Il celibato dei sacerdoti non è innaturale, è soprannaturale

Celibato pretiNel maggio dello scorso anno abbiamo mostrato che in dieci anni i sacerdoti cattolici macchiatisi di pedofilia sono stati 3.456, ovvero lo 0,8% del totale dei preti cattolici in attività negli ultimi 10 anni. Come è evidente non si tratta affatto di percentuali elevate, anzi, decisamente modeste rispetto a quelle che colpiscono genitori, matrigne e patrigni, compagni, insegnanti, allenatori e parenti in generale.

I grandi numeri della pedofilia riguardano infatti persone sposate, dunque non celibi, e questo smonta l’accusa al celibato dei sacerdoti come spiegazione degli atti di violenza sessuale. Il celibato non è affatto innaturale, come qualcuno dice. E’ semmai soprannaturale, è un dono di Dio a chi si sente chiamato al sacerdozio. Soltanto coloro che hanno ricevuto il carisma del celibato possono essere chiamati al sacerdozio.

La Chiesa insegna che ogni uomo riceve una vocazione e un compito annesso, c’è chi è chiamato alla famiglia e chi è chiamato al sacerdozio. Chi si sente portato per quest’ultima strada ha bisogno di un particolare percorso di verifica per accertare che la chiamata di Dio sia autentica e non un proprio progetto di vita, senza questo percorso il rischio è che la vocazione non sia accolta e il celibato non venga umanamente vissuto come un dono soprannaturale. Allora sì che c’è il rischio che diventi qualcosa di innaturale, di forzato.

Chi ha la vocazione del sacerdozio non è una persona affettivamente castrata, repressa, non è un essere asessuato. Egli rinuncia semplicemente, aiutato da Dio, all’espressione genitale dell’amore, ma non rinuncia all’amore. La paternità la vive prendendosi cura della comunità che gli viene affidata. A qualcuno sembra impossibile da comprendere, ma questo accade perché si pensa al celibato come ad uno sforzo eroico del sacerdote, in realtà per chi ha ricevuto la vocazione non è affatto difficile o particolarmente faticoso. Non più del rimanere fedeli al proprio marito/moglie per chi è sposato.

Gesù stesso scelse il celibato probabilmente per dedicare totalmente se stesso alla sua missione. Benedetto XVI nel colloquio con Peter Seewald (Edizioni San Paolo 2005), ne ha spiegato il senso: «La rinuncia al matrimonio e alla famiglia è quindi da intendersi nella seguente prospettiva: rinuncio a ciò che per gli uomini non solo è l’aspetto più normale, ma il più importante. Rinuncio a generare io stesso vita dall’albero della vita, ad avere una terra in cui vivere e vivo con la fiducia che Dio è davvero la mia terra. Così rendo credibile anche agli altri che c’è un regno dei cieli. Non solo con le parole, ma con questo tipo di esistenza sono testimone di Gesù Cristo e del Vangelo e gli metto così a disposizione la mia vita. Il celibato ha dunque un significato contemporaneamente cristologico e apostolico. Non si tratta solo di risparmiare tempo – ho un po’ di tempo a disposizione perché non sono un padre di famiglia – il che sarebbe troppo banale e pragmatico». Ha quindi aggiunto: «non si tratta di un dogma. E’ una consuetudine venutasi a creare assai presto nella Chiesa, a seguito di sicuri riferimenti biblici. Ricerche più recenti dimostrano che il celibato risale a molto prima di quanto permettono di riconoscere le fonti del diritto di solito conosciute, fino al secondo secolo. Non è un dogma, è un modo di vivere che è cresciuto nella Chiesa e che naturalmente comporta sempre il pericolo di una caduta. Se si punta così in alto, ci possono essere delle cadute. Penso che ciò che oggi irrita la gente nei confronti del celibato è che essa vede quanti preti non sono interiormente d’accordo e lo vivono ipocritamente, male, o non lo vivono affatto o solo con tormento e dicono».

Rispetto all’abolizione del celibato per i sacerdoti, il Papa emerito ha risposto così: «Credo che su questo punto non ci si possa richiamare semplicemente alle Chiese ortodosse e alla cristianità protestante. Quest’ultima ha una visione completamente diversa del ministero: è una funzione, un servizio derivato dalla comunità, ma non è un sacramento, non è il sacerdozio in senso proprio». In ogni caso, «nessuna consuetudine di vita della Chiesa deve essere interpretata come un assoluto, per quanto sia profondamente radicata e fondata. Sicuramente la Chiesa si dovrà porre ancora il problema, lo ha già fatto recentemente in due sinodi. Ma penso che a partire da tutta la storia della cristianità occidentale e anche dall’intima concezione che sta alla base di tutto ciò, la Chiesa non deve credere di ottenere molto orientandosi verso la dissociazione di sacerdozio e celibato; se lo facesse, finirebbe comunque per perdere qualcosa». In molti ritengono che l’abolizione del celibato aiuti a vincere la crisi della vocazioni, ma Benedetto XVI rispose così: «Non credo che quest’argomento sia veramente adeguato. Il problema delle vocazioni sacerdotali va visto sotto molti aspetti. Ha prima di tutto a che fare con il numero di bambini. Quando oggi il numero medio di bambini per famiglia è 1,5, il problema dei candidati al sacerdozio si pone in modo ben diverso dai periodi in cui le famiglie erano notevolmente più numerose. Quindi bisogna tener conto di questa proporzione».

