I bambini religiosi sono meno generosi? Analisi critica di uno studio inaffidabile
- Ultimissime
- 20 Nov 2015
Le Scienze Sociali sono un campo estremamente complesso per via della immensità delle variabili presenti e dell’impossibilità di isolarle o spesso anche solo definirle. Per esempio, si può notare che in un gruppo di persone una caratteristica X è spesso associata ad una caratteristica Y: vuol dire che X può causare Y o viceversa? O c’è un fattore Z non ancora noto che può causare X e Y, se non un’immensa quantità di fattori Z che interagiscono in modi imprevedibili? O è, alla fine dei conti, solo un caso?
Rispondere a domande simili è spesso nei fatti impossibile, il ché porta chiunque voglia portare avanti con serietà la conoscenza umana in questi campi ad essere estremamente cauto nelle sue conclusioni. Naturalmente questo non accade se si vuole portare avanti una “propria agenda”. È il caso della ricerca “The Negative Association between Religiousness and Children’s Altruism across the World“, pubblicata su Current Biology (inspiegabilmente, visto che non tratta di Biologia). In base ad un paio di semplici esperimenti effettuati sui bambini e a dei questionari somministrati ai genitori, si conclude che -come riportato per esempio da La Stampa, Le Scienze e l’Huffinton Post–, “la religiosità delle famiglie dei bambini è inversamente predittiva del loro altruismo e positivamente correlata con le loro tendenze punitive“.
Naturalmente si è verificata una corsa a condividere la “scoperta” da parte di personaggi anti-religiosi, commentando che è chiaro, loro lo sapevano già. Tuttavia se avessero effettivamente letto la ricerca avrebbero potuto notare almeno uno dei seguenti problemi, che di fatto la rende inaffidabile nelle conclusioni:
– I ricercatori hanno presentato ai bambini delle situazioni in cui una persona faceva del male ad un’altra, così la “durezza nel giudicare” è stata “misurata” in base a quanto negativa è stata la reazione dei bambini e quanto forte è stata la punizione da loro richiesta. I bambini cresciuti da famiglie religiose ceteris paribus reagivano peggio e richiedevano punizioni maggiori. Quindi…i bambini di famiglie religiose hanno un maggiore senso della giustizia? Sorprende invece notare come, ribaltando qualsiasi logica, nel sommario i ricercatori affermano che questo loro risultato contraddice il fatto che i genitori di famiglie più religiose ritengono che i loro bambini abbiano maggiore empatia e senso della giustizia.
– Quello che più ha fatto scalpore nei media e viene presentato dallo stesso titolo della pubblicazione è che i bambini da famiglie religiose sono meno altruisti! I ricercatori hanno definito “l’altruismo” facendo scegliere 10 figurine ad ogni bambino dicendo che, vista la mancanza di tempo per fare l’esperimento a tutti i compagni, poteva condividerne “segretamente” qualcuna mettendola in una busta. Il numero di figurine condivise è il punteggio di “Atruismo” (sic!). Tutto qui. Questa è la misura scientifica dell’Altruismo™.
– Nell’esperimento viene rilevata, assai più chiaramente rispetto agli effetti della “religiosità”, la maggiore propensione al dono di figurine nei bambini più grandi. Grande “altruismo” o probabile poco interesse dei dodicenni alla collezione di figurine? C’è anche chi le ha lasciate tutte: è un santo o, molto probabilmente, non era interessato granché?
– Molti hanno lodato il campione “numeroso” usato dallo studio: 1170 bambini. Eppure nell’analisi questi vanno divisi fra vari punteggi differenti di “religiosità” (o 3 principali denominazioni religiose), 6 città di nazioni molto diverse fra loro, un ampio spettro di età (5-12 anni, perché mai non studiare una singola età?) e vari livelli di educazione della madre (nell’articolo viene chiamato semplicemente SES familiare, Status Socio Economico, finché uno non legge nelle scritte in piccolo alla fine che invece si tratta solo di questo!). Il campione non sembra più così grande… Inoltre, persino nelle Supplemental Information non è possibile sapere come sia stato scelto il campione, se sia rappresentativo etc, il ché è un problema tutt’altro che banale (tutto lascia supporre che il campione non sia rappresentativo, visto che viene da una singola città per nazione “da scuole etnicamente/socialmente omogenee“. Questo è un problema perché facilità l’introduzione di forti bias nei dati.).
