I contraddittori argomenti di Massimo Pigliucci contro la metafisica
- Ultimissime
- 27 Apr 2015
Il prof. Massimo Pigliucci è probabilmente il più importante filosofo ateo vivente, può vantare un’ottima e vasta preparazione (filosofica e scientifica), collaborazioni e premi importanti nella sua carriera. E’ molto attivo nel confronto tra ragione, scienza e fede e rifiuta di sostenere che un approccio scientifico debba essere per forza alternativo alla fede in Dio, distinguendo giustamente tra naturalismo filosofico e naturalismo metodologico.
Proprio per questo Pigliucci è stato uno dei critici più attivi del movimento dei New Atheist capitanato da Richard Dawkins, fenomeno attivo fino a qualche anno fa e oggi sempre più progressivamente irrilevante. L’accusa principale che ha loro rivolto è di aver abbracciato lo scientismo per negare Dio, compiendo parallelamente anche un’opera di svalutazione della filosofia e di tutti gli approcci non strettamente scientifici. I “nuovi atei” si sono liberati da una religione per abbracciarne un’altra: quella che adora il dio scienza. Proprio recentemente ha pubblicato un articolo nel quale avanzato quattro ragioni che nella sua carriera gli hanno impedito di prendere sul serio la metafisica.
Al prof. Pigliucci ha risposto il prof. Edward Feser, docente di filosofia al Pasadena City College e alla Loyola Marymount University, nonché visiting scholar presso la Bowling Green State University. Riteniamo sia uno dei migliori studiosi del tomismo e degli esponenti della scuola aristotelica, cresciuto come ateo si è convertito al cattolicesimo proprio studiando il pensiero di Aristotele e Tommaso d’Aquino.
Il primo motivo dello scetticismo del prof. Pigliucci verso la metafisica è che nonostante «gli scolastici medievali hanno fatto un ottimo lavoro, come un adolescente è intellettualmente incline alla ribellione non ho potuto che respingere gli scolastici». Aggiungendo inoltre che «gli Scolastici hanno ancora una cattiva reputazione nel mondo filosofico». Se questa è la prima argomentazione allora è facile per il prof. Feser replicare: «Naturalmente, né la ribellione adolescenziale, né l’appello alla moda intellettuale contemporanea costituiscono una seria discussione. Pigliucci ha un motivo di merito per respingere la metafisica scolastica? Lui non lo dice. Ha capito la metafisica scolastica? Ad esempio, conosce la differenza (profonda!) tra la metafisica dei filosofi razionalisti come Leibniz e quella della maggior parte dei metafisici contemporanei?».
Il secondo motivo affermato dal filosofo laico è il cosiddetto verificazionismo dei positivisti logici e l’applicazione di esso per una critica alla metafisica. L’idea di base, come è noto, è che qualsiasi dichiarazione significativa deve essere analiticamente vera (come “Tutti gli scapoli non sono sposati”) o empiricamente verificabile. Le affermazioni metafisiche non rispondono ai due criteri quindi, secondo tale argomento, sono strettamente prive di senso (anche se non necessariamente false). Eppure, come ha fatto notare il prof. Feser, «ci sono vari problemi con il verificazionismo, quello più noto è che si tratta di una auto-confutazione nella misura in cui il principio stesso non risulta vero (o verificabile) né analiticamente né empiricamente». Applicando il suo stesso principio, dunque, il verificazionismo stesso risulta essere privo di senso. «Sono state tentate formulazioni alternative di tale principio», ha commentato ancora Feser, «ma il guaio è che non c’è modo di formularlo senza evitare l’auto-confutazione. Per questo è improbabile che Pigliucci consideri ancora il verificazionismo come una seria sfida alla metafisica».
