Nuovo dossier UCCR: che fine ha fatto Emanuela Orlandi?

Emanuela OrlandiDopo le vacanze natalizie avremmo dovuto subito riprendere l’aggiornamento del sito web, tuttavia abbiamo preferito concludere il nostro ultimo dossier, pubblicato oggi. Ci siamo occupati, ancora una volta, della sparizione di Emanuela Orlandi, che da oltre trent’anni non trova soluzione, lasciando senza risposta numerosi interrogativi.

Un caso unico, caratterizzato da una fitta rete di rivendicazioni di presunti rapitori, di telefonate e comunicazioni anonime, ritrovamenti di oggetti ed effetti personali di Emanuela, ma mai una prova certa e indubitabile della sua detenzione. Richieste assurde da parte dei sedicenti sequestratori ma, allo stesso tempo, anche dettagli effettivamente precisi sulla ragazza. Decine di investigatori hanno studiato inutilmente il caso di Emanuela, cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 davanti al Senato della Repubblica italiana, a cui si legò in seguito anche la sparizione di Mirella Gregori, cittadina italiana. Vicende che hanno subito due archiviazioni, nel 1997 e nel 2015, con proscioglimento di tutti gli indagati.

In questi anni sono emerse diverse ipotesi di soluzione del caso e nel nostro dossier abbiamo voluto proprio occuparci di esse, analizzandole e valutando la loro credibilità, i loro punti forti e punti deboli. Abbiamo tuttavia anche consigliato, a chi non avesse confidenza con il “caso Orlandi”, di partire con il nostro primo dossier sulla sparizione della cittadina vaticana, una sorta di cronologia dei fatti che cerchiamo di tenere continuamente aggiornata. In questo secondo dossier invece, come dicevamo, oltre ad aver chiarito tutti gli aspetti controversi della vicenda (compreso il ruolo del Vaticano), abbiamo lasciato spazio soltanto alle principali ipotesi di soluzione che sono state proposte.

Parliamo dell’ (1) dell’allontamento volontario seguito da una probabile morte delle ragazze, probabilmente legata al successivo inserimento di elementi esterni, autori del depistaggio, intenzionati a sfruttare il caso e intenzionati affinché a Emanuela e Mirella accaddesse davvero qualcosa perché rimanessero lontane da casa. Parliamo dell’ipotesi (2) della Banda della Magliana, interessata a ricattare il Vaticano per recuperare il denaro investito nel Banco Ambrosiano (tesi che escluderebbe però Mirella Gregori), così come dell’ipotesi (3) della “pista internazionale”, legata alla ostpolitik vaticana e all’intervento dei servizi segreti dell’Est affinché Agca ritrattasse le accuse di complicità dell’attentato verso i bulgari.

Abbiamo dato ampio spazio sopratutto alla tesi (4) di Marco Fassoni Accetti, comparso nel 2013 e autoaccusatosi di essere il telefonista principale e il regista dei “finti sequestri” delle due ragazze. L’uomo ha in qualche modo riunito tutte e tre le precedenti tesi: allontanamento volontario, seppur sotto inganno, delle ragazze -la cui sorte è sconosciuta anche a lui stesso-, con la complicità degli uomini di De Pedis a causa di interessi comuni (lo Ior), il cui obiettivo principale era la ritrattazione di Agca e la politica estera del Vaticano verso i Paesi comunisti. Riteniamo la sua versione quella più interessante e verosimile e lo spieghiamo approfonditamente nel dossier, in quanto il racconto organico dell’uomo riesce effettivamente a resistere ai, seppur numerosi, “punti deboli” che comunque non mancano nemmeno alla sua ricostruzione. Per ultimo, non ci sentiamo nemmeno di escludere (5) la tesi della “regia unica”, sopratutto osservando la puntualità della comparsa di tesi e supertestimoni proprio nel momento in cui il caso Orlandi perdeva di attenzione mediatica.

