Andrea Nicolotti e la Sindone, un approccio poco scientifico

Sindone

Da anni lo storico Andrea Nicolotti si occupa della Sacra Sindone con un fervore tale da rendere evidente il suo bias (pregiudizio), compromettendo il suo lavoro. Ecco le tesi più bizzarre sostenute da Nicolotti e l’inspiegabile astio nei confronti dei sindonologi.



Che il responso sulla Sacra Sindone sia una «provocazione all’intelligenza», secondo le parole di Giovanni Paolo II, è dimostrato dal grande dibattito in corso tra “autenticisti” e “negazionisti”.

I credenti sanno bene che nessun miracolo è indispensabile alla loro fede, mentre i non credenti sanno altrettanto bene che un solo miracolo è deleterio per la loro fede. Il confronto di posizioni dovrebbe partire sempre da questo assunto.

Non avviene così, purtroppo, lo abbiamo fatto notare pochi mesi fa commentando le recensioni elogiative all’ultimo libro di Andrea Nicolotti sulla (anzi, “contro”) l’autenticità della Sacra Sindone, intitolato “Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa”, da parte di tre storici dal noto fervore anticlericale (e che mai si sono occupati del tema, chiamati a supporto di Nicolotti solo per chiari intenti ideologici ed apologetici).

Sappiamo bene che il dibattito è composto, come sempre, da favorevoli e contrari. Non si può non dire, infatti, che Nicolotti ha ricevuto parecchie obiezioni, come quelle contenute nel recente volume “2015. La nuova indagine sulla Sindone“ (Priuli&Verlucca 2015), da noi recensito, il quale si rifà -rispetto al dibattito storico- al precedente libro di G.M. Zaccone, “La sindone. Storia di una immagine” (Paoline Editoriale Libri 2010).

Altre obiezioni al libro di Nicolotti sono arrivate da Emanuela Marinelli, fra i massimi studiosi della Sindone a livello internazionale, autrice del recente Luce dal sepolcro. Indagine sull’autenticità della Sindone e dei Vangeli” (Fede&Cultura 2015). La dott.ssa Marinelli ha sottolineato fin da subito ciò che qualunque lettore rileva appena si accosta ai lavori di Nicolotti, ovvero la pretesa di essere esperto di tutto, dai tessili antichi (p. 35, nota 10), alla fotografia (p. 215), dalle misurazioni al radiocarbonio (p. 318), ai pollini (p. 340, note 22, 23 e 24). E’ una sgradita sensazione che si rileva anche in precedenti volumi dell’autore, “I Templari e la Sindone –Storia di un falso” (recensito qui) e “Dal Mandylion di Edessa alla Sindone di Torino – Metamorfosi di una leggenda” (recensito qui).

Le 370 pagine sono un immenso sforzo per negare qualunque possibilità di autenticità della Sindone, operazione benemerita se basata su argomenti validi e documentati, meno convincente se invece si sostengono ipotesi decisamente ardite come quella che a Torino non vi sia la Sindone che si trovava a Lirey a metà del XIV secolo, o quella che (p. 215) ritiene che l’immagine sindonica non si comporti come un negativo fotografico (Nicolotti lo avrebbe capito dal colore giallo-paglierino dell’immagine). Allo stesso tempo, riflette Emanuela Marinelli, a screditare autenticità al suo lavoro sono i ripetuti tentativi di screditare gli «studiosi che esaminarono la Sindone nel 1978 (p. 265 e p. 276), colpevoli di aver portato numerose prove a favore dell’autenticità. Non potendo eliminare il valore dei lavori scientifici che scaturirono da quelle analisi, deve denigrare gli autori di tali pubblicazioni, sostenendo che erano “persone che già si occupavano della Sindone con inclinazione autenticista”. Non posso che sorridere», commenta la studiosa, «pensando a molti membri non cattolici dello Shroud of Turin Research Project, il gruppo di 33 scienziati americani che nel 1978 condusse misure e analisi sulla reliquia, pubblicando poi i risultati su prestigiose riviste referenziate. C’erano tra di loro protestanti, ebrei e atei che partirono per Torino curiosi ma scettici verso l’autenticità del celebre lenzuolo».

Non c’è testo, non c’è conferenza, non c’è libro dove Andrea Nicolotti non usi gran parte del tempo per deridere i “sindonologi” e tutti gli studiosi contrari alla tesi “negazionista”, elogiando contemporaneamente chi la pensa come lui. Una manichea divisione tra buoni e cattivi, oltretutto cadendo in evidenti contraddizioni. Un esempio: tesse infinite lodi al canonico Ulysse Chevalier, il quale negò l’autenticità della Sindone sulla base di una controversa lettera di Pierre d’Arcis (definito «gigante», p. 209), mentre sminuisce le conclusioni opposte di uno scienziato agnostico contemporaneo a Chevalier, Yves Delage, che in seguito ad approfonditi studi, sostenne invece l’identificazione dell’Uomo della Sindone con Gesù Cristo (venendo per questo screditato dalla società illuminista-razionalista di allora). Nicolotti scrive: «Lo scienziato non è soltanto un ininfluente spettatore degli eventi e dei risultati dei propri esperimenti, ma ne è talvolta l’autore, è colui che deve correttamente eseguirli e interpretarli. Egli può sbagliare, e talvolta s’inganna» (p. 227). «Questo, ovviamente, vale per Delage», commenta la Marinelli, «ma non per gli scienziati che hanno eseguito la prova radiocarbonica sulla Sindone con esito medievale…». Per il ricercatore piemontese, chi sostiene l’autenticità è sempre qualcuno di «scarsa cultura generale», come dice del card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino dal 1930 al 1965, mentre chi la nega è «un uomo che della cultura aveva fatto una ragione di vita», come dice del card. Michele Pellegrino (pp. 246-247), successore di Fossati alla guida della diocesi di Torino. Buoni da una parte, cattivi dall’altra.