Il terzo motivo contro la metafisica pronunciato dal prof. Pigliucci arriva dal pensatore inglese David Hume e la sua nota teoria della conoscenza (o “forchetta di Hume”) secondo cui le “relazioni di idee” e i “dati di fatto” non possono contenere “sofismi e illusioni” (cioè affermazioni non dimostrabili empiricamente) e la metafisica violerebbe pesantemente tale teoria. Ma anche in questo caso l’obiezione non coglie il segno: «il problema», ha commentato Feser, «è che la “forchetta di Hume” è una anticipazione del principio di verifica dei positivisti ed è viziata dagli stessi problemi. In particolare anch’essa si auto-confuta in quanto tale teoria non è in sé né vera in virtù dei rapporti di idee che fanno parte della sua formulazione, né vera in virtù di questioni di fatto empiricamente discernibili. Quindi non è meno “metafisica” delle proposizioni che vorrebbe criticare».
Il quarto motivo enunciato per sostenere lo scetticismo verso la metafisica è che spesso risulta essere in conflitto con l’immagine del mondo fornita dalla scienza. Quindi, qualsiasi metafisica che non è essenzialmente la sistematizzazione dell’analisi concettuale di ciò che le varie scienze ci dicono non può avere solide fondamenta. Per questo motivo, da diverso tempo, è stata teorizzata una metafisica “naturalizzata ” o “scientifica”, la quale sarebbe l’unica a poter promuovere analisi concettuali con basi stabili. Anche questa tesi, però, non è esente da problemi: «non solo non è un argomento migliore di quello di Hume e degli argomenti verificazionisti», ha commentato il filosofo americano Feser, ma in realtà «ad un esame più attento è sempre lo stesso argomento soltanto superficialmente riconfezionato. Hume parla di “elementi di fatto”, i positivisti di “proposizioni empiricamente verificabili” e in questo ultimo caso si legge “metafisica naturalizzata (o scientifica)”. Tale tesi ha gli stessi problemi della tesi di Hume: essa non è una affermazione di metafisica scientifica/naturalizzata, né è conoscibile tramite “analisi concettuale”».
Così, neanche il quarto argomento a favore dello scetticismo di Pigliucci sulla metafisica rende davvero ragione della sua posizione, esattamente come i primi tre. L’auto-confutazione non è l’unico problema in cui cadono i critici della metafisica tradizionale, c’è anche una ristretta concezione della metafisica da parte loo. «In particolare», ha aggiunto Feser, «si tende solitamente ad inquadrare i problemi all’interno di una dialettica razionalista/empirista/kantiana ereditata dai primi moderni, ma la tradizione aristotelico-scolastica – contro la quale sono state definite queste posizioni- respinge le ipotesi di base loro sottostanti». La questione si approfondisce molto e consigliamo a chi è interessato la lettura dell’articolo in lingua originale.
In sintesi possiamo dire che chiunque critica la metafisica può farlo soltanto all’interno di un paradigma scientista, ereditando le sue contraddizioni e auto-confutazioni. Come spiegato dal prof. Ugo Amaldi, emerito fisico italiano dell’Università di Milano, «esiste una trascendenza orizzontale e una verticale: quella orizzontale è dei naturalisti e risulta contraddittoria, anche coloro che affermano la loro fede nel naturalismo escono dai confini della scienza compiendo un passo che trascende il sapere scientifico. Quella verticale è di chi aderisce alla fede in Dio creatore e sostenitore di quella natura che è oggetto dello stesso sapere scientifico» (U. Amaldi, in Dio oggi. Con lui o senza lui cambia tutto, Cantagalli 2010, p. 182). «Lo scientismo e il positivismo», ha commentato Papa Francesco, «si rifiutano di ammettere come valide forme di conoscenza diverse da quelle proprie delle scienze positive. La Chiesa propone un altro cammino, che esige una sintesi tra un uso responsabile delle metodologie proprie delle scienze empiriche e gli altri saperi come la filosofia, la teologia, e la stessa fede, che eleva l’essere umano fino al mistero che trascende la natura e l’intelligenza umana. Però, in alcune occasioni, alcuni scienziati vanno oltre l’oggetto formale della loro disciplina e si sbilanciano con affermazioni o conclusioni che eccedono il campo propriamente scientifico. In tal caso, non è la ragione ciò che si propone, ma una determinata ideologia, che chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso».
