Sei motivi per cui il cristianesimo progressista è lontano da Gesù

progressismoBenedetto XVI aveva più volte accennato ai “cattolici adulti”, coloro che non danno «più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma scelgono autonomamente ciò che si vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo».

Riteniamo sia stato però Papa Francesco a prendere una posizione molto più netta rispetto a quelli che lui chiama “progressisti”, coinvolgendo nella critica anche i “tradizionalisti”, che stanno sulla barricata opposta. Un intero capitolo del nostro dossier su Francesco è dedicato alle decine di suoi interventi contro le tentazioni del progressismo adolescenziale e del tradizionalismo neo-pelagiano.

E’ recente la decisione della Chiesa anglicana di “sospendere” per tre anni la Chiesa episcopale statunitense (Tec), branca della Chiesa anglicana in America, poiché ha ufficialmente aperto al matrimonio religioso per le coppie omosessuali. Padre Dwight Longenecker, sacerdote cattolico e cappellano di una scuola negli Stati Uniti, ne ha approfittato per scrivere un articolo sul “cristianesimo progressista”, spiegando le sue criticità. Addirittura scrivendo: «Il vero spartiacque nel cristianesimo oggi non è più tra protestanti e cattolici, ma progressisti e cristiani storici». Ma ha anche aggiunto: «guardando la dinamica del cristianesimo progressista, entro la fine di questo secolo sarà morto». Non siamo così ottimisti che tale fenomeno sia destinato ad estinguersi, abbiamo comunque preso spunto dalle sue parole per elencare quelle che noi riteniamo essere gravi decadimenti della nostra fede cristiana.

 

1) EMANCIPAZIONE. Per li progressismo la religione è semplicemente una questione di lotta per la parità dei diritti, per rendere il mondo un posto migliore, essere gentile con tutti e, al massimo, “spirituali”. Non ci vuole molto tempo a rendersi conto che non c’è affatto bisogno di andare in chiesa per questo. La prima generazione di cristiani progressisti sarà presente regolarmente in chiesa, la seconda vi andrà a volte, la terza quasi mai. La quarta e quinta non vedrà alcuna necessità di andarvi. Se la religione non è altro che ecumenismo e opere equo-solidali, la liturgia ecclesiale risulterà ridondante. Chi cade in questa tentazione si sente emancipato dal soprannaturale, dalla salvezza delle anime, dalla redenzione dal peccato, dal paradiso, dall’inferno, dall’Aldilà, dagli angeli e da Satana. Si provi a chiedere ad un Vito Mancuso, un Alberto Melloni o un Massimo Faggioli perché si dovrebbe andare in chiesa. Vi risponderà che non ce n’è bisogno, che il miracolo-dogma della transustanziazione è, semmai, simbolico. Il peccato non esiste e nessuno lo commette se non si partecipa all’Eucarestia, a Dio non interessa. L’importante è che non ci siano guerre e che si coltivi la propria spiritualità, anche a casa propria.

 

2) SPIRITUALITA’ INDIVIDUALE. Il cristianesimo progressista è essenzialmente individualista e non comunitario, la presenza del soggettivismo e del sentimentalismo è molto forte, si favorisce una spiritualità individuale e si forniscono risposte sentimentali alle questioni morali. Esiste per questo un attrito verso una dottrina standardizzata, come quella del Magistero della Chiesa, e c’è avversione ai dogmi cattolici. L’evangelizzazione è anch’essa vista come una forma di proselitismo irrispettoso, di violazione della libertà altrui per cui si preferiscono forme di sincretismo, coltivando la propria fede generica, le proprie esperienze emotive e un impegno religioso formale.

 

3) VERGOGNA DELLA TRADIZIONE. Il cristianesimo progressista è storicamente revisionista, disposto a riscrivere la storia della Chiesa avvalorando i pregiudizi anticlericali, in gran parte nati nel periodo illuminista. Il presente e il futuro sarebbero sempre meglio del passato, per questo bisognerebbe “aggiornare” anche la dottrina cattolica ai sentimenti “liberali” presenti in maggioranza nella popolazione di questo secolo, proclamando la necessità di “adattamento” alla cultura contemporanea. E’ la cultura contemporanea che avrebbe da insegnare alla Chiesa e non viceversa. Ma una religione che distrugge la sua Tradizione, distrugge se stessa. Lo si vede dall’evaporazione sociale della Chiesa riformata che, al contrario di quella cattolica, è quasi completamente ininfluente nella gran parte dei Paesi occidentali.

