Per Umberto Veronesi «l’aborto è un male», ma l’embrione non era un grumo di cellule?
- Ultimissime
- 16 Apr 2016
La mattina seguente all’attacco del Consiglio europeo all’Italia sulla presunta difficoltà di accedere all’interruzione di gravidanza a causa dei troppi ginecologi obiettori di coscienza, Papa Francesco ha difeso la categoria con parole molto nette: «vediamo tutti i giorni che le potenze fanno leggi e una nazione che non segue queste leggi moderne, colte, o almeno che non vuole averle nella sua legislazione, viene accusata, viene perseguitata educatamente. E’ la persecuzione che toglie all’uomo la libertà, anche della obiezione di coscienza! Questa è la persecuzione del mondo che toglie la libertà».
Il Pontefice non è certo uno qualunque, ma –secondo le parole di Barack Obama-, è «un leader morale nelle parole e nelle azioni». Le stesse parole usate da Vito Mancuso: «papa Francesco è un grande leader morale del mondo». Hanno ragione entrambi, solo Francesco, infatti, da grande leader morale, ha avuto il coraggio di proclamare l’aborto «un crimine, non un “male minore”. E’ fare fuori uno per salvare un altro. E’ quello che fa la mafia. E’ un crimine, è un male assoluto. L’aborto non è un problema teologico: è un problema umano, è un problema medico». E chi lo sostiene, ha dichiarato in un’altra occasione, è dominato dalla «“falsa compassione”, quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto». Insomma, Francesco distrugge moralmente i convincimenti di Obama e di Mancuso, e loro lo proclamano “leader morale”.
Dopo Francesco, non poteva non intervenire il papa laico italiano, l’oncologo Umberto Veronesi. E’ infatti ricaduto nello stesso salto logico in cui era incappato nell’ottobre 2014. «Tutti coloro che, come me, hanno votato la 194 e l’hanno difesa da ripetuti attacchi culturali e politici», ha scritto pochi giorni fa, «lo hanno fatto nella convinzione che l’aborto è un male, ma l’aborto clandestino è un male ancora peggiore, che aggiunge al dramma di un’interruzione di gravidanza, anche un rischio enorme per la vita della donna». Il quesito si ripropone: perché mai l’aborto sarebbe un male? E’ un male uccidere una persona, non un grumo di cellule. E’ un male togliere la vita ad un essere umano, non estirpare un non-essere umano. Se Veronesi definisce un “male” l’aborto è perché ritiene, giustamente, che l’embrione sia una vita umana, la cui eliminazione è configurabile come male. Dunque un omicidio, un crimine.
E’ anche la naturale conclusione che bisogna trarre dal recente pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha difeso il divieto di sperimentazione scientifica sull’embrione umano sostenendo: «la dignità dell’embrione, quale entità che ha in sé il principio della vita (ancorché in uno stadio di sviluppo non predefinito dal legislatore e tuttora non univocamente individuato dalla scienza), costituisce, comunque, un valore di rilievo costituzionale riconducibile al precetto generale dell’art. 2 Cost. (sentenza n. 229 del 2015)», ovvero l’articolo che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. I magistrati, tuttavia, ritengono che tale diritto alla vita dell’embrione vada bilanciato «al fine della tutela delle esigenze della procreazione ed a quella della salute della donna». La tutela delle esigenze della procreazione varrebbe più del diritto alla vita umana e dell’articolo 2 della Costituzione, è una chiara forzatura ideologica.
Tornando a Veronesi, ha dichiarato di sostenere comunque l’interruzione di gravidanza poiché male minore rispetto all’aborto clandestino, il che sarebbe come sostenere la legalizzazione delle rapine per evitare effetti collaterali ben peggiori, come una sparatoria mortale all’interno del negozio. O promuovere la vendita gratuita di alcolici agli alcolisti, per evitare che finiscano sul lastrico a causa della loro dipendenza. Parla anche di “diritto all’aborto”, quando, come ha ben precisato il magistrato Vladimiro Zagrebelsky, ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, questo diritto non esiste poiché le donne hanno dei diritti sul proprio corpo, ma non sopra i corpi di altri esseri umani. Nell’esortazione Amoris Laetitia lo ha ribadito anche il leader morale Papa Francesco: «in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in sé stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano».