Apprezzabile invece l’approccio della Marinelli, divergente da quello di Nicolotti ma comunque rispettoso. Seppure sottolineando che «il grande limite di questo volume è la faziosità dell’autore», ha infatti riconosciuto che il suo libro contiene «pochissime sviste, d’altronde inevitabili». Le note apportate sono tantissime e questo certamente è sintomo di un approfondito lavoro di ricerca, tuttavia «il problema di Nicolotti è la sua interpretazione forzatamente negazionista delle fonti che cita e lo strano silenzio sulle fonti che non cita. Il suo intento è chiaro già dalla premessa (pp. IX-X)»: smentire la “sindonologia”, la propaganda e la falsificazione storico-scientifica, «capaci di incidere pesantemente sull’opinione comune». Peccato sia proprio lui a promuovere falsi storici elogiando l’esperto tessile Gabriel Vial, del Centre International d’Étude des Textiles Anciens di Lione, sostenendo che secondo lui la Sindone è medievale (p. 326). Una clamorosa svista, Vian (che la Marinelli conosce personalmente) non solo non lo ha mai detto ma in uno suo studio pubblico ha concluso scrivendo: «Se si tiene conto dei tre elementi costitutivi di un tessuto – la struttura, la materia prima, e le riduzioni di trama e ordito – si deve riconoscere che la Sindone di Torino è veramente “incomparabile”». «Se un giorno Nicolotti scoprirà che in realtà Vial non ha mai detto che la Sindone è medievale, lo precipiterà all’inferno dei ciarlatani sindonologi», ha commentato ironica l’esperta.

 

Sintetizziamo gli argomenti di Nicolotti con relative risposte (sintetizzate).

1) Silenzio nei primi secoli?
La Sindone non sarebbe autentica perché di essa si parlerebbe soltanto in tempi recenti, eppure quando un oggetto appare senza documenti sulla sua storia precedente non per questo è certamente falso, basti pensare ai Bronzi di Riace. Senza considerare, sopratutto, che la presenza della Sindone è invece rintracciabile ben prima di quanto comunemente si pensi (le monete di Giustiniano II del VII secolo, l’omelia di Gregorio il Referendario di Costantinopoli del 16 agosto 944, il documento di Nicola Mesarite, custode del palazzo imperiale di Bucoleone, del 1201 ecc.). E non si può certo liquidarle in fretta, come invece fa Nicolotti, dicendo che non si tratta della Sindone di Torino o elencando le reliquie false di cui siamo in possesso oggi o le stoffe erroneamente attribuite alla sepoltura di Gesù. «Come se l’esistenza di falsi Rolex», commenta la Marinelli, «fosse una prova che non possano esistere veri Rolex». Nemmeno si può togliere di mezzo definendolo «racconto miracolistico deformato» il testo di Robert de Clari in La conquête de Constantinople, in cui descrive la Sindone prima della caduta di Costantinopoli (12 aprile 1204) nelle mani dei Crociati Latini.

 

2) La scienza ignora la Sindone?
Un’altra tesi di Nicolotti è che la scienza ignorerebbe la Sindone, basterebbe recarsi a questo elenco per apprezzare almeno trecento articoli sulla Sindone pubblicati su riviste scientifiche e riviste specializzate-divulgative, oltretutto con argomentazioni opposte a quelle di cui si è convinto lo studioso piemontese. Anche la sua nota e ripetuta accusa alla “sindonologia” come pseudoscienza riceve adeguata risposta: «La sindonologia non raduna tutti gli appassionati della Sindone ma tutte le discipline che hanno condotto studi sulla reliquia e questi studi sono stati effettuati nei vari campi delle scienze, almeno trenta: anatomia, antropologia, archeologia, biologia, chimica, diritto romano, eidomatica, esegesi biblica, fisica, fotografia, genetica, giudaismo, iconografia, informatica, matematica, medicina legale, microbiologia, microscopia, mineralogia, numismatica, palinologia, paleografia, patologia, radiologia, scienza dei tessuti, storia, storia dell’arte, tanatologia, teologia, traumatologia. Dire che la sindonologia è una pseudoscienza è come dire che la laurea in Scienze Naturali, formata da tante discipline, è una pseudolaurea».

 

3) Storia della tessitura
Nicolotti scrive di aver «dedicato alcuni mesi alla ricognizione di tutta la letteratura scientifica sull’argomento, consultato diversi esperti di storia della tessitura e controllato uno a uno tutti gli esemplari di stoffa antica che si pretende siano accostabili a quella sindonica». Eppure gli è sfuggito quanto ha scritto John Tyrer, esperto tessile degli AMTAC Laboratories di Altrincham (GB): «È noto che prima del 120 a.C. in Cina si sono sviluppati telai a quattro licci che erano in grado di produrre complesse tessiture ad armatura saia […]. Tenendo conto dell’alta tecnologia nel mondo antico circostante, sarebbe ragionevole concludere che tessili di lino con filati di torcitura Z e tessitura saia inversa 3/1, simile alla Sindone di Torino, potrebbero essere stati realizzati nella Siria o nella Palestina del primo secolo». Esistono inoltre scoperte archeologiche che confermano l’esistenza nel mondo antico di telai in grado di produrre manufatti delle dimensioni sindoniche, così come è precedente all’era cristiana la tessitura “a spina di pesce”.

