Georges Lemaitre, l’inizio dell’Universo e il “Dio nascosto”

Big Bang 
 
di Paolo Di Sia*
*docente di Matematica presso l’Università di Verona

 
Georges Edouard Lemaître, fisico e astronomo belga, ordinato sacerdote nel 1923, è stato il primo a comprendere che lo spostamento verso il rosso della luce delle stelle forniva la prova dell’espansione dell’universo. Nel 1927 egli pubblicò l’ipotesi del cosiddetto “atomo primigenio”, oggi nota come teoria del Big Bang, del “grande scoppio” iniziale da cui sarebbe nato l’intero universo.

L’ipotesi era basata sulla teoria della relatività generale di Einstein. Lemaître sostenne l’idea dell’espansione illimitata dell’universo, idea accettata oltre trent’anni dopo la sua morte, avvenuta il 20 Giugno 1966 a Lovanio, e attualmente in fase di discussione in relazione ai continui sviluppi dei vari modelli di universo e al multiverso. Lemaître non voleva mescolare l’approccio scientifico con quello teologico, per non generare confusione. Disse: “Esistono due vie per arrivare alla verità. Ho deciso di seguire entrambe …. la scienza non ha cambiato la mia fede nella religione e la religione non ha mai contrastato le conclusioni ottenute dai metodi scientifici” (vedasi anche “New York Times Magazine”, 19-02-1933, 18).

Nel passato si pensava che l’universo fosse esistito da sempre, in modo immutabile; questa visione era pertanto in disaccordo con una possibile sua origine, fatto attestato anche dalle principali religioni. Lemaître, che era anche un acuto matematico e scienziato, basò la sua idea non solamente sul suo credo religioso, ma anche in relazione alle evidenze sperimentali di Edwin Hubble, che aveva scoperto che l’universo si espande. Combinando i dati sperimentali in suo possesso con la matematica della teoria della relatività generale einsteiniana, Lemaître studiò la storia cosmica andando indietro nel tempo, evidenziando che più si andava indietro e più piccolo doveva essere l’universo, e arrivando a pensare ad un singolo “punto iniziale”. Si tratta dell’attuale teoria del “Big Bang”, anche se Lemaître originariamente utilizzò il nome “atomo primordiale”. Uno dei problemi/equivoci principali riguardanti il Big Bang è il fatto che all’inizio l’universo fosse considerato compresso in un solo punto. La delicatezza della questione è legata anche alle particolari caratteristiche dell’infinito dal punto di vista matematico.

L’intero universo è assai grande; i dati attuali mostrano che sarebbe circa 20 volte più grande dell’universo osservabile, e si tratta di una stima per difetto, poiché potrebbe essere addirittura infinito. Se si rimpicciolisce una quantità infinita di spazio a piccolissime proporzioni, abbiamo ancora una quantità infinita di spazio. Lo spazio non ha bisogno di posto in cui espandere, poichè può espandere “in se stesso”, trovando “tanto posto” a disposizione. Questo è vero anche nel caso in cui lo spazio non avesse dimensioni infinite, se si ragiona con la differenziabilità infinita della metrica dello spazio-tempo. L’universo originario era caldissimo e densissimo, con lo spazio-tempo molto curvato ovunque, con una rapidissima espansione dello spazio all’interno dell’universo come caratteristica principale. Quindi più che una grande esplosione (Big Bang) si è trattato di una “dilatazione in ogni direzione”, un “allargamento dello spazio”. Circa la “singolarità” del Big Bang, il “punto iniziale all’istante iniziale”, più che di singolarità, si dovrebbe parlare di “parte (iniziale) della dilatazione in ogni direzione”.

Attualmente la situazione è molto più articolata e complessa; la relatività generale di Einstein non è in grado di spiegare e prevedere cosa è successo all’inizio, quando l’universo era piccolissimo, essendo non possibile evitare i fenomeni quantistici presenti a tale scala. C’è chi risponde che il tempo è nato con l’universo, quindi prima non esisteva; ogni momento dell’universo esiste dopo l’inizio. Ciò porta indietro il problema, ossia al perchè l’universo ha avuto inizio in uno stato così compresso, perchè ha seguito leggi che sembrano arbitrarie, che cosa c’era prima. Per
Lemaître questo potrebbe essere il momento in cui Dio entra in gioco per spiegare quello che la scienza non riesce a spiegare. Gli attuali dati sperimentali non escludono la possibilità che potrebbe esserci un tempo prima dell’inizio, prima del Big Bang, terminato quando l’universo è collassato diventando assai compresso e caldissimo, ma questo comunque non ci aiuta ad oggi a farci un’idea chiara e definitiva su come sia andata di fatto e su cosa davvero sia il tempo.

La singolarità resta ad oggi inspiegata, anche inserita nella dinamica “compressione pre-Big Bang, Big Bang, dilatazione post-Big Bang”. L’universo potrebbe essere eterno, senza inizio; in questo caso, Lemaître avrebbe dovuto rivedere il significato delle parole “in principio”. Nel 1958 egli precisò: “ ….. personalmente ritengo che l’ipotesi iniziale dell’universo rimanga interamente al di fuori di ogni questione metafisica o religiosa. Essa permette al materialista anche di negare ogni essere trascendente ….. E si accorda anche ai versetti di Isaia quando parlano del Dio nascosto”, nascosto anche all’inizio della creazione”.

Nella scienza spesso accade che le risposte ad una domanda terminino e conducano ad altre domande, più raffinate e profonde. A tal proposito, prima di morire Lemaître ebbe a dire: “L’espansione dell’universo è provata soprattutto dalla costante espansione delle capacità umane”.