 

4) VIETATO GIUDICARE. Per il cristiano progressista sui temi sensibili non ci sarebbe nessun bisogno di coerenza con il Magistero cattolico. Il cristiano è tale soltanto in sacrestia, al di fuori di essa è un cittadino laico, ancora di più i politici cattolici dovrebbero legiferare fingendo che non lo sono, che non abbiano alcun interesse per l’insegnamento della Chiesa e non ne siano personalmente e umanamente influenzati. Il cristiano progressista è allergico ai “divieti”, vuole una “religione del sì”. Poco importa se la Chiesa dice “no” all’aborto e “si” al rispetto della vita del nascituro; se dice “no” al matrimonio egualitario e “si” al rispetto della famiglia come società naturale; se dice “no” all’edonismo per dire “si” ad una sessualità seria, matura e monogamica; se dice “no” ai contraccettivi ma per dire “si” ai metodi naturali per la regolamentazione della fertilità degli sposi. Per loro “sbaglia chi giudica”, peccato che anche questo sia un giudizio e che il ministero di Gesù, tra i mercanti cacciati dal Tempio e le durissime critiche ai farisei, sia quanto di più lontano possibile dal “non giudicare”.

 

5) CONFORMATI AL MONDO. I cristiani progressisti sono tutto tranne che il “sale della Terra”. Vivono esattamente come tutti gli uomini, non disturbano le loro coscienze, piuttosto che essere testimoni del vero eliminano dalla loro fede tutto ciò che viene ritenuto falso dagli altri uomini. Dimenticano quando Gesù disse: «Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti» (Lc 6,26). Temono il giudizio del mondo, dimenticando le parole di Gesù: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi» (Mt 5,11). quando il mondo è avvolto nella decadenza morale, la castità diventa radicale. Quando il mondo intero è consumato dalla gola, colui che digiuna è radicale. Quando il mondo intero è divorato dal relativismo, il dogma è radicale. Quando il mondo intero è accecato dal materialismo, il soprannaturale è radicale. Il cristianesimo è una buona notizia quando è radicale, tanto da radicarsi nel cuore e non “passare” come le mode e le effimere sensibilità degli uomini nel corso dei secoli.

 

6) LA PORTA E’ LARGA. Per i cristiani progressisti la Chiesa accoglie tutti ma non chiede a nessuno di cambiare. La porta è larga, non stretta come spiegava Gesù («Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano», Mt 7,13). Tutti sono i benvenuti, certo, ma bisogna ricordare che ci sono “regole di appartenenza”, quella principale è l’umiltà di riconoscersi peccatori. Come ha spiegato Papa Francesco, «quella di Gesù è una porta stretta, non perché sia una sala di tortura. Ma perché ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza, del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia e farci rinnovare da Lui». Le porte delle chiese progressiste, invece, sono aperte così la gente vi può uscire il più presto possibile.

 

Quella dei progressisti, ricorda sempre Francesco, «tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio. La tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle». Noi siamo “progressisti” quando cadiamo in questa tentazione, l’importante è che ci sia qualcuno che sempre ce lo ricordi e ci pungoli, come oggi costantemente fa il Papa. Facendo lamentare tradizionalisti e progressisti a causa dei suoi benemeriti papagni.

La redazione

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46 commenti a Sei motivi per cui il cristianesimo progressista è lontano da Gesù

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  1. Romeo ha detto

    A dirla tutta, per i cristiani progressisti i politici dovrebbero legiferare fingendo di non essere umani, o quantomeno di non essere razionali, e come se non ci fosse un domani. 😉

  2. Klaus B ha detto

    Stavolta, però, ha sconcertato anche me l’apprezzamento espresso da Papa Francesco per Giorgio Napolitano e, addirittura, per Emma Bonino. E’ vero che si tratta di frasi che sarebbero state pronunciate in privato e riferite non si sa bene da chi, ma non mi risulta siano state smentite, anzi sono state riportate anche da siti vicini al Vaticano.

    • Andrea ha detto in risposta a Klaus B

      Mi pare che recentemente sia stato calunniato anche un vescovo con lo stesso metodo dello spargitore di sterco che “casualmente” ha origliato commenti personali nel vagone del treno… squadra che vince non si cambia! Rimango scettico sul fatto in sè, ed anche fosse realmente accaduto bisognerebbe sapere il motivo di tale apprezzamento: mi spiego, persino io ho recentemente espresso un commento positivo sulla Bonino, ma solo perchè ho saputo che, dopo aver ricevuto in affido due bambine ed aver vissuto in parte l’esperienza della genitorialità, ha definto “sprecata” la propria vita chiusa alla maternità…
      Viva Cristo Re

    • Dom ha detto in risposta a Klaus B

      D’accordo.

