Il convertito Peter Hitchens, primo “avversario” del fratello Christopher

HtichensSessantasette anni fa nasceva Christopher Hitchens, giornalista e saggista statunitense ma filo-sovietico, diventato uno degli atei militanti più famosi al mondo dal 2001 al 2011, anno della sua morte, causata dal cancro all’esofago.

Oggi la spinta dei cosiddetti new-atheist si è decisamente infiacchita, i principali leader del movimento sono troppo vecchi per continuare le loro battaglie, stanchi dal farsi la guerra a vicenda e dagli scandali che li hanno colpiti, alcuni hanno abbracciato lo spiritualismo, mentre le generazioni più giovani preferiscono un approccio meno violento, impegnandosi con Alain de Botton a costruire mega-chiese dove ritrovarsi e simulare il culto cristiano. Chissà cosa avrebbe detto di questa imprevedibile deriva il compianto Hitchens.

Certamente sappiamo cosa pensa suo fratello, Peter Hitchens. Ne abbiamo già parlato nel 2010, raccontando che Peter è sempre stato il primo avversario di Christopher. Entrambi convertitesi all’ateismo, soltanto Peter ha sperimentato l’incontro cristiano e la conversione, iniziando a testimoniare in prima persona al fratello che sbagliava, che la religione non è il veleno che lui predicava. Dopo che Christopher ha scritto il suo celebre “Dio non è grande”, Peter ha risposto con il libro La rabbia contro Dio: come l’ateismo mi ha portato alla fede, raccontando che è stato proprio il disprezzo che gli atei militanti manifestano verso chi ha fede a convincerlo a distaccarsi da questa sterile posizione esistenziale, aprendo la ragione all’incontro con il Mistero.

In un’intervista recente, Peter ha spiegato: «Ho faticato a scrivere questo libro, non volevo sfruttare il polverone suscitato da “Dio non è grande”. Alla fine ho il sospetto che potrebbe essere il mio libro con più successo, sento quasi ogni settimana diverse persone che lo hanno trovato utile, il che è estremamente piacevole». Rispetto al fratello Christopher, ha detto: «I nostri rapporti erano complicati, lui si è seriamente seccato quando ho ricordato la sua ambiguità circa l’URSS durante la guerra fredda, proprio nel momento in cui voleva diventare un patriota americano». Christopher Hitchens, effettivamente, ha una biografia davvero controversa. Pubblicamente alcolizzato («per sopportare il peso della noia», ha dichiarato), più volte accusato di antisemitismo, ha spesso manifestato di essere un guerrafondaio (così infatti è definito sui media) con dichiarazioni come queste: «Le bombe a grappolo non sono forse buone in sé, ma quando cadono sulle truppe dei talebani hanno un effetto incoraggiante. Non credo che la guerra in Afghanistan sia stata sufficientemente combattuta senza pietà, il bilancio delle vittime non è abbastanza alto, troppi sono scappati».

Non era proprio un personaggio di cui vantarsi, nel 2013 l’ateo Curtis White ha scritto che la «disonestà intellettuale» di Hitchens è imbarazzante. Il suo libro “Dio non è grande” «è intellettualmente vergognoso, manca di decenza. Non si può ridurre la religione ad una serie di aneddoti criminali». Non a caso gli atei militanti de noaltri, Piergiorgio Odifreddi e Giulio Giorello, hanno approfittato del giorno della sua morte per riservargli durissime critiche, definendolo un «fondamentalista dell’ateismo» e «reazionario». «Era dovuto comparire con me in una intervista congiunta su Fox TV», ha raccontato il fratello Peter, «ma questo non è mai avvenuto. Mi ha chiamato dall’ospedale poco prima della trasmissione dicendomi che si era ammalato durante la notte, è stato il momento in cui ho saputo che era malato, molto prima che diventasse pubblico. Da allora quello che pensava del mio libro, e quello che io pensavo del suo, è diventato irrilevante. Sono stato determinato nell’evitare qualsiasi altra causa di conflitto con lui».