35 commenti a Georges Lemaitre, l’inizio dell’Universo e il “Dio nascosto”

  • Luca ha detto:

    Lemaitre dice
    personalmente ritengo che l’ipotesi iniziale dell’universo rimanga interamente al di fuori di ogni questione metafisica o religiosa.
    Penso che lo stesso atteggiamento “laico” andrebbe applicato ad ogni indagine scientifica, si tratti del ruolo del caso nell’evoluzione o dell’ipotesi dell’universo dal nulla. Peccato che gli scienziati da una parte o alcuni credenti dall’altra tendano a strumentalizzare in un senso o nell’altro la scienza.
    Vorrei solo notare che l’articolo sembra prendere questa seconda strada quando afferma (…) questa visione era pertanto in disaccordo con una possibile sua origine, fatto attestato anche dalle principali religioni

    • Paxvobis ha detto:

      Noto infatti come moltissimi scienziati cattofondamentalisti ogni giorno pubblichino libri e articoli su quanto la scienza dimostri Dio, sul fatto che esistano solo scienziati credenti…

  • pendesini alessandro ha detto:

    Vorrei fare notare che sono due i pionieri all’origine della teoria di un Universo in espansione e singolarità : il russo Alexander Friedmann (fisico russo) che ha sfruttato le equazioine della relatività (sensa costanti cosmologiche) per arrivare alla predizione di un Universo in espansione gia nel 1922 ! Questa sua predizione contraddiceva le conclusioni di Einstein di cinque anni prima.
    L’astronomo e fisico/matematico cattolico belga, Georges Lemaître, ha riscoperto (indipendentemente) e teorizzato (matematicamente) l’espansione dell’Universo nel 1927-1931, cioé cinque anni dopo l’idea originale di A.Friedmann !

    • Francesco Santoni ha detto:

      È noto infatti che Friedman e Lemaitre arrivarono a risultati simili lavorando in modo indipendente (Lemaitre non conosceva il precedente lavoro di Friedman, che era quasi sconosciuto in occidente. Oggi i meriti di entrambi vengono riconosciuti, insieme ad altri due fisici, infatti la soluzione dell’equazione di Einstein che descrive un universo in espansione (o in contrazione) è universalmente nota come metrica di Friedman-Lemaitre-Robertson-Walker

  • pendesini alessandro ha detto:

    A proposito dell’infinito :
    L’esperienza che consisterebbe a « verificare » che il nostro Universo sarebbe infinito è un’esperienza che, dal fatto stesso delle proprieta dell’infinito, è nell’incapacita di produrre un risultato !
    Sostenere inoltre che l’Universo sarebbe in uno stato di perpetua espansione, si esce dal campo della fisica, perché il concetto di eternità NON appartiene alla fisica. Non possiamo verificare che « mai » questa espansione avrà fine. Mai non è un concetto fisico !
    In fisica lo zero è altrettanto privo di senso cosi come l’infinito. Se l’infinito è in qualche modo il “limite” irraggiungibile in una serie di moltiplicazioni per 10, lo zero è il “limite” irraggiungibile in una serie di divisioni per 10. Né lo zero ne l’infinito esistono in fisica.

    • Klaud. ha detto:

      Lo stato di perpetua espansione è in contraddizione con un universo infinito: si espande dentro sé stesso? O sbaglio?

      • pendesini alessandro ha detto:

        A mio umile parere, ma non solamente, le conoscenze cosmologiche attuali non permettono di dedurre se l’espansione dell’Universo sia irreversibile o perenne. L’infinità temporale pone tanti problemi, come l’infinito spaziale, che verranno (probabilmente) risolti in un futuro prossimo…
        Trè sembrano essere le alternative attuali dell’avvenire, o destino, del nostro Universo :
        –1° “Big Crunch” : che evoca una fase di contrazione a seguito della corrente espansione. NB : Da notare che la maggior parte degli scienziati (astrofisici, cosmologi) sarebbero favorevoli ad un’espansione continua e irreversibile del cosmo….
        –2° “Big Rip” (grande strappo) : qui saremmo piuttosto dislocati, a misura che lo spazio si estende, fino ad arrivare a delle densità insopportabili per gli oggetti che lo compongono.
        –3° “Big Chill” (grande raffreddamento) con tendenza allo zero assoluto, intervenendo a misura dell’espansione dell’Universo, fino al punto che non avrà più energia disponibile per garantirne il movimento e fenomeni stellari e quindi più nessuna forma di vita….

        P.S. I processi che riducono l’entropia di un sistema isolato sono dichiarati impossibili. L’Universo non è uno di loro. La sua entropia va crescendo; era inferiore “all’inizio, e questo gli conferisce un senso storico particolare : va progressivamente, -contrariamente alle aspettative- dal cosmo (ordine) al caos (disordine)…..

      • Vincent Vega ha detto:

        Per Klaud

        Per espansione dell’Universo si intende il fatto che, dati due corpi celesti qualsiasi, tipo due galassie, si osserva che le loro distanza reciproca aumenta nel tempo e che in generale si allontanano più velocemente le galassie più lontane da noi.
        Come già aveva spiegato la metafisica di sant’Agostino nel V secolo e poi sviluppato quella altomedievale araba, lo spazio e il tempo non sono concepibili senza la materia e il moto. Lo spazio-tempo non è perciò quel contenitore assoluto, quella scatola infinita senza pareti – come concepiva Newton – nella quale sono contenuti i corpi. Ma piuttosto esiste in quanto relazione tra corpi in moto relativo. Quindi è la materia-energia a creare lo spazio-tempo e, man mano che la distanza tra i corpi celesti aumenta, nuovo spazio e nuovo tempo sono da quella creati. Questa relazione, in termini matematici, tra spazio-tempo e materia-energia è studiata nella relatività generale.