 

4) Il Memoriale di Pierre d’Arcis, il vescovo di Troyes.
Questo è il vero cavallo di battaglia di Andrea Nicolotti: il vescovo d’Arcis sostenne attraverso un Memoriale (che non esiste in forma originale, il primo a parlarne fu il presbitero razionalista ed illuminista Ulysse Chevalier) che il suo predecessore, il vescovo Herny de Poitiers, avrebbe svolto un’indagine sul sacro lino scoprendo la sua non autenticità poiché aveva identificato un pittore (anonimo) che ammise di averla dipinta. La questione sul Memoriale di d’Arcis è stata affrontata in un precedente articolo al quale rimandiamo.

 

5) Assenza di sangue, Garlaschelli e Pesce Delfino.
L’approccio non scientifico di Nicolotti emerge sopratutto nell’ultimo capitolo, quando avvalora l’indagine del microscopista Walter McCrone, che ritiene la Sindone realizzata con ocra e vermiglione e nega la presenza di sangue, senza citare il fatto che le sue affermazioni vennero completamente smentite da due scienziati americani non cattolici, John H. Heller e Alan D. Adler, tramite una pubblicazione sul Canadian Society of Forensic Sciences Journal (confermato in un secondo studio). Nicolotti si limita a riportare genericamente: «I sindonologi hanno prodotto altri studi orientati a neutralizzare le conclusioni di McCrone, ma non è questo il luogo per discutere di chimica e microscopia». Replica della Marinelli: «Ah, adesso non è questo il luogo? Comodo, eh? Anche perché sono proprio la chimica e l’analisi microscopica a rivelare i dettagli a tutt’oggi irriproducibili che rendono unica l’immagine sindonica».

Uscendo ancora una volta dal suo campo di competenza, l’assegnista di ricerca tesse le lodi ai “buoni”, in questo caso Vittorio Pesce Delfino e Joe Nickell (studioso del paranormale) -artefici delle riproduzioni con bassorilievo, scaldato il primo e strofinato il secondo- e di Luigi Garlaschelli, citando un suo articolo scientifico ma guardandosi bene dal menzionare le critiche ricevute sullo stesso giornale da altri scienziati. Nemmeno un accenno alla risposta data a Garlaschelli e agli autori delle seconde sindoni da parte dei fisici dell’ENEA di Frascati (autori di un importante studio sulla formazione dell’immagine): «la mal riuscita copia di Garlaschelli, al contrario di quanto dichiarato dal Professore, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia improbabile che un falsario del Medioevo abbia potuto realizzare la Sindone senza microscopio, senza conoscenze medico-legali, senza un laboratorio chimico attrezzato come quello del Prof. Garlaschelli».

 

6) Esame al radiocarbonio.
Il controverso test radiocarbonico del 1988 ha collocato l’origine della Sindone fra il 1260 e il 1390 d.C., su di esso persiste un decennale dibattito dovuto agli evidenti errori e stranezze che accaddero quel giorno (con tanto di documentario) e durante l’esame dei laboratori. Per Nicolotti però non esiste alcun dibattito, soltanto reazioni «scomposte e dilettantesche» (p. 315). Arriva anche a sostenere che «il pezzo tagliato per la datazione non era su un margine» (p. 347, nota 143), quando basterebbe aver osservato le foto del prelievo. Come negare che vennero estromessi all’improvviso tutti gli esperti della Sindone, che il programma delle operazioni di prelievo dei campioni venne inspiegabilmente rivoluzionato a poche ore dall’inizio dei lavori, e che fu prelevato un campione nella zona più contaminata di tutta la Sindone, come ha mostrato il fisico Harry Gove, il padre della moderna datazione radiocarbonica, autore in merito di un articolo scientifico, scritto con Garza Valdés (microbiologo che ha individuato un rivestimento bioplastico sulla stessa zona del prelievo)?

 

La conclusione di Emanuela Marinelli sul lavoro di Andrea Nicolotti è ironica e intelligente: «Per lo storico piemontese, sulla Sindone non ci sono documenti storici antichi; quelli che parlano di una Sindone prima della metà del XIV secolo o sono falsi o parlano di altre stoffe, tutte false; i lavori scientifici che affermano che è autentica non valgono niente; i documenti storici autentici sono solo quelli che dicono che è falsa; i lavori scientifici attendibili sono solo quelli che sostengono che non è autentica. Con un quadro così deprimente e desolante. Non si capisce perché, allora, Nicolotti vada avanti a scrivere libri su questo argomento».

La redazione

57 commenti a Andrea Nicolotti e la Sindone, un approccio poco scientifico

  • Giancarlo Alberisi ha detto:

    Ho letto molto sulla Sindone e devo dire che Andrea Nicolotti è il sindonologo più serio (oltretutto è credente, quindi il suo scetticismo è al di sopra di ogni sospetto) in quanto è l’unico che non si è lasciato andare ad interpretazioni di parte. Obbligatoria quindi la lettura del suo libro, per chi però vuole davvero un approccio scientifico e storiografico di livello.

    • Sebastiano ha detto:

      Ma l’articolo di qui sopra l’hai letto o questo sproloquio alla paraponziponzipo’ ti è venuto di getto?

    • Gennaro ha detto:

      Nicolotti non sarà molto contento di questa difesa posticcia, lo hai infatti chiamato sindonologo e per lui è un insulto 🙂
      Sul resto che dici è uno slogan senza entrare nel merito, una recensione del suo lavoro probabilmente su commissione, se dovessi entrare nello specifico cadresti come una pera da un albero. Mi ricorda gli elogi di Berlusconi come “leader di un forte partito democratico, difensore degli ideali più importanti per la democrazia e la civiltà italiana, un grande imprenditore. Obbligatorio votarlo per chi vuole che l’Italia rimanga il più bel Paese del mondo”.