Dall’articolo di Veronesi si salva tuttavia una frase, dove l’oncologo milanese ha invece completamente ragione: «Nella progettualità della 194, le donne dovevano essere allontanate dall’ipotesi di interrompere una gravidanza, tramite programmi di educazione e informazione che, per mezzo dei consultori, tendessero ad eliminare le cause che trascinano la donna nel baratro dell’aborto. Purtroppo questa azione preventiva non è mai stata realizzata e lo spirito della legge in questi anni è stato in parte tradito». Ma, ancora una volta, ritorna il dilemma morale: perché è necessario prevenire l’aborto? Bisogna prevenire la morte di chi? Veronesi non sottragga la sua coscienza al dovere di rispondere.
La redazione
28 commenti a Per Umberto Veronesi «l’aborto è un male», ma l’embrione non era un grumo di cellule?
Una sola parola:
IPOCRISIA
Bah, magari sta rincoglionendo. Ma è un rincoglionimento positivo. Alla fine non mi sforzo di entrare nella mentalità di una persona che ha 65 anni più di me.
«lo hanno fatto nella convinzione che l’aborto è un male, ma l’aborto clandestino è un male ancora peggiore, che aggiunge al dramma di un’interruzione di gravidanza, anche un rischio enorme per la vita della donna».
A me sembra che voi abbiate frainteso (penso involontariamente) il discorso di Veronesi. Il senso del discorso di Veronesi è questo: l’aborto è un male per la madre, nel senso che abortire comporta sempre per lei uno stato di sofferenza. Nessuna donna ricorre all’aborto per divertimento, ma perché si trova in condizioni di difficoltà tali da pensare di non poter permettersi il mettere al mondo un figlio, che probabilmente in una situazione diversa avrebbe accolto volentieri. Dal contesto si capisce che questo è il “dramma dell’interruzione di gravidanza”. Il dramma è della donna non dell’embrione. Dal punto di vista dell’embrione (sic)che l’aborto sia effettuato da una mammana o da un medico specializzato cambia ben poco. Per la donna invece cambia notevolmente. Non mi sembra così difficile da capire.
Sai Che ti rispindo?…
CHISSENEFREGA DI QUELLO CHE SCRIVI.
TU non sai proprio nulla di donne, gravidanze, feti, embrioni e mazzi e cazzi…
Dunque risparmiami le tue interpretazioni, o mettitele nel punto piu’ remoto del fondo della schiena…esattamente Dove non batte mai il sole.
Grazie.
L’embrione dal quale hai avuto origine eri tu o non eri tu?
Veronesi non parla della madre, ma parla dell’aborto in generale. In ogni caso non spiega perché l’aborto è un male per la madre, madre di chi, poi? Si può essere madri di un grumo di cellule? Se è madre, quindi uccide il proprio figlio? Anche tu ti contraddici, esattamente come Veronesi.
Ioinvece vedo una differenza enorme..gigante..colossale..
Un ” grumo ci cellule” un po’ piu’ grosso..quale sei..
Con la differenza CHE SPARI STRONZATE..
A pochi giorni dal tuo (mio) concepimento eri (ero) un ‘grumo di cellule’ anche tu (io)…. ti sembra strano ?
A due mesi eri (ero) già un feto con un cuore pulsante.
Ma sì, chissenefrega, ma chettefrega di entrare in queste discussioni,
ex embrione?
E’ difficile da capire-
E perché mai è un dramma se l’aborto è asportare un grumo di cellule? Se mi tolgono del sangue mica soffro per questo, no? Dunque nell’aborto cosa succede, cosa capita,cosa c’è che rende tutto così drammatico?
Si, sei in contraddizione.
Ben detto Minstrel! 🙂
Eeeh forse Chissenefrega non coglie il fatto che le mezze verita’, sono anche mezze menzogne….
O la si racconta tutta o non sta in piedi….
Dunque, l’aborto “e’ un male per la madre”, dice lui…
Ma Laura chiede se si puo’ essere gia’ madri, se non c’e’ ancora il figlio.
E se sei “madre” solo di un grumo di cellule, presumibilmente ancora pienamente parte del tuo corpo, possibile che sia cosi’ tragico estirparle ? chiede Minstrel
E come si e’ fatto notare nell’articolo, se lo stato, di fronte a reati commessi nella clandestinita’, non avesse altre alternative che assumere su di se le azioni che questi comportano, allora, chesso’, per combattere lo sfruttamento della prostituzione, reato che pare inestirpabile, lo stato dovrebbe assumere su di se il monopolio dell’organizzazione dei lupanari.