        Ad ogni modo, come ha spiegato bene Kant, lo spazio e il tempo appartengono così interiormente alla specie umana e ai suoi modi di vedere il mondo, sia quello esterno che quello “interno” al proprio Io esistenziale, che è difficile – fuori degli strumenti matematici della relatività generale – per tutti immaginarsi l’espansione dell’universo.

        La certezza filosofica che abbiamo è che l’universo non possa essere eterno, e che quindi non sia possibile risalire all’infinito la catena delle cause. In altre parole l’universo, come tutto ciò che è mutevole, non giustifica la propria esistenza e non può esistere da sempre, e ciò varrebbe anche qualora venissero provati i modelli pre big bang.

  • nil ha detto:

    I primi a parlare di un punto che si espande come spiegazione dell’origine dell’universo furono i qabbalisti nel medioevo interpretando Genesi 1,1 e particando la magia e l’esoterismo infatti nello Zohar si legge :

    Zohar : “In principio una fiamma oscura scaturì nella regione più
    nascosta del mistero dell’Infinito En Sof,…, del tutto priva di
    colore…per l’impeto della sua irruzione brillo un punto supremo e
    nascosto
    .Al di là di questo punto nulla è conoscibile, e perciò esso è
    chiamato Principio, la prima parola della Creazione,… quel punto
    originario,chiamato Principio,si espanse…e creò Elohim…Se questo
    espandersi è chiamato creare non deve sorprendere…”

    Scholem :”Il versetto 1 della Genesi accenna all’intero processo di
    dispigamento della divinità:..l’Infinito fattosi Nulla si è dispiegato
    in Elohim e nei gradi di cielo e terra..Vengono esposti il divenire
    della seconda e terza sephirat”

    Zohar :”Il nome Elohim può essere infatti riferito a tre luoghi
    spirituali, e di lì si dispiega in molte direzioni”

    Zohar : “Beresit si divide nelle due parole bara e sit: Egli creò
    sei…questi sono i sei gradi corrispondenti alle sei direzioni dello
    spazio, che attraverso l’espansione Egli creò dal punto originario…”

    Zohar : “Per mezzo di questo Principio l’Ascoso e inconoscibile creò
    Elohim e questo è il segreto del versetto “Col Principio Egli creò
    Elohim ”

    Fonti : Gershom Scholem – I segreti della creazione

  • Vincent Vega ha detto:

    C’è solo una cosa che voglio far notare alla Redazione.
    Nell’articolo sull’universo prodotto pochi giorni fa https://www.uccronline.it/2016/01/18/leta-e-le-dimensioni-delluniverso-non-sono-unobiezione-a-dio-anzi/ si è parlato della grandezza e dell’età dell’universo come, tra l’altro, un modo che Dio ha scelto per preservare la nostra libertà, perché un universo sorto dal nulla già bello pronto avrebbe forzato gli esseri umani a credere nel Creatore.

    Ma a questo punto mi viene in mente un’obiezione: per secoli, anzi millenni è stato così, per millenni si è creduto in una terra giovane e in un uomo sorti miracolosamente già cosi come sono.

    Forse l’uomo moderno ha quindi più libertà di non credere (fermo restando che, filosoficamente, gli argomenti di San Tommaso ed in particolare la via ex motu ed ex contingentia sono inattaccabili) di quello del passato e quindi la sua Fede è maggiormente meritoria? Parlo dell’uomo della strada.

    • Giulio Quaresima ha detto:

      gli argomenti di San Tommaso ed in particolare la via ex motu ed ex contingentia sono inattaccabili

      Anche a me sembrano inattacabili, tranne che in un dettaglio, che tanto dettaglio non è. Tommaso dimostra che deve esistere un primo motore, immobile, una prima causa non causata, un ente necessario in sé, e fin qui mi pare difficilmente attaccabile.
      Dice poi che questo ente necessario altro non è che ciò che chiamiamo Dio, e qui sta i problema, infatti, a ben vedere, mentre possiamo razionalmente arrivare a dimostrare la… necessità di ente auto-necessario, non possiamo qualificarlo in alcun modo, se non nella sua auto-necessità. Identificare questo ente con un Dio personale, e magari con il Dio della Bibbia, con tutte le sue caratteristiche, è un passo ulteriore, un passo molto grande, che si può compiere soltanto per una libera scelta di fede. Infatti anche accettando Tommaso nel punto citato, si può rimanere coerentemente in una posizione completamente materialista, affermando che la totalità della materia ha, in quanto tutto, in sé stessa la propria necessità, pur avendo, le sue singole parti, necessità in altre parti.

  • Giulio Quaresima ha detto:

    gli argomenti di San Tommaso ed in particolare la via ex motu ed ex contingentia sono inattaccabili

    Anche a me sembrano inattacabili, tranne che in un dettaglio, che tanto dettaglio non è. Tommaso dimostra che deve esistere un primo motore, immobile, una prima causa non causata, un ente necessario in sé, e fin qui mi pare difficilmente attaccabile.
    Dice poi che questo ente necessario altro non è che ciò che chiamiamo Dio, e qui sta i problema, infatti, a ben vedere, mentre possiamo razionalmente arrivare a dimostrare la… necessità di ente auto-necessario, non possiamo qualificarlo in alcun modo, se non nella sua auto-necessità. Identificare questo ente con un Dio personale, e magari con il Dio della Bibbia, con tutte le sue caratteristiche, è un passo ulteriore, un passo molto grande, che si può compiere soltanto per una libera scelta di fede. Infatti anche accettando Tommaso nel punto citato, si può rimanere coerentemente in una posizione completamente materialista, affermando che la totalità della materia ha, in quanto tutto, in sé stessa la propria necessità, pur avendo, le sue singole parti, necessità in altre parti.

    • Vincent Vega ha detto:

      Assolutamente. Infatti Tommaso DIMOSTRA l’esistenza di un ente superiore creatore del tutto e autosussistente, ma accettare che suddetto ente ci ami e si interessi di noi e della nostra sorte ultraterrena è un passo ulteriore.

