Mons. Luigi Negri diffamato dal “Fatto”, Loris Mazzetti vince due querele

Mazzenti negriLa macchina del fango ha fatto un salto di qualità: per colpire i nemici ora basta che anonime fonti origlino presunte conversazioni avvenute su un treno, spifferando i contenuti al giornalista-avvoltoio che imbastirà abilmente un articolo, con tanto di virgolettati, attribuendo alla vittima parole e pensieri con l’intento di denigrarlo pubblicamente.

E’ quanto accaduto a mons. Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara, voce intellettualmente importante della Chiesa italiana, legato a Comunione e Liberazione e coraggioso critico del laicismo secolare. Ingredienti giusti per essere uno dei bersagli preferiti dall’anticlericalismo, ed infatti ha ricevuto ieri un attacco mediatico dalle colonne del Fatto Quotidiano, quotidiano diretto dal misogino Marco Travaglio il cui figlio rapper, Alessandro Trava Dj, ritiene il padre e Fabri Fibra «due pilastri di cultura». E questo la dice lunga sul concetto di “cultura” che circola in casa Travaglio. Non stupisce, quindi, che Il Fatto venga considerato perfino degli editorialisti di Repubblica (che hanno ben poco da bacchettare) come «la casa nobile dell’indecenza».

Indecente è, infatti, l’articolo realizzato in prima pagina da tale Loris Mazzetti contro mons. Negri, al quale ha fatto dire (virgolettandolo): «Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro», sostenendo che l’arcivescovo di Ferrara si augurava la morte di Papa Francesco come avvenne per Papa Luciani, morto dopo 33 giorni di pontificato. Mazzetti sostiene di aver scritto ciò che gli è stato riferito da anonimi testimoni oculari, presenti sul treno Roma-Termini mentre origliavano le conversazioni tra mons. Negri e il suo segretario. Il quale avrebbe anche insultato i neo-vescovi di Bologna e Palermo, Matteo Zuppi e Corrado Lorefice, rincarando la dose in una telefonata, avvenuta sempre sul treno, al giornalista Renato Farina.

Frasi e pensieri che chiaramente non appartengono a mons. Negri il quale, proprio due mesi fa, ha spiegato di vivere «un incremento di gratitudine verso il Santo Padre Francesco». L’autore di questa vile operazione mediatica, Loris Mazzetti, è incredibilmente docente di “Teoria e tecnica del linguaggio televisivo” all’Università di Modena e Reggio Emilia. Se ai suoi studenti insegna i metodi e le tecniche di informazione che ha usato in questa vicenda, degne delle dittature staliniste, il rettore Angelo Andrisano dovrebbe porsi qualche domanda. A livello mediatico Mazzetti è noto per due controversi episodi: essere stato l’ideatore del grande spot pro-eutanasia in prima serata con la trasmissione “Vieni via con me” e aver chiesto di impedire fisicamente a Matteo Salvini di parlare in televisione vestendo delle felpe con scritto “Ruspe in azione”.

Tornando alla macchina del fango, il quotidiano “Repubblica” non è stato a guardare e ha ripreso la notizia introducendo tutti i possibili condizionali (“mons. Negri avrebbe detto…”) ma usando lo stesso modus operandi: «Anche se ufficialmente nessuno commenta le parole, in ambienti CEI trapela stupore e amarezza alla lettura della notizia. Sgomento per posizioni che si ritengono personali, isolate ed estranee al sentire della Chiesa italiana». “Trapela”, da chi? Anonimato costante, ecco come è facile inventarsi fonti inesistenti. Nel frattempo mons. Negri ha subito emesso un primo comunicato assicurando assoluta fedeltà a Papa Francesco, aggiungendo di avergli chiesto un incontro personale «sollecitato dalle recenti gravi affermazioni attribuitemi sulla stampa». E’ intervenuto anche Renato Farina, tirato in ballo da Mazzetti, smentendo nel modo più assoluto le parole di mons. Negri, annunciando querela verso Travaglio (che, pavidamente, è corso a scusarsi) e verso il giornalista.

Un secondo articolo è apparso ancora oggi sul Fatto in cui, sempre Mazzetti, ha riproposto i contenuti diffamatori etichettando mons. Negri come «l’anti-bergoglio» e sostenendo che sarebbe rabbioso verso Papa Francesco perché nel Sinodo il Pontefice sarebbe riuscito «per soli due voti, ad ottenere la comunione per i divorziati non sposati come già avviene in altri Paesi». Una frase emblematica dell’ignoranza di Mazzetti, dato che i divorziati non sposati possono da sempre ricevere l’Eucarestia mentre al Sinodo si è discusso, semmai, dei divorziati risposati e nelle conclusioni sottoposte a Francesco non compare alcuna votazione (tanto meno per due voti) a favore o contro l’accesso al Sacramento.

Se al telefono mons. Negri ha risposto: «Sono cose inventate, da ricovero alla neurodeliri», in un comunicato apparso nelle ultime ore ha annunciato anche lui querela verso i diffamatori: «La preoccupazione di rivolgere primariamente alla mia chiesa un messaggio di chiarimento riguardo alle affermazioni apparse su “il Fatto Quotidiano” del 25 novembre scorso, non può prescindere da una seconda, doverosa e necessaria azione nei confronti di chi ha così gravemente leso la mia dignità umana ed ecclesiastica e anche quella della chiesa. “Il Fatto Quotidiano” ha operato in spregio delle più elementari norme deontologiche del giornalismo, attribuendomi frasi virgolettate che non ho mai detto ed estrapolandone altre dai loro contesti originari per ricavarne contenuti opposti a quanto si stava dicendo, trasformando così l’ipotesi del giornalista in certezza. E’ profondamente scorretto sul piano della professione e deontologia del giornalista».

Entrando più nello specifico, l’arcivescovo di Ferrara ha precisato: «La cosa più grave riguarda la prima pagina: “Francesco deve fare la fine di quell’altro Papa”. Il terribile titolo virgolettato, infatti, riporta una frase mai pronunciata da me, e prova ne è che poi tale frase non è più rintracciabile nel corpo dell’articolo. Quello che risulta chiaro è che si virgoletta l’interpretazione che “il Fatto” ha voluto dare alla vicenda, crocifiggendomi così ad una frase mai pronunciata. E’ una procedura di gravità inaudita. E che dire infine dell’utilizzo di frasi sottratte senza il permesso della persona interessata e senza chiedere, al momento in cui sono state pronunciate, il loro reale significato e non riportate nella loro completezza? Oltre dunque a riservarmi di far valutare ai miei legali ogni misura a tutela dell’onorabilità della Chiesa e della mia persona, chiedo all’opinione pubblica e all’Ordine dei Giornalisti se questo è il modo di svolgere il lavoro informativo. Ma chiedo anche alla comunità ecclesiale e civile di non rendersi complice di tali operazioni».

 

Aggiornamento 09/12/15
Mons. Matteo Zuppi, vescovo di Bologna, ha rivelato in un’intervista: «Negri mi ha chiamato subito dopo la pubblicazione di quelle parole. Mi ha chiarito e lunedì alla riunione della Conferenza episcopale ci siamo abbracciati».

La redazione

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