Bruxelles, il terrorismo attecchisce facilmente nel vuoto morale delle società
- Ultimissime
- 23 Mar 2016
Gli attentati di ieri a Bruxelles sono ancora più inquietanti di quelli parigini, avvenuti nel novembre 2015, un salto di qualità del terrorismo islamico che è riuscito a colpire proprio nel luogo -aeroporto e metropolitana- e nel periodo in cui le forze dell’ordine si aspettavano un attentato.
Al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica è tornato il rapporto tra l’Islam e il fondamentalismo, da parte nostra confermiamo quanto già scritto: esistono tantissimi musulmani di buona volontà, molti vivono in Occidente e condannano apertamente il terrorismo, tanti sono quelli che difendono i cristiani in Medio Oriente, li nascondono e proteggono, e loro stessi vengono massacrati dall’Isis (il 90% delle vittime è di fede musulmana). Ma l’Islam ha effettivamente un problema strutturale con il fondamentalismo e questo è dovuto ai contenuti stessi delle fonti su cui si basa, alle contraddizioni di queste fonti tra loro, alla mancanza di un’autorità spirituale e di una “successione apostolica” a garanzia della verità (anche di interpretazione). Ne abbiamo parlato più dettagliatamente nel dicembre 2015, qualche mese fa lo ha ribadito il parlamentare islamico Khalid Chaouki: «la violenza è purtroppo un cancro insito nella storia dell’ islam e come tale va eliminato». Ieri lo ha ribadito il sociologo Felice Dassetto, docente dell’Università di Louvain: «se non si riforma e non si rifonda il pensiero musulmano l’argomentazione teologica di Isis tiene, ha una coerenza con la tradizione musulmana».
Ma ribadiamo anche un’altra nostra posizione: il laicismo è terreno fertile per le cellule fondamentaliste. Non è certo un caso che Francia e Belgio, due dei Paesi più scristianizzati e laicisti al mondo, siano la culla dei terroristi che stanno colpendo l’Europa in questi mesi, addirittura il Belgio “vanta” il più alto numero di cittadini (occidentali) volontari partiti per combattere tra le file dell’Isis. Ad osservarlo è stato il sociologo iraniano Farhad Khosrokhavar, direttore di ricerca dell’EHESS di Parigi e studioso dell’immigrazione islamica in Europa: la crisi che porta i giovani alla rottura con le società occidentali non deriva tanto dal rifiuto dei valori che queste offrono a loro, ma piuttosto nel vuoto morale che li accoglie. Una cosa simile l’ha riportata l’editorialista laico del Corriere della Sera, Claudio Magris, spiegando che il fondamentalismo lo si combatte innanzitutto disfandosi del politicamente corretto, quello che rifiuta gli aspetti pubblici del cristianesimo per paura di offendere chissà chi.
I terroristi dell’Isis (pensiamo a Salah e Brahim Abdeslam) sono nati e cresciuti nella società belga, non arrivano da “fuori”, si sono mischiati alla criminalità locale, agli spacciatori di droga molto tollerati dalle forze di polizia («Il Belgio è il paradiso della droga», ha titolato De Standaard). La loro ideologia si è radicata facilmente in una società svuotata di ideali, relativista, dal pensiero debole. Lo ha accennato il sociologo delle religioni Felice Dassetto, docente presso l’Università di Louvain, in Belgio: «il Belgio è una società molto liberale, sensibile ai diritti individuali e a quelli di associazione, una caratteristica che associata a uno Stato debole che ha orrore della repressione può aver favorito la lentezza con cui si sono prese le misure difensive contro questa nuova sfida. In Belgio anche la criminalità comune ha avuto a suo tempo una certa libertà di manovra e negli anni ’90 ci sono stati molti arresti legati agli algerini della seconda linea del GIA algerino». Le parole di Dassetto sono politicamente corrette ma significative, confermano che il detonatore delle bombe è da ricercare anche nel lassismo etico della società belga.