E’ sorprendente che il prof. Pigliucci non si accorga di assumere lo stesso contraddittorio atteggiamento che giustamente critica ai “moderni atei”. Il filosofo Étienne Gilson fece notare che la metafisica seppellisce sempre i suoi becchini, e lo stesso è accaduto anche al filosofo italo-americano.
La redazione
41 commenti a I contraddittori argomenti di Massimo Pigliucci contro la metafisica
Molto interessante, un confronto tra Pigliucci e Feser.
C’è una tendenza atea nel mondo della scienza che porta a credere alla sola esistenza di ciò che può essere scientificamente dimostrato. Tutto il resto non esiste. Ovviamente la realtà è talmente complessa che la maggior parte di tutto ciò che esiste mal si inquadra nel metodo scientifico. Il problema non è solo della diffusione dell’ateismo ma questo approccio limitato porta a mio parere a disconoscere potenzialità dell’uomo, nonché a limitarne il suo benessere psico-fisico.
Ed è esattamente questo il fine di una certa filosofia: LIMITARE l’uomo, spodestarlo, non potendo spodestare Dio. È la stessa ragione per cui Satana e i suoi demoni attaccano l’uomo, pur avendo già perso, e lo tentano.
Va anche detto che questo approccio e’ più diffuso in Europa che in America, dove ci sono i migliori scienziati al mondo.
L’illuminismo e il positivismo ottocentesco e’ forte in Europa.
Il problema è la non falsificabilità degli altri metodi!
Il problema è che la non falsificabilità non è l’unico metodo per raggiungere una conoscenza certa, tant’è che tutto quello che sai e che hai imparato nella tua vita non lo hai verificato tramite la conoscenza scientifica.
Io sostengo che non sia certo
Non è certo che tua madre ti voglia (o ti abbia voluto) davvero bene? Hai qualche dubbio? Io no, eppure non ho mai sottoposto questa verità all’analisi scientifica e per me è una verità più certa che nemmeno la capacità della gittata cardiaca di 7 litri al minuto (a riposo). Tu invece?
Le scienze naturali (quelle soggette all’amata falsificabilità) sono esse stesse fondate su assunti metafisici (metalogici, metamatematici – a loro volta fondati sui principi primi es. p.d.n.c, principio di identità, p. di causalità etc.) che non sono ovviamente falsificabili. Quindi? Tutto alle ortiche?
La matematica si basa su assunti metafisici, ma 2+2=4 è verificabile: 4-2=2.
In ogni caso non è questo il problema, per me agnostico, il problema è che allora, se non è necessaria la falsificabilità, come facciamo? Quale è il criterio? E’ tutto vero? Soprattutto, se in matematica io penso A, e tu pensi B, alla fine si scova chi ha ragione. Se di un argomento metafisico io penso A, e tu pensi B, che succede? Che rimane ognuno della propia opinione, convinto di avere ragione. Ecco perchè ci sono tante religioni. Secondo me.
Se tu avessi una conoscenza più approfondita della matematica invece sapresti che l’addizione si fonda su assunti non dimostrabili e non la puoi dimostrare con una sottrazione a meno di non aver precedentemente dimostrato il funzionamento della sottrazione, che però si da il caso si appoggi sugli stessi assiomi
Premesso che se ho un pregio, è di non fare mai il saccente, io presi 30 ad un esame di matematica per il biennio introduttivo universitario e mai mi confrontai con questi (leggittimi!) argomenti. Il discutere di questi assunti, correggimi, riguarda più la filosofia che la matematica appplicata.