Tutte queste ipotesi e tesi hanno abbastanza luce da non poter essere messe da parte e abbastanza buio da non poter essere avvalorate con certezza. Ecco un’altra caratteristica unica di questa vicenda.

 

Clicca qui per consultare il dossier:
“Emanuela Orlandi: tutte le ipotesi per risolvere il caso”

 
 

La redazione

16 commenti a Nuovo dossier UCCR: che fine ha fatto Emanuela Orlandi?

  • Fabry ha detto:

    Avevo letto qualcosa su Emanuela Orlandi poi ho lasciato perdere perché era tutto troppo intricato. Ho dato un’occhiata al dossier e stasera lo leggerò con calma, a colpo d’occhio mi sembra davvero ben fatto e credo sia unica sul web una cosa del genere, vi faccio i complimenti.

    • Simone F. ha detto:

      Ciao Kosmo, dopo tre anni riprendiamo la nostra discussione. Si, hai vinto una birra.
      Epperò non è così semplice quando parliamo del flauto, non basta che la Procura non abbia rilevato tracce di Dna per escludere che quello sia appartenuto ad Emanuela. Sarebbe stato così se fossero emerse tracce di altre persone, ma così non è stato.
      Non credo proprio che MFA abbia voluto apparire dal nulla, dopo 30 anni, con un flauto falso mettendolo in mano alla polizia scientifica, con il rischio di essere subito smentito dalle indagini. Abbiamo approfondito qui la cosa: https://www.uccronline.it/2013/09/23/emanuela-orlandi-analisi-di-tutte-le-ipotesi-di-soluzione-del-caso/#fortimfa

      • Kosmo ha detto:

        Ciao anche a te, piacere di risentirci.
        Non capisco però questo tuo “innamoramento” per la “tesi” di MFA, assolutamente strampalata e messa lì per buttare ancora di più fumo negli occhi.
        Avevo messo il link ad un divertente film
        https://www.youtube.com/watch?v=BlUq20VOOlM
        forse non è stata capita la mia ironia…
        Ma dài, ma come si può fare a credere ad una ricostruzione così strampalata? Due ragazze (15 anni nei primi anni ’80) che si fanno convincere a fare un falso rapimento per salvare da un ricatto i rispettivi padri!
        Poi la ciliegina sulla torta, MFA che porta in giro Emanuela con una parrucca in giro per Roma, con la polizia, carabinieri, il Sisde, il servizio vaticano, i familiari e i conoscenti sguinzagliati per tutta la città, con i muri tappezzati con le sue foto…
        E perchè anche lui non ha fatto ad Emanuela una foto con un giornale vicino, per provare il possesso della ragazza?
        Le stesse obiezioni che si possono fare alla “pista internazionale” si possono fare alla pista del “rapimento (quasi) conseziente”.
        Poi ti tieni la ragazza per più di due anni? I rapimenti si risolvono nel giro di pochi mesi, troppo grande il rischio.
        Troppe cose che non vanno in questa versione.
        O è un millantatore o è uno dei servizi segreti (o usato da essi) per intorbidire ancora di più le acque.

        • Simone F. ha detto:

          Parli di “innamoramento” per MFA, ma vedo ben con poco amore: abbiamo elencato ben 12 motivi per cui riteniamo che MFA non la racconti giusta: (ma anche 10 motivi a suo favore). Si tratta di un’analisi oggettiva delle sue dichiarazioni dando lo stesso peso agli argomenti convincenti e a quelli che riteniamo non convincenti.

          La sua ricostruzione comunque regge in linea generale: le due ragazze, secondo il racconto di MFA, non si fanno convincere “a farsi rapire”, ma piuttosto a sparire di casa qualche giorno in modo che la fazione di MFA, una volta che le ragazze fossero tornate a casa, avrebbe potuto “usare” questi allontanamenti come forma di pressione minacciando la controparte sul fatto che le ragazze avrebbero potuto dire la verità, ovvero di aver accettato un falso rapimento organizzato da mons. Marcinkus. E’ un piano stratificato, le ragazze vennero chiaramente ingannate.