Christopher e i suoi colleghi di battaglie hanno spesso sostenuto che crescere un figlio in una tradizione religiosa è abuso di minori. «Questo atteggiamento», spiega Peter Hitchens, «contiene una minaccia implicita alla libertà di parola e di pensiero, è totalitarismo. Questo è il motivo per cui il mio confronto con gli atei moderni e totalitari del 20° secolo è stato spesso rifiutato da loro. L’edonismo moderno è molto vicino a “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, quest’utopia è per sua natura intollerante verso il suo principale rivale, vale a dire la religione».

La redazione

12 commenti a Il convertito Peter Hitchens, primo “avversario” del fratello Christopher

  • Max ha detto:

    Disistimo profondamente molte delle cose che Christopher Hitchens sosteneva, e sosteneva con grande veemenza. Cio’ nonostante, anche vari suoi avversari se non altro gli riconoscono due punti a suo favore: 1) sapeva scrivere molto bene e 2) era un pro-life. Celebre la sua affermazione “se la vita dell’embrione umano non e’ vita umana, cosa e’?”
    Spero si sia riconciliato con Dio in fin di vita. Al suo funerale, fu letto un brano di San Paolo.

    Il rapporto un po’ complicato, per usare un eufemismo, con suo fratello era spesso tra le news, qui in UK.

    E purtroppo gli “atei militanti”, se cosi’ gli vogliamo definire, non sono scomparsi. Basti pensare a Stephen Fry che puntualmente sui canali TV britannici parla male della religione e della Chiesa, Jerry Coyne che scrive il libro “Fede vs Fatti”, Lawrence Krauss che scrive “tutti gli scienziati dovrebbero essere atei militanti”, Neil deGrasse Tyson e Bill Mahler che spandono spazzatura sulla religione nei programmi televisivi seguiti da milioni di spettatori, ecc.

    • Fefaz ha detto:

      A proposito, ricordo ad hicetnunc, circa la recente discussione, che il guru-militante ateo Lawrence Krauss ha scritto “L’universo dal nulla”…

      Una considerazione generale: con la loro militanza non fanno altro che evidenziare la loro debolezza argomentativa e i buchi logici che caratterizzano ragionamenti simili ma anche quelli da loro applicati in altri ambiti.

  • Klaus B ha detto:

    gli atei militanti de noantri, non “de noaltri”, non scherziamo col romanesco … 🙂

  • Alberto Stelvio ha detto:

    Questo atteggiamento», spiega Peter Hitchens, «contiene una minaccia implicita alla libertà di parola e di pensiero, è totalitarismo.

    Perchè? La libertà religiosa implica la liberta di imporre la religione ai bambini i quali vengono violati nella loro libertà reliogsa?

    Questo è il motivo per cui il mio confronto con gli atei moderni e totalitari del 20° secolo è stato spesso rifiutato da loro.

    La Chiesa invece si confronta molto.. ci sono forse contradditori o dibattiti pubblici? Il Papa risponde forse a qualcuno che non sia accreditato dalla sala stampa Vaticana?

    • Butch Coolidge ha detto:

      Ucci ucci sento odore si shivetto

    • lorenzo ha detto:

      – Le ca**ate (o “zz” o “ga” a tua scelta) che spari sono conseguenza della alla religione che ti hanno “imposto” da bambino o sono frutto di una tua libera scelta?

      – Perché vorresti negare al Papa la libertà di non confrontarsi con i cretini per non mettersi al loro livello?

  • Giulia ha detto:

    Per uno che si converte dieci abbandonano…

    • lorenzo ha detto:

      E allora?

    • Klaus B ha detto:

      Qual è la fonte di questa statistica?

    • andrea g ha detto:

      E fosse anche, a te chettefrega, di grazia?

    • Steve ha detto:

      Beh, fin quando l’ateismo è una moda al pari del veganesimo, è ovvio.

      Con l’avvento dei social network poi, è peggiorata. Pur di avere like su facebook ho visto persone miti e generalmente rispettose delle idee altrui trasformarsi nei peggiori atei da tastiera della storia dell’informatica.

  • Max ha detto:

    Il pezzo di Curtis White e’ davvero di spessore. Permettetemi di consigliavene la lettura.

    http://www.salon.com/2013/06/23/christopher_hitchens_lies_do_atheism_no_favors/