      Cristiani si è perché si ha Fede nella testimonianza degli apostoli che hanno visto Gesù Risorto, non per le cinque vie. Le cinque ti “obbligano” razionalmente ad essere teista, ma accettare l’incarnazione è una cosa del tutto diversa.

      Ad ogni modo mi fa piacere che tu abbia ammesso che gli argomenti di Tommaso sono inattaccabili, l’altro giorno parlavo con un ateo su un altro blog e diceva che Tommaso aveva fatto ragionamenti arbitrari. Gli è stato chiesto (da me e da altri) dove fosse l’arbitrarietà e lui ha risposto con un’altra domanda, ovvero se si era in grado di dimostrare scientificamente l’esistenza del motore immobile. 😉

      Mi fa quindi piacere vedere che esistono persone ancora dotate di onestà intellettuale.

      • Giulio Quaresima ha detto:

        Grazie, in effetti è quello che mi sforzo di essere (con alterni risultati).

  • Vincent Vega ha detto:

    Solo una cosa

    “Infatti anche accettando Tommaso nel punto citato, si può rimanere coerentemente in una posizione completamente materialista,”

    Beh no. San Tommaso dimostra la necessità dell’esistenza di un ente autosussistente, immateriale, eterno e dotato di volontà, perciò il materialismo è negato ipso facto.
    Come però hai giustamente detto per accettare che questo ente ami l’uomo e si sia addirittura fatto carne occorre un atto di Fede, su quello siamo d’accordo.

    • Giulio Quaresima ha detto:

      dimostra la necessità dell’esistenza di un ente autosussistente, immateriale, eterno e dotato di volontà

      Non sono sicuro se dimostri la sua immaterialità, ma in effetti non saprei neanche definire esattamente il concetto di “materia”, quindi su questo mi taccio senz’altro.
      Non sono neanche sicuro se dimostri che è dotato di volontà, ma anche qui ho probabilmente delle difficoltà con il termine.
      Considera comunque che la mia conoscenza riguardo alla tomistica è, diciamo, wikipediana… 😀

      • Vincent Vega ha detto:

        Beh la via ex gradibus ricava, dall’esistenza di esseri forniti di qualità (potenza, bellezza, intelligenza ecc.) in gradi diversi, quella di un essere che le possiede in grado sommo e la via ex fine ricava, dall’esistenza di un ordine generale nelle cose, la constatazione di un essere sommamente potente e intelligente loro ordinatore.
        In altre parole, l’universo opera secondo un fine che non è casuale, dal momento che esistono leggi precise, dunque esiste un essere intelligente che ordina le cose naturali al loro fine.

        Dio non potrebbe prestabilre l’ordine della natura se non fosse intelligente.

        Sull’immaterialità sappiamo razionalmente che Dio non ha corpo perché:

        1) Il corpo muove se è mosso e Dio è motore immobile.
        2) Il corpo è soggetto a mutazioni ma Dio è immutabile (infatti sappiamo che solo ciò che è immutabile può non avere inizio).

        Poi sul fatto del definire il concetto di “materia” sappiamo che la materia è ciò di cui sono fatte le cose e la forma è ciò che da l’essere proprio a ciascuna cosa.
        Ma Dio, come abbiamo visto sopra, non ha materia, non essendo corpo e non ha forma, perché una cosa che ha il suo essere dalla forma è un bene per la forma, mentre Dio è il bene in se.
        Infatti, se una cosa ha il suo essere dslla forma ha moto, cioè agisce per la forma, ma Dio è il principio del moto, quindi non ha forma ma è di per se forma.

    • Licurgo ha detto:

      Che abbia una certa attenzione per l’Uomo (non certo al livello dell’Agape cristiano) ci si arriva secondo me anche per via logica.
      Dio crea perchè un’intelligenza infinita è infinitamente creativa, e nella creazione pone un ente intelligente, l’Uomo, in qualche modo analogo alla sua intelligenza infinita (appunto, analogo e non certo uguale, il concetto biblbico di ‘immagine e somiglianza’ peraltro).
      Ora, questo Uomo ha un’estrema autocoscienza, che deriva dalla forma, o anima, razionale (sempre stando ad Aristotele) tanto da essere capace di concepire l’immortalità e l’infinito: è ovvio che, avendolo pensato e avendolo messo nell’essere come qualcosa di analogo, a Dio, che ama se stesso pensante all’infinito, non può essere indifferente, per quanto parliamo di puro ‘amore intellettuale’ e non di agape cristiana.
      Dio non può essere cattivo (anche se non è ammissibile l’infinito amore cristiano) perchè la cattiveria è manchevolezza di qualcosa, è figlia di ‘penìa’ che l’ente infinito e autosussistente non può avere per essenza, nè ingiusto, visto che egualmente l’ingiustizia è penìa, è non essere della giustizia e in Dio non può starci alcun non essere.
      Se tanto mi da tanto, e se, come penso io, l’intelligenza si spiega con la forma razionale (e non con la sola attività del cervello, che è fondamentale strumento, ma non produttore di autocoscienza essendo il cervello in sè incosciente ma essendo cosciente l’io che comprende il cervello come una sua parte), a questo punto un proseguimento dell’essere della forma una volta slegatasi dal corpo dopo la morte, è concepibile.

      • Vincent Vega ha detto:

        Caro Licurgo, siamo d’accordo (a parte alcune differenze dovute al fatto che tu sei un teista filosofico mentre io oltre che teista sono anche cattolico) in particolare sull’ultima riga io ho avuto la fortuna di avere un parente che ha avuto esperienze con delle anime di defunti (tra l’altro in condizioni dove non poteva sapere che quelle persone erano morte, ) ma c’è una cosa che credo ti lascerà sorpreso: San Tommaso D’Aquino ebbe anche lui delle esperienze con delle anime del Purgatorio.

