L’Antico Testamento esprime una verità morale, indipendente da quella storica
- Ultimissime
- 12 Mag 2016
di Giovanni Ibba*
*docente di Ebraistica alla Facoltà teologica dell’Italia centrale
da ToscanaOggi.it, 29/03/16
Alla fine dell’Ottocento ci fu una discussione piuttosto accesa in America: la Bibbia dice il vero, oppure, analogamente a quanto avviene in buona parte della letteratura antica, può presentare racconti di tipo mitico?
In sostanza, la discussione nacque nel momento in cui si cominciarono a usare criteri scientifici nella lettura del testo sacro, creando così il timore di uno svilimento dei contenuti che esso presenta. In estrema sintesi, si trattava di uno scontro tra un movimento detto «fondamentalista» e uno «razionalista» (o del «modernismo»). Nota è per esempio la questione sul racconto della creazione che si trova nella Genesi: si tratta di mito o invece il cosmo, la terra e l’uomo si sono davvero formati così? Sorse così un movimento «creazionista» contrapposto a uno «evoluzionista». Ancora oggi, negli USA in particolare, molti studenti devono scegliere fra insegnamenti scolastici «creazionisti» ed «evoluzionisti».
Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha assunto totalmente il principio che è necessario usare tutti i criteri scientifici a disposizione per interpretare la Bibbia, considerando che essa, pur essendo ispirata da Dio, è comunque stata scritta da uomini vissuti in epoche diverse, con problematiche differenti e, soprattutto, con modalità e categorie culturali a volte molto lontane l’una dall’altra. La Parola di Dio non è espressa in un modo «fondamentalista», per così dire, ma deve essere interpretata correttamente anche a partire dai dati della storia, dell’archeologia, della paleografia, della filologia, della papirologia, della storia delle religioni, della critica testuale e di altre ancora.
Ad esempio, la storicità della narrazione di Mosè è stata messa in discussione già da molto tempo. In effetti, le componenti delle vicende narrate, soprattutto nel libro dell’Esodo, restano ancor oggi controverse. Per fare un esempio: se io leggo la versione ebraica dell’Esodo vedo, soprattutto nell’ultima parte del libro, un materiale diverso, o anche disposto diversamente, rispetto a quello della sua versione greca (la famosa traduzione dei Settanta), che era avvenuta a partire dal III secolo a.C. Il testo ebraico che usiamo di solito è quello detto Masoretico, che però è di un codice medievale. La versione greca, a quale originale ebraico faceva riferimento? Quindi, a quale testo devo rivolgermi per sapere come erano davvero andate le cose? E poi, anche se trovassimo l’originale del libro dell’Esodo, dobbiamo leggerlo come se fosse una fonte storica, ossia come un documento attestante un fatto sicuramente accaduto, e in quelle modalità? Il testo usato nella Chiesa cattolica oggi, tiene conto di tutte queste problematiche. Mosè probabilmente è esistito, ma è anche probabile che la sua storia si sia caricata di fatti e di simboli che oltrepassano il dato storico. Verosimile che sia mitica la narrazione del bambino lasciato nel Nilo e poi trovato dalla figlia del Faraone, o anche quella dell’episodio del mar Rosso.
Tuttavia, rimane fermo il contenuto religioso del testo. Che i fatti narrati corrispondano o meno perfettamente a quanto davvero accaduto – cosa che peraltro non sapremo mai, a meno di avere una macchina del tempo- sul piano dei contenuti religiosi non cambia niente. Per il credente non deve essere importante fare un’operazione del tipo «La Bibbia aveva ragione», tentativo estremo di usare l’archeologia per dimostrare «scientificamente» che tutto quello che vi si trova scritto è avvenuto sine glossa, ma piuttosto deve essere per lui importante capire come Dio, attraverso linguaggi e culture lontane da quelle di oggi, abbia espresso un pensiero che è oggi ancora valido. Il sistema è quello, detto molto sinteticamente, di distinguere l’esegesi dall’ermeneutica, ossia di distinguere quello che doveva essere il significato del testo all’epoca in cui era stato composto, e dunque da persone con una cultura molto diversa dalla nostra, e quello, tenuto conto dell’esegesi, che il testo ci dice ancora oggi, con la nostra cultura e i nostri problemi.
L’importante è non contrapporre mai la scienza alla Bibbia. Si tratta di due linguaggi diversi che non vanno confusi. La scienza serve alla religione, e la religione alla scienza, ma sono due cose differenti. Il primo mi serve per spiegare come avvengono le cose, e anche eventualmente le cause di queste cose; la Bibbia, piuttosto, mi spiega il perché (ossia: riguarda la questione del senso del vivere e del cosmo). La Bibbia, in ultima analisi, è per il credente un insieme di testi ispirati da Dio, i quali pertanto contengono una verità importante per la vita. Gli uomini che l’hanno scritta, che sono stati ispirati da Dio, rimangono uomini. Per questo è necessario distinguere il mezzo culturale dalla fonte stessa dell’ispirazione; diversamente, ci troveremmo nella situazione di non sapere cosa rispondere alle eventuali contraddizioni storico-letterarie che talvolta i testi biblici possono presentare, e dunque mettere (o far mettere) in discussione la stessa fede in Dio.
10 commenti a L’Antico Testamento esprime una verità morale, indipendente da quella storica
La Bibbia fu scritta dagli uomini e chi crede che questi furono ispirati da Dio lo fanno da una posizione prettamente fideistica, quindi non discutibile con le armi della razionalità.