Sarebbe certo il male minore.
In realta la legge 194 prevedeva gia’ azioni preventive, onde rimuovere le cause che inducono le donne in difficolta’ verso il falso rimedio dell'”interruzione di gravidanza” (ed e’ stata proprio questa impostazione che, probabilmente, ne ha permesso l’approvazione e ne ha fatto fallire l’abrogazione, in quanto l’aborto sembrava destinato ad essere limitato ai casi piu’ disperati e controversi).
Ma a me pare che soltanto i movimenti per la vita cattolici, nei casi in cui sono stati ammessi ai consultori, abbiano cercato di attuare questa parte della legge con la dovuta energia e la dovuta determinazione.
Ed infatti ora l’aborto e’ diventato quello che la 194 espressamente intendeva evitare, cioe’ uno strumento di contraccezione tardiva, almeno nella maggioranza dei casi.
In questo contesto, sarebbe stato interessante sentire dal prof.Veronesi, oltre il giusto rammarico per la mancata attuazione di questa parte delle legge, qualcosa in piu’ sul perche’ l’azione preventiva dei consultori non si sia realizzata adeguatamente, malgrado fosse un pilastro fondamentale del dispositivo della legge 194.
In una societa’ che, giustamente, con la parola “legalita’” ci fa anche i gargarismi, forse non e’ tema che ci si possa limitare a sfiorare, fermandosi a qualche vago rimpianto, come se il fallimento di questa parte della legge fosse dovuta soltanto all’opposizione “degli dei e degli eroi”.
“Nessuna donna ricorre all’aborto per divertimento, ma perché si trova in condizioni di difficoltà tali da pensare di non poter permettersi il mettere al mondo un figlio, che probabilmente in una situazione diversa avrebbe accolto volentieri”.
Purtroppo non è sempre così. Ho sentito, per esempio, di un caso che (spero sia una bufala perché personalmente mi fa accaponare la pelle) di un’attrice che ha abortito perché aveva prenotato le vacanze e non voleva andare in ferie con la nausea. O di una sportiva che aveva abortito perché voleva partecipare ad una gara…. Basta pensare, come aveva ricordato UCCR in un precedente articolo, che in molti posti si abortisce anche perché semplicemente il sesso del bambino non è quello desiderato, specialmente se è femmina (alla faccia di tutti quelli che asseriscono che l’aborto è un diritto acquisito dalle donnE).
Ma spero siano bufale, perchè non voglio vivere sullo stesso pianeta di queste persone nel caso.
No non sono bufale Steve..se vuoi ti riporto alcuni articoli di cronaca..
Molti anche peggiori..
Vedi Steve questo e’ conseguenziale a quando qualcosa di immorale viene istituzionalizzato e legalizzato come qualcosa di positivo…il danno minore, come spesso te la vogliono far bere…
Allora, ovvio che la deresponsabilizzazione giunge al suo limite Massimo ossia,
Banalizzare e superficializzare l’atto( in questo caso aborto, in questo caso: INFANTICIDIO
Ma non ti voglio parlare di tutta la Verita’ nascosta..
di Cosa succede alla donna quando si interrompe in modo cosi’ innaturale e violento questo legale tra madre e feto…
ALTRO CHE SALUTE DELLE DONNE…
LA VERITA’ E’ CHE LUCRANO SULLA NOSTRA PELLE E SU QUELLA DELL’INNOCENZA..
Vuoi sapere a quanto ammonta il profitto del business sull’aborto delle Cliniche abortiste?..specie il colosso: PLANNED PARENTHOOD…
A tal proposito fatti una bella ricerca sullo scandalo del traffico di organi du feti abortiti..
Sarebbe un ottimo spunto come clinica degli orrori per girarci un bel film horror..altro Che accapponare la pelle..
Non si ha minimamente idea di quel Che accade la dentro..
E ti ricordo che in America si puo’ abortire fino al nono mese…
Bella la Grande America dei diritti civili he?
Se questo e’ il progresso preferisco essere Amazzone.
Ps: Legale=legame
Viviamo in un brutto mindo Steve, basti dire che c’è chi difende l’aborto per smembramento…
https://www.lifesitenews.com/news/banning-dismemberment-abortions-would-be-a-huge-step-backward-pennsylvania?utm_source=LifePetitions+petition+signers&utm_campaign=684296af20-Update_to_pro_life_list4_14_2016&utm_medium=email&utm_term=0_c5c75ce940-684296af20-399907933
Viva Cristo RE
Se è per questo ho conosciuto una donna che mi ha raccontato di aver fatto ben 8 aborti…. e sono ben sicuro di ciò che dico.
