I Pediatri italiani: «crescita armoniosa solo con mamma e papà»

Famiglia disegnoUn anno fa, sul tema dell’omogenitorialità, era intervenuta la Società Italiana di Pediatria, tramite il suo presidente Giovanni Corsello, affermando: «Ciò che risulta rischioso e inutile è un dibattito teso a promuovere situazioni simili come assolutamente fisiologiche. Non si può infatti negare, sulla base di evidenze scientifiche e ragionamenti clinici, che una famiglia costituita da due genitori dello stesso genere può costituire un fattore di rischio di disagio durante l’infanzia e l’adolescenza, quando il confronto con i coetanei e le relative ricadute psicologiche, diventano elemento decisivo sul piano relazionale. Non si possono considerare legittimi i diritti di una coppia di genitori senza contemporaneamente valutare contestualmente e nella loro interezza e globalità i diritti dei figli».

Lo ha fatto in modo più approfondito anche un’altra associazione di pediatri, la Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), intervenendo nell’ultimo numero della sua rivista, risalente a qualche mese fa. L’articolo è intitolato “Minori affidati ad omosessuali: il punto della ricerca” ed è un approfondimento molto utile -certamente inspirato dalle pubblicazioni apparse su questo sito (chi ci segue da tempo lo potrà certamente verificare) e dal nostro apposito dossier, da parte di una autorevole fonte, esperta di salute dei bambini. La sintesi scandisce ottimi argomenti contro l’affidamento dei bambini a coppie prive di complementarietà sessuale, giustificati dai risultati scientifici e sociologici. Risultati spesso osteggiati e, in diversi casi, anche censurati dai media e dall’associazionismo omosessuale.

Gli autori citano la corrente delle associazioni scientifiche “favorevoli” alle adozioni gay, influenzate dalla posizione dell’American Psychological Association (APA). Si ricorda, tuttavia, la scarsa obiettività dell’APA su tale questione e le molte critiche ricevute dai precedenti presidenti per “correttezza politica” e scarsità di risultati nella letteratura scientifica su cui basare questo favorevole giudizio. Senza contare che i pochi studi che parlano di “nessuna differenza” tra i bambini cresciuti con coppie aperte alla differenza sessuale e coppie prive di tale apertura, sono stati confutati dalla ricerca di Loren Marks della Louisiana State University, la quale ha rilevato in essi mancanza di campionamento omogeneo, di gruppi di confronto, di inadeguatezza del gruppo di confronto, di presenza di dati contraddittori, mostrano portata limitata degli esiti dei bambini studiati, scarsità di dati sul lungo termine e mancanza di potenza statistica. La conclusione del prof. Loren Marks è che «le forti affermazioni dell’APA non sono empiricamente giustificate».

Nell’articolo della SIPPS vengono citati gli studi più recenti, compreso quello di Mark Regnerus che per settimane ha scatenato le ire degli attivisti Lgbt. La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha concluso così: «Se la ricerca è solo all’inizio e deve, pertanto, continuare ad analizzare la realtà dei minori cresciuti con genitori omosessuali la storia umana è plurimillenaria e vede il minore crescere armoniosamente con la figura materna e paterna che lo generano o, in loro assenza, con due figure genitoriali (maschile e femminile) complementari. Pertanto, la comunità professionale e scientifica, nonché la stessa società, hanno il dovere di rimanere saldamente ancorate alla verità antropologica sull’uomo, alla sua storia, alle risultanze delle ricerche scientifiche non svincolate da un paradigma etico che dà senso all’agire umano».

Se pensiamo che per qualcuno affermare che «i bambini devono avere come riferimento una mamma e un papà» sono «idee bigotte» e «nessuno studio serio ha mai dimostrato che i bambini necessitino di questo requisito per crescere sani e felici», e che tali amenità sono piuttosto diffuse, ecco che risultano ancora più importanti le prese di posizione della SIPPS, così come quelle di tanti altri ricercatori. Come ha spiegato Papa Francesco, «occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva».