Il problema non è avere orrore per la repressione o rispettare i diritti individuali, tutti i Paesi occidentali hanno queste caratteristiche, ma proprio il liberalismo citato dal prof. Dassetto e professato dal Belgio e dalla Francia, che non è vero liberalismo, come ha più volte spiegato il filosofo laico Marcello Pera. In queste società «le misure liberali fanno apostasia del cristianesimo decidendo di scegliere le parole più nobili e generose per motivare la loro azione: inclusione, riconoscimento, accoglienza, tolleranza, apertura. Le conseguenze sono state gravi: più si procede e più si produce smarrimento, incertezza e disagio. Il liberalismo oggi è equipollente alla laicità negativa, dimentica di essere una tradizione che affonda le radici nell’Europa cristiana», ha scritto Pera. E ancora: «l’unico modo per emergere dalla crisi è difendere i fondamenti della propria tradizione. Senza una fede nell’uguaglianza degli uomini, nella loro uguale dignità, nella loro libertà e responsabilità, senza una religione dell’uomo figlio e immagine di Dio –l’essenza della religione giudaico-cristiana- il liberalismo non può sostenere i diritti fondamentali e universali degli uomini né può sperare che gli uomini coesistano in una società liberale. Il liberalismo non è autosufficiente e non può prescindere da elementi etico-religiosi cristiani, dev’essere laico -nel senso che il trono e l’altare devono restare separati- ma non laicista» (M. Pera, Perché dobbiamo dirci cristiani, Mondadori 2008).
L’estremismo ha gioco facile in una società debole, debole non in senso militare ma in senso etico, esso si radica facilmente laddove è forte il vuoto ideale. E’ il messaggio che Papa Francesco ha pronunciato nel novembre 2014 proprio davanti al Parlamento europeo: «un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità, può essere anche più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perché è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza». Perciò, l’Europa deve agire «prendendo coscienza della sua storia e delle sue radici; liberandosi dalle tante manipolazioni e dalle tante fobie. Una storia bimillenaria lega l’Europa e il cristianesimo, una storia non priva di conflitti e di errori, ma sempre animata dal desiderio di costruire per il bene. Questa storia, in gran parte, è ancora da scrivere, è il nostro presente e anche il nostro futuro. Essa è la nostra identità. È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda, difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!».
La redazione
39 commenti a Bruxelles, il terrorismo attecchisce facilmente nel vuoto morale delle società
Grazie per questo nell’articolo che fa bene al cuore, all’anima ed alla mente ragionevoli: un’etica della responsabilità che coinvolga musulmani, cristiani e liberali “laici”…
Grazie per questo bell’articolo…
Questo arricchisce un po’:
http://www.tempi.it/con-le-vostre-leggi-democratiche-vi-invaderemo-con-le-nostre-leggi-religiose-vi-domineremo#.VvKrGcNd7IY
Oh Uomo dove sei? Griderebbe l’Europa che perdendo il legame e le forti radici col padre celeste, Colui che detiene e custodisce le basi della morale e soprattutto il simbolo dell’autorita’ paterna…che sa guidare il figlio verso la legge e l’interiorizzazione della stessa. Una Europa con governi Molli, senza prese di posizione che brancolano nel buio senza direzione. Una Società che non ha più leggi ma solo diritti, come bombi viziati senza sacrifici o ideali. Abbiamo perso la bussola. Il Padre, nel rapporto con Dio, nelle famiglie, nei nostri governi e così Nelle società, in una cultura del desiderio e Della non rinuncia, del tutto lecito il radicalismo prende piede, affascina, perche’ e’ certo e fermo, dice cosa e’ giusto cosa no. Uomo e donna , bianco e nero e lo si teme, Perche’ l’autorita’ si teme. Chi si fa esplodere, chi e’ pronto a morire per una fede si teme, come si tenevano i martiri. Non mi meraviglia che il fondamentalismo islamico cammini col martirio cristiano. L unico capace di dare una risposta a tutto cio’. Europa Svegliati, ritorna da tuo Padre.
Articolo sul quale si potrebbe concordare completamente se non fosse per il (solito) pistolotto iniziale dei “tantissimi musulmani di buona volontà, molti vivono in Occidente e condannano apertamente il terrorismo”.
Si è visto.
Infatti le adunate oceaniche di quelli nostrani non hanno raggiunto neanche le 200 persone, in occasione di manifestazioni per situazioni simili (attentati di Parigi).
E a tutt’oggi non si conosce un solo nome di un solo musulmano che abbia denunciato pubblicamente e alla polizia i nomi di terroristi e propagandisti dell’odio, che hanno avuto appoggio, protezione logistica e sostegno morale non certo nei conventi delle carmelitane ma nelle loro stesse case e moschee.