La posizione di Papa Francesco non è molto distante: ha infatti spiegato: «ci sono, nel rito orientale, preti sposati. Perché il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, sempre c’è la porta aperta» ad un possibile cambiamento nel futuro. Nel 2010 nel libro “Il cielo e la terra” (Mondadori 2010, pp 211), ha affermato: «Mentre ero seminarista rimasi abbagliato da una ragazza che conobbi al matrimonio di uno zio. Mi colpì la sua bellezza, il suo acume. Rimasi in confusione per un bel po’ di tempo, mi faceva girare la testa. Tornai a scegliere il cammino religioso. Io sono a favore del mantenimento del celibato, con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori». Recentemente è tornato a parlarne ma non come i media hanno riportato, su Cruxnow un corretto approfondimento.

La redazione

49 commenti a Il celibato dei sacerdoti non è innaturale, è soprannaturale

  • simone ha detto:

    nella società ipersessualizzata di oggi non faccio fatica a credere che il celibato sembri una cosa impossibile. chi lo vive é certamente sostenuto da Dio

  • Paolo ha detto:

    Mi piace, anche se con qualche riserva per via di quanto riportato verso la fine. Infatti, “[…] sempre c’è la porta aperta»” è un virgolettato riferito alle parole di Bergoglio, mentre “[…] ad un possibile cambiamento nel futuro […]” sono parole di chi ha scritto questo articolo e che non si sa se rispecchino o meno il senso delle parole del Vescovo di Roma, che – purtroppo – si prestano molto a interpretazioni anche opposte. In ogni caso, su aspetti come questi, la sola ipotesi di un’eventuale cambiamento espressa da un Papa genererebbe sicuramente caos nella Chiesa.

  • Mariangela ha detto:

    La percentuale di preti pedofili è altissima e tanto è più grave per il ruolo che essi ricoprono. Anche il fatto di dire che nella società civile i numeri siano simili non è una scusante (oltretutto dubito fortemente che lo 0,8% della popolazione abbia subito condanne per pedofilia) perchè sarebbe come difendere l’idea che se un poliziotto su cento è sorpreso a rubare, tale cosa non deve destare scalpore perchè la percentuale dei delinquenti nella società non è dissimile. Smettela quindi d’inventarvi arrampicate sugli specchi per difendere pedofili, omofobi ed altri che si comportano in maniera vergognosa solo per proteggere la casta sacerdotale e i vostri interessi settari.

    • gladio ha detto:

      La percentuale di preti pedofili è altissima? Ah si? potresti fornirci cifre esatte al riguardo , corredandole, se possibile, con dati comparativi ad altre categorie ( insegnanti, famigliari, istruttori sportivi, ecc,ecc.)e specificando, naturalmente,la fonte da cui questi dati vengono attinti.

      Dell’ articolo, scusa se te lo dico, non hai capito un tubo,nessuno vuole giustificare o proteggere niente e nessuno, tantomeno ” agganciare ” la gravità di un reato alla sua più o meno vasta diffusione.

      Quel che si vuole evidenziare è la vostra profonda disonestà intellettuale nel tentare di colpire, accusando di un abominevole crimine,peraltro trasversalmente diffuso nella società, esclusivamente una determinata categoria di persone; ma non solo : E’ noto il vostro subdolo tentativo di prendere a pretesto il sudiciume morale di pochi facendolo passare come una peculiarità dell’ intera categoria a cui questi pochi, purtroppo, appartengono.

    • lorenzo ha detto:

      Premesso che per me un solo prete pedofilo è un’enormità, i dati dicono che, a fronte di 3.456 preti pedofili nel mondo in dieci anni, nella sola Italia, sempre in dieci anni, i casi di pedofila sono stati 210.000
      ( http://www.repubblica.it/online/cronaca/bimbaimperia2/scheda/scheda.html )
      Quanto poi all’arrampicarsi sugli specchi, mi vorresti spiegare come è possibile difendere contemporaneamente i preti pedofili e gli omofobi quando l’80% dei casi di pedofilia ecclesiastica sono di natura omosessuale?

    • FREEZER75 ha detto:

      Ma cosa credi? qua NON si giustificano i pedofili, è stato fatto un breve raffronto tra percentuale di preti pedofili e pedofili nel totale della popolazione

      Un commento del genere poteva venire solo da una militante anticlericale come te

    • Gennaro ha detto:

      Mariangela senza dati teorizza il suo odio verso gli altri. L’anticlericalismo è sempre basato sulla menzogna e sulla diffamazione, l’anticlericale è l’ultimo razzista duro a mollare.