      • Giancarlo Alberisi ha detto:

        Veramente siete voi che dovete smontare gli argomenti di Nicolotti, perchè quelli presenti qua sopra sono ridicoli, a cominciare da quello che vorrebbe il telo autentico perchè in Cina (cioè dietro l’angolo) in quell’epoca si tessevano trame di quella complessità. Peccato però che un telo del genere non sia mai stato ritrovato in nessun scavo archeologico o tantomeno nei teli funebri del I sec, che oltretutto avvolgevano come bende e mai venivano riposti sopra un corpo completamente nudo a mo’ di lenzuolo (senza neanche esser rimboccato) come nel caso della Sindone.

        • lorenzo ha detto:

          Questo tuo commento mette solo in risalto una scarsa conoscenza riguardo le tecniche di tessitura nel primo secolo e delle coeve usanze sepolcrali nell’area mediorientale: perché ti ostini a dare sfoggio della tua ignoranza?

          • Giancarlo Alberisi ha detto:

            L’unico sudario dell’epoca ritrovato è completamente diverso dalla Sindone, quindi vedi tu.

            • lorenzo ha detto:

              Perché continui a fare affermazioni che denotano solo la tua ignoranza sull’argomento?
              Lo sapevi che nell’area medio-orientale sono stati ritrovati tessuti che, per tipo di intreccio, composizione e particolarità della tessitura, risultano molto simili al telo sindonico e sono databili al I° secolo d.C.?
              Lo sapevi che in Egitto sono state trovate raffigurazione di telai, con i quali starebbe stato possibile tessere teli come quello sindonico, risalenti ad alcuni secoli prima di Cristo?
              Lo sapevi che, a causa della torcitura sinistrorsa del filo di lino, si ipotizza che il telo sindonico sia di origine siriana.

        • Vincent Vega ha detto:

          Ciao Flavietto bello di papà, come stai? Ora che sei stato (finalmente) bannato da Critica Scientifica vieni su Uccr?
          Eppure dovresti saperlo che il tuo stile da nipotino di Voltaire è riconoscibilissimo. 🙂

          • Giancarlo Alberisi ha detto:

            il troll sarai tu che non usi nemmeno il tuo vero nome
            e poi chi ti conosce?

  • pendesini alessandro ha detto:

    Non posso che sorridere», commenta la studiosa, «pensando a molti membri non cattolici dello Shroud of Turin Research Project, il gruppo di 33 scienziati americani che nel 1978 condusse misure e analisi sulla reliquia, pubblicando poi i risultati su prestigiose riviste referenziate. C’erano tra di loro protestanti, ebrei e atei che partirono per Torino curiosi ma scettici verso l’autenticità del celebre lenzuolo»…..Dice l’articolo !

    Rieccoci una ennesima volta col dilemma della sindone….

    A me risulta -da solide fonti- che il gruppo di studio sulla « sindone » di Torino, STURP (Shroud of Research Project) diretto da Luigi Gonnella, era composto di 40 membri: 39 credenti, 1 agnostico.
    NB: Quale sarebbe la probabilità che un gruppo di scienziati americani , « scelti a caso » fra migliaia di persone, abbia una tale composizione?
    – La probabilità di ottenere un gruppo come STURP è:
    P (39) = C39, 40 (0,4) 39 (0.6) 1 = 7,3×10-15 …In chiaro –ed in linguaggio matematico- 7 possibilità su un milione di miliardi !
    No comment……

    • @Pendesini

      e dacci anche a noi queste solide fonti.

    • Sebastiano ha detto:

      E perché queste “solide fonti” non ce le citi?
      Sennò sembra che siano le chiacchiere di tuo cugggino…

      • pendesini alessandro ha detto:

        Volete le fonti ? Eccole :

        – Georges Charpak, premio Nobel -fisica- 1989. Il quale ha verificato diversi risultati relativi alle analisi effttuate sulla Sindone, ma anche alle tendenze ideologiche degli analisti …Nega categoricamente –con argomenti e esempi pertinenti-, la veracita del mito della Sindone !
        – Jacques Blamont, fisico.Membro dell’accademia delle scienze e ex docente, Universita di Parigi VI.
        – Jean Bricmont . Docente in fisica a l’Universita CATTOLICA di Lovagno (Belgio). Conosciuto internazionalmente per la sua competenza ed integrità nel campo scientifico e non solamente…..
        Per citare solo questi. Ma se non bastassero fatemo sapere….

        Inoltre sarebbe interessante sapere quali Universita (degne di questo nome) e che si trovano al di qua del centesimo posto nella classifica mondiale !!!, crede nel mito della Sindone !

        • lorenzo ha detto:

          Mi spieghi per favore quale sarebbe il mito della Sindone?
          Forse quello che la scienza attuale non è in grado di riprodurla?
          O ti riferisci forse al fatto che la più fedele icona della Passione?

        • Panthom ha detto:

          Pendesini queste NON SONO FONTI, ma citazioni a caso di Premi Nobel.

