La tristezza del trans Renée Richards: «sono un facsimile di donna»
- Ultimissime
- 11 Dic 2015
Ci hanno colpito le recenti parole usate da Richard Raskind, noto tennista degli anni ’70 che nel mezzo della sua carriera subì un’operazione chirurgica per assumere le sembianze di una donna, ricevendo prima il rifiuto dell’United States Tennis Association a disputare i campionati femminili e poi lo storico permesso della Corte Suprema di New York nel 1977.
Si è così fatto chiamare Renée Richards e la sua voce su Wikipedia sintetizza bene la conclusione: «Dopo il trattamento ormonale, l’ampia consulenza psicologica e la riassegnazione chirurgica del sesso, il suo alter-ego Renée finalmente è diventato una realtà». Il termine alter-ego è quanto mai azzeccato: indica una seconda personalità all’interno dello stesso soggetto, creata a tavolino dopo il bombardamento ormonale, il trattamento psicologico e la modifica estetica esteriore del corpo.
Questa preoccupante doppia personalità emerge anche nell’intervista recente a Repubblica: «Io da Renée non cucino, né faccio giardinaggio, adoro lo stesso Bach che adoravo quando ero Richard. Come Renée non ho mai amato uomini e come Richard ho amato donne. E ora che sono invecchiata do ai vestiti molto meno importanza di una volta. Non odio Richard Raskind, è una parte di me, ho la sua stessa personalità». Viene a galla anche molto altro, una vita di rimpianti per le decisioni prese: «Ai giovani quando c’è conflitto tra il proprio sentire psichico e la condizione anatomica bisognerebbe lasciare tempo per decidere, non forzarli, a volte anche le circostanze sono un obbligo. Ci sono scelte personali che si fanno per sano egoismo, ma che coinvolgono anche gli altri. Mi sono allontanato per quattro anni da mio figlio, Nick, che in quel momento ha perso un padre: è una cicatrice che non sparisce. L’autorità paterna in gonna funziona meno. Per non parlare di certe scene, al supermercato, dove Nick mi chiama “papà, papà”, e la gente vede un omone in gonna e camicia che si avvicina a lui. Non è facile quando il tuo bimbo a nove anni ti chiede: papà hai i seni?».
Richard non è diventato un militante Lgbt, critica la spettacolarizzazione della propria sessualità, oltretutto sostiene il matrimonio come realtà unica tra uomo e donna. «Sono un facsimile di donna, non ho ovaie, né utero. Ma sto bene nella mia pelle. Richard era un bel tipo, però nel suo sguardo c’era tanta disperazione». Usa questo termine per descriversi: “facsimile di donna”, cioè una imitazione della donna, una finzione esteriore perché si possono ingannare i media e gli epigoni di Luxuria, ma non la propria natura profonda, che non si modifica con le sedute dallo psicologo, le botte ormonali, il silicone sugli zigomi e qualche milione da dare al chirurgo plastico. Essere donna è un’altra cosa.
Il più onesto di tutti è proprio il figlio, Nick Raskind, che oggi è un agente immobiliare di New York e continua a parlare di suo padre al maschile: «Mio padre potrebbe subire un cambiamento per diventare un elefante o un dromedario, ma sarebbe ancora mia padre». Renée non è mai esistita e mai esisterà, un esempio di quando i figli amano e rispettano di più i genitori di quanto essi facciano per loro stessi.
La redazione
10 commenti a La tristezza del trans Renée Richards: «sono un facsimile di donna»
“Usa questo termine per descriversi: “facsimile di donna”, cioè una imitazione della donna, una finzione esteriore perché si possono ingannare i media e gli epigoni di Luxuria, ma non la propria natura profonda, che non si modifica con le sedute dallo psicologo”
concordate quindi che il sesso biologico e l’aspetto fisico possono essere una finzione, ovvero non coincidere con la propria natura.
– primo: è assolutamente vero, non si puo ingannare la propria natura profonda per questo si inizia la transizione, perchè la propria natura non coincide con la sessualità fisica
– secondo: non si va dallo psicologo per modificare la propria natura!! Si va dallo psicologo per capire meglio e affrontare i cambiamenti FISICI che comporterà la transizione.
