Conversioni, quando l’imprevisto cambia la vita in Cina e a Taiwan
- Ultimissime
- 06 Mag 2016
La direzione di un importante canale televisivo di Taiwan, il Kuangchi Program Service, ha voluto creare un format sul messaggio di Papa Francesco, così la famosa e atea conduttrice ha iniziato ad informarsi su questo sconosciuto e sulla sconosciuta Chiesa cattolica, iscrivendosi di mala voglia ad un corso di catechesi.
E’ nata in questo modo la conversione di Chou Yong-Mei (nella foto, al centro) 20 anni di lavoro in televisione alle spalle, che negli ultimi due ha lavorato in maniera ininterrotta per la creazione di una lunga serie televisiva sulla vita del Pontefice, in onda proprio da pochi giorni con il titolo “Oh my God!”.
«All’inizio sono stata contattata per stendere una bozza per una serie di video della durata di sette minuti su papa Francesco», ha spiegato la donna. «Ho cominciato a leggere i suoi messaggi, la sua biografia e ad ascoltare alcuni contenuti. Ho capito subito che non si poteva fare una cosa ridotta, così ho chiesto alla presidente di progettare un programma serio con puntate di mezz’ora ciascuna. I contenuti di papa Francesco erano troppo importanti da presentare nella loro integrità, con esempi vissuti da persone reali nella vita reale. Dovevo informarmi e aggiornarmi, non ero cattolica. Ho deciso di iscrivermi al catechismo per capire come funziona il tutto. Quando ho incontrato le persone reali, in carne e ossa, all’interno della comunità cattolica, ho visto la loro dedizione e la forza della loro fede. Sono stata impressionata dalla quantità e dalla qualità del servizio prestato da molti membri della comunità e da molte istituzioni che non sapevo nemmeno fossero cattoliche».
Ha scelto di filmare in particolare «il lavoro delle comunità cattoliche, soprattutto per quanto riguarda l’attenzione ai bisognosi o all’impegno di molti fedeli e religiosi “sconosciuti” ai media. Ci siamo concentrati sulle realtà più periferiche, i villaggi e le campagne di Taiwan, quelli che non appaiono in prima pagina». Poco a poco, però, «partecipare al catechismo non è stato solo legato al fine di trovare informazioni, si è trasformato in una ragione di vita. Ho capito che la forza che veniva dalle persone che incontravo proveniva dalla scelta di fede che avevano fatto. Così mi sono convinta che dovevo chiedere il battesimo. I contenuti del programma sono rappresentati dal grande lavoro che i cattolici fanno per la società, non solo all’interno della Chiesa. Non mettiamo in onda papa Francesco per venerarlo, così come non riprendiamo fedeli, suore o preti per farne degli eroi, ma presentiamo il lavoro di un’intera comunità sostenuta da grandi ideali per la vita comune, attenta ai problemi di ogni giorno. Mi sembra questo lo spirito di papa Francesco».
Un’altra sorprendente conversione è quella di Yan Xu, un artista della Cina centrale. Triste dopo il licenziamento dal lavoro, ha vagato per la città con un album da disegno, realizzando schizzi degli edifici urbani. «E’ così che ho trovato la cattedrale di S. Giuseppe», ha raccontato. «Era magnifica, bellissima. Ci sono tornato altre volte, il terzo giorno mi si è avvicinato un sacerdote cattolico e abbiamo iniziato a parlare. Per anni avevo trascurato la religione e volevo sapere di più sulla fede. Ho iniziato a partecipare alla Messa domenicale, pregavo il Signore di mostrarmi la via anche se non ero cattolico». Dopo sette anni, nella Pasqua del 2011, Yan ha chiesto il battesimo cattolico.
«La Cina è lontano da Roma», ha spiegato, «ma i cattolici cinesi pregano sempre perché il Papa potrà visiterà la nostra terra, un giorno, in futuro. La Repubblica Popolare è un paese socialista, la maggior parte delle persone non ha preferenze religiose. Amo la mia Chiesa, ci sono tanti meravigliosi giovani cattolici». Tra le principali difficoltà nel vivere la fede in Cina c’è la mancanza dei giorni festivi, soprattutto per la vigilia del Natale, il giorno di Natale, il Venerdì Santo, la veglia pasquale e l’Assunzione della Vergine Maria. «Se si desidera partecipare alle celebrazioni si deve chiedere un giorno di ferie».
La redazione
12 commenti a Conversioni, quando l’imprevisto cambia la vita in Cina e a Taiwan
Papa Francesco mi dà l’impressione di essere un vero “pescatore di anime”… possa lo Spirito Santo tenerlo sempre per mano.