  3. Andrea ha detto

    Buon articolo, ma mi pare abbia dimenticato di dire che i progressisti negano la storicità stessa del Cristo ed è per questo che i veri cristiani sono definiti “storici”: l’Incarnazione del Cristo è storia, così come la Sua predicazione, i Suoi miracoli, la Sua Passione, Morte e Resurrezione.
    Cristo non è un’invenzione, una mitologizzazione di ideali morali (che personalmente magari nemmeno condivido – uno per tutti la non leicità della pena di morte – ma che accetto e faccio miei per obbedienza a Colui che è Via, Verità e Vita), fatta per dare più autorità alle proprie chiacchiere; i Santi Apostoli non furono dei bugiardi truffatori, ma testimoni onesti e sinceri dell’irruzione di Dio nel mondo.
    Chi si definisce cristiano ma nega la Resurrezione come evento realmente accaduto è solo un ipocrita che farebbe meglio a tornare pagano, almeno recupererebbe un minimo di dignità ed onestà (se ricordo bene è stato S. Paolo il primo a pronunciarsi in questo modo, anche se con parole più gentili delle mie).
    Viva Cristo Re

  4. GianFrancesco ha detto

    Sul punto quattro avrei delle cose da dire soprattutto per quel che riguarda l’aborto: concordo con la contrarietà della chiesa a questo riguardo in quanto ritengo che la vita di un uomo sia talmente unica da risultare irripetibile. La madre che vuole far nascere ad ogni costo il suo bambino è un esempio del suo essere meritevole di vita per se e per il nascituro. Tuttavia quì non importa l’opinione personale quanto il fatto che i cattolici progressisti così definiti dall’articolo, allergici ai divieti, siano tanto scapestrati da essere contro il dogma della Chiesa su questo punto! Non lo credo e anzi credo che questo dogma, se è un dogma, sia tanto importante quanto quello sulla vita ad ogni costo, fermo restando che chi non è capace di procreare deve astenersi dal farlo dato che nessuno ci obbliga a fare dei figli.

  5. Francycat ha detto

    Bellissimo articolo, da incorniciare!

  6. Sebastiano ha detto

    Giorgio Napolitano e Emma Bonino.
    Boh….(non ho parole).

    • Dario* ha detto in risposta a Sebastiano

      Bisognerebbe avere le frasi esatte ed il contesto in cui sono state pronunciate per poter giudicare, un apprezzamento potrebbe essere anche che a tavola stanno composti e che non si mettono le dita nel naso. Stiamo attenti a non farci imbonire dai venditori di fumo

      • Dom ha detto in risposta a Dario*

        Non giudico il papa perché non so nessuno. Ma la finta carità di quella donnaccia non dovrebbe riguardarci! Quello che fa è vero fumo! Stiamo parlando di milioni di aborti permessi e di centinaia praticati direttamente! Questa “gente”…!

      • Sebastiano ha detto in risposta a Dario*

        Non avrei voluto aggiungere nulla ma…:
        “è la persona che conosce meglio l`Africa. E ha offerto il miglior servizio all`Italia per conoscere l`Africa. Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno”.
        Parla (ed è in virgolettato, e non mi risulta che ci sia stata alcuna richiesta di smentita) di Emma Bonino.
        Quella che HA FATTO (e non sto a ricordare cosa).
        Fra i “grandi italiani”.
        Ri-boh….

        • Dario* ha detto in risposta a Sebastiano

          Fonti?

          • Sebastiano ha detto in risposta a Dario*

            Il Corriere della Sera, di qualche giorno fa. Articolo in bella evidenza, rilanciato in grande stile (e poteva non essere?) dal Fatto Quotidiano et similia. Ma basta fare una ricerca su Google per trovare tutti i riferimenti.
            Non intendo aggiungere altro, che è meglio.
            Passo e Chiudo.

            • Dario* ha detto in risposta a Sebastiano

              Sarebbe forse la prima volta che i giornali travisano, più o meno in malafede, le parole del Papa? Finché le fonti sono queste onestamente non credo proprio che le prenderò in grande considerazione

              • Klaus B ha detto in risposta a Dario*

                Non sarebbe la prima volta che travisano ecc., infatti la cosa preoccupante non è l’articolo, è l’assenza completa di qualsiasi smentita

  7. Dom ha detto

    Una certa Chiesa dovrebbe chiedere il conto a questi pseudo-cattolici.
    Gente che vive di ospitate TV e che non ama davvero il prossimo, ma ama se stessa.
    Purtroppo Cristo ancora una volta va oltre. Ha pietà pure per loro. La Verità, l’Amore e la Bellezza, quelle cose con la maiuscola, sporcate da certi personaggi.