– All’infuori della scelta di sostituire il grado di istruzione materno allo status socio-economico, c’è un’importante variabile che i ricercatori non hanno controllato: il numero di fratelli. Come spiegato dal dr. Miceal Blume, studioso di Evolutionary Studies of Religiosity and Religions, è ben attestato che le famiglie religiose sono più numerose, quindi i bambini che provengono da esse considerano più spesso anche fratelli e sorelle nelle quote di figurine.
– Compare inoltre il noto problema del “misurare l’incommensurabile“, in cui la “religiosità” viene normalizzata su una scala numerica da -1 a +1 che combina arbitrariamente i risultati di 2 diversi questionari (“frequenza delle strutture religiose” vs “esperienza del divino”) per poi effettuare un’analisi lineare (il ché non può che spingere a chiedersi: la differenza fra una “religiosità” di 0 con una di 0.8 è davvero il doppio rispetto ad una 0.4 e l’opposto di una -0.8?). Oltretutto i ricercatori hanno preso i questionari da un articolo che avverte nel suo stesso abstract di non combinare i punteggi, ma analizzarli solo separatamente.
– Come breve nota tecnica, l’ipotesi di distribuzione gaussiana è stata usata a sproposito persino per variabili discrete (il numero di figurine lasciate). Mancano punteggi di consistenza interna dei questionari, qualsiasi sorta di analisi non lineare (vedi sopra), e qualsivoglia tentativo di validare la regressione fatta con un’analisi dei residui. Gli autori cercano di convincere della predittività della “religiosità” rispetto alla condivisione di figurine mostrando un plot che non controlla su tutte le altre variabili, ergo è inutile anche nel contesto dello studio stesso. Così come appaiono due istogrammi anch’essi non controllati sulle altre variabili (figure 1,3,4).
– Nonostante tutte queste analisi rilevino effetti della religiosità molto piccoli, i ricercatori enfatizzano questo dato ignorando la fondamentale massima statistica “correlazione non implica causalità”, parlando invece in termini causali, senza considerare i limiti della ricerca o interpretazioni alternative.
– Va anche osservato come il primo autore dello studio, il dr. Decety, abbia sentito l’impellente bisogno di commentare su Forbes cose come: “Non è che uno debba essere molto religioso per essere una buona persona. La laicità – ovvero avere le proprie regole basate sul pensiero razionale e sulla ragione, piuttosto che su libri sacri – è meglio per tutti. Più in generale, [questi risultati] mettono in dubbio l’idea che la religione sia vitale per lo sviluppo morale, supportando l’idea che la secolarizzazione del dibattito morale non ridurrà la bontà umana — infatti, farà proprio l’opposto.“. C’è quindi da considerare anche un atteggiamento di mancata imparzialità e distacco.
Mentre questa ricerca ha avuto ampia diffusione, su quotidiani nazionali e social network, le analisi critiche, come questa, non hanno la possibilità di ottenere simile visibilità. Eppure sono numerose le evidenze che portano a concludere per l’inaffidabilità delle conclusioni offerte al pubblico. Purtroppo, anche i giornalisti avrebbero fatto bene a controllare invece di riportare ciecamente, ma il primo fallo è dei reviewer che hanno acconsentito alla pubblicazione. Ma ahimè accade questo e altro.
Lorenzo Barattini
62 commenti a I bambini religiosi sono meno generosi? Analisi critica di uno studio inaffidabile
Questo studio è un insulto a milioni di fedeli che tutti i giorni si spaccano la schiena, per non dire l’altro, cercando di aiutare il prossimo. E’ una vergogna. Senza la carità cristiana, già in Italia, milioni di persone starebbero sotto un ponte senza né cibo, né medicine. E’ inconcepibile che qui si predono il diritto di sbeffeggiare un’intera categoria… Se il laicismo, invece di fare le battaglie ideologiche, si sporcasse un po’ più le maniche sul campo non sarebbe male… Purtroppo non sa andare oltre alla carta stampata dei grandi giornaloni nelle comode redazioni…
*le mani, non maniche
Veramente oggi come oggi la maggior parte del volontariato e delle Onlus non è a carattere confessionale, oltretutto sono molto più meritevoli delle istituzioni religiose perchè: a) non fanno proselitismo; b) non si fanno belli/belle del loro moralismo; c) non godono di tutti i benefici fiscali delle organizzazioni religiose (vedi otto per mille/cinque per mille, esenzioni IMU, ecc.)