Il problema, caro Fran, è l’esistenza di Dio, se Dio esiste allora è possibile che abbia inspirato gli autori della Bibbia. Affermare che Dio non esiste è anch’essa una posizione prettamente fideistica quindi, secondo il tuo ragionamento, non sarebbe discutibile con le armi della razionalità. Di conseguenza per essere coerente devi ammettere che siamo allo stesso livello e affermare che la Bibbia è scritta da uomini non è né più, né meno fideistico che affermare il contrario.
Ahaha da agnostico considero la tua obiezione elementare e superficiale, facevi prima a dire “la chiesa ruba” o “la religione è roba da medioevo”, tesi originali quanto la tua.
“Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti.”
….. Che i fatti narrati corrispondano o meno perfettamente a quanto davvero accaduto – cosa che peraltro non sapremo mai, a meno di avere una macchina del tempo- sul piano dei contenuti religiosi non cambia niente…….Dice l’articolo
Mi sia concesso fare notare che grazie al contributo della scienza (geologia, antropologia, cosmologia, archeologia ecc..) alla cofutazione della religione, è di avere dimostrato che i testi sacri, biblici in primis (ma non solamente) sono quasi interamente falsi là dove quello che affermano è verificabile !
-Che io sappia, nessuna delle predizioni della Bibbia si è avverata. Ma, naturalmente, i predicatori sono abbastanza scaltri per fare credere al loro gregge che molte profezie bibliche –con prove accertate (SIC !)- si sono avverate….
P.S. : La Parola “uccidere” viene utilizzata più di un migliaio di volte nella Bibbia, e nella maggior parte dei casi gli assassini si vantano del loro atto e rendono gloria a Dio ! –No Comment….
Per i cristiani l’Antico Testamento va letto alla luce del Nuovo, Pendesini. È strano che un uaarino come lei (meno male che adesso si firma mettendo prima il nome del cognome e non viceversa, che sembrava di essere in Questura) non lo sappia.
E il Nuovo Testamento, come storicità, è su tutto un altro livello, basti pensare alle lettere di Paolo, tipo la prima lettera ai Corinzi scritta solo 20 anni dopo la morte di Cristo, e Paolo era uno che conosceva molto bene Pietro e gli altri apostoli che avevano visto le gesta di Gesù.
Mi faccia sapere quando la sua Uaar, della quale è sempre stato attivo commentatore, tornerà a pubblicizzare agronomi che si spacciano per storici come il fu Luigi Cascioli http://www.uaar.it/news/2006/01/05/luigi-cascioli-ateo-superstar/
Saluti.
Caro Vincent Vega :
Frequento da anni il sito UAAR, come frequento il sito UCCR e ben altri siti culturali, non italiani, che ritengo interessanti… Non vedo dov’è il problema ! Vorrei inoltre precisarle che non sono ne il portavoce ne l’avvocato dell’UAAR, e mi è già capitato –anche se molto raramente- di non condividere certi argomenti od articoli del loro sito !
Seguito al suo suggerimento ho dato un’occhiata all’iniziativa di Luigi Cascioli che «Ha denunciato il parroco del proprio paese per “abuso della credulità popolare”: e ora il parroco dovrà spiegare in tribunale quali prove dimostrano l’esistenza storica di Gesù Cristo. L’iniziativa di Luigi Cascioli ha conquistato spazio sui giornali di mezzo mondo, ma non in Italia. ».
Non capisco pero’ la sua critica relativa a Luigi Cascioli giustificata -secondo lei- dal fatto che non è uno storico bensi un agronomo ! A questo punto vorrei farle notare che un agronomo potrebbe benissimo –come autodidatta- conoscere bene certi dati della storia.
Per sua informazione : conosco personalmente una persona a Bruxelles che ha costruito degli orologi astronomici complicatissimi pur NON essendo orologiaio ! Questo esempio non è unico e non si limita ad una sola attività.
Come vede il diploma non è sempre indispensabile per accedere a certe attività, capita a volte che autodidatti siano più esperti da gente con fior di diplomi, non falsi, ma autentici ; in particolare di coloro che qualche anni fa partecipavano all’esame di gruppo made in Italy…..
E i predicatori di cui parla sono gli evangelici protestanti e i testimoni di Geova (questi ultimi, i Tdg, non possono nemmeno essere chiamati cristiani dato che rifiutano la divinità di Cristo) non certo i cattolici. Comunque le sue prese in giro non sono nuove, le abbiamo subite da subito, fin da quando venne costituita la Chiesa primitiva.
1 Cor 1,18
“La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.”
Ma LEI viene in questo forum per aumentare il suo livello di autostima o per autoconvincersi che quello in cui crede deve per forza essere vero?…
TEMPO PERSO IN ENTRAMBI I CASI:
Ritorni nel mondo degli ERUDITI.
Poi, pero’, bisogna spiegare – a proposito del passaggio del mar Rosso – perche’ gli ebrei si sono presi la briga di festeggiare l’avvenimento – se, come dice l’autore, e’ una pia leggenda – addirittura con la piu’ importante festa della loro religione: Pesah, ovvero la pasqua ebraica. Non solo. Tutti gli shabbath, l’avvenimento viene ricordato in famiglia. Un po’ strano per un mito.