  8. Giuseppe ha detto

    Ma la Chiesa rispetto al settecento non si è già in parte modernizzata? Con tutto quello che è successo nell’Ottocento e Novecento ora la Chiesa è diventata pacifista e più tollerante, accettando la libertà religiosa.

  9. Giulio Quaresima ha detto

    Bell’articolo, solo due domande.

    Si provi a chiedere ad un Vito Mancuso, un Alberto Melloni o un Massimo Faggioli perché si dovrebbe andare in chiesa. Vi risponderà che non ce n’è bisogno, che il miracolo-dogma della transustanziazione è, semmai, simbolico. Il peccato non esiste e nessuno lo commette se non si partecipa all’Eucarestia, a Dio non interessa.

    Ma i personaggi in questione hanno veramente affermato questo? Perché, se fosse così, mi stupirebbe che possano ancora definirsi cristiani cattolici.

    Per loro “sbaglia chi giudica”, peccato che anche questo sia un giudizio e che il ministero di Gesù, tra i mercanti cacciati dal Tempio e le durissime critiche ai farisei, sia quanto di più lontano possibile dal “non giudicare”.

    Se ho capito bene, la condanna della Chiesa è sempre verso il peccato e non verso il peccatore, come è stato ricordato di recente anche in queste pagine. Solo Gesù “può permettersi” di condannare il peccatore. È anche vero, però, che il sacerdote nel sacramento della riconciliazione ha il potere (se non sbaglio) di non assolvere un peccatore, il che (mi sembra) equivale ad una condanna del peccatore insieme al suo peccato: in altre parole, le mie idee piuttosto confuse al riguardo, se qualcuno potesse spiegarmi…

    • hic et nunc ha detto in risposta a Giulio Quaresima

      anzi se qualcuno riporta l’elenco dei peccati che solo il papa può perdonare ci acculturiamo

      • lorenzo ha detto in risposta a hic et nunc

        1. Profanare la SS. Eucaristia
        2. Fare violenza fisica contro il Papa.
        3. Assolvere in confessione la persona con la quale si è fatto un peccato sessuale.
        4. Vescovo che consacra e Vescovo consacrato senza il mandato pontificio.
        5. Confessore che viola in modo diretto il segreto sui peccati ascoltati in confessione.

    • lorenzo ha detto in risposta a Giulio Quaresima

      Insegna il Magistero che, per fare una buona confessione, sono necessarie 5 cose:
      1. esame di coscienza;
      2. dolore dei peccati;
      3. proponimento di non peccare più;
      4. accusa dei peccati;
      5. penitenza.

      I due punti (2 e 3) per i quali il confessore può rifiutare l’assoluzione sono:
      2. dolore dei peccati: il penitente afferma di non pentirsi del peccato fatto;
      3. proponimento di non peccare più: il penitente afferma che rifarà volutamente lo stesso peccato.

      Altri due punti (4 e 5), fanno invece si che anche se c’è stata l’assoluzione del confessore, i peccati non vengano perdonati:
      4. accusa dei peccati: si tacciono volutamente alcuni peccati durante la confessione;
      5. penitenza: non si fa volutamente la penitenza che ci viene indicata prima dell’assoluzione.

  10. hic et nunc ha detto

    a mio modesto avvisto è difficile orientarsi nella dottrina cattolica distinguere l’essenziale dall’accessorio

    nella storia la dottrina è cambiata dunque non è assurdo fare pressione sul magistero perché cambi anche qualcos’altro

    d’altra parte è altrettanto evidente che le contraddizioni non sono ammesse… a volte ho pensato che la dottrina della chiesa sia immutabile per pura necessità di essere coerente con il proprio passato, per non scalfire la sua autorevolezza dottrinale, in questo modo però non c’è il rischio che la dottrina si incarti su sé stessa?

    la dottrina dell’infallibiltà del papa mette a rischio la dottrina in questo senso, perché se si ammette che è vera un pronunciamento del papa ex cathedra che non la rispettasse sarebbe inemendabile (o ci sono dei vincoli, delle cose che il papa non può affermare?)

    su questo dogma perciò mi chiedo: se il papa ha stabilito ex cathedra la propria infallibilità prima che il suo pronunciarsi ex cathedra fosse da considerarsi infallibile non è questo un dogma arbitrario? Se non è arbitrario significa che la dottrina non costituisce un vincolo assoluto per stabilire delle verità dottrinali?

    avverto chi legge che sono assai ignorante su questo tema…

    • Kosmo ha detto in risposta a hic et nunc

      nella storia la dottrina è cambiata dunque non è assurdo fare pressione sul magistero perché cambi anche qualcos’altro

      Ma quando mai?????
      Si prega di non scadere nell’insulsaggine.

