Omofollia della settimana: le infinite contraddizioni dell’Arcigay

Flavio RomaniIl presidente italiano di Arcigay, Flavio Romani, si è arcicontraddetto un po’ troppo spesso ultimamente. D’altra parte un loro noto slogan è “Vogliamo tutto” e, come si sa, chi troppo vuole (forse, meglio dire pretende) poco stringe. Anche perché, spesso, dice tutto il contrario di tutto.

Ci è capitato di leggere infatti un’intervista a Romani del dicembre 2013, nella quale il presidente di Arcigay rifiuta categoricamente le unioni civili promesse dal premier Matteo Renzi. «L’unione civile non è nemmeno il surrogato dei matrimoni», ha affermato (giustamente). Ma non è meglio di niente?, ha chiesto l’intervistatore. «No, o c’è l’uguaglianza o c’è discriminazione. Non ci interessano forme contrattuali più o meno accettabili». Posizione lapidaria dunque. Peccato che un anno dopo si sia rimangiato tutto, anzi lamentandosi con Renzi per non aver ancora mantenuto la promessa sulle unioni civili: «Unioni civili entro 1000 giorni? Non gli crediamo: il premier si sta prendendo gioco di noi», ha affermato arrabbiato Flavio Romani. «Renzi aveva annunciato una legge sulle unioni civili a settembre e oggi scopriamo che quel settembre durerà 1000 giorni, ammesso e non concesso che il suo governo arrivi a quella scadenza. Liberi il potere legislativo dalle sue continue e ormai inaccettabili invasioni di campo, permettendo l’approvazione di un disegno di legge che da troppo tempo attende il via libera». Si ma, caro Romani, eri stato proprio tu a dichiararti non interessato a questo disegno di legge…

Passiamo oltre: nell’intervista del dicembre 2013 Romani se la prendeva con la Corte Europea in quanto ha equiparato le unioni civili ai matrimoni. Il presidente di Arcigay, arrabbiato, ha detto: «Non possiamo consentire che i tribunali ci indichino la via». Giusto, ha ragione. Peccato che soltanto qualche mese prima, nel febbraio 2013, Romani esaltava proprio il tribunale della Corte Europea quando emetteva una sentenza a “suo” favore (ha riconosciuto il diritto di uno dei partner di una coppia omosessuale di adottare il figlio dell’altro partner). La sentenza per Romani non è più un’ingerenza ma addirittura «un monito fermo ai partiti italiani ed indica l’unica strada da seguire su questi temi e cioè totale parità tra i cittadini, etero o omosessuali». La Corte europea avrebbe indicato la strada da seguire: ma, caro Romani, mica avevi detto che non potevamo consentire che il tribunale della Corte Europea ci indicasse la via?

L’ultima parte dell’intervista del dicembre 2013 riguardava il fatto se l’Italia fosse un Paese “aperto o meno” ai cosiddetti “diritti omosessuali”. Per Romani non c’è dubbio: «Il Paese è prontissimo. Nessuno si scandalizza più per le coppie omosessuali». Ottimo, vuol dire allora che tutto il polverone sull’omofobia è pura finzione. Eppure, due mesi prima di questa intervista la situazione italiana dipinta da Romani non sembrava così “pronta” (dal suo punto di vista), dato che spiegava così gli obiettivi della sua associazione: «scalzare secoli di pregiudizio e far evaporare i mille stereotipi legati all’omosessualità e alle persone gay e far vedere che gay e lesbiche non sono quei personaggi strani e incollocabili». Nessuno si scandalizza per le coppie gay, come ha detto nel dicembre 2013, oppure c’è bisogno di iniziative perché non vi sia più scandalo verso le coppie gay, come affermato da Romani nel settembre 2013? Caro Romani, bisogna arrivarne a una: se il Paese è “pronto” per il matrimonio gay perché nessuno si scandalizza allora bisognerebbe coerentemente rinunciare al disegno di legge contro l’omofobia, in quanto risulterebbe inutile. Se invece vuoi affermare il contrario, allora bisogna rinunciare al matrimonio gay in quanto il Paese “non è ancora pronto”.

Non si può dire tutto e il contrario di tutto. A prescindere dal fatto che, secondo il vostro slogan, “volete tutto”.

La redazione

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5 commenti a Omofollia della settimana: le infinite contraddizioni dell’Arcigay

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  1. Francesco ha detto

    Articolo impeccabile.

  2. Enrico ha detto

    Mi meraviglio che non abbia citato i cattolici a riguardo…

    • Li ha detto in risposta a Enrico

      Forse lo farà tra un po’: è sempre lì a dire qualcosa e poi fare marcia indietro quando gli fa comodo.

      Ormai non mi stupisco di nulla, ma quello slogan…vogliamo tutto, è chiaro che più si vuole, più la gente si rompe. Non possono pretendere che cristiani o atei o altro siano TUTTI d’accordo con le loro idee. Allora sì che si va nell’ideologia lgbt.

  3. Drew ha detto

    Isterismo da prima donna!

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