorenzo ha detto:

                    Altro modo molto in voga di deformare la verità è quello di non citare esattamente una frase in modo da poterne farne un commento perfettamente in linea con le proprie opinioni fallaci.

                    Se infatti la frase esatta è: “… se prima della morte non saranno stati ad essa riuniti;”, quel “saranno stati” può benissimo essere esplicitato, come ha fatto giustamente rilevare il Magistero successivo, in un intervento esterno che, sulla base di una Giustizia e di una Sapienza che sfugge alla nostra limitata visuale, li riunirà al “Corpo Mistico”.

                    Se invece la frase viene modificata in: “… a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite;”, eliminando cioè quel “saranno stati” che è in grado di esprimere molto meglio di quanto non faccia il semplice “siano” un’azione esterna alla persona stessa, si può benissimo sostenere, errando, che il Concilio di Firenze “manda alla perdizione eterna tutti coloro che in vita non sono stati convinti ad entrare nella Chiesa Cattolica”.

                    Se trovi altri errori dottrinali nella Bolla “Cantate Domino”, fammelo sapere: https://w2.vatican.va/content/eugenius-iv/it/documents/bulla-cantate-domino-4-febr-1442.html

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Per Lorenzo

                      “Se infatti la frase esatta è: “… se prima della morte non saranno stati ad essa riuniti;”, quel “saranno stati” può benissimo essere esplicitato, come ha fatto giustamente rilevare il Magistero successivo, in un intervento esterno che, sulla base di una Giustizia e di una Sapienza che sfugge alla nostra limitata visuale, li riunirà al “Corpo Mistico”.”

                      Se intendi ciò che ho riportato nei giorni scorsi, ovvero che ad ogni uomo viene offerta la salvezza in punto di morte, prima che l’anima entri definitivamente nell’eternità (e bastano pochi istanti) e che sta alla sua libertà accettarla o rifiutarla, vedi qui, riporto di nuovo lo scritto del tomista Padre Cavalcoli

                      http://isoladipatmos.com/wp-content/uploads/2016/06/01.06.2016-Giovanni-Cavalcoli-MISERICORDIA-E-CONDANNA-ETERNA-TRA-IL-CAPPUCCINO-DELLA-MISERICORDIA-ED-I-CORNETTI-ANONIMI.pdf
                      “Col sopravvenire della morte, l’anima si separa dal corpo. Resta in- dubbiamente dotata del libero arbitrio e può esercitarlo riguardo alle creature e a se stessa, ma non può più esercitarlo nella scelta o meno di Dio, perché questa è una scelta definitiva e irrevocabile, che al momento della morte l’anima fa per sempre, senza poter più avere ripensamenti o tornare sulla sua scelta, come aveva possibilità di fare in vita. In questo momento, infatti, inizia il tempo ― detto propriamente “eviternità”12 ― della retribuzione eterna, paradiso o inferno. Il purgatorio è un periodo di preparazione al paradiso.
                      L’anima può oscillare riguardo a Dio durante la vita terrena, perché in quelle condizioni Dio non le appare svelatamente ed immediatamente nella sua infinita amabilità, sì da obbligarla ad aderire a Lui in modo assoluto e senza incertezze, ma la seduzione del peccato e del demonio esercita su di lei un certo influsso, che tende ad allontanarla da Dio.
                      Da qui la possibilità ora di aderire a Dio, ora di rifiutarlo. Invece, al momento della morte, nel quale l’anima si separa dal corpo, Dio Si offre con chiarezza per l’ultima volta come oggetto di scelta. Per l’ultima volta Egli offre la sua misericordia salvifica. È l’ultima chance. Se la misericordia è rifiutata, resta la giustizia, ossia la dannazione.
                      A questo punto, l’anima può scegliere per sempre con totale certezza, per cui, di ciò che sceglie ― o Dio o contro Dio ―, non potrà non essere per sempre certa, a differenza di quanto avveniva nella vita terrena, durante la quale, per l’oscurità dell’esistenza e l’oscillazione della volontà, poteva sempre mettere in discussione la scelta fatta.”

                      Ecco perché tutti, a partire dai cattolici morti in peccato senza potersi confessare (ad esempio in una rissa o in un incidente) per arrivare agli induisti e agli atei, hanno la possibilità di morire in stato di Grazia e di salvarsi (seppur passando per un buon 99% dei casi dal Purgatorio).

                      Ma dimmi, tu credi davvero che questa comprensione ci fosse nella Chiesa dell’epoca? Assolutamente no. Ma non c’è bisogno di tornare al XV secolo (l’epoca del Concilio di Firenze), basta tornare al 1950, in epoca pre conciliare.