Se la tua facoltà prevedeva un solo esame in campo matematico è evidente che stai largamente confermando la mia ipotesi. Tu prova a chiedere a qualcuno che abbia una laurea qualsiasi tra quelle di scienze matematiche fisiche e naturali e vedrai che, se è onesto e non ha dimenticato ciò che ha studiato, non potrà che confermarti ciò che ti ho scritto sopra. La matematica si basa sul fatto che i numeri naturali siano il più piccolo insieme induttivo, il che è dimostrato essere indimostrabile (roba dei primi mesi del primo anno di università). Se vuoi farti una vaga idea: http://it.wikipedia.org/wiki/Principio_d%27induzione
1. Passando sopra la questione della “verificabilità” della matematica (…), rimane il fatto che la “verifica” (o meglio, la ricerca scientifica in generale) assume SEMPRE tutta una seria di principi indimostrabili/inverificabili/infalsificabili. Motivo per cui il voler negare valore alla metafisica perchè non-verificabile sperimentalmente è una posizione autoconfutantesi, un’autofagia. Ed è questa una fallacia tipica dello scientismo. E questo senza contare la questione, irrisolta ed irrisolvibile, del verificazionismo.
2.
La falsificabilità non rende VERO alcunchè! Notizia del giorno: il metodo scientifico contemporaneo, a differenza di quello dei moderni, non è apodittico-deduttivo, bensì IPOTETICO-deduttivo. Ciò in ultima istanza significa che l’ipotesi non sarà mai “vera”, ma -al più- “non confutata”. Una bella differenza, no?
I “criteri” poi, lo ripeto, sono i principi primi su cui ogni corretto ragionare deve fondarsi: questo non siginifica che l’errore sia impossibile, ma non significa nemmeno che sia inconoscibile ed irrintracciabile (come pensi tu). Un’altra bella differenza.
3. Non concordare su una posizione filosofica è fisiologico, ma non significa che allora questa sia necessariamente falsa: come disse -giustamente- Flew, c’è e ci sarà sempre qualcuno che non accetta una data posizione, ma l’unanimità non è indispendabile per riconoscerne la bontà e procedere oltre (anche in virtù di quanto detto al punto 2).
Da notare infine che, spinto sino in fondo, il tuo discorso dovrebbe applicarsi a TUTTO il sapere non “positivo”, ossia il +90% dello scibile umano, con le conseguenze esiziali che non si faticano a immaginare, dato che le stiamo già abbondantemente sperimentando di questi tempi.
Allora, grazie della risposta!
Sul punto uno, hai ragione. Ti chiedo però, come mai i frutti (2+2=4) di questi principi indimostrabili sono indiscutibilmente uguali per tutti? Come mai nessuno può dire che secondo lui 2+2=5? Personalmente non lo so, sia chiaro, ma la cosa mi suggerisce che ci siano elementi in più per dare credibilità alla matematica, rispetto ad una qualsiasi affermazione basata su un principio indimostrabile. Capisci il mio punto?
Sul punto due, io sono agnostico che più agnostico non si può: se mi metti alle strette, sono pronto ad affermare che i nostri sensi potrebbero essere completamente fallaci, e tante altre belle cosette che non convincono neanche me! Il punto, lo avrai capito, è che io non è che penso che “sia tutto vero solo quello che…”, il punto è anzi che è troppo difficile trovare una verità. Su questo, mi concentro, spesso i credenti (probabilmente per le loro precedenti esperienze con atei scientisti) si impegnano a demolire la scienza, ma a me non interessa, spesso anzi su quel punto convengo con loro: i dolori vengono quando bisogna dire ciò che è vero, Vero per voi!
3) Giustissimo, ma ancora, non ci muoviamo: rimaniamo d’accordo sul fatto che l’esistenza di correnti contrastanti di pensiero filosofico non dimostra assolutamente che non ce ne sia una vera. Ma questo punto tu non lo hai mai negato, ed io non l’ho mai negato!
In sostanza, con un agnostico trovi mille sponde quando devi fare a pezzi una certezza riguardo ad una conoscienza, ma ti troverai a scornarti quando vuoi afermare positivamente qualcosa. Per quello che può valere la mia modesta opinione, io sono una persona normale, non un filosofo, non uno scienziato, non un religioso…
E scusate i refusi, non sono completamente analfabeta! 😉
E’ un piacere, ed ecco la mia replica:
I principi di cui parliamo non sono assolutamente indimostrabili! Infatti possono essere dimostrati… ma solo per assurdo! Si prenda il pdnc, ad esempio: se lo volessi negare lo proveresti mentre lo confuti, perchè negarlo implica il non affermarlo e per negarne la validità dovresti accettarla!