    • lorenzo ha detto in risposta a hic et nunc

      Il dogma dell’infallibilità papale fu definito da Pio IX° nel 1870 con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus, dopo aver convocato e con l’assenso del concilio Vaticano I°:

      « Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema. »
      (Pastor Aeternus, 18 luglio 1870)

      • hic et nunc ha detto in risposta a lorenzo

        ringrazio della risposta, è appunto quello che dicevo: le affermazioni del papa sono, dopo il dogma, immutabili per se stesse…
        il dogma stesso tuttavia sembra una novità dottrinale, che in qualche modo muta la dottrina, o no? è vero che non contraddice (in questo senso è fedele) alla tradizione, ma se fosse stato scontato non sarebbe stato necessario pronunciarsi in un dogma. Oppure siamo di fronte a una dottrina che da immutabile di fatto (cosa di cui credo sia lecito dubitare anche solo considerando soltanto
        questa una mutazione) diventa immutabile anche di diritto? (ossia non deve più mutare laddove si pronuncia il papa, per esempio papa Giovanni Paolo II pose fine alla questione del sacerdozio femminile)
        Rileggendo il dogma mi chiedo anche se chiese ortodosse che non credono (dunque si oppongono? Basta non credere per opporsi?) a questo dogma, non credendo nel papato, siano anatema. E’ possibile aprire a qualcuno che fosse oggetto di anatema? non sarebbe una contraddizione? Rimane poi dubbia almeno per me (sempre per ignoranza) la questione se anche concilio è infallibile. Qualche dogma lo afferma?

      • hic et nunc ha detto in risposta a lorenzo

        alcuni dubbi sul termine opporsi o contraddire nel testo riportato da lorenzo

        chiedo a tutti contraddire nel senso di voler interpretare un dogma contrario al magistero e vedere (pensare di vedere) una contraddizione o descrivere una (possibile) contraddizione interna ad una definizione è la stessa cosa?

        la seconda attività è lecità?

        se non è lecito chiedo come si fa a ragionare senza mai dubitare di propri ragionamenti e di quelli altrui?

        come fa, se non è lecito, la chiesa a riconoscere legittimo l’uso della ragione? è legittimo solo quando non è in malafede, immagino sia la risposta. Ma si può decidere chi è in malafede prima di ragionare?

        chi, in un concilio, discute un dogma ha ragionato su di esso, chi partecipa al Concilio si deve poter opporre a qualunque dogma, votare contro, il suo voto è legittimo, anzi decisivo. Come può un ragionamento legittimo prima di un voto non esserlo più dopo un voto? anche questo è un dogma?

        in proposito avrei degli argomenti contrari

        vedo delle contraddizioni mi è lecito esprimerle senza incorrere in anatemi? già feci questa domanda ma nessuno mi ha ancora risposto

        solo per sapere come funziona la chiesa

    • Beatrice ha detto in risposta a hic et nunc

      Il Beato John Henry Newman, teologo molto amato da Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nella “Lettera al Duca di Norfolk” scrisse: “Se il Papa o la Regina esigessero da me una “obbedienza assoluta”, lui o lei trasgredirebbero le leggi della società umana: a nessuno di loro io devo un’obbedienza assoluta!”. Un cristiano deve obbedienza assoluta solo a Dio, ma questo non significa che hanno ragione i protestanti nel sostenere che ognuno possa interpretare le Scritture come vuole o debba rispondere dei suoi peccati direttamente al Signore senza la mediazione di un sacerdote, significa che ci sono delle Verità Divine trasmesse attraverso la Rivelazione e il Magistero della Chiesa che nemmeno un Papa può cambiare, come per esempio l’indissolubilità del matrimonio. San Pietro lo dice chiaramente: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At.5, 29). Scriveva Ratzinger nel testo “Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa”:“Il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all’uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall’inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio: ne segue anche il carattere martirologico del suo Primato….”
      Ps: L’articolo qui scritto è una precisa, anche se evidentemente non voluta, descrizione di questo pontificato tanto che avrebbe anche potuto intitolarsi “sei motivi per cui il cristianesimo progressista è vicino a papa Francesco”.