Caro Chissenefrega, mi spieghi per quale ragione un embrione dovrebbe essere considerato un “grumo di cellule” e non un essere umano? Tutti siamo stati “grumi di cellule”, no? 🙂
Se quando tu eri “un grumo di cellule” tua madre ti avesse abortito? Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.
Dio ti benedica e ti aiuti ad uscire dal gravissimo errore in cui sei, pregherò per te.
Ti prego di farlo anche da parte mia, fratello… io in questi giorni mi sento poco caritatevole, ma appena mi ripiglio ti seguo!
Viva Cristo Re
Oh, capita spessissimo anche a me, Andrea. Qualcuno si ricorderà ad esempio delle liti furibonde che ho avuto su questo blog con alcuni trolls, tipo Piero. È che ho capito che sbagliavo, e che anzi più mi inasprivo più li confermavo nel loro errore. 🙂
Ho già iniziato a seguire il tuo consiglio!
Un abbraccio. 😉
Viva Cristo Re
..” We will stand up every time that human life is threatened. When the sacredness of life before birth is attacked, we will stand up and proclaim that no one ever has the authority to destroy unborn life. When a child is described as a burden or is looked upon only as a means to satisfy an emotional need, we will stand up and insist that every child is a unique and unrepeatable gift of God, with the right to a loving and united family.”
San Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla) Papa.
“NOI CI ALZEREMO IN PIEDI OGNI VOLTA CHE UNA VITA UMANA VERRA’ MINACCIATA, ATTACCATA, VISTA COME UN PESO O PER SODDISFAZIONE DI UN EGOISMO PERSONALE…”
NOI CI ALZEREMO IN PIEDI!
L’aborto è la deliberata soppressione di una vita innocente, giustificabile UNICAMENTE quando la prosecuzione della gravidanza comporterebbe seri rischi alla vita della donna (ex. cancro all’utero).
Credo che sia indubbio che quella degli aborti clandestini sia una piaga da stroncare; se non altro la famigerata 194 ha perlomeno permesso alla donna di interrompere la gravidanza tramite l’assistenza di persone qualificate e in una struttura ospedaliera.
Il male penso sia alla radice, cioè nella cultura edonistica di questi tempi che vede nell’embrione e nel feto non un essere vivente ma unicamente un pesante fardello del quale si avrebbe il diritto di potersene sbarazzare quando lo si ritiene opportuno.
E’ questo che andrebbe combattuto; anche se in questi tristissimi tempi è unicamente una battaglia contro i mulini a vento persa in partenza.
Saluti
Il probema è che prima dell’infame 194 gli aborti erano più o meno 200 all’anno, dopo sono arrivati oltre i 200.000!
Anche oggi si gira sui 300-350 al giorno…
Viva Cristo Re
le lobby abortiste sentitamente ringraziano i contribuenti per il cospicuo affare che hanno potuto fare con il loro assenso… prima di pensare ai diritti della donna forse si dovrebbe pensare ai fiumi di denaro di chi si riempie la bocca di sterile propaganda.
Come ho scritto, la lotta all’aborto clandestino è un falso problema; la classica foglia di fico.
In realtà si dovrebbe puntare sulla mentalità edonistica che vede l’embrione (ed il feto) unicamente come un pesante fardello del quale ci si può tranquillamente sbarazzare, privandolo dell’elementare diritto (che non è stato negato nemmeno a nessun abortista) di poter vedere la luce del sole.
Un conto è la depenalizzazione di un reato (soppressione di un essere vivente) ed un conto è la liberalizzazione (autodeterminazione della donna) su cui si fonda la 194. L’aborto è un male? allora va limitato non incentivato come fa la cultura abortista. Basta infatti fare due conti. Se gli aborti ante legem erano 200/3oomila come faceva la “sanità” clandestina a smaltirli quando oggi quella pubblica ne opera la metà con lamentele continue di insufficienza da parte dei medici abortisti? E quella struttura (efficientissima) clandestina dove è andata a finire. Sparita improvvisamente? Io credo che la 194 abbia “culturalmente e socialmente” aumentato il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza anche se oggi le tecniche contraccettive/abortive sembrano aver limitato in parte il fenomeno.