          Per quanto riguarda la tua obiezione: il fatto che ad occuparsi della Sindone siano in prevalenza scienziati credenti non stupisce per nulla, dire invece che gli scienziati credenti non sono persone attendibile è un’idiozia. Comunque la nota positiva è che hai smentito automaticamente la seconda Sindone di Garlaschelli poiché realizzata da un ateo (Garlaschelli) e finanziata dall’UAAR. 😀

          • pendesini alessandro ha detto:

            Caro Panthom

            Le persone che ho citato, mondialmente conosciute per la loro integrità e conoscenza scientifica, non hanno valutato a caso i diversi risultati scientifici relatifi alla Sindone, ma hanno verificato -studiato- dettagliatamente questi risultati e concluso che non sono assolutamente -per diverse ragioni- convincenti; in altre parole “non tengono la strada” !
            Va notato che nessuna accademia scientifica SERIA al mondo ha valorizzato questi risultati ritenendoli pertinenti e conformi alla metodologia scientifica !
            Le ripeto inoltre che sarebbe molto interessante sapere quali Universita (degne di questo nome) che si trovano al di qua del centesimo posto nella classifica mondiale !!!, crede nel mito della Sindone !

            • lorenzo ha detto:

              Ti ripeto la domanda: cosa intendi quando parli di “mito della Sindone”?

            • Panthom ha detto:

              Ancora una volta NESSUNA FONTE ma nomi di persone “mondialmente conosciute”, alle quali dovresti aggiungere per fare un po’ di folklore anche Keplero, Newton e Einstein. Tutti notoriamente contro la Sindone!! Perché la Sindone è un mito. E perché è un mito? Perché è un mito! Fantastico.

              Povero Pendesini, si batte con foga e poi cade sempre a testa in giù. 😉

    • lorenzo ha detto:

      Questo è l’elenco dei membri del Research Project (STURP) per le investigazioni sulla Sindone di Torino con i loro rispettivi campi di indagine:

      Joseph S. Accetta, Lockheed Corporation * – spettroscopia infrarossa
      Steven Baumgart, US Air Force armi laboratori * – misure spettrali infrarossi
      John D. German, US Air Force armi laboratori * – supporto tecnico per tutti gli esperimenti
      Ernest H. Brooks II, Brooks Institute of Photography * – fotografia scientifica
      Mark Evans, Brooks Institute di fotografia * – microfotografia, fotomicroscopia
      Vernon D. Miller, Brooks Institute of Photography * – fotografia scientifica
      Robert Bucklin, Harris County, Texas, ufficio dell’esaminatore medico-scientifica medica,
      Donald Devan, Oceanografico Services Inc – fotografia scientifica, analisi dell’immagine
      Rudolph J. Dichtl, Università di Colorado * – supporto tecnico di tutti gli esperimenti
      Robert Dinegar, Los Alamos National Scientific Laboratories * – chimica, nastro rimozione/analisi dei campioni
      Donald Janney, Los Alamos National Scientific Laboratories * – analisi dell’immagine
      Joan Janney, Los Alamos National Scientific Laboratories * – supporto tecnico
      J. Ronald London, Los Alamos National Scientific Laboratories * – radiografia a raggi x e fluorescenza a raggi x
      Roger A. Morris, Los Alamos National Scientific Laboratories * – fluorescenza a raggi x
      Ray Rogers, Los Alamos National Scientific Laboratories * – chimica, nastro rimozione/analisi dei campioni
      Larry Schwalbe, laboratori scientifici nazionali di Los Alamos – fisica, raggi x fluorescesnce
      Diane Soran, Los Alamos National laboratori scientifici – chimica, archeologia
      Kenneth E. Stevenson, IBM * – pubbliche relazioni
      Al Adler, Western Connecticut State University – biochimico, nastro analisi del campione
      Thomas F. D’Muhala, Nuclear Technology Corporation * – logistica
      Jim Drusik, Los Angeles County Museum – conservazione
      Joseph Gambescia, St Agnes Medical Center – analisi mediche
      Roger Gilbert, Oriel Corporation * – spettroscopia UV/visibile
      Marty Gilbert, Oriel Corporation * – spettroscopia UV/visibile
      Thomas Haverty, montagna rocciosa Termografo * – termografia
      John Heller, New England Institute – biofisica
      John P. Jackson, US Air Force Academy * – presidente STURP, misurazioni/analisi
      Eric J. Jumper, US Air Force Academy * – vicepresidente STURP, misurazioni/analisi
      Jean Lorre, Jet Propulsion Laboratory * – analisi dell’immagine
      Donald J. Lynn, Jet Propulsion Laboratory * – analisi dell’immagine
      Robert William (Bill) Mottern, Sandia National Laboratory * – analisi dell’immagine, radiografia a raggi x
      Samuel Pellicori, Santa Barbara Research Center * – spettroscopia UV/visibile
      Barrie M. Schwortz, Barrie Schwortz Studios * – fotografia di documentazione

      (I ricercatori contrassegnati con un * partecipato direttamente l’esame di 1978 a Torino. Tutti gli altri sono membri di ricerca STURP che hanno lavorato con i dati o i campioni dopo la squadra tornò negli Stati Uniti.)

      Mi potresti indicare, per favore, quali di loro erano cattolici, quali protestanti, quali ebrei e quali non credenti?
      Non mi vorrai far credere che studiosi protestanti ed ebrei abbiano svenduto la loro credibilità per dar credito alle “superstiziose farneticazioni” cattoliche?

    • Shiva103 ha detto:

      Argomentum ad hominem…questo sconosciuto

    • Dan ha detto:

      Va bhè sostenere che è Gesù Cristo nel senso di implicazione deduttiva necessaria, mi sembra una forzatura,come mi sembra una forzatura quella di Guarraschielli.