Finora mi pare di aver visto solo solidarietà di facciata e lacrimucce da coccodrillo, e ancora più spesso un silenzio connivente, spesso impastato con la retorica della emarginazione e della mancata integrazione (ma i più si scordano che gli attentatori del Bataclan erano benestanti, con attività commerciali ben avviate e remunerative).
E non parlo di tutto il resto, che non è solo contorno, relativo a cosa pensino della condizione dei cristiani nei paesi a maggioranza musulmana (non siria o iraq, sulle quali è facile fare discorsini umanitari “perché c’è la guerra e c’è l’isis”, ma di QUALUNQUE paese musulmano al mondo).
Sarà il caso che anche UCCR non scivoli nel “politicamente corretto”?
Papa Francesco – come il Cristo – prega per tutte le vittime, di qualsiasi religione e lo fa gratuitamente, senza aspettarsi un contraccambio politico!
E il papato denunciò l’illegittimità degli attacchi all’Irak e dell’immobilismo in Siria…
L’etica cristiana lo esige: denuncia di ogni violenza e ingiustizia e rispetto per tutte le vittime: tra queste molti musulmani, specialmente in Turchia ed in Africa.
Del resto non ho visto nemmeno manifestazioni di piazza esclusivamente cristiane, ma piuttosto di popolo “laico” e solidale: i musulmani che manifestano non portano mica tutti il burqa… per Bruxelles comunque poche sfilate!
Del resto – come riporta bene l’articolo – questo è proprio un problema dell’Islam: non poter parlare e manifestare con una sola “voce”.
E meno male non ci sia neppure una sola autorità teocratica in Europa ad esprimersi a voce unica…
L’ etica cristiana, già appunto…
L’ etica cristiana ha come valore universale la pari dignità fra tutti gli esseri umani, a qualunque credo, razza, ideologia, sesso essi appartengano.
Non così per l’ Islam dove la superiorità morale del mussulmano sul non mussulmano è uno dei cardini della teologia di questa religione. Il Dio islamico , Allah,( un vero e proprio demone) pretende dai suoi fedeli la completa sottomissione dei cosidetti ” infedeli” : essi ( gli infedeli ) possono, nella migliore delle ipotesi, essere a malapena tollerati e solo a condizioni vessatorie ( vedasi concetto di dhimmitudine e patto do Omar ).
Consiglio pertanto a chi nutrisse ancora dubbi al proposito una full immersion fra le sure coraniche…
La pacifica convivenza con l’ Islam è dunque del tutto impossibile ; il Vangelo non si sposa col Corano , il ” discorso della montagna mal si concilia col concetto di dhimmitudine o col ” versetto della spada “.
Pertanto il discorsetto che “solo pochi mussulmani maneggiano le bombe mentre la stragrande maggioranza ecc, ecc, e bla, bla, bla…” non è altro che una stucchevole tiritera priva di senso ; ovviamente è vero che solo pochissimi maneggiano le bombe ma è altrettanto vero che la tanto decantata ” stragrande maggioranza” costituisce quel brodo culturale dove crescono e prosperano coloro che le bombe le usano davvero.
E non illudiamoci che sconfitto l ‘ Isis ( ammesso che si riesca a sconfiggerlo ) sia sconfitto il terrorismo, il terrorismo islamico cesserà solo con l’ Islam, il terrorismo islamico non è cronaca odierna , è un fenomeno che risale al tempo in cui un demone incarnato , Maometto, ha fondato questa religione che in un batter d’ occhio si è poi trasformata in quel cancro dell’ umanità che noi oggi ben conosciamo.
In conclusione : un mussulmano non si integrerà mai ( con buona pace di monsignor Galantino e dei purtroppo tanti utili idioti pari suoi ), e non si integrerà mai per la semplice ragione che l’ integrazione costituirebbe uno stravolgimento totale della sua religione, non sarebbe più un mussulmano, sarebbe un’ altra cosa.
Nicola, cerchiamo di capirci: il Papa Benedetto XVI, in un memorabile discorso a Ratisbona, pose sul tavolo le stesse questioni di cui oggi si riempiono le pagine dei giornali e di cui questo stesso articolo è denso.