  11. Umberto P. ha detto

    Amici cattolici, quando leggo le mostruosità imposte dalle lobby su adozioni gay, bimbi comprati e madri surrogate costrette a vendere i figli per pochi soldi da ricchi occidentali, mi sento enormemente vicino a voi, e riconosco che c’è una morale inscritta nel nostro cuore. Io non ho il dono della Fede, ma sono comunque accanto a voi, con la razionalità e con il cuore, in questa guerra contro la barbarie. E siamo tanti. Un abbraccio

    • Shiva103 ha detto in risposta a Umberto P.

      Siamo in tanti a non essere a favore
      Ma quanti espressamente contro?

      • Marco S. ha detto in risposta a Shiva103

        Ritengo che cio’ che distingue il tradizionalista (nell’accezione negativa del termine) dal progressista, e’ che il primo e’ disposto a rununciare ad ogni Carita’, per difendere quella che ritiene essere la Verita’, il secondo e’ disposto a sacrificare la Verita’, perche’ ritiene che essa si opponga alla Carita’verso il prossimo.

        In realta’ sbagliano tutti e due perche’, da una parte, la Carita’ e’ parte essenziale della Verita’ rivelata da Gesu’ Cristo (quindi non puo’ esistere una Verita’ cristiana, totalmente spoglia di Carita’); dall’altra, una Carita’ che prescindesse dalla Verita’ non potrebbe essere cosa buona, come non la e’ qualunque menzogna ed ipocrisia.

        • Q.B. ha detto in risposta a Marco S.

          Non esiste un’accezione negativa del termine “tradizionalista” se non quella che proditoriamente viene attribuita a chi è consapevole che se si abbadona l’insegnamento bi-millenario si tradisce Nostro Signore Gesù Cristo stesso.

          Uno sbilanciamento, in qualsiasi direzione esso avvenga, tra Charitas e Veritas mette inevitabilmente fuori dal depositum; questi ultimi si chiamano modernisti filo-luterani da un lato, sedecavantisti o corbellerie analoghe dall’altro.

          Il parametro è sempre l’adesione al Magistero immutabile.

          • Marco S. ha detto in risposta a Q.B.

            Vedo che il nostro problema e’ soltanto quello di metterci d’accordo sui termini 🙂
            Non a caso ho sentito il bisogno di introdurre una parentesi, poiche’ il termine “tradizionalista” (pur contenenendo il peggiorativo “ista”, che connota ideologicamente l’aggettivo prefissato), non ha assunto una cosi’ univoca connotazione negativa, al contrario del termine “modernista”, che oltre a contenere il suddetto peggiorativo, contiene anche il controverso aggettivo di “moderno”.

            Io stesso mi considero senza difficolta’ come un (pessimo) cattolico “tradizionalista”, anche se forse sarebbe piu’ corretto dire “tradizionale”, cioe’ legato alla tradizione che, come giustamente rilevi, nel caso della Chiesa Cattolica, corrisponde in gran parte al “depositum fidei” (consolidato dai successivi dogmi) e a riti che risalgono comunque al periodo apostolico.

            Detto questo ritengo anche che non si debba avere una concezione assolutamente rigida della Chiesa, per tutto quello che non e’ compreso nelle summenzionate tradizioni.
            La Chiesa che conosciamo e che amiamo, ha anche una componente che si e’ evoluta nella Storia.
            Per esempio la Chiesa in cui viviamo e della quale tutto ci sembra immutato ed immutabile come un blocco di granito, e’ figlia del Concilio di Trento, coronato dai grandi dogmi proclamati nel secolo XIX.

            Se per ipotesi fossimo inviati, magari con un’improbabile “macchina del tempo”, nella Chiesa del secolo XII, probabilmente ci sentiremmo dei “pesci fuor d’acqua”, almeno per un certo periodo, non tanto per l’essenza del “depositum fidei”, ma per le modalita’ pratiche con cui questo veniva vissuto e predicato in quel periodo storico.

            Poiche’ la Storia dell’Uomo procede come un fiume turbinoso, tra innovazioni fallaci e quindi di breve respiro, come se fossero dei mulinelli, ma anche con evoluzioni profonde e definitive, che ne costituiscono invece il flusso di portata, la Chiesa deve saper cogliere i VERI segni dei tempi ed adeguare ad essi quello che non e’ essenziale, nonche’ magari la modalita’ di proporre quello che e’ essenziale.
            Infatti, quando tutto il contesto si muove, per rimenere fermi bisogna muoversi con esso.
            E non si puo’ dire che in 2000 anni la Chiesa, sotto questi aspetti, non si sia mossa !

            Premesso questo, dobbiamo comunque

            • Marco S. ha detto in risposta a Marco S.