E’ arrivato un altro con la testa pacata…
Cosa vuol dire non fanno proselitismo? Questa tua considerazione è di una inciviltà mostruosa. Dovresti vergognarti! Che schifo…
Ma rileggi dopo che scrivi?
Le belle organizzazioni, le tanto sbandieriate onlus che piacciono a te, io le ho sempre viste provviste di quelle belle jeep con tanto di marchio di fabbrica fresco, e poi? I soldi che arrivano dall’alto e loro a fare i professionisti. Invece la carità cristiana viene dal cuore, se la si fa con spirito aperto. Non è un lavoro!
Ma cosa dici? Il 5%° l’ho richiedono tutti ormai. La fondazione Umberto Veronesi ti dice niente?
Ecco l’esempio della vostra carità: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_novembre_13/montecassino-tutte-spese-dell-ex-abate-profumeria-1100-euro-75101fce-89d5-11e5-8726-be49d6f99914.shtml
Credo che bisognerebbe segnalare anche questa:
Le colpe di uno, in palese tradimento della dottrina cristiana, diventano le colpe di tutti. Consiglio di riprovare, questo trucchetto è ormai stravecchio e scaduto.
Siori e siore segnatevela questa
Paco J alle 17.57 di venerdì 20 novembre dell’anno del Signore 2015
Non si fanno belli-e del loro moralismo
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Un solo esemepio: la morale laica è mille volte meglio di quella religiosa a detta di Veronesi(adultero favorevole all’
eutanasia e alla soppressione degli anzani).
Continua così Pac il tuo livore e la tua ignoranza sono sempre fonte di sorriso per noi
Questo qui dovremmo mandarcelo in Cina per un bel giretto una volta tornato non credo farebbe tanto il fenomeno
Ma taci Paco, che finora hai dimostrato (coi tuoi milioni di nick, lo stesso comportamento del TROLL Shiva 101) di non sapere nulla dell’argomento che tratti.
Ringrazio il caro Dom che mi ha risparmiato la fatica.
Ma tu non hai vita propria, degli affetti, una professione o un’attività di studio? Sempre su internet anche alle cinque di mattina? E te credo che vedi troll ovunque, basta che ti guardi allo specchio!
Invece di insultare gli altri (con ovvia sindrome “riflessiva” aggiungo io, non so ti rispecchi..) entra nel merito!
Ancora una volta noto un comportamento immaturo da parte tua: cercare di spostare l’attenzione del tema dell’articolo (veramente ben fatto, complimenti a Lorenzo) per fare propaganda anticlericale sputando sulla Caritas e le altre organizzazioni cristiane di volontariato. Questo è il livello dell’anticlericalismo del 2015?
Mi sono svelgiato presto, non come te che non hai un accidente da fare tutto il giorno.
Svegliato, non “svelgiato” ahahahah 😀
Figurati. Solo che dispiace che c’è gente, che al posto di avere un’idea, ha solo malvagità… Io non sopporto la malvagità gratuita. Questo traspare benissimo dai commenti, secondo me, sono un po’ la cartina tornasole di quello che abbiamo in testa.
Ma quale malvagità Dom! Mister multialias, ovvero Paco il macaco, non è cattivo, e’ solo abissalmente stolto e ignorante, la sua ignoranza e’ pari solo alla sua immotivatissima arroganza (hai visto come si comporta anche su CS, sempre con quel fare da maestro de sta ceppa), e’ un povero nulla travestito da niente, non è cattivo.
Ignoralo, come ha saggiamente consigliato la cara Sophie, ignoriamolo tutti, mandiamo i suoi commenti a vuoto.