                      Mio nonno era ragazzino a quei tempi, e gli veniva insegnato, dai soliti braghettoni sessuofobi, che se si toccava e poi usciva di casa e finiva sotto una macchina sarebbe finito dritto all’inferno.

                      Perciò figurati cosa si pensava, al tempo del Concilio di Firenze, di ortodossi, islamici, ebrei e così via. Erano ritenuti tutti già dannati, non c’era la comprensione esternata nello scritto di Padre Cavalcoli e negli scritti del CVII, al tempo.

                      Perciò ritorniamo a quello che dicevo: c’è stata oggettivamente una grande evoluzione dottrinale, un cambiamento sia di forma che di sostanza.

                      Perciò, ricapitolando

                      “Se infatti la frase esatta è: “… se prima della morte non saranno stati ad essa riuniti;”
                      ebbene,non cambia assolutamente nulla.
                      Infatti ciò che ho riportato io, ovvero

                      “La Santa Romana Chiesa crede, professa e proclama fermamente che tutti coloro trovantisi al di fuori della Chiesa Cattolica, non solamente i pagani ma anche gli Ebrei o gli eretici e gli scismatici, non possono condividere la vita eterna ed andranno nel fuoco eterno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli [Matteo 25:41], a meno che essi siano uniti alla Chiesa prima della fine delle loro vite; che l’unità di tale corpo Ecclesiastico (Ecclesiastici corporis) è di tale importanza che solamente per coloro i quali abitano in esso i Sacramenti della Chiesa contribuiscono alla salvezza ed i digiuni, l’elemosina ed altre opere di pietà e pratiche della milizia Cristiana producono ricompense eterne; che nessuno può essere salvato, non importa quanto egli abbia elemosinato, anche se egli avesse asperso sangue nel nome del Cristo, a meno che abbia perseverato nel petto e nell’unità della Chiesa Cattolica.”

                      Come dalla mia fonte, ha lo stesso significato. “A meno che essi siano uniti” alla Chiesa prima della fine delle loro vite non esclude in modo assoluto (devo comunque controllare il testo originario in latino per vedere quale delle due forme di traduzione sia più corretta),in linea di principio, un intervento esterno da parte di Dio, infatti anche quando il corpo è morto prima che l’anima si separi dal corpo occorre qualche istante, nel quale Dio può unire l’anima al corpo mistico rimettendo i suoi peccati, a patto che ella Lo accetti.

                      Il punto è che questo intervento esterno non era contemplato, come non era contemplata l’idea del Concilio Vaticano II per la quale anche i non cristiani sono ordinati, in maniera diversa, al popolo di Dio.

                      E non è certo una differenza in un verbo a cambiare le cose, a cambiare il fatto che all’epoca tutti gli ebrei, gli islamici, gli ortodossi eccetera erano ritenuti anime perdute.

                      Vuoi un’altra conferma su ciò che si pensava ad esempio degli ebrei? Bene! Cito sempre dalla cantate domino
                      “La chiesa crede fermamente, professa e insegna che le prescrizioni legali dell’antico Testamento, cioè della legge mosaica, che si dividono in cerimonie, sacrifici sacri e sacramenti, proprio perché istituite per significare qualche cosa di futuro, benché adeguate al culto divino in quell’epoca, dal momento che è venuto il nostro signore Gesù Cristo, da esse prefigurato, sono cessate e sono cominciati i sacramenti della nuova alleanza. Essa insegna che pecca mortalmente chiunque ripone, anche dopo la passione, la propria speranza in quelle prescrizioni legali e le osserva quasi fossero necessarie alla salvezza, e la fede nel Cristo non potesse salvare senza di esse. La chiesa non nega tuttavia che nel tempo che intercorre tra la passione del Cristo e, la promulgazione dell’Evangelo, esse potessero osservarsi, anche se non fossero ritenute necessarie alla salvezza. Ma dopo l’annuncio del Vangelo non possono più essere osservate, pena la perdita della salvezza eterna. Essa, quindi, denuncia come separati dalla fede del Cristo e esclusi dalla vita eterna, salvo che si pentano dei loro errori, tutti quelli che, dopo quel tempo, osservano la circoncisione, il sabato e le altre prescrizioni legali. Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.”

                      Addirittura circoncidersi ANCHE SENZA RIPORVI ALCUNA SPERANZA (ovvero essendo già cristiani in tutto e per tutto e credendo la Chiesa Cattolica e nella divinità del Salvatore) condannava irrimediabilmente alla pena eterna. Oh, è scritto nero su bianco eh. Riporto di nuovo

                      “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.

                      Perciò figurati se poteva salvarsi chi la praticava riponendoci speranza, come gli ebrei. Vediamo se riuscirai a trovare qualche via di fuga da azzeccagarbugli anche qui. 😀 😀 😀 😀 😀

                      Poi c’è appunto stato uno sviluppo nel Magistero, grazie a Dio, ma ciò che era creduto all’epoca era ben diverso.