              Vedo che il nostro problema e’ soltanto quello di metterci d’accordo sui termini 🙂
              Non a caso ho sentito il bisogno di introdurre una parentesi, poiche’ il termine “tradizionalista” (pur contenenendo il peggiorativo “ista”, che connota ideologicamente l’aggettivo prefissato), non ha assunto una cosi’ univoca connotazione negativa, al contrario del termine “modernista”, che oltre a contenere il suddetto peggiorativo, contiene anche il controverso aggettivo di “moderno”.

              Io stesso mi considero senza difficolta’ come un (pessimo) cattolico “tradizionalista”, anche se forse sarebbe piu’ corretto dire “tradizionale”, cioe’ legato alla tradizione che, come giustamente rilevi, nel caso della Chiesa Cattolica, corrisponde in gran parte al “depositum fidei” (consolidato dai successivi dogmi) e a riti che risalgono comunque al periodo apostolico.

              Detto questo ritengo anche che non si debba avere una concezione assolutamente rigida della Chiesa, per tutto quello che non e’ compreso nelle summenzionate tradizioni.
              La Chiesa che conosciamo e che amiamo, ha anche una componente che si e’ evoluta nella Storia.
              Per esempio la Chiesa in cui viviamo e della quale tutto ci sembra immutato ed immutabile come un blocco di granito, e’ figlia del Concilio di Trento, coronato dai grandi dogmi proclamati nel secolo XIX.

              Se per ipotesi fossimo inviati, magari con un’improbabile “macchina del tempo”, nella Chiesa del secolo XII, probabilmente ci sentiremmo dei “pesci fuor d’acqua”, almeno per un certo periodo, non tanto per l’essenza del “depositum fidei”, ma per le modalita’ pratiche con cui questo veniva vissuto e predicato in quel periodo storico.

              Poiche’ la Storia dell’Uomo procede come un fiume turbinoso, tra innovazioni fallaci e quindi di breve respiro, come se fossero dei mulinelli, ma anche con evoluzioni profonde e definitive, che ne costituiscono invece il flusso di portata, la Chiesa deve saper cogliere i VERI segni dei tempi ed adeguare ad essi quello che non e’ essenziale, nonche’ magari la modalita’ di proporre quello che e’ essenziale.
              Infatti, quando tutto il contesto si muove, per rimenere fermi bisogna muoversi con esso.
              E non si puo’ dire che in 2000 anni la Chiesa, sotto questi aspetti, non si sia mossa !

              • hic et nunc ha detto in risposta a Marco S.

                spigolando tra la storia dei concili ho trovato questo dogma con l’immancabile anatema

                »se qualcuno dice che è possibile che ai dogmi proposti dalla chiesa con il progredire della scienza talora debba essere attribuito un senso diverso da quello che ha riconosciuto e riconosce la Chiesa sia anatema«

                se per senso diverso si intende uno stravolgimento del significato allora è chiaro, se però per senso diverso si intende ampliare e adeguare la comprensione allora significa che una comprensione più ampia dei dogmi la scienza non la può dare ma il significato non è chiaro tranne che i dogmi, tutti, non possono essere messi in discussione dalla scienza

                (e io non ho niente in contrario)

            • Marco S. ha detto in risposta a Marco S.

              Per i moderatori.
              Si prega di eliminare l’ultima frase troncata dell’articolo.
              Ho cercato di correggerla io ma ho ottenuto solo il risultato di duplicare l’articolo.
              Andra’ quindi eliminato anche l’articolo duplicato.
              Si chiede venia dell’immenso casino 🙂

    • Klaud. ha detto in risposta a Umberto P.

      Purtroppo la storia ce lo ha dimostrato: Qualsiasi cosa mostruosa pur che sia possibile verrà fatta. Dalla bomba atomica alla nutella.

      • Marco S. ha detto in risposta a Klaud.

        Beh la guerra termonucleare globale, per quanto mostruosa e possibile, non e’ stata fatta.
        La clonazione umana, per ora, per quanto possibile, non e’ stata fatta.

        Insomma, cerchiamo di essere positivi…un po’ di ottimismo…

        • Klaud. ha detto in risposta a Marco S.

          Sei sicuro sicuro che la clonazione umana non sia stata sperimentata? Certamente non ufficialmente.

          • Marco S. ha detto in risposta a Klaud.

            Voglio sperare di no.
            Ritengo comnque che le forti lobby che secondo me ora stanno dietro ai movimenti LGBT, come prima stavano dietro a quelli femministi radicali, debbano prima ottenere il risultato di portare la riproduzione umana in ambito commerciale, sotranedola alle famiglie.
            Poi potranno sfogarsi con ogni sorta di esperimento…

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Klaud.