Non vorrete mica perdere tempo con un niente travestito da nulla, no? Lasciate perdere il nipotino di Voltaire, e se vi offende ridete, quando la persona e’ niente l’offesa è zero. 😉
Questo articolo è una risposta indiretta all’amico EquesFidus.
Il laicismo ci attacca usando le nostre debolezze. Per cui, dobbiamo essere puri come colombe e astuti come serpenti.
La Chiesa deve aiutare il prossimo, come già fa, ma mettendo tutti i suoi sforzi e fare di più! Dobbiamo cambiare ‘sto mondo, ragazzi! Altrimenti è finita. E’ finito il tempo di coltivare l’orticello bello bello.
Pazienza se Bertone non avrà il suo attico… Non andrà a vivere in uno sgabuzzino, per cui non ce da avere paura!
Mi preoccupa, invece, che milioni di bambini italiani stanno in mezzo ad una strada e nessuno ne parla…
Guarda, l’ho già detto e ripetuto: a me, dell’appartamento del cardinal Bertone non frega niente. Non è affare mio, semplicemente. Detto questo, se vogliamo “cambiare il mondo” cambiando i cuori delle persone (come ha fatto il Cristo) è necessario amare la Chiesa ed il Cristo: queste sono le cose davvero importanti. Da questo procede la vera povertà (cioè il distacco, non il disprezzo, dai beni materiali), ma questa è una conseguenza di tale amore, non una premessa. Infatti, ciò che critico di certi esponenti della Chiesa ed a certe correnti interne non sono certo i beni (purché non immorali, come nel caso della casa editrice porno di proprietà della Conferenza episcopale austriaca), bensì eresie più o meno nascoste e certi atteggiamenti modernisti e giovanilisti che hanno sinceramente stufato. Come pure un pauperismo di facciata e demagogico, ben praticato in certi Paesi peraltro, del resto; ma questi sono problemi di fede e di morale, non economici. I problemi economici (singoli prelati e Conferenze episcopali troppo ricche ed opulente) nascono quando c’è poca fede, poca morale e troppa libertà di manovra.
Eques si dovrebbe dare il buon esempio ogni tanto o no?
Io penso che bisogna migliorare nella vita, così come anche la Chiesa, penso. Altrimenti lasciamo tutto com’è e arrivederci… Se vogliamo che le persone vedano in noi quel Cristo, che sta sulla croce, dobbiamo fare di più! In primis, per i tanti bambini (i veri innocenti oggi!) che, per colpa dei genitori (penso al divorzio), stanno in mezzo ad una strada. (Ricordo 8 milioni di bambini italiani non hanno da mangiare).
Questa, penso, sia una priorità! Con tutto il rispetto, altro che eresie, è il Cielo che implora pietà!
Quindi io vado alla sostanza, per cui mi frega di come vengono usati i soldi. Non è la fine del mondo se va a vivere in una pensione dai…
Se non dai un opportunità a tutti non fai il volere del Vangelo.
Quello che non vuoi capire è che a me, se il card. Bertone stia in una camera d’albergo o in un appartamento da 200 mq, NON FREGA NIENTE (scusate, ma forse se lo scrivo maiuscolo si capisce meglio)! Quello che io contesto non è infatti la povertà evangelica, ma quali sono i passaggi tramite cui arrivare a questa povertà (che, peraltro, nulla c’entra col tema dell’articolo): da una parte io sostengo che per arrivare alla povertà evangelica (cioè al distacco dai beni, non al rifiuto degli stessi) si deve partire dal Cristo, dato che solo aderendo a Lui si può compiere una tale scelta, tu invece proponi l’opzione inversa (da una povertà sociologica si arriva al Cristo). Il guaio è che la seconda opzione inverte le cause con gli effetti ed alla fine della fiera non è evangelica, lo capisci? Per farti un esempio, San Francesco si spoglia dei suoi averi non per arrivare a Cristo, bensì perché ha già fede nel Signore e vuole applicare una modalità di povertà radicale (mai considerata obbligatoria, giustamente, dalla Chiesa) per conformarsi più perfettamente a lui. Prima dobbiamo avere fede nel Signore ed una morale rettamente formata, poi potremo arrivare (non parlo solo di prelati ma di tutti i cristiani) a forme di povertà evangelica, non il contrario.