          Gli argomenti controversi che indeboliscono la tesi di MFA sono ben altri, non certo l’impossibilità a credere allo scenario che ha descritto perché era proprio il rendere impossibili da credere le loro azioni ad essere il loro principale scopo (vedi comunicati ecc.). Chi li ritiene “impossibili” sta ancora cadendo nella trappola organizzata allora dalla sua fazione per mandare all’aria gli studi degli investigatori. A loro importava che la controparte con cui avevano a che fare “capisse” che quelle azioni avevano un senso grazie ai codici nascosti in esse. Questo è quello che si capisce leggendo quanto lui ha raccontato, per analizzarlo con oggettività bisogna partire da questo punto di vista.

          Rispetto alle uscite raccontate da MFA con Emanuela (con una parrucca in giro per Roma) è un dettaglio che effettivamente è inverosimile. A meno che -ma questo MFA non l’ha detto- queste “uscite” con Emanuela servivano per produrre testimonianze (come per il vigile Sambuco e il poliziotto Bosco). Anche per Alessia Rosati, una volta sparita, MFA racconta che girarono per il quartiere con un motorino e una A112 (con alcuni “accorgimenti”, cioè immagino parrucche e robe del genere) e infatti i genitori hanno testimoniato che ricevettero diverse segnalazioni di persone che “sembravano” aver visto Alessia. Se si entra nel racconto di MFA, la creazione di questi testimoni era un modo per amplificare la portata delle loro pressioni. Non dico che questo sia vero, ma io lo trovo effettivamente sensato.

          Rispondo anche all’altra domanda: non ha prodotto una foto di Emanuela perché a lui/loro non interessava nulla dimostrare di avere Emanuela, i loro interlocutori non erano gli inquirenti ma l’altra fazione, la controparte. A loro interessava che ci fossero i codici che firmavano le azioni perché la controparte “capisse”, ma che comunque vi fosse “abbastanza buio” per non indirizzare gli inquirenti.

          La vera domanda da fare a MFA non è quella che gli poni tu, ma perché adesso -oggi- non produce in Procura una fotografia di Emanuela (che certamente avrà fatto), o i vestiti di Mirella, o l’audio della citofonata di Sonia De Vito (ecc.) per avvalorare la sua ricostruzione, modalità che gli permetterebbe di autenticarsi senza chiamare nessuno in correità. Avrebbe diversi modi per provare la sua partecipazione senza chiamare in correità i suoi sodali, il fatto che non lo faccia -continuando a ripetere che va rispettata la parola data- inficia enormemente la sua credibilità.

          • Kosmo ha detto:

            Ma tutto il castello di carte costruito sarebbe miseramente crollato se le ragazze non avessero accettato o “mangiato la foglia”.
            Non capisco perchè il piano non potrebbe essere stratificato anche a questo punto, dare una spiegazione inverosimile per coprire tutto il resto.
            Spesso le cose sono più semplici di quanto si possa pensare o immaginare, e pure i piani migliori possono incepparsi (come visto proprio per MFA nel caso del piccolo investito).
            Il fatto che la tesi del “terrorismo internazionale” sia stata esclusa da tribunali non inficia certo il suo valore.
            Anche i primi processi alla fine degli anni ’70-inizio ’80 “ridicolizzavano” l’idea di una sola banda che avesse preso il controllo di Roma (e il giudice Otello Lupacchini ne dovrebbe sapere qualcosa).
            Anche qualche tempo fa ci fu qualche giudice che definì “resistenti” gli insorti e Al-Quaeda in Iraq…
            La mia misera opinione, che conta meno di zero, è che l’unica credibile pista sia quella “internazionale”. Possono non aver inviato la foto proprio per alimentare il senso di smarrimento della famiglia che premesse sul Pontefice, oppure perchè semplicemente la ragazza è morta subito (durante un tentativo di fuga o uccisa dai rapitori), e quei messaggi “strani” potevano essere codici per altre “entità”, o per trasmettere qualcosa a Agca.
            Il rapimento materialmente sarebbe stato commesso dalla Banda della Magliana (o qualcuno attiguo a loro) perchè loro avevano il “controllo del territorio”, e che avrebbero tenuto per loro fotocopie di alcuni oggetti di Emanuela, o “indagato” per conto loro grazie alle loro spie in Anagrafe o nei dintorni del Vaticano, e che avrebbero poi usato per tentare di recuperare i soldi dallo IOR.
            Poi la povera ragazza sarebbe stata data in consegna (forse da De Pedis?) a quelli della “pista internazionale”, ma per qualche motivo, la ragazza è morta.
            Tutto qua.