        “Quando lettore di S. Teologia nell’Università di Parigi, vide un giorno comparirsi davanti l’anima di sua sorella morta in quei dì nel convento di Capua dov’era Abbadessa, manifestandogli di soffrire atrocemente per alcune mancanze commesse contro la regola, e raccomandandosi alle preghiere di lui. Il Santo le promise che lo avrebbe fatto; e mantenne la parola. Qualche tempo dopo essendo stato inviato a Roma da’ suoi superiori, vide apparire di nuovo quell’anima a lui cara non più penante come la prima volta, ma sfolgorante di gloria, la quale ringraziandolo dei suffragi da lui fatti, gli annunziò che questi avevano affrettata la sua liberazione. Il Santo avendo voluto in quell’occasione interrogare la defunta sullo stato di due suoi fratelli morti poco tempo prima, essa gli rispose che Arnoldo era già in cielo in un alto grado di gloria, per aver difeso la Chiesa e il Pontefice contro le empie aggressioni dell’imperatore Federico, ma che Ludolfo trovavasi ancora in Purgatorio, dove molto soffriva perché niuno pensava a suffragarlo. Soggiunse poi: – A te, mio caro fratello, è preparato un gran bel posto in Paradiso in premio di quanto hai fatto e lavorato per la Chiesa. Affrettati però di dar l’ultima mano ai tuoi lavori, perchè fra poco dovirai venire a raggiungerci. – Questa predizione non tardò molto a verificarsi. Poiché sappiamo dalla storia che il Santo poco tempo dopo mori. – Un’altra volta lo stesso Santo, stando in orazione nella chiesa di S. Domenico a Napoli, vide venirsi davanti frà Romano, religioso del suo Ordine, che gli era succeduto a Parigi nel posto di lettore di teologia. Il Santo che ne ignorava la morte, credendo che fosse giunto colà dalla Francia, gli domandò notizie della sua salute e i motivi del suo viaggio. Ma quegli sorridendo gli rispose che non si trovava più sulla terra, e che morto improvvisamente, dopo aver passato quindici giorni in Purgatorio, si trovava ora per misericordia di Dio in possesso della gloria celeste, e che veniva per ordine del Signore ad incoraggiarlo nei suoi lavori. Avendogli allora domandato Tommaso se si trovasse in istato di grazia: – Si, fratel mio, rispose il defunto, e sappi anzi che le tue opere sono a Dio molto accette. – Incoraggiato da questa nuova, il sommo teologo volle in quell’occasione indagare alcuni misteri della scienza sacra ed in particolare quello della visione beatifica, ma il defunto dopo avergli risposto col versetto del Salmo: Sicut audivimus, sic widinvus in civitate Dei nostri, disparve. ” http://purgatorio.altervista.org/doc/santi/12.html

        E San Tommaso non era certo un superstizioso irrazionale o suggestionabile. 😉
        Se ne parla anche qui https://books.google.it/books?id=h0ZRAAAAcAAJ&pg=PA28&lpg=PA28&dq=san+tommaso+d'aquino+vede+l'anima+della+sorella&source=bl&ots=WGOnheMfmC&sig=gnxSL-2v97p_0cOBHjFWeyTiQ3I&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjAo9v5mM3KAhWGvBoKHcuHCEUQ6AEIGjAA#v=onepage&q=san%20tommaso%20d'aquino%20vede%20l'anima%20della%20sorella&f=false

        E qui
        https://books.google.it/books?id=D9Sx7ONlMRQC&pg=PA217&lpg=PA217&dq=san+tommaso+d'aquino+vede+l'anima+della+sorella&source=bl&ots=Px3FnVh60U&sig=N1s0RwimbF0BHQ2q7f9pJ3bzRGs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi-hJaRmc3KAhXBPRoKHabmAXoQ6AEILDAH#v=onepage&q=san%20tommaso%20d'aquino%20vede%20l'anima%20della%20sorella&f=false

        Interessante, non credi?

      • Vincent Vega ha detto:

        Tornando a parlare delle ultime righe del tuo post to, io dire che l’autocoscienza, l’ Io sono” è un atto semplice e non composto e non può essere materiale, perché tutto quel che è materiale non può “toccarsi” integralmente, ma solo parzialmente. Questa forma il cui atto è di conoscersi in quanto forma è quindi “semplice” nel senso che non è composta.

        Quel che muore è quel che è composto, in quanto le parti separandosi l’insieme non regge: ma nel caso di un ente semplice e non composto, come lo è la forma in questione essa non può essere scissa ed è quindi immortale.
        Quali operazioni può avere, dopo la morte del sinolo forma/materia (sinolo mortale per definizione visto che composto) oltre che sapersi essere? Nessuna.

        Filosoficamente possiamo “solo” dimostrare che l’anima è immortale in quanto entità semplice e non composta e affermare che rimane come una monade nell’impossibilità di relazionarsi con altro che sé. Ovviamente le memorie, le sensazioni, e tutte le esperienze umane quotidiane come i sentimenti, gli stati d’animo, eccetera, non esistono più in quanto non c’è più materia informata. Quel che rimane è quel che è propriamente spirituale: come la volontà personale ed il fine che l’intelligenza si è prefissa.

        Andare aldilà è andare aldilà della filosofia e si entra nel discorso di tipo teologico e dalla teologia che parte da dati rivelati da Dio stesso si possono fare varie ipotesi. Quella più in voga è quella di ammettere che Dio, per carità, compensa l’assenza di idee e memorie edi immaginazione e di esperienze provenienti dal sinolo con la materia ormai inesistente con idee Sue direttamente infuse nella forma in questione: cioè tutta la sua conoscenza è ormai ottenuta direttamente alla Sorgente dell’essere stesso che è Dio. Lo stesso ovviamente per gli angeli.