Giova ricordare quali furono le reazioni di allora:
1) TUTTO il mondo musulmano (con l’eccezione di pochissime e microscopiche mosche bianche), dai sommi imam ai semplici fedeli, passando per i governanti (M.Erdogan chiese persino le scuse ufficiali) si infuriò e le considerò come offesa e ingerenza grave. Nessuno allora prese in considerazione la ragionevolezza di quelle posizioni, tutti indaffarati a difendere il mantra dell’islam “religione di pace”;
2) la politichetta sinistrese e quella laicistico-relativistica nostrana, la stessa che oggi invoca a gran voce le meditazioni su queste stesse questioni, allora si accodò al “politicamente corretto” (non che gliene importasse granché, ma era un modo come un altro per andar contro la Chiesa), stracciandosi le vesti perché quelle parole chiare turbavano il clima “multiculturale” e “dell’integrazione” (altri due mantra sul quale i vari Molenbeeck d’Europa ci hanno sguazzato alla grande).
Oggi sono tutti lì a rendersi conto che di fronte a qualche migliaio (?) di fondamentalisti che, corano nella destra e kalashnikov sulla sinistra, ammazzano chiunque (e quando erano solo i cristiani a morire non gliene impippava un fico secco a nessuno), non hanno argomenti se non le solite banalità indimostrate:
“noi siamo gente pacifica” (ma intanto ospitano e nascondono i nerobarbuti, o al massimo fanno dell’omertà una virtù consolidata)
“abbiamo convissuto pacificamente per secoli” (ma dimenticano le vessazioni e le persecuzioni che DA ALLORA e ANCORA OGGI impongono agli “infedeli” nelle loro terre)
“occorre un interlocutore unico” (come se non sapessero che già dalla morte di Maometto l’islam non ne ha mai avuto uno)
“occorre controllare chi finanzia i terroristi” (e intanto spalancano le porte ai soldi grondanti di sangue di Qatar e Arabia Saudita che comprano a man bassa pezzi dell’economia nostrana; il Belgio ha fatto a suo tempo la stessa cosa con il petrolio e il suo stato fallimentare dimostra come è finito).
La situazione ricorda a tratti le stesse discussioni stucchevoli sui “compagni che sbagliano” degli anni di piombo nostrani, e sulla rete di copertura di cui goderono i brigatisti di allora.
Discutere e colloquiare è giusto. Ma bisogna partire dalla verità. Le chiacchiere sono finite da tempo, chi le auspica ad oltranza fa solo un favore ai bombaroli.
Ottimo, Sebastiano, ottimo: semplici e chiare parole che ci descrivono perfettamente il pantano nel quale catto-buonisti, radical-chic, sinistroidi, massoni e anticlericali tutti ci hanno fatto sprofondare.
Caro Sebastiano, infatti: mi sembra che ci troviamo d’accordo, aggiungerei che tra i “terroristi passivi” si celano anche le Banche e i Mercati, e questi indubbiamente non sono solo musulmani… Nel diritto si parla di committenza e complicità!
Credo – in accordo anche con le parole ratisboniane di papa Benedetto – che la responsabilità verso il male commesso riguarda sia chi lo ispira che chi lo esegue, e tutta la tradizione cristiana (gesuanica in primis) ama fondarsi sulla complessità umana: la trave nel tuo occhio e comunque la pagliuzza, la prostituta convertita, Rahab buona perchè agisce, ecc. In questo senso è vero che l’Islam ha un problema con il concetto di “guerra santa” e l’assenza di un magistero-tradizione interpretante la Scrittura, ma il male di pochi e di molti non è mai – nella nostra Tradizione – il male di tutti! E noi non siamo – nè psicologicamente nè teologicamente – solo buoni perchè non musulmani o cristiani. Cristo e la Chiesa sono santi, nn certo noi.
Insomma: il male non è mai solo da una parte e tutto in una persona, e accanto al male commesso, c’è quello pensato ed il bene omesso…
Il Male va denunciato, chiarificato, condannato ma senza cecità e connivenze con altri Mali: anch’essi vanno riconosciuti come tali. Anche i cristiani in talune diocesi nella storia hanno escluso ebrei e musulmani da taluni diritti e hanno ucciso (non milioni o migliaia, questo è storicamente accertato) ma alcune decine di musulmani con ferocia e sadismo.
Resonsabili verso gli altri e per se stessi e dunque – secondo il comandamento dell’amore – nuovamente per gli altri: discernimento e responsività!
Ci siamo capiti, Nicola.
Il male non è mai solo da una parte. E il male di pochi non è mai il male di tutti. Giusto.
Ma TUTTI hanno il dovere di indicare dov’è. Non di far finta che non ci sia, per convenienza politica, economica sociale o di qualunque altro genere. Chi lo fa o è stupido o è connivente.