La redazione

18 commenti a I Pediatri italiani: «crescita armoniosa solo con mamma e papà»

  • Li ha detto:

    Mah! A mio parere non è omofobia, ma andro e ginofobia: ergo, ci sono uomini con il terrore delle donne e viceversa. E a farne le spese ovviamente sono i piccoli. Al solito.

  • beppino ha detto:

    Il “diritto dei bambini a crescere in una famiglia” composta da un papà e una mamma “capaci di creare un ambiente idoneo” allo sviluppo e alla sua maturazione affettiva é un diritto anche perché é il massimo che l’umanità può garantire ai nuovi nascituri.
    Eventuali scorciatoie (es. “eterologa”) o i supposti “nuovi diritti” (es. “omogenitorialità”) é solo “levare possibilità” nella linea di partenza della corsa della vita. Quando questo succede prevale inoltre la “controparte” in grado di fare la scelta (con una sottintesa buona dose di egoismo) e cosa é questo se non una sorta di prevaricazione sugli altrui diritti?

  • Michele ha detto:

    Senza contare che metodi cone l’eterologa sono dannosi per il rapporto della coppia quanto per il bambino, che poi nel caso del divorzio si vede ripudiato molto più facilmente dal genitore di cui non è figlio biologico… spero che la gente capisca presto che un figlio è un dono, e deve essere il risultato dell’amore di due persone, e che l’intromissione di un estraneo in questo amore non fa che destabilizzarlo

  • Michele ha detto:

    L’amore intendo

  • Graziano Salvadé ha detto:

    Circolano libretti con contenuti elaborati allo scopo di essere diffusi nelle scuole elementari -e in alcune scuole alcune insegnanti hanno già realizzato progetti in proposito con i bambini-i quali vogliono convincere della bontà della omogenitorialità, accusando e minacciando chi la pensa diversamente e che, tra l’altro, è in accordo con gli studi più seri e basati su un sano empirismo.Nelle scuole, come nel resto della società cosiddetta “politically correct”, c’è visibile ignoranza e indifferenza in proposito;quasi tutti i vescovi, mi sembra, tacciono…Diamoci una svegliata, cari cattolici e non solo, perché rischiamo imposizioni ideologiche dittatoriali, sostenute dalla legge (vedi iter del ddl Scalfarotto, già approvato alla Camera e in sede di esame per l’approvazione dal valore definitivo in Senato)…

  • Alida Vismara ha detto:

    rispondo con le parole di un’esperta, così che la gente possa capire l’estrema importanza dei genitori, madre e padre:

    “Noi non siamo nati eterosessuale o omosessuale”

    “La trasmissione di cosa significhi essere un uomo o una donna dipende dalle relazioni affettive che i genitori hanno con i loro figli. Quando un bambino scopre che gli uomini e le donne non sono identici, anatomicamente parlando, lui cercherà le ragioni di questa differenza nei discorsi e nel modo di comportarsi dei loro genitori.

    Ci vuole un grande lavoro di elaborazione psichica, inconscia, per arrivare a situare se stessi in relazione l’immagine del corpo, il significante che designa (uomo o donna) e le modalità di godimento di questo corpo (maschio o femmina).

    Non sempre un bambino riesce a conciliarsi con l’immagine dei genitori, sia con il significante, sia con il loro modo di godimento.

    Alcuni dicono: “Io sono un uomo nel corpo di una donna”, “Sono una donna che ama un’altra donna.” o “Sono un uomo che desidera sessualmente un altro uomo, ma che amo solo le donne.”

    Tutti disaccordi intimi il cui destino dovrebbe essere in mano solo all’esperienza psicoanalitica e non ai movimenti politici. Solo l’ascolto attento all’unicità di ogni singolo caso, può portare alla decisione di sapere cosa fare.

    Viviamo in un’epoca avversa allo sforzo intellettuale. Tutti sognano di avere tutto pronto. Basta premere il tasto corretto. Si ritiene che tutti dovrebbero essere parte di un gruppo, e ogni gruppo ritiene di avere diritti speciali. La responsabilità di ognuno per se stesso è stata sostituita dalla responsabilità sociale, pubblica amministrazione, sanità.