        Ovviamente non è una situazione perfetta, in quanto il fine di un’anima umana è di informare un corpo, e questo ancora una volta è una promessa del Cristo: la resurrezione dei corpi, dove il sinolo, naturalmente per sempre distrutto, sarà ricomposto, come lo è stato per il Cristo stesso.

        Ma qui, appunto, entriamo nel campo della Rivelazione, che deve essere accettata per Fede.

        • Licurgo ha detto:

          Su Tommaso, se è per questo ebbe anche una visione del Paradiso: certo che non era suggestionabile o un semplice, ma io rimango alla sua filosofia, che, come tale, è universale e generalizzabile, mentre la visione rimane un fatto personale.

          Non sono d’accordo, relativamente al tuo secondo intervento, su un punto.
          Non mi pare giusto dire che l’anima sia, dopo la morte, incapace di relazione, anzi, pensando che è proprio la ‘guaina corporea’ (per usare un espressione tipica scolastica) che limita la capacità di interazione e comprensione dell’anima, l’anima senza corpo, ma che abbia appunto una capacità molto più forte di sviluppare intelligenza liberatasi dai limiti dello stesso, è secondo me ancor più capace di compenetrare e comprendere a fondo le altre anime (e dunque di comunicare, in senso metafisico, nè penso che l’anima perderà i ricordi della vita, visto che sono il patrimonio con cui si è costituita. Certo, li valuterà in altro modo, molte delle nostre importantissime emozioni non saranno più tali, ma saranno ricomposte nella conoscenza profonda che non ha bisogno di partire dalla percezione, dalla passione o dall’emozione (in fondo le emozioni ci servono, ora che siamo sinolo, a conoscere, così come le passioni ad agire e agendo si apprende), e proprio l’immensa capacità di conoscere per me smonta l’idea dell’anima come monade incomunicante, secondo me è il contrario.

          • Vincent Vega ha detto:

            Invece io credo che l’uomo mantenga eccome le sue emozioni più importanti (non solo i suoi ricordi, quindi) ma appunto, come dicevo, perché nell’aldilà si attingerà direttamente alla sorgente dell’essere che è Dio stesso.
            Pertanto credo non solo che manterremo i ricordi ma anche le nostre emozioni positive.

            Questo lo baso anche sui dettagli dell’esperienza personale di cui ti ho parlato che ha avuto un mio parente, oltre che per la mia Fede.

            C’è inoltre da dire che l’uomo non è creato per vivere come puro spirito come gli angeli, per questo noi cristani crediamo nella promessa di Gesù sulla Resurrezione della carne alla fine dei tempi.
            Comunque qua siamo già nel campo della Fede. 🙂

            Le nostre posizioni sono comunque poco lontane in generale, se non appunto sui dettagli che riguardano la Fede nella Rivelazione. Io ho fatto anche il passo successivo diventando (perché non lo ero) cattolico, tu sei un teista filosofico, pertanto è normale che ci sia qualche differenza di veduta.

            Di certo entrambi condividiamo il ritenere il materialismo una posizione irrazionale. 😉

            • Licurgo ha detto:

              Certo che non siamo distanti, amico mio.
              Voi cristiani credete che il sacrificio e la Resurrezione di Cristo ci daranno la visione di Dio, cioè la conoscenza della sua intimità, di come è Dio ad intra, mentre io penso che conosceremo tutto ciò che è ad extra.
              Sulle emozioni, pure io do loro valore positivo, e non dico che saranno annullate, ma che diventeranno un livello di conoscenza superiore, cose che poi accade nell’uomo: mentre l’animale rimane all’emozione, l’uomo la sublima, universalizza e concettualizza.
              Rimane una differenza anche su Paradiso ed Inferno: io credo che anche chi avrà fatto il Male, una volta che sarà un’anima si renderà conto del suo Male, che è sempre anche un difetto di conoscenza del Bene, e ovviamente non avrà il grado di pienezza di una persona che ha fatto il bene o di una persona intelligente nel senso buono del termine, così come credo che in Dio, e questo lo credete anche voi cristiani, siano attuali anche i futuribili, per cui per quelle persone che non hanno potuto svilupparsi spiritualmente per problemi di handicap (e dunque di causa materiale) o di incidenti che ledono il cervello, non siano ostacolate nel ‘mondo che verrà’, così come ciò vale per chi ha fatto il Male senza un pieno e deliberato consenso. Ovvero, credo in diverse sfumature di Bene nella vita dopo la morte, ma non nella dannazione.
              Rispondendoti così, penso di aver implicitamente detto anche che sono perfettamente d’accordo sul fatto che noi siamo forme spurie e non pure (gli angeli), per cui sempre c’è per così dire un occhio a chi è sulla Terra, non ci dimenticheremo di dove veniamo, ma tutto sarà relativizzato; ovvio che la Resurrezione dei Corpi, per chi ha fede, così come Paradiso e Inferno danno risposte ben più precise e meno nebulose della mia, ma, pur considerando il materialismo contraddittorio per i mille motivi che su questo blog abbiamo detto e diciamo, e pur non considerando la fede cristiana contraria alla ragione, a me manca il salto che è la Fede la quale sola può dare come risposta i novissimi e la Resurrezione dei Corpi.

              • Licurgo ha detto:

                Era ‘Quelle persone che non hanno potuto svilupparsi spiritualmente’ e non ‘Per quelle’. Mi scuso.

              • Vincent Vega ha detto:

                “ma, pur considerando il materialismo contraddittorio per i mille motivi che su questo blog abbiamo detto e diciamo, e pur non considerando la fede cristiana contraria alla ragione, a me manca il salto che è la Fede la quale sola può dare come risposta i novissimi e la Resurrezione dei Corpi.”