Nella migliore delle ipotesi può essere un illuso. Il degrado dei Molenbeek, dei Bradford e delle altre enclave senza regole (o meglio, con una sola “regola”, la loro) è lì a dimostrarlo inequivocabilmente.
Stammi bene.
Ci sono musulmani e musulmani. Coloro che fanno più danni sono i salafiti, i fratelli musulmani, i wahabiti. Stanno monopolizzando da anni le moschee europee finanziate da ricchi arabi dei paesi del golfo. Questi imam radicali impongono l’osservanza più stretta del corano come ormai non si fa più in paesi più laici, come Tunisia, Egitto, Marocco. E’ emblematico il comportamento di tanti marocchini (ricordo per inciso che la Chiesa Cattolica in Marocco è la più viva in questi paesi arabi) che partono laici se non indifferenti dal loro paese e stabilitisi in Belgio, Italia, Francia si radicalizzano. Diventati largamente maggioritari in certi quartieri, hanno imposto ai commercianti il divieto di vendere alcool e alle donne di girare senza velo. In Belgio, ma anche in Olanda, tutto questo nella completa indifferenza degli atei, il cui primo pensiero è di combattere i cattolici. Il presidente Hollande, per puri calcoli politici,ha conferito in questi giorni la Legion d’Onore ad un principe saudita: prima di tutto la moneta.
Adesso parlano di convivenza su valori condivisi. Ma che significa? Quali sono questi valori? I matrimoni gay? La libertà di dissacrazione? Il divieto di ostentare la croce nei luoghi pubblici, o di rendere pubblico il mio credo? Questi non sono i miei valori. Non sono i valori in cui voglio che si fondi la mia Europa. Quindi, mi dispiace, ma non è la mia battaglia.
“Ci sono musulmani e musulmani. Coloro che fanno più danni sono i salafiti, i fratelli musulmani, i wahabiti.”
Può essere, ma questa distinzione mi lascia sempre un po’ perplesso.
Da noi un musulmano è un cittadino come gli altri, può perfino essere eletto in Parlamento e contribuire a fare le leggi dello Stato.
Però devo ancora conoscere uno stato a maggioranza musulmana in cui i cristiani (o di qualunque altra fede) abbiano le stesse opportunità. Dirò di più: uno stato in cui chi non è musulmano non sia comunque sottoposto PER LEGGE a vessazioni umilianti o al quale non vengano impediti diritti che sono riconosciuti e tutelati invece ai musulmani.
Uno stato, dico (compreso il Marocco e fino al Pakistan).
UNO.
IN QUALUNQUE PARTE DEL MONDO.
Fino a quando dura ci sarebbe il Libano. Prima c’era anche l’Iraq di Saddam Hussein dove il ministro degli esteri era cristiano. Ma sappiamo come è finita.
In realtà, sotto Saddam i cristiani non stavano benissimo (meglio però di ora e della maggioranza degli stati islamici). Dopo il 1991, il rais ha iniziato a giocare maggiormente sulla carta religiosa visto l’utilità che poteva avere. Del resto, tareq Aziz, per assimilarsi ha dovuto adottare un nome arabo (si chiamava Mikhail Yuhanna). Quanto al Libano, c’è un equilibrio precario visto che i maroniti sono una minoranza assai cospiqua, ma la guarra civile che è scoppiata per vent’anni ha mostrato che anche qui i massacri di cristiani possono essere possibili anche in un paese in precedenza a maggioranza cristiana.
Anche il dato sul fatto che il 90% DELLE VITTIME UCCISE DALL’ISIS E’ DI FEDE MUSULMANA. Potrebbe essere un dato abbastanza discutibile..sicuramente qualche mosca bianca c’è sul fatto che qualche musulmano difenda i cristiani e li protegga…ma non perché musulmano semplicemente perché conserva ancora qualcosa di umano.
mi pare che l’isis abbia come obiettivo di sterminare gli sciiti, ecco il perchè del numero
Quindi per logica sempre e ancora – a rigor di ipotesi tutta da dimostrare – solo di una parte dell’Islam e non nella sua totalità!
Delle due l’una…
Mah…io so che si sta parlando di genocidio di Cristiani…
Ribadisco il fatto che l’islam non è una religione ma un sistema socio-politico, un sistema socio-economico incompatibile con il mondo dei civili.
Vero.
Indipendentemente dal Corano,di cui ci sarebbe molto da discutere, vorrei porre l’attenzione su un concetto. Cosa è per un Musulmano il martirio e cosa per i Cristiani.