Perchè non raccontate i molto più numerosi casi di transizioni felici?
Perchè soffrite di DIG (Disonestà Intelletuale Galoppante).
Ma che transizione e transizione! ma che natura profonda! ad ogni modo, ad oggi, 11 dicembre 2015 nessuna operazione chirurgica è mai riuscita a far cambiare il sesso a una persona, mai!
Il massimo a cui si è pervenuti è stato quello di imitare le parvenze esteriori del sesso opposto, le parvenze, appunto, non il sesso; che poi uno possa essere felice o infelice per la modifica alla carrozzeria è un altro discorso ma che non si illuda di aver cambiato sesso , che proprio non stà né in cielo né in terra, quello, così come è nato è e sarà
Se è per questo, Gladio, c’è anche l’uomo che voleva essere come il diavolo http://www.affaritaliani.it/cronache/diablo-delenfer-uomo-diavolo130214.html
Canini appuntiti, corna e lingua biforcuta. Ora sogna anche una coda. Parliamo di Gavin Paslow, 39enne del Regno Unito, che vuole assomigliare in tutto e per tutto al diavolo. Per questo ha deciso anche di cambiare nome e si è ribattezzato con l’appellativo Diablo Delenfer.
La trasformazione è iniziata qualche anno fa. Oltre a opportune lenti a contatto, si è dotato di due poderosi canini e si è fatto impiantare due piccole corna cordinate a due appuntire orecchie. La lingua se l’è divisa da solo con uno scalpello, per averla biforcuta. Come se non bastasse Paslow ha anche 29 tatuaggi demoniaci e 11 piercing.
“Il diavolo non ha paura del dolore”, ha risposto a chi gli chiedeva se gli interventi subiti non fossero stati dolorosi. Oltre che costosi, visto che l’uomo-diavolo ha dovutro sborsare più di 10mila euro. Anche se c’è da precisare che parte dei soldi voleva farli “pagare” alle casse statali passate per urgenze mediche. Ecco perchè è stato condannato per aver truffato lo Stato (3500 sterline necessarie agli impianti dentali) e non può uscire di casa nelle ore notturne, oltre ad essere costretto a portare un bracciale elettronico. Avrebbe dovuto pure fare 200 di lavoro in comunità ma i legali sono riusciti a evitarglleli.
Hai ragione, se io sono convinto di essere un polpo, ho tutto il diritto che le leggi di natura mi permettano di respirare sott’acqua.
Non rispondete a questo troll, bensì lasciate che la Redazione acquisisca il suo IP e DNS, quindielimini direttamente i suoi messaggi: è sempre il troll ipocrita ed anticristico SHiva101.
Concordo Eques, non se può più.
Io sono a favore del dialogo, ma Shiva non viene qui per dialogare.
Esattamente, Lorenzo, perfetto. Ne ho parlato anche nell’altro topic, non si capisce perché se io sono uomo e mi sento donna debba essere considerato una cosa normale al punto da voler diabolicamente insegnare ai bambini che l’armonia tra sesso biologico e identità sia un mero accidente e poi ritenere anormale chi si crede lupo https://it.m.wikipedia.org/wiki/Licantropia_clinica
Pregiudizio licantrofobo?
Che risponda il troll idiota Shiva 101, che risponda NEL MERITO a questa questione.
@ Polpidoro: quali sarebbero questi «molto più numerosi casi di transizioni felici»? Indicacene tre, quattro. Grazie!
Perche’ ipostatizzare perche saremmo nel DIG.Autopercepirsi idealmente qualcosa o qualcuno e far seguire che lo sono e un bel dig,oggi mi sento medico ahime ipostatizzo non lo sono.E se mi vesto da medico non lo sono lo stesso.
Transage: ultima frontiera?
http://www.blitzquotidiano.it/video/youtube-il-50enne-che-crede-di-essere-una-bambina-2337917/