Ora, gli assiomi delle scienze metafisiche (es. definizione di essere, atto, ente, etc. e di cui i principi metalogici costituiscono i principi primi di ogni procedura dimostrativa – es.pdnc, di identità, terzo escluso etc.) devono essere fondati essi stessi dal riferimento all’essere degli enti, e non su verità analitiche-apodittiche autoevidenti (=razionalismo), ed è questo uno dei punti cruciali della questione: se rileggi l’articolo è lo stesso Feser che vi accenna, quando chiede: “[Pigliucci] conosce la differenza (profonda!) tra la metafisica dei filosofi razionalisti come Leibniz e quella della maggior parte dei metafisici contemporanei?“.
Non mi dilungherò oltre, basti aver accennato al fatto che la chiave di volta per sciogliere certi nodi gordiani dei “problemi” metafisici-gnoseologici risiede (anche) in questo punto.
La risposta ai punnti 2 e 3 è implicita in quanto ho scritto sino ad ora, ma vorrei aggiungere quanto segue: leggo spesso che si tratterebbe d’un atto di arroganza e presunzione voler affermare di conoscere la Verità (cosa che io mi guardo bene dall’affermare), mi chiedo però se non sia altrettanto arrogante e presuntuoso affermare che non sia per principio possibile alcuna conoscenza della Stessa…
In conclusione, la mia posizione è che la ragione umana non può ambire alla conoscenza totale e completa della realtà (questo è un mito che dovrebbe rimanere sepolto con l’illuminismo), tuttavia può ambire ad una conoscenza parziale (ma veritativa) del reale e quello che ci è dato di conoscere ci permette di risalire (in maniera certa) all’esistenza dell’Assoluta Verità. Presuntuoso? Non credo, comunque non più di chi sostiene la posizione avversa! 😉
Tanta carne al fuoco, devo rileggere, riflettere, etc. Saluti!
Mille sponde, mille argomenti possibili per demolire una conoscenza. Per coerenza con quanto sostieni sopra tali argomenti per essere veri devono essere pure falsificabili, eppure come mai non ne hai citato neppure uno che metta insieme questi due assunti?
Per quanto riguarda gli assiomi matematici: 2+2+=4, ma l’idea stessa dell’unità o esistenza, condizione necessaria per concepire un processo quale l’addizione è percepibile solo attraverso i sensi, che tu stesso hai dichiarato fallaci.
Aspetta, mi sa che la prima domanda non l’ho capita. Dimmi se ti aiuta a capire la mia posizione questo: non affermo di conoscere la verità, e se tu mi dici che il mio non accettare la tua posizione equivale ad affermare una verità, ritengo che ci sia un peso diverso tra chi afferma qualcosa, e chi decide che non ci sono elementi per ritenerla vera (credo sia riassumibile nel famoso “affirmanti incumbit probatio”). So che ti ho risposto “di striscio”, vediamo se riusciamo a mettere a fuoco meglio.
Sulla seconda questione, i sensi con la matematica però c’entrano poco: io non vedo i numeri, nè li sento. Ho citato la fallacia possibile dei sensi perchè mi piace proprio quando riuscite a mettere in discussione quello che penso, ma mi sfugge in questo contesto (limite mio, sa usual).
Aggiungo che è un piacere chiacchierare, in un’altra discussione alcuni utenti mi hanno definito in malafede perchè le crociate, la cintura di castità, etc. Discussioni piccole al quale la mia indole polemica non sa sottrarsi, ma dal mio punto di vista l’esistenza di cattivi/finti cristiani, di errori nella Chiesa che è un’istituzione fatta di uomini, o nell’onestà intellettuale di certi credenti, non tange le questioni importanti, serie, che sono queste. Non dimostra che non esiste Dio, in due parole.