Nel primo caso in nome di Dio il martirio è morire suicida causando quanto più vittime possibili degli “infedeli” e una volta morto da eroe ereditare un paradiso prettamente a dimensione umana con sette Vergini che ti aspettano.( vale anche per le Donne?), tema a parte, tutto il concetto sulla sfera femminile( che meriterebbe molta discussione dal momento che considero la religione cattolica unica religione che eleva la Donna ad unadignità tale e considerazione senza eguali), ossia come è considerata la Donna e come essa viene trattata e su come si concretizza l’educazione dei bambini.
Per quanto riguarda il Cristianesimo, l’apice della fede e Morire Martire come Cristo, quindi ucciso selvaggemente dal persecutore senza resistere ma come agnello immolato, manifestando lo stesso amore che Cristo morendo ha avuto nei confronti dei suoi stessi carnefici e nei nostri stessi confronti. Così facendo il fine non è uccidere infedeli ma portare attraverso questo morire per Cristo senza resistere al male, ma amando lo stesso che ti danneggia alla conversione di tutti. Questa è già una cosa che mi ha fatto sempre riflettere. Ho sempre pensato, tralasciando tutto cioò che può stare in mezzo a entrambe le religioni…cosa distingue esattamente le stesse?…e ho pensato: andiamo all’apice di queste due visioni…quindi integralismo: ossia osservanza della stessa religione o credo, a cosa porta nel caso estremo?…e sono arrivata alla conclusione sopra indicata.
Cosa ne pensate?
La penso come te, il concetto di martirio è talmente diametralmente opposto che a far bene non bisognerebbe neppure utilizzare la stessa parola per definirli. D’altra parte il vocabolario è quello che è e noi non abbiamo alcuna autorità su di esso (neppure per affermare che introdurre termini come “petaloso” è assolutamente idiota)
E a proposito di quello che dici sono rimasta alquanto sorpresa nell’apprendere che le vittime, in quanto vittime del terrorismo sia in Belgio che a Parigi, siano stati definiti MARTIRI. un po’ ricorda gli stessi PARTIGIANI a cui si innalzano monumenti in ricordo di questi martiri appunto che han combattuto il nazismo, che poi a loro volta abbiano trucidato, impiccato Nell piazze o fucilato chiunque dopo la liberazione consideravano nemici solo perché militari o impiegati di Stato e’ altro discorso. La cultura rossa Dominante ce la racconta cosi’. Sta cosa di chiamare martiri chiunque e’ vergognoso rispetto al Valore che il concetto stesso esprime.Soprattutto rispetto a chi davvero dall’altra parte del mondo, il Martirio , lo stia scontando tutto. Sarebbe da chiamare Martirio laico, perche’ ormai e’ tremendamente appurato che il Laicismo si sia proclamata Religione di Stato. Col laicismo ormai lo stato stesso si sa’,scimmiotta tutto dei valori e delle funzioni religiose, per cercare di dare un senso pagano alla vita presente. Vediamo quanto dura questa balla.
Se penso che la migliore risposta che sa dare l’Occidente agli attacchi e alle stragi terroristiche e’ intonare”Imagine” e abbandonarsi ai sentimentalismi momentanei mi viene da piangere.
Io sono stata costretta dalla scuola a fare quella canzone durante una supplenza. Ormai per lavorare a scuola devi rinunciare alla tua fede…. non so che devo fare.
Cantano imagine e fanno minutini di silenzio per 130 parigini o 30 belghi, che per carità va anche bene ma il silenzio assordante di che non vuol vedere lo sterminio abominevole dei cristiani o dei poveri profughi fa vedere che ci sono Cittadini e uomini di serie A e B.
E’ semplice: la canti e poi spieghi agli alunni perché si tratta di un inno al nichilismo e di un mucchio di scemenze. Così la scuola è stata accontentata e tu hai fatto anche un servizio educativo utile.
Per fortuna la supplenza è finita. Ma credimi, sto meditando di non lavorare più a scuola e di rimanere con il mio lavoro in palestra. E’ un’istituzione che fra islam, lezioni gender, rimozione di crocifissi ecc. sta diventando un’enorme porcata.