      In realtà ci sarebbe da mettersi d’accordo su cosa si intende esattamente con “autenticità”.Viso che il livello scientifico sarebbe necessario ma non sufficiente(poi si dovrebbe fare una altrettanto interminabile ricerca storica),se appunto si dimostrasse che in realtà un qualunque corpo umano nelle medesime condizioni ipotizzate in un esperimento genera lo stesso effetto,senza che questo generi la necessità di riprodurla nel senso artistico oppure e se è un fenomeno naturale e non sovrannaturale,che comunque si verifica in pochissime casi e solo in talune condizioni?E sul livello storico e come fare a sapere che quello è Gesù Cristo se la crocifissione era abbastanza diffusa all’epoca come pena di morte, diffusa e comune in tutto l’impero.

      @Pandesini

      Si è che c’entra la “probabilità” basata su assiomi di scelta di un gruppo a priori, con la necessità che quindi i risultati che produrrà sono errati o,viceversa, necessariamente validi.No,non mi dire che se invece erano atei e agnostici e un credente, allora era necessariamente per questo più corretta o sbagliata.Si perchè questo mi legittima a domandarti la necessità logica tra l’affermare:è uno scienziato con una qualche fede e “ovviamente” e,per questa “ragione”, i risultati saranno necessariamente sbagliati,il che, oltre che errato razionalmente,mi sembra gia una paventazione di pregiudizio proprio.Come dire,bhè se invece era ateo e agnostico dunque il risultato è necessariamente sbagliato,solo, che non conosco “metodi scientifici che siano agnostici,atei o credenti”,ma il metodo scientifico e basta.Quindi se qualcosa è scorretto o valido in merito, è scorretto e valido nel metodo e sulla sua stessa base di riferimento per il giudizio che ne si dà,non di certo, nelle convinzioni sulla fede o non fede, di tizio caio e sempronio,e del singolo scienziato che ci lavora.Dunque mi permetto di precisare che non c’è un dilemma,ma un falso dilemma.

    • Giancarlo Alberisi ha detto:

      Pensa Alessandro che c’era pure il prete che li benediceva prima che cominciassero il proprio lavoro, questo la dice lunga…

      • lorenzo ha detto:

        Ebrei e protestanti che prendono su serio la benedizione di un prete cattolico: questo la dice lunga…

        • Vincent Vega ha detto:

          Invito gli altri ad ignorare Giancarlo Alberisi e la redazione a bannare questo troll. Non si tratta di Shiva 101, ma di un altro, che su critica scientifica si firmava come Flavio (ora bannato) e qui ha cambaito innumerevoli nomi, da Piero, a Giustiniano, a Marco Imarisio, a Paco J, ad Alberto e infiniti altri.
          Questo è un troll il cui unico obiettivo è infastidire i cattolici con argomentazioni pretestuose e false, basti pensare che ha fatto perdere la pazienza perfino a Pennetta (e ce ne vuole) http://www.enzopennetta.it/2016/02/zika/#comment-47841

          Ribadisco: chiedo gentilmente alla redazione di bannare questo troll.

          • lorenzo ha detto:

            Lasciagli dar sfoggio della sua ignoranza: riporta solo argomentazioni fideistiche e prive di base scientifica.

      • Ottavio ha detto:

        Pensa che Giancarlo Alberisi dorme sotto le macchine parcheggiate (perché ognuno può dire quello che vuole senza la responsabilità di citare delle fonti).

        • Giancarlo Alberisi ha detto:

          Gli scienziati dello Sturp li approvò Padre Rinaldi tramite J. Jackson che chiamò esperti suoi conoscenti e che già avevano dimostrato interesse per la Sindone. Fu insomma fatto tutto in casa blindandosi il più possibile da possibili posizioni critiche.

          • Sebastiano ha detto:

            E questa ennesima frottola da dove l’hai tirata fuori?
            Non sai più dove attaccarti, miskinu…

          • Ottavio ha detto:

            Si continua con affermazioni ad minchiam e allora diciamo che il diploma di Giancarlo Alberisi venne pagato da sua sorella perché il piccolo Giancarlo faticava negli studi. Fu una cosa fatta in casa quindi…

  • beppino ha detto:

    C’é ancora qualcuno che pontifica circa la poca attendibilità scientifica e la poca correttezza dei membri dello STuRP (quasi tutti cattolici, pare 🙂 , e di conseguenza inattendibili a priori 😉 …).

    A questo campione di razionalità sarebbe da porre una semplice semplice domanda: come mai allo STuRP (che ricordo fu il primo consesso di luminari e accademici a proporre di proseguire le ricerca con la datazione radiocarbonica) vennero preferiti, e quindi presi in considerazione, altre università e gruppi di ricerca per eseguire la datazione al carbonio?

    Non penso ci voglia molto a osservare che se lo STuRP fosse stato effettivamente di “parte” avrebbe avuto campo libero per procedere… o no?

    Ad altri esperti che basano le proprie argomentazioni razionali sulla poca attendibilità scientifica degli articoli prodotti nei decenni sull’argomento vorrei far notare che la letteratura tecnica é connotata da una ricorrente considerazione: allo stato attuale non si sa ancora come si é formata l’immagine sindonica. Questo é l’unico dato certo e i molti tentativi fatti (soprattutto da parte negazionista a priori…) per riprodurre il telo sindonico sono miseramente falliti pur con tutte le possibilità che la scienza e la tecnologia moderne garantiscono rispetto al periodo medioevale.

    • Giancarlo Alberisi ha detto:

      L’argomentazione forte di Nicolotti è proprio questa: la Sindone venne studiata una volta sola e per soli 5 giorni da una commissione scelta dagli stessi proprietari. Era il lontano 1978 e dopo quasi 40 anni non sono stati permessi esami, anche non invasivi (a parte quello del C14) a qualsiasi altro ente indipendente. A ragione Nicolotti afferma che la Sindone è in realtà molto poco studiata, almeno stando a quello che stabiliscono le normali procedure scientifiche, meno studiata quindi di una mummia egizia di qualsiasi museo nel mondo. Oggi ad esempio sulla Sindone si potrebbe prelevare un microgrammo (ma anche meno) di tracce ematiche e procedere all’analisi, oltre per verificare che si tratti di sangue umano, del DNA. Tale risultato potrebbe poi essere comparato con quello dei miracoli eucaristici, del Sudario di Oviedo o altre reliquie. Ma nessuno sembra aver intenzione di procedere in questa direzione e quindi le critiche del cattolico Nicolotti sono più che giustificate.