Invece dovrebbe fregartene! Ma che discorsi fai!
Bisogna capire le priorità ragazzi…
Se no si fanno discorsi retorici, vuoti, fuori dalla realtà.
Nessuno vuole che si tralasci Cristo. Chi l’ha scritto mai?
Come tu stesso ricordi San Francesco fece una scelta di vita radicale. Quanti avrebbero, oggi nel 2015, la sua stessa luce e visione delle cose?
Che te ne fai del potere, dei soldi, se la gente attorno a te non ha nulla!
Invece che fare discorsi patinati e da salotti, molti di noi vorrebbero una Chiesa più attenta alle difficoltà quotidiane, ovvi che questo passi per Cristo, altrimenti non c’è salvezza.
L’articolo non c’entra direttamente, ma come vedi si sta prendendo una brutta piega di spiegare la carità cristiana a noi cattolici. Male non fa, per carità. Però questi gruppi laicisti si appigliano a fatti, sono parziali intendiamoci, ma sono purtroppo una realtà di oggi. L’unico modo è riscoprire la purezza. Andare al punto.
Faccio discorsi da cattolico: ho già abbastanza da pensare per i miei peccati, senza mettermi a fare conti in tasca agli altri, men che meno se si parla di proprietà che non mi appartengono e su cui non ho alcun controllo né responsabilità. Il buon esempio io non lo do tramite l’appartamento del cardinal Bertone, bensì tramite la mia vita e la mia testimonianza del Signore (tra l’altro, detto fra noi il card. Bertone non c’entra proprio niente con questo). Detto questo, io non avevo criticato se sia lecito oppure no avere un sacco di possedimenti (per me non c’è alcun problema, né mi scandalizzo, per altri evidentemente sì), bensì le modalità con cui si arriva a criticare certi “scandali” (e metto le virgolette non a caso, ché non c’è niente di scandaloso se un cardinale vive in un appartamento della Curia, anche se ampio), per cui sembrano celare più una certa invidia che non una reale attenzione alla povertà. Anche perché, l’ho già detto e lo ripeto, personalmente mi urta molto meno un cardinale che vive come si conviene al suo ruolo di princeps ecclesiae che non un finto straccione che non indossa un abito talare nemmeno a sparargli in favore di golfini di cashmere, Messe “creative” e simili castronerie. Detto questo, io la chiudo qui, il mio non era un discorso volto a non condannare gli sprechi e l’aiuto verso i bisognosi ma di critica a certe modalità con cui vengono criticati certi “scandali” (e come certi eventi diventano scandali nella mente di certuni, tra parentesi); chi vuol capire, capisca.
Correggo, penultima riga : ” Detto questo, io la chiudo qui, il mio non era un discorso volto a non condannare gli sprechi ed a giudicare inutile l’aiuto verso i bisognosi […]”.
Discorso ipocrita e retorico. Il “princeps ecclessiae” lo si dimostra con i fatti, non coi bei palazzi! Ancora una volta l’apparenza regna sovrana…
Grazie dei fiori che lo si dimostra coi fatti più che con gli edifici (tanto è vero che ci sono stati, e ci sono, dei veri giganti nell’episcopato), ma questo non era il nocciolo del mio discorso, né era quella la questione. Ciò che contesto è proprio questo voler fare a tutti i costi l’equazione “bell’appartamento=pessimo cardinale/non cristiano” dal momento che non è l’avere o meno dei beni a qualificare il cristiano, bensì l’uso che ne fa e come li ha ottenuti; da parte mia, ho già dedicato fin troppo tempo alla faccenda.
Le priorità sono altre… Esci da questo blog e affacciati dalla tua finestra, per favore… A meno tu non stia in un quartiere benestante, in giro c’è un degrado assurdo dappertutto. La gente non ha un lavoro, i nostri nonni sono ridotti alla fame con pensioni ridicole. E io dovrei pensare a quell’equazione lì?!
La gente non ha più un tozzo di pane, sveglia…
La bolla di vetro non aiuta a capire i gravi problemi di oggi.