                Appunto. Io se vogliamo sono stato molto fortunato, perché mi sono convertito per “aver visto”, e tra l’altro essendo la mia esperienza proprio legata al demonio non ho alcun dubbio sulla possibilità della dannazione eterna. Ne avevo parlato sia col veccio nick che con questo.
                https://www.uccronline.it/2015/12/05/i-miracoli-sono-inseparabili-dalla-figura-del-gesu-storico/#comment-167013

                Tra l’altro io conducevo una vita immersa nel vizio (ero un tossico, ne abbiamo anche già parlato proprio io e te della mia lotta passata con le dipendenze) e credo proprio che Dio abbia scelto quella via per convertirmi per mostrarmi la perdizione verso cui ero diretto continuando su quella strada. Sono stato molto fortunato ad essere (non per mia scelta) coinvolto in certe questioni che mi hanno per forza di cose aperto gli occhi.

                Buonanotte Licurgo. 🙂

                • Licurgo ha detto:

                  Buonanotte Vincent! 🙂

                  • Vincent Vega ha detto:

                    Licurgo ha scritto
                    “così come credo che in Dio, e questo lo credete anche voi cristiani, siano attuali anche i futuribili, per cui per quelle persone che non hanno potuto svilupparsi spiritualmente per problemi di handicap (e dunque di causa materiale) o di incidenti che ledono il cervello, non siano ostacolate nel ‘mondo che verrà’, così come ciò vale per chi ha fatto il Male senza un pieno e deliberato consenso.”

                    Beh, io ad esempio non avevo alcuna attenuante, di questo sono sicuro. Che poi è anche il motivo percui Dio mi ha concesso la Grazia della conversione.
                    Con quello che ho visto la mia Fede non è certo meritoria, chiunque avrebbe creduto, ma era anche l’unico modo per salvarmi.

                    Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia, altrimenti mi sarei dannato certamente, questo lo dico con certezza.
                    Da allora cerco, nonostante le cadute (di altro genere, le dipendenze le ho sconfitte del tutto grazie a Dio) inevitabili, di rimanere nella Grazia.
                    Addirittura con la mia ragazza ci stiamo impegnando a vivere in castità fino al matrimonio, decisione che abbiamo preso mesi fa (se tutto va bene ci sposeremo tra un anno, un anno e mezzo massimo).

                    Non è facile ma mettendo Gesù al centro è possibile. 🙂

                    Ok, ora buonanotte sul serio. 😉

                    • Licurgo ha detto:

                      Pur non dando io eccessivo valore alla castità pre matrimoniale (mentre la do ad una sessualità responsabile ed affettiva, che è quello che ho sempre cercato di far capire ai miei figli, e per fortuna ci sono riuscito), capisco quanto essa sia importante per un cattolico.
                      Un anno, forse un anno e mezzo, è lungo; ma se sei riuscito, tramite la Fede, a vincere l’eroina -e, come tutte le persone della mia età, ho avuto diversi casi anche in famiglia di persone scivolate in quello schifo, per cui un minimo comprendo la difficoltà- riuscirai anche tranquillamente, tramite la Fede, ad astenerti.
                      Poi, io penso che ci siano persone a cui la castità rimane più semplice: ho conosciuto gente talmente concentrata sul pensiero e le attività intellettuali da essere quasi disinteressata alla sessualità, e penso che ciò sia accaduto anche per molti mistici. Ovvio, è sempre un sacrificio, ma talvolta tanta è la tensione spirituale che la carne si fa sentire meno.
                      Non so tu, ma io sono (anzi, ero, visto che alla mia età la fisiologia cambia) piuttosto sensibile alla corporeità, per cui, anche fossi cattolico e le dessi importanza fondamentale, per me sarebbe stata molto difficile.
                      Però tu hai il valore aggiunto della Fede, che io rispetto sempre ma che non conosco, per cui il paragone tra noi due in questo senso lascia il tempo che trova.

  • davide ha detto:

    Scusate, forse sono troppo ot ma secondo alcuni(atei) le leggi quantistiche che governano l universo essendo indeterminate ed alleatorie( scusate i termini) non sarebbero compatibili con l idea di un entita trascendente o dio.sapete dirmi qualcosa?

  • franco bacci ha detto:

    Io vorrei essere piu’ concreto e pratico nel cercare di spiegare l’origine della vita,partendo dal prodotto della eventuale creazione.
    Tutti gli esseri viventi sono organismi intelligenti,organizzati e programmati a livello genetico e questo e’ ampiamente dimostrato dalla scienza,quella vera che non si pone “cappelli” ideologici. Per quello che ne sappiamo qualsiasi cosa organizzata e’ progettata e ha un progettista che l’ha ideata.Ma rimanendo ancora con i “piedi per terra”,sappiamo che una evoluzione da un genoma all’altro non e’ mai stata dimostrata ne’ provata in laboratorio,qualsiasi mutazione genetica ha esiti neutri o infausti e ne sono testimonianza le tantissime malattie genetiche da cui siamo affetti,In ambito di patologia medica ,qualsiasi trasformazione ,variazione ,alterazione delle normali funzioni fisiologiche determina la malattia e necessita dell’intervento sanitario per riportare l’organismo alla normalita’.La mutazione genetica di solito e’ riparata da meccanismi recentemente scoperti di riparazione.Cioe’ l’organismo ,oltre a programmare mediante un infinito numero di geni le attivita’ di tutti gli organi,si autoripara e qui manifesta intelligenza.Anche la riparazione delle ferite e’ svolta dai normali processi di riparazione ,programmati geneticamente,se non avessimo questa funzione ci saremmo gia’ estinti.Siamo sostenuti da una energia la cui origine e’ sconosciuta,quella derivata dagli alimenti e’ solo un mezzo di sopravvivenza ,non l’input energetico che da il via e sostiene tutte le reazioni chimiche endocellulari
    La vita non e’ possibile riprodurla in laboratorio,nonostante oggi la scienza disponga e conosca tutti i costituenti degli esseri umani,perche’ non e’ capace di avere e disporre di quella energia suddetta e le molecole del Dna hanno una struttura tridimensionale non ricostruibile.
    Puo’ produrre proteine ,ma non sono le stesse che produce il Dna e la conseguente copia all’ Rna messaggero fino alla sintesidelle proteine specifiche di specie e di individuo,attuate nei ribosomi del citoplasma cellulare.
    Il contrario della disorganizzazione e mancanza di finalita’ e’ il tumore che,saltando i normali processi di regolazione e programmazione della morte cellulare ,invade e devasta tutto cio’ che incontra .Qusto ci dimostra che se il corpo umano,come tutti gli organismi viventi,si affidassero al caso ,sarebbe un disastro.In sostanza la vita non puo’ essere nata per caso, ma una idea,da un progetto e inevitabilmente da un progettista
    Si potrebbe fare un elenco di tante altre cose sulla fisiologia umana da rimanere stupefatti per la sua grande complessita’ e organizzazione..