      • lorenzo ha detto:

        Lo sapevi che gli studi sono sempre in corso?

        • Giancarlo Alberisi ha detto:

          Ah si? Sono stati forse prelevati nuovi campioni o fatte nuove analisi microscopiche?

          • lorenzo ha detto:

            Si, solo che ti lascio con la curiosità di sapere cosa è stato prelevato e quali esami si stanno facendo: ti dico solo che i prelievi sono avvenuti nel 2002.

  • Klaus B ha detto:

    Per dimostrare la falsità della Sindone occorrono tre cose:
    1. riuscire a produrre un’immagine veramente simile, sia a livello macroscopico che microscopico;
    2. dimostrare che la tecnologia impiegata era disponibile per un artigiano del XIII secolo;
    3. spiegare perché questi l’avrebbe usata una sola volta, cosa mai avvenuta nella storia delle invenzioni.
    Veramente resterebbero ancora vari problemi, come la posizione dei chiodi nei polsi o il fatto che l’immagine non si è formata dove ci sono le macchie di sangue. Ma comunque questi tre punti sono fondamentali.
    Finora nessuno è riuscito neppure ad avvicinarsi al primo dei tre.
    Può darsi che ci si riesca tra un mese, tra una settimana o domani.
    Ma intanto le chiacchiere stanno a zero, come si diceva ai miei tempi un po’ lontani.

  • Luca ha detto:

    Per me il discorso é e resterà sempre quello fatto da UCCR in un articolo di qualche settimana fa: Perché Dio non dimostra una volta per sempre la sua esistenza ?
    Come si lesse allora, la risposta é semplice ed inequivocabile: perché questo limiterebbe la nostra libertà di scelta e (aggiungo io) la nostra libertà evidentemente é per Dio inestricabilmente legata al nostro bene. Vale per tutti i miracoli, quindi anche per la Sindone il cui mistero é destinato a rimanere tale (a meno di non cambiare l’immagine che abbiamo di Dio … in peggio).

    • Andrea ha detto:

      Dio lo ha già dimostrato in modo inequivocabile con la Resurrezione (della quale al tempo si raccolsero centinaia di testimonianze) e con un numero enorme di miracoli (dal miracolato di Lourdes che vede senza nervo ottico al “sole danzante” di Fatima, non mi dilungo perchè altrimenti si fa mattina)… poi ogniuno è libero di mentire a sé stesso inventando scuse per negare l’innegabile, come fa il sig. Nicolotti.
      Viva Cristo Re

      • Luca ha detto:

        In questi termini sembra una sfida tra Cristo Re e miscredenti. Resta il fatto che di miscredenti ce n’é più che di credenti, eppure di fronte all’onnipotente non dovrebbe esserci gara.

        • Dom ha detto:

          Questo è… “cattolico”
          brr… mi vengono i brividi!!!

        • Vincent Vega ha detto:

          Quindi i non credenti in Italia superano i credenti? Avevi già detto una volta che siamo “minoranza”, e ti avevo chiesto da dove tu traessi queste desunzioni.

          • Luca ha detto:

            Andiamo Vincent, non sopravalutarmi: é solo un’iperbole. Stavo solo affermando che quanto Dom considera prove sono per moltissime persone controvertibili. Moltissime persone comprende anche un gran numero di credenti che credono e sanno essere storicamente vero l’oggetto della loro fede ma che sanno essere questa convinzione assoluta una questione appunto di fede, fiducia posta in un rapporto …
            Contemporaneamente, come ben scrive l’articolo I credenti sanno bene che nessun miracolo è indispensabile alla loro fede, mentre i non credenti sanno altrettanto bene che un solo miracolo è deleterio per la loro fede. Niente di più né niente di diverso.
            Il vangelo (soprattutto Marco) lo dice a chiare lettere. Gesù addirittura lo intima ai discepoli: non dite a nessuno … Perciò … non saprei dire sulla verità o falsità della Sindone che certo é un segno di indicibile suggestione, ma mi sorprenderebbe moltissimo poterci trovare una “prova”, mi aspetto invece che il mistero resti mistero e penso che così sia per il nostro bene.

            • Vincent Vega ha detto:

              Ma infatti la Sindone resterà sempre un mistero, ciò che è divertente è la compulsione ateista a negarne la veridicità.
              Per me la Sindone PUÒ, per il nemico di Dio che non accetta di essere creatura, e umilmente chinare il capo, DEVE essere falsa.

              C’è una differenza abissale. I veri liberi pensatori siamo noi, che possiamo negare, eventualmente, la Sindone, mentre i nemici di Nostro Signore sono costretti a negarla. 🙂

        • Andrea ha detto:

          Più che altro a me ricorda la storia del grano e della zizzania…
          Leggi Lc 1,3 … mi sembra abbastanza chiara la parte delle “ricerche accurate”, no? Ma dato che è un cristiano o è un contaballe o ha intervistato degli psicopatici allucinati. Viva la serietà, che altro posso dire?
          Viva Cristo Re

  • pendesini alessandro ha detto:

    -I difensori della autenticità della Sindone hanno cercato la prova della sua autenticità tramite la scienza; ma quando i risultati della scienza non furono soddisfacenti, non conformi alle aspettative, hanno istituito per i loro obiettivi una meta-scienza (una « scienza » oltre la scienza !) una « scienza della prova »… Dio ha fatto l’uomo (il suo figlio Gesù) è la prova dell’esistenza di Dio, e la sacra Sindone è inoltre la prova dell’esistenza di Gesù quindi di Dio !
    NO comment…..