    Purtroppo non solo gli omosessuali sono in fuga dalla loro unicità e si rifugiano nei movimenti collettivi. Questa mentalità che svuota la soggettività di ciascuno e tende a trattare noi come un collettivo sta diventando una norma nel funzionamento sociale.

    Dobbiamo rispondere alla collettivizzazione dei cuori e delle menti!

    La domanda non è perché alcuni sono omosessuali. La domanda è, perché tanti altri non lo sono?

    Dal punto di vista della sessualità infantile siamo più simili che diversi. Cosa succede dopo? Come si diventa ciò che siamo diventati?

    Solo l’esperienza analitica, ci permette di cogliere il segreto e il mistero di ciascuno.

    Non è possibile generalizzare. Né nella vita degli “eterosessuali” né in quella degli “omosessuali”, né di qualsiasi altro tipo di sessualità che vogliamo inventare. “

    Tania Coelho dos Santos psicoanalista, membro della Ecole de la Cause freudienne, la Scuola Brasiliana di Psicoanalisi e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi. Presidente Sephora Istituto di Istruzione e Ricerca di orientamento lacaniano, post doc presso il Dipartimento di Psicoanalisi di Parigi VIII, Pr.. IV associato del corso di laurea in teoria psicoanalitica, Research Fellow di CNPq 1C e membro dell’Associazione per la Ricerca in Fondamentale Programma di Psicopatologia. Autrice di molti libri sulla psicanalisi.

    • Alida Vismara ha detto:

      Più semplicemente sta dicendo, che anche l’eterosessualità non sarà più garantita, se sovvertiamo gli equilibri necessari che madre natura ha stabilito per fare in modo che si formi. Più precisamente, genitori di sesso diverso e corrette interazioni famigliari e ambientali. Anche la mentalità sociale altera questi equilibri e noi tutti siamo chiamati a proteggere l’eterosessualità dalla falza propaganda ideologica. Qui di testimonianze scientifiche ce ne sono a iosa, manca solo la volontà di prenderne atto. http://alidavismara1.blogspot.ch/2013/07/ricerche-scientifiche-che-confermano.html

    • Alida Vismara ha detto:

      Questo per dire, che la natura ha già predisposto degli equilibri dopo la nascita che permettono di formare l’oreintamento eterosessuale … sconvolgere questi equilibri, sia cambiando i genitori in 2 uomini o 2 donne e cambiando la mentalità sociale, mette a rischio l’eterosessualità di sempre più persone. Noi siamo chiamati, come società a difendere l’eterosessualità e come credenti e cattolici dobbiamo smetterla di pensare che Dio ci ha creati già eterosessuali. Perchè tutta la confusione sociale nasce prima di tutto da questo pensiero errato. Dio è perfetto e proprio per questo ci ha creati in modo che l’orientamento si forma dopo, così da non permetterci di alterare i suoi equilibri. Se non fosse stato così, (cioè che anche l’eterosessualità non è innata) non ci sarebbe stato alcun problema che 2 donne o 2 uomini adottassero dei figli. Invece il problema esiste, proprio perchè i bisogni di questi bambini verrebbero già penalizzati in partenza, oltre che la confusione sociale che influenza anche essa l’orientamento ed è confermato in tantissime ricerche scientifiche.

      • Fabrizia ha detto:

        Non so. Parlando con diversi amici e colleghi omosessuali, mi sembra che loro siano sempre stati così, fin da bambini, per quel che si ricordano. Non hanno scelto di essere omosessuali: si sono scoperti omosessuali, anche se non volevano.

        • Alida Vismara ha detto:

          Infatti non è una scelta, fin da picollissimi alcuni assorbono delle dinamiche famigliari sbagliate che li portano inconsciamente a cambiare la loro percezione prima di tutto identitaria, poi nel tempo e nella crescita anche dell’orientamento. Non è mai una scelta ma il sapere queste verità scientifiche, permette di aiutare le famiglie ad equilibrare queste dinamiche e cercarne le cause sottili che non si avvertono e non ci si accorge di aver creato. Si deve intervenire sempre sulla famiglia e non sul bambino obbligandolo e costringendolo a cambiare, perchè questo non farà altro che peggiorare il tutto.