  • giorgio baldrati ha detto:

    giorgio baldrati

    data l`esistenza di una causa creativa increata, e quindi eterna :
    Dio , benedetto nei secoli.
    Poiche`Dio non puo`avere cessato di operare nella eternita` riprendendo poi
    all`inizio temporale di ogni sua opera ; ogni sua opera,piccola o grande ,
    e`in lui da sempre , completa in ogni suo aspetto , in attesa di
    realizzazione a suo tempo . Donde l`onniscenza.

  • franco bacci ha detto:

    Volevo dire:il contrario dell’organizzazione e mancanza di finalita’ e’ il tumore ecc..

  • franco bacci ha detto:

    Ho sbagliato ancora una volta: il contrario dell’organizzazione e della finalizzazione e’ il tumore.

  • franco bacci ha detto:

    la meraviglia del creato ce l’abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi e la “saltiamo” come banale.La fascia di ozono,ad esempio,che circonda la terra ,costituita da 3 atomi di ossigeno,permette l’esistenza a tutti gli esseri viventi,ci protegge dai dannosissimi raggi ultravioletti e raggi cosmici.la fotosintesi clorofilliana ,il ciclo dell’azoto,il ciclo dell’acqua ci permette di vivere e di respirare mediante l’ossigeno prodotto dalle piante,l’azoto e’ un costituente degli aminoacidi e quindi delle proteine,le proteine sono indispensabili per la formazione delle strutture del corpo umano e gli stessi enzimi sono proteine,e servono a catalizzare le tante reazioni chimiche cellulari,ad accellerarle e senza questi non c’e’ vita.L’ambiente terrestre in cui viviamo e’ concepito per la vita ,infatti,se andiamo nello spazio come fanno gli austronauti,dobbiamo essere scrupolosamente seguiti da una equipe medica ,perche’,l’allontanamento dal proprio habitat naturale determina una serie di sintomi come : perdita ossea,con una accellerazione tipica dell’eta’ avanzata,perdita muscolare,depressione cardiovascolare,difetti della funzione immunitaria e cosi’ via per tutte le normali funzioni fisiologiche.Senza assistenza medica ,il prolungamento della vita nello spazio determinerebbe una autodistruzione.L’uomo sulla terra non puo’ essersi formato a pezzi o a scaglioni perche’ non ha senso con quella che e’ la realta’ fisica e biologica.Ogni evento esistente e’ collegato all’altro e ognuno non puo’ esistere senza l’altro.
    La produzione di ossigeno da parte delle piante doveva attuarsi quando gia’ esisteva la fascia di ozono che pero’ e’ costituita da ossigeno, e chi ha prodotto ossigeno se le piante non potevano esistere senza copertura?
    Evidentemente consci di questa contraddizione,alcuni evoluzionisti sostengono la teoria dei “batteri produttori di ossigeno che vivono in condizioni estreme”,ma anche i semplici batteri non sono semplici ma costituiti da un dna ,da un processo di sintesi delle proteine,da una membrana cellulare,si riproducono mediante clonazione ripetendo se’ stessi all’infinito ecc. Oltretutto sono costituiti delle stesse sostanze di tutti gli esseri viventi,cioe’ ossigeno,carbonio,idrogeno e azoto(prodotti dalla sintesi clorofilliana e nell’ambito del ciclo dell’azoto) e solo l’idrogeno esisteva nell’atmosfera primordiale ,in una condizione di acidita’ ai massimi livelli,incompatibile con qualsiasi forma di vita.Insomma un rompicapo.
    .MIsteri fitti che gli evoluzionisti non hanno mai risolto,anzi piu’ si e’ a conoscenza della complessita’ biologica piu’ ci si rende conto della sua grande organizzazione e della difficolta’ a formulare teorie che abbiano un senso sull’origine della vita.

    Ad esempio il genoma umano,secondo quanto scrive il medico Giovanni Lo Presti nei suoi libri,e’ programmato per attivarsi anche in base alle ampie variabilita’ ambientali,sono di recente scoperta i geni silenti che si attivano quando occorre,o i geni spazzatura che hanno anch’essi una funzione (erroneamente cosi’ definiti perche’ si pensava non servissero a niente),insomma abbiamo un genoma con tanti” optional genetici” attivabili in caso di necessita’,come le automobili moderne, ma molto piu’ complessi ovviamente. Credere al creazionismo,dicono che non e’ scientifico,ma e’ l’unica risposta logica a cio’ che concretamente esiste.