Affermare che non vi sono tali elementi implica il possesso di informazioni, che dal tuo assunto precedente devono essere persino falsificabili, ma se tali informazioni non ci sono allora non è possibile giungere alla conclusione iniziale, credo si tratti di un discorso molto semplice e onesto , probabilmente anche l’unico che rende possibile un confronto fra due tesi, se invece non hai tesi o propensioni motivate verso una tesi allora è bene chiarire che non si tratta di un confronto.
Invece l’idea del numero implica un’esperienza (tipicamente visiva o tatto, comunque riconducibile all’ambito dei sensi) che rende necessaria l’ideazione del concetto numero, spero di essermi spiegato meglio.
Bell’articolo! Complimenti.
Ottimo, era uno dei post papabili per una traduzione, a questo punto ci sposteremo su altro: Thanks UCCR! 🙂
Ne approfitto per promuovere un sondaggio che abbiamo aperto sulla nostra pagina per capire quale roundup d’argomento di Feser interesserebbe tradotto nella sua integralità. Trovate qui:
http://pellegrininellaverita.com/2015/04/27/edward-feser-quale-roundup-tradurremo/
“La metafisica è quella parte della filosofia che, andando oltre gli elementi contingenti dell’esperienza sensibile,[1] si occupa degli aspetti ritenuti più autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva più ampia e universale possibile.”
Non sta scritto da nessuna parte che quel Dio sia il vostro!!
e nenache che sia uno!
L’idea oggi di dover discutere se occorra “pregare”, accendere candele per chiedere il favore di una divinità per risolvere i problemi personali è veramente deprimente.
Qualora esista una realtà metafisica non è certo una divinità che chiede le processioni o le candele!!
Queste cose fanno guadagnare solo papi e fasulli predicatori sulla pelle degli ignoranti.
Ribellatevi!
Per essere scritto sta scritto, vi sono i Vangeli, la cui credibilità è favorita dal fatto della risurrezione, se colui di cui parlano è risorto è indice della loro credibilità di quello che professano, sia dal suo passato in quanto compimento di profezie antiche, che dal suo futuro, rappresentato dai martiri e nascita della Chiesa in mezzo a colossi quali cultura greco-romana e quella legata ai farisei.
Per un eventuale confronto restano dei punti da chiarire che richiedono risposte specifiche:
1) Quale è il collegamento tra la sua percezione soggettiva di “deprimente” con l’ambito di una qualsiasi accezione di verità?
2) Quale la fonte della conoscenza secondo cui la realtà metafisica è quella che predica (o non predica) lei, o ancora meglio, dove starebbe scritto?
3) Quale è il differenziale tra ignorante e la sua percezione che da di se stessa? Per dare senso alla frase vi deve essere infatti una informazione di cui lei sarebbe in possesso e altri no. Semplicemente la esponga.
Certo fabiana ci ribelleremo,
ma ci ribelleremo a quelli che come te, sono convinti di non essere ignoranti come capre
Perché parli di cosa che non conosci?
«Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco.
Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità.
Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». (Is 1.11-17)
Perché il web ha dato voce a miliardi di “diversamente preparati”, ecco perché.
Il dialogo con gli atei “forti”, comunque, è impossibile, infatti non capisco cosa vengano a fare qui.
Tanto non c’è nulla che possa far loro cambiare idea, anzi l’ateo “forte” ha una fede incrollabile nel nulla.
Nemmeno un’apparizione (ma anche 100 apparizioni) di Gesù in cielo farebbe loro cambiare idea, penserebbero:
1) Ad un “gomblotto” tecnologico dell’NSA in combutta con la perfida Chiesa.
2) Ad un’allucinazione collettiva data dal non voler accettare di essere “nient’altro che povere bestie eccc ecc ecc”.
Il dialogo con gli agnostici e’ possibile e proficuo, ma con gli atei, specie quelli “forti”, e’ del tutto impossibile.
Nulla farà mai cambiare loro idea.
Più che una “fede assoluta nel nulla”, a mio parere,
l’ateo fondamentalista è tale in quanto ossessionato
da qualche problematica adolescenziale che, non risolta,
lo conduce inesorabilmente all’odio assoluto per tutto ciò
che è “religione”.