    • Giacomo94 ha detto:

      Dice Gesù: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”
      Purtroppo i dati sono riferiti a presunti abusi, sei così sicura che tutti, siano certi anche se non accertati ?
      Ad oggi, è piuttosto facile accusare gli altri, e in particolare i sacerdoti di qualcosa che non hanno commesso. Esiste in Italia, (ma in generale nel mondo occidentale)ed è forte, la cultura del sospetto, il mancato garantismo, la ricerca del capro espiatorio delle colpe e frustrazioni altrui, ma Gesù è morto, è morto per tutti, “giusto per gli ingiusti”.
      P.S. Molti non se ne accorgono, ma quanti sono critici verso la Chiesa, accusandola di pedofilia, adottano uno schema di pensiero fortemente cristiano-moralistico; infatti per primi i cristiani hanno nella storia dell’umanità condannato con forza questa pratica, comune sia nella cultura greca che in quella romana.
      Con questo voglio ricordare che lo spirito soffia dove vuole, e forse anche voi che siete increduli in fondo avete coscienza della verità, che procede da Dio e giustamente vi porta a distinguere ciò che è bene da ciò che è male.
      Pace e Bene

  • Raffaele Vargetto ha detto:

    Il celibato sacerdotale, anche se non definito come dogma, risale direttamente alla volontà del Figlio di Dio. Riprendiamo le Sue affermazioni contenute nel Vangelo di Luca (18,28-30): ” Pietro allora disse: <>. Ed Egli rispose: <> “. Da queste parole si evince che il Signore voleva orientare, fin dall’inizio, decisamente la Sua Chiesa verso il celibato dei suoi ministri consacrati. Che questa sia la Sua volontà, lo possiamo capire considerando la disciplina delle chiese orientali, che, se per un verso annoverano sacerdoti sposati, per altro verso non consentono a un celibe consacrato di potersi sposare dopo l’ordinazione sacerdotale e i vescovi debbono essere celibi. Altro discorso deve essere fatto per le comunità protestanti che non riconoscono il Sacramento dell’Ordine Sacro, laddove i pastori sono solo laici rappresentanti della comunità.

  • Davide ha detto:

    Salve,

    lo 0,8 è un numero altissimo: rispetto alla popolazione laica, potrei conoscere le vostre fonti?

    Cosa ne pensate allora di questi dati? http://www.albanesi.it/inchieste/chiesa_pedofilia.htm

    • Giusy ha detto:

      Nel tuo link si legge che un prete ha 50 possibilità in più di essere pedofilo che un comune cittadino. E questi continuano a dire che i casi di pedofilia sono minori nel clero. E’ incredibile come la fede accechi al posto d’illuminare.

      • FREEZER75 ha detto:

        Ti consiglio di giocarti il 50 al lotto

      • Panthom ha detto:

        E’ interessante che Giusy creda ciecamente al sito “albanesi.it” senza che sia riportata alcuna fonte. E’ il classico fideismo cieco dell’anticlericale, una forma di violento razzismo irrazionale.

        • Fred ha detto:

          E’ interessante che Lorenzo (12:36 e 20:49) creda ciecamente al sito “repubblica.it” e non al Vaticano, che è quello che ha diramato le notizie sull’Austria. E’ il classico fideismo cieco del clericale, una forma di violento :razzismo irrazionale.

          Ops, la frittata, da tanto rigirarla… ti è caduta sui piedi 🙂

          • Dario* ha detto:

            Certo che dev’essere proprio appagante fare questi giochetti infantili Fred, buon per te che di accontenti di tanto poco 😉

          • lorenzo ha detto:

            Il sito “repubblica.it” l’ho citato solo perché non credo sia un sito asservito al Vaticano.

            I dati sull’Austria dimostrano semplicemente che, in una società a maggioranza cattolica, nelle istituzioni non riconducibili alla Chiesa ci sono 30 volte più pedofili di quanti non ce ne siano nelle in istituzioni riconducibili alla Chiesa.

            Cosa mi dici invece del fatto che la maggioranza dei disgustosamente ripugnanti preti pedofili sono omosessuali?

    • lorenzo ha detto:

      Penso che qualcuno spara numeri a caso: il sito di “Repubblica.it”, che ho linkato sopra, parla di 21.000 pedofili all’anno in Italia; il sito che hai linkato tu parla di 510 pedofili all’anno in Austria.
      Ti sembra possibile che, per ogni pedofilo austriaco ce ne siano 41 italiani?

    • FREEZER75 ha detto:

      1) Questi dati parlano di denunce e non di condanne

      2) Non è presente una statistica sulla Pedofilia “Laica” come tu la definisci, se non per l’Austria

      3) E’ redatto da un Anticlericale quindi di parte ed assai poco attendibile

    • lorenzo ha detto:

      Lo 0,8 non è rispetto alla popolazione laica, ma rispetto al totale dei preti cattolici.
      I preti cattolici sono, per tua informazione, lo 0,0058 della popolazione mondiale.
      I preti pedofili sono quindi lo 0,000046 della popolazione laica.
      (e ribadisco ancora che per me, anche se nel mondo ci fosse un solo prete pedofilo, sarebbe troppo)

      • Fabrizia ha detto:

        Caro Lorenzo, per fortuna che rimane qualcuno per il quale la matematica non è un’opinione…

    • Dario* ha detto:

      Rileggiamo il problema usando gli stessi numeri (magari un po’ più precisi di quelli scritti sulla pagina visto che 0,31/(1000/2) non fa 0,062, evidentemente lo 0,31 era in realtà un 31) ma cambiando i soggetti in gioco:

      Ogni 510 mele marce 17 mele marce sono gialle
      il 3% delle mele marce sono gialle

      Ogni 500 mele 31 sono gialle
      lo 0,062% delle mele sono gialle

      (mela=uomo, giallo=prete, marcio=pedofilo)

      Che probabilità ha una mela gialla di essere marcia? E’ evidente che mancano dei dati per stabilirlo.