    • Emanuele ha detto:

      …se vado da uno psicologo e dico che non sono un uomo adulto, ma un bambino di tre anni imprigionato nel corpo di un uomo adulto, certamente prenderebbe sul serio la mia situazione e cercherebbe di curarmi. Se invece dico che sono una donna imprigionata nel corpo di un uomo, mi dice che è tutto normale, che non devo preoccuparmi e, se del caso, modificare il mio corpo per diventare donna in modo da essere in sintonia con me stesso/a

      Perché allora non mi dice di modificare il mio corpo per trasformarlo in quello di un bambino di tre anni? Qualcuno sa spiegarmi la differenza? E soprattutto, perché se si parla di modificare l’orientamento (omo)sessuale di un individuo si diventa omofobi, ma se si cerca di modificare l’atteggiamento degli adulti che si credono bambini non si diventa pedofobi?

  • Max ha detto:

    Chiedo scusa, volevo (ri)proporre un’iniziativa.

    —–
    Mercoledi’ 21 gennaio, un Italians ha scritto una lettera a Severgnini sul convegno di Milano:

    http://italians.corriere.it

    mi pare che Severgnini si sia fatto convincere; parla infatti di “convegno controverso” e di “Tempi” che non capisce che le cose sono cambiate (parlando di “Don”Inzoli).

    Che ne dite di preparare una o piu’ lettere chiarificatrici ed inviarle ad Italians? Severgnini non e’ “contro di noi”: ha piu’ volte criticato l’idea del “matrimonio” gay e dell’adozione di minori a coppie omosessuali, beccandosi l’accusa di omofobia da parte di Scalfarotto (una medaglia al valore) e la critica aspra di tanti suoi lettori della sua rubrica.

    Dobbiamo farci sentire! Altrimenti ci metteranno sotto.

    —–

    Dario* sembrava essere d’accordo, mentre Jack proponeva di discuterne sul gruppo UCCR di Facebook. Non sono iscritto a tale gruppo (non uso FB). Vorrei sapere se tale idea li’ si sta portando avanti. Grazie

  • Francesco T. ha detto:

    A mio parere è impossibile determinare scientificamente i fattori ambientali che consentono un corretto sviluppo del bambino. Allora ritengo sensato considerare l'”evoluzione sociologica” che ha affermato nel corso dei millenni ed in tutte le società umane il modello familiare eterosessuale che evidentemente è quello più adatto alla società umana… questo con buona pace dei pediatri e psichiatri americani. ..

    • Emanuele ha detto:

      Giusto, con buona pace anche degli attivisti, cattolici-adulti, geni incompresi (leggasi Odifreddi), etc. il matrimonio non è un’invenzione né cattolica né giudaica. Eibl-eibesfeldt, analizzando centianai di studi, riporta che in centinaia di culture diverse analizzate, presenti e passate, in tutte era presente il matrimonio eterosessuale, con una larga preponderanza di rapporti nonogamici, anche nelle culture dove è ammessa la poligamia (Etologia umana, 2001)

      Viceversa, in nessuna cultura o società del passato o non “civilizzate” è presente il matrimonio omosessuale, neppure in quelle culture particolarmente “aperte” come l’ellenismo o l’impero romano. Anzi, Ford e Beach, analizzando decine di culture e società, notarono che in più di un terzo dei casi le pratiche omosessuali erano sconosciute.

  • AndreaX ha detto:

    Mark Regnerus per priacere è stato smentito da tutti. Pure dalla sua università. Dalle 15 mila persone conttate per la sua ricerca solo 2 avevano vissuto per 18 anni con due persone dello stesso sesso e alla fine come è andata? Nessun problema. Parola dello stesso Regnerus.