            E le “testimonianze” a che pro? E se li avesse fermati un carabiniere o un vigile? troppo rischioso…
            P.S.: correggi nel passo

            MFA dice di aver girato per Roma nel luglio e agosto 1983 con Emanuela facendole indossare una parrucca con i capelli tagliati a caschetto, la quale sarebbe stata nascosta a Villa Lante al Gianicolo

            “la quale” sembra che ad essere stata nascosta sia stata la parrucca e non Emanuela!

            • Kosmo ha detto:

              P.P.S.: ah, ricordiamo pure che il flauto, nonostante una “soffiata” apposta, non fu trovato e che solo nel 1987 venne “recapitato” apposta per far capire con quanto “zelo” furono condotte le indagini…

            • Simone F. ha detto:

              Si, infatti se le ragazze non avessero “mangiato la foglia” non sarebbe accaduto nulla, si scelse Emanuela (racconta MFA) proprio perché una loro complice sotto mentite spoglie in Vaticano studiò il carattere della cittadina vaticana e intuì la possibilità che potesse acconsentire (MFA parla di “apertura di carattere). All’inizio, dice, si era puntato su Cristina Orlandi (la minore), ma era troppo piccola e non si sarebbe riuscito ad avere quel tipo di complicità, allo stesso modo si esclusero le altre cittadine vaticane (come le figlie di Gugel ecc.).

              La pista internazionale ha senso, ha un buon movente ed è sostenibile se si afferma che volessero soltanto indurre la ritrattazione di Agca e non la sua scarcerazione. E’ credibile ma vi sono parecchi punti deboli, tra cui il fatto che non vi è alcuna prova di un rapimento, nessuna prova di un già improbabile collegamento degli uomini di De Pedis (fascista) con servizi segreti esteri dell’Est (De Pedis era fascista mentre i servizi segreti interessati a condizionare Agca avrebbero potuto essere soltanto i bulgari e i comunisti), il dettaglio che i primi telefonisti (“Pierluigi” e “Mario”) non erano affatto interessati ad Agca e l’archiviazione del 1997 dopo 10 anni di studio nei minimi dettagli di questa pista.

              Produrre testimoni serviva per aumentare il livello delle pressioni, anche a costo di rischiare di essere fermati dalla polizia. E’ una mia supposizione, MFA non ha mai detto che girò con Emanuela con una parrucca (come disse di aver fatto con Alessia Rosati) per questo motivo.

              • Kosmo ha detto:

                Mi sa che De Pedis se ne sarebbe fregato del fatto dell’essere fascista o meno, a lui interessavano soltanto i soldi.
                Beh… che prove vuoi di più? Un biglietto con su scritto “Abbiamo rapito Emanuela Orlandi?” ah già c’era già! Naturalmente un rapimento con prima un “adescamento” con la Avon, come d’altronde avrebbe fatto MFA, no?
                Gli uomini di De Pedis avrebbero dovuto fare i sopralluoghi e i pedinamenti, e magari l’ “abboccamento”.
                Infatti i telefonisti “della magliana” erano interessati a fare pressioni solo per i loro soldi, magari DOPO che avevano consegnato la ragazza ai veri mandanti.