                    • lorenzo ha detto:

                      “… ma ciò che era creduto all’epoca era ben diverso.”
                      Adesso mi è tutto chiaro: tuo nonno, illuminato dallo Spirito Santo, ti ha reso edotto su quello che si credeva all’epoca.
                      Cosa vuoi, io so rimasto all’antica e mi affido al Magistero…

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Ribadisco di nuovo

                      Cito sempre dalla cantate domino

                      “La chiesa crede fermamente, professa e insegna che le prescrizioni legali dell’antico Testamento, cioè della legge mosaica, che si dividono in cerimonie, sacrifici sacri e sacramenti, proprio perché istituite per significare qualche cosa di futuro, benché adeguate al culto divino in quell’epoca, dal momento che è venuto il nostro signore Gesù Cristo, da esse prefigurato, sono cessate e sono cominciati i sacramenti della nuova alleanza. Essa insegna che pecca mortalmente chiunque ripone, anche dopo la passione, la propria speranza in quelle prescrizioni legali e le osserva quasi fossero necessarie alla salvezza, e la fede nel Cristo non potesse salvare senza di esse. La chiesa non nega tuttavia che nel tempo che intercorre tra la passione del Cristo e, la promulgazione dell’Evangelo, esse potessero osservarsi, anche se non fossero ritenute necessarie alla salvezza. Ma dopo l’annuncio del Vangelo non possono più essere osservate, pena la perdita della salvezza eterna. Essa, quindi, denuncia come separati dalla fede del Cristo e esclusi dalla vita eterna, salvo che si pentano dei loro errori, tutti quelli che, dopo quel tempo, osservano la circoncisione, il sabato e le altre prescrizioni legali. Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.”

                      Addirittura circoncidersi ANCHE SENZA RIPORVI ALCUNA SPERANZA (ovvero essendo già cristiani in tutto e per tutto e credendo la Chiesa Cattolica e nella divinità del Salvatore) condannava irrimediabilmente alla pena eterna. Oh, è scritto nero su bianco eh. Riporto di nuovo

                      “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.

                      Se riesci a dare un altro significato pure a queste parole, in modo da poter dire che anche la Chiesa di allora credeva che gli ebrei, gli ortodossi, gli islamici è così via potessero salvarsi, fammelo sapere.

                    • lorenzo ha detto:

                      Se non riesci a comprendere che quelle affermazioni sono perfettamente in linea con il Magistero non so cosa farci: ti consiglierei di prendere in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica e di iniziare a studiarlo…
                      Ciao.

                    • Vincent Vega ha detto:

                      Non c’è niente da fare. Io riporto una affermazione Ex cathedra dove vien detto che “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.” e tu mi dici che è perfettamente in linea col Catechismo, e che oggi la Chiesa crede che se un cattolico si circoncide e poi dopo essersi circonciso muore subito (senza potersi pentire) si danna.

                      È davvero incredibile la capacità dei normalisti di vedere nei testi quello che vogliono vedervi, invece di ciò che i testi dicono. Ci riprovo di nuovo.

                      Questa frase

                      “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.”

                      Ex cathedra, indica che perfino coloro che sono cattolici, se praticano alcune usanze ebraiche, anche senza riporci alcuna speranza di salvezza (ovvero essendo pienamente credenti in Cristo e nella Chiesa) sono dannati. Riporto di nuovo sulla circoncisione “non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.” e questa viene da un’affermazione ex cathedra.

                      Vediamo dove arriva la negazione della realtà. Dimmi in quale dei documenti post Conciliari (Catechismo incluso) è insegnata una roba del genere, avanti. Nel documento che ho riportato io c’è scritto a caratteri cubitali ed ex cathedra (quindi non è da sottoporre a interpretazione, poiché le affermazioni ex cathedra sono definitive e definitorie per tutti i cattolici che verranno nei secoli successivi) che le prescrizioni legali dell’At “non possono più essere osservate, pena la perdita della salvezza eterna. Essa, quindi, denuncia come separati dalla fede del Cristo e esclusi dalla vita eterna, salvo che si pentano dei loro errori, tutti quelli che, dopo quel tempo, osservano la circoncisione, il sabato e le altre prescrizioni legali”.

                      Non solo. Dice anche, lo ripeto per l’ennesima volta volta, che “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.”

                      In altre parole, se io dovessi circoncidermi, secondo quell’affermazione mi dannerei, anche se rimanessi cattolico. Ed è una affermazione ex cathedra, ovvero non soggetta a revisione.