E un vero cristiano non dovrebbe forse rinunciare al lusso superfluo?
Oppure il Vangelo e’ un inno al consumismo?
Coloro che hanno responsabilità dovrebbero dare il buon esempio
Certamente, e quindi?
Quindi: fare, fare, fare…
La gente non sa come pagare le bollette e mandare i figli a scuola, ma ci rendiamo conto?
Chi occupa posti chiave deve essere umile per la responsabilità che ha, quindi gesti esemplari
Informazione di servizio: non è eliminando appartamenti curiali ed obbligando i prelati ad una povertà forzata che ha molto poco di cattolico (ma fin troppo di dulciniano) che si risolvono simili problemi, che anzi la Chiesa contribuisce a combattere ed alleviare, grazie anche ai vari possedimenti.
Nessuno dice questo. Fai un po’ discorsi vuoti. Dico, ma si può fare di più o no? Rispondi alla domanda gentilmente. O per te vanno bene questa caterva di disoccupati e pensionati spolpati?
A me non vanno bene, Dom.
Equesfidus
“Prima dobbiamo avere fede nel Signore ed una morale rettamente formata, poi potremo arrivare (non parlo solo di prelati ma di tutti i cristiani) a forme di povertà evangelica, non il contrario.”
Eh bravo, peccato che i cardinali che fanno vite che sono una schiaffo alla miseria dimostrano proprio di non avere Fede nel Signore e non danno certo il buon esempio.
La Chiesa deve sforzarsi di essere il più possibile inattaccabile, come diavolo fai l’evangelizzazione se ti rendi attaccabile da più parti e non segui il Vangelo?
Oggi non convinciamo più nessuno, i primi martiri convincevano e sai perché? Perché vivevano da cristiani ed erano disposti a dare la vita per il Cristo.
Altroché appartamenti da sultano del Brunei.
Tutto questo lo dice uno che darebbe la vita per la Chiesa e che la difende sempre, mi considero suo figlio spirituale perciò vorrei che gli uomini al loro interno la rendessero il più possibile inattaccabile, senza indulgere in stoltezze del tutto evitabili.
Concordo Dom.
Nel periodo del nazi-fascismo guarda caso uscì fuori che gli uomini di colore erano i più vicini alle scimmie. Tanto per dirne una….
Cara Sophie, ma oggi come oggi che abbiamo un certo Islam alle nostre porte, non sarebbe un po’ furbo per questi criticoni di professione quantomeno tacere?
La furbizia costoro manco sanno cosa sia, tanto più che è sempre più facile criticare gli altri che non passare al vaglio sé stessi.
Si ma questo perché è un Occidente opportunista, falso e amorale. L’amoralità, per certi laicisti, è un vanto: un segno di civiltà, dicono. Ma in questa babele di idee un certo Islam non ha nessun ostacolo… non ci sono più radici… ha la strada spianata! In più il suicidio occidentale: aborti e nessun ricambio generazionale (non si fanno più figli)! E loro a fare i fighetti a Ballarò con tanto di applauso pre-registrato.
Ma quando si parla d islam si deve parlare solo di ciò che è buono. Per cui da questo studio gli islamici si possono tirare fuori.
Tra l’altro trovo curioso che i bambini religiosi siano i più egoisti considerando che vengono dalla cultura cristiana che si basa sulla carità verso il prossimo mentre le associazioni atee non hanno mai fatto un mazza di niente per gli altri in tutta la storia dell’uomo.
Gli atei spesso sono spesati dalla Stato. (penso ai tanti professoroni..) Loro la generosità la pretendono dai contribuenti italiani. 😉
Ma poi … “religiosi” che cosa significa? Che i genitori hanno dichiarato di essere credenti?
Magari non erano né praticanti né osservanti. Oggi va di moda essere credenti-intimisti. Ateisti pratici.
Masticandone un po’ di statistica avevo notato immediatamente diverse falle che questo articolo ha evidenziato per bene. Mi aveva colpito in primis la scarsa numerosità del campione, quindi il contrario affermato dagli articoli sui giornali (e cito il giornale laicista Il Post), rispetto al gran numero di variabili considerate. Lo scarto tra i vari gruppi invece è talmente esiguo da essere statisticamente non significativo.