    • Klaus B ha detto:

      In pratica hai fatto tutto da solo … (tu o l’autore della delirante citazione). Il più ricco sito sulla Sindone è di un ebreo osservante, membro dello Sturp, che certo non crede alla divinità di Gesù.

    • lorenzo ha detto:

      Se veramente credi a queste cavolate devi essere ridotto proprio male…

    • Vincent Vega ha detto:

      L’esistenza di Gesù non ha bisogno di essere provata, oggi nessuno storico la mette in discussione.
      Riguardo la Resurrezione ti invito a leggere questo mio post scritto su Cristianesimo primitivo http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=71702461&st=120#entry588130202

      • Vincent Vega ha detto:

        Quando dico che “non c’è bisogno di provarla” intendo che è già stata provata, e solo gli ignoranti di storia la mettono in dubhio

      • pendesini alessandro ha detto:

        Caro Vincent :
        Vorrei farti notare che NON ho mai rinnegato la possibile esistenza del personaggio Gesu, il quale -dai reperti storici- ha (molto probabilmente) esistito.
        Per contro, NON posso razionalmente ammettere l’esistenza e creazione divina -figlio di Dio-, cosi come della “levitazione” avvenuta del medesimo verso il cielo…delle quali NON esiste l’ombra di una prova !…Nato inoltre da una vergine ecc…ecc…Capisca chi puo’!
        Da notare che ho diversi conoscenti ma anche amici cattolici, certi dei quali molto perplessi sulla veridicità dei dogmi della Chiesa, e non solamente…
        P.S.Milito NON contro i cattolici o qualsiasi altre religioni, ma contro le false simmetrie o se preferisci, l’oscurantismo !..Ritengo che indurre gente onesta e di buona fede in errore, NON è conforme all’etica o prova di rispetto verso gente insufficentemente colta in diverse branche, ma anche vulnerabile sotto profilo psicologico. La paura irrazionale ed angoscia predispone molta gente a credere facilmente a storie, narrazioni o favole fantasmatiche…E questo sin da circa 350.000 anni cioé all’inizio (probabile) dell’animismo! …C’est ici que la bât blesse !

  • Sonoperplesso ha detto:

    Nell’articolo la Marinelli è definita “fra i massimi studiosi della Sindone a livello internazionale”. Torno a dire: un fenomeno così complesso e intricato di cui sarebbe tra le massime esperte mondiali una insegnante di scienze di scuola media? E sulla base di quale scienza infusa? Ma non vi sorge qualche domanda?

  • Sonoperplesso ha detto:

    Complimenti ai censori.
    Intorno alle 20:30 ho postato due messaggi, pacatissimi, in cui facevo sommessamente notare che la Marinelli, definita nell’articolo “fra i massimi studiosi della Sindone a livello internazionale”, è in realtà una catechista e docente di scienze nella scuola. Se una persona si occupa di un settore così complesso, intricato e apparentemente iperspecializzato come la Sindone e riesce ad essere considerata studiosa di livello internazionale senza avere credenziali, questo lascia pensare sulla serietà degli studi sulla Sindone.
    Ebbene, il messaggio è stato tenuto in coda di moderazione per circa tre ore e ora ne è stato eliminato. Complimenti.
    Qui c’è la biografia della Marinelli: http://www.iltimone.org/927,Autori.html

    • lorenzo ha detto:

      Anch’io sono perplesso della tua non conoscenza del significato del termine “studioso”: perché non controlli, prestando bene attenzione che non sia cattolico, un vocabolario?

      • Sonoperplesso ha detto:

        Ecco, appunto, al di là del tono immotivatamente sprezzante e nervoso (che caratterizza la maggior parte delle persone che scrivono qui, ed è una questione sulla quale riflettere), dimostri di non conoscere la differenza tra studioso e appassionato.
        Se io fossi un ragioniere che studia con passione e intensità il problema dei cambiamenti climatici (cosa possibile) o la fisica della relatività, potrei mai essere definito uno studioso del cambiamento climatico o della fisica della relatività? No, nella maniera più assoluta. Semmai potrei usare questa definizione a livello scherzoso. Ancor meno potrei mai essere definito “fra i massimi studiosi del cambiamento climatico (o della fisica della relatività) a livello internazionale”. Non potrei sia per mancanza di competenze, sia perché quel “posto” sarebbe occupato da qualcun altro, titolato. “Studiare qualcosa” ed “essere studioso di qualcosa” non sono affatto espressioni sinonimiche perfette, come qualunque persona di media cultura può comprendere.
        Devo fare un altro esempio per far capire la differenza tra le due espressioni? Uno studente universitario che sta studiando la letteratura italiana è forse uno studioso della letteratura italiana? Ovviamente no.
        Quindi se una persona priva di competenze specifiche come la Marinelli riesce ad ottenere la qualifica di “uno fra i massimi studiosi della Sindone a livello internazionale”, questo fatto stesso dovrebbe indurre le persone veramente interessate alla verità a farsi qualche domanda (se non altro per evitare di definire sprezzantemente, come è accaduto nell’articolo, Nicolotti “l’assegnista di ricerca”, mentre la Marinelli “massima esperta” o giù di lì, utilizzando due pesi e due misure).