                Produrre testimoni serviva per aumentare il livello delle pressioni, anche a costo di rischiare di essere fermati dalla polizia. E’ una mia supposizione, MFA non ha mai detto che girò con Emanuela con una parrucca (come disse di aver fatto con Alessia Rosati) per questo motivo.

                Allora devi correggere un’altra volta perchè qui trovo scritto:

                Dopo l’allontanamento “volontario” (seppur sotto inganno), MFA dice di aver girato per Roma nel luglio e agosto 1983 con Emanuela facendole indossare una parrucca con i capelli tagliati a caschetto, e la ragazza sarebbe stata nascosta a Villa Lante al Gianicolo e in due appartamenti

                Comunque non concordo. Non avrebbe senso rischiare di mandare all’aria tutto per “aumentare il livello di pressioni”, sarebbe bastato andare in giro con una ragazza assomigliante.
                E perchè poi la ragazza non sarebbe potuta fuggire, o richiamare l’attenzione di un poliziotto?

                Comunque è anche strano che la famiglia sia diciamo così “reticente” su alcune cose, come per esempio il fatto che Emanuela avesse partecipato alla trasmissione Tandem e che quindi l’audio fatto ascoltare potesse essere tratto dalla trasmissione stessa (non a caso quell’audio è rimontato ripetendo più volte le stesse parole).
                http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-due-misteri-lei-a-tandem-nel-1983-e-la-telefonata-anonima-2218745/

                • Kosmo ha detto:

                  ooops partito l’invio.
                  Naturalmente è altamente improbabile che la ragazza sia stata “consenziente” fino ad agosto inoltrato, per addirittura 3 mesi, prima di dire “mo’ basta con ‘sta sceneggiata”. Anche ammesso che abbia voluto inscenare (ma siamo sicuri? Per questo ho messo la scena del finto rapimento tratto dal film “Da Grande” con Renato Pozzetto) sta farsa di quart’ordine, non sarebbe certo stata impassibile per 3 mesi.
                  E comunque a detta di MFA la sceneggiata sarebbe servita a fare pressioni (in un modo o nell’altro) sulla politica del Vaticano riguardo ai paesi dell’Est, quindi l’obiezione che la pista internazionale non sta in piedi perchè non ci sarebbe nulla da ricattare, varrebbe anche per la sceneggiata napoletana di MFA.

                • Simone F. ha detto:

                  Mi sembra che dalle tue opinioni stai di fatto avvalorando la ricostruzione di MFA escludendo però MFA e mettendo come protagonista i servizi segreti dell’est, che si sarebbero avvalsi degli uomini di De Pedis: i primi per ricattare Agca e i secondo per ricattare il Vaticano. Più o meno è ciò che ha raccontato MFA.

                  Attenzione: MFA ha detto che girò con Emanuela con indosso una parrucca, ma non ha mai detto che lo ha fatto per produrre testimoni dubbiosi (“mi sembra di aver visto Emanuela” come vi furono testimoni che dissero di aver visto Alessia Rosati), che avrebbero permesso di aumentare le pressioni. E’ una mia ipotesi.

                  Rispetto alla trasmissione Tandem, mi sento di escludere che Emanuela abbia detto in quell’occasione “scuola: Convitto nazionale Vittorio Emanuele II”, in quanto la trasmissione aveva proprio invitato una classe di quella scuola, era inutile che Emanuela spiegasse che scuola faceva. Resta effettivamente strano (come scrive Nicotri) che nulla si è mai saputo di questa comparsa di Emanuela sulla Rai.