L’aspetto tuttavia che si deve notare è che la ricerca è finanziata da una fondazine religiosa. E se i risultati fossero stati opposti? La ricerca sarebbe stata invalida perchè non era affidabile il committente? Insomma i pregiudizi rimangono.
Continuo a rimanere molto scettico su queste scienze sociali.
Se lo studio avesse restituito risultati opposti non saresti stato per niente scettico.
1 se lo studio avesse dato risultati opposti ma con la stessa procedura fallace sarebbe stato comunque meritevole di essere bocciato allo stesso modo; in ogni caso la diffidenza iniziale non è nulla in confronto a quanto si scopre analizzando il metodo anti-scientifico usato qui, le cui sorprese vanno oltre ogni ragionevole diffidenza; 2 non avere l’ardire di stabilire cosa una persona che non conosci possa pensare, soprattutto se non è il vero argomento che si sta discutendo qui 3 (rivolto stavolta a tutti gli altri) ma questi account da un solo post che compaiono come funghi su certi siti appaiono perché aizzati da qualcuno o sono solo occasionali occupazioni di qualche visitatore annoiato che non ha niente di meglio da fare che postare un po’ di risposte disimpegnate e superficiali?
Lo studio ha fatto notizia perché è incoerente rispetto alla letteratura scientifica sul tema.
Qui trovi tanti studi sulla correlazione religiosità-altruismo: https://www.uccronline.it/2010/08/10/la-fede-cristiana-rende-piu-felici-intelligenti-e-sani-psico-fisicamente/
In merito all’argomento dell’articolo di UCCR mi permetto di copiaincollare una osservazione fatta da me su altro blog:
E’ stata valutata la sensibilità morale attraverso il gioco del dittatore applicato a bambini (lo scopo dichiarato é determinare l’influenza della religione sulla espressione di altruismo… fin qui niente da dire…).
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Dall’idea che mi sono fatto nello studio c’é però una grande “pecca”: secondo me non é sufficientemente approfondita l’estrazione “ambientale” (cioé DOVE vivono i bambini) dal punto di vista del BENESSERE economico e sociale.
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Dalla letteratura specialistica (articoli che trattano del gioco del dittatore applicato a bambini…) emerge che bambini di età maggiore e PROVENIENTI DA AMBIENTI MENO DISAGIATI soprattutto dal punto di vista economico si comportano SEMPRE in modo più altruistico.
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Quindi il “rilascio” delle figurine prospettate dai ricercatori deve essere pesato anche in ragione delle difficoltà ambientali presenti dove vivono i bambini. E’ MOLTO discutibile quindi dimostrare la presenza di un link affidabile, perchè palesemente non circostanziato, fra religione-cultura acquisita e disponibilità/altruismo.
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Senza poi contare la “dispersione” statistica dei dati (la correlazione é rinvenibile ma appare anche molto “spinta” ancorchè acquisita dalla bonta dei parametri statistici, come lo é anche la statistica del pollo di Trilussa comunque 🙂 ).
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Che poi una “presunta” (tutta da dimostrare anche questa) educazione “religiosa” (dove, chi, come, quanto, in che modo, ecc… tutto da dimostrare….) possa inculcare su bambini di 6-10 anni una efficace maggior disponibilità ad essere implicitamente generosi al la delle proprie indole naturali… Mah, sarebbe il caso forse di aspettare l’adolescenza (almeno) o meglio ancora l’età della presa di consapevolezza…
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In ultima analisi, secondo me, é la presunta “scientificità” (direi più semplicemente LA “serietà” dei ricercatori…) che manca; certamente non può essere analizzabile in modo così grossolano il senso di altruismo dei bambini (che “escano” da famiglie religiose o atee… non ha importanza) e qualora in qualche modo si dimostri essere anche “diverso” potrà esserlo effettivamente “diverso”, ma più che per motivi religiosi lo sarà molto più prosaicamente per motivi più circostanziali e/o caratteriali (prosperità economica della famiglia, difficoltà e ansie in famiglia, caratteri ereditati, ecc…).
educazione “religiosa” sarebbe in realtà educazione non “religiosa” … pardon.