                      Molto bene, dimmi come quell’affermazione si concilia con queste

                      http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1997_cristianesimo-religioni_it.html#II.4.%20ECCLESIA,%20UNIVERSALE%20SALUTIS%20SACRAMENTUM

                      “La questione principale non è oggi se gli uomini possano raggiungere la salvezza anche se non appartengono alla chiesa cattolica visibile: questa possibilità è considerata come teologicamente certa. “
                      Dei non cristiani si dice che, in modo diverso, sono ordinati al popolo di Dio. Secondo i vari modi in cui la volontà salvifica di Dio abbraccia i non cristiani, il concilio distingue quattro gruppi: in primo luogo gli ebrei; in secondo luogo i musulmani; in terzo luogo quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e non conoscono la chiesa, ma cercano Dio con cuore sincero e si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso la coscienza; in quarto luogo quelli che, senza colpa, non sono ancora giunti a conoscere espressamente Dio, ma ciò nonostante si sforzano di condurre una vita retta (Lumen gentium, n. 16). (Nota mia, quelli del “quarto luogo” credo che siano gli atei e i pagani che venerano dei stranieri. Dico questo perché noi, gli ebrei e i musulmani veneriamo lo stesso Dio).
                      69. I doni che Dio offre a tutti gli uomini per condurli alla salvezza si fondano, secondo il concilio, sulla sua volontà salvifica universale (Lumen gentium, nn. 2.3.16; ‘Ad gentes’, n. 7). L’affermazione che anche i non cristiani sono ordinati al popolo di Dio si fonda sul fatto che la chiamata universale alla salvezza include la vocazione di tutti gli uomini all’unità cattolica del popolo di Dio (Lumen gentium, n. 13). Il concilio osserva che l’intima relazione delle due vocazioni si fonda sull’unica mediazione di Cristo, che si rende presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la chiesa (Lumen gentium, n. 14).”

                      Li c’è scritto che gli ebrei sono abbracciati dalla volontà salvifica di Dio, e che possono salvarsi anche se non si convertono. Nella cantate domino è scritto non solo che tutti coloro fuori della Chiesa Cattolica si danneranno, ma addirittura che anche un cattolico che segua alcune prescrizioni legali dell’At sarà dannato.

                      Cito di nuovo dalla cantate domino

                      “Comanda dunque, senza eccezione, a tutti quelli che si gloriano del nome di cristiani di non praticare la circoncisione sia prima che dopo il battesimo perché, anche se uno non vi ripone alcuna speranza, non può in alcun modo essere praticata senza perdere la salvezza eterna.”

                      Forza, dimmi come sono conciliabili queste due affermazioni. Avanti, caro normalista. 🙂

                    • lorenzo ha detto:

                      Copti e nazirei

  • Max ha detto:

    E ricominciamo…

  • Dom ha detto:

    Mi rallegro per questo articolo e vi ringrazio per la compagnia.
    Sapete, non è per nulla facile essere cristiani e vivere da cristiani.
    Ultimamente sto subendo tante prove. Ho come la sensazione di avere i bastoni tra le ruote…
    E’ un momento duro. Gli ultimi tre anni non sono stati facili a dire il vero, però la situazione è precipitata.
    Forse, non è bello dirlo, ma nella vita occorre essere cauti con i giudizi, soprattutto quando la vita sorride.
    Mi trovo in un difficile guado.
    Il diavolo mi si para davanti ogni 5 minuti e vuole provocarmi. So che è così.
    Purtroppo non riesco a pregare come un tempo, perché lo sconforto sta prevalendo. Perché credo di non poter cambiare la situazione.
    Per dirvi tutto, non vorrei essere patetico, ho combinato un po’ di disastri. Ma, eppure, non riesco a capirne le mie responsabilità. Voglio dire, ci vedo molto “gli eventi”. Ero innamorato di una ragazza che non viveva vicino e da tanto tempo non riesco a dimenticarla. Da sempre. Purtroppo, ho provato a “spegnere” quell’amore, su consiglio di amici e parenti, ma il risultato è che ho sbagliato con altre persone che si sono sentite deluse da me quando io mi sono sentito non capito. Dov’è la mia responsabilità?
    Lo so tutta la storia del libero arbitrio, lo ripetuta tante volte a me stesso, ma nonostante non riesco a comprendere cosa avrei dovuto fare.
    Ora sento di aver sbagliato anche nel settore lavoratore. Mi sento uno sconfitto, un fallito.
    Vorrei migliorare.
    So che ci sono mille, anzi tremila cose più importanti della mia misera vita, come la fame nel mondo e tutto il resto, non vi chiedo di pregare affinché risolvessi i miei problemi “toc” , da bacchetta magica. Vorrei che le vostre preghiere (ricordatemi per ultimo) mi aiutassero ad intraprendere la giusta strada e di confermare la mia fede. Grazie.