      Qual’è il rapporto tra le mele marce gialle e le mele marce di altri colori? Anche in questo caso mancano dati.

      Che senso ha dividere la percentuale di mele gialle con la percentuale di quante mele marce siano gialle? La percentuale di quante mele gialle sono marce e la percentuale di quante mele marce sono gialle non sono la stessa cosa e non è neppure possibile desumere un rapporto dall’altro.

      E’ ironico che un sito che tanto predica riguardo agli inganni tramite interpretazione statistica (si veda il link che ho postato in data 26 febbraio 2015 alle 19:44 in risposta a Roberto) sia il primo a sfruttare certi sotterfugi. Incompetenza o malafede? =P

      • Dario* ha detto:

        Come non detto, ricontrollando i conti con un po’ più di tranquillità, se realmente i preti sono lo 0,031% della popolazione austriaca e diamo per buoni i 17 casi contro 510, effettivamente si ha un caso di pedofilia di un prete ogni grossomodo 50 di un altro austriaco. Infatti si avrebbe un’incidenza della pedofilia sui preti approssimativamente dello 0,645% mentre sugli altri uomini dello 0,012% circa. Resta però da considerare l’attendibilità dei numeri perché, essendo i preti cattolici solo lo 0,031% della popolazione anche una piccola variazione sul numero di casi ha un’incidenza estremamente rilevante sulla proporzione delle percentuali.
        C’è comunque da sottolineare che, riguardo ai 17 casi, non si dice che siano stati perpetrati da sacerdoti ma solo in ambito ecclesiale, il che diluisce enormemente le statistiche perché le persone coinvolte in ambito ecclesiale non sono solo lo 0,031% della popolazione austriaca ma molto di più.

        • lorenzo ha detto:

          Raffrontando i 17 casi di pedofilia accertati in Austria in uno stesso periodo di tempo in istituzioni riconducibili alla Chiesa con gli altri 510 in altri ambienti potrei concludere:
          – considerato che nelle istituzioni cattoliche operano i cattolici e che i cattolici in Austria sono il 65% della popolazione, mentre essi sono responsabili di 17 casi di pedofila, il restante 35% della popolazione è responsabile di 510 casi;
          – tenendo presente la quantità di istituzioni che in un paese a maggioranza cattolica hanno un pur minimo legame con la Chiesa, mentre la magistratura austriaca era concentrata per accertare 17 casi di pedofilia in istituzioni anche solo lontanamente riconducibili alla Chiesa, si sono verificavano 510 casi in altri ambienti.

          Questo per dirti quanti giochetti si possono fare con i numeri.

          • Dario* ha detto:

            Con i numeri ma anche con le parole, perché trasformare “in ambiente ecclesiastico” in “preti pedofili” è una notevole distorsione della realtà

            • Dario* ha detto:

              Pardon, mi sono accorto che anche io mi ero fatto fuorviare, testualmente si dice “in istituzioni riconducibili alla Chiesa” che è ancora meno specifico che non “in ambiente ecclesiastico”

  • Raffaele Vargetto ha detto:

    Nel mio precedente commento non è stato pubblicato il contenuto del passo evangelico di Luca (18,28-30): ” Pietro allora disse: <>. Ed Egli rispose: <> “.

    • lorenzo ha detto:

      Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

    • Dario* ha detto:

      Il problema è che i simboli “maggiore” e “minore” vengono visti dal sito come delimitatori dei comandi quindi non visualizza ciò che sta al loro interno, per le citazioni la cosa più semplice da fare è usare le virgolette “”

  • Davide ha detto:

    Non conosco il Sig. Albanesi di persona, non saprei se sia anticlericale: visto il tipo di pensiero che porta avanti, credo di no, ma non è questo il punto.

    Io vorrei conoscere le vostre fonti, da dove raccogliete i dati, dato che il Sig. Albanesi ha semplicemente preso parole di padre Lombardi ed ha fatto qualche calcolo elementare.

    • lorenzo ha detto:

      Il sito albanesi.it scrive: “… a seguito della dichiarazione del portavoce della Santa Sede, padre Lombardi (marzo 2010): “in Austria sono 17 i casi di pedofilia che riguardano la Chiesa, ma ben 510 quelli al di fuori; quindi si deve prestare attenzione anche al di fuori della Chiesa e non puntare i riflettori solo su di essa”.
      Posta così sembra vi si affermi che i casi di preti pedofili siano il 3,2%.