Uno studio pubblicato… sull’Huffington Post? Pensate un po’ che qualche giorno fa sulla medesima testata sono venuto a sapere che uno studio dell’Università dell’Essex ha stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio, udite udite, che le donne possono essere lesbiche o bisex, ma MAI eterosessuali. L’ha detto la scienza!!!! Inchinatevi al potere accademico, stolti bigotti! 🙂
Bravi a rispondere su un piano razionale a persone che non hanno esposto una tesi razionale.
Molti atei, la carità la fanno per pulirsi inconsciamente la coscienza!
Invece il religioso che conosce Dio, si basa più sulla carità spirituale! Io ad esempio cerco di essere il più generoso possibile, anche finanziariamente, ma quando riesco ad aiutare una persona che si trova in un buco spirituale, mi sento molto più appagato quando riesco ad aiutarla! Lo stesso non posso dire quando apro il portafogli..
Insomma la 50€ se ne va, ma la fede ti rimane molto più a lungo, anche per sempre!
E molti bimbi religiosi confidano molto su Dio. D’altra parte i nostri cari atei non riuscendo a confidare in Dio, si aggrappano solo sulla stabilità economica!
I bimbi religiosi purtroppo se ne vedono troppo poco.. Ma quando vai per esempio ad assistere una messa tridentina, li vedi molti bimbi che a mio modo di vedere la fede cattolica, noi adulti potremmo davvero imparare molto da quei piccoli fanciulli!
Concordo in pieno.
Peccato che lo studio dimostri proprio il cpontrario, cioè che l’ipocrisia risiede nei credenti, ma questo si sapeva già…
“si sapeva già” Questo viene solo a provocare…
Noto ancora un modus operandi immaturo da parte tua, caro Paco. Cerchi la provocazione infantile, proprio tu che dovresti essere la voce della razionalità laica.
Lo studio che citi ha dimostrato di essere inaffidabile e anche tu lo hai riconosciuto non riuscendo a rispondere alla lucida critica che è stata fatta in questo articolo, anzi non provandoci nemmeno a farlo.
Mi fa ridere poi l’uso del termine “credenti” per indicare quelli che ritieni i tuoi nemici, come se l’uomo nato con quattro dita chiamasse “gli uomini nati con cinque dita” tutti gli altri. Riusciremo ad avere da parte tua un commento serio e razionale e non la solita dimostrazione di quanto sia infantile essere militanti atei?
Dev’esser dura scoprire che i bambini educati nella religione non sono più generosi o più tolleranti degli altri…
Paolo viti ha scritto
Lo studio che citi ha dimostrato di essere inaffidabile e anche tu lo hai riconosciuto non riuscendo a rispondere alla lucida critica che è stata fatta in questo articolo, anzi non provandoci nemmeno a farlo.
Vedo che continui a non rispondere, da bravo troll quale sei. Complimenti. 😉
Peccato, caro Paco detto il macaco, che dimostri ancora una volta di non essere interessato ai fatti ma solo alla tua propaganda anticristiana.
Lo studio e’ inaffidabile ed è stato dimostrato , il fatto che tu ti ci attacchi dimostra che l’ipocrita sei tu, non certo quelli a cui fai la guerra.
Suggerirei agli utenti di uccr di non rispondere alle provocazioni gratuite di Paco J.
Mi associo, lasciamooi blaterare al vuoto.
Rinnovo quindi l’invito di Sophie: ignorate Paco il macaco.
Riguardo all’Isis vi ricordo Ghandi
“La mia fede nella nonviolenza è una forza estremamente attiva. Non lascia posto alla viltà e neppure alla debolezza. Vi è speranza che il violento diventi un giorno nonviolento, ma per il vile non ve n’è alcuna. Perciò ho detto più volte che se non sappiamo difendere noi stessi, le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza della sofferenza, vale a dire con la nonviolenza, dobbiamo almeno, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto questo combattendo.”
Percio’, se non l’avete ancora fatto, preparatevi, che potrebbero arrivare anche qui i demoni incarnati dell’Isis, e dobbiamo essere pronti.
Procuratevi il necessario, quindi, e la necessaria preparazione.