                  • Kosmo ha detto:

                    Sì però senza l’inutile intervento di MFA che inscena un finto rapimento, con la complicità (fino ad un certo punto consapevole) delle due povere ragazze.
                    Non è detto poi che fosse proprio De Pedis (infatti gli altri membri della banda avevano l’abitudine per alcuni “lavori” di farlo all’insaputa degli altri), non è detto che De Pedis sapesse chi fossero quelli che gli chiedevano quelli, non è detto che non fossero proprio alcuni membri del Sisde (deviati) che facevano il gioco dei servizi dell’Est (ricordo che negli anni ’80 c’erano molte infiltrazioni nei servizi italiani) a chiedere alla banda di agire…

                    Rispetto alla trasmissione Tandem, mi sento di escludere che Emanuela abbia detto in quell’occasione “scuola: Convitto nazionale Vittorio Emanuele II”, in quanto la trasmissione aveva proprio invitato una classe di quella scuola, era inutile che Emanuela spiegasse che scuola faceva

                    Se non ricordo male nella trasmissione venivano invitate DUE scuole che poi facevano delle “sfide”, oppure il conduttore (Frizzi o l’altra) avrebbero potutto semplicemente chiedere, come spesso accade nei programmi con ospiti, da quale scuola provenissero. Accade più spesso di quanto possa sembrare.
                    Tu magari quegli anni non li hai vissuti e quindi non sai come si svolgessero … 😀

                    Quello che mi da’ da pensare (anche se in linea teorica andrebbe contro la mia pesonalissima opinione) il fatto che l’ “adescatore” avesse tirato fuori un “tascapane” dell’Aeronautica con la scritta A per mostrare il campionario della Avon.
                    Una ragazza di 15 anni, specialmente se avesse gia’ fatto qualche lavoretto con esse (o avesse usato i suoi prodotti) , saprebbe che mai una compagnia come la Avon avrebbe usato come contenitore una cosa di cotal guisa senza metterci il proprio marchio completo sopra.
                    Come se uno tirasse fuori un portatile Apple da una borsa con una mela intera sopra!
                    Qualunque ragazza italiana se ne sarebbe accorta.
                    Tu che ne pensi di questo?

                  • Kosmo ha detto:

                    Attenzione: MFA ha detto che girò con Emanuela con indosso una parrucca, ma non ha mai detto che lo ha fatto per produrre testimoni dubbiosi

                    E perchè lo avrebbe fatto?
                    Resta l’improbabilità della complicità della ragazza che per due-tre mesi non sarebbe ritornata a casa o dato modo di tranquillizzare la famiglia, o che non avrebbe richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine, e il notevore rischio da parte di MFA di mandare tutto all’aria.

      • Kosmo ha detto:

        Non credo proprio che MFA abbia voluto apparire dal nulla, dopo 30 anni, con un flauto falso mettendolo in mano alla polizia scientifica, con il rischio di essere subito smentito dalle indagini

        Si chiama “sindrome da CSI” 😀
        In realtà bastano pochi mesi alla mercè degli agenti atmosferici per rendere praticamente inutilizzabili delle tracce biologice lasciate su reperti.

        P.S.: alla redazione (e anche a te se puoi): per favore lasciate aperti i commenti per qualche altro giorno a questo articolo, tanto qui non ci possono essere flame. Sarebbe interessante avere ancora la possibilità di scambiarsi dati e opinioni.

  • Kosmo ha detto:

    Sfatiamo un mito: non è che se una cosa è stata esclusa dalla magistratura in un processo, o (peggio) in istruttoria prima, allora automaticamente non è vera…
    Vedi il caso del Delitto dell’Olgiata, dove il filippino Wistono era stato prima SCAGIONATO dalle indagini, per poi essere ritenuto colpevole (per sua stessa ammissione, tra l’altro).
    Ci sono state tante leggerezze in questa storia…

    • Simone F. ha detto:

      Credo che la più grande sia stata estromettere all’improvviso il magistrato Capaldo, colui che ha interrogato Marco Fassoni Accetti e ha condotto tutto il processo. L’archiviazione è stata decisa da altri magistrati, mentre Capaldo ha negato la firma e sta preparando un memoriale sulla vicenda dove probabilmente scriverà di ritenere Marco Fassoni Accetti responsabile della sparizione di Emanuela (almeno così è convinto Accetti).