      Le parole di padre Lombardi erano ( http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/-9-Marzo-2010-Citt-224-del-Vaticano-Abusi-sessuali-padre-Lombardi-171-Chiesa-tempestiva-e-deci/D9137165.html ) : «I dati recentemente forniti dalle autorità competenti in Austria dicono che in uno stesso periodo di tempo i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti. E’ bene preoccuparsi anche di questi».
      Si parla del periodo nel quale da parte della magistratura austriaca era partita una campagna pressoché a senso unico per scovare e verificare casi, anche lontani nel tempo, purché riconducibili ad ambienti anche solo vicini alla Chiesa mentre, sempre nello stesso periodo, si sono verificati 510 nuovi casi di pedofilia in altri ambienti.

  • Roberto ha detto:

    Mi collego all’articolo sui preti pedofili, perché quando l’ho letto sono scoppiato a ridere. Perché?
    Perché in esso è applicato il trucco delle “percentuali relative”, che qui spiego.
    Premessa: non si possono comparare due “insiemi” con un numero diverso di elementi. I preti anche pedofili risultano “pochi” perché L’INSIEME DEI PRETI E’ minore DELL’INSIEME DEI GENITORI, PARENTI, INSEGNANTI, ALLENATORI (questi ultimi TUTTI RAGGRUPPATI INSIEME).
    Allora: In Italia esistono circa 8000 (8048 Comuni, per Wikipedia) escluse quindi le Città, grandi e piccole. Nell’articolo si dice che la percentuale di preti pedofili è di “solo” 0,8% del totale dei preti cattolici.
    Arrotondiamo 0,8 ad 1, per comodità (ma i calcoli si possono fare anche con 0,8, per chi ha voglia); quindi 1% dei preti è pedofilo (da statistica appena citata) e 8048 ad 8000.
    Dato che in ogni Comune c’è almeno una Chiesa con un prete, abbiamo 8000 (Comuni italiani) : 100 = 80 preti pedofili distribuiti solo nei vari Comuni italiani (PUNTO 1).
    Assumiamo che la pedofilia sia distribuita in MODO OMOGENEO tra la popolazione: non è perché uno sia prete che diventa pedofilo, come non lo diventa perché è genitore/allenatore/insegnante etc (PUNTO 2).
    Come già detto l’insieme dei genitori, parenti, insegnanti, allenatori RAGGRUPPATI è OVVIAMENTE maggiore di quello dei preti.
    Diciamo che in Italia l’insieme dei genitori, parenti, insegnanti, allenatori RAGGRUPPI IN TUTTO 20.000.000 persone. Siccome la pedofilia è distribuita omogeneamente tra la popolazione (come da PUNTO 2) abbiamo 1 pedofilo “generico” (prete o genitore che sia) su 100 (avendo assunto 0,8 circa 1);
    20.000.000 : 100 = 200.000 (1 su 100, % pedofili “generici”).
    Non ci resta che equiparare i due insiemi, quello dei preti pedofili e quello dei pedofili “generici”. Come?
    Con una proporzione matematica:
    80 (preti pedofili, PUNTO 1) : 200.000 (pedofili generici) = X : 20.000.000 (insieme dei genitori, parenti, insegnanti, allenatori etc.)
    X ci rivelerà quanti preti pedofili avremmo se il numero di questi crescesse proporzionalmente a quello dei genitori, parenti, insegnanti, allenatori etc.
    Vi risparmio i calcoli: avremmo 8000 preti pedofili, quindi CIRCA uno in ogni Comune italiano.
    Come prova vediamo che 80 : 200.000 = 0.0004; e 8000 : 20.000.000 = 0.0004. La proporzione è stata rispettata.
    Ricordiamo che il calcolo è stato approssimato in due punti: da 0,8 ad 1, e i Comuni risultano essere 8048, secondo Wikipedia.
    Ma i valori non cambieranno di molto, e potete rifare tutto con più precisione, se avete voglia.
    CONCLUDENDO: i preti pedofili appaiono pochi solo perché il loro insieme è minore di quello di genitori, parenti, insegnanti, allenatori etc.
    Quando si passa a dati assoluti, si rizzano i capelli: quasi 1 prete pedofilo in ogni Comune italiano!

    • Roberto ha detto:

      E aggiungo: solo negli ultimi 10 anni, come da articolo.

      • Azaria ha detto:

        Complimenti per il lavoro Roberto, solo qualche puntualizzazione.
        1. Se invece di fermarti al titolo leggessi anche le fonti noti che quello 0.8% riportato nel titolo (di questo articolo e di quello linkato, https://www.uccronline.it/2014/05/13/quanti-sono-i-preti-pedofili-lo-08-in-dieci-anni/) si dovrebbe ridurre in realta’ ad uno 0.08% circa visto che quello 0.8% si riferisce ad atti sessuali di vario genere (fra cui la pedofilia). Ammetto che in questo l’articolo non e’ scritto benissimo e che quindi puo’ portare in errore.
        2. La tua dimostrazione si basa su un assunto che e’ il motivo per cui la percentuale e’ stata tirata in ballo. Copio e incollo dal tuo intervento.