Viva Cristo Re
Martedì alle 18:30 ho deciso di partire per il Vaticano per le 03:30 del mattino di mercoledì, tutto all’ultimo. Il Papa l’ho visto a un metro di distanza; l’ho chiamato e si è girato verso di me mentre passava. Mi sono rimasti impressi i suoi occhi molto vispi per la sua età. Dal vivo rende molto di più sinceramente parlando.
Ma toglietemi una curiosità: anche una persona che non è mai stata bene informata sulla religione, semplicemente per ignoranza culturale o lontananza del suo paese di origine da essa, è. considerata “atea”?
Perchè mi immagino un dialogo tra un tizio a caso e l’onnipotente al momento del trapasso, roba del tipo:
“All’inferno, incredulo!”
“Ma mio signore, a me non hanno mai spiegato bene il cristianesimo, purtroppo sono ignorante e il mio paese mi ha cresciuto con una mentalità non religiosa!!”
“Cazzi tuoi!”
Sarebbe brutto.
Anche senza condizioni ambientali particolari, la situazione che tu proponi è di fatto la normalità: anche il più convinto credente ha appreso ciò in cui ora crede, da qualcuno che glielo ha inculcato. Nessuno ha avuto contatti diretti o colloqui personali. È solo un grande passaparola. Libri copiati da libri.
Inculcato….
Ma io dico..solo un po’ di rispetto per i poveri Dementi.
Non è mica un insulto: insegnare qualcosa ripetendolo. È così che avviene l’insegnamento del catechismo.
Ci sono passato anch’io e so come avviene. Forse l’insegnante di allora è nel purgatorio, per essersi lasciata sfuggire un’anima di cotanto valore! 🙂
O forse è andata in Paradiso da martire visto il soggetto con cui ha avuto a che fare.
Oh Sophie, non essere così crudele. Credo che, se davvero abbiamo un’anima, la mia mi sta vicina vicina perché mi vuole molto bene…
Insegnando qualcosa dimostrandolo direi piu’ Che ripetendolo..
Ad ” Arancia Meccanica” non ci siamo ancora arrivati..:)
Comunque klaud, tu parti bene ma poi, pero’, ti perdi un pezzo..secondo me.
Il problema dei credenti non e’ convincersi di credere …in realta’ molti di loro potrebbero riportarti mille fatti per Cui Hanno fatto dell’inculcamento una reata’ di vita.
Il problema sono coloro Che non credono per Cui, quegli stessi fatti, non saranno altro che autoconvinzioni creati dall’inculcamento stesso.
Sta a Chi crede dimostrare Il contrario e sta a Chi non crede cercare di vedere oltre il proprio e l’altro inculcamento.
Dio fa il resto.
Dimentichi le esperienza mistiche e quelle di pre-morte… e anche il fatto che i Vangeli hanno riportato la voce di chi ha conosciuto Gesù.
Se posso suggerirti una lettura: “Il Paradiso per davvero” di Todd Burpo con Lynn Vincent (titolo originale “Heaven is for real”) collana best BUR 2015. Si sente il fatto sia scritto da protestanti, ma è carino, di facile lettura e reperibile in biblioteca.
Viva Cristo Re
Credi che in questi casi Cloud Dio farebbe come è scritto nel vangelo di Matteo (25, 31) per cui tra tutti gli esseri umani vengono salvati i “giusti” in base al loro comportamento nei confronti degli altri uomini
Sarebbe orribile, altro che brutto!
Personalmente penso che siano le anime a rifiutare Dio, più che Dio a spedirle all’inferno…
Ti condenso una storia raccontata da padre Amorth (presidente onorario a vita degli esorcisti italiani) … la Madonna si rivolge a Satana chiedendogli “Se tu potessi tornare indietro, cosa faresti?” “Rifarei esattamente le stesse cose”.
In questa storia è implicita un’apertura all’Avversario stesso, che però viene costantemente rifiutata.
Questa per me è la tragedia nella tragedia della dannazione: è una scelta dal dannato, eternamente rinnovata in ogni momento.
Sempre riportato da padre Amorth è il fatto che l’inferno sia l’unico luogo non creato da Dio, ma con-creato da tutti coloro che lo abitano.
Nello stesso tenore è, in fondo, la parabola “del Padre Buono” (più conosciuta come “del Figliol Prodigo”)… Dio accoglie chi torna pentito, ma rispetta la libertà di chi vuol rimanere lontano.
Non a caso la Chiesa ha un canone dei Santi, ma non si è mai sognata di scrivere un canone dei dannati, nemmeno nei suoi momenti più cupi. Cristo ha sempre sottolineato che “Dio è il padrone del sabato” e gli uomini non devono cercare di dettarGli regole.
Poi sul fatto che più una persona abbia credenze vicina alla vera religione, più abbia possibilità di accettare Dio per quello che è proprio non ci piove.
Spero di averti risposto in modo chiaro e completo, in caso contrario, e se ti fa piacere, approfondiremo.
Viva Cristo Re