Non “sta diventando”, è già da un po’ che è un’enorme porcata, solo che purtroppo continua a peggiorare di anno in anno…
Già, e se penso che adesso “imagine” viene insegnata ai bambini delle elementari spacciandola per “canzone della pace” c’è proprio di che rattristarsi…
Secondo me una bella canzone sarebbe “When the childrens cry” dei White Lion ma per il mondo perbenista contiene troppi concetti biasimevoli: innanzitutto si mettono i bambini al centro ed i bambini invece sappiamo che devono essere solo oggetti alla mercé degli adulti, si parla di Dio, si parla di insegnare a pregare e a non litigare, si critica la politica… Insomma una canzone troppo scomoda, molto meglio una schifezza come “imagine” dove si individua nell’abolizione della religione la strada per ottenere la pace e si spaccia l’ipotetica inesistenza del paradiso come un fatto positivo… Roba da restare senza parole
l’immagine simbolo dell’Europa di fronte a questa vera e propria guerra che ci è stata dichiarata, sono le immagini dell’Alto Rappresentante della UE Federica Mogherini che piange.
ve lo immaginate cosa avranno pensato i seguaci dell’ISIS, ma anche i vari ragazzotti musulmani europei che “simpatizzano” per il califatto vedendo quella faccia( scusate da schiaffi) e quelle lacrimucce? io credo che abbiano pensato. se quelli che combattiamo si affidano a dei politici così come questa Mogherini, abbiamo già vinto! ma ve lo immaginate un nostro nonno che reagisce alle minacce dei fascisti, dei nazisti , o ai dissidenti dei paesi comunisti che di fronte all’assasinio dei loro , regiscono invece che con una virile risposta con delle lacrimucce?
noi frignamo come bambini dell’asilo , loro sono disposti a dare la loro vita per quello in cui credono.
abbiamo già perso in partenza!!!. Facciamo parte di una civiltà decadente e svirilizzata in cui l’unica risposta
a cose serie come quelle avvenute a Bruxelles sono i gessetti colorati sull’asfalto, i cuorici con la scrito LOVE, le candeline, le lacrimucce. cose da silo infantile. L’asilo infantile Europa, le lacrimucce, i cuoricini e i gessetti ma quelli dell’ISIS se lo mangiano in sol boccone!
Ho votato il tuo commento per errore. Non sono d’accordo con quanto scrivi. Le lacrime della Mogherini sono l’unica reazione umana alla tragedia. Anche Cristo piange su Gerusalemme, piange per Lazzaro. Il pianto e il dolore ci rendono davvero grandi. E non me la prendo per il poco che può fare la Mogherini, visto che non esiste un esercito dell’Unione ma esistono 28 Stati Membri – ognuno geloso della sua sovranità e delle sue prerogative – e grazie a Dio almeno questi 28 non si fanno la guerra fra di loro. Sarà un bel giorno quando si troveranno risposte diverse dalle “virili” risposte che abbiamo visto finora e che finora hanno provocato tante “lacrimucce”. A quando una “virile” risposta che non comporti ancora più lutti e sangue e “lacrimucce”? Un po’ di “virile” intelligenza? O è solo la guerra, con il suo strascico di tragedie che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, la reazione “virile”?
Eh no, cara Fabrizia,è vero che il pianto è una reazione umana alla tragedia, concordo anche col fatto che la Mogherini può fare ben poco in quanto il suo ruolo è quello di semplice figurante messa lì a capo di quella scatola vuota che è il Pesc ( politica estera e di sicurezza comune )con l’ altisonante quanto anch’esso vuoto titolo di
“Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza comune “, carica talmente inutile che per le trattattive importanti e delicate come ad esempio quella sulla crisi Ucraina , a scendere in campo sono solo e sempre i soliti Merkel, Cameron e Holland.
Tuttavia , almeno ufficialmente, la buona Federica rappresenta pur sempre la nostra Europa ,e quando si rappresenta qualcosa è doveroso possedere quelle capacità di autocontrollo in grado di trasmettere, specialmente in momenti così tragici, un’ immagine di sicurezza, risolutezza e forza.
A tal proposito vorrei ricordare la personalità del generale francese Ferdinand Foch che, proprio sul buono di una drammatica riunione del gabinetto di guerra nell’ agosto 1914, con i tedeschi sulla Marna, cioè praticamente a Parigi, ricevette la comunicazione della morte sul campo di battaglia del proprio figlio Germain .