        Assumiamo che la pedofilia sia distribuita in MODO OMOGENEO tra la popolazione: non è perché uno sia prete che diventa pedofilo, come non lo diventa perché è genitore/allenatore/insegnante

        Bene, la statistica serviva proprio per dimostrare che il celibato dei sacerdoti non porta ad una maggior possibilita’ di pedofilia (per affondare del tutto il cavallo di battaglia, azzoppato, dei laicisti).
        3. L’assunto citato nel punto 2, per quanto ad un primo ragionamento sarebbe anche valido, viene dimostrato falso dai dati statistici (in altre parole se pur la teoria e’ fatta bene, rimane una teoria ed e’ contrastata dai fatti, quindi sbagliata). Infatti da un articolo CESNUR (http://www.cesnur.org/2011/mi_ped.html)

        Detto in altre parole, le parrocchie e le scuole cattoliche purtroppo ospitano anche loro dei «pedofili» ma sono un ambiente sedici volte più sicuro rispetto alla società in genere.

        Bisognerebbe sempre ricordare che

        Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità

        (Alexis Carrel).
        4. Il punto peggiore e’ il fatto che in tutto il ragionamento c’e’ una falla logica che definire abissale e’ riduttivo: tu vuoi dimostrare che la percentuale di preti pedofili non sia inferiore alla percentuale di pedofili in generale e per farlo usi come assunto che la pedofilia sia distribuita omogeneamente fra tutti, preti compresi (sempre assunto del punto 2 ridiscusso anche nel punto 3). In altre parole usi tutto il commento per dire che nel caso sia vera un’ipotesi allora quell’ipotesi sara’ vera… e ci volevano tanti calcoli?
        5. Rispetto agli altri punti questo potrebbe essere considerato minore (non sapevo se aggiungerlo): stai confrontando il numero di preti pedofili su una media mondiale su un numero di pedofili presenti solo in Italia, insiemi troppo diversi fra loro (per cultura, storia, situazione sociale ecc..) tanto che un raffronto fra i due non ha nessun valore.
        6. Anche questo punto effettivamente e’ colpa degli articolisti: si parla di preti condannati, in un modo o per l’altro, per atti legati alla pedofilia. Quindi in quella percentuale (0.8% da scalare a 0.08%) non include solo i preti pedofili, ma anche i preti che ne fossero coinvolti anche indirettamente come ad esempio quelli che abbiano potuto fare qualcosa contro la pedofilia e non l’hanno fatto (la Chiesa e’ estremamente severa su questo reato). In altre parole il numero scenderebbe ben al di sotto dello 0.08%.

        Infine, prendiamo per buono il tuo calcolo (e cioe’ che se i preti fossero 20 milioni ci sarebbero 8 mila preti pedofili) di conseguenza se i preti in Italia fossero 60 milioni (numero approssimato per eccesso dei cittadini italiani, inclusi anche bambini) ci sarebbero 24 mila preti pedofili, per arrivare a 210 mila casi dovrebbero abusare di 9 bambini a testa, cosa che sarebbe anche possibile, ma estremamente poco probabile, quindi anche con i calcoli fatti da te risulterebbe che la percentuale di sacerdoti pedofili sarebbe minore della percentuale dei pedofili in generale (sicuramente un problema di approssimazioni, visto che con il punto 4 prima descritto, le percentuali teoriche venute fuori dai tuoi calcoli dovrebbero essere perfettamente uguali).

        Comunque apprezzo lo sforzo (sono sincero, non ironico).

        • Dario* ha detto:

          Volendo essere pignoli questi non sono gli unici errori logici di Roberto che parte male già con la premessa:

          “non si possono comparare due “insiemi” con un numero diverso di elementi. I preti anche pedofili risultano “pochi” perché L’INSIEME DEI PRETI E’ minore DELL’INSIEME DEI GENITORI, PARENTI, INSEGNANTI, ALLENATORI (questi ultimi TUTTI RAGGRUPPATI INSIEME).”

          Le percentuali cosa le hanno inventate a fare se non per raffrontare peculiarità di insiemi di dimensione diversa? La percentuale è già la dimensione del sottoinsieme in rapporto alla dimensione dell’insieme totale. Insomma, poche idee ma ben confuse 😉

          • Roberto ha detto:

            Infatti io parlo di percentuali “relative”, in pratica:
            la percentuale di un’altra percentuale.