Tenta disperatamente di razionalizzare le proprie
problematiche, ma ovviamente lotta contro i mulini
a vento: non riuscirà infatti mai a dimostrare che DIO
non esiste.
Molto triste, tutto ciò, ma senza un atto di umiltà
non c’è proprio nulla da fare.
In questo senso, hai ragione: dialogo impossibile.
Ma la loro ossessione spiega la loro presenza su un
sito come questo.
Tutto vero. Però ci sono persone, che magari non necessariamente odiano la religione, che riconducono TUTTO alla sfera dell’immanente e al materialismo.
Credo che sia anche una questione di predisposizione. Chi usa SOLO il pensiero analitico e non ANCHE quello intuitivo non potrà mai avere fede.
L’ho già detto, se ci fosse un’apparizione mondiale penserebbero ad un complotto degli alieni o dell’NSA.
In ogni caso, faccio notare che l’ultima volta che comparve su UCCR un’utente femmina con nome e cognome, tale Lucia Verdini, era inventato poiché quel nick era nientemeno che di Odifreddi. Questo è il topic in cui comparve Lucia Verdini https://www.uccronline.it/2013/01/03/odifreddi-il-ritorno-di-un-troglodita/
E questo è il topic in cui la redazione chiarisce che, dietro al nickname Lucia Verdini, si celava il matematico incontinente https://www.uccronline.it/2013/01/07/odifreddi-alias-lucia-verdini-la-vendetta-fallita-di-un-troglodita/
Penso quindi che la speculazione mia e di Freezer 75 su Fabiana Verri sia fondata. Probabilmente è una delle scimmiette ammaestrate da Odifreddi sul suo blog XD .
Non credo sia il prof. Nonostante il livello deprimente dei suoi interventi e’ comunque decisamente troppo avanti ripetto al matematico inesistente.
Già, perché, visto tutte le puttanate che ha detto, sto cominciando a a pensare che Odifreddi non esista, che sia un’illusione, “una forma pensiero” (chi conosce un po di esoterimo sa di cosa parlo) reduce del positivismo ottocentesco. Un “tulpa” del positivismo insomma XD .
Esoterismo, non “esoterimo”.
Come vede Odifreddi non ha avuto problemi ad ammettere di aver utilizzato un nickname falso. Cosa posso fare per convincerla che dietro il mio nickname non c’è Odifreddi, come lei sostiene sempre quando posto qualche commento?
Allora mi scusi, leggendo topic vecchi mi ero fatto questa idea.
Sono un po’ deluso, pero’ 🙁 .
Pensi che Odifreddi, in passato, quando scrivevo qualcosa di scomodo sul suo blog (con un altro nome utente, del tutto diverso da quello che ho qui), mi bannava sedutastante.
Le giuro che leggendo vecchie discussioni in cui Lei era presente mi ero fatto l’idea che dietro il suo nick ci fosse il matematico inesistente.
Le chiedo scusa, quindi.
Precisazione per Massimiliano,
Io non ho mai fatto riferimento al Nick Lucia Verdini -> Piergiorgio Odifreddi
Io mi riferivo ad un utente generico
Certo, ho portato quell’esempio per far caprire che un’utente che posta con nome e cognome puzza parecchio! XD
si, mi ribello a tanta ignoranza vestita da sapienza.
Scusi sig.ra Fabiana ma lei sa quello che dice?
In attesa della fine del sondaggio abbiamo deciso di tradurre tutto l’articolo in questione sul blog Croce-via.
Lo facciamo perhcé la parte a cui rimanda UCCR è davvero interessante e affronta una questione sulla quale ho dibattuto spesso con un amico fisico (quello di phme.it): la metafisica deve o non deve sottostare alle “scoperte scientifiche”?
Eh…
Dovremmo riuscire per domani, ciao a tutti!
Ecco la traduzione completa. Buona lettura e grazie ancora UCCR per la segnalazione!
http://pellegrininellaverita.com/2015/04/30/edward-feser-pigliucci-sulla-metafisica/