Il generale chiese ai convenuti una ventina di minuti per rimanere solo dopodicchè richiamò tutti quanti e riprese il suo lavoro…
Non sono d’accordo: il male va combattuto! 🙁
Bellissimo articolo. Non mi ricordavo le parole del Santo padre. Sono davvero profondissime. E’ vero posiamo dare tutte le colpe ai jihaidisti, ma se noi per primi (come Occidente) non abbiamo valori forti da contrapporre ai loro, se parliamo di pace, tolleranza, libertà senza metterle in pratica appoggiandosi ad una fede vera, sentita, be’ allora continueremo a perdere e creeremo le condizioni che porteranno alle instabilità e ai morti di domani.
Esatto: come i papi sempre ci ricordano, da papa Leone XIII, la Fede in un Dio fatto uomo dona dignità all’uomo, ai poveri ed agli utlimi, prima base anche per una convivenza civile e la salvaguardia del bene comune. Il Terrorismo è il male da condannare, ma anche le cause dovute ad egoismi di singoli e di intere collettività che da sempre lucrano su questi paesi e su questi ultimi: anche questo purtroppo uccide e da sempre viene condannato dall Chiesa. Che risposta sarebbe altrimenti quella proposta da molti, ma ben poco evangelica, di disprezzare indiscriminatamente chi è diverso da noi? Perchè i papi da decenni incontrano i responsabili delle altre religioni? Ebrei e Musulmani soprattutto? Riguardiamo e meditiamo sull’apertura della porta santa a Bangui…
Non è buonismo, ma il Bene che ama e sa perdonare che deve guidarci, specialmente quando abbiamo paura e proviamo rabbia…
Il multiculturalismo ha fallito miseramente, sarei d’accordissimo con te se non fosse per un piccolo punto e cioè per loro siamo e rimaniamo gli “infedeli” da combattere, e lo credo bene dal momento che fa schifo a noi stessi quello a cui la nostra stessa apostasia ci ha portati, a non dare meno valore alla vita di quanto non facciano loro, l’unica differenza sta nel dare un senso alle cose e loro questo senso ce l’hanno. Se non fossi Cristiana di certo sarei musulmana, dal momento che l’alternativa di vita e’ il vuoto e la non identita’, la fluidità e la perdita stessa della ragione. Per essere all’altezza di cio’ che tu affermi dovrebbero coesistere due presupposti: La convivenza come accettazione e rispetto reciproco e due modelli di fede ben radicati, distinti ma certi, in cui entrambi(cristiani e musulmani) sarebbero disposti a morire per difendere il loro Dio, ci sarebbero piu’punti in comune, seppur estremamente diversi, in questo modo. E ci ostiniamo a credere che si debbano integrare all’ occidentalismo ateo, e che questa e’ conseguenza della nostra ostilita’ nei loro confronti. La questione di una convivenza reciproca e pacifica e’ pura utopia. Poi puoi benissimo dirmi siamo chiamati al martirio, e’ quello che Dio ha preparato per una Europa lontana, unico modo per riavvicinarla a Lui. Ma per il resto no, vogliono solo conquistarci, da sempre.
volere la religione come fondamento del liberalismo rende il liberalismo senza fondamento. Se poi di suo non ha fondamento cercare la religione non l’aiuta a trovarlo. Bisogna vedere quanto anch’esso abbia radici rivoluzionarie e in un certo qual modo legate al terrore, né più né meno che le guerre di religione… Bisogna vedere ma senza identificare necessariamente la storia del liberalismo con i valori del liberalismo. Anche i valori cristiani si sono affermati indirettamente versando sangue in molte circostanze, questo non deve significare che siano valori sanguinari. L’avere una religione è una scelta libera a causa del liberalismo… il fondare il liberalismo sulla religione (che non significa affermare la libertà religiosa) indebolisce il liberalismo e i valori liberali, anche quelli di ispirazione cristiana, permettendo sì ai cristiani di sentirsi a casa loro, in diritto in quanto cristiani di dettare le leggi che devono valere nella società liberale ma permettendo ai musulmani di rivendicare l’autonomia dei loro valori rispetto a valori considerati non fondati, cioè o fondati su un equivoco ovvero sulla corruzione/strumentalizzazione dei valori religiosi, o fondati su un’altra religione. Entrambe le religioni usano i valori liberali come strumento per affermare i propri e quelli restano senza fondamento.
ora queste lo dico a chiare lettere sono solo ipotesi mie e perciò le considero opinioni ma non significa che siano bazzecole come chi sostiene, sapiente in tutto, che esprimere opinioni sia come nulla dire