            • Dario* ha detto:

              Se io dico che il 3% delle mele è marcio non è una percentuale relativa, se dico che il 15% dei frutti è marcio non è una percentuale relativa. Se dico che la percentuale di mele marce è minore della percentuale dei frutti marci è un raffronto tra percentuali assolute e se dico che la percentuale di mele marce è inferiore alla percentuale di frutta marcia non ho usato alcun escamotage.
              Prova a ricontrollare le tue conoscenze riguardo al leggere le statistiche in modo parziale, a questo link trovi la prima pagina che mi è capitata sotto il browser che tratta dell’argomento. Buon ripasso! 😉

  • Roberto ha detto:

    Ciao:
    “Bene, la statistica serviva proprio per dimostrare che il celibato dei sacerdoti non porta ad una maggior possibilita’ di pedofilia (per affondare del tutto il cavallo di battaglia, azzoppato, dei laicisti).”
    INFATTI é quello che affermo “non è perché uno sia prete che diventa pedofilo, come non lo diventa perché è genitore/allenatore/insegnante”
    E comunque la statistica, così fatta confondeva le idee con le “percentuali relative”.
    POI:
    “L’assunto citato nel punto 2, per quanto ad un primo ragionamento sarebbe anche valido, viene dimostrato falso dai dati statistici”
    IO mi sono rifatto ai dati dell’articolo, sarebbe compito di UCCR allegarne altri.
    POI:
    “Il punto peggiore e’ il fatto che in tutto il ragionamento c’e’ una falla logica che definire abissale e’ riduttivo: tu vuoi dimostrare che la percentuale di preti pedofili non sia inferiore alla percentuale di pedofili in generale e per farlo usi come assunto che la pedofilia sia distribuita omogeneamente fra tutti, preti compresi (sempre assunto del punto 2 ridiscusso anche nel punto 3). In altre parole usi tutto il commento per dire che nel caso sia vera un’ipotesi allora quell’ipotesi sara’ vera… e ci volevano tanti calcoli?”
    Non hai chiaro il concetto di ipotesi: è un dato assunto a base di una costruzione di pensiero, da verificare o meno. Io l’ho verificata matematicamente.
    I “tanti” calcoli non sono poi così tanti: sono il minimo per rendere chiaro il discorso. Forse non sei abituato a fare qualche conto.
    POI: “insiemi troppo diversi fra loro (per cultura, storia, situazione sociale ecc..) tanto che un raffronto fra i due non ha nessun valore.”
    Forse l’educazione di un prete cattolico differisce a seconda del luogo? Non dovrebbe essere la medesima?
    POI:
    “usi come assunto che la pedofilia sia distribuita omogeneamente fra tutti, preti compresi”
    APPUNTO come ho già detto “”non è perché uno sia prete che diventa pedofilo, come non lo diventa perché è genitore/allenatore/insegnante”
    La pedofilia è una perversione “trasversale”. Comunque la mia personale tesi è che UNA PARTE di pedofili – preti siano omosessuali repressi che trovano vittime “facili” (bambini), ma è SOLO un’opinione personale.
    POI:
    “stai confrontando il numero di preti pedofili su una media mondiale su un numero di pedofili presenti solo in Italia,”
    E’ vero é una media mondiale: ma non c’è motivo di presumere che la media sia diversa in altri Paesi del mondo. Potrebbe essere più bassa, ma anche più alta.
    Come già detto: “La pedofilia è una perversione ‘trasversale’.”
    Puoi provare a fare GLI STESSI calcoli con altri valori, ma il concetto NON cambia: sono percentuali “relative”.
    POI
    “Infine, prendiamo per buono il tuo calcolo (e cioe’ che se i preti fossero 20 milioni ci sarebbero 8 mila preti pedofili) di conseguenza se i preti in Italia fossero 60 milioni (numero approssimato per eccesso dei cittadini italiani, inclusi anche bambini) ci sarebbero 24 mila preti pedofili,”
    QUESTA è proprio bella: il rapporto preti – abitanti dimostra, implicitamente, che NON tutti gli abitanti italiani diventano preti. In pratica: nascerebbe sempre gente con NESSUNA intenzione di farsi prete; o meglio: gli abitanti italiani salirebbero a… 240 milioni (la butto lì).
    E’ sempre una questione di percentuale (qui “relativa”).
    POI:
    “per arrivare a 210 mila casi dovrebbero abusare di 9 bambini a testa, cosa che sarebbe anche possibile, ma estremamente poco probabile,”
    E dove sarebbe il problema:
    intanto “poco probabile” non significa impossibile. E hai trascurato il fattore tempo: nell’arco della vita di un pedofilo, altro che solo 9 bambini…
    CONCLUDO con
    “(la Chiesa e’ estremamente severa su questo reato)”
    A me risulta un’incriminazione dell’allora Cardinale Ratzinger, per aver occultato le prove di reati di pedofilia, da parte di un tribunale USA, nel 2005.
    Poi è divenuto Papa ed ha goduto dell’immunità in quanto capo di Stato.
    TI RINGRAZIO per l’apprezzamento dei miei sforzi; segnalo che NON risponderò ad altri TUOI post e non per scortesia, ma sono stufo dei batti e ribatti tipici dei siti.
    Ti lascio ovviamente l’ultima parola. Ciao

    • Azaria ha detto:

      Visto che Roberto ha deciso di non continuare a rispondere, evitero’ di ribattere sulla maggior parte dei punti (non sarebbe onesto).
      Ma per altri che leggono e’ bene dare un po’ di luce sulla questione principale. Riporto dal suo ultimo intervento.

      Non hai chiaro il concetto di ipotesi: è un dato assunto a base di una costruzione di pensiero, da verificare o meno. Io l’ho verificata matematicamente.