        Ma la Nutella è squisita, altroché “roba mostruosa”!! 😀 😀 😀

  12. Vincent Vega ha detto

    Questo è il momento della scelta per l’Italia, la scelta se essere dalla parte di Dio o di Baal.

    Primo libro dei Re 18:20-40

    ” Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla. Elia disse ancora al popolo: «Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».
    Elia disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco». Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non vi fu voce, né chi rispondesse. Quelli continuavano a saltellare da una parte all’altra intorno all’altare che avevano eretto. Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell’offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d’attenzione.
    Elia disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi a me!». Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: «Israele sarà il tuo nome». Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all’altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: «Riempite quattro anfore d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero. Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Fatelo per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!». E
    Ia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi neppure uno!». Li afferrarono. Elia li fece scendere al torrente Kison, ove li ammazzò.”

    I cattolici progressisti hanno già scelto Baal, e riceveranno la giusta mercede, se non si pentiranno.

    • hic et nunc ha detto in risposta a Vincent Vega

      secondo me non si può paragonare l’essere da una parte o dall’altra a quella situazione perché oggi le questioni su cui si passa da una parte all’altra possono essere diverse

      a proposito della storia: si può dire che vi si uccide in nome di Dio? sai che il papa si è recentemente pronunciato contro questa possibilità?

      vorrei sapere se dubitare (magari per limiti propri e in buona fede) ed esporre delle riserve sulla dottrina della chiesa è progressista o va bene…

      la chiesa dice che Dio creatore può essere conosciuto con certezza grazie al lume naturale della ragione. Ti chiedo se per acquisire questa certezza si prevede la possibilità del dubbio e di esprimerlo o si prevede solo la lettura solitaria o senza porre domande di buoni libri di teologia cattolica

      non sto scherzando…

    • Marco S. ha detto in risposta a Max

      Dare una mano su cosa ?
      Fango e’ arrivato su Papa Benedetto, fango arriva su Papa Francesco…e’ chiaro che diventare papa fa diventare un bersaglio privilegiato di chi sappiamo noi…e il resto consegue…

      • Beatrice ha detto in risposta a Marco S.

        La differenza è che a criticare Benedetto erano, oltre ai cattolici progressisti citati nell’articolo, tutta la stampa laicista e tutti quelli che odiano Dio e la Chiesa, mentre a criticare questo Papa sono stati cattolici di comprovata fede come Vittorio Messori, Mario Palmaro, Marco Tosatti, Antonio Socci e Sandro Magister, uniche voci fuori coro in una stampa del tutto inneggiante all’attuale Pontefice (e già questo dovrebbe far pensare!). Tra l’altro di questi ultimi bisogna considerare che Palmaro è morto, Messori ha scritto un solo articolo in cui timidamente esprimeva qualche perplessità, Tosatti non è mai esplicito nelle sue critiche, Magister usa toni sempre molto pacati, l’unico a usare modi veementi è Socci, insomma niente o quasi che ricordi la violenza degli attacchi a Benedetto. I tradizionalisti che rinnegano il Concilio Vaticano II non contano perché hanno criticato pressoché tutti i Papi da Giovanni XXIII in poi. Parlo ovviamente solo della situazione italiana, perché quella degli altri paesi non la conosco. Non credo che San Vincenzo di Lérins fosse ispirato dal principe di questo mondo quando affermò: “Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge”, semplicemente prendeva atto della realtà storica che ha visto salire sul trono di Pietro uomini non sempre connotati da grande tempra morale (per usare un eufemismo). Così come non credo che San Paolo agisse mosso da uno spirito maligno quando rimproverò pubblicamente San Pietro nella lettera ai Gàlati, per non parlare dei tanti Santi che hanno mosso dure critiche ai vari Papi regnanti. Infine ritengo non si possa definire la Divina Commedia un’opera demoniaca contraria al Vangelo per il fatto che Dante abbia mandato all’inferno più di un Pontefice. Che Papa Francesco sia vicino alle posizioni progressiste del cattolicesimo moderno mi sembra un fatto lampante, ma purtroppo “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Almeno sul potere della preghiera penso che siamo tutti d’accordo: preghiamo per la Chiesa e per il Papa, come lui stesso chiede di fare.

  13. hic et nunc ha detto

    allergico ai “divieti”

    purché sia chiaro che criticare non sognifica non accettare un divieto, se poi la chiesa è allergica o addirittura vieta la critica allora si capisce diversamente la questione, e l’allergia ai divieti allora mi diventa molto più comprensibile

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