      Invece guardando bene il discorso la dimostrazione matematica non c’e’ stata minimamente. La presunta dimostrazione si baserebbe su calcoli che a loro volta si basano sull’assunzione di Roberto (che e’ stata dimostrata palesemente falsa dalle statistiche).
      In altre parole, basandosi su dei calcoli che prendono per vero che la distribuzione della pedofilia sia omogenea (fatto dimostrato falso dalle statistiche) allora esce come risultato che la distribuzione della pedofilia sia omogenea.
      Per fare un esempio semplice, se si vuole dimostrare che 1+1=3, e per farlo con dei conti matematici si prende per vera l’ipotesi (ovviamente sbagliata) che 1+1 faccia come risultato realmente 3, allora non sara’ difficile arrivare ad una dimostrazione pseudo-matematica che ci porterebbe a credere che 1+1=3.
      In entrambi i casi l’ipotesi palesemente sbagliata di base porta ad un risultato facilmente prevedibile, ma e’ altrettanto facile capire che sarebbero entrambi calcoli campati assolutamente in aria con risultati del tutto fantasiosi ed irrazionali.

      • Azaria ha detto:

        Aggiungo al mio commento precedente, dove ho scritto:

        Per fare un esempio semplice, se si vuole dimostrare che 1+1=3, e per farlo con dei conti matematici si prende per vera l’ipotesi (ovviamente sbagliata) che 1+1 faccia come risultato realmente 3, allora non sara’ difficile arrivare ad una dimostrazione pseudo-matematica che ci porterebbe a credere che 1+1=3.

        La frase completa dovrebbe essere

        Per fare un esempio semplice, se si vuole dimostrare che 1+1=3, e per farlo con dei conti matematici si prende per vera l’ipotesi (ovviamente sbagliata) che 1+1 faccia come risultato realmente 3, allora non sara’ difficile arrivare ad una dimostrazione pseudo-matematica basata su calcoli perfettamente corretti che ci porterebbe a credere che 1+1=3.

      • lorenzo ha detto:

        Il vero problema è che se cerchi di dimostrare che 1+1=3, riuscirai ad ingannare poche persone, ma, se un tizio gioca con i dati come ha fatto Roberto, molti saranno portati a credere che la cosa più pericolosa per i bambini sono i preti.

        • Max ha detto:

          “molti saranno portati a credere che la cosa più pericolosa per i bambini sono i preti.”

          Che e’ – sospetto – un obiettivo di alcuni che hanno gonfiato lo scandalo dei “preti” pedofili; che pure disgraziatamente ci sono stati.

    • Dario* ha detto:

      Il problema della tua “dimostrazione” sta nel fatto che tu hai creato un dato (200.000) utilizzando proprio ciò che volevi dimostrare e se usi ciò che vuoi dimostrare nel processo di dimostrazione la tua dimostrazione non è valida.

    • Fred ha detto:

      Scacco matto per Roberto!

      • Fred ha detto:

        Al di là del suo incontrovertibile ragionamento ha dimostrato com’è facile prendere dei numeri, estrapolarne una parte, dare un colpetto qui e un colpetto là, et oplà! Ecco come sono spariti i pedofili dalla Chiesa cattolica.

        • lorenzo ha detto:

          I pedofili nella Chiesa purtroppo ci sono, sono in maggioranza omosessuali e sono degli esseri schifosi; di loro il Vangelo dice: ” è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.”

        • Dario* ha detto:

          Incontrovertibile solo per gente la cui matematica si ferma dalle parti delle addizioni

  • Mattia ha detto:

    Quando c’è stato l’attentato a Charlie Hebdo si era tutti d’accordo nel non definire “terroristi” un miliardo di musulmani. Ora per coerenza non si possono attaccare l’insieme dei preti cattolici perché lo 0.8% è pedofilo. La condanna degli atti criminali, terroristi o pedofili, ci deve essere netta, ma l’appicicare etichette deve essere evitato e mettersi a fare improbabili calcoli matematici sulle percentuali è un esercizio inutile…

    • giovanni ha detto:

      Innanzitutto solo i soliti leghisti, i soliti razzisti e i soliti estremisti cristiani hanno colpevolizzato tutto l’islam… In secondo luogo le analisi sono importanti, perchè se in Austria un prete ha 50 possibilità in più di essere pedofilo che un comune cittadino allora la Chiesa deve interrogarsi seriamente, ma molto seriamente, sul perchè e non fare spallucce come sta facendo quest’articolo.

      • Ottavio ha detto:

        Mi sembra che Onfray non sia proprio un estremista cristiano ma sia il portavoce dell’ateismo francese a cui tu fai riferimento e che più volte hai detto di stimare. Non a caso ha fama di essere un istigatore della violenza contro l’islam.

        Non esistono le statistiche di cui parli, in assenza di dati allora chiunque può affermare che c’è molta più pedofilia nel tuo quartiere che in Austria. Tu sei interessato a questo argomento. Da questi due dati ognuno tragga le conclusioni più opportune…Se vogliamo giocare sporco allora giochiamo sporco.